Ballo di Fine Anno

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view post Posted on 5/1/2015, 23:48
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«And the only solution was to stand and fight» Merlino ballerino!

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Auror
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Aquileia sorrise cordiale alla donna, mentre si portava alla bocca il suo calice di succo di zucca. Aveva dei profondi occhi verdi, espressivi e dallo sguardo fiero. Abbassò per un momento le sue iridi chiaroscure, notando che la giovane donna la guardava in viso con un'espressione che sembrava sorpresa: probabilmente aveva notato i suoi occhi - *beh, di solito quando mi guardano così è per quello*- , ma riportò subito lo sguardo su di lei, per non farla sentire in imbarazzo. Non si era certo scelta lei quegli occhi così strambi, e poteva ben capire che le persone rimanessero interdette nel vederli, e la fissassero senza rendersene conto. Ma non le dava certo fastidio. "E' vero, certe volte sognare a occhi aperti è ancora più magico di quanto già non sia" rispose affabilmente alla donna, subito prima che questa le tendesse la mano per presentarsi. Neanche a farlo apposta, si trovava davanti nientemeno che alla Vice-Preside della scuola. Una lieve espressione di sorpresa passò nelle iridi chiaroscure, e subito dopo Aquileia allungò la mano per ricambiare la stretta della Lancaster, e presentarsi. "Aquileia Goodheart, il piacere è mio, signorina Lancaster" rispose educatamente, accompagnando le parole con un lieve cenno del capo. *Lancaster. Dove ho già sentito questo cognome?* si ritrovò a pensare. Era sicura di averlo già letto o sentito, e non relativamente ad Hogwarts. *Lancaster, Lancaster*. D'un tratto si ricordò del corridoio del Quartier Generale. Tra le altre targhette affisse alle varie porte, una volta ne aveva notata una in particolare: << Hope Lancaster - Ispettore Auror >>. *Ah, ecco chi sei* realizzò. Non disse nulla in proposito, niente trasparì dal suo sguardo, eccetto la sorpresa di poco prima, che lasciò subito il posto ad un'espressione affabile e cortese. D'altronde, non era abitudine degli Auror sbandierare ai quattro venti la propria identità. Era un po' emozionata (che diamine, era davanti ad un suo superiore!), ma riusciva a dissimulare bene le proprie sensazioni. *E poi suvvia, è un ballo, di certo non una riunione di lavoro, Leia* si disse. Tuttavia, aggiunse un dettaglio, per completare la presentazione. "Lavoro al ministero, alle dipendenze del signor Wilde". Semplice, discreto, pulito. Anche se con tutta probabilità, Hope non aveva mai notato Aquileia al Quartier Generale, quella frase sarebbe bastata per permetterle di inquadrarla, senza compromettersi.
Subito dopo essersi presentata, la sua attenzione fu attirata da una voce maschile, del tutto sconosciuta, che si inserì all'improvviso nella conversazione. La ragazza guardò in direzione della voce, ritrovandosi davanti ad un giovane ragazzino, sicuramente uno studente di Hogwarts. Aquileia lo squadrò rapidamente dall'alto in basso, con un cipiglio scrutatore e un po' altero. Era un bel ragazzo, probabilmente sui 12-13 anni, vestito con un completo decisamente...
*particolare, sì, diciamo che per iniziare è un termine adeguato* pensò, sentendo il commento della sua interlocutrice, e inarcando il sopracciglio del suo occhio marrone. Ma doveva riconoscere che era effettivamente elegante, pur nella sua particolarità. E, a quanto sembrava, il ragazzo sapeva essere educato nel portamento...beh, a parte l'interruzione. Ma decise di non farci caso, soprattutto perché non amava affatto battibeccare per motivi futili. "Oh, non preoccuparti" disse semplicemente al ragazzino. "Aquileia Goodheart, piacere di fare la tua conoscenza, William" gli disse, con un lieve sorriso.


Edited by Aquileia Goodheart - 6/1/2015, 12:33
 
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view post Posted on 6/1/2015, 13:22
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Serpeverde
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Il suo abito cerimoniale stava sortendo l'effetto sperato a giudicare dalle occhiate poco convinte che le due donne gli avevano lanciato, squadrandolo da testa a piedi com'era abitudine fare in serate di gala. Oh, William adorava sentirsi fuori luogo, bizzarro, diverso. D'altronde ci teneva particolarmente ad spiccare tra tutti gli altri, non necessariamente in senso positivo. *Parlane bene, parlane male, l'importante è che se ne parli.* Ripeteva spesso sua madre, con una frequenza sufficiente a fargliela entrate in testa a forza. Quello era uno dei pochi insegnamenti che il giovane Black aveva gradito dalla donna, a suo avviso poco provvista di acume, come tutti gli altri.
Il suo sguardo si posò sul cielo stellato ascoltando le parole della vicepreside. Alla sua conclusione annuì col capo, segno che quanto aveva sentito trovava la sua approvazione.

« Concordo. » Disse senza staccare lo sguardo dal soffitto. « Alle volte si rivela persino più splendido. » Per non dire magico, visto che avrebbe potuto creare fraintendimenti.

Per quanto riguardava l'altra donna, Aquileia, William si limitò a ricambiare suo sorriso con uno altrettanto moderato. Solo in quel momento si accorse della particolarità dei suoi occhi. Quel particolare lo affascinò molto, non aveva mai visto qualcuno con le iridi di colore diverso, aveva solo letto qualcosa a riguardo ma ammirarli dal vivo era tutt'altra cosa. Distolse lo sguardo poco dopo, il suo comportamento poteva risultare sgarbato e - nonostante il ragazzo fosse una proverbiale Serpe - ci teneva a mostrarsi galante. Di certo l'ultima cosa che voleva era metterla a disagio fissandola insistentemente.
Sorseggiò il suo succo di zucca, terminandolo mentre rifletteva sul da farsi. Le due ragazze sembravano aver di che discutere per conto loro e l'avrebbero fatto sicuramente nei pressi del whisky incendiario. Doveva farsene una ragione, avrebbe dovuto aspettare, magari che tutti iniziassero a ballare. Nel frattempo poteva consolarsi con le vivande.
« Con permesso. » Si congedò educatamente, lasciando le due ai loro discorsi, per poi avviarsi alla parte del tavolo in cui si trovavano lenticchie e cotechino. Afferrò un piatto pulito e una forchetta e, aiutandosi con una pinza da cucina, afferrò una fetta di cotechino e se la mise sul piatto. Non che andasse pazzo per quella portata, al contrario trovava il suo sapore particolarmente acre e quella consistenza gelatinosa non affascinava il suo palato; ci teneva però a rispettare le tradizioni, dunque afferrò una mestolata di lenticchie e le poggiò sopra la fetta di cotechino.
Reggeva il piatto con la sinistra mentre la destra teneva la forchetta. Nel frattempo continuava ad osservare i presenti senza porsi troppe domande. La festa sembrava ancora in procinto di accendersi, probabilmente sarebbe entrata nel vivo solo in seguito alla consegna della coppa delle case, o magari quando la musica sarebbe stata tanto travolgente da spingere i più a riempire la pista da ballo. Con la forchetta affondò dunque sul cotechino stando attento ad afferrare quante più lenticchie riusciva, così da coprirne il sapore. Mise ciò che era riuscito a cogliere in bocca e, prima di masticare, lasciò alla lingua il compito di esaltarne i sapori. Poteva sentire quella assai poco piacevole sensazione gelatinosa tra i denti ma - in quanto al sapore - doveva ammettere che le lenticchie erano tanto squisite da rendere insignificante il cotechino. Per sicurezza, comunque, decise di addentare un secondo boccone di sole lenticchie, così da acuire ancor di più il retrogusto della componente principale del piatto. Quantomeno stava rispettando le tradizioni.



