| Aquileia continuava a tenere lo sguardo fisso su Alicia, senza lasciar sfumare il suo sorriso calmo, ma mantenendo tutti i sensi all'erta. La povera donna che le stava davanti la osservava alla stessa maniera, e attorno a loro aleggiava un silenzio che tutto era, tranne che un vero silenzio. Se non la voce o le parole, l'espressione di Alicia era più che eloquente, alla debole luce di quelle consumate candele: indecisione. Sì, quasi di sicuro sapeva qualcosa. Quando ella iniziò a parlare, Aquileia la ascoltò in rispettoso silenzio, senza forzarla in alcun modo. Stava cedendo, era evidente: la voce rotta, il capo tenuto basso, il tono di chi ormai conviveva quotidianamente con l'angoscia e la disperazione. *E forse con l'abbandono*, pensò Aquileia, nell'udire le sue parole. Per un momento, le sue iridi chiaroscure si colorarono di una lieve tristezza. Ma subito, Aquileia la dominò, spingendola delicatamente in un angolino della sua mente. Non era il momento per i sentimentalismi, doveva concentrarsi e cercare indizi. E infatti, dalle parole di Alicia, trapelò qualcosa. "Una persona non scompare davvero se si sa, con sicurezza, dove potrebbe trovarsi, giusto?". Aquileia sospirò rumorosamente e sollevò il mento, per poi riabbassarlo subito dopo in un ampio e calmo cenno d'assenso, mentre i suoi occhi scrutavano ancora più attentamente Alicia con un'espressione di consapevolezza. Lei sapeva. Ovvio, allora, che non aveva fatto lei la segnalazione. Come si poteva segnalare la scomparsa di qualcuno, se si sapeva benissimo che non era affatto scomparso? *E se si sa che magari è in mano a persone che potrebbero farlo scomparire sul serio, se parli troppo?*. Ma allora, dove diamine era? *Ha detto che Nero è impulsivo. Forse se ne è andato di sua spontanea volontà per regolare qualche conto in sospeso con chi minacciava la sua famiglia, ma non è più tornato* pensò, tra sé. Oppure, Nero era stato portato via a forza da qualcuno che Alicia conosceva, e che le metteva ugualmente paura. *L'uomo di ieri?* pensò; ma da come Alicia ne aveva parlato, le era sembrato che quella visita inaspettata fosse stata più quella di un galoppino che di un diretto boss. "Capisco, signora Prenton" le rispose semplicemente. "No, lei non è una cattiva madre. Lei vuole proteggere suo figlio. Qualunque madre lo farebbe" le rispose, continuando a guardarla tenere il capo basso, senza muoversi da dove si trovava. *Cos'è diamine nascondi, Alicia?* avrebbe voluto chiederle. Ma non poteva, avrebbe corso il rischio di farla crollare del tutto. *Altro che piedi. Ci vuole tutto il corpo, di piombo, qui*. Ad un tratto, Alicia sollevò la testa, e alla luce delle candele Aquileia distinse chiaramente uno sguardo diverso nei suoi occhi, un barlume di -*fiducia? speranza?*- un'idea. Quado parlò di nuovo, per un momento, Aquileia si sentì di nuovo vacillare, pur mantenendo la stessa espressione calma e pensierosa. Una garanzia, ecco cosa chiedeva Alicia. E lei ce l'aveva? Sì, forse ce l'aveva. Proprio nella sua tasca: il biglietto pervenuto al Quartier Generale. Poteva forse servire? Forse Cassius era proprio il marito di Alicia, e se lei lo credeva morto, poteva essere una prova che invece, forse, ancora non lo era. *E se invece peggiorasse la situazione? Se invece quella frase, "Io so", la spaventasse ancora di più?*. Ad un tratto, Aquileia si ricordò delle parole di Rhaegar: << Non fare parola del biglietto >>. *Va bene, capo*. Non sapeva se era una buona idea, ma stando così le cose, non poteva fare altro. Continuando a guardare in volto la donna, le disse semplicemente: "Signora, il mio distintivo, quello che sono io, è una garanzia. Non posso non vedere che, nonostante tutto, lei rivuole suo figlio indietro, e non posso fare altro che assicurarle che non voglio fargli del male, come non voglio farlo a lei. Non crede che, se avessi voluto aggredirla, lo avrei già fatto?" le chiese, tenendo le mani bene in vista. *Avrei bussato con una Bombarda, se avessi voluto farti del male*. "Signora Prenton, io ho i mezzi per farle riavere suo figlio. Lasci che la aiuti", le disse, puntandole in volto le sue iridi chiaroscure. *Ti prego, Alicia, fidati di me*. Chiedo scusa per il ritardo, ma non sapevo bene come agire...e il real mi ha anche tenuta ben impegnata, tra l'altro! sorry!
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