Ricordi vecchi e nuovi incontri, Privata

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view post Posted on 3/4/2016, 23:13
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Ufff…devo insegnarti tutto io Mr. Mistero?
Sbuffo teatralmente spazientita portando la mano alla fronte come a voler detergere un’invisibile strato di sudore che non c’è.
Lezione numero tre! Dovreste imparare, e questo vale non solo per te ma tutto il genere maschile, a riconoscere un compimento da un’offesa. Non ci beccate nemmeno per caso.
Il tempo trascorreva veloce dentro la casupola. Mi rendo conto che la strana attrazione che ho sempre avuto verso la Stamberga Strillante ha il suo perché. Chissà se anche altri ‘esploratori’ avevano vissuto la nostra esperienza? Chissà se il mistero di quell’antica e famosa casupola consisteva proprio nel far vivere, a chi osava varcare la porta, un’avventura che avevano più o meno inconsciamente sognato? Poteva anche essere. Magari altri ragazzi avevano trovato al suo interno situazioni diverse ma ugualmente consone al loro temperamento. Mr. Mistero ed io siamo, a mio avviso, tipi avventurosi e a noi è stato riservato questo tipo di trattamento. Oppure è l’alone di misteriosa sintonia che ci fa divertire così tanto e non posso che dar ragione al mio attraente compagno di avventura.

Chiunque ci ha messo in questa situazione…ci ha azzeccato! Ci ha fatto incontrare e ci stà facendo divertire. Alla fine, se lo troveremo, dovremo pure offrirgli da bere. Tu, per la precisione, gli offrirai da bere. Non vorrei mai o poi mai ti sentissi offeso anche per quello Monsieur!
Strizzo l’occhiolino a ragazzo di nuovo pronta a lanciare una nuova, scherzosa, provocazione. Ora che ho testato il suo humor posso concedermi di sbilanciarmi sempre di più ed non c’è cosa più divertente di questo nostra botta e risposta.
L’arrivo del micetto interrompe le ostilità dandoci modo di coccolare il pelosetto e dopo averlo tranquillizzato ed aver recuperato la chiave che la bestiola porta al collo il mio compagno apre la porta che abbiamo individuato essere la prescelta per continuare quella strana caccia al tesoro. Mentre Mr. Mistero armeggia con la serratura mi pongo il problema di cosa mi aspetto di trovare oltre la porta. Un altro indizio che ci manda chissà dove? Una trappola che ci mette in difficoltà? Una creatura pericolosa? In realtà quel che vorrei trovare dovrebbe avere a che fare col cibo. Un’attimo prima che la porta si apra tiro la manica del giovane esploratore e, fanciullescamente chiudo gli occhi.

Aspetta un secondo. Prima di sapere cosa c’è in quella stanza vorrei esprimere un desiderio. Vediamo se verrà realizzato.
Schiarisco la voce con un leggero colpetto di tosse che fa sussultare il micio. Lo avevo ancora in braccio. La bestiola si era rilassata e stava appoggiata al mio braccio come un cucciolo d’uomo sonnacchioso.
Pronuncio il mio desiderio mentalmente. I desideri, si sa, non si avverano se vengono dichiarati a voce alta.
Il commento del Mago, che arriva in contemporanea con l’apertura della porta, mi fa spalancare gli occhi per la fretta di scorgere cosa ci aspetta.

Wowwwww!
Esclamo guardandomi attorno quando la porta si apre.
Entro nella stanza guardinga. Il micio spicca un balzo e atterra al suolo. Lo vedo dirigersi deciso verso il grande letto, arrampicarsi sulla coperta e acciambellarsi al centro, fra i guanciali. L’opportunismo dei gatti mi è noto e non mi stupisco quella situazione più comoda.
Mi avvicino alla toletta e osservo lo specchio. Le nostre immagini riflesse rivelano la nostra sorpresa e il nostro stupore. Era quello il tesoro a cui facevano riferimento gli indizi che avevamo trovato? Che significato poteva avere tutto ciò? Con la perplessità dipinta negli occhi mi giro verso il mago.

Di chi sarà questa stanza? Non mi risulta che la Stamberga sia abitata.
Dall’esterno non arrivano rumori. Il temporale si deve essere palacato oppure stà solo dando un’attimo di tregua. Le imposte sono chiuse e non è dato sapere cosa succede fuori. Divertita dai miei stessi pensieri, faccio finta di pettinare i capelli, anche se non avrebbero davvero bisogno e comincio a ridacchiare.
Non penserai…l’abbiano preparata per noi vero? Non potevano sapere chi avrebbe abboccato all’amo. Però…e se così fosse? Se qualcuno ci stesse osservando di nascosto?
L’dea di castare un’incanto per rivelare qualche forma di presenza in quella casa stregata non mi solletica affatto. Avrebbe potuto essere inutile se non addirittura pericoloso. Con un sorrisino malizioso, a beneficio di un’eventuale spettatore, mi avvicino al letto e mi siedo. Attendo la reazione del mio compagno e intanto comincio a testare la morbidezza del materasso.
Sembra comodo! Forse qualcuno è stato così gentile da offrirci riparo per la notte visto il temporale!
Improbabile ma era pure sempre una spiegazione.
 
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view post Posted on 8/4/2016, 16:57
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Guardava altrove, cercando volontariamente di non incontrare gli occhi della sua giovane compagna di avventure. Probabilmente, se lo avesse fatto, sarebbe scoppiato a ridere per l'assurdità di quel dialogo che pareva non avere nè un inizio ne una fine ma che lo stava facendo divertire assai. Invece no, continuava a puntare la sua bacchetta scura contro gli angoli più remoti e bui della vecchia casa, un po' per scrupolo un po' per curiosità. In questo modo forse Virginia non potè vedere il sorriso soddisfatto che il suo nuovo soprannome gli conferiva: Mr. Mistero, niente male davvero! Si, trovava che era estremamente adatto ad un tipo come lui, ma senza esagerare, certo. Aveva una certezza: se ne sarebbe andato da quel posto malandato solo dopo aver rivelato il suo nome alla giovane, altrimenti come avrebbero fatto a ritrovarsi una volta finita la loro stramba avventura?
Ma per il momento tutto sulla sua identità doveva rimanere segreto, un pizzico di mistero in più nell'atmosfera già frizzante.
Rispose con tono fintamente indifferente, come se stesse pronunciando una lista di ingredienti per pozioni piuttosto che un suo evidente e spropositato complimento verso se stesso:


Hai ragione, chi mai potrebbe offendermi? La perfezione non ha punti deboli, dopotutto..

Il tono con cui aveva cercato di simulare un alter ego spropositato poteva dirsi riuscito, eccetto per quel sorriso sornione che un po' andava a rafforzare l'affermazione e un po' rivelava lo scherzo. La perfezione..inesistente, secondo lui. Ma c'era comunque chi si avvicinava pericolosamente...

Di nuovo, stavolta riguardo alla persona sconosciuta che forse si stava prendendo gioco di loro, la francesina cercò di rifilargli un bel colpo basso, o almeno per lui che di galanteria cercava di fare la propria bandiera. Sorrise compiaciuto dalla prontezza di spirito della donna e in via eccezionale si voltò rapidamente bloccandosi ad una spanna di distanza da lei. La guardò un attimo con occhi arguti per poi rigiocare la carta sempre vincente del mistero:

Per quanto tu ne sappia, potrei essere anche un barbone al momento privo di qualsiasi denaro... Sono sicuro che la signorina possa offrire un brindisi alla persona che volente o nolente ci ha fatto incontrare...

Il suo aspetto non trasandato ma comunque molto semplice e babbano poteva benissimo avvalorare l'dea della sua povertà, nulla di lui poteva far pensare alla ricca tenuta di famiglia o al conto bancario che piano piano, con un lavoro dopo l'altro, stava cercando di accrescere. Uno sguardo indecifrabile prima di rivoltarsi verso la camera che sembrava essere l'ultima meta del loro viaggio. Si chiese come avrebbe reagito Virginia a quell'uscita un po' enigmatica, forse l'avrebbe presa sul ridere, forse no. Era tutto da vedere. Magari si sarebbe anche potuta alterare.. la fantasia di Killian creò nella sua mente l'immagine della ragazza con le gote di un bel rosso furente proprio come i suoi capelli. Rise affascinato alla sola idea.


Dopo il desiderio espresso dalla ragazza, entrambi si avventurano all'interno della stanza alle calcagna di un gatto che subito ne approfitta per stendersi sul materasso. Con suo sommo e malcelato stupore, Virginia fa lo stesso beccandosi uno sguardo dall'aspirante Auror del tipo " fai sul serio o cosa?".
Ma dato che il loro chiacchierare era stato tutto una battutina e una frecciatina, Killian decise di prenderla come una nuova provocazione che stavolta doveva essere presa con i guanti. Rimase in silenzio con un sorriso obliquo e furbo mentre perlustrava con la bacchetta accesa il nuovo scenario. Si soffermò sul mobile con specchio e ne esaminò gli intarsi e i motivi decorativi. Non era una donna, ma aveva abbastanza gusto da capire che era estremamente raffinato.
Finito di speculare su oggetti di fatto inutili, finalmente si concesse il piacere i dare la da lui tanto attesa risposta:


Non poteva sapere del nostro incontro accidentale...nè del temporale che ci ha colto mentre eravamo dentro. Escluderei l'ipotesi che fosse tutto programmato... a meno che quel qualcuno non sia proprio in questa stanza, non sia un uomo e nemmeno un gatto...

