~Will you control it, or will it control you?, Quest Privata

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view post Posted on 13/12/2018, 19:02
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Il tempo era loro amico.
Solitamente i secondi lottavano contro chiunque, cercavano di frenare la miriade di missive presenti nel Mondo e di annullare le possibilità mentre, in quel specifico caso, venivano in favore di una scadenza, vogliosi dell'arrivo di una sentenza tacita e implacabile.
Mentre le mani lui iniziavano a farsi folte di pelo, i lineamenti di lei iniziavano ad affilarsi sempre più, rendendola un animale istintivo e determinato.

Sorridendo di rimando al ragazzo, convintasi di aver incanalato le energie nella direzione più consona per il clan, spostó delicatamente l'esile mano verso la collana al collo del Corvonero per strappargliela di netto.
L'escoriazione data dallo strappo generò un rivolo di sangue, lento e delicato... Gustoso; pieno di odori che richiamavano ciò che era loro essenza e vita.

Accogli il tuo istinto, accetta il tuo essere.



Disse mentre sfoggiava il suo nuovo set di canini,acuminati e affilati.
Proprio quel momento fu di vitale importanza in Derek. In quel momento, il primo e sonoro spostamento di ossa generò in lui una strana sensazione di dolore mista a piacere.
Il bacino si strinse in maniera repentina, mentre le vertebre del fondo schiena iniziarono ad allungarsi rendendolo maggiormente alto e con una schiena maggiormente ricurva.
Sentiva l'energia, stava arrivando a lui galvanizzata dal sapore del suo stesso sangue, di quello che ora era preda e nient'altro.

Chiudi gli occhi e cerca quello che vuoi. Sta per diventare tutto possibile.



La richiesta bizzarra arrivò alle orecchie dell'adolescente che ora doveva proseguire il suo percorso di trasformazione.
Presto avrebbe conosciuto una nuova parte di se stesso, doveva iniziare a colloquiarci.



Scadenza: 20/12 ore 23:59
 
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view post Posted on 19/12/2018, 20:23
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Erano uno di fronte all’altro, il viso della donna vicino, sentiva il respiro e quasi come un riflesso incondizionato adattò il suo fino ad essere in perfetta sincronia. Aveva già accettato chi era, ma in quella notte gli veniva richiesto di più, non doveva semplicemente accettare chi era, ma doveva essere ciò che aveva accettato. I suoi occhi erano persi nel vuoto, sembrava che stesse ancora guardando chi aveva di fronte, ma in realtà l’unica cosa che percepiva era la sua essenza mutare. Ormai ogni briciolo di umana coscienza era andato, rimanevano gli istinti primordiali, tanto che non appena vide la donna alzare la mano e strappare con forza la collana che teneva al collo l’odore di del suo stesso sangue risvegliò in lui sensazioni che credeva non potessero esistere. Chiuse gli occhi per assaporare quell’odore per renderlo vivido nella sua mente, respiro a pieni polmoni inebriandosi di esso, non riusciva distinguere nemmeno che fosse il suo.

