Ballo di Fine Anno

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view post Posted on 9/1/2015, 14:31
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Osservò il giovine William guardarlo con l'aria di chi forse non aveva apprezzato molto il suo riferimento sugli alcolici. Ma il ragazzo mascherò il tutto con un sorriso e una frase che sembravano almeno apparentemente dar ragione alle sue parole. Aveva una certa dimestichezza nel guardare le persone e tentare di capire cosa stessero pensando, o magari cosa nascondevano, era una sorte di abilità innata, un qualcosa che nemmeno lui si spiegava e il più delle volte avrebbe voluto sbagliarsi su quello che vedeva. Ad ogni modo il giovane Black quella sera aspettava qualcuna tant'è vero che una ragazza si avvicinò ai due...le era molto familiare, gli sembrava di averla già vista forse al ballo dell'anno precedente. La scrutò molto attentamente, osservandola dalla testa ai piedi. Ne era certo, aveva già incontrato quel volto. Ad ogni modo visto l'arrivo della ragazza, non poteva più indagare sulle origini di William e decise di rimandare "l'interrogatorio" magari in un posto più consono e da soli. William sembrava essere molto preso dalla fanciulla al punto che alcune parole gli rimasero in gola, come bloccate, non fece nemmeno in tempo a completare le frase che appena la vide arrivare si bloccò come una statua..riprendendosi poi qualche secondo dopo.
Non poteva dunque trattenersi oltre in compagnia del giovine, doveva lasciargli vivere la sua serata, doveva allontanarsi e cercare di andare altrove...non voleva disturbare ulteriormente.

Uhm, bene William lo credo che portiamo lo stesso cognome. Hai dei gusti molto raffinati e questa ragazza ne è la prova. Complimenti. I Black sanno scegliere bene..

Aggiunse sorridendo alla battuta sui Black..voleva cercare anche di aiutare William e dunque di smorzare la tensione..

Mi scusi signorina se non mi sono presentato, il mio nome è Cedric Eric Black, e sono il docente di cure delle creature magiche qui ad Hogwarts. Penso di averla già vista in altre occasioni, forse al ballo di fine anno dello scorso anno..

Forse far ricordare quel ballo alla ragazza e la sua presenza non era il massimo. Aveva avuto un pessimo impatto con tutti in quella serata, tant'è che era stato costretto a lasciare la sala molto presto onde evitare di combinare altri guai.
Tuttavia ora non doveva pensare a quei vecchi e brutti ricordi ma doveva focalizzarsi sulla situazione attuale..si guardò intorno e cercò di notare qualcuno che conoscesse..ma sfortunatamente per lui non era arrivato ancora nessuno di suo gradimento..c'era solo Hope..a quel punto si decise, non voleva perdere altro tempo, non voleva passare la sua serata a nascondersi tra la folla per non cercare il contatto con l'ispettrice.
Decise appunto di salutare i due ragazzi, e di recarsi in direzione delle due donne che stavano discutendo poco distanti da lui..

Bene ragazzi è stato un piacere, vi auguro una buona serata e divertitevi..

Fece un occhiolino ad entrambi i ragazzi e li salutò con un cenno della mano. Si avviò cosi verso le due donne, osservando Hope con maggiore intensità ad ogni passo che faceva verso di lei...ora lo avrebbe di sicuro notato e chissà se gradiva o meno la sua presenza al ballo..

 
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Lucilla Degona Lancaster
view post Posted on 9/1/2015, 16:07




-Anche mia nonna lo cucinava spesso nel periodo natalizio, per me e mia sorella che da piccoline le facevano venire un diavolo per capello per dividercelo- disse pensando a quando era piccola e lei e sua sorella litigavano per dividersi il Pudding, anche se scherzosamente, poi una volta cresciute avevano cominciato a litigare sul serio e anche pesantemente.
Prese il piatto offertole da Chris e lo vide assaggiarlo.

-Ok assaggiamo...- prese la forchetta e delicatamente fece un piccolo pezzettino che con attenzione mise in bocca, senza sporcarsi.
Sentì subito il sapore dolce del dessert, masticò lentamente per sentire anche l'uvetta ed i diversi ingredienti.

-Davvero buono, assomiglia a quello che cucinava la madre di mia madre- disse ridacchiando, sentì anche lei un gusto metallico e si ritrovò 2 falci, elegantemente le spinse verso le labbra e con le dita le tirò fuori.
-Anche il mio è pieno di monetine, mia nonna invece ci metteva le caramelle dentro così dopo natale ci toccava fare anche una visitina dal dentista, ha continuato a farlo per molto e dopo un po' mi è toccato mettere quell'apparecchio babbano che li raddrizza...una tortura...- disse finendo di mangiare il suo dolce e tirando fuori man mano le monetine che si mise nella tasca nascosta della gonna.
 
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view post Posted on 9/1/2015, 16:19
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ravenclaw

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CITAZIONE (Shinku Tenshi. @ 9/1/2015, 01:44) 

Adelaide Van Strooker x

Tassorossso - I Anno

(IMG:https://i.imgur.com/RtoQ4XJ.jpg)
L'indipendenza è dono e castigo,
i segreti tuoi pregi alla meta io dirigo.
"Più che un ballo di fine anno, sembra un Ballo tra Serpeverde."
Pensò, osservando da lontano da scena. Arya, (era così che si chiamava?) era la più bella tra le studentesse: Alina ne guardava la forma e ne restò sorpresa, come nel restò sorpresa dal fatto che un alunno così giovane avesse l'onore di danzare con lei:
" Wow. Da...da grande voglio essere bella come lei!"
Sperò ed immaginò, speranzosa, tra sè e sè. Era piccola per essere guardata con così tanta ammirazione, con così tanto desiderio ma, era ancora abbastanza piccola da poterlo desiderare. Desiderare così ardentemente da farle coraggio, come si fanno coraggio gli ultimi nel leggere le parole di Dio. D'istinto, si strinse le braccia intorno alle spalle, abbracciandosi, timorosa che qualcuno avesse potuto leggerle nella mente. Abbassò lo sguardo, mentre gli occhi si socchiudevano in un'espressione imbarazzata e desolata nell'aver solo pensato di poter arrivare a tanto. Non sapeva nemmeno se sarebbe riuscita ad arrivare all'età di quella ragazza. Le era diventato tutto così imprevedibile, così facile da cambiare, così volubile. Il Fato era volubile, era meschino, sopratutto con quelli come lei che stanno in silenzio per evitare di fare un passo falso.
D'un tratto si sentì dare una spinta da dietro e perse l'equilibrio: il vestito le era rimasto impigliato sotto qualcosa che l'aveva costretta a cadere, rovinosamente, sulle ginocchia. Protese istintivamente le mani in avanti, mentre le sfuggiva un "ahia" nel cadere.
Una smorfia di dolore, le delineò il tenero volto e la spinse, ad alzare gli occhi:
intravide un ragazzo dalla capigliatura e dal colore dei capelli insolito e vestito di tutto punto, come da convenzione.
Non si azzardò a dire nulla, ma piuttosto si asciugò gli occhi appena umidi con il torso della mano: odiava piangere in pubblico.
Per due lividi sul ginocchio poi non le pareva il caso.
Ingoiò lo spavento e toccò il dietro del vestito: non aveva sentito nessuno strappo e questo, le bastava per non turbarle la serata.
Con fare sbrigativo, si alzò di nuovo in piedi: non voleva essere di certo quella che veniva ricordata, per una sciocca caduta al ballo più importante dell'anno.
Non pretese nulla, se non di non suscitare pietà o quant'altro: se qualcuno voleva avvicinarsi, sperava che fosse per il desiderio di conoscerla, non per educazione o imbarazzo.

narrato - « parlato. » - "pensato"
codice role © Akicch; NON COPIARE - WANT YOUR OWN? GET IT




Erano davvero tante.
Sembravano infinite e composte.
Non perdevano la loro posizione,stoiche nel loro rimanere lassù' dove tutti potessero vederle.
Forse era per questo che nella credenza popolare quando qualcuno moriva si era sempre dell' idea che questi diventasse una stella così da poterlo sentire piu vicino semplicemente alzando lo sguardo verso il cielo.
Un lavoro perfetto degli organizzatori,come sempre d'altra parte,e degli assistenti elfi.
Quest'ultimi Niko aveva imparato a conoscerli bene,servizievoli come pochi ma così dolci e premurosi.
Provava così tanta rabbia per chi gli schiavizzasse senza un minimo ritegno e considerazione per i loro diritti.
Lo scorrere dei suoi pensieri fu interrotto quando sentì qualcosa che lo andava a urtare.
Sensazione di tocco che subito sparì,attirando la sua attenzione verso il basso.
Qui si trovò davanti a una ragazzina,che si stava rialzando.
Doveva averla urtata mentre era preso nella contemplazione del cielo stellato.
* Oh cavolo....*
pensò,preso per un attimo dal panico,era sempre così portato a scatenare determinate situazioni.
*maledetto me..speriamo di non averle fatto male..*
- Perdonami...vuoi una mano?-
si affrettò a dirle,ma la proposta cadde nel vuoto poichè si era già rialzata.
Già controllava che non avesse nulla di rotto,del vestito si intende.
Un bel vestito,delicato,di un verde che ben si abbinava con il colore rosso vivo dei suoi capelli.
Doveva essere piu' piccola di lui a giudicare dai lineamenti e dalla statura,ma sapeva che quello era un dato da non prendere per nulla in considerazione,ne conosceva già altre piccole ma con signor caratterini.
Non era il caso di rischiare.
Aspettò qualche secondo,per poi rivolgerle la parola
- Mi devi davvero scusare...ero così preso ad osservare il cielo stellato della Sala..-
abbozzando un sorriso,misto tra l' imbarazzato e il divertito per questo suo modo di "conoscere" le persone.
- Mi chiamo Niko Domenic comunque...piacere di conoscerti -
aggiunse,sorridendole sinceramente,accennandole un mezzo inchino,in modo da sdrammatizzare leggermente la dinamica del loro "incontro".
Ogni giorno era una occasione nuova per conoscere qualcuno.
A quanto pareva questa volta era stato designato il Ballo come unico grande spettatore di quel nuovo incontro.
Inoltre la ragazza sembrava avvolta da una aurea di delicatezza,ma anche forza di carattere.
 