Voleva ridere, voleva davvero: non pensava Virginia fosse davvero "la colpevole", ogni ragionamento logico avrebbe escluso quella possibilità. Però sperava di poter assistere ad una scena altamente comica per l'espressione della ragazza dopo la sua accusa. Di nuovo, la stava mettendo alla prova come aveva capito piaceva fare ad entrambi.

E se non sei tu la mente maliziosa di questo piano ingegnoso, ammetti che la soluzione contro la pioggia di smaterializzarsi non ti piace affatto dopo che hai visto questo letto

Sorrise apertamente, divertito e libero da ogni costrizione di sorta. Aveva ricevuto una bella provocazione, perchè non rispondere alzando leggermente la posta? Alla peggio, avrebbe preso qualche insulto per la sua poca modestia..niente di irrimediabile.
 
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view post Posted on 12/4/2016, 13:03
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Che stai cercando? Hai forse paura che ci sia qualche ragnetto in giro? Tranquillo Mr. Mistero. La tua perfezione quasi assoluta non verrà compromessa da un dettaglio così insignificante.
Sorrido divertita mentre osservo l’uomo andare in perlustrazione con la bacchetta spianata e scrutare ogni angolo di quella strana stanza. Io invece cominciavo a sentirmi perfettamente a mio agio. Forse stavo abbassando un po’ troppo la guardia ma se era vero, come avevamo ipotizzato, che qualcuno stava cercando di farci uno scherzo doveva trattarsi solo di un burlone e non di qualcuno pericoloso.
Le occasioni per sorprenderci o per aggredirci non erano mancate. Se qualcuno avesse davvero avuto cattive intenzioni a quest’ora ce ne saremmo accorti.
Non avevo idea del perché e del per come ci eravamo venuti a trovare in quella singolare situazione. Forse sarebbe rimasto uno dei tanti misteri che aleggiavano attorno alla Stamberga e far parte, anche solo una piccola parte, della storia della casa incantata mi dava uno strano senso di euforia.
Anche Mr. Mistero sembrava apprezzare la strampalata situazione. Continuava a lanciare frecciatine e velate provocazioni l’ultima delle quali, fatta a pochi centimetri da me, viene accolta con un ‘occhiatina sbieca mentre sento gli occhi brillare divertiti.

Per quanto io NON ne sappia potresti essere l’erede di un’immensa fortuna ed essere un gran taccagno che si approfitta delle scarse sostanze di una signorina che si guadagna da vivere combattendo contro draghi, salamandre e ippogrifi per salvare loro la vita. Una volta fuori di qui, sappilo, ti metterò alla prova!
L’implicita ammissione di volerlo rivedere una volta che fossimo riusciti a riguadagnare l’uscita poteva e voleva essere l’ennesima sfida. Ero curiosa di vedere la sua reazione e curiosa di sentire se avesse lasciato cadere la frase nel nulla e se avesse ribattuto.
Quando nessuno di noi due prendeva la parola gli unici rumori che rompevano il silenzio della camera erano l’infuriare del vento e il poco sommesso russare del gatto che pareva trovarsi ancor più a suo agio di noi acciambellato nel centro del grande letto.
Con la destra accarezzo la bestiola che dapprima pare infastidita ma poi pare comprendere le buone intenzioni e si rilassa sotto i grattini delle mie dita.
Evitando lo sguardo del Mago e fissando il micetto completamente rilassato rispondo a quello sfacciato che stà facendo delle insinuazioni che se non mi facessero divertire così tanto meriterebbero due sonori ceffoni. Un po’ mi stupisce questa strana e allegra complicità che si è sviluppata nel giro di così breve tempo ma…perché doversi sempre chiedere il perché delle cose?
Era capitato. Per una volta che capita una cosa positiva stare a cercare i motivi, le spiegazioni, indagare, fare supposizioni mi sembra inutile.

Allora vediamo….hai escluso un’uomo, per cui ti sei tirato fuori. Hai escluso il gatto e anche lui è fuori gioco. Vorresti forse velatamente insinuare che sono io l’artefice di tutto questo? Se fosse….sarei stata bravina non trovi? Non sperare che confermi o smentisca. Rimarrai col dubbio.

Effettivamente non posso dargli tutti i torti. La prospettiva di uscire con il temporale in corso non è delle più allettanti e la compagnia è molto piacevole. Chiunque avesse architettato tutta quella messa in scena non aveva poi avuto una cattiva idea.
Nonostante continuassimo a stuzzicarci e pizzicarci a vicenda rimanevamo due quasi sconosciuti incontrati, per puro caso, in un’occasione insolita. Perché non approfittarne per far conoscenza?
Comincio a chiedermi, mentre guardo il ragazzo continuare ad osservare ogni piccolo oggetto dell’arredo della stanza se, oltre al senso dell’humor e al gusto del gioco, ci sia altro che si possa condividere o altro su cui ci si possa confrontare. Gusti, abitudini, passioni o avversioni.
La priorità in questo momento però è un’altra e il mio stomaco, ignaro delle regole della buona educazione, la manifesta sonoramente. E’ sicuramente orario di cena fuori da quelle mura e l’appetito si fa sentire.

La mia mente sarà anche maliziosa ma il mio stomaco reclama. Se avessi organizzato io tutta questa bella sceneggiata non avrei rischiato di farti morire di fame o di sete. Sicuramente avrei provveduto a far rifornimento di buon cibo e bevande.
Sempre più entusiasta all’idea di partecipare a quella simpatica competizione mi sistemo comoda. Sistemo i cuscini alla testata del letto e mi siedo allungando le gambe sulla coperta. La schiena appoggiata ai morbidi guanciali e lo sguardo diretto verso il giovane esploratore che mi incuriosisce col suo fascino e mi diverte con la sua ironia pizzichina.
Ecco vediamo….dove potrei aver nascoso un delizioso pranzetto, una bottiglia di buon vino, due calici e, ovviamente, anche due candele rosse per rendere l’atmosfera perfetta? Fai un piccolo sforzo. Capisco che la tua mente candida possa essere rimasta sconvolta da tutto ciò ma...sforzati!
Una smorfia buffa, quasi uno sberleffo che deve sapere molto di provocazione a giudicare dal tono della mia voce.
Sarebbe stato davvero più di una coincidenza se, abboccando all’invito, il giovane avesse davvero trovato quello stavo descrivendo. Non era probabile ma, quella sera, di cose improbabili ne stavano accadendo parecchie.
Attendo con una sorta di animata eccitazione di vedere se, dove e quando il giovane mago intende procedere mentre lo osservo sorridermi. Forse è l’atmosfera ma penso che in una serata come questa tutto può succedere. Tutto o nulla.

 
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view post Posted on 24/4/2016, 11:37
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Killian prima ancora di essere diventato Auror già ci si era immedesimato perfettamente. In quella casa da solo avrebbe certamente fatto a meno di tutti quei controlli ma in presenza di una "donzella" non poteva che mettere in pratica tutte le accortezze possibili. Fatto sta che ciò divenne motivo di presa in giro da una sarcastica Virginia alla quale però la risposta saccente fu servita subito:

Stento a credere a tutta questa ingratitudine! Se non lo avessi capito, sto controllando per la tua incolumità

Ma effettivamente più si guardava intorno e più concludeva che l'unica minaccia per loro era tutta quella polvere che prima o poi gli avrebbe ostruito le vie respiratorie. Strano ma vero: la Stamberga faceva più paura dall'esterno che dall'interno. O forse questo valeva solo se si era in fortunata compagnia.
La rossa non ci pensò due volte prima di rispondergli a tono ancora, stavolta riguardo la faccenda dei soldi. Il ragazzo dovette usare tutto il proprio autocontrollo per non scoppiare a ridere e tradirsi sul punto dell' "erede di famiglia ricchissima". In effetti non era giusto definirlo nemmeno così, non proprio. La situazione era troppo complicata per poter essere descritta con semplici parole ad una ragazza semisconosciuta, soprattutto se si vuole rimanere Mr Mistero.
Imperterrito non ritrattò e con tono esageratamente offeso riprese mentre si portava una mano sul cuore:


Così mi uccidi, non mi approfitterei mai di una signorina così tanto garbata...che fa un lavoro così rispettabile, per giunta

Al giovane Resween gli animali piacevano, ma non aveva mai pensato di farli diventare il proprio lavoro. Virginia invece aveva saputo sfruttare quella passione per vivere e ora si ritrovava un lavoro per niente noioso al Ministero. Il suo tono era di presa in giro, ma in cuor suo sapeva che non c'era tanto da scherzare con gli animali che aveva appena citato. Con alcuni di essi aveva avuto a che fare anche lui e non sempre per buoni motivi. Tacque di nuovo facendo del silenzio la nuova arma del mistero.
Oramai il gioco si era trasformato in un "becca il colpevole" grazie alla velata (non tanto) accusa gettata tra le risate. La francesina non sembrò essersela presa, anzi. Nei suoi occhi chiari si poteva notare qualcosa brillare, forse di gioia, di divertimento o di malizia. Qualunque cosa fosse, fece smettere Killian di esaminare la mobilia per guardarla dallo specchio con aria interrogativa. In quel modo con la testa piegata e gli occhi incuriositi sembrava davvero più giovane di quanto non fosse.