Non passarono molti secondi da quando aveva percepito quell’odore che il suo corpo iniziò la sua mutazione, sentì il bacino stringersi, ebbe come la sensazione che la sua colonna vertebrale si stesse allungando, il tutto in tandem con un dolore mai percepito in precedenza, avrebbe voluto urlare se non fosse stato per il piacere che provava ad ogni osso che si rompeva o che mutava drasticamente la sua conformazione. La sua schiena iniziò a curvarsi sempre più, chiuse, nuovamente, gli occhi cercando di contenere il dolore o quanto meno renderlo più sopportabile. Ancora la trasformazione non era completa ma il dolore che provava lo portò ad alzare la testa, le vene del collo sembravano potessero scoppiare da un momento all’altro. Iniziò a percepire lo spazio in maniera diversa, evidente quelle mutazioni lo avevano reso più alto, era come se il suo corpo stesse procedendo verso un miglioramento di se stesso, riusciva a sentire e a vedere più cose di prima ed era una bellissima sensazione, tanto piacevole da rendere il dolore quasi secondario, in quel preciso istante. Senti la donna parlare, per la seconda volta, dopo aver accettato quanto stava accadendo, dopo essere diventato chi era, doveva cercare in se ciò che voleva, di certo se avesse avuto pensieri razionali avrebbe scelto diversamente, ma in quel momento era in preda ai suoi istinti. Pertanto chiuse gli occhi alla ricerca di cosa volesse quella notte, furono le parole della donna a renderlo ancor più inebriato, “Sta per diventare tutto possibile”, ma cosa voleva realmente, per quanto fosse preda di quel “delirio” non sapeva ancora cosa volesse. Eppure entrando in contatto con il suo essere aveva come la sensazione che presto avrebbe avuto quella risposta, tanto più che quella sera tutto era possibile. Abbassò la testa e infine aprì gli occhi, aveva ben chiaro cosa voleva, ma ancora non era riuscito a capirlo, a renderlo suo in tutto e per tutto.





 
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view post Posted on 24/12/2018, 16:05
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Ogni licantropo che si rispetti, quando arriva quel momento, non riusciva a capire.
Perché trasformarsi? Perché diventare altro dalla persona che si era? Perché ottenere un’altra forma? Si piaceva Derek? Era contento di ciò che era o poteva ambire di più?
Selene sentiva tra le sue mani il mutare implacabile del Corvonero.
Il volto era divenuto lungo, spigoloso e ispido, mentre l’ennesimo cambiamento fisico si faceva avanti.
Il ragazzo sentì come prima cosa la sua mandibola allungarsi, dislocarsi dalla solita posizione in cui era abituata a trovarsi, poi i denti si compattarono tra di loro, complice il fatto che se ne erano aggiunti altri dieci nella sua bocca.
Era assurdo percepire nel pieno e totale dolore come finalmente quel suo aspetto fisico fosse finalmente un’arma, forse, la più letale tra tutte.

Ci sei quasi. Devi volerlo. Devi essere.


Fu proprio in quel momento che la donna chiuse gli occhi davanti all’essere simil umano, quindi li riaprì lasciandolo accecare da un bagliore rosso fuoco.
Era quella la predispozione da Alpha, la forza e l’ira alla base di tutto che lo avrebbe reso in grado di camminare da solo.
Indietreggiando di alcuni passi, la donna iniziò ad avere delle strane convulsioni, mentre il corpo iniziava a divenire un fascio di nervi.
Era giunto il momento anche per lei di accogliere la perfezione del suo essere, l’istinto primordiale che la rendeva ciò che doveva essere rispettato dai suoi simili.
Piegandosi leggermente in avanti, diede la possibilità al suo corpo di allungarsi, prendere l’aspetto lupoide e poggiare le zampe a terra, quindi spostò rapidamente gli occhi verso una fessura dalla quale si vedeva la Luna, nel pieno del suo splendore.
Il respiro era divenuto finalmente profondo, pieno, mentre l’insana voglia di uccidere iniziava a pervaderla.
Lei sapeva controllare quella situazione, sapeva gestire quel dono che avevano, ma sarebbe stato lo stesso per Derek?
Aspettò in silenzio, mentre vedeva gli occhi del quasi animale diventare color oro, come un Beta che si rispetti.
I giochi stavano per iniziare, l’ira stava per assalire Derek.
La Luna era pronta a dominarlo e a dargli la potenza, lei, lo avrebbe solamente tenuto d'occhio.


Bene, ci sei quasi.
Sei arrivato alla fase fondamentale della tua prima trasformazione che ti porterà ad essere instabile e a non gestire la tua ira.
Ti lascio ampi margini di manovra sulla tua prossima mossa.
Stai per diventare licantropo e nulla sarà più uguale.


