La Guerra.
Quella stessa guerra che era anche motore di sviluppo tecnico, economico, scientifico, di rivoluzioni impensabili sino alla pace precedente, ma che grazie a quella prendevano il balzo, trampolino di lancio verso una dimensione inedita della Storia dell'Uomo. Senza quell'impulso probabilmente non vi sarebbe stato nulla, si sarebbero fermati soddisfatti alla lancia, alla punta di pietra, era sufficiente per sfamarsi, lo sforzo minimo, la grotta non era poi così brutta. Eppure, tutto correva avanti. Lo sviluppo portato da millenni di innovazione cos'era in confronto a qualche danno collaterale, pagato con leggerezza, quasi con insistenza, in uno di stato di bisogno, e sudditanza, verso quel Dio Sviluppo che tanto poteva, e tanto avrebbe potuto? In campo magico non si poteva affermare fosse propriamente andata così, anzi, era stato tutto il contrario di tutto. Il perchè fosse accaduto era forse un poco più complesso da dimostrarsi, ma ve ne sarebbe certo stato il tempo, ormai era il suo argomento di Studio, da quanto? Anni? Decadi? Forse anche di più, perchè no? Ma era un esperto di guerre, a sufficienza esperto, per fiutare che quello fosse in tutto e per tutto un Bellum, e che fosse anche Iustum, per giunta, ma diverso nel formato, nella foggia, più moderno, combattuto in quello che non era un campo di battaglia, con quelle che non erano abitudinarie armi. E non vi sarebbero nemmeno giunti, a tanto, non era plausibile che accadesse, il Giovane Tassorosso era il primo a voler essere lì, per quanto la sua virtù venisse messa alla prova ora ed ancora, fraseggio dopo fraseggio, resisteva alla tentazione, mentre l'altro, non aveva alcuna intenzione di mollare il The, la scrivania che era stata di suo nonno, il suo libro, i suoi libri, il suo Ufficio. Non se ne parlava proprio, nemmeno a pensarci. Se qualcuno se ne fosse andato, non v'era dubbio, sarebbe stato il Giovane. Ma non l'avrebbe fatto. L'intervista l'aveva voluta lui. E per una qualche mistica intercessione del cielo, del divino, dell'incomprensibile Maestà dell'Essere, l'aveva ottenuta. Una gincana di scuse, frasi fatte, amabili digressioni, in fondo, non era troppo difficile, un Vecchio, ormai in pensione, era sceso dal banco degli imputati pestando i piedi, e sbattendo la porta, difficilmente vi sarebbe tornato a salire, perchè farlo? Era una questione di incentivi? Di voglia? Di interesse? O c'era ancora dell'altro?
E la Guerra Fredda dispiegava i suoi effetti, il The ormai sul finire, a temperatura ormai ambiente era lì, in attesa di un qualche cenno, un ultimo sorso che faceva gola, la tentazione peccaminosa delle lande inferee, ammantate dall'infuso ambrato, dall'aroma orientale speziato, annidato nel candore abbacinante, spruzzato di sedimenti di foglie, della ceramica della tazza. Il silenzio, scandito come una celestiale pitagorica armonia dalla presenza rassicurante e confortante del fuoco, lo vinse infine. Un'ignobile ritirata? Una sconfitta? Un'abile mossa? L'effetto voluto ormai era consumato, l'eco della voce si era spento, poteva tornare al The, senza timore che la tazza distraesse troppo inconsciamente il Giovane? O c'era ancora dell'altro? Che non volesse distrarre sè stesso, da quel precario gioco di equilibri, tra sapere, ignorare, dover non sapere, e dover aggirare? L'intendimento del Tassorosso giunse inaspettato, quasi quanto il liquido alle labbra, impreparate a quell'ultima stilla, quasi ermeticamente serrate, ma abituate al riflesso degli anni. L'ormai triste tazza, tornò a far compagnia al fedele piattino, che già la teiera, seguita a ruota dalla sbarazzina gregaria, tornavano ad occuparsene, con amorevoli cure. Silenziose, meno baldanzose della prima volta, quasi restie ad interrompere il Giovane che intanto aveva già ripreso, restie ad interrompere il Vecchio, tornato ad osservarlo, beandosi dell'affettazione delle parole. Preparati all'imprevedibile, certo, non avrebbe mai fatto la differenza, nulla poteva, ma era comunque un passo nella direzione corretta, e non nell'opposta. Che l'aria stesse cambiando? Impossibile? Certo, era conscio del fatto che potessero esservi dei limiti, ma ignorandoli, la situazione era destinata a non cambiare di molto, e senza poterli rivelare, non era nemmeno plausibile auspicare che mutasse da sola, per grazia del Divino. Le coincidenze non esistono.
