Avvertimenti dal Futuro, Cluny, Atene IV Incontro

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view post Posted on 1/7/2015, 23:03
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Abbandonate Ogni Speranza, O Voi Ch'Entrate

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Oh quanto è corto il dire e come fioco
al mio concetto! e questo, a quel ch’i’ vidi,
è tanto, che non basta a dicer ‘poco’.

O luce etterna che sola in te sidi,
sola t’intendi, e da te intelletta
e intendente te ami e arridi!

[...]

A l’alta fantasia qui mancò possa;
ma già volgeva il mio disio e ‘l velle,
sì come rota ch’igualmente è mossa,

l’amor che move il sole e l’altre stelle.

(Dante, Paradiso XXXIII, 121-126, 142-145)


Ormai era fatta.
O almeno, sarebbe dovuto esserlo.
Il messaggio era stato recapitato, De Molay non era ancora fuggito, ed erano tutti più o meno vivi. In fondo, si poteva quasi concludere fosse andato tutto bene. O non proprio? Certo, qualche grattacapo, qualche inghippo, qualche passo falso, ma nel mentre di una lunga scampagnata, sembrava quasi inevitabile che non tutto potesse andare per il meglio. Stavano per invecchiare di sette secoli? Il Fato che fine avrebbe fatto? Sarebbe invecchiato di colpo anche lui? Che fosse un Fato diverso quello verso cui andavano incontro? Che in sette secoli avesse avuto modo di riflettere sulla sua lunga esistenza, ed avesse trovato il tempo di fare testamento? Che avesse affidato la gestione dell'impresa ad altri? Per dedicarsi a cosa?
Lentamente l'eco dell'ultima voce si spense, rimbombando tra una volta e l'altra, tra una guglia e quella vicina. Era davvero finita? Avrebbe creduto alla loro Storia? il vecchio Templare tra il sorpreso, e lo stralunato non sembrava essere intenzionato a rompere il silenzio. Lo shock era stato troppo grande? Non se l'aspettava? Il resto del Coro in religioso silenzio scrutava di soppiatto ora l'impossibile messaggero, ora la nuca dell'Abate, ora del Templare. Qual era il significato del messaggio? Fuga? Salvezza? Smobilitazione? In quale maniera il Monastero avrebbe potuto trarne un qualche giovamento? Se De Molay ed il Re avevano un conto in sospeso, loro non si sarebbero sicuramente immischiati. Era una politica che funzionava da troppo tempo, per mettersi in mezzo, e buttare all'aria secoli di successo. La loro parte l'avevano ben fatta. Avrebbe potuto pretendere altro?
E poi l'inaspettato.


Grazie...

Cosa avesse intenzione di dirgli, non lo seppero mai.
Lampi e scintille di energie blu presero ad avvilupparli in breve tempo.
Un cenno da parte del Vecchio, forse intenzionato a rimanere, e non erano più.
Il cedere delle porte, la fiumana di esseri che si riversava nella Basilica, lo stupore del loro pubblico ad assistere a quello strambo sviluppo. Il vortice che li aveva portati sin là, ora li riportava da dove erano venuti. Rapido, lesto, frenetico, cavalcava le onde del Tempo. Pochi istanti ed era fatta, erano tornati. Il folto tappeto dell'ufficio, l'aria di Hogwarts, i vestiti che erano tornati ad essere quelli di sempre, artefatti ed ammenicoli persi nel corso della Scampagnata che tornavano a piovere su quella stessa tranquillizzante, famigliare superficie. E c'erano tutti, dai primi scomparsi, all'ultimo. Era tornato anche il Vecchio, con la fenice.
Era finita così?


Dunque fanciulli, questo era l'ultimo messaggio da parte della Tuke, che è seriamente intenzionata a partire nei prossimi minuti per Honolulu, almeno sino ad Ottobre. Prima di farlo, una serie di comunicazioni dell'ultimo minuto. In On, come avrete letto, non è successo nulla, siete semplicemente tornati al Castello, tutti quanti, con la bacchetta perduta. Vi ricordo a tal proposito, di seguito trovate le Statistiche attuali, e dovrete passare in Infermeria, per ristabilirvi. Abbiamo già provveduto ad informarli, quindi nulla di strano. Decidete voi se avete intenzione di aprire una o più discussioni, Poverell come leggerete tra non molto, vi accompagnerà, siete quindi liberi di gestirvi la cosa. Riguardo le Statistiche, vi ricordo, che tornano normali con la fine dell'Evento. Gli incrementi erano squisitamente temporanei, come premesso dall'inizio. Non abbiamo casi di coma, quindi più o meno sulle vostre gambe potete raggiungere l'Infermeria.
Venendo ora all'Off, un'altra serie di postille:
1: manca ancora l'ultimo post, il ritorno. Per una certa coerenza di gioco è consigliato postare. Come vi sarete accorti abbiamo purtroppo sforato di una buona ventina di giorni, per quanto non fosse nostra intenzione, è andata così. Ma abbiamo finito, il che è già un successo, senza sacrificare parti troppo essenziali della Trama. Quindi, grazie a tutti.
2: nei prossimi giorni verranno pubblicati gli emolumenti per ognuno, qui di seguito, ed in copia nell'altro topic. Ricordo a chi dovesse, di inviarci gentilmente quanto gli è stato richiesto, essendo parte delle valutazioni finali. Su questo ci torneremo con calma, ma anticipo che le valutazioni siano qualcosa di squisitamente personale, e per quanto sorgerà spontaneo, i confronti sarebbero molto difficili da operare. Siete stati valutati secondo una serie abbastanza ampia di criteri, che non conoscete, alcuni Pg hanno per inclinazione la tendenza a soddisfarne alcuni, altri altri. Qualora qualcuno se lo stesse domandando, in tale sede verremo a discutere anche delle conoscenze apprese dai Pg.
3: nel corso della scampagnata francese, abbiamo sfruttato per vostra gentile concessione una serie di abilità, e conoscenze, che potrebbero avere esposto diversi Pg ad illazioni, e congetture più o meno fantasiose dei colleghi di spedizione. Qualora riteneste di aver quadrato il cerchio, vi invito comunque a consultarvi con la vittima di tali congetture, e chiarire cosa possiate avere davvero compreso. L'azione è stata spesso concitata, ed ho sorvolato su una serie faccende, che ritengo possiate gestirvi ora voi. Spesso è capitato che nonostante la chiara volontà espressa dal Pg di non farsi sentire, vedere, o smascherare, qualche componente del Gruppo abbia puntualmente sentito, e visto tutto, smascherandolo. Dal momento che tali abilità son state impiegate per spingere avanti l'azione, non sarebbe equo penalizzarli poi in On, ad aeternum. Siete quindi invitati a consultarvi, prima di lanciare la caccia alle streghe. In particolare le posizioni ambigue potrebbero riguardare: A, E, Z, N, J.
4: ricordo anche ad una parte di Voi, che dobbiate ancora ottenere il famoso Invito, o che comunque una serie di Role vadano in una qualche maniera concluse. Alcuni dei vostri colleghi non sono stati Evocati mancando proprio quello, e non è il caso di iniziare con i precedenti. Avete tempo sino al prossimo Evento, occasione in cui verranno Evocati esclusivamente gli Invitati, effettivamente, in On.
5: vi ricordo anche, che l'intero evento è ambientato ad Ottobre, siamo quindi indietro di un anno. Secondo il tempo in On l'intera scampagnata è durata pochissimi minuti, secondo il tempo di Hogwarts, nonostante sia trascorsa un'intera nottata. Tenetene conto qualora doveste entrarvi in argomento. Come già sapete, prossimamente avremo modo di discutere in On dell'intera faccenda, in una festa, ma anche su questo tornerà Poverell.
6: ringrazio tutti per la proficua collaborazione, e vi invito a scriverci qualora abbiate qualche osservazione, o anche critica da muovere a questa faccenda, che abbiamo iniziato a Marzo. Potete anche farlo anonimamente, come preferite. Ricordo invece all'Aureo, ed all'Argentea, che ringrazio, di scrivere con una certa calma il Diario. Ai fini della valutazione abbiamo già assunto che lo farete, facendo parte di uno dei criteri.


William
Punti Salute: 45/180
Punti corpo: 130
Punti Mana: 130
Horus
Punti Salute: 95/250
Punti corpo: 230
Punti Mana: 250
Elhena
Punti Salute: 55/180
Punti corpo: 140
Punti Mana: 140
Mya
Punti Salute: 90/240
Punti corpo: 200/200
Punti Mana: 190/190
Arya
Punti Salute: 60/210
Punti corpo: 130
Punti Mana: 130
Zoey
Punti Salute: 5/170
Punti corpo: 120
Punti Mana: 140
Meredith
Punti Salute: 5/160
Punti corpo: 90
Punti Mana: 90
Versus
Punti Salute: 55/160
Punti corpo: 90
Punti Mana: 90
Eloise
Punti Salute: 40/160
Punti corpo: 100
Punti Mana: 100
Emily
Punti Salute: 55/190
Punti corpo: 140
Punti Mana: 140
Niahndra
Punti Salute: 25/190
Punti corpo: 140
Punti Mana: 160
Leia
Punti Salute: 15/210
Punti corpo: 180
Punti Mana: 180
Nathan
Punti Salute: 20/270
Punti corpo: 260
Punti Mana: 290


L'Extra Omnes è per il 5 Luglio.
Possono postare anche Nathan, Zoey, e Meredith.
La Tuke ci ha lasciato.