Scadenza: 31/12 ore 23:59
 
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view post Posted on 10/1/2019, 16:07
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Ormai la sua trasformazione era in corso, ogni osso che si rompeva gli provocava un dolore atroce. Iniziò a sentire dolore al volto, sia per la mandibola che si dislocava al fine di allungare il suo viso, sia per i denti che spuntarono. Ormai il suo corpo era un unico dolore, non era più in grado di capire da che parte del suo corpo percepisse il dolore o a cosa era imputabile. Persino le parole della donna erano meri suoni per le sue orecchie. Non riusciva a sentirle, ma in qualche modo le percepì. Dopo che ebbe visto gli occhi della donna diventare di un rosso intenso e allontanarsi da lui iniziò a sentire come a rabbia stava prendendo il possesso di lui, che ogni sua azione sarebbe stata determinata da quella sete di sangue che pian piano si faceva strada il lui non poteva saperlo, forse al quel punto non aveva importanza. Iniziò a percepire la potenza di ciò che era e la forza montare in lui, nessuno avrebbe potuto controllarlo o contrastarlo se non la donna. Portò la testa verso l’alto, le vene del collo si gonfiarono come in un urlo sordo. Abbassata la testa vide la donna che stava anch’essa per trasformarsi guardare fuori da una fessura, era lì, in qualche modo credeva di poter sentire il potere che la luna esercitava su di lui, una leva per la sua rabbia che stava raggiungendo livelli mai provati. Fu in quel momento che oltre la rabbia sentì nuovamente, o probabilmente ricordava, l’odore del sangue che aveva innescato quella spirale, la stessa sete che prima aveva solo percepito adesso era chiara, cercò di fare respiri profondi come per smorzare il dolore e far in modo che quella percezione non finisse. Ormai la sua postura ricordava più quella del Lupo Mannaro che dell’umano, così come il suo volto si faceva sempre più lungo e dava spazio a un nuovo set di denti più affilati, le sue percezioni cambiarono, era mosso da una forza che mai aveva conosciuto, era quasi, nonostante tutto, in uno stato di estasi, come se si accorgesse delle nuove possibilità che quella condizione aveva rilevato in quella notte. Per un mese aveva maledetto ciò che gli era accaduto, ma in qualche modo adesso, accettando ciò che era, sembrava avere una visione totalmente differente. Sentiva ogni battito del cuore scandire il tempo, ma sapeva che avrebbe anche perso la percezione del tempo una volta che la trasformazione fosse stava completata. Presto avrebbe totalmente perso ogni freno inibitore o di altro tipo in favore degli istinti più animali e primordiali, ormai non aveva la possibilità di chiedersi cosa avrebbe fatto quella notte poiché ogni cosa che avrebbe fatto sarebbe stata guidata da un qualcosa che da umano poteva a stento capire, era come se la sua esistenza fosse spaccata in due. Da un lato l’umano pieno di paura e remore, che provava rabbia, d’altra una valvola di sfogo senza precedenti, come si sarebbe sentito l’indomani passò totalmente in secondo piano, voleva vivere il presente e viverlo a fondo. Inebriato da quella sensazione di potere e di forza si avviava a completare la sua trasformazione, dopo ciò nulla importava, nemmeno ciò che avrebbe fatto per quanto deprecabile lo avrebbe potuto percepire in forma umana.





 
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view post Posted on 28/2/2019, 09:21
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La forza era arrivata.
Senza farsi notare, si era insinuata nel corpo del ragazzo fino a renderlo un essere ingestibile.
Incredibile. La sensazione viscerale e i dolori provati fino a quel momento non furono nulla alla voglia di manifestare i suoi istinti, specialmente quella crudeltà latente in lui.
Mentre gli ultimi accorgimenti fisici si sistemavano, portandolo ad una forma licantropica abbastanza definitiva, la sua mente veniva trascinata in un angolo buio per dar luce alla bestia che era in lui.

