Tale as old as time

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view post Posted on 24/4/2016, 18:35
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redjacket
La situazione si era fatta imbarazzante e la cosa, considerando l'ambiente circostante fin troppo romantico, assumeva una sfumatura piuttosto strana. Ad Oliver parve di aver ingurgitato per sbaglio una dose eccessiva di Pozione Restringente, percependo lo stomaco che quasi si comprimeva a causa dello stallo creatosi. Non voleva che Helen pagasse al posto suo e il motivo era fin troppo semplice: era un gentiluomo, forse per molti sarebbe apparso come un vecchio decrepito di altri tempi, ma non gli sarebbe importato più di tanto. Adorava il Romanticismo, qualsiasi forma esso avesse assunto nel suo presente, e mai e poi mai avrebbe fatto sì che si perdesse, a prescindere dalla tipologia d'incontro. Si rilassò notevolmente, dunque, quando Helen finalmente accettò di lasciar offrire a lui, del resto si trattava pur sempre di San Valentino e la tradizione, quella classica e forse antiquata, prevedeva che il fidanzato omaggiasse la sua fanciulla. Oliver si perse tra i meandri del suo cervello, colpito dal termine che aveva utilizzato tacitamente: fidanzato. Era questo per Helen? Tutto in lui gridava di sì, tutto in lui urlava al contempo di non rifletterci per evitare di avvampare come un peperone. Aveva appena pagato, quasi di nascosto, i sei Galeoni per il Menù degli Innamorati e Lotte, la cameriera di turno in quel bel pub color del tramonto, era andata via, diretta alle cucine. Oliver ne approfittò subito per allontanare lo strana tristezza della sua Helen. Sì, avrebbe dovuto smetterla di pensare a lei come "sua", non era mica una proprietà. Sorrise, stringendole nuovamente la mano con gentilezza.
«Nessun'offesa» disse, certo che avrebbe potuto fare di meglio. Non desiderò insistere più di tanto, spesso un minimo contatto fisico poteva fare la differenza e colmare spazi più ampi rispetto alle parole stesse. «Non pensiamoci più. Allora, prima mi chiedevi se avessi scritto qualche canzone. Sì, ad essere sincero sì, due brani che richiamano lo stile pop di Emily Vannet. Conosci questa cantante? E' l'autrice del brano Fly with me, baby!»
Lasciò la mano di Helen, accorgendosi solo in quel momento di non averlo fatto ancora. Canticchiò una breve strofa con voce intonata, tamburellando le dita sul tavolo. Un attimo dopo arrivarono i primi piatti, serviti da un Cupido volteggiante con tanto di arco e frecce e un paio di mutande bianche a fare da pendant sulla pelle rosea. Quando gli Gnocchi di Ginevra furono posti con grazia alla postazione di Helen e anche la Zuppa di Pomo d'Oro arrivò a quella di Oliver, la creatura sparì in una scia luminosa, lasciando un gradevole profumo di rosa che si sposò con il sapore piccante della zuppa. «Era in mutande o sbaglio?» chiese, scoppiando a ridere senza volerlo. La risata gioviale accompagnò l'inizio di una bella serata, Oliver ne era più che sicuro.



Ritardo mostruoso, perdonami :/
Di comune accordo con l'amministrazione, essendo Lotte scomparsa, ho detratto direttamente i 6 Galeoni dal mio conto. Inoltre, essendo un Menù degli Innamorati, sempre secondo gli accordi passati, parte del ricavato va al C.R.E.P.A. (4 G).
Bene, godiamoci la serata :fru:

 
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view post Posted on 2/5/2016, 17:46
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Helen Willow Mckay X

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Momento imbarazzante. Helen aveva lo sguardo basso a fissare il tavolo, non aveva la minima idea di come superare quello stallo. Fortunatamente per lei, fu Oliver a rompere il silenzio e la ragazza gli sorrise leggermente come a volerlo ringraziare per aver sciolto l’imbarazzo.