Io stavo scherzando, ma visto che non smentisci..... Resterò col dubbio si, ma intanto toglimelo su altre questioni: se sei la mente geniale di tutto, perchè ha scelto proprio me?

Il suo sopracciglio si alzò in modo tipico, come di chi ha appena messo in scacco un'altra persona ed era così che il ventiquattrenne si sentiva. Anche se Virginia avesse trovato una scappatoia per non fargli dei complimenti, rimaneva il fatto che lei avesse scelto lui e non altri per quell'avventura. Ora era proprio curioso..
Quel momento di giocosa tensione si frantumò quando lo stomaco della giovane si fece sentire provocando nel ragazzo una crisi di risa. Non sentiva quel suono dai tempi dell'infanzia di sua sorella e perciò gli faceva molto strano risentirli dal ventre di una donna che a quanto pare doveva essere molto affamata, cosa che confermò lei stessa subito dopo. Si passò una mano sul volto per riprendersi dalla risata fragorosa cogliendo l'occasione per gettare l'ennesimo amo:


Eih, ma sei proprio una bambina viziata! Ho fama, sono stanca, piove...Menomale ci sono qui io altrimenti saresti stata persa..

Non ammise di aver fame anche lui solo per non darle la soddisfazione ma contò che il suo stomaco era ormai molto ma molto più silenzioso. Accolse il suo veemente invito a cercare del cibo anche se probabilmente l'unico posto in cui avrebbe potuto trovarli era proprio nella testa della ragazza. Alzò gli occhi al cielo in modo volontariamente evidente in un'espressione del tipo "ah, le donne".
Sotto lo sguardo divertito della ragazza e del micio, Killian si mise in ginocchio e controllò sotto al letto beccandosi però solo un diluvio di polvere. Tossicchiò mentre si rimetteva in piedi e scrutava altri possibili nascondigli. Ecco, un mobiletto promettente. Si avvicinò di soppiatto come temendo qualche imboscata ma a salutarlo una volta aperti gli sportelli non c'era che un ragno solitario. Acqua di nuovo ("ovvio, non c'è nessun cibo qui, Killian, te lo sei dimenticato?"). Scoraggiato ma non infastidito decise di andare a cercare in altre stanze non prima di aver rivolto un occhiolino alla rossa spaparacchiata sul letto. Uscì dalla porta ma poi pece un mezzo giro e vi ci infilò di nuovo la testa:


E comunque se vuoi rivedermi un'altra volta, dovrai guadagnartelo facendo la brava bambina, intesi?

E ridendo piano in modo soddisfatto si allontanò uscendo completamente dalla visuale della giovane.
 
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view post Posted on 29/4/2016, 16:27
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Alzo gli occhi cielo mantenendo un sorriso fra l’ironico e l’indispettito. Nonostante il tono di Mr. Mistero sia scherzoso mi fa piacere udire che non stà semplicemente curiosando, cosa della quale sono assolutamente convinta, ma che si preoccupa della mia incolumità.
Credo che l’unica minaccia per la mia incolumità, tolto te e il qui presente gatto, sia rappresentata dalla fame. Saremo fortunati ma non vedo altri pericoli in giro.
Continuo a godermi lo spettacolo comodamente sdraiata sul lettone che, stranamente, profuma di fresco bucato e non di polvere come mi aspettavo.
Forse l’appetito assopiva i miei sensi ma non avvertivo l’imminenza o la minaccia di nessun pericolo in quel posto tanto a lungo fantasticato ma forse, anche questo, faceva parte di una giornata particolare partita con una passeggiata e continuata in modo tanto inatteso quanto imprevisto.
Il Mago continua imperterrito a schivare le provocazioni e a rilanciarle confermando l’atmosfera scherzosa che si va sempre più consolidando. Probabile dipenda dal fatto che non ci conosciamo e che questo ci faccia sentire liberi di poter esprimerci come l’istinto ci consiglia e l’istinto del giovane uomo doveva consigliargli di mantenere ben salda l’aura di mistero che si era cucito addosso. Forse, in un altro momento, in un’altra situazione avrei potuto irritarmi per quel comportamento ma invece lo trovo divertente per cui non esito un’attimo a ribattere ed ad attaccarmi alle sue parole.

Sul fatto che io faccia una lavoro rispettabile non ci sono dubbi. Fossi in te ne avrei qualcuno sul fatto che io sia ‘garbata’. Ho più dimestichezza con le bestie che con gli umani e, per dirla tutta, spesso preferisco trattare coi primi. Perché proprio te? Ora farò io la misteriosa. Il caso. Una premeditazione. Un’ispirazione dell’ultimo minuto. Tutto è possibile. Siamo nella Stamberga Strillante e il mistero è d’obbligo direi.
Soddisfatta di aver, forse, seminato il germe del dubbio nell’uomo scoppio a ridere insieme a lui e annuisco col capo confermando le sue affermazioni. Effettivamente non aveva tutti i torti ma fa parte del mio carattere esternare le mie sensazioni a meno che queste non riguardino le sfere intoccabili del profondo. Quelle rimangono chiuse dentro me. Dopo tanto tempo faccio ancora molta fatica ad aprire lo scrigno che le contengono e troppe volte l’aprirlo mi ha provocato dolore perché mi permetta di farlo con leggerezza ed è appunto la leggerezza che regna nell’aria. Non ho nessuna intenzione di intristirmi e tantomeno di intristire Mr. Mistero che pare allegro quanto me.
Persa sicuramente. Senso dell’orientamento molto vicino allo zero. Fortuna sono una strega armata di bacchetta altrimenti non saprei tornare a casa e, mi spiace deluderti, non sono una brava bambina. Le apparenze spesso posso ingannare non te ho insegnato nessuno?
Per rimarcare il concetto indirizzo una linguaccia maleducata all’indirizzo del tenebroso perseverando nello scherzo con ironia di dubbio gusto ma scherzosa.
Lo guardo andare avanti e indietro varcando la porta e tornando sui suoi passi come se fosse indeciso sul da farsi. Scuoto il capo fingendo una disperazione che sono ben lungi dal provare mentre incrocio le gambe e mi siedo al centro del letto rimediando occhiataccia del gattino che viene disturbato dal movimento.
Mr. Mistero sarà anche misterioso ma non ha preso in considerazione, non abbastanza almeno, il fatto che ha a che fare con una strega oltre che con una donna. Le donne non escono mai di casa senza la loro borsa e le streghe, nella borsa, possono infilare qualsiasi cosa di utile ed inutile senza problemi.
Sollevo la destra e la agito in un cenno di scherzoso saluto e appena il Mago sparisce dalla visuale afferro la mia inseparabile tracolla dalla quale, dopo aver frugato un po’, estraggo una tovaglietta bianca, un paio di lattine di birra e qualche tramezzino ben farcito. Non ho le candele e me ne rammarico. A quelle proprio non ho pensato. Dovesse tornare indietro troverà sufficiente cibo anche per lui e potremo dividercelo sempre che il gatto non sia più veloce e arrivi prima di lui.
 
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view post Posted on 8/5/2016, 12:38
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Vede mia cara, lei sbaglia... qualsiasi cosa costituisce un pericolo per una signorina come lei, anche un bellissimo giovane dai modi raffinati che finge di premurarsi per lei..

Sorrise cercando di apparire perfido e malvagio come la frase che aveva appena pronunciato lo aveva descritto, ma nulla di ciò riuscì ad essere trasmesso dalla smorfia che sapeva solo di divertimento e presa in diro. Pericolo lui? No di certo. Non ora e non in quel contesto, perlomeno.
Dopotutto la giovane francesina aveva ragione anche se gli costava ammetterlo: in tutto regnava una tranquillità disarmante che mai ci si sarebbe potuto aspettare da una casa lugubre come quella. Che la reputazione della stamberga fosse sopravvalutata? Risposta affermativa o meno, decise di arrendersi per una volta alle provocazione della compagna di avventura abbassando la guardia e rinserendo la baccheta sotto alla manica destra nell'avambraccio. Lo sguardo che rivolse alla ragazza esprimette un "contenta adesso?" che aveva un che di broncio bambinesco, sicuramente esilerante. Non era solito arrendersi, ma a volte anche i più grandi oppositori cadono. E farlo con una persona all'altezza era anche piacevole come in quel caso.
Ma di certo non avrebbe abbassato la guardia contro le battute: no, non avrebbe ceduto su niente altro!
Ascoltò le parole di Virginia fluire come un fiume in piena senza nemmeno mezza esitazione. Di sicurezza tra lui e lei ne avevano da vendere. Ma era davvero così? O si stavano solo divertendo interpretando delle perosne ironiche e focose? Per quanto lo riguardava, sentiva di aver presentato sè stesso, forse con un pizzico di libertà e sfrontatezza che non sempre poteva permettersi di avere. Sperò con tutto il cuore che Virginia si presentasse così come realmente era, con un sacco di punti in comune con lui, anche se era difficile crederlo.