Era nuovamente chiamato al beneficio del dubbio, l'avrebbe seppellito, l'avrebbe trascinato nella tomba, eppure, sembrava aver tracciato lui stesso la strada anche quella volta, come avrebbe potuto infine tirarsi indietro, all'ultimo? Lasciare il Giovane con il cerino in mano? Poteva farlo, era già finito il tempo di concessioni ed elargizioni? O forse aveva a sua volta qualcosa da imparare? Era uno scambio, equo, o una rapina? C'era un prezzo, l'avrebbe volentieri deciso di pagare? O sarebbe scappato nella direzione opposta, prima che infine il banditore fosse giunto a reclamarlo? C'era soluzione? Il prezzo si sarebbe trovato? Domanda ed offerta avrebbero trovato il punto d'equilibrio? O tutto l'intero sistema era semplicemente sovranumerato? Troppe domande, seguite da troppe poche risposte, che l'avrebbero inevitabilmente portato al collasso, alla fine? C'era salvezza in tutto quello? O era solo l'ennesima perdita di tempo?
Quanto poteva davvero capire? Giudicava, certo, lo facevano tutti, la differenza era semplicemente farlo o non farlo in veste ufficiale, e lasciar trasparire il giudizio, lasciarlo crescere in giudicato, prima di ritirarsi, troppo tardi per tutto il contrario di tutto, tentando di rimescolare avventurosamente le carte. Analizzava, aveva davvero trovato un analista? Che fine avevano fatto i Giornalisti? Si erano estinti? Si erano portati dietro oratori, affabulatori, e scrittori? Piume, inchiostro e pergamena, per ripicca?
Era stato davvero lui il primo dei maliziosi?
Sorrise al giovane, era vero?
Potrebbe anche avere ragione, è un condizionale, a volte mi sbaglio, è vero, fa parte dell'equilibrio, ma per quanto forse possa non essere il caso di questa data circostanza, il più delle volte a pensar male degli altri si commette peccato, ma ci si azzecca. E le assicuro che arrivati ad una certa età, si pensi con una certa insistente frequenza male degli altri, a ragion veduta il più delle volte, ma ovviamente esistono le felici eccezioni: il valore che ha la benevolenza. Come le ho già detto tutti sbagliamo, quindi in realtà il problema sta nel non muovere da fallaci aspettative, per non restarne eccessivamente delusi. Il bianco ed il nero non sono mai così perfettamente distinti come molti vorrebbero, così come il giusto o lo sbagliato, il vero o il falso, gli Assoluti sono sempre qualcosa di incredibilmente dispendioso da sostenere, e pericoloso da inseguire. Ma immagino non dovesse attendere il ritorno dalla mia vacanza per scoprirlo, no? Per quanto sia giovane, non è stupido, come forse molti preferirebbero.
Ma ecco che il Giovane sembrava risoluto nel voler proseguire, o forse iniziare?
In fondo, era sempre diverso, perchè non sarebbe dovuto esserlo? Lo era davvero stato oggettivamente parlando? O era semplicemente l'ego del Giovane a reclamare giustamente il suo momento di gloria, ad urlare al Mondo la sua impresa, davanti ad un nuovo avido pubblico? Dal canto suo il Vecchio seguiva interessato l'evolversi di quello che nel mentre da osservazioni di pacata circostanza, erano divenute note vibranti di un accorato racconto, a tinte sempre più fosche. Che ne avrebbe tratto il Vate? Ed il Rapsodo? Cosa avrebbero partorito, piuma e cetra alla mano? Certo, l'avrebbero decisamente migliorato, qualche libro, una buona impaginazione, una bella introduzione, e via. Magari un buon editore avrebbe aiutato nel dare il là alla pubblicazione? Eppure era interessante, di per sè, come potevano non esserlo i Golem? Aveva appena trovato la dimostrazione vivente di una variante del tema originale? Ne aveva scritto, ipotizzato l'eventualità, ma da lì a pensare che ciò fosse possibile realmente, quanto ne correva? Chi poteva avere le doti per fare una cosa del genere? Un gesto creativo degno dell'Aetas Aurea, il ritorno della Grande Magia, non sorprendentemente tutto veniva dall'Oriente. Poteva dirsi sorpreso? Lo era, ma era vero? Lo era davvero? Molto poteva essere visto, creduto vero, ma da lì ad esserlo veramente ne sarebbe sempre corso molto. E non stavano discutendo di inezie. Ma prima ancora di tutto ciò, cosa c'azzeccava tutto quello in un'intervista? Che volesse un parere, che non sarebbe tardato? Ed il cuore runico? Un Golem non avrebbe avuto alcun cuore. Era davvero un Golem? Runico?