Sensazioni difficili da descrivere lo travolsero, mentre un suo simile si poneva davanti lui in tutta la sua forma.
Era più esile, maggiormente longilineo. Che fosse Selene?Chi poteva dirlo; Derek non esisteva più, soppresso da qualcosa di più potente.
Mentre la Luna rinvigoriva le membra, il simil Lupo davanti alla sua figura si avvicinò per odorarlo, quindi lui, per non si sa quale preciso motivo ,gli diede un colpo che lo fece volare contro la parete.
Un ringhio delineò l'inizio dello scontro per il territorio che durò poco, giusto il tempo che l'altro essere manifestasse il suo predominio. Non era proprio il momento di vincolarsi a quello scontro per delle effimere soddisfazioni.
Gli occhi di “Derek” ,di un intenso color oro, seguirono quelli rossi dell'altro animale, il quale gli fece cenno di uscire fuori con lui.

Uscirono. Il vento freddo sul suo manto e il suo muoversi velocemente a quattro zampe furono gli unici ricordi al suo risveglio nella Stamberga.
Aveva dormito fuori quella notte, lontano dalla scuola, chissà se qualche prefetto/caposcuola se ne era reso conto.
Se si fosse alzato avrebbe subito capito di essere spoglio dei suoi vestiti che erano stati appoggiati sul suo corpo.
Cosa era successo era un mistero. Buchi nella trama erano evidenti, come se avesse preso una delle sbornie più grandi della sua vita.
Guardandosi le mani avrebbe notato un intenso color scarlatto pervaderle. Il sapore ferroso, a lui ben conosciuto, lo aveva avvolto fino a quel momento ma non capiva perché.
Lo sgomento fu evidente mentre cercava attorno a sé Selene, la quale non si trovava con lui.
Aveva tante domande, ma altri trenta giorni doveva aspettare per le sue risposte.

Scadenza ultima risposta 14/03.

Complimenti Derek! Sei ufficialmente un Licantropo Beta. Ti prego di aggiungere il dettaglio in scheda e di postare qui l'uscita dalla role che sarà fondamentale per il tuo background. Mi farò viva prossimamente per il proseguio di questa storia. Goditi il momento, per ora.
 
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view post Posted on 26/9/2019, 14:56
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Perso. Il giovane Corvonero non esisteva più. Aveva lasciato il posto a qualcosa di diverso, a qualcosa di più potente, con una forza straordinaria. La sua mente era completamente avvolta e guidata dagli istinti primordiali. L’intelligenza che lo definiva quale adepto di Priscilla era divenuta puro istinto e astuzia animale. L’ebrezza che provava in quella nuova veste era indescrivibile. Una rinnovata voglia a spingersi più in là dei suoi limiti lo portava a bramare ciò che sarebbe accaduto. Una notte di pura estasi. Il domani non esisteva, non preoccupava. Da lì a poco i due sarebbero usciti dalla stamberga per andare incontro alla libertà ritrovata. Non vi erano più barriere, la sottile linea tra l’impossibile e il possibile era svanita senza lasciare alcuna traccia. Dal quel momento in poi non avrebbe ricordato nulla, forse le sole sensazioni o emozioni provate avrebbero potuto essere la sua memoria di una notte che avrebbe segnato per sempre la sua vita.

Da poco erano spuntate le prime luci dell’aurora. Il corpo di Derek giaceva a terra nudo, privo di sensi. Sembrava che dormisse di un sonno profondo, il suo respiro era a malapena percettibile, come se quanto fatto la sera prima lo avesse privato della linfa che lo rendeva vivo. Aprì gli occhi di botto, il respiro di fece più pesante, quasi ansimante, sembrava che si fosse svegliato da un incubo. Si mosse per mettersi seduto, nel modo in cui fece pressione sui muscoli addominali provò un gran dolore, non si accorse subito del fatto che fossero le ossa a provocare quella pena. La trasformazione lo aveva distrutto, spossato fisicamente e stancato mentalmente. Gli ci volle qualche minuto prima di formulare qualche pensiero che avesse un senso compiuto. Si girò per vedere dove si trovava e con sua grande sorpresa era proprio dove ricordava di essere andato, alla stamberga. Nell’alzarsi non si era nemmeno reso conto di aver fatto scivolare i vestiti, come in quel momento si accorse di essere nudo. Diede delle rapide occhiate in giro per vedere se vi fosse qualcuno, per sua fortuna non vide nessuno. Aveva sete, mosse la lingua dentro la bocca e senza volerlo le papille gustative gli inviarono una chiaro sapore metallico che nel tempo diveniva meno forte. Non aveva alcun dubbio di cosa si trattava, ma non capiva come mai lo sentiva.