 
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view post Posted on 2/7/2015, 14:33
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Scopro Talenti, Risolvo Problemi

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Arda

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C'erano quasi, ormai era fatta.
Era già tempo del conto alla rovescia?
Quanto sarebbe stata sostenibile quella commedia?
Ci sarebbero davvero cascati, per abbastanza tempo?
Passato quel momento di sorpresa, in cui avrebbero dovuto ragionarci, confrontare quella pur remota possibilità con il resto, risvegliare doti perdute, e l'ingegno. Sarebbero giunti alla conclusione, che solo un Tribunale avrebbe potuto svelare quel legittimo dubbio. Se la Basilica era stata sigillata, evidentemente qualcuno doveva essere rimasto fuori. Che la situazione non fosse poi così felice, e serena? Che quella lunga serie di inganni fosse ormai giunta al capolinea? La confusione del bibliotecario sarebbe rimasta tale per almeno qualche giorno, quindi almeno quello non sarebbe stato un problema. C'era tutto il resto. Una scappata per locande, e taverne sembrava essere sempre più improbabile. Presto o tardi qualcuno si sarebbe infine posto qualche domanda. E per allora sarebbe stato decisamente opportuno essere lontani.
L'avevano riconosciuto, ormai era certo.
E c'era un legilimens, quanto avrebbe impiegato?
Averla piantata con gli Inni era d'aiuto, certo, ma la situazione andava complicandosi, in fretta. Il libro avrebbe risposto. Il pericolo era davvero così prossimo? Ed il silenzio. De Molay stava davvero riflettendo sul messaggio, sulle parole dei Giovani, o stava cercando di venire a capo di quell'enigma? Chi erano costoro? Ed il Libanese che fine aveva fatto? Ne parlavano tutti, da quasi un giorno, ma non si era ancora visto. Possibile che non si fosse accorto di nulla? Il Templare era così sicuro, e l'Abate così irritato da quella scomoda presenza, che quel ritardo aveva del mistico. Ma non sarebbe stato per sempre. Ormai dovevano essersene accorti anche all'esterno, che qualcosa non stava filando per il verso giusto. Non erano degli stupidi.


Grazie, del...

Il Tempo era scaduto.
Il Libro entrava in azione.
Lesto, efficace, subitaneo.
Le porte che si spalancavano, da ogni direzione.
Lo stupore del concentrato pubblico.
Il vecchio Templare che si fermava.
La fiumana che si gettava oltre le porte.
Che dovessero ancora imparare la discrezione?
Che non fosse stata quella quieta scampagnata prevista?
Ormai erano andati. Era finita.
Era tempo di andare?
Con calma.

[...]

Riapparvero tutti da dove erano venuti.
In quei pochi minuti, trascorsi altrove, l'Ufficio era rimasto quello di sempre.
L'amica di un'esistenza, Minerva, prese la via del trespolo.
Era stata una nottata diversa dal solito, anche per lei.
Il Vecchio nuovamente nei panni del Professore, e dello Storico, era lì.
Forse che qualcuno necessitasse di una qualche forma d'aiuto?
L'infermeria era stata informata, nulla di troppo strano.
Sorrise allegro, al pubblico riverso sul tappeto, e sulla pietra del Castello, mentre il Libro, infine, si richiudeva. Un'altra cosa fatta. Anche il mantello da viaggio, e la veste erano tornati quelli di sempre. Tutto in ordine? Tempo di proseguire, ed andare oltre? Che diamine avevano combinato? In effetti, avevano ragione, puzza di sterco. Per quanto non fosse un esperto, era decisamente inconfondibile. E chiaramente sul suo tappeto.


Ottimo Signori, ben tornati ai giorni nostri.
Confido abbiate viaggiato bene, ma ormai siamo al termine.
Nei prossimi giorni riceverete l'invito ad una festa a tema. Avremo sicuramente modo di discutere di cosa vi sia successo, in mia assenza. Su cui confido vorrete riflettere, nel frattempo. Potreste comunque già iniziare a pensare a due eventuali ospiti, che vorrete invitare, così da muovervi per tempo. Ma temo che nell'immediato vi abbia fissato un altro appuntamento, in Infermeria, di cui più di qualcuno potrebbe anche necessitare. Anche questa è una tradizione. Quindi prego, sono dietro di Voi. Del resto, ad Hogwarts, come saprete, chi chiede aiuto, lo trova sempre.


Ormai il Tempo era passato.
Era davvero tutto finito?
Almeno per un po'.

 
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view post Posted on 2/7/2015, 16:07
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Era ancora poggiata allo spesso bordo della panca, il respiro che le grattava con forza sulle pareti della gola. C'era stata concitazione nell'aria, il coro interrotto nella sua virtuosa esibizione e un popolino messo alquanto in allarme dall'arrivo di temibili bambini. Si sapeva, di quei tempi il maligno era solito annoverare infanti e giovinetti tra le sue fila, sfruttandone l'indicibile crudeltà e forza.
La tassorosso avvertì un passo leggero alle sue spalle, e anche se la stanchezza le giocava brutti scherzi l'istinto sempre in allerta la teneva vigile. Si voltò appena verso sinistra, giusto il tempo di osservare l'avanzata della Serpe Rossa. Sentì i suoi occhi azzurri attraversarla, senza riuscire a comprendere se la considerazione della sua persona fosse mal sopportazione o una più accorta diffidenza. Quel che era certo, era che non vi fosse nemmeno indifferenza nel suo sguardo, in qualche modo l'averla riconosciuta le aveva attribuito un valore, come esistenza.
*Proprio ciò che volevi*
Ma era rimasta una singolarità, legata a lei e all'altra serpe, e il tutto era avvenuto tra le tenebre più oscure, all'incrocio di due fuochi, combattendo per la vita stessa. Dubitava che il suo nome e il suo viso avrebbero mantenuto lo stesso valore nelle loro menti ancora a lungo, gli esseri umani dimenticano in fretta si disse.
E una volta terminato quel viaggio le loro vie si sarebbero separate, per incrociarsi forse sporadicamente in aula o nei corridoi, come accadeva sempre.
Il vociare nel frattempo aveva rallentato la sua corsa, inframmezzato da toni stupiti, ed esclamazioni preoccupate, fino all'Atto ultimo pronunciato da una sua concasata più piccola.
Il messaggio era stato consegnato, la missione era giunta al termine. Quanto ancora avrebbero dovuto attendere prima che il libro si attivasse nuovamente per riportarli a casa?
Già i primi lampi di luce si palesavano qua e là, ma Mya era fin troppo concentrata a mantenersi in piedi per badarci più del dovuto.
Istintivamente contrasse i muscoli addominali, per cercare di limitare gli effetti di quella traversata nel tempo.


Solo quando si ritrovò con una superficie solida sotto alle ginocchia riaprì gli occhi. Era nuovamente nell'ufficio di Peverell, che aveva lasciato più di un'ora prima. Ma il tempo doveva essere sempre una costante incerta in quel tipo di viaggi perchè, alzando gli occhi, Mya notò che la pendola era avanzata solamente di alcuni minuti.
Era in ginocchio nei pressi del muro, la lunga coda della fenice appollaiata sul trespolo quasi le poteva sfiorare il naso. Aveva dolore ovunque e si sentiva pervasa da una stanchezza indicibile. Anche il professore era tornato, e con lui anche tutti i componenti della spedizione. D'un tratto la tassorosso si ricordò esattamente di chi fosse e di dove fosse. Per quanto avesse voluto tenere al segreto la sua identità, ora trovarsi ad Hogwarts la identificava come un'abitante del castello, senza dubbi di sorta. Si tastò la testa, scoprendola ancora coperta dal cappuccio della cappa (questo integro a differenza di quello medievale, vistosamente logorato dai continui attacchi che aveva subito).
Si alzò con estrema fatica, scoprendo i muscoli delle gambe intorpiditi, e si avviò verso il professore prendendolo da parte. Fra tutti loro era quello più in forma, considerata la veneranda età, e ciò faceva riflettere.
- La ringrazio per la premura anche nei miei riguardi, ma le mie condizioni non sono tanto pessime da necessitare cure immediate Ser Peverell - in realtà lo erano, ma avrebbe preferito digiunare una settimana piuttosto che chiudersi nell'infermeria. Le ferite non sembravano tanto profonde, solamente le ustioni le facevano un discreto male, ma avrebbe trovato modo di alleviarle. Una cicatrice più, o una meno. Era diventata brava a collezionarle.
- Con il vostro permesso mi congederei, il mio compito è giunto al termine come da lei richiesto. - *Non mi consideri mai più in uno dei suoi grandi progetti e depenni il mio nome dalla sua mente* avrebbe voluto aggiungere, ma tacque per il bene dei suoi piani. La verità era che aveva bisogno di quell'uomo, della sua conoscenza e della possibilità che avrebbe potuto darle. Anzi, avrebbe dovuto darle.
Si avvicinò all'uomo, dando le spalle al gruppo e sporgendosi appena verso di lui, così che fosse il solo a captare quel messaggio.
- Verrò a trovarla nei prossimi giorni e spero di trovare la porta aperta - *E buttarla giù non sarebbe comunque un problema* Aggiunse un sorrisino alla velata minaccia, poi si voltò abbassando il capo e superando parte del gruppo, fino a raggiungere la porta. La aprì e vi scivolò oltre, fermandosi appena oltre lo stipite, una mano ancora teneva la maniglia, gli occhi passarono rapidamente in rassegna tutti i ragazzi. Alcuni erano messi peggio di altri, qualcuno si reggeva sulle proprie ginocchia ma sembrava sul punto di svenire da un momento all'altro. Ora che li osservava alla luce vivida delle candele notò che alcuni erano suoi concasati, e due di loro addirittura sue compagne di stanza. I restanti sembravano abbastanza in forze da potersi aiutare a vicenda. Aveva evitato di puntare lo sguardo su Horus, per il timore che con quella luce fosse facile per lui riconoscerla sotto quel cappuccio. Ma per quanta accortezza si costringesse ad adottare gli lanciò comunque un rapido sguardo sollevando il viso e trovandolo poco più in là. Sembrava stare meglio di molti altri, anche se l'espressione contrariata sul suo viso lasciava davvero poco spazio all'immaginazione. Stava bene ed era tornato, questo era l'importante.
Per quanto il suo unico pensiero ora fosse di uscirsene con un elegante commiato, decisa a sgattaiolare nel suo dormitorio a leccarsi le ferite in solitaria prima di incontrarle, l'idea di congedarsi in quel modo meschino dopo tutto l'accaduto, la faceva sentire un essere infimo.
Lasciò fuoriuscire uno sbuffo di resa e si avvicinò alle due ragazze.
Ripose la bacchetta nella cintola laterale sotto alla cappa e si accucciò delicatamente sulle ginocchia.
- Riuscite ad alzarvi? Vi accompagno in infermeria -


Lasciato le compagne ferite sul lettino e assicuratasi che ricevessero le dovute cure, Mya sarebbe semplicemente svanita oltre la porta, ritornando alle sue stanze. Sperando di non addormentarsi lungo la via, considerata la stanchezza che aveva attanagliato il suo corpo.
Quella notte il dormitorio sarebbe stato stranamente silenzioso.



Offro la mia spalla vigorosa (...) a Niah ed Eloise, per ovvie ragioni.