In Giappone erano stati coinvolti dei Golem, numerosi, ma erano nella versione più tradizionale, sin lì non ci pioveva. Le Rune potevano venire dalla Scuola? Erano davvero Rune? Semplicemente dei segni, sarebbe stato tutto decisamente più facile, più semplice, banale, ed ordinario, per quanto, certo, un attacco su vasta scala di Golem non lo si potesse abitualmente definire tale, con un minimo d'impegno, lo si sarebbe potuto derubricare. C'era o non c'era stato il salto della quaglia?
Si era sbagliato. Era la cosa più semplice.
Il pensatoio?
Troppo lungo, non era un'intervista?
Che fosse uno scherzo?
Una prova?
I Golem potevano definirsi entro o fuori dai limiti lasciati così candidamente sul vago, quasi un anno prima? Se erano fuori, come poteva il Giovane, seminare zizzania inconsapevolmente in qualcosa che non avrebbe potuto rivelargli, sapendo che non avrebbe potuto? Oppure poteva tranquillamente decidere che non fossero entro il recinto, e giocare in contropiede, Durlindana alla mano, in prima linea, guidando una rimonta degna di Orlando. Avrebbero vinto l'assedio? Avrebbero ignominiosamente perso? O non avrebbero nemmeno potuto combattere, costretti dal voto?
Doveva decidere.
Ed in fretta.
Ha la mia sincera attenzione.
Come le ho già detto ho interesse a far luce sull'intera vicenda, è anche tempo che tutti questi scomparsi vengano alla luce. Se il Ministero ha sbagliato, è giusto che paghi, è intollerabile che a distanza di anni manchino ancora all'appello degli Studenti, indipendentemente da chi fossero. Fossi stato presente, son certo non sarebbe cambiato molto, ma avremmo quanto meno fatto chiarezza su questo punto, già da un pezzo, ma come accennavo dopo il lungo soggiorno cinese, trascorsi il resto della vacanza in Giappone, avevo delle conoscenze alla Mahoutokoro, ma sarebbe un'altra Storia.
In tutta franchezza, immagino sia sicuro fossero Golem, e la cosa non mi sorprende, anche in Giappone durante l'attacco ne furono avvistati in gran numero, a lasciarmi perplesso è l'attributo che ha deciso di usare: Runici. Vede, per quanto personalmente mi reputi abbastanza edotto circa l'argomento, per tutta una serie di approfonditi studi che ho condotto in merito, nel corso degli anni, sarei abbastanza scettico su quest'ultimo punto, per quanto io stesso ne abbia speculato su un piano strettamente teorico, la questione solleva una serie di problematiche di difficile risoluzione. Può darsi semplicemente che nella concitazione di momenti immagino drammatici, si sia semplicemente confuso, può succedere in fondo.
Vede, muovendo dal principio, lei cosa sa in merito ai Golem?
Era un'intervista, d'accordo, ma non era stato lui il primo ad andare cercandosele.
Che razza d'idea di giornalismo d'assalto doveva essersi fatto il Giovane? Che leggesse la robaccia dei coloni? Inchieste di corruzione, selvaggi, e colonie? Tanto valeva procedere con ordine, ed evitare per quanto le circostanze lo permettessero il caos. Di tempo ne avevano, non erano previsti ulteriori impegni. Gli eventuali sopavvenuti dell'ultimo minuto sarebbero stati invitati a ripresentarsi il giorno seguente, ecco, c'era solo la questione della cena. Non doveva mancare moltissimo, o comunque non troppo. Avrebbero tardato. Pacifico. Di quanto? Ma mettere nel sacco un Elfo con una qualche scusa, non era troppo difficile, una cosa tira l'altra, ed un arrosto sarebbe comunque saltato fuori, con qualche patata. Era un compromesso accettabile. Sì? No? Sì, in fondo lo era. Saltuariamente tenersi leggeri la sera poteva essere d'aiuto anche alla digestione, quel fanfarone del medico cosa andava blaterando? A sì, una salute d'acciaio, non sembra invecchiato d'un giorno. Certo, si fosse dilungato in dettagli, l'avrebbe preso per pazzo, ma era meglio un pacato, ed amabile silenzio, ad una cruda verità. Quanti medici aveva già cambiato? Quanti erano già andati in pensione? Perchè si ostinasse con i Babbani? Avevano un loro perchè, qualcosa da raccontare di diverso, proprio come i giardinieri. Quanto avevano perduto nel 1692 non era noto a molti, ma non era nemmeno un problema suo, in fondo. Stava bene anche con i Babbani, lo era sempre stato, e forse scrivevano anche cose più sensate, con gli strumenti a disposizione, certo. Era pur sempre una questione di relatività. O non lo era? Aveva importanza?