OT: Cotechino e lenticchie mangiate u_u


Edited by William Black - 6/1/2015, 19:32
 
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Blaise¬
view post Posted on 6/1/2015, 20:41




E così era di quello che parlavano tutte le ragazze della scuola nei corridoi. Il loro brusio e le loro risatine eccitate avevano attirato più volte la sua attenzione ed aveva immaginato che si sarebbe trattato di qualcosa di maestoso ma WOW,quello che aveva davanti andava oltre ogni immaginazione.
Entrò nella sala grande piano,ammirando le decorazioni,il vischio e l'agrifoglio ai muri e le candele che fluttuavano a mezz'aria rendendo la sala spendente. Il cielo in alto era terso e pieno di stelle come in una notte d'estate. Brillavano in un modo così convincente che si chiese se per caso non fosse semplicemente stato fatto sparire il soffitto. Non c'era molta gente in giro per il momento ma in compenso il banchetto che lo attirava invitante da un lato della sala sarebbe bastato per un esercito. "Gli elfi domestici non devono aver dormito per qualche giorno..." pensò mentre si avvicinava.
Le streghe presenti portavano abiti sgargianti di tutti i colori,per lo più di foggia babbana mentre i maghi (quasi tutti) avevano ripiegato su qualcosa di più sobrio.
Pensò al vestito che suo nonno gli aveva spedito in occasione del ballo e si disse che forse aveva fatto bene a non metterlo dato che lo aveva etichettato come "molto old fashion".
Indossava un semplice completo nero con casacca piuttosto lunga,gilet e caicia bianca con papillon in tinta. Le maniche erano troppo lunghe ma non aveva voluto rischiare con un incantesimo raccorciante di rovinare il vestito.
Non riconobbe nessuno che conosceva e così,facendo spallucce si avvicinò al banchetto,il suo stomaco borbottava.
"Da dove comincio?"
Si disse rimirando gli arrosti,le patate e le torte salate che troneggiavano il grande tavolo.
"Forse sarà il caso di onorare la tradizione..."
Si diresse verso un pentolone con un grosso fiocco rosso tutto attorno. Conteneva lenticchie e cotechino. Blaise prese un piatto che se ne versò una buona quantità. Gli piacevano,gli ricordavano le feste nel salone di casa propria e le leggende che suo nonno gli raccontava durante il cenone,alcune proprio sulle lenticchie e sugli scherzi che i folletti della cornovaglia facevano ai poveri maghi convinti di portarsi a casa una pentola piena di monete quando inevece erano piena solo dei poveri,seppur gustosi legumi.
Non gli ci volle molto per pulire il piatto in effetti,era affamato.
Una volta finita la pietanza decise di andare al tavolo delle bevande per un bicchiere di succo di zucca e magari incontrare qualcuno.



OT: Lenticchie e cotechino fatto!
 
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view post Posted on 6/1/2015, 21:22
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Era rimasto lì fermo ad osservare l'ambiente che lo circondava. La sala pian piano iniziava a riempirsi sempre di più, e stretto li in quella morsa di studenti si sentiva come soffocato, aveva bisogno di trovare un altro posto per rifocillarsi...sentiva la gola secca e aveva dunque bisogno di bere. Con non molta facilità riuscì ad uscire dalla cerchia di persone da cui era circondato, per trovare uno spazio più tranquillo....rivolse un occhiata verso Hope che stava dialogando con una donna a lui sconosciuta, cercò di fare mente locale e di ricordare..ma niente non l'aveva mai vista. D'altro canto non poteva restare lì imbambolato da solo ad aspettare che qualcuno gli venisse incontro...allora decise di farsi strada verso il tavolo dove vi erano poggiate le bevande...proseguì con un passo molto lento, ma sicuro di se stesso, sapeva bene che proprio li vicino c'era l'ispettrice auror e che di sicuro lo avrebbe notato.
Non aveva paura di questo anzi, lui voleva cercare di stuzzicare un pò la donna..con qualche gesto che di sicuro avrebbe attirato la sua attenzione. Arrivato al tavolo finse di schiarirsi la voce, ma si bloccò per un attimo pensando al fatto che lui aveva accantonato l'alcol anche se quella era una serata particolare non voleva concedersi nessun tipo di distrazione...decise a questo punto di prendere il succo di zucca, l'unica bevanda che avrebbe potuto salvarlo in quel momento, ma per sua sfortuna non riuscì a trovarla subito...s'innervosì al punto che stava per versarsi addosso qualche altra bevanda. *Dov'è questo maledetto succo di zucca???*...non finì nemmeno di pensarlo che notò il succo poco distante da lui e con fare disinvolto lo versò nel suo bicchiere, portandolo leggermente alle sue labbra per iniziare a sorseggiarlo. C'era una certa tensione in lui anche se non lo si riusciva a notare bene, nella sua mente in quel momento vagavano mille pensieri forse stava sbagliando mossa, o era la cosa giusta da fare? Di certo non poteva restare li dà solo tutta la serata, aveva bisogno di trovare qualcuno con cui dialogare..scrutò un ragazzo in lontananza, sconosciuto ovviamente a lui in quel momento...si stava rifornendo di cibo, e mangiava così lentamente come se quasi si stesse godendo quel momento. Onde evitare di rimanere troppo tempo fermo vicino ad Hope, si allontanò repentinamente e mentre si girava rivolse lo sguardo subito in direzione del ragazzo, in modo da far capire che lui non l'aveva notata. Si avviò verso quest'ultimo con passo molto veloce l'osservò degustare e senza battere ciglio o perdere altro tempo appoggiò la sua mano sulla spalla del ragazzo dicendogli..

Oh bene vedo che ti stai gustando questo momento? Il cibo questa sera è più buono del solito...mmm quasi quasi ne approfitto.