Il ragazzo aveva risposto alla domanda che lei gli aveva posto prima.
Sì, conosco la cantante. Ho il suo CD, me lo ha comprato papà! - rispose ascoltando poi la melodia canticchiata dal ragazzo.Sei davvero bravo con la musica … si insomma ad inventare canzoni nuovi. Non solo le parole ma anche la musica. Devi avere un cuore … come dire … aperto.Aperto era il termine migliore che Helen era riuscita pensare per descrivere il cuore grande del ragazzo.
Fu interrotta dall’arrivo di un cupido che portava la prima pietanza da loro ordinata. Helen rimase un pochino schockata dall’aspetto di quel buffo ometto
Sì, era proprio in mutande.E scoppiò a ridere insieme al ragazzo. Guardò il piatto davanti a lei e si preparò per mangiare.Vediamo che sapore hanno questi Gnocchi di Ginevra.Appena mise in bocca il primo morso, piccoli fiocchi di finta neve cominciarono a cadere tutto intorno a leiOk. È un po’ strano mangiare con la neve che ti scende addosso.
Sorridendo si voltò a guardare il Grifondoro e immediatamente una serie di domande si formarono nella sua testa, attenuando il sorriso. Posò la forchetta e fece un respiro profondo.
Oliver … io avrei bisogno di farti una domandaC’era molto imbarazzo nella sua voce, cercava il coraggio di porgli quella domanda. - Ecco … io … cioè tu … noi non sapeva da dove cominciare, era un argomento che non aveva mai affrontato. Il suo sguardo vagava ovunque sul tavolo, soffermandosi ogni tanto sul torace e le braccia del suo accompagnatore, senza però riuscire a guardarlo in volto. E mentre osservava il ragazzo qualcosa attirò la sua attenzione, facendole momentaneamente dimenticare la domanda che stava per fare. Aveva intravisto, al di sotto del polsino destro della camicia di Oliver, una strana macchia sul polso. Istintivamente Helen afferrò il braccio del ragazzo, cercando di non fargli male, per osservare meglio e notò che aveva una forma a spiraleCos’è questo segno? Una strana cicatrice?La curiosità, la sua voglia di saper tutto, aveva preso il sopravvento, ma c’era un parte di lei che voleva venisse soddisfatta un altro tipo di curiosità.
*Non è questo ciò che volevi chiedergli. Fatti coraggio ed esponi le tue insicurezze*
Lasciò il braccio del ragazzo e alzò il volto per guardarlo negli occhi e con molto imbarazzo gli pose la domanda.Cosa siamo noi? Cioè siamo amici e io ti voglio bene. si prese un piccolo momento di pausaQuesto non è il nostro primo appuntamento e …e … ci siamo baciatiera stato un semplice e innocente bacio, ma pur sempre un bacioSei il mio … cioè devo … posso considerarti il mio ragazzo?Ecco era riuscita ad esporre la domanda. Nel frattempo era diventata più rossa della Zuppa di Pomo d’oro di Oliver, ma era un qualcosa che voleva chiedere, una parte di lei sentiva il bisogno di una delucidazione in merito al loro tipo di relazione. E ora, con tutto quell’imbarazzo ancora negli occhi, guardava il ragazzo in attesa della risposta.

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view post Posted on 3/5/2016, 10:25
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Come aveva fatto a non pensarci prima? Come aveva fatto, soprattutto, a dimenticare un tale dettaglio? Un'espressione piuttosto meravigliata comparve sul volto di Oliver dopo aver sentito Helen parlare del CD di Emily Vannet. In effetti, era stato lui, in prima persona, a consigliare e vendere quell'album al padre della ragazza, tempo prima. Dimenticare quella particolarità poteva sembrare una sciocchezza per qualsiasi altro individuo. Qualsiasi, tranne Oliver, tanto preciso quanto assolutamente mai distratto. A quanto pareva doveva ricredersi. Annuì, felice.