 
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view post Posted on 2/7/2015, 22:24
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all that is gold does not glitter, not all those who wander are lost

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Furono attimi di sospensione. Il silenzio era calato nella Chiesa e apparentemente nessuno aveva preparato alcun tipo di reazione per quella notizia di cui Eloise stessa si era fatta portavoce. L’espressione di De Molay era impareggiabile e la rossa si disse che non ci sarebbe mai più stata l’occasione di stupire qualcuno in quel modo. Non staccò lo sguardo dal volto dell’anziano Templare: ora, dopo tutta la strada percorsa, dopo tutte le ferite racimolate in giro, voleva sapere quale sarebbe stata la reazione, quali le scelte, quali gli eventi storici, se mai avesse voluto condividerli con quel pubblico peculiare.
De Molay iniziò a parlare ringraziandoli, ed Eloise pendeva dalle sue labbra, ma proprio quando la situazione si stava facendo interessante venne risucchiata in una dimensione fin troppo nota.

*


Capitombolò sul pavimento dell’ufficio di Peverell presa da una nausea incredibile, probabilmente dovuta alla spossatezza generale. Il viaggio di andata era stato decisamente più leggero del ritorno. Fissava il tappeto e la testa girava, e quel cibo ore prima – erano davvero passate delle ore? – era entrato nel suo corpo pareva voler uscire con violenza. Ebbe un conato, ma riuscì a trattenersi dal riempire di cibo non digerito l’elaborato tappeto.
Respirò a fondo, cercando di calmarsi. Non era pronta a tornare, non era pronta a quello sbalzo all’indietro e poi in avanti. In verità, non era pronta a molte cose che aveva visto durante quell’incontro, e sapeva di essere ormai segnata da quanto era accaduto. Ormai non era possibile ritornare sui propri passi e avrebbe dovuto imparare a convivere con quelle esperienze, con le cose che aveva visto e provato. Non era certo il momento di riflettere.
Non aveva ancora avuto il tempo di riprendersi, capire chi era e cosa ci faceva nel mondo, che Peverell aveva iniziato a parlare. Ma come faceva a starsene lì, arzullo e pimpante, mentre loro erano sull’orlo del coma? Bastava guardare la donna Auror per rendersi conto che era troppo. Nonostante il desiderio profondo di lamentarsi e allontanarsi dal professore, stette ad ascoltare cosa aveva da dire. Una festa a tema? Cosa avrebbero dovuto fare, travestirsi da minotauri con tre corna o da anatre con proiettili di ghiaccio? Da dove diavolo gli era spuntata in mente quell’idea? E soprattutto… quando? Evidentemente aveva avuto un bel po’ di tempo da perdere – oppure era un’idea che aveva fin dall’inizio. Giusta o non giusta, divertente o meno, si sposava meravigliosamente con i suoi desideri: non perdere di vista gli Ateniesi. L’unica cosa che si augurava, almeno in quella occasione, era di non dover mettere a repentaglio la vita. Si guardò il petto e vide che la spilla era lì, puntata, sicura. Era certa che da ora in avanti, qualora si fosse trovata in una situazione difficile, di pericolo o di imbarazzo, avrebbe pensato, “beh, posso sempre strapparmi la spilla”. Sarebbe stato decisamente comodo.
E poi Peverell accennò agli ospiti… due ospiti? Chi avrebbe portato? Una sarebbe stata sicuramente Ophelia – ce l’avrebbe trascinata a forza, ma del secondo non aveva idea. Demandò quel pensiero a un secondo momento, perché finalmente era tempo di andare in infermeria, dove sperava di non dover passare tutta la notte: i letti del Dormitorio dovevano essere nettamente più comodi.

«A tema vuol dire che ci vestiamo da gatti che esplodono?» Ghignò, immaginandosi i compagni conciati come gli strani ostacoli con cui avevano avuto a che fare. L’atmosfera di casa iniziava a farsi sentire, i nervi si distendevano e la tensione calava. E la Lynch non conosceva modo migliore delle battute stupide per rilassarsi.
Si stava per alzare, quando una figura le si parò davanti, oscurando la luce delle torce. Inizialmente non la distinse, ma quando sentì la sua voce non ebbe dubbi sulla sua identità. L’arcano era svelato: quella figura che si era unita a loro a metà avventura – che lei aveva sospettato tramasse di uccidere parte del gruppo – altri non era che Mya, sua compagna di Casata e suo Capitano.

«M-Mya…» Le disse con aria sognante, quasi non credesse ai loro occhi.«Io non ti avevo riconosciuta… A un certo punto ho anche pensato che volessi ucciderci… Che tonna.» Le sorrise, accettando di buon grado la sua spalla. Era messa meglio di loro, ma si vedeva che a sua volta era rimasta provata dall’avventura. Con il suo aiuto si tirò su e vide che c’era anche Niah, che anche lei era lei salva – ma più o meno sana. Fecero per uscire, ma Eloise si voltò indietro. C’era un volto che doveva ritrovare per assicurarsi che seguisse il suo stesso percorso: Versus. Quando la individuò le fece un cenno con il capo, come un invito ad andare dove probabilmente tutti loro desideravano recarsi: l’infermeria.

Azioni
Serio rischio di vomito sul tappeto. Battute stupide. Svela la presenza di Mya
Attivo
Bacchetta
Sacchetto in velluto
Spioscopio
Spettroccoli
 
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versus zero
view post Posted on 3/7/2015, 10:07




Che stava succedendo? Sembrava di esser finiti in una conversazione tra parenti in visita, che si erano fatti un viaggetto di un'oretta massimo nella comodità della propria auto con tanto di aria condizionata/riscaldamento, pancia piena e vestiti puliti. Solo che loro erano massacrati in vari modi, puzzolenti e non propriamente di buon umore.
Per quanto riguardava i parenti... uomini incappucciati molto simili a quelli di una qualsiasi setta da film horror o da cronaca nera, il trio strambo al centro in rosso, bianco e nero: una nuova bandiera, come poteva chiamarsi quella regione? ClunyVaiAlDiavolo o simili. Che razza di paese. Un bosco infestato di creature sclerotiche, folletti hippie, lupi-leoni di ombra, soldati armati a puntino, monaci sclerotici, templari ridotti peggio. E poi quell'abbazia, che nulla c'entrava col resto, nella quale vi erano serafici credenti che se la ridevano e cantavano mentre fuori capeggiava il caos.
Dov'erano finiti? Come sarebbero finiti? La mente già confusa della Grifondoro aveva talmente tante domande che non sapeva nemmeno quale porre prima e a chi rivolgerle.
Horus prese parola ma... sembrava voler intavolare un discorso, lo avrebbero ascoltato? Forse era meglio consegnare il messaggio e tentare la fuga, l'unico sano di mente lì dentro sembrava De Molay. Fermo, dal tono pacato, non capiva se era più simile a un guerriero avanti con gli anni o a uno di quei maestri a cui, nei film, si chiedevano consigli. Come si chiamavano? Guide? Strateghi?
E poi ecco Eloise prendere parola, uno sguardo di gratitudine misto rispetto con l'aggiunta di un grazie-a-te-mia-socia-che-hai-finalmente-detto-quella-maledetta-frase e una manciata bella grossa di ammirazione, apparì sul volto di Versus. Sempre se fosse possibile mostrare tutte quelle cose in una sola volta senza sembrare in procinto di concedersi un bel ictus potente.
Era arrivato il momento di godersi la vittoria, la fine della missione, scoprire a cosa erano destinati, come avrebbe reagito l'uomo. Insomma dovevano ricevere il premio, bello o brutto che fosse, per tutta quella fatica, quell'angoscia e quegli infarti sventati. La paura, il dolore, avrebbero finalmente avuto un senso.
Invece no,come in una catena di montaggio dove si ripeteva la stessa azione (fuga- dolore- fuga- dolore), senza veder mai il prodotto finito, così la scena fu bloccata sul “più bello” del Bello.
Scintille bluastre sfocarono l'ambiente circostante e prima che se ne accorgesse, Zero si ritrovò a far i conti con quella sensazione torci budella. Il libro li stava portando via? Che tempismo oh! No guarda, grazie, davvero grazie al... Merlino.
L'ultima cosa che aveva visto era il cenno di Peverell, li aveva mandati in pace, tanti saluti, ci vediamo dopo.
I suoi occhi si riaprirono poco dopo l'impatto con quello che sembrava un tappeto. Davanti a se il soffitto di una stanza e lei conosciuta.

Biscotti.
Fu l'unica parola che l'uscì di bocca, insieme a qualcosa di simile a un colpo di tosse/conato di vomito privo per sostanza. Non aveva più niente nello stomaco, dopo tutta quella tensione l'unica cosa che la riempiva probabilmente era la polvere aspirata durante le varie esplosioni.
Non c'erano più dubbi, non era un sogno, li aveva davvero mandati in guerra. Rieccolo il docente, sebbene fosse il più anziano era l'unico in salute. Che cosa esilarante, davvero, come il discorso sulla festa, ma certo un party a tema, una meraviglia.
Se avesse saputo in quel momento che, dopo l'infermeria, sarebbe toccato proprio a lei sistemare un locale indecente per poi servire una decina di persone, si sarebbe tuffata di testa nel libro cercando il colpo di grazia. Per sua “fortuna” la prenotazione del locale sarebbe giunta dopo.
Cercando tra imprecazioni trattenute a stento e fitte onnipresenti di rialzarsi. Barcollò ridacchiando alla battuta della Rossa.

Io mi travesto da toro corazzato scolorito.
Era in piedi, forse, doveva solo trascinarsi verso l'infermeria. La sconosciuta pareva avere altre intenzioni, chissà chi era. Mya? Boh. Aveva tante domande da porre al docente ma nessuna voglia di farlo. E poi avrebbe spiegato tutto a quella festa. Ci sarebbe andata? Voleva andarci? Beh un po' ci teneva a restare in contatto con quei compagni di sventura, soprattutto con la coetanea con cui aveva comunicato e con i Capi-spedizione che ormai ammirava.

Ehi Ho, Ehi Ho, a casa in infermeria a riposar!
 
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view post Posted on 3/7/2015, 11:17
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«And the only solution was to stand and fight» Merlino ballerino!