Sorrise al ragazzo, ma era un falso sorriso..aveva proferito le prime parole che gli erano venute per la testa, quelle che per lui si rivelarono più idonee in quel momento. Riprese a bere il succo che poco prima aveva preso, mentre attendeva una risposta del giovine..sperando ovviamente in un esito positivo...*Dai su piccoletto, comportati bene e potresti entrare nelle mie grazie stasera..!!*....si posizionò ovviamente di spalle alla donna ricoprendo interamente il ragazzo, in modo che se avesse reagito male o ci fosse stato qualche tentennamento Hope non lo avrebbe di sicuro notato e questo avrebbe potuto dargli il tempo di rimediare...

 
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view post Posted on 7/1/2015, 11:31
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Adelaide Van Strooker x

Tassorossso - I Anno

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L'indipendenza è dono e castigo,
i segreti tuoi pregi alla meta io dirigo.
Nulla luccicò più di quella sera: dame e principesse varcarono la soglia del paradiso seguite a loro volta da volti da belli e dannati. Vestiti da fiaba ma sorrisi da diavoli scorse Alina nel volto di alcuni. Il suo cuore si stupì ma la sua ragione forse ancor meno: la morte le aveva illustrato come gli occhi siano le maschere più difficili da scalfire, mentre il resto rimane solo un'utopia. Non si azzardò ad avvicinarsi a quei soggetti, seppur gli facesse piacere vedere viva e vegeta la professoressa Hope che forse, era la signora più bella quella sera. Il rosso le stava d'incanto, mentre al contrario trovava quell'eccentrica signora forse la più originale delle regine, ma il suo occhio poco le aggradò il suo fiammeggiante vestito. Distolse lo sguardo da quella gran sfilata per poi rivolgersi la banchetto, mentre tra le mani stringeva la lettera d'ammissione alla scuola elementare a cui era andata per un po', prima del inizio della nostra storia:
"Forse, non sarei stata mai felice se non fossi capitata qui."
Pensò mentre il suo occhio, scivolava rapido lungo la tavolata, ricca di carne e...lenticchie.
Lei odiava le lenticchie, le davano l'idea di qualcos'altro, fuorché qualcosa di commestibile.
Volse lo sguardo verso l'uscio: mille e altri mille invitati erano arrivati, sotto la volta stellata delle candele di Hogwarts:

"Che siano tutti qui, per spegnerle ed esprimere un desiderio?"
Pensò, ingenuamente, ricordandosi e ricordandoci dopo tutto, è ancora una bambina.
narrato - « parlato. » - "pensato"
codice role © Akicch; NON COPIARE - WANT YOUR OWN? GET IT


Inviato dal mio Lumia 1320 tramite ForumFree App

 
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view post Posted on 7/1/2015, 14:44
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Le lenticchie erano davvero squisite, doveva ammetterlo. Forse avrebbe gradito un po di pepe in più ma doveva anche rendersi conto che non tutti erano abituati al tipo di cucina a cui era abituato lui, tremendamente colma di spezie e prodotti piccanti e acidi. Il cotechino invece continuava ad impastargli le fauci ma ormai era quasi finito. Di tanto in tanto osservava l'entrata della sala, come stesse aspettando qualcuno. In effetti "lei" era in ritardo, aveva sentito fosse un vizio di molte donne quello di perdere ore a sistemarsi, specie in serate eleganti come quella. Fece spallucce e decise di addentare l'ultimo boccone quando sentì una mano poggiarsi sulla sua spalla e una voce allegra penetrargli i timpani. Quasi il boccone non gli andò di traverso, tossì un paio di volte e si colpì il petto con un pugno prima di degnarsi ad osservare il suo nuovo interlocutore.
Quando i suoi occhi si posarono sulla figura vide un uomo, un adulto, vestito con una giacca di pelle molto elegante, un corpetto, una camicia bianca e dei pantaloni in tinta. Beh, almeno non aveva indossato smoking o frac come tutti gli altri, mostrava un minimo di originalità. Non era sicuro ma credeva di averlo già visto un paio di volte di sfuggita anche se solo negli ultimi tempi. Che fosse un insegnante?

« Ho ritenuto giusto rispettare le tradizioni. » Disse sfoggiando un sorriso atto a nascondere quanto fosse scocciato da quell'interruzione. Educato le era sempre e comunque. Non aveva la certezza che fosse o meno un insegnante, era meglio non indispettirlo, rischiando inutilmente. « Fin'ora ho trovato tutto delizioso, si serva pure. » Eppure all'occhio attento del giovane non sfuggì l'aria guardinga dell'uomo. Era come se parlasse con lui ma avesse la testa altrove. Scrutò in giro come volesse magicamente intuire chi fosse l'oggetto reale dell'attenzione dell'uomo ma concluse che non poteva saperlo in alcun modo.
« Willam Black, piacere » Detestava iniziare una conversazione saltando le presentazioni, così pronunciò il suo nome, seguendo con un leggero cenno del capo. « Anche quel wishky incendiario sembra sapere il fatto suo. Proverei a prenderne un po ma la vicepreside è proprio lì accanto, non posso rischiare. » Disse con un nuovo, malizioso, sorriso. Beh, se proprio doveva intrattenersi a parlare con quell'uomo magari poteva trarne un qualche vantaggio. Sembrava voler fare il simpatico a tutti i costi, magari si sarebbe proposto di portargli lui da bere.

 
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view post Posted on 7/1/2015, 15:03
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La situazione sembrava aver preso una piega diversa..il ragazzo si era rivolto a lui in modo molto educato e gentile senza mostrare nessuna ombra di fastidio..o almeno era quella la sensazione che gli aveva dato.
Ascoltò con molta attenzione le parole del giovine, anche se con un occhio mirava sempre alle due figure non molto distanti da lui e il ragazzo. Notò gli sguardi del giovine nei suoi confronti, ovviamente a semplice scopo di scrutare bene la figura che aveva di fronte, era li ad Hogwarts da poco tempo eppure gli sembrava di aver già incontrato quel giovine magari in qualche corridoio della scuola, ma non ricordava bene, non ne aveva la certezza.
Una cosa era certa non voleva dare l'impressione di essere distratto da qualcos'altro ed allora si concentrò su di lui...si era presentato il suo nome era "William Black"...pensò subito..*Bene un black...*, sorrise quasi compiaciuto del cognome del ragazzo, ma all'improvviso come un lampo nella sua mente, comparve sua sorella...le sue parole prima di socchiudere gli occhi. Quest'ultima le aveva raccontato che Cedric aveva un fratello che frequentava la scuola di magia e stregoneria di Hogwarts..*che si tratti proprio di lui?..ma no dai le possibilità sono infinitesime ed improbabili...*...ad ogni modo Cedric non ne era assolutamente sicuro, voleva perciò indagare sulle origini di William e saperne dunque di più. Hope in quel momento passò in secondo piano, quel ragazzo con una semplice presentazione assunse un importanza molto rilevante...quel cognome Black poteva significare tanto...