Scusami, ho dedotto che il tuo aver vissuto in Francia abbia determinato il tuo essere garbata. Si sa, dopotutto, che i francesi hanno la puzza sotto il naso..

E insieme alla provocazione mandò anche un bel occhiolino con il suo saettare tra le nubi della sua iride. Era un' "offesa" bonaria, ma era vero che le dicerie riportavano questo. Come avrebbe risposto? Qui si andava sul personale, magari aveva innescato una bomba.

Ehi, non mi rubare la parte! Solo io qui posso fare il misterioso!, proseguì rimproverandola con il dito indice che faceva "no" con il fare di una mestra bacchettona che sgrida l'allievo monello.

Visto che non collabori, farò io una mia teoria e di solito ci becco: mi hai notato da qualche parte a Londra, ti sei innamorata follemente di questo forestiero affascinante, mi hai pedinato giorno e notte e finalmente oggi hai avuto l'occasione di avvicinarti. E' così, non è vero? , ammiccò sicuro di sè.

Non che lo pensasse realmente, tutto ciò era assurdo, ma lo aveva detto in maniera così convincente da lasciare dubbi a chiunque.
Era uscito dalla porta della stanza con fare teatrale a simulare una sparizione misterioso, ma in cambio aveva ricevuto solo una linguaccia e un cenno di saluto con la mano. Mentre era sul corridoio esclamò così che la voce cupa arrivasse ovattata alle orecchie della ragazza:

Le bambine non brave non avranno premi..

Doveva essere una minaccia, ma suonò più come una frase indispettita. Attese risposta o meglio ancora che la ragazza lo raggiungesse, ma la sua attesa era invana. A quanto pare Virginia non aveva intenzione di lasciare il comodo letto e fu con un po' di delusione che rientrò nella stanza, fingendo di essere un cucciolo bastonato:

Sei proprio insensibile, non segui un povero uomo in cerca di rifornimento per te?, ma si bloccò sull'uscio notando la miracolosa apparizione di viveri. E questi? Mi nascondi qualcosa, strega?.

In realtà era ben felice di poter mettere sotto i denti qualcosa, tanto più che l'aspetto dei tramezzini era invitantissimo. Senza aspettare nessun invito, con un voluto slancio di non galanteria, afferò il primo che gli capitò a tiro ed esclamò: mio!

Prima di addebtare con voracità il povero panino però trovò il tempo di ammiccare alla giovane: Attenta, posso essere un giudice molto severo...

E morse il panino, lasciando il dubbio che la frase fosse riferita alla cucina della giovane o a qualcos'altro.
 
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view post Posted on 12/5/2016, 20:51
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Sono decisamente soddisfatta. Evidentemente la mia professione non ha cambiato la mia fisionomia e neppure i miei modi di fare e questo non può che compiacermi. De davvero Mr. Mistero pensa che sia una donzella timida e indifesa…bene! Per quale motivo deluderlo? Non sia mai che una signorina per bene infligga una ferita così grave all’orgoglio di un aitante giovanotto e, visto che lo scherzo non dispiace a nessuno dei due continuo a giocare sugli equivoci.
Sono una curatrice e se so difendermi da un’ippogrifo ingrifato ….saprò difendermi anche da Mr. Mistero affamato.
Mentre l’uomo esce, lanciano l’ennesimo guanto di sfida, borbotto a voce sufficientemente alta affinchè possa sentirmi anche oltre la porta.
Ebbene si! Mi hai scoperto. Sono giorni che ti corro dietro per la City e solo oggi ho avuto la fortuna di riuscire a trovare un’espediente per conoscerti. Ti ho portato qui dentro e ora…ti lascerò morire di fame. Noi francesine con la puzza sotto il naso siamo bambine cattive per cui…ce ne freghiamo dei premi e mangiamo.
Non mi può vedere ma se potesse vedrebbe un bel ghigno soddisfatto stampato sul mio viso divertito.
Comincio a sbocconcellare allegramente il primo tramezzino che ho estratto dalla borsa. Gli altri sono disposti, ben impilati, sulla coperta, insieme ad alcune bibite, sotto stretta e interessata sorveglianza del micio che si è destato dal suo sonno e fissa il tutto con evidente interesse.
Spezzo un pezzettino di pane e lo depongo sull’involucro vuoto del panino da dove sparisce più velocemente del migliore e meglio riuscito degli incanti. Gli occhi gialli del felino si fanno quasi adoranti mentre, in silenzio, implora altro cibo.
Lo accontento sorridendogli sapendo bene di non averlo conquistato. I gatti sono creature libere e non si lasciano conquistare con un boccone o una coccola ma io adoro i felini anche per quello. Liberi di andare e venire a seconda dei loro desideri. Chi, di noi che abbiamo la presunzione di considerarci razze superiori, può vantarsi di poter fare altrettanto? Chi più e chi meno ognuno di noi ha obblighi e catene, che siano questi concreti o morali, che ci costringono a seguire schemi e comportamenti che ci limitano e ai quali, volenti o dolenti, ci assoggettiamo.
Interrompo lo strano corso che hanno preso i miei pensieri per accogliere ridacchiando Mr. Mistero che torna alla base. Con un’accusa stavolta.
Occasione buona per riprendere le scherzose ostilità e, giusto il tempo di inghiottire il boccone che stò masticando e di assumere un cipiglio severo e sono di nuovo pronta all’attacco.
Il ‘povero uomo’ non troverebbe l’acqua al mare se non fosse per una Strega francese e previdente che ha ben pensato di riempire la borsa con qualcosa da mettere sotto i denti. Hai lo stesso sguardo del micio. Ce n’è per tutti per cui…fatti sotto e non badare alla mia insensibilità.
Non serviva dirglielo. Il Mago ha già agguantato il tramezzino e se c’è una cosa che non si preoccupa di nascondere è il suo appetito.
Sempre seduta sul letto a gambe incrociate nutro ancora il micetto che ora fa sonoramente le fusa. Lo guardo con tenerezza mentre la mia voce accompagna il suo indicatore sonoro di gradimento.
Ruffiano!
Giro il viso di lato per inquadrare la figura del giovane Auror. Stringo gli occhi mettendolo bene a fuoco e, approfittando del fatto che ha la bocca piena e non può rispondere immediatamente lancio una nuova provocazione.
Non penserai di essere l’unico a nascondere qualcosa. Tu il nome. Io il cibo. Chissà che altro salterebbe fuori se …
Proprio in quel momento mi viene l’idea per come passare il tempo mentre consumiamo il pasto frugale ma gustoso. Prima di esporre la mia ultima, bella, pensata però ritengo il caso di ribattere alla sua ultima affermazione.
Non ho paura dei giudici. Potrei aver timore di un carnefice ma tu non ne hai ne l’aspetto e neppure la professione e, anche fosse, non sarebbe poi così semplice e scontato darmi per vinta. Sei certo di non essere tu quello che teme i giudizi? Ora tocca a me elaborare una teoria. Hai un nome talmente imbarazzante da temere il giudizio di chi lo ascolta ed è per quello che lo tieni nascosto!
La metto in ridere ma sono certa che il Mago coglierà quello che l’ipotesi strampalata nasconde ma l’idea del mio ‘giochino’ continua a frullarmi in testa e, come sempre, non mi trattengo quando mi viene l’ispirazione.
Facciamo un gioco. Un’unica regola e un’unica condizione essenziale. Una domanda per uno e una risposta sincera. Puoi cominciare tu. A te il vantaggio di partire per primo. Così smetterai di dire che sono insensibile.
Per nulla sicura che il giovane accetterà abbasso lo sguardo sulla coperta imbandita. Scarto il secondo tramezzino e glielo offro insieme ad una lattina di birra che, in verità, non è freschissima ma alla mia borsa si possono chiedere magie e non miracoli.
So bene di star mettendo in gioco anche me stessa con quell’infantile giochino ma, forse, è una maniera non troppo impegnativa, per fare conoscenza in modo diverso. Apro il palmo della mano e lo batto un paio di volte sul letto, al mio fianco e di fianco al micio che guarda il mago come un rivale col quale dover condividere il pasto.
Puoi sederti qui se vuoi. Pure io e il gatto saremo giudici severi però. Sappilo.
Avevo messo in essere una scena che poteva ritorcersi contro di me ma il dado era tratto e ora toccava all’Auror decidere il tenore e l’argomento della prima domanda
 
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view post Posted on 4/7/2016, 11:30
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Il "duello" venne totalmente assoggettato dalla capacità della rossa di parlare, di scherzare e di prendersi gioco di lui. Killian non ci era affatto abituato, di solito era lui ad avere la bacchetta in pugno. Eppure quella novità più che infastidirlo lo incuriosiva: poteva tirare fuori dalle persone o il peggio o il meglio e avrebbe continuato a farlo finchè ne fosse stato capace.
Con Virginia il risultato era sorprendente: una lingua abile e una lucidità che avrebbero potuto metterlo k.o. sul serio se non fosse stato ben attento. Ma al momento il suo essere così docile era in funzione di qualcos'altro...magari per sferrare un attacco a sorpresa.
Era finalmente seduto comodo sul letto, gustando quello che era un ottimo tramezzino, deliziato dalle frasi pungenti della ragazza che per tutto il tempo non avevano fatto altro che punzecchiarlo e sfidarlo. Con tutta la calma del mondo, finì con tranquillità di masticare e inghiottire il boccone per poi esordire con l'aria di chi la sa lunga:


Eih calma, calma! Non vorrai esaurire le tue abilità proprio ora! Altrimenti più tardi con cosa mi stupirai?, disse riferendosi alla marea di battute che gli aveva rivolto.