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A quanto pareva, l'essere passati in mezzo a pericoli come quelli che avevano affrontato (con tanto di beffa al salto della staccionata) non bastava. Quando la ragazza, ancora sostenuta dalla presa forte di Horus, udì le parole di quello che, finalmente, ai loro occhi si era mostrato essere De Molay, si trattenne a stento dallo sbottare in uno sfogo esasperato ai limti dell'aggressività. Tre cose la fecero deisistere: la sua attualmente ridottissima forza fisica, la perdita della sua bacchetta, e più di tutto la presenza dei piccoli studenti lì intorno. Non sarebbero cresciuti come si supponeva dovessero fare, se lei fosse stata in grado di lasciarsi andare esprimendo a De Molay e soprattutto a Peverell il suo colorito disappunto per quella nottata e soprattutto per quelle supposizioni.
In vece di tutti loro (e, ci avrebbe scommesso il suo distintivo, con un autocontrollo degno del migliore occlumante esperto in circolazione) Horus esorcizzò tutte le eventuali intenzioni omicide sue e del gruppo, reclamando la ragione che, effettivamente, spettava loro di diritto.
*Per cosa, altrimenti, ci saremmo trascinati fin qui, per Dio?!*. Sapeva che non ce n'era motivo, d'altronde la cosa aveva una sua logica, eppure si meravigliava del fatto che li credessero emissari del Demonio, che non capissero le loro intenzioni, solo guardando com'erano conciati.
La voce definitivamente rassicurante fu quella della piccola rossa, la ragazzina che lei stessa, all'inizio della foresta, aveva protetto dalle frustate dei tranelli incontrati sul sentiero. Le poche, semplici e determinanti parole bastarono per acquietare, almeno così sembrava, De Molay, dissimulando definitivamente ogni dubbio sulla loro provenienza, confermando le parole di Horus e anche di Peverell.
La ragazza, come tutti loro, sentì una sola parola in risposta, dopodiché, tutto intorno, l'aria si saturò di scariche bluastre, che risalivano i loro corpi come rampicanti, e in un attimo, tutto svanì.


*PEVERELL SANTO DIO IO TI TAGLIO TUTTE LE TOGHE E LE USO PER APPENDERTI ALL'ANELLO PIU' ALTO DEL CAMPO DI QUIDDITCH!!!!!*
Il tonfo del ritorno era stato ancora meno confortevole di quello dell'andata, e con le costole ammaccate non era certo più facile assorbire l'urto. La testa le doleva, per non parlare del resto, ma se non altro, era trascorso tempo sufficiente per farla tornare pienamente cosciente. Distesa a terra, tastò il suolo, percependo ora di essere libera dalla stretta di Horus. Le dita incontrarono a destra una superficie fredda, a sinistra un tessuto morbido. Si voltò verso il tappeto, con qualche difficoltà, e iniziò a rimettersi seduta con calma. C'erano tutti? *A quanto pare sì* constatò, dopo una rapida occhiata. Si toccò la manica sinistra, ora vuota. *Quasi ustionata, costole rotte, un volo di 60 yarde e non ho nemmeno più la mia...* E quello, cos'era? Poco distante da lei, un legno levigato e chiaro, un'impugnatura intagliata con una piccola scheggia in basso. *...bacchetta*. Sorrise e la afferrò saldamente, visibilmente sollevata, riponendola al suo posto, per poi provare, e riuscire (non senza difficoltà) ad alzarsi completamente. Dosando attentamente i movimenti, si mosse, cercando con lo sguardo Horus. Trovatolo, gli si avvicinò, e posandogli una mano sul braccio, lo fissò negli occhi con gratitudine. «Grazie per avermi ripresa» gli disse, con il migliore sorriso che riuscì a trovare. Dentro di sé si ripromise che, in qualunque maniera, avrebbe saldato quel debito.
In tutto quel trambusto, una volta che si voltò verso l'intera cricca, i suoi occhi si posarono sulla piccola fanciulla rossa che aveva riportato coraggiosamente il messaggio, e la sua battuta, unita a quella della ragazzina dai capelli corvini, le strappò una risata. Faceva male, certo, ma in quell'istante, ignorò il dolore, lasciandosi andare a quell'accesso di allegria, forse solo uno sfogo, ma sicuramente una panacea contro tutta la paura, la tensione, lo spavento e le peripezie di quell'avventura.
«Mi sa che mi terrò lontana da voi due, allora» rispose, ridendo, alle piccole, ripensando a quel volo mozzafiato che si era fatta, ma che presto sarebbe diventato solo un ricordo. *E una tacca in più sul manico dei tuoi coltelli*.
Di nuovo con molta calma, si mosse, seguendo i primi studenti verso l'infermeria, l'unico luogo in cui in quel momento desiderava poggiare ogni centimetro del suo corpo, e concedersi una lunga, sana e gratificante dormita.

 
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view post Posted on 3/7/2015, 14:08
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Sometimes I can feel my bones straining under the weight of all the lives I'm not living.

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«Sì, vai.» *Grazie.*
Le sei difficili lettere da pronunciare rimasero intrappolate tra le labbra della Tassina, mentre la Caposcuola si allontanava da lei.
La loro entrata in scena aveva suscitato un certo scalpore, interrompendo quella che doveva essere un attimo di familiare giocosità che ben poco aveva della veglia notturna; che ore erano? Era già al termine? Erano arrivati proprio allo scoccare della metaforica mezzanotte di Cenerentola?
*Un po' di spudorato culo ogni tanto ci sta.*
Forse il difficile doveva ancora arrivare, si trattava non solo di recapitare un messaggio - anche se l'idea di Niahndra a quel sarebbe stata strapparsi la spilla senza manco avvisare del Bello e puff - ma di assicurarsi che venisse recepito e che i Monaci e De Molay non li considerassero delle minacce; si udì un certo battibeccare e quando una voce nota stuzzicò le sue orecchie, Alistine alzò il capo e scrutò nel cono di luce.
*Ma io l'ammazzo.* Peverell se ne stava lì bello e imbacuccato, innocentino ed ingenuotto a percularli in maniera meschina. *Come spero di avere una O a Storia della Magia, perché se no gli imbratto l'ufficio di caccabombe.* Con la stanchezza che si portava addosso, non riuscì ad escogitare un piano migliore o a comprendere appieno i discorsi altolocati da Cattolici incalliti.
In realtà voleva solo tornare a Hogwarts, ora che erano giunti a destinazione voleva semplicemente chiudere i battenti, farsi una doccia e dormire per cent'anni e più; poi, fresca e riposata, avrebbe pensato a come vendicarsi di quel tiro mancino.
Sbatté gli occhi per tenersi sveglia e si concentrò sulla voce sottile di Eloise che era subentrata ad Horus, lasciarla parlare era stata una buona idea; arricciò il naso all'ennesimo riferimento al loro delicato olezzo e poi sospirò quando finalmente il messaggio venne recapitato correttamente.
*Meraviglioso, bene, cia', ci si rivede sui libri.*
O magari no, del resto ora vantava un'esperienza diretta e benché lì per lì non se ne fosse accorta, quel viaggio le aveva insegnato più di quanto immaginasse sulla vita medievale; certo per lo più si trattava di informazioni circa la metallurgia, le armi e qualche accenno all'architettura, ma era decisamente un buon bilancio.
*Buon bilancio du' gobbiglie.* Dei puntini bianchi continuavano a rotearle davanti agli occhi, se avesse avuto in fronte il disegno di un batteria come quei feletoni babbani, probabilmente avrebbero trovato scritto "13% - si prega di mettere in carica": si sentiva un po' così.
Alle loro spalle ancora si udivano i colpi di chi ancora tentava di raggiungerli, intrappolarli e chissà cos'altro: il tempo stava scadendo, il corso della Storia riprendeva il via, quell'epoca li stava definitivamente cacciando.
"Estranei" era stata la prima parola che aveva pensato giungendo lì, ed "estranei" fu anche l'ultima che le attraversò la mente prima di essere strappata via da quella Cattedrale che già non era più.
L'ufficio del docente prese il posto del mix tra romanico e gotico che non aveva saputo riconoscere, nulla era cambiato se non la luce: il tramonto era passato da pochissimo; come se non se ne fossero mai andati.
«Nei prossimi giorni riceverete l'invito ad una festa a tema.» Sì, certo, ciaone. Come minimo l'avrebbe rivista due anni dopo, le serviva una pausa decisamente più lunga per metabolizzare il tutto e far passare la discreta incazzatura. *.. What did you expect?* In effetti si stava lamentando più di quanto avesse mai fatto in vita sua, si stava rammollendo? Non erano stati scelti? Non doveva dimostrare di essere degna? In ogni caso, ormai era fatta e al momento non poteva importargliene meno.
La domanda cristallina di Eloise le strappò un sorriso, fece per alzarsi e avvicinarsi a lei in modo da tornare al dormitorio insieme (magari prima passando per l'infermeria), quando un'altra figura si parò davanti a loro: ancora una volta la primina espresse bene quello che le passava per la testa; nonostante quel solletico familiare quando aveva intravisto i tratti fisionomici dell'incappucciata, quel taglio inusuale non le aveva dato la certezza che si trattasse proprio della Lockhart.
«Significa che possiamo saltare l'allenamento di domani?» Un sorrisetto furbo, rapido, mentre si aspettava un secco "col cavolo, anzi un'ora in più del solito", ma accettò di buon grado l'aiuto offerto; si sentiva strana, quella sera nelle difficoltà, aveva assistito ad un sacco di gesti gentili: si doveva rischiare la vita per riscoprire la bellezza della collaborazione?
Mentre si allontanava con le compagne di stanza, Niahndra cercò con gli occhi prima Elhena, il ragazzo che insieme ad Eloise le aveva dato una mano e poi anche l'Argentea a cui - se l'avesse vista - avrebbe solo indirizzato un cenno.
Era di poche parole di norma, figurarsi con un sonno che durava da sette secoli.


Volevo un OT che esprimesse la gioia di vivere per aver finito, ma semplicemente gna fo.
 