Oh un Black...piacere allora..il mio nome è Cedric Eric Black...e come vedi anche io porto il tuo stesso cognome..insegno qui ad Hogwarts anche se da poco tempo..

Sorrise in quel momento..non vedeva l'ora di notare quale sarebbe stata l'espressione del ragazzo dopo aver ascoltato quel cognome. Quella sera ne avrebbe saputo sicuramente di più questo era poco ma sicuro.
Il giovine però non si limitò solo a presentarsi in modo molto educato e gentile, ma lo invitò anche a servirsi delle prelibatezze esposte sul tavolo..fino a quando si parlò di cibo, tutto ok, ma nel momento in cui sentì la parola "whisky"..per un attimo si bloccò..

Caro William la vicepreside fa bene ad evitare che tu beva...sei piccolo e il whisky non fa per te. Piuttosto che bere, perchè non ti concentri sulle bellissime ragazze della tua età che ci sono qui in sala? o forse aspetti già qualcuno??

Avrebbe voluto dirgli di poter bere quel whisky, ma la sua coscienza glielo impediva...non poteva permettere ad un alunno e per giunta di minore età di bere e magari ubriacarsi in sua presenza. Fatto sta che non proferì nient'altro, ora voleva attendere una risposta di WIlliam...poi gli avrebbe posto domande molto più interessanti...

 
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view post Posted on 7/1/2015, 17:05
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ravenclaw

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Si dice sempre che dovremmo essere pronti a cambiare.
Cambiare tutto,o perlomeno quello che non ci piace.
In tanti credono che non ci sia momento migliore che la fine di un anno,per prefissarsi questi cambiamenti.
L' anno nuovo che doveva portare cose nuove,magari positive.
Arrivava con il suo carico di nuove e sconvolgenti novità.Così avresti avuto la possibilità di farlo,di avere la forza,la carica di cambiare.
Lasciarsi alla spalle le cose difficili e scomode e accogliere quelle ci portava il nuovo anno.
Niko era lì davanti allo specchio di camera sua.
C'era il Ballo di fine Anno e lui cosa aveva raccolto o ancora meglio fatto in quell' anno che si andava ad esaurire ??
Qualcosa.
Qualcosina forse.
Era una cosa che doveva cambiare.Sentiva che avrebbe dovuto confrontarcisi prima o poi.
Per l' occasione in bel vestito elegante era richiesto.
-Uff...che cavolo....mi sento così inadatto..-
mentre si osservava per l' ultima volta allo specchio.
Il nodo alla cravatta non era dei piu' riusciti,ma era il meglio che poteva fare.
Era stato comunicato il dover portare un "vecchio" oggetto appartenente al passato,così da simboleggiare il passaggio al nuovo anno.
Niko rigirò tra le mani il biglietto di Emy,Emy Black.
Ne era passato di tempo,ma non riusciva ancora a staccarsene del tutto.
*Stupido fattore umano*
Lo ripose nel cassetto del mobilino accanto al letto e prese un vecchio paio di guanti da Quidditch,nella speranza che l' anno nuovo sorridesse soprattutto su quel fronte.
Un movimento veloce,non così fluido come si vedeva nei film,per mettersi la
A scendere le scale ci mise poco tempo,ma ce ne mise ancora meno a trovare la Sala.
C'era un tale flusso di persone.
Studenti,Professori,altre figure che non riconosceva come appartenenti alla Scuola,erano tutti là a salutare l' anno che se ne andava e quello nuovo che arrivava.
La Sala era stata magnificamente allestita.
Il cielo stellato che si estendeva sopra le loro teste era un vero spettacolo.
Niko quasi ci si perdeva,tralasciando l' interesse per l' imbandito banco di leccornie poco distante.
Doveva distoglierci lo sguardo o avrebbe finito per finire addosso a qualcuno.


bene chi ha voglia di farsi capitolare addosso me medesimo....è liberissimo di farlo :D eheh
poi possiamo trovare un modo per rendere meno drammatico l'urto.
 
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Arya Von Eis
view post Posted on 7/1/2015, 17:35




Una settimana prima – Sala Comune Serpeverde

L’anno giungeva ormai al termine, non era difficile udire per i corridoi studenti che parlavano delle prossime vacanze natalizie, chi progettava viaggi, chi, semplicemente, non vedeva l’ora di riabbracciare la propria famiglia ma, come al solito, c’era anche chi sarebbe rimasto al castello.
Arya ancora non aveva deciso il da farsi
*C’è ancora tempo* continuava a ripetersi, anche se, in realtà, il tempo passava, ma sembrava non farci caso.
Gettonatissimo era anche un altro argomento di conversazione, il ballo di fine anno, evento immancabile, una di quelle poche certezze della vita, tipo l’inesorabile arrivo della morte per intenderci, ad ogni modo, che le piacesse o meno, i più sembravano impazienti di parteciparvi.
Molte, forse troppe, cose erano successe dall’ultimo ballo al quale aveva partecipato, ma una cosa restava immutata, come sempre non la entusiasmava l’idea di andarci ma, come sempre avrebbe presenziato, già Serpeverde non stava dando un bello spettacolo, se per di più disertavano un evento del genere sarebbe stata la fine.
Era appena rientrata dall’ultima lezione di quel giorno, anche nella sua Sala Comune si parlava del ballo e delle vacanze, non voleva apparire troppo asociale, ma non aveva proprio voglia di unirsi a tali chiacchiere, così, semplicemente, prese posto su una delle poltroncine di fronte al camino, aspettando l’ora di cena sfogliando il libro di Storia.
Fu quasi una sorpresa quando, un giovane fanciullo, si avvicinò a lei attirando educatamente la sua attenzione.
Non lo conosceva, o meglio, lo conosceva di vista e stava tenendo sotto controllo i suoi esiti scolastici, era un giovane promettente, brillante, studioso, serio, forse fin troppo per la sua età ma la cosa non le dispiaceva, anzi, lo trovava più interessante di molti altri, poteva rivelarsi un ottimo elemento per la casata, se poi si aggiungeva il fatto che fosse gentile ed educato oltre maniera, il quadretto era completo.
Si rivolse dunque a lui in maniera altrettanto educata e accomodante, ascoltando il motivo che l’aveva spinto ad avvicinarsi.

*Sul serio? Mi stai invitando al ballo?*
Di certo non gli mancava il coraggio, era solo al primo anno e aveva osato sfidar la sorte invitando una ragazza più grande che, per giunta era il suo Prefetto.
Gli sorrise, quasi tentata a declinare l’invito, ma, riflettendo, l’idea non le sembrò poi così male, al ballo doveva andare comunque, perchè non andarci accompagnata? Inoltre, avrebbe finalmente avuto l’occasione di conoscere quel giovane così promettente.


-Il suo invito mi lusinga, sarò onorata di essere la sua dama-

La conversazione aveva mantenuto un tono più che formale, ma avrebbero avuto tutto il tempo in seguito per rompere il ghiaccio.