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view post Posted on 9/1/2015, 18:56
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Adelaide Van Strooker x

Tassorossso - I Anno

RtoQ4XJ
L'indipendenza è dono e castigo,
i segreti tuoi pregi alla meta io dirigo.
"Cavolo"
Pensò. In quella frazione di secondo aveva desiderato, ardentemente, che lei non fosse mai fosse stata lì, di essere caduta più piano, di non essere caduta proprio, che lui non la notasse. Forse se fosse stata più attenta e non si fosse messa in un punto meno ingombrante, sarebbe potuta stare nel tanto amato anonimato in cui preferiva stare, perché lì si sentiva meno a disagio specie con un ragazzo così grande. In confronto lui poteva essere il suo fratello maggiore. Forse se...la smetteva di pensare come faceva al suo solito, avrebbe potuto pensare ad agire come una persona normale, non come una disadattata sociale. Ma le era così complicato: Di certo farsi prendere in pieno da uno studente più grande e forse uno dei più carini visti fino a quel momento, non era la situazione migliore per illustrare che era ancora dotata di lingua oltre che di un cervello comparabile ad un multisala dove ogni giorno, venivano trasmessi documentari di come un topo di biblioteca come lei non riuscisse a solo dare fiato alla bocca:
"Ora che faccio?"
Si chiese, nel mentre accendevano i riscaldamenti in quel multisala..o meglio, era diventata rossa paonazza dall'imbarazzo e si sentiva le guance andare in fiamme. Istintivamente, si sarebbe coperta il volto con le mani e se la sarebbe data a gambe, fuggendo dalla festa, dal Whisky Incendiario, le dannate lenticchie, dalle situazioni. Ma davvero la notte di Halloween l'aveva spinta a chiudersi come un riccio davanti a tutto e tutti? Tanto da farla tentennare così tanto solo per aver parlato?
Nel mentre pensava a tutti quei castelli d'aria per aria su basi di correnti, cercava di non incrociare lo sguardo del ragazzo con il suo: non sarebbe riuscita a sostenerlo. Ingoiò a vuoto e mascherò, per quel che poteva, il proprio volto guardando il pavimento mentre le manine sollevavano con leggerezza i capi della ampia gonna, piegando le gambe sottili in un inchino dall'odore di ballerina, vista la posizione dei piedi che ricordava tanto un passo di danza classica:

« P-piacere mio... -esalò, dapprima intimorita per poi acquisire maggiore decisione-... Io mi chiamo Adeliade Van Strooker. Non preoccuparti per poco fa,mi ero in un posto infelice. Non mi sono fatta male.»
Disse, con tono sostenuto ma per nulla aggressivo ma piuttosto pacato, apprensivo.
Restò in quella posa per qualche istante in più, per poi portare la gamba destra indietro e lasciando la presa sulla gonna. I suoi occhietti scrutarono appena il ragazzo:
era molto comico vedere che se non fosse inchinato, non gli avrebbe mai visto il volto visto che a malapena gli arrivava forse alla vita. Quel poco che riuscì a notare, vi lesse un volto sereno e tinto da mille cromature fredde che però non sembravano affatto far parte del suo carattere. Gli occhi di smeraldo risaltavano i lineamenti un po'acerbi del suo volto ma già delineati e che connotavano una mascolinità molto leggiadra, dinamica solo a guardarlo. I capelli forse in ordine o forse no, erano di un blu scuro molto intenso che non passava affatto inosservato.
Forse da una parte lo capiva: anche lei, non era di meno con quell'aspetto così fragile e i capelli così fulvi che se dovessero darle un soprannome, la chiamerebbero "fiammifero".
Ce l'avrebbe, a sostenere uno di quei sguardi cari di comprensione e un po' apprensivi di un ragazzo così semplicemente carino?

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view post Posted on 9/1/2015, 20:40
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Quando il professore di Cura delle Creature Magiche se ne uscì con la sua sparata da maschio alfa William fu tentato dall'ignorarlo completamente. La trovava una battuta fuori luogo e di basso stile, frutto di un atteggiamento che il ragazzo non aveva mai potuto soffrire. Ad ogni modo, si trattava di un insegnante e - in ogni caso - la sua educazione gli imponeva di mostrare almeno un minimo cenno di assenso. Così fece, una lieve smorfia che voleva sembrare un sorriso, nient'altro. Del resto cosa avrebbe dovuto rispondere a quel commento mentre ere in compagnia di Von Eis?
I due, invece, a quanto pare si conoscevano - o meglio - Arya non sembrò riconoscerlo ma Cedric si ricordava di lei, al ballo precedente a quanto pareva. Ad ogni modo, il terzo decise di lasciare i giovani da soli, una mossa che William apprezzò in maniera particolare. Del resto la sua figura era diventata ridondante e fuori luogo in quella situazione.

« E' stato un piacere, professor Black. » Disse, divertito all'idea di sentire il suo cognome anteposto da "professor". Sorrise dunque e lo vide allontanarsi, senza chiedersi verso quale meta fosse diretto.

Finalmente poté concentrarsi nuovamente sulla ragazza che, proprio in quel momento, accennò qualcosa riguardo le divise scolastiche. Gli ci volle qualche secondo per cogliere l'allusione. Essendo un undicenne, William non aveva ancora in mente la malizia tipica degli adolescenti. Il primino poi, più degli altri, non era tipo da dare molta importanza all'altro sesso anche se questo Arya non poteva certo saperlo. Se si era permesso di invitarla al ballo, infatti, era solo per il piacere di rispettare le tradizioni nel suo insieme e andare ad una serata di gala senza accompagnatrice gli sembrò poco fine, poco consono. Ad ogni modo non volle dare l'impressione di chi era totalmente indifferente all'argomento, sarebbe stato scortese da parte sua e il giovane Black quella sera si era ripromesso di comportarsi in maniera galante con la sua compagna.
« Così però finirei per avere troppi rivali. Non passeresti certo inosservata tra i corridoi della scuola. » Disse ironico, mimando un'espressione dispiaciuta. « Meglio lasciare le cose come stanno. Del resto una cosa bella acquista maggior valore se esposta di rado. » Aveva decisamente un fare ammiccante, gli piaceva provocare, suscitare negli altri emozioni che facessero fatica a nascondere. Arya sembrava quel tipo di ragazza che sapeva stare al gioco, che amava conversazioni stimolanti, colme di frecciatine e... sì, anche un po di veleno. Di questo ne trovò conferma quando le si avvicinò e lei non batté ciglio. Composta, rigida, aveva il pieno controllo di se e sembrava gestire la situazione con enorme sicurezza. Non era facile farla sbilanciare il che la rendeva estremamente interessante agli occhi del giovane. Una sfida stimolante, ecco cos'era Arya Von Eis. Alla provocazione di lui lei rispose senza il minimo freno, avvicinandoglisi alla stessa maniera di come aveva fatto lui in precedenza. Esattamente come aveva immaginato, aveva risposto alla frecciatina con un'altra frecciatina, il classico gioco che ci si aspetta tra due Serpi. William avvertì un brivido scuoterlo dalle interiora, era da tanto tempo che non aveva modo di "giocare" a quel modo.
« Qualcuno ci sta già dando dentro. » Disse indicando con lo sguardo la coppia Lancaster-Aquileia. Si riferiva al fatto che le due avevano già cominciato a bere, magari le previsioni della ragazza si sarebbero avverate e qualcuno avrebbe davvero finito per animare la festa in preda all'ebrezza dell'alcool.

