| ♦ Horus Ra Sekhmeth ♦ • Schedule ● Ci fu un pesante, pericolosissimo silenzio, quando la vocina di Eloise si spense. Nessuno fiatò, né gli Ateniesi, né, tantomeno, il diretto interessato e la sua combriccola. Persino Peverell rimase in silenzio, forse conscio di ciò che sarebbe accaduto di lì a poco. Horus si morse nervosamente un labbro, avvertendo in quegli attimi dilatati, tutta la stanchezza e i dolori accumulati in quelle ore. Era pronto a ribattere, a confermare le parole della piccola Tassina, ma quando le sue labbra si schiusero, ecco che la voce calma, e riconoscente, dell'anziano Templare giunse a colmare quel silenzio. "Grazie" fu, però, tutto ciò che disse, prima che lampi blu e vortici di luce avvolgessero Horus e i suoi compagni. L'Aureo si sentì immensamente più leggero in quell'istante, convinto che di lì a poco sarebbero tornati ad Hogwarts; eppure era anche un pizzico indispettito: voleva sapere cosa sarebbe successo, cosa De Molay avrebbe detto loro, ma quando un gruppo di soldati irruppe anche lì, fu grato che il Libro si fosse attivato proprio in quel momento, forse "sbloccato" dalla frase chiave. Tutto sparì in un lampo ceruleo e tanti saluti ai pinnacoli gotici, alle mura romaniche, ai dipinti e alle colonne scolpite; saluti alle torce, alle armature, a Gatti e Minotauri, ad Infedeli e Fedeli, ai boschi e alle sue Creature e, soprattutto, saluti alla Missione d'Atene. Un vortice di luci e poi sonori tonfi, mentre d'improvviso Horus si ritrovava inginocchiato a terra, sul familiare tappeto dell'ufficio di Peverell. Alzò il viso, avvertendo in quel momento un piccolo capogiro, e poggiò una mano a terra, constatando, con un rapido sguardo, che tutti fossero sani e salvi. Tra quei volti sollevati, feriti, stanchi, ritrovò anche quello di Scott e della Serpeverde (Meredith) e subito i suoi occhi cercarono Emily. Era sana e salva anche lei? Traballante, ma tutto intero, Horus si tirò su, incrociando con lo sguardo anche l'Auror che, durante quel ritorno a casa, si era staccata da lui. Le sue deboli parole lo raggiunsero prima che egli potesse dir qualcosa, ed il tocco riconoscente di lei, gli riscaldò il braccio.« State tranquilla Miss Goodheart... avreste fatto lo stesso per me, ne sono certo. Ora riposatevi. » Le disse, posando la mano su quella di lei e sorridendole affabile. Si allontanò, poi, camminando fra i presenti e notando che tutti, più o meno, erano in grado di reggersi in piedi sulle proprie gambe. Certo, c'era chi era più acciaccato di altri, come Niahndra (a cui Horus si accostò, poggiandole una mano sulla spalla e sorridendole) e chi, invece, aveva accusato i colpi meno del previsto, come la piccola Grifondoro dai capelli corti. Quando Horus giunse ad una figurina ancora accucciata a terra, il suo cuore si strinse un poco.« Emily? Stai bene? » La chiamò, offrendole una mano per alzarsi. Il viso dell'Argentea era solcato da tanti, piccoli tagli. Il sangue sfregiava la pelle bianca come la porcellana, eppure questo non sminuì la sua bellezza. Nonostante i capelli arruffati, le vesti sgualcite e gli occhi stanchi, ma brillanti, Horus non riuscì a trovarla assolutamente meno bella di altre volte. E quella consapevolezza lo fece sentire enormemente a disagio. Senza volerlo allungò una mano verso la guancia di lei, cercando di togliere una goccia di sangue che le solcava lo zigomo, e soltanto quando si rese conto di quanto ambigua poteva sembrare quella carezza, arrossì e allontanò bruscamente la mano.« Qualcosa mi dice che non andrai in Infermeria con gli altri. Però... non aspettare troppo. » Disse, cercando di mitigare l'imbarazzo che provava con un tono più burbero del previsto. Il pensiero di aver evocato la Runa proprio dinnanzi a lei gli rovinò addosso ed Horus sentì il bisogno di fuggire. Si allontanò quindi di scatto, quasi Emily lo avesse scottato, e si strinse maggiormente nel suo solito mantello, tornato quello di sempre così come il resto degli abiti. La voce di Peverell, che infine li aveva raggiunti con tanto di Minerva al seguito, lo distrasse per un momento e Horus si ritrovò a osservarlo con un'espressione contrariata, irritato dal sorriso che illuminava invece il volto dell'anziano professore.« Confido che abbiate viaggiato bene [...]» * Eh, come no. Una crema.