Ora – Sala Grande

Era dunque giunta la sera del ballo, si era scusata nel pomeriggio col giovane cavaliere dicendogli di anticiparla, aveva delle cose da fare prima della serata di gala e non voleva farlo tardare, quindi erano rimasti d’accordo che si sarebbero visti direttamente in Sala Grande.
In realtà si era completamente dimenticata del vestito, non poteva mica presentarsi in pigiama, così, sperando che nei negozi fosse rimasto qualcosa di decente, si era ritrovata all’ultimo minuto a fare compere.
Fortunatamente trovò qualcosa di semplice, rosso per essere in tema natalizio, ma decisamente più semplice rispetto agli ultimi abiti che aveva indossato, c’era però un unico intoppo, le spalle scoperte
*Eh no, così non va* guardandosi allo specchio non poteva non notare la cicatrice sulla spalla sinistra *Bisogna coprirti*
Optò dunque per un copri spalle argentato che richiamava quello del vestito e finalmente fu pronta.
Tornata al castello poteva già sentire il vociare nella Sala Grande
*Ovviamente* così rapida andò a cambiarsi, non voleva far aspettare troppo il suo cavaliere.
Appena prima di lasciare la sua stanza rivolse lo sguardo verso il letto di Emily, solitamente in quelle occasioni non mancavano mai di incrociarsi e, forse, un po’ ci sperava, anche se, come al solito, durante il resto dell’anno i loro rapporti non erano dei più idilliaci.
Si chiuse la porta alle spalle, dirigendosi finalmente verso la meta, non era poi così in ritardo, la sala non era ancora piena e, molti dei presenti, li conosceva, almeno di vista.
Salutò educatamente con un cenno del capo chi incrociava il suo sguardo, cercando di individuare dove si fosse cacciato il giovane Black, lo trovò quando si voltò verso il tavolo imbandito e non poté trattenere un sorriso compiaciuto, il suo abito era decisamente sopra le righe ma era assolutamente stupendo, nulla a che vedere con classici completi maschili, qualcosa di decisamente d’altri tempi e, allo stesso tempo, gli dava quel tocco di aristocratico da renderlo un degno figlio di Salazar e un cavaliere perfetto per l’occasione.
Avvicinandosi a lui incrociò l’insegnante di Difesa, si fermò giusto il tempo di salutare, non voleva apparire maleducata, le posò una mano sulla spalla sorridendole


-Buonasera professoressa Lancaster, la sala è come sempre incantevole, i miei complimenti- poche parole di circostanza, era in compagnia e non voleva disturbare -Mi scusi se non m’intrattengo con voi ma temo di aver fatto attendere anche troppo il mio cavaliere-

Si congedò rivolgendo un educato cenno del capo anche all’altra donna e coprendo poi la distanza che la separava da William e dal suo interlocutore.

-Buonasera Black, spero potrà perdonare il mio ritardo- un mezzo inchino, giusto per mantenere l’apparenza formale -Per il prossimo ballo vorrei il nome del suo sarto- disse sorridendogli per poi rivolgere la sua attenzione all’altra figura, c’era qualcosa di familiare in lui, ma non riusciva a capire cosa -Buonasera anche a lei, non credo di conoscerla, Arya Von Eis, lieta di fare la sua conoscenza-

fu in quel momento che l’immagine dello stesso uomo sciatto e trasandato un anno prima le tornò alla mente *Ma davvero?* aveva faticato a riconoscerlo *Beh, così mi pare decisamente meglio*



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~Hope™
view post Posted on 7/1/2015, 21:36







"Il mondo è nelle mani di coloro che hanno il coraggio di sognare e di correre il rischio di vivere i propri sogni."

Cosa poteva esserci di più magico di un sogno fatto a occhi aperti? Sollevò nuovamente il viso verso l’alto, le iridi smeraldine impegnate a cibarsi di quello spettacolo fatto di luci brillanti e scie luminose, guizzavano da una parte all’altra dell’immenso soffitto. Avrebbe dato qualsiasi cosa per poter defilarsi anche solo per qualche minuto e raggiungere la torre di astronomia, li dove lo spettacolo sarebbe risultato ancor più grandioso. Non vi era altro da aggiungere, avevano fatto un ottimo lavoro, contribuendo con quella cascata di stele cadenti a rendere ancor più magica e unica quella meravigliosa serata. Si rese però conto di poter apparire maleducata o comunque poco cortese, poiché aveva anteposto lo spettacolo alla giovane donna sconosciuta. Abbassò repentinamente il volto così come lo sguardo, che ricadde nuovamente sul viso fine ed aggraziato della donna. Avrebbe trovato sicuramente il tempo per fare una capatina sula Torre, ma in quel momento, l’occasione, richiedeva la sua presenza e soprattutto la sua attenzione. Sorrise e sollevò leggermente le spalle per dare maggior enfasi alle parole che si apprestò poco dopo a pronunciare. -A volte dovremmo solo trovare il coraggio di vivere i nostri sogni, anche quelli che appaiono così dannatamente irraggiungibili da sembrare impossibili- Avvertì la stretta della donna che in modo deciso aveva deciso di ricambiare e presentarsi a sua volta. -E’ davvero un piacere per me conoscerla signorina Goodheart. Rhaegar mi ha parlo di lei, non ho avuto la fortuna di assistere al suo colloquio di assunzione. Tuttavia non è da tutti riuscire ad attirare l’attenzione del Capo e se ciò è successo significa che è riuscita a distinguersi. Ah, se tutte le giovani reclute fossero come lei.- Era finalmente riuscita a realizzare il perché di quella strana sensazione che l’aveva destabilizzata fin dal suo arrivo nella Sala Grande. Probabilmente aveva incrociato Aquileia lungo i corridoi del Quartier Generale, senza però esser riuscita a presentarsi adeguatamente. Abbozzò un lieve cenno di approvazione in direzione di Black che giustamente aveva scelto di congedarsi per trovare una compagnia più adeguata alle sue esigenze. Fece un passo in avanti, verso il tavolo delle bevande e verso una generosa dose di Whisky incendiario in un piccolo bicchiere di cristallo. -Gradisce qualcosa da bere?- Chiese sollevando la mano destra dov’era stretto il bicchiere. Non aveva fame, quelle particolari occasioni non facevano altro che dissipare quel lieve languorino che solitamente avvertiva la sera per cena. Ad un tratto avvertì un lieve tocco dietro la spalla e poco dopo comparve il viso sorridente di Arya, la sua serpina. Ricambiò con un sorriso altrettanto luminoso. -Buonasera Arya. Si, stavamo appunto sottolineando questo particolare. Gli elfi hanno fatto davvero un ottimo lavoro. Divertiti mi raccomando e ricorda che per noi donne è lecito far attendere un po’ i nostri cavalieri- Attese che la ragazza si allontanasse per tornare a discorrere con la giovane auror.Mi dica signorina Aquileia, come si trova al Quartier Generale? Anche se non è arrivata da molto tempo, si sarà fatta un’idea dell’ambiente. Cosa ne pensa?- Si portò il bicchiere alle labbra sorseggiando il whisky che contribuì a scaldarle la gola, costringendola a socchiudere leggermente le palpebre. Il desiderio di restare da sola, di lasciarti abbattere da stupidi pensieri negativi, si era fortunatamente dissipato, lasciando il posto alla voglia di trascorrere una serata piacevole.