«Giusto, ho consigliato io stesso quell'album a tuo papà. Persona simpatica, ha anche buon gusto» affermò, ricordando la scelta con conseguente acquisto dell'Armonica Rallegrante da parte del Mago adulto. Avrebbe voluto chiedere ad Helen qualcosa circa quello strumento particolarissimo, se lo stesse suonando e se lo avesse apprezzato, sebbene fosse quasi certo della risposta positiva. Il complimento riguardante la sua più grande passione lo stupì come poche altre cose al mondo, riempiendo il suo cuore con una sensazione nuova e sicuramente intensa. Aperto. Mai aggettivo sarebbe stato ritenuto migliore da Oliver se non quello per descrivere il dono della musica e della scrittura musicale, caratteristiche che aveva ereditato da sua madre. «Touché» disse, giusto per restare in tema con la sua personalità abbastanza stravagante agli occhi degli altri, abbastanza rigida al suo stesso sguardo. Sorrise, contento che quella che lui stesso definiva come dote personale fosse finalmente apprezzata da qualcuno per lui tanto importante. E Helen rappresentava la cima di un'eventuale classifica di persone importanti. «E' tutto quello che desidero» ammise, rispondendo quasi a cavallo con quel "noi" sussurrato dalla ragazza. A cosa si riferiva? A chi si riferiva? Alla passione della musica che custodiva come un tesoro oppure alla relazione con la studentessa che voleva concretizzare, ufficializzare e rendere viva per davvero, a dispetto di età e qualsiasi altro problema? Osservò Helen negli occhi, aspettando. Cosa, tuttavia, non era in grado di dirlo neanche lui. Il cucchiaio era già impugnato nella mano sinistra, nonostante non fosse mancino, e aveva preso un sorso di Zuppa di Pomo d'Oro appena ordinata. Un sorso e via, Oliver si ritrovò ad abbandonare la posata sul tavolo perché attratto dalla domanda di Helen. Il braccio destro, afferrato al volo da quest'ultima, sembrò scaricare un'adrenalina non indifferente al solo contatto con la pelle della Tassorosso. Oliver si chiese se quel turbamento emotivo, pur sempre piacevole, non fosse condizionato dal cibo mangiato. «La spirale dei Veggenti» parlò, un soffio che si unì al cicaleccio di voci, placido e tranquillo, che aleggiava intorno. «Tutti gli aspiranti Divinatori della nostra famiglia ne hanno una, a partire dal mio bisnonno e poi da sua figlia, mia nonna. Un'altra mia cugina lontana ha lo stesso segno sulla spalla destra, io sul polso, anche se...» - sollevò lo sguardo verso la fanciulla, l'espressione un po' mortificata - «Io non ho ancora poteri del genere. Non so neanche se li avrò mai, ad essere sincero» concluse, coprendo il polso con la camicia. Non aveva mai parlato di quel segno, di quella cicatrice leggermente più rosea e marcata della carnagione stessa, ma con Helen tutto era diverso, tutto cambiava, tutto prendeva vita in un istante soltanto. Non si accorse di essere diventato non rosso come un peperone, ma dorato come un Sole esplosivo. Era letteralmente dorato a causa della Zuppa: avrebbe dovuto prendere alla lettera l'effetto "diventi un ragazzo d'oro", del resto era stato il fautore di quell'articolo culinario. Non ne conosceva tutti gli effetti, i cuochi di Madama Piediburro erano sicuramente più esperti di lui, eppure... ora era dorato e stava ascoltando Helen parlare di loro. Touché.
«Helen» scandì il suo nome con estrema dolcezza, ignaro della sua colorazione e del fatto che probabilmente quella scena non sarebbe stata cancellata mai dalla mente della Tassorosso. Le prese una mano tra la sua, legando le dita a quelle dell'altra in un gesto affettuoso e piuttosto infantile.
«Sarei onorato di essere il tuo ragazzo»
L'aveva detto. L'aveva davvero detto. E lo aveva pensato da giorni e giorni, cullando quel momento come un sogno ad occhi aperti.