In quella situazione lo studente non era certo di essere nella posizione da cui era partito. Dal momento in cui aveva invitato la ragazza fino a quando questa si era presentata, pensava di essere il cacciatore. Eppure, mentre sosteneva lo sguardo di lei, si rese conto che quei ruoli si erano già invertiti. La sicurezza della ragazza in quelle situazione era allarmante e il fatto che fosse più grande e avesse più esperienza del primino aveva il suo peso. William di certo non era tipo da tremare alla prima ostentazione di dominio, avrebbe potuto sostenere quello sguardo per ore se solo avesse voluto ma preferì dargliela vinta, cedergli il titolo di cacciatore. Sorrise e guardò di proposito verso il basso. Non gli dispiaceva vestire i panni della preda per una volta; a dire il vero Black aveva tutta una sua filosofia su Preda e Cacciatore che ai suoi occhi non faceva una grinza. La caccia e il corteggiamento per lui erano due concetti molto simili, era facile costruirci sopra una metafora. Del resto in amore vince sempre la preda. E' la preda a farsi trovare, se si lascia acciuffare troppo in fretta il cacciatore non si sarà divertito abbastanza e ne cercherà un'altra. Se non si farà acchiappare per troppo tempo il cacciatore potrebbe perdere fiducia e tornare a casa. Se la preda corre troppo in fretta il cacciatore finirebbe per perdere le tracce. Era un gioco delicato quello della preda, bisognava equilibrare bene le movenze, lanciare i segnali giusti e pazientare. Si, decisamente lo entusiasmava essere la preda.
Perso in quei pensieri quasi non si accorse di esser stato preso per mano. Una presa delicata che in un primo momento lo lasciò completamente spiazzato, indifeso. Il contatto umano era qualcosa a cui non era davvero abituato, non così all'improvviso. Li lasciò trascinare dalla giovane prefetta rimanendo dubbioso, furono le parole della ragazza a rimetterlo a suo agio. Sorrise al pensiero che la ragazza gli stesse davvero proponendo di prendere del whisky, era stato il suo chiodo fisso per tutta la sera. Trovava inoltre divertente i giochi di ruolo e impersonare l'impavido cavaliere gli sembrò un modo originale per rompere il ghiaccio.

« Non è roba da poco, quella che mi chiedete mia fanciulla. » Lo disse mantenendo il suo solito tono pacato, mantenendo il fascino tipico dei Black che gli era stato insegnato. « Non sono le fiamme a spaventarmi, bensì il drago che le ha evocate. » Le indicò con un cenno il whisky incendiario, mostrandole che proprio lì nei pressi vi era anche la vicepreside. Certo non le avrebbe fatto piacere vedere due studenti intenti ad ubriacarsi ancor prima della consegna della Coppa delle Case. « Le fiabe si sono rinnovate mia cara, oggi le principesse sono le prime a scendere in battaglia. » Ora che anche Arya aveva accennato all'alcool, il whisky era davvero un interesse di cui William non poteva fare a meno. « Distraila quel tanto che basta mentre io mi getto tra le fiamme per te. » Le fece l'occhiolino prima di separarsi della sua presa per avvicinarsi lentamente alla vasca infiammata. Aveva già infilato le mani tra quelle fiamme magiche a inizio serata, ormai non vi era più niente da temere. Afferrò due due bicchieri e attese che la sua compagna facesse la sua parte prima di riempirli.

 
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Arya Von Eis
view post Posted on 10/1/2015, 00:12




*Che? Ma davvero? E da quando?*
Il più grande dei tre si era presentato come docente, possibile che quel dettaglio le fosse sfuggito? Vada che non era un corso che seguiva, ma non averlo visto per i corridoi era quasi assurdo.
In ogni caso non si scompose, si domandava che credenziali potesse avere quell’uomo sciatto visto l’anno precedente, ma non era quello il momento di indagare, se l’avevano assunto un motivo doveva pur esserci, a meno che la Bennet e la Lancaster non si fossero completamente rimbambite.
Fu lui il primo a congedarsi, forse rendendosi conto che i due studenti si sarebbero potuti sentire più a proprio agio senza adulti intorno e, in effetti, William non sembrava affatto dispiaciuto da quella decisione.

*E bravo il giovane Black*
Senza scomporsi minimamente si dimostrò abile nel rispondere alla piccola provocazione lanciata dalla ragazza, la cosa le piacque parecchio, se si fosse limitato a rispondere impettito asserendo che nulla l’avrebbe distratto, beh, sarebbe stata un po’ una delusione, ma, fortunatamente, ciò non accadde.
Avevano, volontariamente o meno, dato il via ad un gioco dove i ruoli non potevano essere ben definiti, la fanciulla, solitamente vista come preda, si comportava da cacciatrice e il giovane finiva per lasciarsi sopraffare, ma le apparenze ingannano e non sempre chi si mostra più debole lo è realmente.
Stavano giocando, ognuno con la propria strategia e, Arya, non credeva affatto di poterla aver vinta fin dalle prime battute anche se non poté evitare un leggero sorriso soddisfatto quando fu lui il primo a distogliere lo sguardo, reale o meno che fosse, quel gesto di apparente titubanza, le lasciava intendere che, anche il ragazzo, aveva compreso come stavano le cose e avrebbe continuato a giocare.
Fortunatamente, il giovane Black, le diede corda e fingendosi un prode cavaliere accettava di gettarsi tra le fiamme per recuperare due calici della bramata bevanda.
In realtà qualcosa lo fermò dall’agire immediatamente e la ragazza non poté fare a meno di sorridere all’associazione di Hope al drago, non ce la vedeva proprio nei panni del mostro cattivo delle fiabe.
Capì subito, però, a cosa si riferiva William, temeva che la vice-preside potesse non apprezzare la loro idea, in linea di massima quel pensiero non era del tutto errato, di sicuro nessun adulto avrebbe mai incoraggiato i più giovani a bere anzi, normalmente, avrebbero cercato di impedire la cosa ma, in certe occasioni, alcune delle regole solitamente in uso, venivano accantonate per qualche ora, anche se nessuno lo avrebbe mai ammesso apertamente.
Non volle, però, smontare il piano ideato dal ragazzo, così stette al gioco


-Stia attendo mio giovane cavaliere, io farò il possibile per tenere il drago lontano dal suo tesoro-

Gli lasciò la mano, accennando un sorriso e un occhiolino mentre si allontanava in direzione della docente e dell’altra donna.
In realtà non aveva idea di cosa dirle, che scusa poteva inventarsi?

*Arya, parliamo di Hope, che scuse vuoi inventarti? Vai lì, le dici che state combinando e vi fate due risate*
Si era convinta che fosse la cosa migliore, la docente era giovane, sicuramente ricordava ancora i suoi anni ad Hogwarts, forse le avrebbe fatto una mini-ramanzina per aver corrotto il fanciullo ma di sicuro non avrebbe loro negato un bicchierino
Si avvicinò dunque nuovamente alle due donne, non voleva proprio fare una cattiva impressione sulla sconosciuta, così, questa volta, si rivolse prima a lei.


-Buonasera, mi scuso per prima e mi scuso anche per ora, solitamente non amo interrompere le conversazioni altrui, la professoressa Lancaster potrà confermale il mio essere una persona solitamente educata, ma devo chiedervi un favore- rivolse lo sguardo verso Hope -A entrambe- sorrise divertita, non voleva assolutamente pensassero a qualcosa di serio -Ho innocentemente sfidato il giovane Black a gettarsi tra le fiamme, promettendogli in cambio di brindare con lui al suo coraggio, ha accettato, ma è un po’ preoccupato all’idea di bere alcolici di fronte a voi e mi ha chiesto di distrarvi, quindi, se volete essere così gentili da assecondarmi, potremmo spostarci qualche metro più in là dando le spalle al tavolo?-

Con un gesto d’accompagnamento della mano, indicò un punto poco distante da loro, sperando che acconsentissero senza troppe obiezioni, incrociò lo sguardo di Hope come a volerle dire “la prego la prego la prego”

-Prometto, solo un bicchiere e prometto che lo terrò d’occhio- sperava così di rassicurarla -Qualche anno fa c’eravate voi al nostro posto, sicuramente qualche scheletro nell’armadio lo avrete, volete negare alla nuova generazione il ricordo di qualche marachella da raccontare ai nipoti?-

Okey, poteva bastare, almeno avrebbero dovuto apprezzare la sincerità.

 
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~Hope™
view post Posted on 11/1/2015, 00:55