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Arya Von Eis
view post Posted on 3/7/2015, 17:33




Dunque il messaggio era stato consegnato e il silenzio calò nella navata, cosa stavano aspettando? Avevano finito, perchè Peverell non si dava una mossa? Qualsiasi cosa fosse accaduta da quel momento in poi non li riguardava più e, sinceramente, faceva volentieri a meno di ulteriori intoppi.
Udì a stento quello che doveva essere un “Grazie”, mentre nuovamente veniva assalita da quello stesso vortice che, qualche ora prima (troppe ore prima) l’aveva scaraventata in quella realtà passata e, in un battito di ciglia, si ritrovò seduta sul pavimento dell’ufficio del docente.
Tutto quello che era stato, svanito, come se nulla fosse accaduto, anche l’orologio appeso al muro sembrava prendersi gioco di loro, segnava che eran trascorsi solo pochi minuti, decisamente interminabili a detta di tutti, eppure, di ciò che era stato non era rimasto nulla, se non il ricordo e le ferite, il tempo sembrava immutato, gli abiti idem, che fosse sul serio cambiato qualcosa, che quella missione avesse avuto un qualche senso? Forse sì, forse no, forse dovevano solo fare in modo che nulla mutasse, insomma, un sacco di incognite a cui trovar risposta, ma non era quello il tempo e il luogo, sentiva di dover abbandonare quell’ufficio il prima possibile.
Insieme a tutto il resto, anche l’inibirsi del suo essere lycan era svanito, tornata nel suo tempo, era nuovamente stata assalita da tutto ciò che il luogo sacro aveva tenuto sopito, negli ultimi momenti, i più concitati, i più tesi, si era sentita pervadere anche da un certo disappunto, un certo fastidio, soprattutto nei confronti del docente e, ora, tutte quelle sensazioni, tutte quelle emozioni, ritornavano ad essere amplificate dal suo lato più animalesco, doveva andarsene, prima di decidere fosse l’ora giusta per uno spuntino.
Incrociando lo sguardo dello storico poté notare quello che doveva essere un sorriso, nuovamente l’impulso di aggredirlo si fece strada, ma tentò di placarlo, doveva placarlo, non prestò poi molta attenzione alle sue parole successive, qualsiasi cosa avesse da dire non era rilevante al momento, una festa a tema, discussioni, infermeria, tutto poteva aspettare.
Si limitò semplicemente ad avvicinarci a Zoey, sincerandosi che stesse bene, nel vederla sparire si era preoccupata, in effetti sembrava abbastanza provata, ma l’infermeria li attendeva no? Si sarebbe ripresa, le sorrise, facendosi promettere che presto si sarebbero concesse un pomeriggio per loro, poi si congedò, facendo capire che, al momento, era meglio andarsene.
L’ultima tappa, prima di uscire definitivamente da quel dannato ufficio, fu Emily, fortunatamente lei stava meglio di molti altri, erano sopravvissute anche a quello, come sempre


-Mi perdonerai se non intendo passare un altro istante qui dentro, vorrei evitare di dover ripulire il tappeto dal sangue-

Glielo bisbigliò senza alcun tono minaccioso, era chiaro non ce l’avesse con lei, ma la conosceva, poteva capire quanto, quelle sue precauzioni, fossero necessarie, in quella stanza c’erano decisamente poche persone a cui teneva, altre non le sopportava, altre ancora non le conosceva, per non parlare di Peverell, non era convinta sarebbe riuscita a trattenersi.
Chinò leggermente il capo in segno di saluto, sorridendole quasi impercettibilmente e si diresse, finalmente, verso la porta.
Mentre usciva, incrociò la sconosciuta che, invece, sembrava averci ripensato, intenzionata a ritornare dentro e, passandole accanto, le sussurrò un semplice
-Grazie-, dopo tutto, ce l’avevano fatta anche grazie a lei.
Una volta uscita non si diresse subito in infermeria, non era al pieno delle forze, ma non era nemmeno in condizioni così critiche da necessitare di cure immediate, prima, doveva calmarsi e, cosa non meno importante, doveva aspettare che le ferite non magiche guarissero da sole o non avrebbe saputo spiegare agli infermieri il perchè di quel miracolo, una volta fatto ciò, si sarebbe comportata da persona normale, richiedendo le cure necessarie.

 
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view post Posted on 3/7/2015, 17:58
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Horus Ra Sekhmeth ♦ Schedule
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Ci fu un pesante, pericolosissimo silenzio, quando la vocina di Eloise si spense. Nessuno fiatò, né gli Ateniesi, né, tantomeno, il diretto interessato e la sua combriccola. Persino Peverell rimase in silenzio, forse conscio di ciò che sarebbe accaduto di lì a poco. Horus si morse nervosamente un labbro, avvertendo in quegli attimi dilatati, tutta la stanchezza e i dolori accumulati in quelle ore. Era pronto a ribattere, a confermare le parole della piccola Tassina, ma quando le sue labbra si schiusero, ecco che la voce calma, e riconoscente, dell'anziano Templare giunse a colmare quel silenzio. "Grazie" fu, però, tutto ciò che disse, prima che lampi blu e vortici di luce avvolgessero Horus e i suoi compagni. L'Aureo si sentì immensamente più leggero in quell'istante, convinto che di lì a poco sarebbero tornati ad Hogwarts; eppure era anche un pizzico indispettito: voleva sapere cosa sarebbe successo, cosa De Molay avrebbe detto loro, ma quando un gruppo di soldati irruppe anche lì, fu grato che il Libro si fosse attivato proprio in quel momento, forse "sbloccato" dalla frase chiave. Tutto sparì in un lampo ceruleo e tanti saluti ai pinnacoli gotici, alle mura romaniche, ai dipinti e alle colonne scolpite; saluti alle torce, alle armature, a Gatti e Minotauri, ad Infedeli e Fedeli, ai boschi e alle sue Creature e, soprattutto, saluti alla Missione d'Atene.
Un vortice di luci e poi sonori tonfi, mentre d'improvviso Horus si ritrovava inginocchiato a terra, sul familiare tappeto dell'ufficio di Peverell. Alzò il viso, avvertendo in quel momento un piccolo capogiro, e poggiò una mano a terra, constatando, con un rapido sguardo, che tutti fossero sani e salvi. Tra quei volti sollevati, feriti, stanchi, ritrovò anche quello di Scott e della Serpeverde (Meredith) e subito i suoi occhi cercarono Emily. Era sana e salva anche lei?
Traballante, ma tutto intero, Horus si tirò su, incrociando con lo sguardo anche l'Auror che, durante quel ritorno a casa, si era staccata da lui. Le sue deboli parole lo raggiunsero prima che egli potesse dir qualcosa, ed il tocco riconoscente di lei, gli riscaldò il braccio.

« State tranquilla Miss Goodheart... avreste fatto lo stesso per me, ne sono certo. Ora riposatevi. » Le disse, posando la mano su quella di lei e sorridendole affabile. Si allontanò, poi, camminando fra i presenti e notando che tutti, più o meno, erano in grado di reggersi in piedi sulle proprie gambe. Certo, c'era chi era più acciaccato di altri, come Niahndra (a cui Horus si accostò, poggiandole una mano sulla spalla e sorridendole) e chi, invece, aveva accusato i colpi meno del previsto, come la piccola Grifondoro dai capelli corti. Quando Horus giunse ad una figurina ancora accucciata a terra, il suo cuore si strinse un poco.
« Emily? Stai bene? » La chiamò, offrendole una mano per alzarsi. Il viso dell'Argentea era solcato da tanti, piccoli tagli. Il sangue sfregiava la pelle bianca come la porcellana, eppure questo non sminuì la sua bellezza. Nonostante i capelli arruffati, le vesti sgualcite e gli occhi stanchi, ma brillanti, Horus non riuscì a trovarla assolutamente meno bella di altre volte. E quella consapevolezza lo fece sentire enormemente a disagio. Senza volerlo allungò una mano verso la guancia di lei, cercando di togliere una goccia di sangue che le solcava lo zigomo, e soltanto quando si rese conto di quanto ambigua poteva sembrare quella carezza, arrossì e allontanò bruscamente la mano.
« Qualcosa mi dice che non andrai in Infermeria con gli altri. Però... non aspettare troppo. » Disse, cercando di mitigare l'imbarazzo che provava con un tono più burbero del previsto. Il pensiero di aver evocato la Runa proprio dinnanzi a lei gli rovinò addosso ed Horus sentì il bisogno di fuggire. Si allontanò quindi di scatto, quasi Emily lo avesse scottato, e si strinse maggiormente nel suo solito mantello, tornato quello di sempre così come il resto degli abiti. La voce di Peverell, che infine li aveva raggiunti con tanto di Minerva al seguito, lo distrasse per un momento e Horus si ritrovò a osservarlo con un'espressione contrariata, irritato dal sorriso che illuminava invece il volto dell'anziano professore.
« Confido che abbiate viaggiato bene [...]» *Eh, come no. Una crema.*
Horus incrociò le braccia al petto, osservando il docente e cercando di assimilare ciò che stava dicendo. Se non altro, dovette convenire il Tassino, Peverell li graziava dai resoconti (che intendeva con "invito"? Mica voleva dare una festa?) e li indirizzava direttamente all'Infermeria, dove però Horus non sarebbe andato. Non in quel momento almeno. Un bagno caldo e una lunga dormita avrebbero certamente giovato maggiormente alle sue membra stanche. Poi, magari, ci avrebbe pensato l'indomani ad eventuali tagli, ferite e contusioni, quando si sarebbe svegliato pieno dei dolori postumi dell'avventura a Cluny.
« Chiedo scusa, signore. » Esordì, alzando il capo. « Ho una ronda al quinto piano fra dieci minuti. Vi lascio prima del previsto, ma vi auguro buonanotte. Sono sicuro che i miei compagni siano in buone mani con Voi e con gli Infermieri. » Mentì spudoratamente. Effettivamente, non aveva neanche la più pallida idea di che ore fossero e quanto tempo fosse passato dalla loro partenza. A giudicare dal fuoco nel camino dell'ufficio, tuttavia, ancora bello arzillo, non doveva esser passato troppo tempo. Detto ciò, Horus salutò i presenti e il professore con un vago cenno del capo e poi girò sui tacchi, diretto verso il Bagno dei Prefetti. Mentre varcava la soglia, però, una voce familiare lo costrinse a voltarsi. Ora che l'ascoltava nel silenzio e in un ambiente scuro e libero da suoni esterni, il suo cuore aveva capito subito a chi apparteneva, ancor prima del cervello, e se quell'organo avesse avuto la facoltà di fermare il corpo, l'avrebbe fatto molto prima del suo collega ai piani alti. I suoi occhi, freddi, incrociarono per un secondo, quelli della figura ammantata, la sconosciuta che aveva celato la propria identità, almeno fino a quel momento. E alla tenue e calda luce dell'ufficio, fu impossibile non riconoscere quegli occhi viola che per un istante, uno solo, e per la prima volta da quando era apparsa la giovane, si erano specchiati in quelli di lui. *Mya?*
Come punto da una stilettata, Horus girò di scatto la testa con così tanta rapidità che uno strappo, all'altezza dei tendini del collo, gli fece lacrimare gli occhi, mentre un fastidioso calore si propagava dalla nuca al cervello. Sentì lo stomaco chiudersi e il desiderio di correre via, ma qualcosa glielo impedì. Semplicemente, deglutendo piano quella che sembrava lava liquida, si chiuse piano la porta dietro di sé e si incamminò, lentamente, verso il quinto piano, mentre la delusione, l'irrequietezza, e i suoi sentimenti scazzottavano tutti insieme dentro la cassa toracica, ma pronti a cedere all'intorpidimento della stanchezza. Se non altro, si sentiva anche così esausto che probabilmente, per quella notte, non sarebbe riuscito neanche a dar forma alla sorpresa che aveva provato, nel rivedere Mya proprio lì, in mezzo al loro. E questo, pensò, era un bene. Almeno per quella notte ne aveva abbastanza.