 
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view post Posted on 3/5/2016, 16:36
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Helen Willow Mckay X

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Helen ricordava bene quando suo padre le aveva comprato quel CD; voleva tirarla su di morale dopo la brutta avventura che aveva vissuto. Quel giorno le aveva comprato anche un oggetto che portava sempre con sé. Si spostò leggermente di lato per afferrare la borsa ed estrasse fuori la sua armonica.Sì, ha un buon gusto. Ma suppongo sia stato tu a consigliargli lo strumento adatto. Mio padre non capisce molto di musica. È un genio nel suo lavoro, ma per il resto è molto impacciato e imbranatoUn leggero sorriso si formò sul volto della ragazza ad immaginare il padre che combinava disastri quando provava a far qualcosa, soprattutto se tipicamente babbano. La Tassorosso adorava questo suo lato del padre e immaginava che fosse stata proprio questa caratteristica a far innamorare sua madre; avrebbe tanto voluto chiederglielo. – Più tardi posso provare a suonare una melodia per te!disse, mentre riponeva lo strumento in borsaAdesso è meglio di no, c’è troppa gente.Aggiunse mentre guardava la numerosa clientela che popolava il locale.
Rimase poi ad ascoltare la storia della spirale di Oliver, era a bocca aperta
Oh Wow! Non immaginavo che nella tua famiglia ci fosse un tale dono!In quel momento cominciò a chiedersi quante altre cose non sapesse sul ragazzo, e una constatazione le irruppe nella mente. In realtà lei non conosceva molto neanche di sé stessa o della sua famiglia, a parte suo padre. Si chiedeva se anche nella sua famiglia ci fosse qualche dote particolare che si tramandava da generazione in generazione. Conoscere questo particolare sul ragazzo le aveva fatto venir il desiderio di conoscere meglio sé stessa. E per qualche strano motivo questo ‘desiderio’ aveva in qualche modo allontanato la stanchezza che la affliggeva da tutta la giornata. Aveva il cuor più leggero.Sono sicura che se avrai questo dono, lo userai per aiutare le persone. Dopotutto sei un ragazzo d’oro.Neanche finì di pronunciare le ultime parole, che scoppiò a ridere. La sua zuppa gli aveva fatto assumere una colorazione dorata ed Helen non aveva resistito a fare un battuta in merito.
Le risate, però, si fermarono quando il GrifondORO le strinse la mano, prima di rispondere alla sua domanda. In quel momento il cuore di Helen si fermò; non sapeva se per il contatto col ragazzo o per la paura di una risposta negativa. Ma al ‘Sarei onorato di essere il tuo ragazzo’ il cuore della ragazza esplose e quasi temette di ‘rimanerci secca’.
Io … Io … - non riusciva quasi a parlareSono al settimo cielo!Si alzò dalla sedia e abbracciò Oliver lasciandogli poi un leggero bacio sulla guancia.Sono felice di essere la tua ragazza!Tornò a sedersi con, di nuovo, il sorriso sulle labbra.
Riprese in mano la forchetta ed addentò un nuovo gnocco e altri fiocchi di neve cominciarono a scendere tutti intorno a lei e, guardando sia la neve che il colorito di Oliver, un pensiero le venne in mente.
*Ma a chi è venuta in mente l’idea di associare questi effetti al cibo?* E la risposta subito le venne in mente: era stato il ragazzo accanto a lei.Domanda: tu che sei creatore di questo menu, perché hai pensato proprio a questi … effetti collaterali per le pietanze? So che ti piacciono … gli scherzile era tornato in mente il loro incontro nell’ufficio vuoto, quando il ragazzo cercava di nascondersi dalle vittime del suo scherzoma non potevi pensare a qualcosa di più semplice come, non so, fiori o cuori volanti? Non a molti potrebbe far piacere diventare d’oro!Helen non aveva pensato a fondo alla questione degli effetti magici delle pietanze che avevano proposto a Madama Piediburro durante l’incontro di qualche giorno prima, ma ora si stava chiedendo se questo avrebbe potuto dar fastidio a qualcuno. La Tassorosso era abbastanza sensibile alla questione ‘essere vittime di scherzi’ anche se in questo caso era più qualcosa che si sceglieva e non che si subiva, però la questione le stava facendo venire i dubbi riguardo la loro scelta.