Sollevò ancora una volta il braccio avvicinando il piccolo bicchiere di cristallo alle labbra e buttò giù un’altra generosa dose di whisky. Avvertì chiaramente il liquido ambrato infuocarle la cavità buccale per poi lambirle la gola prima di raggiungere l’esofago. Le piaceva bere, non per vizio, ma più per piacere, un piacere che era solita riservarsi solo in determinate occasioni e il ballo di fine anno era una di quelle. Del resto non aveva alcuna voglia di rovinarsi il fegato o finire come una di quelle streghe che in più occasioni aveva notato al paiolo magico darci dentro con bottiglie su bottiglie già di prima mattina. Era forse quella sensazione di superare un limite, di sentirsi più leggeri, disinibiti per certi versi, senza però eccedere. Adagiò il bicchiere sul tavolo prima di tornare a concentrarsi sulla sua interlocutrice, quella ragazza che aveva scoperto essere una sua collega al Quartier Generale. Si soffermò ancora una volta ad osservare il viso di lei; si trattava certamente di una bellissima ragazza, non vi erano dubbi in proposito. Eppure quel pensiero, per quanto innocente, scatenò in lei un moto di gelosia che la costrinse ad distogliere lo sguardo per diversi istanti. L’idea che Aquileia lavorasse a stretto contatto con Rhaegar non le piaceva affatto, soprattutto perché lei era invece costretta a vederlo di rado a causa dei numerosi impegni che speso la trattenevano ad Hogwarts più del previsto. Si sentiva una ragazzina gelosa, mossa non da fatti ma bensì da pensieri immotivati, costruiti dal suo stesso cervello. Del resto era vero, lui in più di un’occasione le aveva parlato dei meriti della giovane, senza però fare riferimento ad altro se non al lavoro. Scosse il capo per provare a ridestarsi e riacquistare la giusta lucidità. Orgogliosa, gelosa, troppi difetti racchiusi in una sola persona, difetti che Hope aveva ereditato dal padre e che per tale motivo la disgustavano ancor più del dovuto. Quando le iridi smeraldine tornarono a scrutare con attenzione il viso della giovane auror, si accorse dell’effetto che le sue parole avevano suscitato. Pareva imbarazzata, quasi intimidita da quei complimenti e non poté fare a meno di sorridere comprensiva. In fin dei conti Aquileia pareva davvero interessata al nuovo lavoro e le congetture architettate dal suo cervello pochi istanti prima non avevano motivo di esistere. Non aggiunse altro dopo le parole di lei, del resto sapeva che ciò sarebbe avvenuto, Rhaegar possedeva un ottimo fiuto in materia di nuove reclute, invece quando ella si versò da bere si affrettò a riprendere il suo bicchiere e con un gesto rapido ma controllato lo urtò contro quello di lei in una sorta di brindisi -Dunque agli Elfi e agli Auror. Giusto per restare in tema.- Sorseggiò ancora una piccola dose di whisky prima di riadagiare definitivamente il bicchiere sul tavolo, prestando comunque attenzione alle parole pronunciate dalla ragazza. In un certo senso era un po’ come guardarsi in uno specchio, o meglio ancora in un pensatoio. Gli ideali che avevano spinto Aquileia erano parevano assai simili ai suoi, e quelle parole la portarono a ripensare al suo primo colloquio. Sorrise compiaciuta. -Spero che lei non dimentichi mai queste sue parole, anche nei momenti più bui, quando il desiderio di mollare sarà più forte di ogni altra cosa. Ci deve credere, sempre perché dopo la notte il sole sorge sempre.- Era un’inguaribile romantica, lei e la sua incrollabile fede nella giustizia ed i suoi alti ideali. Lentamente si spostò portandosi affianco alla ragazza, per riuscire ad osservare il resto della sala. Fu in quel momento che notò Cedric che, a passo svelto si apprestava ad annullare la breve distanza che li separava. Era li li per accennare un saluto ma non fece in tempo poiché Arya si frappose tra lei e il neo docente. Poco prima aveva notato il giovane prefetto di Serpeverde in compagnia del primino Black e quella strana scena le aveva fatto storcere il labbra più per la sorpresa che per altro. Magari non conosceva ancora abbastanza bene Black da poterlo affermare con certezza, ma di certo le era parso un tipo poco propenso a certe cose. Le parole di Arya la lasciarono interdetta e riuscì a trattenere a stento una sana risata. L’avrebbe aiutata? Sarebbe stata al gioco. -Certo che si Arya, come potrei non lasciarti fare? Assecondiamo il desiderio del giovane Black di fare l’impavido cavaliere che si lancia tra le fiamme per la sua bella. Del resto mi fido di te, meno di lui.- fece un occhiolino in direzione d’intesa alla giovane serpina, muovendosi nella direzione da lei richiesta. Come poterle dare torto, c’era passata anche lei qualche anno prima seppur senza farsi così tanti problemi. Si girò fino a ritrovarsi di spalle rispetto al tavolo delle vivande e ben più distante. -Così va meglio?-






 
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view post Posted on 11/1/2015, 22:41
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«And the only solution was to stand and fight» Merlino ballerino!

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Il whiskey iniziava a fare il suo piacevole effetto, dissolvendo un po' l'imbarazzo e l'emozione che Aquileia provava davanti a Hope, ispettrice e Vice-Preside. Non era mai stata una persona paurosa, praticamente in nessun senso; più che altro, quello di cui si poteva parlare nel suo caso era forte inquietudine, o, in quella particolare occasione, soggezione, che comunque non derivava affatto da una scarsa considerazione di se stessa. Semplicemente, era un modo per manifestare il rispetto che provava nei confronti di chi, la soggezione, gliela incuteva, anche se questa strana caratteristica non mancava di causarle qualche difficoltà, lasciando trasparire qualche volta un certo imbarazzo. *Proprio come adesso* pensava la giovane, sentendo le gote arrossarsi ancora. Fortunatamente il whiskey, oltre a scioglierla un po', staccandola dalla troppa formalità, contribuiva a vivacizzare il rossore sulle sue gote. *In fondo non è malaccio essere molto sensibili all'alcol* constatò tra sé e sé.
Anche Hope sembrava essersi accorta di quel rossore sul suo volto, scrutandola con i suoi occhi profondi e fieri. Ma quando Aquileia vide le labbra dell'ispettrice aprirsi in un calmo sorriso, tirò discretamente un sospiro. Aveva timore di essere sembrata, come dire, un po' troppo semplice, di quella semplicità che si avvicina più allo scarno e al banale che all'essenziale. Ma, guardando il sorriso di Hope, si sentiva di poter affermare che non era così.
"Agli Elfi e agli Auror" rispose al brindisi pronto di Hope, facendole eco, e sorridendole apertamente. Sì, decisamente quella donna emanava un'aura di, come dire? Positività. La osservò ancora. Quanti anni poteva avere? Sembrava essere più giovane di lei, anche se solo di qualche anno, eppure era praticamente a capo della scuola, e ricopriva una posizione i spicco anche al Quartier Generale, e addirittura era l'unica, visto che Aquileia non si ricordava di aver visto altre targhette recanti il titolo di Ispettore affisse alle porte. Doveva essere una donna molto forte, soprattutto per fare una scelta come quella di entrare negli Auror, ancora così giovane. *Chissà cosa l'ha spinta a scegliere questa strada* si chiese, tenendo però quella domanda per sé. Sarebbe stato inopportuno chiederlo, o almeno, questo era quello che avrebbe pensato Aquileia, se qualcuno le avesse chiesto il preciso motivo per cui lei era entrata nelle fila degli Auror. L'unica eccezione, ovviamente, era stata il colloquio con Rhaegar.
Nel sentire la risposta di Hope alla sua affermazione, quella soggezione che poco prima si era quasi impadronita di lei tornò a fare capolino nella sua testa, accompagnata però stavolta da una sincera ammirazione. Era rimasta colpita da quelle parole, che ad un orecchio qualunque potevano apparire leggere e spensierate, ma che per lei incarnavano bene il significato di ciò che aveva scelto di fare. Non mollare mai, davanti a niente, non permettere mai a niente e a nessuno di distoglierla dai motivi della sua scelta. Sorrise, le iridi chiaroscure puntate in quelle color smeraldo di Hope.
*Hope. Mai nome è stato più appropriato di questo*, pensò. "Farò di tutto per non dimenticarle mai" le rispose. Sì, pensò ancora una volta, avrebbe potuto imparare molto da lei.
Nel mentre, intorno a loro il ballo entrava nel vivo. Ormai, molti studenti erano arrivati, parecchie coppie si erano già riunite, e Aquileia aveva intravisto qua e là anche alcuni adulti, quasi sicuramente tutti docenti. Mentre la Vice-Preside si portava di fianco a lei, dando il volto verso la Sala, non potè fare a meno di notare un uomo vestito in un completo nero con cravatta color oro, molto elegante, che si stava avvicinando a loro due a passo piuttosto svelto, guardando in direzione di Hope. Doveva essere un docente, pensò la ragazza, mentre poggiava il calice ormai vuoto sul tavolo, in modo da avere le mani libere per salutarlo. Di sorpresa, però, comparve nuovamente davanti a loro la giovane ragazza in rosso che aveva visto poco prima, esordendo in modo un po' irruento, ma comunque educato, con un saluto proprio rivolto a lei. Aquileia la guardò un po' stupita, ma ascoltandola con attenzione. Guardò nella direzione da dove era venuta, inquadrando il giovane William Black, che poco prima si era presentato. Evidentemente il ragazzo era il suo cavaliere. Un discreto e divertito sorriso le si disegnò sulle labbra, quando riportò lo sguardo sulla giovane ragazza, mentre lei spiegava il motivo di quell'interruzione.
*Però, niente peli sulla lingua, la ragazzina* pensò, sinceramente divertita. Beh, teoricamente non faceva gran che bene sgarrare... ma del resto, anche lei ogni tanto, durante i tempi di Hogwarts, si era permessa qualche scappatella. Guardò verso Hope, accorgendosi che, anche lei, a malapena riusciva a trattenere una risata. Si rivolse quindi alla giovane, con tono divertito: "Io non ho voce in capitolo, qui, ma come si dice in certi casi? O adesso o mai più" le rispose, per poi seguire lei e la Vice-Preside verso un punto del tavolo sufficientemente distante dal liquore incriminato, e dal giovane "criminale".
 