 
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view post Posted on 7/1/2015, 21:47
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Quale sorpresa, un neo insegnante, nonché un Black! Che fosse il tizio di cui aveva parlato quella giovane Tassorosso a Diagon Alley? Niahndra doveva essere il suo nome se ben ricordava. No, quello era sicuramente uno studente e non corrispondeva allo stesso nome, non poteva essere lo stesso. William lo squadrò meglio dalla testa ai piedi inarcando un sopracciglio, non aveva per niente l'aria di un Black. I suoi modi parevano così... rozzi, poco raffinati; sembrava più un tipo da locale notturno, di quelli che fanno divertire alle feste, non aveva il portamento di un insegnante anche se ne imitava l'eleganza. Come se non bastasse era anche quel tipo che tratta i più piccoli come fossero degli idioti. *Sei piccolo e il Whisky non fa per te* ripeté a mente quelle parole scuotendo la testa in senso di diniego, fu un gesto involontario di cui neanche si accorse.
« Ha ragione, ogni cosa a suo tempo. » Sorrise senza prendersi la briga fingere che fosse un sorriso sincero. Quell'uomo già aveva attirato la sua antipatia, non sapeva cosa insegnasse ad Hogwarts ma avrebbe volentieri fatto a meno della materia pur di non dover sopportare la sua presenza a lezione. Per quanto riguardava le ragazze, invece. « In effetti aspetto qual... » Spostò lo sguardo attirato da un nuovo sgargiante vestito rosso accesso e subito riconobbe la figura della sua dama che gli si avvicinava sorridente.
« Arya - te ne prego - almeno stasera diamoci del tu. » Sorrise anch'egli e rispose al suo inchino con un cenno del capo, piegandosi più del solito - del resto si trattava della sua compagna per quella sera. « L'attesa è valsa la pena, sei splendida. » Non mancò di essere galante. Sebbene William fosse un ragazzo ben più maturo dei suoi coetanei, si trattava pur sempre di un undicenne. Per tanto, le forme femminili non lo interessavano più di tanto ma - di certo - sapeva riconoscerne la bellezza. Von Eis era infatti una ragazza molto carina, probabilmente una preda ambita sia dai più piccoli che la più grande, inoltre ricopriva un ruolo di tutto rispetto all'interno della scuola nelle vesti di prefetto. Il giovane Black poteva ritenersi orgoglioso che una ragazza come lei avesse accettato il suo invito. Ancora ricordava come l'idea gli fosse balenata in mente. Ad un primo pensiero, infatti, la matricola verde argento aveva pensato di partecipare alla serata senza accompagnatrice, non ritenendola necessaria. Riconobbe solo dopo che parte della tradizione volesse che si ballasse una volta consegnata la coppa delle case. Come se non bastasse, poteva essere un'espediente interessante per intrattenere conversazione con qualcuno di "particolare". Per esser diventata prefetta doveva pur essersi distinta in qualcosa.
Si avvicinò di un passo, accorciando le distanze per evadere il frastuono della sala ed avere la possibilità di rivolgersi a lei con un tono più basso, più intimo. Nel farlo le sfiorò le punta delle dita con la destra; cercava un contatto, leggero, delicato, magari di classe in quell'occasione.
« Immagino sia seccante partecipare a queste cerimonie, specie considerando le inevitabili pecche della nostra casata, quest'anno. » Si allontanò leggermente, così da poter cercare i suoi occhi. Amava giocare di sguardi con l'altro sesso, lo faceva senza alcuna malizia, adorava semplicemente mettere a disagio e amava ammirare lo sguardo altrui distogliersi; chiaro segno di debolezza. « Al diavolo la coppa delle case. Approfittiamo del prezioso lavoro di addobbi e luci e godiamoci la serata. » Sorrise, mantenendo quel tono pacato e quello sguardo gelido. Ancora non se ne spiegava il motivo ma trovava quella situazione tremendamente stimolante.



Edited by William Black - 7/1/2015, 22:45
 
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Christopher Fowler
view post Posted on 8/1/2015, 19:50




Si toccò d'istinto la cravatta in seguito all'affermazione di Lucilla. Il nodo sporgeva in alto e si poteva vedere una punta laterale sotto il colletto.
Sono spesso questi i risultati dell'assenza di un padre o un fratello maggiore eleganti.
Chinò la testa e si strofinò la nuca un paio di volte, un gesto che usava ripetere per calmarsi in situazioni di stress.
La sala si stava riempiendo, riconosceva qualche compagno di casata o qualche conoscente. L'odore del cibo lo attraeva in maniera ipnotica verso il tavolo. Aveva già precedentemente notato i Pudding poggiati in mezzo alle cibarie del buffet.
Passò un braccio sulle spalle di Lucila mentre si incamminavano per cibarsi.

"Sai Lucilla, mia nonna era solita cucinare il Pudding per tutta la famiglia. Lei è di Limerick, anche se questo è un piatto tipicamente inglese, è diffuso anche in Irlanda." Le raccontò strada facendo. Sua nonna, tipica donna di campagna abituata a cucinare per molte persone, infarciva i quattro nipoti (contando solo la famiglia stretta di Christopher eh!) di cibarie di vario genere, spaziando dalla carne ai dolci.
Giunti nelle prossimità del tavolo, Christopher si buttò immediatamente sul Pudding, riempiendo un piatto con la sua porzione e un altro con la porzione destinata a Lucilla. Le allungò il dolce esortandola ad assaggiarlo.

"Te lo assicuro, è buonissimo!" e Lucilla avesse accettato il piatto, dopo averglielo poggiato tra le mani, Christopher, armato di forchetta si sarebbe tuffato sul suo dessert, se invece la ragazza lo avesse rifiutato, il tassorosso avrebbe riposto il piatto ancora pieno sul tavolo, con una piccola smorfia di delusione.
Affondò la forchetta nell'impasto bricioloso del Pudding per tagliarlo in pezzi abbastanza piccoli. Finita questa operazione ne prese uno in mano e lo infilò in bocca, masticandolo lentamente, come gli era stato insegnato sin da piccolo, sia per degustare alle meglio il dolce, sia per agevolare la digestione. D'improvviso i suoi denti sbatterono contro qualcosa di duro e metallico. Due monete d'argento. Con un gesto purtroppo poco fine, ma dettato dalla necessità, si infilò una mano in bocca e ne estrasse i due pezzi.