* Horus incrociò le braccia al petto, osservando il docente e cercando di assimilare ciò che stava dicendo. Se non altro, dovette convenire il Tassino, Peverell li graziava dai resoconti (che intendeva con "invito"? Mica voleva dare una festa?) e li indirizzava direttamente all'Infermeria, dove però Horus non sarebbe andato. Non in quel momento almeno. Un bagno caldo e una lunga dormita avrebbero certamente giovato maggiormente alle sue membra stanche. Poi, magari, ci avrebbe pensato l'indomani ad eventuali tagli, ferite e contusioni, quando si sarebbe svegliato pieno dei dolori postumi dell'avventura a Cluny. « Chiedo scusa, signore. » Esordì, alzando il capo. « Ho una ronda al quinto piano fra dieci minuti. Vi lascio prima del previsto, ma vi auguro buonanotte. Sono sicuro che i miei compagni siano in buone mani con Voi e con gli Infermieri. » Mentì spudoratamente. Effettivamente, non aveva neanche la più pallida idea di che ore fossero e quanto tempo fosse passato dalla loro partenza. A giudicare dal fuoco nel camino dell'ufficio, tuttavia, ancora bello arzillo, non doveva esser passato troppo tempo. Detto ciò, Horus salutò i presenti e il professore con un vago cenno del capo e poi girò sui tacchi, diretto verso il Bagno dei Prefetti. Mentre varcava la soglia, però, una voce familiare lo costrinse a voltarsi. Ora che l'ascoltava nel silenzio e in un ambiente scuro e libero da suoni esterni, il suo cuore aveva capito subito a chi apparteneva, ancor prima del cervello, e se quell'organo avesse avuto la facoltà di fermare il corpo, l'avrebbe fatto molto prima del suo collega ai piani alti. I suoi occhi, freddi, incrociarono per un secondo, quelli della figura ammantata, la sconosciuta che aveva celato la propria identità, almeno fino a quel momento. E alla tenue e calda luce dell'ufficio, fu impossibile non riconoscere quegli occhi viola che per un istante, uno solo, e per la prima volta da quando era apparsa la giovane, si erano specchiati in quelli di lui. * Mya?* Come punto da una stilettata, Horus girò di scatto la testa con così tanta rapidità che uno strappo, all'altezza dei tendini del collo, gli fece lacrimare gli occhi, mentre un fastidioso calore si propagava dalla nuca al cervello. Sentì lo stomaco chiudersi e il desiderio di correre via, ma qualcosa glielo impedì. Semplicemente, deglutendo piano quella che sembrava lava liquida, si chiuse piano la porta dietro di sé e si incamminò, lentamente, verso il quinto piano, mentre la delusione, l'irrequietezza, e i suoi sentimenti scazzottavano tutti insieme dentro la cassa toracica, ma pronti a cedere all'intorpidimento della stanchezza. Se non altro, si sentiva anche così esausto che probabilmente, per quella notte, non sarebbe riuscito neanche a dar forma alla sorpresa che aveva provato, nel rivedere Mya proprio lì, in mezzo al loro. E questo, pensò, era un bene. Almeno per quella notte ne aveva abbastanza.» Elucubrazioni e fisime varie. Mamma Papera vi saluta, o piccole paperelle. È stato un onore nuotare nella cacca, piuma contro piuma. ♥« The more you know about the past, the better prepared you are for the future.»
Statistiche: ♦ PS: 95/250 ♦ PC: 230 ♦ PM: 250 ♦ Exp: 46,5
| Equipaggiamento: ♦ Bacchetta: Mano sinistra. ♦ Mantello della Resistenza: indossato ♦ Agganciata alla cintura superiore c'è una Sacchetta Medievale (con incanto estensivo irriconoscibile) [X]. Al suo interno ci sono: – Mantello della Disillusione; – Artigli di Drago Sminuzzati: Monouso. Protegge per due turni dall'attacco del nemico. – Guanti Sostegno del Paladino: Proteggono le mani da tutti gli elementi naturali e da colpi fisici. ♦ Pugnale Normanno [X][: agganciato nella cintura inferiore. ♦ Artiglio della Fenice: protegge parzialmente delle ferite. Usabile una volta a Quest. (al collo, indossato sotto la maglia). ♦ Una collana con la Runa Hagalaz: indossato e nascosto sotto la maglia. ♦ Girocollo con un ciondolo d'oro a forma di Ankh: indossato e nascosto dentro sotto la maglia. ♦ Spilla dorata donata da Eloise Lynch [X]: appuntata sotto la clavicola destra, nascosta sotto il mantello. ♦ Anello della Gorgone: Se utilizzato contro un avversario umano blocca totalmente o parzialmente i suoi movimenti per 1 turno, non pietrificandolo. (Indossato al dito medio della mano destra).
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