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view post Posted on 12/1/2015, 02:11
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Tutto sommato le cose stavano andando come previsto. William abbandonò la delicata presa della sua dama per avvicinarsi lentamente al lato del banchetto in cui sostava il whisky incendiario. La professoressa Lancaster e la signorina Goodheart erano ancora troppo vicine, così il primino preferì credere in Arya e concedersi il tempo di fare il punto della situazione - pratica che era solito fare durante i tempi morti. Si guardò attorno incrociando le braccia al petto, la sala iniziava a riepirsi di volti noti e sconosciuti, il vociare delle persone risuonava per tutta la sala e sembrava che tutti respirassero un'ara di gioia e serenità tipica di queste cerimonie. Era la prima volta che William partecipava ad una serata di gala e doveva ammettere di essere divertito tanto quanto tutti gli altri. In genere era raro vederlo così compiaciuto, troppo occupato a lamentarsi dell'ottusità di chi lo circondava per godersi i piaceri della giornata. Eppure quella sera le cose erano diverse - a dire il vero le cose erano cambiate da quando aveva messo piede alla scuola di magia e stregoneria. Non vi era giornata in cui si annoiasse, tra una lezione stimolante e uno studente fuori dal comune quello di Hogwarts si era rivelato un percorso pieno di sorprese. Quella sera, in maniera particolare, non si accingeva a perdere di vista la sua accompagnatrice. Dopo i problemi vissuti con il Molliccio, la paura di cedere ai fumi dell'amore si era radicata nelle profondità del suo essere. Uno dei motivi fondamentali per cui aveva deciso di presentarsi accompagnato quella sera era proprio quello di mettere in discussione le sue paure affrontandole. Arya, in un certo verso, era una cavia atta a dimostrare allo stesso William come fosse semplice mantenere un approccio distaccato al gentil sesso pur comportandosi come farebbe un'innamorato - o almeno l'idea che lui aveva di un'innamorato. Certo, la cosa oltre ad essere stimolante era anche parecchio divertente, questo doveva ammetterlo. La signorina Von Eis si stava dimostrando un tipo audace, ironico e stravagante, una macedonia di aggettivi che conteneva sapori acidi, dolci e salati, in un perfetto equilibrio. Era quel tipo di persona che agli occhi del giovane Black pareva interessante, quasi simile a lui. Aveva solo scambiato quattro chiacchiere e due risate con lei, ma erano bastate a dargli una linea guida sulla sua persona; la notte era ancora giovane ed era sicuro di poter scoprire ancora molto su quella ragazza.
Sorrise quando la vide interrompere la conversazione tra "il drago" e Aquileia. Da quella posizione non poteva udire una singola parola ma trovò divertente notare come la prefetta sembrasse completamente a suo agio nel parlare con loro, invitandole ad allontanarsi con chissà quale scusa. Certo William non immaginava che lei gli stesse semplicemente spiegando come stavano andando le cose, nella sua fantasia era più intrigante immaginarla con un'astuzia tale da poter distogliere l'attenzione delle due adulte, lasciando al Black campo libero.
Non attese oltre, una volta allontanate le due, William afferrò due calici e senza troppi indugi affondò le mani nelle fiamme. Avvertì nuovamente quella sensazione piacevole che aveva già provato ad inizio serata, osservare le proprie mani avvolte nelle fiamme senza provare alcun dolore lo faceva sentire potente, simile al dio che voleva tanto diventare. Perso in quella visione quasi dimenticò di non avere molto tempo. Si guardò attorno ancora una volta, guardingo, poi riempì i calici e indietreggiò verso lidi più sicuri, ove chiunque avesse posato lo sguardo su di lui avrebbe notato solo un ragazzo con in mano due bicchieri dal dubbio contenuto. Cercò lo sguardo di Arya, ansioso di fargli cenno che la missione era compiuta, che il suo cavaliere aveva affrontato le fiamme e che ora la damigella poteva tornare tra le braccia del suo prode salvatore.
Che dire, la serata era appena iniziata, la coppa delle case non era ancora stata consegnata e nessuno aveva ancora dato inizio alle danze. Chissà, magari quei due calici di whisky incendiario avrebbero messo le basi per un maggior movimento, almeno nella coppia Serpeverde.



 
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view post Posted on 13/1/2015, 21:47
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Si concentrò solo sulla donna e si diresse verso di lei con passo veloce e spedito...la fissava costantemente senza calare per un attimo lo sguardo, eppure i timori li aveva. E' vero che Hope gli aveva dato la possibilità di insegnare ad Hogwarts, e questo dunque significava che aveva riposto un pò di fiducia nell'ex auror, non se lo aspettava quel giorno e invece riuscì a convincerla delle sue capacità. E' anche vero però che la donna aveva posto delle piccole condizioni a Cedric, non solo di natura scolastica ma che rientravano anche nella sfera personale. Infatti gli aveva consigliato di comportarsi bene e svolgere il suo lavoro al meglio senza combinare guai, anche perchè i suoi occhi erano puntati su di lui...come se fosse la sua ombra.
Questo di sicuro non lo spaventava, non aveva niente da nascondere e poi ricevere gli sguardi e le attenzioni di una donna come Hope, bè questo di sicuro lo affascinava. Non avrebbe scoperto niente di nuovo o di particolare, mai come in quel periodo Cedric se ne stava lontano dai guai, dall'alcol, dalle notti passate nei pub e dai litigi che intraprendeva con le persone.
Insomma stava cercando di recuperare un pò della sua fama che aveva perduto a causa dei suoi atteggiamenti poco composti.
La donna ormai era quasi vicina, quando scorse i due ragazzini che da poco aveva lasciato all'altra estremità della sala..li vide intrattenere da subito il discorso con la vicepreside, che era anche in compagnia di un altra avvenente donna che però non conosceva. Passò una mano tra i capelli per sistemarseli, e senza esitare nemmeno un attimo raggiunse il gruppetto, non si intromise subito preferì prima sorseggiare un altro calice contente succo di zucca anche forse per smorzare la tensione. Ma di certo non poteva fare a meno di salutare Hope e la donna misteriosa che le era accanto era lì ad un passo da loro e far finta di non vederli o sentirli sarebbe risultato scortese.
Si voltò verso di loro con il calice pieno fino all'orlo, puntò i suoi occhi fissi verso la donna..non voleva mostrare segni di debolezza, anzi voleva apparire sicuro come lo era stato al colloquio di qualche giorno prima..

Salve Hope, che piacere vederti...

Furono queste le sue prime parole accompagnate da un sorriso e un accenno con il capo. Non poteva ovviamente limitarsi a salutare solo Hope, guardò la donna che l'affiancava e i ragazzini che forse in quella situazione risultavano di troppo..erano arrivati prima di lui e questo forse poteva metterlo in una condizione di disagio, avrebbero potuto pensare che Cedric li stesse seguendo o meglio che non avesse niente di meglio da fare e invece quella era solo una sfortunata coincidenza.

Salute anche a voi, non credo di avervi mai vista, ad ogni modo mi presento..mi chiamo Cedric Eric Black.

In quel momento preferì dire solo il nome non accompagnato dalle fastidiose informazioni sul suo ruolo professionale, quelle le avrebbe riservate in un secondo momento nel caso in cui la donna glielo avesse chiesto.

Oh ragazzi ci rivediamo nuovamente...

Sorrise ma forse quello non era un sorriso molto vero come lo era stato con Hope, avrebbe preferito che i due andassero via lasciando campo così solo agli adulti. Ma non poteva farsi notare o avrebbe rimediato una figuraccia, anzi si limitò a rivolgersi nuovamente alle due donne e in particolar modo ad Hope, le sue iridi color ghiaccio si scontrarono con i suoi occhi, era così bella quella sera, avrebbe voluto farle dei complimenti ma in quelle circostanze non se la sentiva ancora di farlo..voleva prima constatare la reazione della donna..

Uhm, Hope questa sera Rhaegar non è presente? Mi aspettavo di vederlo..

In effetti il vecchio ciambellano o era in un notevole ritardo oppure non si sarebbe proprio presentato al ballo...preso da questi pensieri e dall'idea di poter dialogare con Hope senza la presenza del suo ex capo lo allettava...*Rhaegar lo sai che non si lasciano da sole donne così belle, faresti meglio a presentarti*, sorrise solo al pensiero...ma non doveva escludere assolutamente la possibilità che Rhaegar potesse arrivare all'improvviso, nel frattempo iniziò a preparare il suo piano di conquista dell'ispettrice auror..

 
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~Hope™
view post Posted on 15/1/2015, 11:35