"Wow! Sono due falci!" Esclamò rivoltò a Lucilla.
La tradizione popolare imponeva che all'interno del pudding venisse inserito un piccolo oggetto come una moneta o un bottone. Chi avesse trovato tale manufatto sarebbe stato benedetto dalla tradizione. Sua nonna usava porre al suo interno delle piccole raffigurazioni in ceramica di cavalieri, dato che i nipoti erano particolarmente affezionati alle storie di Re Artù. Ovviamente inseriva quattro miniature, una per ogni fratello, di modo da non rattristare nessuno.
Il ragazzo finì il suo dolce e contò infine le monete trovate. 13, 14, 15 falci. Le infilò tutte in tasca con un rumore metallico.

"Wow, hai visto? 15 falci... Com'è il tuo invece?"

MANGIATO PUDDING

Edited by Christopher Fowler - 9/1/2015, 18:40
 
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view post Posted on 8/1/2015, 21:32
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«And the only solution was to stand and fight» Merlino ballerino!

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Il ragazzino sostò vicino a lei e alla Vice-Preside per qualche istante ancora, per poi congedarsi educatamente come era arrivato. Aquileia non potè fare a meno di notare che quei suoi strambi occhi avevano colpito ancora, perché William era rimasto interdetto alla stessa maniera di Hope. Stavolta non abbassò lo sguardo, ma si limitò a sostenerlo con naturalezza fin quando il giovane non distolse il proprio, prima di dirigersi altrove. *Piuttosto freddo, ma sopra le righe, per avere undici anni* pensò infine, prima di accantonare le sue considerazioni sull'incontro e rivolgere tutta la sua attenzione, nuovamente, verso la signorina Lancaster.
Le parole della Vice-Preside, nonché Ispettrice Auror, in risposta alla sua presentazione, la fecero arrossire, in una maniera discreta ma che probabilmente si vedeva comunque. Aquileia sorrise, a metà tra il lusingato e l'imbarazzato (imbarazzato di cosa, poi, non se lo spiegava nemmeno lei, anche se non era mai stata abituata a ringalluzzirsi nel ricevere complimenti), negli occhi un lampo di piacevole sorpresa; ma, da buona Corvonero qual era stata, fu felice di constatare che aveva fatto una buona impressione ai suoi superiori. Stringendosi leggermente nelle spalle, in un gesto che sapeva un po' di timidezza, rispose semplicemente:
"Oh..beh..." sorrise apertamente, con un gesto delle mani, "non posso fare altro che ringraziarla per ciò che dice, miss Lancaster. Farò del mio meglio per essere all'altezza di tutte le aspettative" concluse, riportando le mani lungo il corpo. Osservò la sua interlocutrice, i suoi gesti misurati e calmi, lo sguardo fermo e orgoglioso, ma non severo, l'espressione determinata e attenta. Sì, come poteva imparare molto da Rhaegar, allo stesso modo avrebbe imparato molto anche da Hope. Le ispirava fiducia, ma non quella fiducia meramente professionale, che rimane circoscritta al luogo e alle mansioni di lavoro; no, era la fiducia che ispirano le persone che emanano armonia e fierezza insieme. Sì, decisamente il suo lavoro le sarebbe piaciuto, nonostante i rischi anche mortali che aveva dovuto -*e voluto*- mettere in conto. Si sfiorò il suo anello, inseparabile, al pollice destro. *Sì. Farò del mio meglio*.
Hope, nel mentre, si era portata più vicina al tavolo delle bevande e si stava servendo una cospicua dose di whiskey incendiario. "Perché no?" rispose Aquileia, avvicinandosi altrettanto al tavolo. "Sarebbe un peccato non onorare il duro lavoro degli elfi, ignorando anche solo le bevande" proseguì, versandosi delicatamente una dose (non troppo elevata) di whiskey in uno dei calici, e afferrandolo poi con la sinistra. Mentre si voltava nuovamente verso Hope, vide sopraggiungere una ragazza, sconosciuta, anch'ella vestita in rosso. A giudicare da come si rivolgeva alla Vice-Preside, Aquileia capì che doveva trattarsi di una Caposcuola, o di una Prefetta. Sorrise discretamente nel sentire le raccomandazioni di Hope per la ragazza, mentre si portava il calice alla bocca e prendeva un piccolo sorso di quella bevanda tanto forte quanto buona. Quando la giovane si congedò a sua volta, Hope le si rivolse di nuovo, riprendendo la conversazione.
"Beh, non ho avuto ancora modo di conoscere tutti i colleghi, appunto perché sono al Quartier Generale da poco" rispose, con un lieve cenno del capo. "Del resto, solo stasera conosco lei, signorina Lancaster" proseguì, sorridendo gioviale. "Ma, per quanto ho visto finora..." allontanò leggermente il calice dal corpo. Senza rendersene conto si sfiorò nuovamente il suo anello. "...credo proprio che mi piacerà sempre di più" disse, pensierosa ma conscia, le iridi chiaroscure in cui balenava la stessa determinazione che si era impadronita di lei al colloquio. Quanto era stato difficile, se lo ricordava bene. Non avrebbe mai pensato che rivivere tutti i suoi ricordi in una volta sola sarebbe stata una prova così pesante, nonostante fosse consapevole di essere in grado di reggerla. Ma alla fine, ce l'aveva fatta. Era fiera della possibilità che aveva avuto. Anche se era ancora molto giovane; anche se, nonostante le cose che aveva vissuto, sapeva che doveva ancora vederne e conoscerne molte altre. "Per me è stata una prova importante, e sono felice di avere questa possibilità" disse semplicemente, riassumendo il turbinìo di pensieri che aveva in poche parole, con una punta di confidenza per lei inusuale. Distolse per un momento lo sguardo, per poi riportarlo sul volto di Hope. "Credo che, in certi casi, i pericoli a cui si rischia di andare incontro non valgano la rinuncia ad una causa giusta" disse, ricordandosi ciò che aveva detto a Rhaegar durante il colloquio. *Non posso più restare a guardare*. Sorrise semplicemente, portandosi il calice alle labbra, e prendendo un altro sorso di quel forte liquore.
 
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Arya Von Eis
view post Posted on 9/1/2015, 00:22




Non era convinta di voler approfondire la conoscenza del tizio con cui il suo compagno stava parlando, l’anno precedente non le aveva dato una buona impressione e, purtroppo, il primo impatto, spesso, faceva la differenza, ma non era nemmeno il tipo da mettere una X a priori sul capo di qualcuno, in fin dei conti si poteva sempre cambiare idea, forse.
In ogni caso si concentrò nuovamente sul suo accompagnatore e a stento trattenne una leggera risata quando lui, con tutta la naturalezza del mondo, le propose una tregua


-Ma certo William, direi che date le circostanze il “tu” sia perfetto-

Quasi imbarazzata sorrise al complimento del giovane, c’era da dire che, effettivamente, la divisa non rendeva giustizia a molte delle ragazze della scuola che, solo in quelle occasioni, sembravano davvero degne dell’attenzione dei fanciulli.