» Elucubrazioni e fisime varie.
Mamma Papera vi saluta, o piccole paperelle. È stato un onore nuotare nella cacca, piuma contro piuma. ♥


« The more you know about the past, the better prepared you are for the future


Statistiche:
♦ PS: 95/250
♦ PC: 230
♦ PM: 250
♦ Exp: 46,5

Equipaggiamento:
♦ Bacchetta: Mano sinistra.
♦ Mantello della Resistenza: indossato
♦ Agganciata alla cintura superiore c'è una Sacchetta Medievale (con incanto estensivo irriconoscibile) [X]. Al suo interno ci sono:
– Mantello della Disillusione;
– Artigli di Drago Sminuzzati: Monouso. Protegge per due turni dall'attacco del nemico.
– Guanti Sostegno del Paladino: Proteggono le mani da tutti gli elementi naturali e da colpi fisici.
♦ Pugnale Normanno [X][: agganciato nella cintura inferiore.
♦ Artiglio della Fenice: protegge parzialmente delle ferite. Usabile una volta a Quest. (al collo, indossato sotto la maglia).
♦ Una collana con la Runa Hagalaz: indossato e nascosto sotto la maglia.
♦ Girocollo con un ciondolo d'oro a forma di Ankh: indossato e nascosto dentro sotto la maglia.
♦ Spilla dorata donata da Eloise Lynch [X]: appuntata sotto la clavicola destra, nascosta sotto il mantello.
♦ Anello della Gorgone: Se utilizzato contro un avversario umano blocca totalmente o parzialmente i suoi movimenti per 1 turno, non pietrificandolo. (Indossato al dito medio della mano destra).

 
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view post Posted on 5/7/2015, 01:47
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Lo sguardo di William rimase fisso, lì dove doveva essere, mentre il silenzio cullava la sala dopo l'emblematica rivelazione della giovane Tassorosso. No, non era il volto di De Molay a suscitare la sua curiosità - sebbene le sue orecchie fossero tese verso di lui - quanto più quello di Peverell, di pietra, apparentemente impassibile a quelle parole. Immobile, nella tenue luce di quel luogo, Black riuscì solo a chiedersi se tutto fosse andato secondo piani del docente, se il suo volto marmoreo stesse confermando la prevedibilità di ciò che era accaduto. E dopo? Cosa veniva dopo? Fin lì tutto era programmato, persino il giovane sapeva fin dall'inizio quale sarebbe stato il prologo e quale l'epilogo... ma una volta chiuso il sipario, cosa sarebbe accaduto? La storia era davvero stata cambiata? La storia di chi, poi? Vi erano csì tante variabili da considerare in un rapporto tra il passato e il futuro che neanche lui riuscì a giungere ad una conclusione, perso tra infiniti calcoli e altrettanti pensieri. Quando ogni strada portava solo ad una nuova domanda non rimaneva altro da fare che abbandonare le redini di quella ricerca, lasciandosi trasportare dall'inesorabile carrozza del fato.
Un "grazie" spezzò il silenzio della sala e le urla della sua mente, costringendo gli specchi di smeraldo del giovane a spostarsi dalla tunica nera del vecchio a quella bianca dell'obiettivo. Rabbia, insoddisfazione, curiosità, sdegno? No, quelle emozioni non arrivarono in quel momento, ma solo pochi istanti dopo, quando tutto sembrò implodere su sé stesso, piegandosi e ribaltandosi insieme al giovane, in una spirale di luci e senso di vuoto. i suoi occhi si chiusero, l'oblio l'avvolse e - in una manciata di secondi - eccolo al punto di partenza, perfettamente conscio di dove si trovasse nonostante i suoi occhi fossero ancora serrati e il suo corpo fosse disteso al suolo. Una luce calda e accogliente lo accolse quando, riacquistato l'orientamento, dischiuse i suoi occhi. Probabilmente l'odore di pergamena vecchia e tè lo aveva aiutato a ritrovare quel luogo nella sua memoria. D'altronde era nell'unico luogo in cui poteva essere: l'ufficio di Peverell.
Immediatamente, piegò il bacino e si aiutò con la destra per rialzarsi, spolverando con il dorso della mano quegli stessi vestiti con cui aveva abbandonato il dormitorio. Infine nullo era accaduto, gli eventi non avevano parlato da soli, non era stata data alcuna risposta alle sue domande. Nulla era cambiato, almeno apparentemente e non gli era stato dato modo di sapere se le sorti di quel passato fossero cambiate per mezzo delle azioni degli Ateniesi. La prima figura che notò fu quella della giovane Grifondoro dai capelli corti, la più vicina a lui alla sua sinistra; poi, pian piano, vide tutti gli altri, persino chi durante il viaggio era andato perduto. Erano tutti lì dunque, tutto era tornato alla normalità, l'unico segno lasciato da quel viaggio era il dolore causato dalle brucianti ferite sparse lungo tutto il corpo. Il richiamo della voce del docente non si fece attendere poiché lui era tornato indietro insieme a loro, fresco e pettinato, perfettamente a suo agio nelle sue vesti di tutore e guida illuminata.
"Del resto, ad Hogwarts, come saprete, chi chiede aiuto, lo trova sempre."
Oh, William non aveva dubitato neanche per un'istante che avrebbe trovato aiuto da qualcuno, qualora lo avesse chiesto, specie se il motivo era torturare il professore. Tra i presenti, poi, avrebbe scommesso che avrebbe trovato l'appoggio di ben più di una persona. Ma in quel momento tacque, limitandosi ad osservarlo glaciale, con uno sguardo che esprimeva solo astio e disappunto.
*A cosa è servito tutto ciò?* L'unico motivo per cui non se ne andò immediatamente dopo quel discorso, fu la speranza di ottenere maggiori risposte alla festa a cui Peverell aveva accennato, la prima delle due tradizioni. La seconda era l'Infermeria, tappa che persino il Prefetto ritenne obbligatoria dopo il numero di ferite che aveva riportato. Eppure, nel riflettere sulle cure di cui necessitava, il suo sguardo - senza accorgersene - era finito sulla sua Caposcuola. Non necessitava certo del suo aiuto, ma la gamba destra del giovane si mosse senza comando alcuno, compiendo un singolo passo nella sua direzione. Si irrigidì di colpo, arrestandosi, immobile come uno stoccafisso, nel vedere Horus avvicinarsi a lei per primo, prima porgendole una mano, poi carezzandole la guancia. Distolse immediatamente lo sguardo, mentre avvertiva una presa stringergli le viscere, sempre più forte. Aveva notato una certa complicità tra i due anche durante il viaggio e fino a quel momento era sempre riuscito ad ignorarla... cosa era cambiato? Distese le cinque dita della mano destra sentendo l'irrefrenabile necessità di serrarla in un pugno, affondando le unghia sulla carne. Eppure si costrinse a calmarsi e i suoi muscoli si sciolsero mentre rimaneva immobile con lo sguardo basso, perso tra i disegni del tappeto che arredava la stanza.
Che diavolo stava succedendo? Chi era l'intruso che si divertiva a scombinare l'ordine della sua mente? Cos'era forse quella sensazione? A stento ne ricordava il nome. Ne aveva letto svariate volte, ne aveva compreso il significato ma si era sempre tenuto a distanza...
*g e l o s i a?* Cercò di comprendere il motivo, cercò di dare una spiegazione ma la sua logica sembrava inefficace di fronte a tanto caos. Probabilmente nessuno aveva fatto caso a lui ma, in quel preciso istante, William sentì lo sguardo di tutti i presenti fisso su di lui. Inerme, vulnerabile, detestava l'idea di farsi vedere in quelle condizioni. Cosa, dunque, poteva fare se non andar via. Tremante, rigido, nel panico, Black si mosse rapido, seguendo a ruota i primi che si erano avviati verso l'uscita della stanza. Si morse un labbro costringendosi a non accelerare troppo il passo, a restare in mezzo alla fila sebbene l'unica cosa che volesse fosse quella di tornare al proprio dormitorio, distendersi sul letto e affondare la testa sul freddo materasso. Ma non poteva, doveva comportarsi normalmente, non doveva attirare alcun sospetto. Doveva agire in maniera lucida, conforme al suo atteggiamento quotidiano. Ne era certo, presto sarebbe riuscito a scacciare quella molesta sensazione. In fondo non vi era motivo di essere geloso poiché a William Black non importava di nessuno se non di se stesso. Sorrise a quel pensiero, cercando di farlo suo, godere di quella sensazione di assoluto menefreghismo. Protetto dal suo ego sarebbe stato infallibile, come sempre. Forse.

Cià. E' stato... bello?
 
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view post Posted on 5/7/2015, 03:00
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The Past, like the Future, is indefinite and exists only as a Spectrum of possibilities.