Ridacchiò e fece mente locale: era vero che voleva metterla alla prova il più possibile, ma doveva anche risponderle così da mantenere il gioco vivo. Finse un atteggiamento da "so tutto io" che a volte gli veniva sin troppo naturale e sostenendo lo sguardo degli occhi vivaci della ragazza rispose:


Al di là di tutte le belle chiacchiere_ ma sei scusata: si sa che le ragazze che sono tremendamente infatuate davanti ai loro amati iniziano a blaterare_ abbiamo appurato alcune cose:
Numero uno: il tuo piano malefico ha funzionato, mi hai messo in trappola...
Numero due: non ho alcuna voglia di liberarmi da questa trappola
Numero tre: sono davvero affamato e sto correndo il rischio di beccarmi una pozione d'amore messa in questi panini
Numero quattro: la bambina cattiva qui presente presto si pentirà della sua insolenza, parola di futuro Auror!


Era riuscito a non ridere, ma era stata davvero dura. Era abituato a parlare con leggerezza, ma in quel caso stava sfiorando l'idiozia. Era insieme ad una semi-sconosciuta eppure non riusciva a preoccuparsi delle conseguenze di una gita allegra alla Stamberga strillante. Si divertiva e questo bastava per autorizzarlo a sparare le più grosse pluffe della sua vita. Tanto più che Virginia era pronta a reggere il gioco con altrettanta spigliatezza.
Quando accolse la proposta della ragazza, rimase un attimo interdetto ed esclamò:
Ma allora sei davvero insensibile! Questo è un gioco spietato..... mi piace. Ci sto.

Afferrò una lattina di birra sinceramente estasiato da quella nuova piega che il discorso prendeva: bevve per prendersi del tempo per pensare dato che aveva l'onere e l'onore di andare per primo. La bevanda ghiacciata parve avergli dato l'ispirazione e subito, indossando uno dei migliore sguardi di intesa, domandò:


Dimmi la primissima cosa che hai pensato di me quando mi hai visto. Sincerità assoluta hai detto, perciò....

Poteva aspettarsi di tutto, anche che le era sembrato un delinquente,un barbone o chissà cos'altro. Di solito non gli importava molto delle impressioni che lasciava agli altri, ma stavolta si: era la prima sconosciuta che incontrava dopo il suo ritorno dal lungo esilio. Era tornato molto diverso da come era partito: qualche tatuaggio in più, la barba lasciata più folta, i buchi agli orecchi che a qualcuno facevano solo impressione.... voleva scoprire cosa il suo nuovo "sè" comportava nelle relazioni con gli altri e aveva trovato in Virginia un giudice adatto a questo scopo, sincera, diretta, molto simile a lui.
 
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view post Posted on 9/7/2016, 23:54
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Per Melino! Facile che se avessi cercato in tutta Londra non sarei riuscita a trovare un soggetto del genere. Mr. Mistero, ormai quel nome era suo e nessuno glielo avrebbe più tolto, mi faceva divertire e nel contempo mi incuriosiva ogni volta che apriva la bocca.
Mentre continuo a ingurgitare il mio panino intervallando il duro lavoro con qualche sorso di birra lo ascolto e per poco rischio di strozzarmi sentendo la lista numerata che mi propina. Mollo il panino non considerando il rischio rappresentata dal micio che ad appetito eguaglia Mr. Mistero e cambio posizione inginocchiandomi sul letto e appoggiando il fondoschiena sui piedi. Le mani ai fianchi e l’espressione tanto arrabbiata da essere palesemente finta e realmente divertita. Per stare al gioco continuo a ‘dare i numeri’ con gli occhi che brillano sempre più allegri.

Numero cinque: non essendo tremendamente infatuata di nessun amato IO non blatero a differenza del qui presente futuro Auror che ha seriamente rischiato di morir di fame se non fosse stato per la mia oculata previdenza.
Numero sei in pozioni ero pessima e se avessi mai anche solo pensato di propinarti un’elisir d’amore a quest’ora come minimo staremmo correndo al S. Mungo dove verrei accusata di avvelenamento volontario
Numero sette adesso vedremo chi dei due avrà occasione di pentirsi per primo
Numero otto il gatto si è fatto fuori l’ultimo boccone del mio panino

Lo sguardo era caduto sul micio che, fregandosene altamente delle nostre profonde discussioni, aveva approfittato della mia distrazione per sbafarsi anche le briciole del resto del mio pasto. Indicando il ladruncolo col dito proseguo la lista
Numero nove qui se c’è un’insensibile è questo piccolo mostro peloso che, in caso non ti sia accorto, continua a mangiare e se ne strafrega dei nostri dibattiti dal contenuto così alto e profondo.
Così dicendo arruffo con la destra il pelo del mio che in risposta si sdraia sulla schiena offrendo il pancino bello pieno alle coccole. Prima di sorridere di nuovo a Mr. Mistero faccio una smorfia divertita al piccolo e vorace felino e quando riporto lo sguardo al ragazzo che lancia la prima freccia a disposizione del suo arco ed una freccia insidiosa. La domanda non è di per se tendenziosa ma il modo in cui la porge invece si e …perché deluderlo. Sincerità assoluta è la premessa e Miss Brown mantiene le promesse.
Sinceramente certo. La prima cosa forse è stata quella di pensare…ma questo proprio ora doveva trovarsi a passare di qui? Ma poi mi sono ricreduta e ho cambiato idea quasi subito e ho pensato che nonostante non conosca il tuo nome non me ne frega niente. Tutto sommato io sono una donna magnanima per cui penso, e lo penso sinceramente, che non avrei potuto trovare compagno migliore per questa avventura. Non è la prima impressione quella che conta ma tutte le altre. Non sei niente male in fondo in fondo.
Penso di essere stata sufficientemente esaustiva nell’esporre il mio pensiero per cui, fregandomi le mani, mi appresto a porre la mia prima domanda che mi viene servita su un piatto d’argento. E’ il mio turno ora e un sorrisino indecifrabile sale alle mie labbra.
Ora tocca a me mio caro e…sincero eh?
La domanda in realtà era già pronta e riguardava ovviamente il suo nome ma all’ultimo cambio idea e mi viene d’istinto formularla mentre mi rilasso abbassando le spalle e raccogliendo in grembo le mani.
Non ti ho teso trappole, non ti ho avvelenato, forse, e quindi ora vorrei sapere cosa pensi di questa strana giornata e di questo incontro fortuito. Non ti chiedo la prima impressione ma l’ultima.
Chi di spada ferisce di spada perisce Mr. Mistero, sembrano dire i miei occhi mentre lo osservano curiosi e un po’ impertinenti.
 
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view post Posted on 11/7/2016, 11:12
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Senza dubbio le ciarle di due aduli che giocavano a prendersi in giro non potevano interessare il micetto che ne approfittava per sgraffignare qualche pezzetto di cibo dal tramezzino di Virginia. Sorrise al felino memore di quante volte dei gatti randagi erano stati la sua unica compagnia. Sarebbe stato tentato di dire: "me lo porto a casa", ma sapeva bene che non era ancora pronto. Non era ancora pronto a riconoscere la sua attuale situazione di staticità. Sebbene il suo spirito avesse deciso da molto di trovare una sistemazione stabile con un'altrettanto fisso lavoro, parte della sua mente si ribellava a questa scelta di incatenarsi a Londra. No, non poteva prendere un gatto, la sua coscienza di uomo libero ne avrebbe risentito sin troppo. Rivolse come uno sguardo di scuse alla bestiolina che intanto si stava facendo coccolare dalla ragazza che imperterrita difendeva con i denti e con i graffi la propria posizione di attacco in prima fila. Aveva finito il suo primo panino quando tutto il suo corpo fu scosso da una violenta e calda risata: l'ammissione di essere una schiappa a pozioni di Virginia gli aveva regalato delle lacrime agli occhi per il troppo ridere che resero il suo grigio nuvoloso ancora più cristallino. Nemmeno lui non era il novello pozionista del secolo, ma quella confessione sincera meritava una frase di conforto che Killian da vero gentleman (ogni tanto capitava) non le rifiutò:

Beh, sono ancora qui e mi sembra di non necessitare di immediato trasporto al S.Mungo: direi che i panini erano apposto. Io invece a Pozioni me la cavavo, certo non andavo mai Ogni Oltre Previsione, ma nemmeno da Troll. Solo una volta rischiai di far esplodere il sotterraneo: il mio calderone iniziò a rimbalzare per tutta la stanza strepitando insulti contro di me prima di sciogliersi in una melma densa e nera.... credo che il professore stia ancora cercando quale passaggio abbia mancato...