In realtà non si sarebbe aspettata di trovare, proprio in quell’occasione, il giovane Black in compagnia di una dama. Non che Arya non fosse una bellissima ragazza, come ve ne erano tante altre al castello, tutt’altro; quel che invece la sorprese fu appunto il fatto che William avesse scelto di non presentassi al ballo da solo, così come avrebbe invece immaginato. Non era passato poi molto tempo dal suo esame, dal molliccio e da quelle confidenze rubate nel suo ufficio; ricordava fin troppo chiaramente i tormenti di lui sull’amore, le sue paure, quella debolezza che era divenuta una sorta di mantra per il giovane. Aveva realmente deciso di ascoltare i suoi consigli? Avrebbe provato a ricercare l’amore per renderlo meno ignoto e più reale? Non avrebbe potuto rispondere a quelle domande, ma in cuor suo nutriva la speranza che non fosse Arya a doverne farne le spese di quella strana e per certi versi ambigua situazione. E se invece avesse scelto di farsi accompagnare soltanto per il gusto di non presentarsi solo al ballo? Del resto lo stesso avrebbe fatto lei se l’orgoglio non avesse prevalso, per l’ennesima volta sul buon senso. Sicuramente qualcuno avrebbe risposto in maniera positiva al suo invito e ormai di docenti ve ne erano diversi all’interno del castello; tuttavia quel lieve barlume di speranza l’aveva accompagnata durante i giorni precedenti alla grande serata e ancora non riusciva a abbandonarla. Girò leggermente lo sguardo in direzione del portone d’ingresso; le due ante erano state lasciate aperte per permettere agli ultimi ritardatari di giungere, ma di lui nessuna traccia. In quel momento il suo sguardo incontrò nuovamente quello di Cedric, e benché avrebbe dato qualsiasi cosa per non farsi notare dal neo assunto docente, non poteva darsela a gambe in maniera così plateale; sarebbe stato disdicevole e poco carino. Di certo l’idea di scambiare quatto chiacchiere con qualcun altro, insieme a Aquileia non le dispiaceva, ma non poteva certo dire di non essere a conoscenza delle intenzioni di Cedric, visto che il giovane non si era mai fatto problemi a esternarle in ogni singola occasione. Eppure per quanto potesse sforzarsi non riusciva a vedere in lui nulla di diverso dal semplice collega, magari una persona da aiutare, supportare, ma null’altro. Certe emozioni riuscivano a impossessarsi della mente deliberatamente, senza farsi attendere, o senza essere richieste; e quando era con lui si sentiva così tremendamente normale da annoiare se stessa. Non appena le fu vicino non poté fare a meno di abbassare lo sguardo impegnando a ammirare l’eleganza di lui prima di tornare a fissarlo negli occhi. -Salve Cedric, sono contenta che tu abbia deciso di prender parte alla festa. Permettimi di presentarti Miss Aquileia Goodheart.- Evitò di accennare al fatto che la giovane donna fosse per lei una collega. Non le andava che l’identità degli auror fosse sbandierata a quel modo. Arya era rimasta in silenzio, probabilmente incuriosita da quel che avrebbe fatto il suo giovane e intrepido accompagnatore e probabilmente non stava badando più di tanto alle chiacchiere tra adulti, ma non avrebbe corso il rischio. Le parole di Cedric richiamarono nuovamente la sua attenzione, riportandola, suo malgrado, su Rhaegar. -Beh ecco, è impegnato al Ministero, sai con tutto il lavoro che c’è da svolgere e il suo esser così puntiglioso… non sarà riuscito a trovare il tempo per venire a condividere un buon bicchiere di Whishy con noi.- Se ne uscì elegantemente, senza dar modo a Cedric di intuire che erano ormai diversi giorni che non aveva sue notizie. -Ora perdonatemi, ho un compito da assolvere. Aquileia ti lascio in buone mani, Cedric è davvero un abile oratore e con lui non ti annoierai di certo.- Sorrise alla donna prima di fare un passo indietro per poi girarsi di spalle. Persefone, così come Rhaegar, era stata trattenuta da alcuni impegni e quella sera sarebbe stata proprio lei a consegnare l’ambita Coppa delle case. Rapidamente, per quanto i suoi tacchi le permettessero, raggiunse il piccolo palco e vi salì senza alcun indugio e dopo aver puntato la bacchetta contro le corde vocali castò un banalissimo Sonorus e si schiarì la voce per richiamare l’attenzione dei presenti. -Buonasera a tutti, studenti, professori, maghi e streghe. Vi ringrazio per essere accorsi numerosi a questo evento che sancisce la chiusura di un anno nella nostra scuola. Nuovi incantesimi sono stati appresi, potenti pozioni, mirabolanti trasfigurazioni e quant’altro. Per non parlare poi degli esami che siete stati chiamati a sostenere e che vi hanno dato modo di accedere a un livello successivo di apprendimento. Ci tengo a congratularmi con tutti gli studenti indistintamente, che siano i coraggiosi Grifondoro, gli stuti Serpeverde, gli arguti Corvonero o i leali Tassorosso. Però, come ogni anno, sono chiamata a consegnare questa coppa a coloro i quali tra voi tutti, si sono distinti più degli altri. Al quarto posto con 1828 punti troviamo Serpeverde. Al terzo posto con 2762 punti abbiamo i Grifondoro!- Fece una breve pausa e si avvicinò al tavolino dov’era stata adagiata la Coppa. -Le prime due casate hanno lottato fino alla fine, egregiamente come sempre. Con 3728 punti al secondo posto ci sono i Corvonero, mentre Tassorosso vince la Coppa delle Case con 4141 punti. Complimenti a voi! Invito qui sul palco il Caposcuola Horus Sekhmeth per ritirare la Coppa- Aggiunse poi afferrando la Coppa tra le mani, pronta a consegnarla al Caposcuola.








Edited by ~Hope™ - 16/1/2015, 16:31
 
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Christopher Fowler
view post Posted on 16/1/2015, 09:38




Christopher ascoltò diligentemente Lucilla, non aveva molto da aggiungere, ma si incuriosì quando la ragazza nominò una sorella.
"Hai un sorella? Come si chiama? Io ho due sorelle maggiori e un fratellino."
Accennò così anche lui alla sua famiglia, un nucleo familiare allargato, insolito per un paese come l'Inghilterra, ma il ragazzino non se ne era mai lamentato, andava molto d'accordo con suo fratello e le suo sorelle. Litigavano spesso, ovviamente, ma si volevano anche molto bene.
"Cosa ti andrebbe di fare ora?"
Il buon sapore del pudding aveva calmato a sufficienza la fame di Christopher, che stava cominciando a sentire la noia nello stare fermo in piedi.
"Conosci qualcuno qui in giro? Io non riconosco nessuno in particolare."
Il ragazzino si guardava intorno, un po' smarrito. La folla gli impediva di soffermarsi abbastanza a lungo su una faccia da poterla riconoscere, stava cominciando a sentirsi in ansia per questo.
"Ti piace ballare?
Si decise infine a chiedere a Lucilla. Lui non amava molto la danza, ma era abbastanza scontato che un cavaliere ballasse con la sua dama, specie se questo è il tema principale della serata.
 
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Arya Von Eis
view post Posted on 16/1/2015, 17:13




*Missione compiuta*
Hope, anche se non del tutto convinta, decise di stare al gioco, probabilmente dire le cose come stavano era stata la tattica migliore, riuscì a rubare un sorriso divertito ad entrambe che, senza opporre resistenza, la seguirono spostandosi leggermente dalla posizione iniziale, lasciando così spazio al giovane Black.
Non fece in tempo ad aggiungere altro che anche Cedric si unì a loro, ricercando in particolare l’attenzione della vicepreside, si sentiva leggermente fuori luogo, per quanto non avesse particolari difficoltà a intavolare discussioni anche con chi aveva qualche anno in più di lei, in quell’occasione, non si trovava a suo agio, forse proprio per la poca conoscenza degli altri interlocutori o per i loro discorsi.
L’uomo non si era minimamente preoccupato di aver interrotto qualcosa, ma poco importava, si sarebbe a breve ricongiunta al suo cavaliere, fortunatamente, quest’ultimo, sembrava essere uscito vittorioso dalla sua impresa.
Non aveva prestato molta attenzione ai discorsi “da adulti”, aveva recepito solo qualcosa riguardo un certo Rhaegar e il Ministero, nulla che, in quel momento, potesse interessarle, ne approfittò dunque per congedarsi.


-Siete state molto gentili, vi ringrazio per la collaborazione, se mai potrò rendervi il favore sarò lieta di farlo- si rivolse poi all’ultimo arrivato -Professor Black, le auguro una piacevole serata-

Detto ciò si allontanò per raggiungere William, quando fu abbastanza vicina gli sorrise, allungando una mano per prendere il calice che il fanciullo le porgeva, nel farlo, sfiorò con le dita la mano di lui, sfilando il bicchiere dalla sua presa.

-Mio prode cavaliere, come potrò mai ringraziala?-

Si voltò leggermente verso il palco, la voce di Hope amplificata era chiaro segno che il vincitore della Coppa delle Case stava per essere decretato, non che le interessasse particolarmente, ma il suo ruolo le imponeva di fare almeno finta.
Un espressione leggermente contrariata le si dipinse in volto nell’udire del loro quarto posto, non che fosse una sorpresa, ma dava comunque fastidio, sospirò rassegnata


-Direi che un brindisi di consolazione ci sta tutto-

Alzò quindi il calice verso il giovane, aspettando che imitasse il suo gesto prima di sorseggiare, finalmente, qualcosa che le togliesse l’amaro in bocca lasciatole dalla sconfitta.

-Mio giovane Black, chiami la detassizzazione, bisogna far qualcosa per questa piaga che affligge il castello-

Sorrise, non c’era astio nella sua voce, in realtà conosceva alcuni appartenenti a quella casata e doveva ammettere di gradire la loro compagnia, escludendo alcuni elementi, uno dei quali, probabilmente, sarebbe comparso a breve, non poteva dire di provar particolare disprezzo per i Tassi, forse forse, per una volta, non avrebbe finto di complimentarsi con loro, almeno, con alcuni di loro.