Aveva avvertito il peso dell'attenzione concentrata sulla Tassina. Aveva udito le sue parole e, in cuor suo, aveva sorriso per la vittoria. Era finita, si disse, e la curiosità la spinse a cercare lo sguardo del Docente prima ancora di focalizzarsi su De Molay, in trepida attesa: come avrebbe reagito a quelle parole? Avrebbe creduto loro?
La vocina di Eloise si spense ed il silenzio che seguì sembrò più rumoroso del vociare preoccupato di pochi istanti prima, un silenzio che fu in grado di far cadere Emily in uno stato di quieta vigilanza interiore.
Trattenne il respiro e socchiuse gli occhi, i quali, più che abituarsi a quella irritante fonte di luce che squarciava il buio, ne sembrarono ancor più infastiditi. Attendeva mentre l'ansia le cresceva in petto, inondando il ventre e contorcendo le interiora, o forse era solo il dolore delle contusioni, delle ferite che ancora sanguinavano, del corpetto in pelle che avrebbe iniziato a lacerarle la carne se costretta all'ennesima fuga o se fosse stata spinta via a causa dell'ennesimo attacco.
Si ricordò di lasciar andare l'aria trattenuta tra le costole ma, con essa, non svanì quella strana sensazione; le sembrò d'esser sospesa in una bolla d'aria pesante, in attesa che qualcosa o qualcuno la liberasse; e poco sarebbe bastato a far sì che ciò accadesse: una reazione, una semplice reazione da parte del Gran Maestro e poi via, ritorno al Castello, come se nulla fosse accaduto mentre la mente si sarebbe focalizzata sul tutto chissà per quanto tempo.
E quando ormai il suo cuore aveva ripreso a battere regolarmente, l'ansia improvvisa scemava e la Serpina quasi iniziava a armonizzarsi con quell'omertà, De Molay, inaspettatamente, parlò.
Li stava ringraziando, ma di cosa? Del messaggio? Perché? Una motivazione valida poteva esserci, persino Emily, ormai stremata, poteva arrivarci ma era davvero così semplice?
Non lo seppe mai ed il fastidio per come le cose stavano giungendo a conclusione l'avrebbe accompagnata per tanto tempo. Voleva sapere, dopo tutto quello che era accaduto, meritavano di sapere cos'altro il Templare avesse da dire.
Fiamme cobalto e raggi cerulei l'avvolsero ed il viso pallido ed insanguinato dell'Argentea fu bagnato dall'ombra della frustrazione che in un solo attimo spazzò via la soddisfazione che prima vi aveva regnato. Si sentì portare via, lasciandola immediatamente con l'amaro in bocca, come quando si viene bruscamente svegliati nel bel mezzo di un interessante sogno.
Mentre il vortice bluastro l'accerchiava, le parve di notare più persone accavallarsi in quel luogo che ora sembrava così piccolo ed angusto, così privo della sacralità che vi aveva respirato e chiuse gli occhi, preparandosi, tardi, alla spiacevole sensazione già provata ore ed ore prima.


Cadde dolorosamente su un ginocchio, col capo chino ed i capelli che le nascondevano le guance martoriate. Lo stomaco poteva benissimo essere imploso vista la sensazione che stava provando in quel momento ed i polmoni sembravano essersi rifiutati di compiere il loro vitale movimento, come se fossero stati in grado di comprendere il cambiamento e necessitassero di abituarvici. Emily pensò di star perdendo l'equilibrio, rischiando di passare da quella posizione, più dignitosa di altre possibili, al riversarsi, di fianco, sul pavimento freddo del Castello, tenendosi il ventre a causa delle stilettate che le sembrò di avvertire per la prima volta; il dolore era stato come anestetizzato per poi esplodere, tutt'insieme, in un solo istante.
Il braccio sinistro le cadeva lungo il fianco e la Caposcuola nemmeno si rese conto, non subito, di stringere ancora e con veemenza la bacchetta. Un rivolo di caldo sangue scivolò lungo il gomito quasi raggiungendo il polso e piegando gli occhi chiari su quel denso cruore, notò il fedele Salice; rimettere l'arma nel cinturino fu la prima mossa, poi dovette solo concentrarsi per trovare la forza di alzarsi con un certo decoro ed accertarsi, prima di tutto, della salute dei Concasati o, almeno, queste erano le sue intenzioni...
Emily? Stai bene?
La voce di Lui la costrinse ad alzare il capo scoprendo il volto e a scapito delle sue volontà, rimase ferma, accucciata, più del previsto.
Le iridi cineree scivolarono dalla mano tesa, pericolosamente vicina, lungo il mantello logorato, al viso rovinato dagli eventi ma per questo, non meno perfetto. Incrociò lo sguardo del collega e le sembrò di leggervi nuova premura.
*Carinerie di sorta*, si disse e ciò l'aiutò ad accettare l'appoggio; la piccola mano di Emily si posò con delicatezza su quella del Tassino, non senza un primo tentennamento, e si fece forza, alzandosi più agilmente di quanto il suo corpo spossato permettesse in vero.

Grazie.
Asserì senza aggiungere altro, infondo era evidente che entrambi stessero relativamente bene. Le dita ceree ed affusolate sfiorarono il suo palmo per poi abbandonarlo e la Serpina si portò istintivamente la sinistra al volto, allontanando una ciocca molesta: fu proprio in quel momento che l'inaspettato accadde. La mano di Horus si avvicinò alla sua guancia con tale naturalezza che Emily, come già era accaduto molto tempo addietro, ne rimase sorpresa e non avvertì la sensazione - dovuta al fastidio per gli improvvisi contatti fisici non necessari - di allontanarsi. La mano dominante di lei cadde lentamente lungo il fianco mentre quella del ragazzo era così vicina che ne avvertì il contatto contro il dorso senza averla, in realtà, sfiorata.
La ferita sul viso bruciò come ravvivata da quel tocco, ma ciò che la fanciulla avvertì fu un piacevole tepore che sperò non avesse arrossato le gote macchiate da polvere e lentiggini.
Ma qualcos'altro accadde ed Emily, dalla già provata mente, si sentì estremamente confusa, sia per le azioni di lui che per le sue proprie reazioni.
Il tono brusco che Horus utilizzò in seguito cozzò incredibilmente contro il rossore che gli aveva colorato le guance pallide e lei non mancò di notarlo. Non rispose, semplicemente l'osservò chiudersi nel mantello, volgendo la sua attenzione altrove. Era così vicino che se avesse allungato un braccio, avrebbe potuto stringere un lembo del torturato mantello senza dare nell'occhio. Avrebbe potuto dirgli che era tutto okay, che l'aveva spaventata, quando ancora erano a Cluny, nello stesso modo in cui il suo tocco l'aveva infastidita, ovvero per nulla.
Ma non fece niente di ciò; la sensazione della carezza ricevuta sulla mano, alla luce del lampo violaceo che aveva palesato la barriera appena giunti nella Basilica, l'accompagnò mentre, a sua volta, riduceva lo sguardo sul Docente. Non aveva udito la prima parte del suo discorso e finse di comprenderne il resto poiché nessuna parola aveva realmente catturato la sua attenzione ed inoltre, il modo in cui erano stati bruscamente portati via, aveva ripreso a bruciarle le viscere al solo udire la sua voce e alla vista del suo divertito sorriso.

Si guardò intorno; Horus si stava allontanando, potandosi dietro, solo per quel momento, il suo tormento ed Emily si concentrò sui concasati. Noto la chioma nera del suo Prefetto sparire oltre la soglia dopo che anche le primine avevan preso la strada dell'infermeria.
Dal suo canto, la giovane Rose avrebbe preferito non recarvici subito, aveva bisogno di allontanarsi, di... Respirare.
A quel pensiero cercò Arya con una certa urgenza; stava bene? Era "calma"?
Quasi come se fosse in grado di rispondere a quel cheto richiamo, la sua compagna si avvicinò, sussurrandole parole che solo lei potesse davvero comprendere, tranquillizzandola irragionevolmente nell'animo.

Signore, se non le spiace, richiamo la mia Concasata. Raggiungeremo l'Infermeria a breve.
Proferì con fredda cortesia e si voltò al seguito del Prefetto, raggiungendola nei corridoi cercando di non dare a vedere la fretta che agitava il suo passo leggermente affaticato.
Stupida.
Le disse, sottovoce, raggiungendola e tirandole una ciocca di capelli per richiamare la sua attenzione. La superò di qualche passo perché, infondo, sapeva dove lei si stesse dirigendo e forse, fu proprio quello l'Istante in cui Emily accettò, pienamente, la nuova natura di Arya.



Squack ♥
 
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view post Posted on 5/7/2015, 17:13
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Così il messaggio era stato consegnato. Senza squilli di tromba, senza fronzoli, senza arabeschi: poche parole uscite dalla bocca di una ragazzina dai capelli rossi come la sfortuna, in un’epoca dove Madama Superstizione regnava col pugno di ferro. Un messaggio accolto senza fuochi d’artificio, che pure già i Cinesi avevano inventato e mostrato a Marco Polo. Ma questo era l’Occidente, spiccio, pragmatico, limato da disagio e povertà. In Occidente la polvere da sparo sarà introdotta – o riscoperta – sì, ma per uccidere, per caricare cannoni e archibugi e facilitare la sconfitta del nemico di turno. Per generare esplosioni e creare brecce in mura che, a poco a poco, avrebbero perso importanza. Non certo per divertire.
Questo sarebbe successo, di lì a un paio di secoli. Insieme a miriadi di avvenimenti da snocciolare come perle di una collana, tra sconvolgimenti simili a terremoti e piccoli passi, ma tutti necessari a trascinare l’Europa fuori dal Medioevo.
Non fuochi d’artificio. Poco adatti all’epoca, si era detto, poco adatti a De Molay e alla sua durezza, all’ascetismo di un monaco-soldato, la combinazione migliore per combattere il lusso e lo spreco.
Solo un “grazie”. Conclusione deludente dopo così tante peripezie? Forse, forse qualcuno si sarebbe aspettato di più, ma ormai il Tempo, maestro che uccide senza pietà i propri allievi, era scaduto. L’epoca a cui appartenevano tornava a reclamarli, usando il libro magico come longa mano per ritrascinarli nel XXI secolo.
E, di colpo, come uscendo da un sogno particolarmente vivido, si trovò di nuovo nell’ufficio profumato di antico di Peverell. Dritta sul sedere, già dolorante per numerose botte prese a causa di fin troppe cadute nelle ultime mezz’ore. O ultimi secondi. Perché, stando all’orologio di nuovo al polso, erano passati solo pochi minuti. Si pizzicò l’attaccatura del naso, asciugando nel contempo un rivolo di sudore freddo, e cercò di non pensare eccessivamente ai paradossi temporali. Farsi venire un mal di testa coi fiocchi era l’ultima cosa che desiderava. Soprattutto con la prospettiva di una delle “adorate” ronde notturne per l’indomani.
Constatò, infine, con piacere che i vestiti erano tornati alla modernità del pre-partenza. Niente più casacca e calzoni e bisaccia, ma pantaloni in tessuto tecnico e comodi scarponcini e zaino polveroso di avventura.