Il suo viso di giovane uomo si rilassò in un'espressione da bambino estasiato, come se il fatto di aver attentato alla propria vita e a quella dei sui compagni di scuola fosse stato piacevole tanto quanto una scampagnata a Mielandia. I suoi occhi sognanti che vagavano nei ricordi piacevoli del passato furono ben presto rivolti al presente, riacquisendo quelle sfumature quasi nere che rendevano i suoi occhi intensi mentre ragionava. Un pensiero infatti gli era sorto mentre parlava di scuola: lui e Virginia dovevano avere più o meno la stessa età, ma non si ricordava affatto di averla vista mai al Castello. Sapeva della sua provenienza dalla Francia ma non voleva giungere a conclusioni magari sbagliate quando poteva direttamente chiedere all'interessata:


Ei, ma tu quanti anni hai? Non hai frequentato Hogwarts, vero? Altrimenti saresti la prima ragazza che sia riuscita a sfuggire dal mio radar.

Sapeva che non era consentito chiedere l'età di una signorina o signora, ma lui aveva sempre rigettato queste specie di convenzioni senza capo ne coda. Tantomeno voleva passare per il latinlover adolescente che fa colpo ogni due per tre (sebbene molto spesso si divertiva ad interpretarlo e ad esserlo a tutti gli effetti), ma intendeva riferirsi alla sua incredibile memoria fotografia che raramente gli faceva scordare un viso visto anche solo per una volta. No, il volto roseo di Virginia incorniciato da quella lava ardente dei suoi capelli non erano mai passati sotto lo sguardo attento del Resween, ne era certo.
Improvvisamente, come colpito da una fattura pungente lanciatagli da un'entità invisibile, si drizzò a sedere in modo più composto e tenne a precisare quello che poteva essere un passo falso: Questa ovviamente non vale come domanda del gioco!
I suoi occhi erano decisi e determinati come di chi non ammetteva repliche: non voleva certo sprecare il proprio turno in questo modo. Ma i suoi tratti si distesero ascoltando la risposta della rossa alla propria domanda, sapeva che era stata sincera sia per le premesse del gioco che lei stessa aveva creato, sia per la fiducia che la giovane si era saputa conquistare per il suo modo di fare schietto. Dopotutto allora Killian poteva avere ancora a che fare con un'autentica civiltà, senza sembrare la peggiore feccia del mondo magico. Accolse quella notizia con soddisfazione tanto che propose un brindisi con la lattina levata in alto dal suo braccio destro, lo sguardo che ammiccava alla ragazza affinchè facesse lo stesso:

Allora al mio "in fondo in fondo" che ha saputo conquistare una donzella e saprà conquistare il mondo intero!

Continuava a non prendersi sul serio all'apparenza, ma le parole gentili pronunciate dalla giovane donna vennero accolte in un angolino della sua mente che difficilmente avrebbero lasciato. Sapeva giocare, ma anche essere serio nello stesso momento e infatti quando toccò a lui rispondere si immerse in un silenzio conciliante con il pensiero mentre con mano morbida ma distratta accarezzava il pelo folto del micio. Alla fine rintracciò e si focalizzò sugli occhi limpidi della sua interlocutrice e rispose con assoluta sincerità, come era sempre abituato a fare:

L'ultima impressione? Vita. Anni fa, quando me ne andai dai luoghi della mia infanzia e adolescenza, credevo di abbandonare dei posti in cui regnava la morte e la desolazione, posti che non avevano nulla da offrirmi. Credevo anche di non tornare mai più, ma mi sbagliavo in entrambi casi: sono qui e ho scoperto che Londra, Hogsmeade e il resto del Mondo Magico ha molto ancora da darmi, come una perfetta compagna di avventure e un mistero... misterioso che rimarrà irrisolto.

Nella risposta c'era molto, molto, molto di più di quanto la domanda richiedesse. Aveva ricambiato i complimenti in modo velato, attraverso analogie e mezze parole, ma in questo modo erano più veritiere senza sottostare solo alle leggi della cortesia. Aveva parlato di sè infondo, senza approfondire troppo ma restando nel vago come Killian era solito affrontare ciò ce lo riguardava direttamente. Alzò le spalle con aria disinvolta come a sancire la fine del suo discorso, la lingua che già fremeva per lanciare la nuova sfida domanda:

Sei sola?

Lapidaria. Dura: forse si, forse no. Dipendeva da come venisse intesa. Poteva essere un "sei sola a Londra", "in questa città", "vivi con i tuoi" o "sei fidanzata" . Poteva essere tutto, ma Killian intendeva una cosa precisa: se Virginia si sentisse sola. Era una domanda intima, di quelle che il primogenito dei Resween preferiva evitare se non in circostanze ben precise e determinate come quella. Per questo aveva lasciato vasto spazio di interpretazione: non voleva fare una domanda difficile qualora la ragazza non avesse voluto rispondere, l'intenzione era solo capire se anche lei come lui si ritrovava nel vuoto di una città che riteneva ancora estranea.
Attendeva così la risposta, con tranquillità e fermezza, la mano che ancora carezzava il gatto con incredibile tatto.
 
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view post Posted on 14/7/2016, 16:26
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Comincio a non essere più tanto certa di aver avuto una buona idea. Mr. Mistero pare entrato nella parte del ‘domandiere’ con fin troppo entusiasmo ma non ci posso far nulla. Mi diverte moltissimo quella èiccola battaglia a suon di provocazioni che stiamo combattendo e penso perfino di aver perso la cognizione del tempo in quella camera tutto sommato abbastanza comoda.
Il bel tenebroso comincia a barare e ma prima di fare le dovute rimostranze il mio ghigno, che voleva sembrare severo, viene a meno per la risata che non trattengo immaginando la scena del giovanotto in questione alle prese con la fusione del suo calderone.
Quando riprendo fiato invece di consolarlo infierisco. Ormai è quello il tenore delle nostre discussioni e non vedo motivo per cambiarlo.

Per stavolta il San Mungo dovrà fare a meno di ospitarti e immagino la disperazione delle inferemiere Mr. Mistero ma se vuoi un consiglio…semmai una volta capiterà che ti invito a cena dicendo che cucino io….ricordati di prendere una scorta di Bezoar. Non si sa mai.
Pazzia, spensieratezza, allegria. Da quanto tempo non mi sento così leggera e a mio agio con un’uomo? Nemmeno lo ricordo. Se poi si considera che non conosco nemmeno il nome del ragazzo che mi stà facendo divertire la cosa è ancor più strana ma la realtà è che mi stò divertendo come una bambina il giorno del suo compleanno. Quest’uomo è una continua sorpresa e la sua faccia tosta è pari solo alla mia. Amo l’ironia, amo ridere e scherzare ed è già troppo tempo che non ho occasione di farlo. Mi dolgono perfino i muscoli facciali tanto è scarsa l’abitudine al riso e mi accarezzo il volto per attenuare il dolce fastidio.
Faccia tosta che si concretizza in una domanda che un’uomo MAI dovrebbe rivolgere ad una donna che ha superato i 18 ma che lui fa con leggerezza e non solo. Rincara la dose affermando che quella domanda neppure vale ai fini del nostro concorso senza premi. Ora lo sistemo. Non mi vuol dire il suo nome? Bene. Viaggeremo pari quando a dubbi.

A che numero siamo arrivati che non ricordo? Beh sappi, Mr. Mistero, di diffidare di una donna che ti rivela la sua età. Dovessi conoscerne una che lo fa…fuggi a gambe levate. O mente o non è una donna e potresti avere brutte sorprese.
Visto che non vale come domanda del gioco la risposta non seguirà le regole ma siccome sono buona ti posso dire che la mia età va da 10 ai 90 e che penso tu sia in grado di escludere questi due estremi e….no. Ho studiato a Beauxbatons e il tuo radar, per potente che possa essere, evidentemente non ha attraversato la Manica. Povere ragazze. Chissà quanto hai dovuto penare per convincerle ad uscire e quante scuse avranno dovuto inventare per rifiutare senza offendere la tua ben nota sensibilità.

Strizzo l’occhiolino in direzione del ragazzo sapendo bene di aver innescato l’ennesima miccia ma non ci posso far nulla se continua a servirmele su piatti d’argento. Dovrebbe aver capito, a quest’ora, che non resisto alle provocazioni e ci casco con tutti e due i piedi appena me ne si presenta una. La verità è che sono sicura lo faccia apposta e che si diverta quanto me a punzecchiare.
Continua a farlo quella canaglia impudente e impavida e anche se la sua affermazione non esige una risposta non mi trattengo dal fornirgliela con il solito sorriso scherzoso sulle labbra.