-Dovrei proporre alla Preside di modificare le divise, anche se temo che le medie scolastiche di alcuni potrebbero drasticamente calare-

Incrociò il suo sguardo come ad alludere che, anche lui, si sarebbe potuto ritrovare tra quei poveri disgraziati, sapeva benissimo che i suoi compiti erano ottimi e che, probabilmente, difficilmente si sarebbe lasciato distrarre, ma l’idea di provocarlo un po’ era allettante, se voleva saperne di più su di lui, doveva osservarlo i qualsiasi situazione.
A guardarlo lì, così, nel suo vestito, fiero e composto, difficilmente gli avrebbe dato i suoi undici anni, sembrava più grande, più maturo ma, restava comunque un undicenne, fin dove la sua maturità avrebbe vinto sulla fanciullezza?
Non si mosse, lasciò che il ragazzo si avvicinasse, era troppo educato e galante per fare una qualsiasi mossa avventata, non avrebbe rischiato di allontanarlo senza motivo, anche se, forse, il gioco a cui stava dando inizio si sarebbe potuto rivelare più pericoloso per lui che per lei.
Si lasciò sfiorare la mano, avvicinandosi leggermente a lui per sussurrargli la risposta, forse era meglio non farsi sentire troppo in giro mentre commentava quell’affermazione


-Ti dirò, il più delle volte sono noiosissime, ma dipende tutto dalla compagnia- si allontanò leggermente -e poi vale la pena partecipare anche solo nella speranza che qualcuno, dopo qualche bicchiere di troppo, animi la festa-

Era vero solo a metà, odiava quelle feste, ma se proprio doveva partecipare, almeno cercava di trovare il lato positivo.
Quando tornò a guardarlo negli occhi, notò che lui stava facendo altrettanto, per nulla intimorito dall’essere più giovane, per nulla a disagio, anzi, cercava il suo sguardo e i suoi occhi smeraldo sembravano dirle “ti sfido a resistere”
*Brutta mossa Black, decisamente brutta* se c’era una cosa che il giovane Serpeverde non poteva sapere era di non trovarsi di fronte ad una preda, ma ad una cacciatrice, non si sarebbe piegata, anzi, gli sorrise, un sorriso quasi di sfida, per fargli intendere che, se voleva averla vinta, si sarebbe dovuto impegnare.
Era vero, poteva sembrare contraddittorio, la spontaneità del precedente complimento l’aveva fatta arrossire, forse proprio perchè innocente, senza malizia ma, ora, ora era diverso, le sfide andavano accettate e lei, di certo, non era una che si tirava indietro.
C’era da dire, però, che quella situazione si faceva interessante, forse, per una volta, non si sarebbe annoiata, aveva trovato qualcosa da fare, quel ragazzino era tutto un programma e l’inizio prometteva bene.
Con naturalezza gli prese la mano, una stretta leggera, voleva solo convincerlo a seguirla, senza forzalo, si sarebbe potuto liberare in qualsiasi momento, poi, prima di muovere il primo passo, gli sorrise con fare innocente


-Lasciamo che i vincitori ce la lucidino per bene per l’anno prossimo, intanto, che ne direbbe il mio coraggioso cavaliere di mostrarmi il suo valore?- gli fece l’occhiolino -Mio eroe, si getterebbe tra le fiamme per soddisfare i miei desideri?- si mise a ridere prima di riuscire a proseguire -Okey, tutto questo per proporti un semplice whisky incendiario-

Sapeva benissimo che, in via teorica, il ragazzo non poteva bere alcolici ma, erano o no ad una festa? Era giusto che i ragazzi, in questo caso la ragazza, più grandi, battezzassero i più piccini alle gioie della vita, l’alcool non poteva dunque mancare all’appello.

 
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view post Posted on 9/1/2015, 01:44
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Adelaide Van Strooker x

Tassorossso - I Anno

RtoQ4XJ
L'indipendenza è dono e castigo,
i segreti tuoi pregi alla meta io dirigo.
"Più che un ballo di fine anno, sembra un Ballo tra Serpeverde."
Pensò, osservando da lontano da scena. Arya, (era così che si chiamava?) era la più bella tra le studentesse: Alina ne guardava la forma e ne restò sorpresa, come nel restò sorpresa dal fatto che un alunno così giovane avesse l'onore di danzare con lei:
" Wow. Da...da grande voglio essere bella come lei!"
Sperò ed immaginò, speranzosa, tra sè e sè. Era piccola per essere guardata con così tanta ammirazione, con così tanto desiderio ma, era ancora abbastanza piccola da poterlo desiderare. Desiderare così ardentemente da farle coraggio, come si fanno coraggio gli ultimi nel leggere le parole di Dio. D'istinto, si strinse le braccia intorno alle spalle, abbracciandosi, timorosa che qualcuno avesse potuto leggerle nella mente. Abbassò lo sguardo, mentre gli occhi si socchiudevano in un'espressione imbarazzata e desolata nell'aver solo pensato di poter arrivare a tanto. Non sapeva nemmeno se sarebbe riuscita ad arrivare all'età di quella ragazza. Le era diventato tutto così imprevedibile, così facile da cambiare, così volubile. Il Fato era volubile, era meschino, sopratutto con quelli come lei che stanno in silenzio per evitare di fare un passo falso.
D'un tratto si sentì dare una spinta da dietro e perse l'equilibrio: il vestito le era rimasto impigliato sotto qualcosa che l'aveva costretta a cadere, rovinosamente, sulle ginocchia. Protese istintivamente le mani in avanti, mentre le sfuggiva un "ahia" nel cadere.
Una smorfia di dolore, le delineò il tenero volto e la spinse, ad alzare gli occhi:
intravide un ragazzo dalla capigliatura e dal colore dei capelli insolito e vestito di tutto punto, come da convenzione.
Non si azzardò a dire nulla, ma piuttosto si asciugò gli occhi appena umidi con il torso della mano: odiava piangere in pubblico.
Per due lividi sul ginocchio poi non le pareva il caso.
Ingoiò lo spavento e toccò il dietro del vestito: non aveva sentito nessuno strappo e questo, le bastava per non turbarle la serata.
Con fare sbrigativo, si alzò di nuovo in piedi: non voleva essere di certo quella che veniva ricordata, per una sciocca caduta al ballo più importante dell'anno.
Non pretese nulla, se non di non suscitare pietà o quant'altro: se qualcuno voleva avvicinarsi, sperava che fosse per il desiderio di conoscerla, non per educazione o imbarazzo.

narrato - « parlato. » - "pensato"
codice role © Akicch; NON COPIARE - WANT YOUR OWN? GET IT



Edited by Shinku Tenshi. - 9/1/2015, 07:26
 
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