 
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view post Posted on 16/1/2015, 18:01
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Horus R. Sekhmeth

~
njl2PEx]
— 5.48 PM, Sala Comune Tassorosso [Dormitorio Maschile, Camera Numero Tre]
Sì.
No.
Sì.
No.
Sì ci andrà.
No, che caspita dici, non ci andrà.
E invece sì.
E invece no.
Ok ma solo per un minuto.
No, manco morto.
SI.
NO.
SINE.
NONE.
E via discorrendo.
Horus faceva avanti e indietro davanti il suo letto, la camera deserta, indeciso da quella mattina se presenziare o meno al Ballo di quella sera. Soltanto qualche anno prima, quando tutto era una novità, non se lo sarebbe perso per nulla al mondo, accecato dalla ideale bellezza che quelle feste suscitavano in lui. Tuttavia, dopo anni di esperienza e con l'insorgere dei compiti che le sue cariche portavano, Horus aveva perso tutto il suo entusiasmo. E se aggiungeva a ciò, i ricordi dei Balli passati, più o meno fortunati, tutto si amalgamava in una sorta di forza negativa che sembrava trascinarlo nel diniego più assoluto per i Balli di Fine Anno. Tra l'altro, fino a qualche giorno prima, la risolutezza del Caposcuola era stata definitiva: non sarebbe andato, punto. Hogwarts aveva altri tre dannati Caposcuola, era necessario che presenziasse anche lui? No, si era risposto, dicendosi che avrebbe potuto benissimo spacciarsi per malato, imbastendo due, tre starnuti e spedendo di grazia le due giovani Prefette a far le sue veci —nel malaugurato caso in cui qualche disgraziato Tassino si fosse lanciato patè di lenticchie addosso. Così non solo aveva resistito alla tentazione di invitare una certa Serpeverde —cosa che ormai stava diventato un vizio mal sopportato dal ragazzo—, ma non aveva neanche avvertito per tempo sua madre a cui aveva bellamente mentito: "No, madre, niente Balli quest'anno, non ho bisogno di nessun abito elegante". La donna, però, non aveva creduto a suo figlio e quel mattino, Freyr, il Gufo che lui le aveva regalato per Natale, era piombato sul tavolo della colazione, sparpagliando porridge e fettine di bacon dappertutto. Tra le zampe aveva un voluminoso pacco che, senza dubbio, conteneva un abito, e sulla cui sommità era poggiato un piccolo biglietto. Quando Horus l'aveva aperto, nella solitudine della sua stanza, aveva scoperto un completo semplice, molto elegante e di ottima fattura, mentre una veloce nota descriveva poche parole: "So che ci sarà un Ballo. So che non hai voglia di andare, ma se cambiassi idea, almeno avrai qualcosa da mettere. E se non andrai, almeno avrai comunque qualcosa da mettere. Un completo non è mai sprecato.
Baci,
Mamma".
E così Horus aveva fissato esasperato l'abito. Aveva osservato la giacca, i pantaloni, la camicia chiedendosi perché diamine sua madre fosse testarda e riconoscendo che se lui era un testone, tutto lo doveva ai geni di sua madre. E indubbiamente, il completo era semplice e per nulla appariscente, nonostante la semplicità fosse spesso riconosciuta come simbolo di eleganza, soprattutto maschile. Tuttavia, la buona volontà di sua madre aveva seriamente minato la sua. E ora?
E se Tassorosso avesse vinto? E se magari Emily fosse stata lì? E se magari fosse stata con un alto? O peggio ancora... e se ci fosse stata Mya
con un altro?
Rieccole, una dopo l'altro, tutte le valide motivazioni per cui Horus aveva deciso di mandare al diavolo il Ballo. No, non ci sarebbe andato, sbuffò.


— 10.43 PM, Sala Grande [Esterno]
Horus sospirò, alzando il viso verso l'alto, le mani al caldo nelle tasche delle pantaloni. Il suo respiro, a contatto con l'umidità e il gelo dell'esterno, si condensò in una piccola nuvoletta che scomparve di lì a poco. Un brivido freddo percorse la sua schiena, eppure il Tassorosso non si mosse, appoggiato al muro del Castello, mentre la soave musica della Sala Grande proveniva dall'apertura della grande porta-finestra (incantata per quella serata) dalla quale lui era uscito. All'interno, un cospicuo numero di studenti si era presentato quella sera, godendosi la serata. Un tot di invitati erano accalcati ai lunghi banchi del cibo, ricchi come non mai di squisitezze e bevande, un altro to erat in pista a danzare (o a muoversi come scimmioni ubriachi), un tot disposto in vari gruppetti intenti a chiacchierare e fare conoscenza. Un semplice, tranquillo Ballo, solita location, solite facce; e per fortuna di Horus, nessuna traccia in giro né della Rose, né della Lockhart, soprattutto per la quale lui aveva sviluppato un infallibile radar che automaticamente (e a volte, quasi inconsciamente) lo portava lontano da lei ogni qualvolta lui la percepiva nelle vicinanze. In compenso, quando Horus si era ritrovato a camminare tra la folla, aveva notato qualche adulto in più, forse qualche Ministeriale (o qualche genitore?) invitato per l'occasione. Nel suo passaggio, Horus aveva salutato qualcuno (beeep, facce non pervenute), aveva bevuto un bicchiere di Acquaviola e assaggiato una porzione di Christmas Pudding (doveva ammetterlo: pur non amando i dolci, quello era uno dei pochi dessert che più aspettava in quel periodo. Il sapore del rhum e della frutta candita —benché lo preferisse con l'uvetta— era un accostamento che trovava delizioso. In più, il forte aroma del brandy flambè provocava una squisita nota alcolica in contrasto con gli altri ingredienti. Gli Elfi Domestici della Scuola avevano lavorato egregiamente, doveva riconoscerlo. Senza contare la piccola sorpresa una volta assaggiato il dolcetto: il leggero peso delle monetine comparse magicamente nella tasca erano stata un'insolita novità, in piena linea con la tradizione folkloristica inglese) e poi, infastidito dalla cappa di chiuso, calore e di chiacchiericci e musichette, era infine uscito a prendere una boccata d'aria. La notte fresca e pungente lo aveva subito infreddolito, eppure era una piacevole manna per il viso accaldato dalla calura della Sala. Un po' di pace, nonostante il flebile brusio della festa, ecco cosa gli offriva quel piccolo angoletto ghiacciato. Inoltre, le stelle da lì erano ancor più belle, nonostante il soffitto della Sala Grande regalasse comunque un buon panorama. Era già passata una mezz'oretta buona, da quando si era ritirato all'esterno ed Horus avrebbe dovuto, effettivamente, farsi un giro dentro, controllare che tutto fosse apposto com'era suo dovere. Tuttavia, non ne aveva la minima voglia e l'apatia sembrava volerlo tenere in pugno per tutta la serata.
Mentre Horus dava un piccolo colpo ad un sassolino a terra, un enorme quesito si ripresentò lampeggiando nella sua testa, come quei cartelli babbani al neon che si trovavano a Piccadilly Circus: "Cosa diamine ci fai qui, emerito imbecille?"