Frena gli ippogrifi Mr. Mistero! Per conquistare la qui presente donzella non è sufficiente un ‘in fondo in fondo’. Diciamo che …ci stiamo lavorando. Questo te lo concedo.
Poi però rimango sbigottita. Quell’uomo ha il potere di continuare a stupirmi e lo fa con una parola che mai mi sarei aspetta di sentire quando risponde alla mia domanda.
Vita
Posso davvero avergli trasmesso questa immagine? Non ci fossimo che solo noi due penserei che sta parlando di qualcun’altra.
Vita.
Una parola che indica colore, suoni, emozioni, sensazioni.
E’ estremamente gratificante sentirsi definire così e penso di non riuscire a nascondere ne la sorpresa e neppure il pizzico di vanità nell’udirla. Non riesco a replicare. Farlo implicherebbe far domande e stiamo facendo un gioco in cui le domande sono il punto cruciale.
Dopo essermi ripresa dall’impatto gli rispondo abbassando lo sguardo sulle mie mani che giocano ancora col cucciolo che ormai dorme beato.
Lieta di far parte delle belle sorprese Mr. Mistero. Lei mi lusinga oltre a continuare a stupirmi. Non te lo chiedo ma sappi che se hai voglia di parlare di quello che ti ha fatto andar via o di quel che ti ha indotto a tornare la compagna di avventure è anche una buona ascoltatrice oltre che ad una scarsa cuoca.
Il momento di ilarità era, per il momento, finito e i discorsi si stavano avvicinando molto a qualcosa di serio e la domanda, quella ufficiale, che arriva ne danno la conferma.
Che vorrà dire quella domanda? Che significa? Che cosa, in realtà, vuol sapere? In un primo momento rimango in silenzio cercando di interpretarla ma poi so che è inutile. Ero pessima a pozioni ma in legilimanzia non me la cavavo meglio per cui mi affido all’istinto e cerco di essere, oltre che sincera, anche esaustiva.
Sono sola? Si e no. Non vivo sola. Dorotea, la mia jarvey e Gideon, una tarantola, abitano con me. Non solo sola la lavoro. Ho buoni colleghi coi quale vado d’accordo. Non sono sola perché ho tanti ricordi che mi fanno compagnia e non sono tutti piacevoli. Sono sola emotivamente parlando. Sono vedova e non ho un compagno se è questo che intendi. Niente amanti segreti, niente figli legittimi o illegittimi. Sola e non sola. In questo momento non lo sono e non mi sento per nulla sola se alludi a questo istante. Un gatto e un ‘uomo affascinante mi fanno compagnia e non potrei chiedere di più o di meglio. E’ molto più di quel che ho nel recente quotidiano e mi sorprende quanto riesca, nonostante il mio passato, ad apprezzarlo. Onore a te Mr. Mistero. E’ un complimento nel caso non te ne sia reso conto.
Confido di essere stata abbastanza chiara nel rispondere alla sua domanda anche se non sono certa di avergli fornito risposte che possa apprezzare o in tema con le intenzioni del suo quesito. Forse intendeva semplicemente chiedere se ho una famiglia alle spalle e se vivo in casa con i miei ma i patti sono patti e la sincerità è l’unica regola.
Sei mai stato innamorato? Sul serio intendo e non mi riferisco al correre dietro ad una sottana solo per passare qualche ora o qualche notte in allegria.
Domanda personale ed intima che rimbomba nella stanza silenziosa e che non turba il sonno del gattino ma che potrebbe mettere in difficoltà Mr. Mistero ma credo sia più che sufficientemente coraggioso per rispondere anche perché non ha scelta.
 
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view post Posted on 18/7/2016, 10:53
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Killian era sceso un uno stato di piacevole torpore, non era certo prossimo ad addormentarsi, ma quasi del tutto rilassato: aveva controllato ogni centimetro di quella catapecchia e almeno ai suoi occhi non vi erano pericoli nelle vicinanza, inoltre del buon cibo e una birra fresca avevano fatto si che il giovane mago si godesse appieno quel momento di inaspettata tranquillità.
Anche se in realtà Killian aveva ben poco da stare rilassato dato che doveva tener testa alla sua interlocutrice, sempre più propensa a non dargliela vinta. Era estremamente abile nelle allusioni, cosa che condividevano e per questo non poteva lamentarsene ma anzi cercava deliziato di carpirne il più possibile. Il "fiuto" da Kneazle dell'uomo percepì subito nelle parole della rossa un qualcosa a cui appigliarsi per fare delle nuove provocazioni. Le labbra piuttosto scure si incurvarono in modo furbo, come se avesse appena ottenuto una confessione dal più ricercato dei Mangiamorte. Anche gli occhi plumbei scintillarono di una gioia vittoriosa mentre addentava feroce ma elegantemente il resto del suo panino. Solo quando ebbe passato il pollice sull'angolo delle labbra per ripulirle da un residuo di salsa (con una disinvoltura degna di un vero felino) si decise a parlare con lentezza accurata:

Ho capito male, o questo è un invito a cena? Quel "semmai capiterà una volta" è troppo finto per essere creduto

L'aria di chi la sapeva lunga accompagnò il suo giovane volto barbuto anche mentre ascoltava divertito le parole successive di Virginia circa la sua età: a quanto pare non ne voleva proprio saperne di sputare il rospo. Peccato. Di solito non aveva problemi a farsi dire qualunque cosa, specialmente dalle esponenti del gentil sesso. Fintamente sconsolato la rimbeccò:

Molto divertente, davvero. Allora ti considererò un'ultrasessantenne, portati anche male se proprio vuoi saperlo..

Raramente il più grande dei Resween si mostrava imbronciato ma in quell'occasione il suo comportamento fintamente ferito e astioso era quello che più vi ci avvicinava, anche se per scherzo. Ovviamente quelle che aveva pronunciato erano parole vuote che non pensava davvero: come avrebbe potuto farlo? Anche se affetto da una puntura accecante, nessuno avrebbe mai potuto attribuire a Virginia sessanta anni e men che meno definirla una brutta vecchia. La pelle chiara era troppo fresca e tirata per essere scambiata con del materiale rugoso e i capelli infuocati troppo vivaci e accesi per poter essere frutto di un incantesimo ringiovanente, per quanto ben fatto. Celò questi pensieri per nulla a disagio per aver bluffato spudoratamente, conscio che la ragazza lo avrebbe senz'altro smascherato senza dover aggiungere altro.
Quando invece Virginia accennò al suo passato (e anche alle sue pene di corteggiatore respinto, *pfffff, figuriamoci*), Killian si decise ad essere totalmente sincero. In realtà lui lo era sempre, ma molto spesso si agghindava di modi di fare più scenici che altro o di frasi lasciate a metà tra il vago e il mistero, stavolta invece il suo tono era tale che non doveva risultare difficile credergli:


In realtà no. Mi penavo molto poco per ricercare le loro attenzioni, anzi, mi accorsi che il mio essere distaccato e disinteressato funzionava come una pozione d'amore per loro.... siete proprio strane, fattelo dire.

Non era certo un insulto, ma un'amara costatazione che il giovane aveva sempre ritenuto veritiera, anche se aveva fatto notevoli progressi nella decifrazione di questo codice rosa imperscrutabile che erano le donne. Questa sorta di "sconfitta" che Killian aveva pacificamente ammesso però non doveva passare affatto come una resa agli occhi della ragazza: mai e poi mai! Il giovane uomo infatti lasciò scivolare via le immagini del suo passato da fanciullo inesperto per riprendere le sembianze del Killian ormai maturo e con qualche asso in più da giocare. Ghignò quando gli fu consigliato (o piuttosto ordinato dal tono deciso della rossa) di "frenare gli ippogrifi", ma qualsiasi cosa avesse voluto dire fu bloccato nella sua bocca per le parole successive di Virginia.
Parve molto lusingata e felice di come lui l'aveva definita: pareva impossibile ma ancora una volta quando aveva parlato senza pensarci troppo aveva ottenuto una reazione migliore che da qualsiasi altro complimento. Anche l'offerta di ascoltare ciò che aveva costretto il Resween ad andarsene aveva tutte le sembianze di essere fatta col cuore, ma il ragazzo non era il tipo da soffermarsi sulle spalle degli altri a piangere, anche se sapeva che Virginia voleva solo aiutarlo offrendogli uno sfogo. Rimase in silenzio perchè non erano né il luogo né il momento adatto e non si sentiva pronto nemmeno lui a riaprire certe cicatrici che le bende del tempo e della lontananza avevano saputo ricucire approssimativamente. Gli occhi però comunicarono tutto quello che c'era da dire e da ringraziare e il destro schioccò un occhiolino che per la prima volta non era furbo o provocante ma intendeva solo dire: "Adesso no, grazie. Ma me ne ricorderò".
Prolungando così il suo non parlare attese la risposta alla propria domanda che doveva ammettere di attendere con curiosità e attenzione. La prima per il modo in cui avrebbe scelto di rispondere e su quale ambito, la seconda per l'importanza che poteva avere nei risvolti conoscitivi. La soddisfazione lo pervase quando apprese che la giovane non si era tirata indietro: aveva deciso di dare una risposta esaustiva e completa che comprendesse tutti i rami d'interpretazione.
...la mia jarvey e Gideon, una tarantola... Dove essere una grande amante degli animali per tenerne due così strani in casa. Anche lui riteneva che la migliore compagnia fosse quella animale, ma non credeva di poter arrivare a tal punto, *una tarantola, accidenti. Interessante*.
...Ho buoni colleghi coi quale vado d’accordo.... Non ne era certo ma gli sembrava di aver capito che lavorasse al Ministero. Se così fosse, l'aspirante Auror una volta assunto sarebbe potuto diventare una sorta di nuovo collega per la ragazza, anche se con occupazioni totalmente diversi.
Sono vedova.
Le riflessioni che correvano dietro al suono della voce di Virginia si bloccarono quando udirono quelle parole. Non era una malattia, non era un marchio oscuro, non era niente che potesse compromettere in modo negativo Virginia, ma arrecarono un serio colpo a Killian che rimase quasi boccheggiante in uno stupore tangibile. Non avrebbe mai pensato possibile una cosa del genere e non perchè era insensibile o superficiale, semplicemente non vedeva come una ragazza all'incirca della sua età potesse già essersi sposata e rimasta vedova. Era un qualcosa alla quale Killian non si era preparato e come sempre in questi casi, il non sapere come agire e comportarsi si tramutò in apparente freddezza. Mai come allora aveva percepito una distanza abissale tra la propria persona e quella solare e divertente che lo aveva accompagnato in quel pomeriggio di spassi. Eppure l'aveva sentita così vicina, così simile. Gli sembrava che fosse stato tutto un inganno che per quanto bello ora si rivelava nella sua effimera inconsistenza. Sbattè le palpebre varie volte mentre le frasi seguenti lo sfiorarono senza essere realmente comprese: non voleva mostrare con evidenza il proprio sbigottimento, ma non era nemmeno sicuro di riuscire a celare i propri pensieri, in quel momento. Per di più la domanda che riuscì ad afferrare dalle labbra della rossa infierirono ulteriormente sull'animo già scosso del giovane, ma Killian aveva accettato di giocare e non si sarebbe tirato indietro. Rispose con la voce un po' roca come se il suo corpo volesse mandare segnali di avviso per il proprio mutamento interiore contro il tono che voleva risultare spensierato come prima, così come gli occhi finora attenti e intraprendenti ora vagavano dal gatto alla coperta, alle proprie mani che tormentavano gli anelli che portava alle dita.