Mentre sorseggiava nuovamente il liquido tiepido, parve essere tornato il momento del Giovane, tornato alla carica, pronto a sfondare le linee nemiche, aquilifero della Decima, al pari di un Golem? Ed una nuova sorpresa, che forse in fondo, non lo era? L'intervista non era un'intervista, ma l'ennesima di una serie infinita di scuse, una più nobile dell'altra, certo, ma pur sempre scuse. Non era in fondo anche quello relativismo? O era una deliberata e semplice menzogna? Avrebbe pesato? Glielo avrebbe fatto pesare? Che fosse o non fosse una menzogna, in fondo, cosa poteva cambiare? Ma perchè quello strano giro? Era una sfida a singolar tenzone, alla ricerca del più contorto tra i contorti? Che ci fosse ancora dell'altro sotto? Mascherare un semplice colloquio, da intervista, che ignorasse la realtà dei fatti? Che si fossero persi qualcosa per strada? Si stava mettendo alla prova? In che senso?
Sorrise, per non ridere, mentre la finestra socchiusa alle spalle si spalancava con grazia, lasciando emergere dalle profondità dell'esterno il volatile dal nobile piumaggio, era tornata Minerva. Ma innanzi alla sorpresa delle rivelazioni a cascata del Giovane, pronto ad estrarne una nuova dal cilindro, dimenticato per dispetto da qualche parte, quel ritorno inatteso non sembrava destare eccessivo clamore. L'eterna attesa di qualcosa che tardava ad arrivare? Avveduta, misurata, guadagnò il trespolo, meta agognata, di un lungo ed intenso viaggio? Uno sguardo, un tacito intimo ben tornato. Cosa si aspettava? Riposto il piattino, abbassata la tazzina, cosa lo attendeva? Era piuttosto sicuro di non avere debiti in giro, i nipoti erano finiti, furti non ne aveva subiti, o almeno nulla di cui sentisse la mancanza, poteva esserci dell'altro?
C'era dell'altro?
Ammetto mi abbia sorpreso, non è semplice, avrei potuto prevederlo, ma andare a pensare che un'intervista non fosse l'intervista che mi sarei atteso, ed ancora, nemmeno un'intervista, probabilmente sarebbe stato troppo, anche per me. In realtà, fatico anche ad intuirne la logica, ho lasciato intendere a molti di non essere ben disposto nel raccontare della mia vacanza, quanto in realtà volessero sapere, quindi se avesse voluto un pur sentito colloquio le sarebbe bastato venire a bussare, come diversi suoi colleghi, sciamannati e deprevati tentano con fortune alterne. Ad ogni modo, la ringrazio della confessione, ma non vi darei troppo peso. Anche in questo caso, è molto gentile, ma non mi sopravvaluti, son molto vecchio, il resto è una conseguenza. Ma ha ragione, è capitato a Tassorosso, io direi senza grandi sorprese, e da allora molte cose sono cambiate. Perchè ritiene di esserci finito? Immagino che con il senno di poi anche la risposta sia cambiata, se non glielo avessi chiesti qualche anno fa. Con il tempo si accettano circostanze che avremmo reputato insostenibili, ma fa parte del gioco.
La Verità, sino a qualche anno fa sarei stato il primo ad affermare che fosse sempre, in ogni caso, la preferibile delle soluzioni, ormai temo di aver cambiato idea, l'età...
Una nota malinconica, prima di scostare il trono, ed alzarsi.
Darsi alla fuga? Era ancora in tempo, in fondo.
Flessuosa ricadde lucente la veste lilla, il mantello. In fondo, sino a poco prima stava spolverando la sua collezione, poteva tornare a dedicarsi a quello? E perdersi la Storia? Guadagnata la finestra, la chiuse, girandone la maniglia. Niente spifferi, era costato un patrimonio far isolare tutto, tanto valeva chiuderlo come si convenisse. Era una bella giornata in fondo, il racconto poteva anche proseguire. La confessione? Cercava un'assoluzione? I colpi di scena potevano anche essersi esauriti? Poteva darsi. Girò dall'altro lato da dove era venuto, il trespolo non più vuoto dava tutta un'altra immagine di sè, non c'era che dire, al Giovane non sarebbe spiaciuto, non era il solo a reclamare attenzioni, in fondo. E non poteva esserne il più geloso.