« L'annoiato.» Mormorò, con una smorfia sul viso. Forse era l'ora di defilarsi, si disse; la sua parte l'aveva fatta. Così, fece dietro front, immerso nei pensieri. Poiché gran parte della gente era al Ballo, avrebbe potuto benissimo approfittarne: infilarsi in cucina, sgraffignarsi una tazza di tè e bersela nel calduccio del suo letto, un paio di Fagottini alla Burrobirra (benedetta scoperta!) e un buon libro, prima di scivolare tra le braccia di Morfeo.
*Party hard all night long.* Si canzonò, con un angolo della bocca incurvato in un sorrisetto ironico. Una volta rientrato, l'asfissiante calore della Sala lo travolse ed Horus alzò lo sguardo spaesato. Rapido, cercò di individuare i passaggi con meno persone per poter svicolare in fretta, ma poco prima di riuscire a muovere anche solo un piede, la sua attenzione venne calamitata dal palco. La voce di Hope Lancaster aveva improvvisamente sovrastato la musica e il chiacchiericcio richiamando gli invitati: il momento della consegna delle Coppe, era arrivato. Nei giorni precedenti, Horus aveva avuto modo di vedere le brillanti pietre, nella clessidra di Tassorosso, in numero maggiore rispetto alle alte, tuttavia, non poté fare a meno di provare un pizzico di ansia. Un'ansia, però, che venne ben presto spazzata via dalla stessa Lancaster nell'annunciare la vittoria di Tassorosso, salutata da applausi più o meno sentiti. Risollevato per quei pochi attimi, Horus si ritrovò a sorridere scioccamente, mentre si dirigeva verso il palco. Fu quando salì i gradini che un dubbio l'assalì: quante volte aveva vinto Tassorosso? Due? Tre di fila?
*Ops. Pensò divertito: qualcuno gli avrebbe sicuramente tirato qualche macumba, era certo. Non aveva voglia di fare discorsi, né tanto meno ne aveva preparato uno, così, quando si ritrovò davanti gli studenti, che fossero intenti ad osservarlo o a farsi gli affari propri poco importava, sentì stringersi il consueto nodo alla gola. Inutile: Tassorosso poteva vincere mille volte e altrettante Horus avrebbe potuto salire sul palco, ma sempre avrebbe provato quel primordiale disagio a dover parlare (e mostrarsi) davanti un numero X di persone.
« Grazie professoressa Lancaster. » Esordì, con un educato cenno del capo in direzione della donna. Hope indossava uno splendido abito a sirena rosso veneziano che ben si adattava alla sua figura slanciata e tonica. I capelli biondi erano tenuti morbidi ad un lato della spalla, acconciati con semplicità e raffinatezza. Era indubbiamente una bella donna, ma nei suoi grandi occhi verdi, vera una durezza particolare, inusuale per la sua giovane età e tutta tipica del lavoro che ella svolgeva come Ispettore Auror presso il Ministero.
« Dunque... » Horus riportò lo sguardo verso la Sala. Ovunque vedeva volti più o meno noti, sentendo quel nodo continuare a stringergli le viscere come una mano rachitica ficcata tra le costole e il diaframma. Nonostante la consueta agitazione, Horus era ormai diventato un maestro a celarla, mostrando ai presenti un atteggiamento sicuro e disinvolto. Intravide numerosi Tassini conosciuti, la chioma particolarissima di Niko Domenic, addirittura riuscì a scorgere il viso affilato della Von Eis, conosciuta in circostanze per lo più drammatiche, alla bislacca festa di Fuco IV (Il Luminoso!), nella sera dello scorso Halloween. Aveva provato una subitanea quanto istantanea antipatia per lei, ma il tutto poteva esser ricondotto con ogni probabilità alla misteriosa Pozione che avevano ingurgitato quella sera, in quanto della Von Eis, non gli era mai importato granché, come del resto gran parte della popolazione scolastica di Hogwarts, e perciò poteva dire di non conoscerla affatto
« Credo che ormai vi siate stufati di vedere la mia faccia ad ogni Ballo. » Di nuovo, un angolo della sottile bocca si incurvò in una smorfia divertita, generando una piccola fossetta sulla guancia.
« Ma indubbiamente per me è sempre un piacere. »
*Più o meno.* « Come ogni volta, ringrazio tutti i Tassorosso che si impegnano di continuo non solo per se stessi, ma anche in favore della Casata, donandole lustro e orgoglio. In particolar modo, sono fiero delle nuove leve... »
I suoi occhi si posarono sui volti giovani e puliti di alcune matricole che conosceva solo di vista (e che, per fortuna loro, non avevano fatto danni per quell'anno) « ... Che fin da subito si sono dati da fare, raccimolando punti e conoscenze. Nonostante l'infelice dipartita del nostro precedente Capocasa, abbiamo dimostrato di saper restare uniti e darci da fare nonostante tutto. È soprattutto merito vostro, come del resto, lo è sempre. Grazie mille! Continuiamo a fare del nostro meglio! »
Un piccolo inchino, rivolto ai suoi studenti, ed Horus indietreggiò, per poi voltarsi e salutare la Lancaster con un altro cenno. La brillante Coppa delle Case era stata poggiata su un tavolo al centro del palco e non aspettava altro, a fine serata, che esser poggiata sulla mensola sopra la scrivania del ragazzo, nell'Ufficio dei Caposcuola (in mancanza di quello di un Capocasa). I prodi Elfi Domestici avrebbero sistemato la faccenda prima di lui, quello era certo, a fine serata, una volta giunti a riordinare.
Una volta sceso dai gradini, Horus proseguì tra la folla, confondendosi con essa, nient'altro che uno dei tanti partecipanti; nonostante il piacevole sipario della vincita, tutto si era svolto in maniera monotona e la noia aveva provocato in lui un senso di spossatezza impossibile da ignorare. Per un attimo, mentre si dirigeva verso l'uscita, in cuor suo sperò di incontrare...
*NO. MAI NELLA VITA. NO. E NO.*
Scuotendo il capo per scacciare dalla mente la figura che si era presentata, con ostinazione nei ricordi, innervosito da quei pensieri Horus allungò il passo, scansando un ubriachissimo primino che aveva avuto l'ardire di mangiarsi una delle mele che galleggiavano nel Whisky Incendiario e che ora barcollava morente più di là che di qua. Le porte della Sala Grande non erano mai state così lontane, ma di lì a poco sarebbe finito tutto e Horus sarebbe filato dritto dritto in cucina, a sgraffignarsi il tanto agognato tè.
*Ma non disdegnerei neanche quel Whisky Incendiario, eh.*
Se non altro, sicuramente scomodi ricordi avrebbero evitato di fargli visita quella notte, lasciandolo tranquillo. Il giorno dopo, poi, tutto sarebbe tornato più o meno alla normalità, vacanze annesse.
*E anche 'sto Natale ce lo siamo tolti dalle balle.*
Un nuovo anno all'insegna dell'ottimismo, senza alcun dubbio!

« No one knows and no one will know, but I feel like losing senses. »




E ho mangiato il Pudding. Yum.
 
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view post Posted on 16/1/2015, 19:38
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«And the only solution was to stand and fight» Merlino ballerino!

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*Bene, il giovane William Black è salvo* pensava Aquileia tra sé e sé, divertita, mentre lei, Hope e la giovane studentessa che le aveva invitate a reggerle il gioco si fermavano in un punto poco distante dalla loro precedente posizione. Sì, decisamente le mancavano un po', gli anni di Hogwarts, quell'atmosfera di sogno, quel castello meraviglioso, *e tutte le infinite trovate che ci si poteva inventare per fregare ogni autorità che capitasse a tiro*.
Si avvicinò di più al tavolo, posizionandosi di fianco alla Vice-Preside e voltandosi in modo da rivolgere lo sguardo verso il centro della sala, osservando come prima il resto degli invitati. Nonostante ci fosse già parecchia gente, il grande portone era stato lasciato aperto, come di consueto, per gli eventuali ritardatari. Di nuovo, il suo sguardo cadde sull'elegante signore intravisto poco prima, che si stava ancora muovendo verso di loro, evidentemente avendo seguito i loro spostamenti. Aquileia lo osservò rapidamente mentre si avvicinava: piuttosto alto, fisico atletico, occhi di ghiaccio, cipiglio fiero. *Sembra uno sicuro di sé* pensava, mentre l'uomo le raggiungeva senza staccare lo sguardo da Hope.
"Piacere di conoscerla, signor Black" rispose educatamente, con un sorriso discreto e porgendogli la mano, quando Hope la presentò al nuovo interlocutore.
Quando però l'uomo si rivolse a Hope direttamente, Aquileia ebbe un moto di leggera sorpresa.
*Conosce Rhaegar?* fu il suo primo pensiero, mentre scrutava Cedric con sguardo interrogativo. E subito dopo: *Questa sera? C'erano altre sere?* pensò, facendo saettare lo sguardo verso Hope, per poi riportarlo verso Cedric. In quel momento, si accorse di una breve espressione sul volto dell'uomo. Sembrava ironia... *No...quella è provocazione*, realizzò. Abbassò la testa, inarcando il sopracciglio del suo occhio castano senza farsi vedere. Le sembrava di aver intuito la situazione, ma non poteva esserne sicura. Ad ogni modo, non era affar suo; quel che era certo, però, era quell'impressione che la domanda del signor Black fosse stata un po' fuori luogo. Tornò a guardarlo. Sicuro di sé, sì. Forse troppo. Ad ogni modo, Hope chiuse impeccabilmente il discorso, e quella fugace impressione di imbarazzo che aveva avuto, sparì immediatamente in pochi istanti. Lo osservò per qualche istante, ripensando a quella breve espressione provocatoria che aveva visto nei suoi occhi color ghiaccio. Non ne era certa, ma aveva l'impressione che Cedric avesse un debole per Hope. *Anche perché mentre ci raggiungeva non le staccava gli occhi di dosso*. Ma se era così, la risposta elegante ma eloquente della Vice-Preside era la dimostrazione che Cedric non sapeva giocarsi bene le sue carte. Peccato, pensò, perché Cedric era tutt'altro che brutto. *Però, ragazzo mio, essere belli non basta*.
Aquileia salutò gentilmente la giovane studentessa, che si apprestava a ritornare dal suo cavaliere. Allo stesso modo, poco dopo si congedò anche Hope. Aquileia le sorrise, cordiale. "Oh, ma certo, signorina Lancaster. E' stato un vero piacere conoscerla e parlare con lei" le rispose con un cenno del capo, salutandola, per poi riportare subito dopo lo sguardo verso Cedric.
"Beh, signor Black" esordì, sorridendogli e scrutandone attentamente l'espressione, sistemandosi la solita ciocca ribelle che -anche quella sera, cribbio!- non smetteva di caderle sul suo occhio castano. "Sembra che lei goda di un'ottima fama" proseguì, gioviale. In verità, era un po' imbarazzata, anche perché aveva ancora in testa tutte le sue impressioni sui minuti precedenti. Non poteva dire di essere esattamente a suo agio, ma dopotutto, era ad un Ballo, e -che diamine!- conoscere una persona nuova sarebbe stato sicuramente piacevole.
Nel mentre, la Vice-preside aveva raggiunto il palcoscenico. Evidentemente le spettava la consegna della Coppa delle Case. La conversazione con Cedric fu brevemente interrotta per lasciare spazio alla proclamazione.
*E così, questo è l'anno dei Tassorosso. Iridia, ti devo 5 galeoni* pensò, spiritosamente contrariata, ma applaudendo di cuore, mentre ripensava alla tradizionale scommessa annuale tra lei e sua sorella. *E noi Corvi secondi. Onesto*. Finalmente, dopo il tradizionale discorso di quello che con tutta probabilità era il caposcuola dei Tassorosso (un ragazzo dai capelli rossi e la carnagione diafana, molto particolare), la ragazza riportò di nuovo l'attenzione verso il suo interlocutore. "Allora, signor Black, oltre ad essere un abile oratore, di cosa si occupa?" gli chiese, sorridendogli.
 
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