No. Assolutamente. Non ho mai...trovato il tempo o la costanza. E' una cosa impegnativa, l'amore.Il "per sempre" è un tempo infinitamente lungo e una promessa che non sono sicuro di riuscire a mantenere.

Anche se nella sua mente era balenata la figura di una bambina dalle lunghe trecce bionde, Killian allontanò Marta e le sue risate leggere come una fata fastidiosa, ritenendo davvero che non avesse nulla a che fare con la domanda. Erano solo bambini, quello non era stato certo amore.
Nel rispondere forse anche un po' rudemente con tono deciso, l'uomo aveva ulteriormente scandito le proprie idee riguardo quella situazione. Cambiava tutto. Non poteva certo continuare a fare l'affascinante con lei.
*Perchè no?*, continuava a ripetergli la parte più remota e debole di lui.
Il primogenito dei Resween non era un'egoista e parte dei suoi ragionamenti erano andati anche alla sofferenza che la donna doveva aver provato, anche se ora sembrava così in pace... il vero mistero aleggiava solo intorno alla giovane, mentre Killian si percepiva semplicemente inadatto.
Era come bloccato nel suo non poter continuare ad essere se stesso, con i suoi sorrisi furbi e provocanti e il non voler dire qualcosa, nella sua inesperienza per simili cose, che potesse ferire Virginia, che di certo non aveva alcuna colpa (o forse quella di avergli spiattellato una verità capace di raderlo al suolo?).
Rialzò lo sguardo e l'aurea tempestosa dei suoi occhi parve circondare l'intero suo corpo, anche se tutto dava a mostrare una tranquillità troppo calcolata.


Forse è ora di andare...mi sembra che il tempo stia peggiorando.

L'ombra vaga di un sorriso forzato cercò di ristabilire un qualcosa di normale nel suo comportamento mentre ripescava in giro quello che lui e Virginia avevano seminato per il loro spuntino.
Egoista, infantile, sciocco. Forse Killian era un mix di tutto questo, ma al momento si sentiva solo spaventosamente disarmato contro un qualcosa che davvero non riusciva a capire.
 
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view post Posted on 24/7/2016, 16:15
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Oramai ho finito il mio tramezzino e anche la birra sta per terminare. Fuori la tempesta pare non voglia arrendersi e il vento fischia ululando sinistramente fra le fessure delle finestre della vecchia bicocca per però resiste da tempo immemorabile e non sarà questo temporale, per violento possa essere, a mettere in pericolo uno dei luoghi più suggestivi del mondo magico.
Continua il maltempo e continuano le chiacchiere fra risate e momenti seri. Con Mr. Mistero è tutto un’alternarsi di risate, provocazioni più o meno esplicite e pensieri espressi con leggerezza ma che implicano riflessioni che di leggero non hanno proprio nulla.
Un buon modo per conoscere animo e carattere di una persona della quale ignoro il nome ma che comincio a delineare la personalità o, almeno, è quello che credo. Non sono un’esperta dell’altra parte del cielo al contrario del Mago che invece pare conosca molto bene il genere femminile e non penso si tratti solo del genere singolare.
Mentre mi prende spudoratamente in giro a proposito dell’ipotetico invito a cena sull’età che mi sono rifiutata di rivelargli il gattino si sveglia e, dopo essersi stiracchiato bene bene le zampette scende dal letto e, così come è apparso, appena lo perdo di vista un’attimo sparisce come inghiottito dal nulla. Un altro mistero da aggiungere a qual pomeriggio che definite strano è una metafora.
Dopo aver essermi guardata in giro per qualche istante per cercare di capire dove possa essersi infilato abbandono la ricerca e ribatto al ragazzo circa la domanda che gli ho fatto poc'anzi.
La sua risposta, in effetti, non mi sorprende e lo sento sincero nell’esporla. Mi sembra più il tipo dalle mille avventure che il tipo che ha mai pensato ad impegnarsi seriamente in una relazione e, in un certo senso, sono soddisfatta di udire le motivazioni che adduce per spiegare il motivo della sua, chiamiamola, scelta.

E’ ammirevole il fatto che tu non ti sia buttato a far promesse se non ti sei sentito in grado di mantenerle. Compimenti Mr. Mistero. Questa, a mio vedere, è una note notevole. Soprattutto in un uomo. Stimo chi mantiene la parola che da e stimo anche chi non la da sapendo di non poterla rispettare ma, credimi. Involontariamente, ne sono certa, hai mentito. E’ solo per questo che la faccio passare per buona. Credo semplicemente che non ti sia ancora capitata la donna giusta. Tutto qui. Quando arriverà troverai tempo, costanza e molto altro che ti faranno cambiare idea e allora non avrai nessun problema ad impegnare parole e promesse perché sarai certo di poterle onorare.
Nonostante non abbia i sessantanni portati male come asserito da Mr. Mistero su questo argomento sono preparata. Non mi considero una vittima delle circostanze. Il rapporto che ho avuto con mio marito è stata la cosa più bella in assoluto che mi sia capitata nella vita e il fatto che ora lui non ci sia più non può cambiare questo fatto. Rifarei quello che ho fatto mille e mille volte ancora e non so cosa darei per poter tornare a rivivere il coinvolgimento che ho provato in quel periodo. Non è facile spiegare l’amore a chi non lo conosce. Non è facile spiegare l’amore a prescindere. Se si potesse spiegare non sarebbe amore ma avrebbe sicuramente un altro nome.
Impossibile non notare la reazione dell’uomo quando apprende che sono vedova. Il suo tentativo di dissimulare sorpresa è ottimo ma non è la vista, non è il suo comportamento o le sue parole a tradire il disagio del Mago ma è la mia sensibilità. Sono una donna e le donne certe cose le avvertono senza vederle, senza udirle, senza toccarle.
Piano piano comincio a radure le cose sparse sul letto e infilale nella borsa dove vengono riposte con l’aiuto del catalizzatore e di un ‘incanto non verbale che lascia tutto in perfetto ordine. Scendo dal letto e annuisco alla proposta dell’uomo. E’ tempo di porre fine a qual pomeriggio che si è dilungato ancor più del previsto. Galatea e Gideon si staranno chiedendo che fine ho fatto ed è ora di tornare a casa.

Sì. Meglio andare. Si è fatto tardi ma permettimi di ringraziarti Mr. Mistero. Sei stato una bella sorpresa e un’ottimo compagno per questo strano pomeriggio. Se il destino vorrà ci incontreremo di nuovo o forse non ci vedremo mai più. Chissà.
Tendo la mano al Mago visto che il mio intento è uscire dalla catapecchia e smaterializzarmi lasciando che lui scelga il modo che ritiene più opportuno per andare dove desidera.
Allora...Arrivederci o addio non è dato sapere. Buona fortuna.
Dopo averlo salutato mi avvio verso l’uscita della Stamberga e apro la porta. Fuori infuria la bufera ma non è un problema. Sarò a casa in un’attimo e questo pomeriggio rimarrà, in ogni modo, un bel ricordo.
 
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