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view post Posted on 3/5/2016, 17:09
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I discorsi con Helen non erano mai statici, questo era ovvio ed era anche uno dei principali motivi per cui Oliver nutrisse un tale profondo sentimento nei suoi confronti. Erano in grado di discutere di più cose, incastrandosi perfettamente l'uno con l'altra in pause che sembravano quasi studiate, come se entrambi fossero collegati ad un sistema di turnazione. Le sorrise, felice di averla conosciuta quel lontanissimo giorno di qualche tempo prima.
«E pensare che ti sia piombato davvero dal cielo! Anzi, da un cunicolo polveroso!» esclamò, ricordando il passaggio segreto scovato con il suo migliore amico, Fred, attraverso una straordinaria ma altrettanto stranissima Mappa che il Grifondoro possedeva. A pensarci bene, la memoria non tradiva, lui era comparso esattamente come un allocco disceso dall'alto, piombando su Helen e Mary, un'altra Tassorosso di cui il ragazzo aveva fatto conoscenza con estremo piacere. Era convinto che lei e Fred potessero avere una bella storia d'amore come nel loro caso. Un momento: storia d'amore? Era davvero così esaltato e su di giri? Si perse la prima parte del discorso della sua invitata, certo di aver sentito la parola "padre". Avrebbe dovuto chiederle quale fosse il lavoro del Mago adulto in questione, ne era interessato, perché ricordava che Helen avesse parlato, in passato, di viaggi l'uno dopo l'altro. Archeologo? Oppure studioso, storico, scienziato? Era distratto in quel momento, lo riusciva a captare nell'aria, e la bellezza di Helen non facilitava la sua concentrazione. Annuì, sperando che fosse il gesto giusto e decise di bere un sorso del drink ordinato, giusto per evitare di dire sciocchezze, non essendosi ancora collegato al discorso. Quando sulla superficie del calice scorse il suo riflesso, pensò che ci fosse qualcosa di sbagliato. Era dorato. Completamente dorato, quasi fosse il Re Mida in carne ed ossa. La battuta di Helen lo riscosse immediatamente e qualcosa si accese nella sua mente in subbuglio.
«D'oro? Dorato... cavolo, Madama Piediburro ha preso alla lettera le descrizioni del Menù!» esclamò, più divertito che altro. Un secondo dopo si sentì stringere dal caldo abbraccio di Helen e le mani tremarono più per l'emozione che per la sorpresa. Ragazzo. Suo ragazzo. Oliver era il suo ragazzo. Un sorriso malandrino e fin troppo luminoso dipinse il suo volto e lì resto per tutta la durata del ritorno a sedere di Helen e delle sue altre frasi. Touché: mai termine sarebbe stato migliore per descrivere il suo stato d'animo. «Ti voglio bene»
Cosa aveva detto? O meglio, l'aveva davvero detto? Scosse il capo, imbarazzato come non mai. Afferrò il White Angel sul tavolo come se fosse un'ancora di salvataggio, quindi nascose il volto doratissimo (pessima scelta, pessima scelta!) nel calice e ne bevve un lungo sorso. Un secondo dopo un'aureola scintillante apparve sul suo capo. «Perfetto! Un Angelo tutto dorato, potrei essere lo zimbello del Paradiso di Hogsmeade» affermò, ironico, specchiandosi sempre nella coppa. Ben presto l'effetto sarebbe sparito, per fortuna, ma quel sapore intenso, dolce e alcolico della bevanda lo risvegliò del tutto.
«Idromele Barricato... potremmo essere un po' brilli, immagini un Angelo Birillo? Cioè, brillo?»