“Una festa? Mi travesto da Marciotto” borbottò stancamente, senza alcuna convinzione, facendo però dondolare la lanterna portata con sé e mai usata. Uno sbuffo e l’oggetto finì di nuovo in fondo allo zaino. Anche perché non era affatto facile muoversi con un braccio fuori uso. Arricciò il naso, sperando che la spalla non fosse lussata e che in realtà lei stesse soltanto ingigantendo una botta non particolarmente grave.
“Eloise, Niah, aspettate. Vi dispiace se vi unisco a voi?” domandò poi, raggiungendo la porta con un paio di ampie falcate. Quindi, si fermò un paio di secondi, come indecisa su qualcosa e soppesò lo zaino e la possibilità di lasciarlo momentaneamente nell’ufficio di Peverell. Da ultimo il proprio imbarazzo ebbe la meglio. Lo avrebbe portato con sé, pur in Infermeria.



Dunque. In teoria mi aggregherei al gruppo di Eloise, Niah e co. In pratica alla fine devo comunque andare in infermeria.
 
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view post Posted on 16/7/2015, 18:49
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IV Incontro
Cluny
Durata: 120 giorni

Stiamo ufficialmente chiudendo l'Evento, qualche ultimo minuto di pazienza, in merito a qualcosa che potrebbe interessarvi. Come sapete siete stati valutati, nel corso di questi 120 giorni, secondo una serie piuttosto olistica di criteri, che non conoscete. Ai fini di uno sviluppo naturale, e più vero, delle nostre attività tale peculiarità è destinata a rimanere. Nessuno conosce i criteri precisi, e la loro modulazione, quindi non perdeteci il sonno. Son comunque tutti criteri di buon senso, intuibili, che poggiano sui requisiti che avete assolto per partecipare. Chiaramente ogni Pg, per essere coerente anche con sé stesso, può assolvere al meglio una serie di criteri, e fallire completamente una seconda serie di altri criteri. Da ciò se ne deriva che tentare di instaurare paragoni tra Pg diversi è abbastanza rischioso, e privo di una parte essenziale della logica di base, e potrebbe portare ad una serie di paradossi, di cui non voglio sentir parlare. I risultati aritmetici sono stati comunque rivisti, ed affiancati da una serie di correttivi, per evitare eccessivi squilibri. Il tutto è comunque stato quanto più obiettivo possibile, e preciso, per i 10 Ateniesi che hanno contribuito per un minimo di 7 post, sui 28 richiesti. I restanti 3 soffrono di una valutazione parziale. Il calcolo della Gloria, per quanto meno preciso di altri criteri, può essere una valutazione sintetica sufficientemente prossima a quanto bene, o male, siate andati, secondo l'opinione nostra. In aggiunta, in coda, vi vengono aggiunte delle valutazioni sintetiche, con la percentuale di soddisfazione dell'insieme dei criteri, pesati per la rilevanza che avrebbero dovuto ricoprire. Quest'ultimo valore non ha comunque avuto alcun peso nella valutazione di nessuno dei primi 10, ma in parte per i 3 di cui sopra. Una parte più o meno ampia dei 13 Partecipanti hanno svolto prima, e\o durante, una serie di incarichi che erano stati loro assegnati, ciò è entrato nei criteri di questi ultimi, ed anche la Gloria è cresciuta più o meno marcatamente (ragione per cui i confronti potrebbero essere fallaci). Come già saprete la Gloria ha anche una certa rilevanza nel passaggio di Cieli, che trovate aggiornati nella Gerarchia interna. Torno anche su un punto che abbiamo già affrontato, tutti i Pg che ritengono di aver compiuto significativi passi avanti nello smascherare propri colleghi, più o meno riservati, e le loro Abilità, sono pregati di affrontare l'argomento con i diretti interessati, senza precluderne il gioco. In qualche circostanza ci siamo imbattuti in circoscritti casi di Metagame, ma può capitare. Troverete anche le spille aggiornate per il Cielo che avete raggiunto, siete invitati a conservarle, e riportarle al V incontro (H, ed R tornano ad avere una spilla di bronzo). In tabella trovate gli esiti per ogni Pg, di quanto dovrete incrementare i vostri valori per gli abituali parametri, oltre a ciò la Gloria, le conoscenze acquisite, e la valutazione sintetica di cui sopra.
In merito alle Conoscenze, sono state divise in due parti, la I sulla foresta, e la II sul Monastero. Se avete acquisito le conoscenze della I parte, sarete in grado di riconoscere tutte le creature coinvolte negli scontri, Troll, Erkling, Berretti, e Kelpie, mentre dovrete comunque affrontare ulteriori ricerche per i Barghest in qualunque caso. Avete anche sviluppato una certa comprensione del Tranello, anche per chi al tempo non aveva svolto la Lezione. In future Quest potrete fare menzione della vostra egregia esperienza nell'affrontare il fior fiore degli Eserciti di Sauron, ed il Fato potrebbe dimostrarsi comprensivo. Se avete acquisito le conoscenza della II parte, sarete in grado di riconoscere Monaci e Templari, qualora ci fosse occasione, ed avreste una minima esperienza in materia (E.g. la refrattarietà). Avete anche affrontato i Segugi, ed il Trio delle Meraviglie, uscendone quasi tutti. In occasione del Party magari avremo modo di tornarci sopra. In ogni caso, se avete acquisito tali conoscenze, sarete in grado di riconoscerli nuovamente. In coda a tutto questo troverete qualche estratto di valutazione sintetica, per i più interessati, ma è qualcosa di comunque trascurabile. Qualora aveste da sottoporci dei commenti, o delle critiche, o vogliate discutere di qualcosa fateci comunque sapere.
Dovrebbe essere tutto, ringraziandovi per la proficua collaborazione, un buon caldo estivo!



William (W)
Punti Salute: 4
Punti corpo: 4
Punti Mana: 4
Esperienza: 3
Gloria: 115
Conoscenze: I-II
Val. Sintetica: 63.69%
Horus (H)
Punti Salute: 5
Punti corpo: 5
Punti Mana: 5
Esperienza: 3
Gloria: 105
Conoscenze: I-II
Val. Sintetica: 76.11%
Elhena (E)
Punti Salute: 5
Punti corpo: 4
Punti Mana: 4
Esperienza: 2.5
Gloria: 100
Conoscenze: I-II
Val. Sintetica: 66.28%
Mya (J)
Punti Salute: 3
Punti corpo: 4
Punti Mana: 4
Esperienza: 2
Gloria: 190
Conoscenze: II
Val. Sintetica: 94.36%
Arya (A)
Punti Salute: 5
Punti corpo: 5
Punti Mana: 5
Esperienza: 4
Gloria: 150
Conoscenze: I-II
Val. Sintetica: 83.63%
Zoey (Z)
Punti Salute: 1
Punti corpo: 1
Punti Mana: 1
Esperienza: 0
Gloria: 40
Conoscenze: \
Val. Sintetica: \
Meredith (M)
Punti Salute: 1
Punti corpo: 1
Punti Mana: 1
Esperienza: 1
Gloria: 65
Conoscenze: I
Val. Sintetica: 50.24%
Versus (V)
Punti Salute: 5
Punti corpo: 3
Punti Mana: 3
Esperienza: 2.5
Gloria: 100
Conoscenze: I-II
Val. Sintetica: 60.19%
Eloise (L)
Punti Salute: 4
Punti corpo: 4
Punti Mana: 4
Esperienza: 3
Gloria: 140
Conoscenze: I-II
Val. Sintetica: 67.75%
Emily (R)
Punti Salute: 6
Punti corpo: 6
Punti Mana: 6
Esperienza: 3.5
Gloria: 130
Conoscenze: I-II
Val. Sintetica: 78.97%
Niahndra (D)
Punti Salute: 4
Punti corpo: 4
Punti Mana: 4
Esperienza: 3
Gloria: 100
Conoscenze: I-II
Val. Sintetica: 64.51%
Leia (G)
Punti Salute: 4
Punti corpo: 4
Punti Mana: 4
Esperienza: 2
Gloria: 90
Conoscenze: I-II
Val. Sintetica: 64.34%
Nathan (N)
Punti Salute: 1
Punti corpo: 0
Punti Mana: 0
Esperienza: \
Gloria: 20
Conoscenze: \
Val. Sintetica: \


Dunque, al netto di qualche piccolo squilibrio, non sempre i Post finiscono con il pagare quanto preventivato, credo che le valutazioni possano ben rispondere ai singoli casi. Credo anche che abbiate finito con l'autoimporvi una serie di limiti, che sono finiti con il condizionare le azioni di una parte della Colonna. Da questo punto di vista, son piuttosto sicuro che i più giovani, e meno esperti, avrebbero tranquillamente potuto incidere maggiormente in una più o meno ampia serie di circostanze. Allo stesso tempo, una fetta cospicua degli altri, i più esperti, hanno spesso optato tra l'alternativa più sicura, e navigata, a fronte di un'impressionante scelta di altrettanto valide soluzioni secondarie. Come avrete notato, il 94% degli incantesimi è comunque andato a buon fine. Un altro punto dolente, ma abbastanza ricorrente e prevedibile, è che la maggior parte dei partecipanti non abbia veramente compreso il perchè di un'ampia serie di accadimenti, tutt'altro che casuali. Probabilmente alcuni meccanismi introdotti di recente hanno funzionato anche troppo, vedremo di rimediare qualche ulteriore correttivo. Ritengo vi siate coordinati piuttosto bene, con buoni risultati, nel formato ad un Gruppo, ed a quello a due, semmai si potrebbe sostenere vi siate coordinati sin troppo! Come ho già detto alcuni Pg sono più predisposti a soddisfare alcuni criteri, a differenza di altri, ma nell'insieme credo che comunque i 10 abbiano svolto una buona prova, meno gli altri 3, ma son cose che succedono. Concludendo, penso vi siate dimostrati in aggregato poco estrosi, avreste potuto osare di più, e timorati di Dio, come buoni Medioevali, ma che ciò non abbia inficiato la Missione, al netto di qualche peripezia, e qualche salvataggio qui e là.



Le Spille
(sempre grazie a Nih, ma solo per chi è saltato di cielo, gli altri 4 continueranno ad usare la precedente, del Cielo della Luna):





Qualche dato:
(usare le pinze)





 
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