Fece per muovere le mani e prendere i vestiti per darsi un contegno prima di tornare a scuola. Fino a quel momento le conseguenze di quanto accaduto sembravano non esistere, come se quella sensazione di libertà era sopravvissuta alla trasformazione. Solamente quando vide le sue mani che tornò alla realtà, fu come risvegliarsi una seconda volta, girò i palmi e li portò ad altezza degli occhi, avvicino le mani alla faccia, mentre i suoi occhi si aprivano, ormai sgranati come se avessero visto chissà cosa. Ed allora comprese il perché del sapore metallico in bocca. I pensieri divennero nuovamente indecifrabili ad eccezione di una sola domanda. *Che ho fatto?* Interrogativo che lo stava tormentando, ancora una volta si guardò in giro per vedere se ci fosse Selene, ma con sua grande sorpresa non era lì. Che lei ricordasse la sera precedente. Avrebbe potuto dirgli di quale crimine si era macchiato, la sola idea di aver fatto del male a qualcuno lo stava lacerando. E se avesse ucciso qualcuno? Se fosse diventato un assassino? Il suo sguardo era perso nella sue mani. Non riusciva a smettere di guardare le sue mani, non riusciva a non pensare di aver fatto qualcosa di orribile, qualcosa dal quale non poteva tornare indietro.

Non poteva aspettare un mese per sapere, non avrebbe potuto vivere un solo giorno con quel dubbio. Si guardò in tornò una terza volta con sguardo tormentato e impaurito, cercava di capire, cercava di vedere se a chiunque appartenesse quel sangue fosse nelle vicinanze, ma nulla. Prese delle foglie e si ripulì le mani, voleva cancellare quello che aveva visto, voleva debellare quei dubbi dalla sua mente e allora d’istinto si ripulì. Si alzò a fatica, prese i vestiti e li indosso guardingo. Non poteva fare altro che andarsene, doveva correre, nessuno doveva vederlo in quel momento. Si diresse correndo verso la foresta, il dolore che provava alle gambe era indicibile, ma non poteva fermarsi, iniziò a correre più velocemente. Nella corsa sembrava aver trovato conforto, così sforzò ancora i suoi muscoli al fine di andare più veloce, sentiva l’aria fredda del mattino tagliargli il viso. Il dolere sembrava lenirsi con la corsa, o forse la ferita interna provocava più dolore delle ferite fisiche, tanto da coprirlo quasi completamente. Prima che potesse rendersene conto era giunto ai confini della foresta e stava per addentrarsi nei giardini, allora smise di correre, ed il dolore tornò proprio come era andato. Camminava a malapena, tentava di camminare con passo sicuro e schiena dritta come era solito fare, così che nessuno potesse avere dubbi, capire ciò che era accaduto quella notte. Anche se aveva imparato molto tempo prima che in quella scuola gli studenti non erano proprio concentrati sugli altri ed anche lui non era da meno.
Quando entrò nella sala grande era ancora quasi vuota, prese posto al tavolo dei corvonero, stranamente non percepiva nessuna fame, ma si costrinse a mangiare così da dare significato al suo stare lì. Dopo di ciò si diresse verso la sala comune, tormentato dai suoi pensieri. Anche se in fondo provava una certa soddisfazione per il modo in cui aveva passato la notte, anche se ancora non capiva il perché. Quel pensiero lo avviliva ancora di più, non riusciva a comprendere come potesse essere contento di ciò.







chiedo scusa per l'enorme ritardo.
 
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35 replies since 4/5/2015, 16:44   786 views
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