Fece un respiro profondo, lieto di vedere che la patina dorata stesse sparendo. Prese al volo un fiocco evocato dagli Gnocchi di Ginevra e lo fece scorrere e sparire tra le dita della mano, senza bagnarsi né gelarsi. «Illusioni. La maggior parte sono magie illusorie, non darebbero mai fastidio. E, credimi, un pizzico di ironia potrebbe far bene agli innamorati. Tra l'altro Madama Piediburro ha stravolto molte ricette, per la Zuppa di Pomo d'Oro intendevo un banale e semplicissimo pomodoro tutto attaccato» aggiunse, scoppiando a ridere. Era forse una piccolissima bugia oppure no, tutto purché Oliver sentisse Helen ridere di nuovo. Era il suono più bello che conoscesse. Mangiò un altro po' di Zuppa, tornando ad essere dorato, quindi ripescò il discorso della segno sul polso destro. «Pensi che prevedere il Futuro sia un dono? Alcuni dicono sia una Maledizione, per questo mi spaventa. E se dovessi possedere anch'io questo potere? E se prevedessi qualcosa di spiacevole e non potessi evitarlo? E se...» si fermò, calmandosi. «Pardon! E' un argomento particolare... hai qualche parente con doti simili o con poteri particolari?»
 
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view post Posted on 3/5/2016, 18:55
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Helen Willow Mckay X

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Rise. Rise davvero forte.Beh, la prossima volta cerca di essere più preciso quando progetti qualcosa. La prossima persona potrebbe revisionare le tue idee in modo molto più … deleterio.Avrebbero dovuto immaginare che la donna avrebbe apportato qualche modifica al menu da loro proposto, dopotutto era lei l’esperta nel gestire un locale e sapeva bene come far divertire i suoi clienti. Però all’incantesimo della zuppa avrebbe dovuto dare un effetto un po’ meno scintillante. In quel momento parlare con Oliver era come parlare con una statua, una statua d’angelo, data l’aureola appena apparsa sulla testa del ragazzo. Bevve anche lei un sorso della bevanda e poco dopo spuntò anche a lei un’aureola.Ora siamo entrambi due angiolettiQuella definizione da lei appena data non le piacque molto. Non si considerava per niente un angioletto, anche se aveva un cuore buono, e sperava che quel cerchietto luminoso sparisse in fretta.O forse siamo solo dei finti angiolettiQuesta definizione le piaceva di più. Quella parola aveva una definizione che non le apparteneva, e spesso lei si sentiva legata più a un qualcosa di più oscuro che a qualcosa di angelico. Neanche lei sapeva bene il perché di tale sensazione.
Cercò di scacciare via questi pensieri e concentrarsi sulle parole di Oliver, percepiva la preoccupazione del ragazzo e la riusciva a capirla perfettamente. Voleva aiutarlo in qualche modo, ma era consapevole che non vi erano parole tranquillizzanti per trattare un argomento del genere. E di certo lei non avrebbe mai usato parole come ‘Vedrai che te la caverai’, ‘Andrà tutto bene’ o frasi simili. Le odiava queste parole. Gliele avevano dette in molti dopo la morte della madre, ma le era bastato poco per capire che erano solo parole, dette più per loro, per togliersi dall’imbarazzo, che per aiutare lei. Quelle parole non servivano a molto, anzi la facevano stare peggio. Lei preferiva la cruda verità, preferiva frasi del tipo ‘Sarà dura, molto dura, non supererai mai il dolore, ma col tempo imparerai a conviverci’. Ed ora lei stava per utilizzare parole simili per il ragazzo.
Io credo che prevedere il futuro è sia un dono che una maledizione. Con le premonizioni spesso si vedono cose brutte e ci vuole una grande forza di carattere per reggere tale peso. Se poi non si riesce a prevenire il disastro, il peso aumenta. Ma bisogna cercare comunque di fare qualcosa, perché sapere e non fare niente è molto peggiosi era presa una piccola pausa per guardare negli occhi OliverE se davvero avrai questo dono, dovrai imparare a gestirlo e a controllarlo, prima che lui controlli te. E immagino che dovrai diventare più forte, più forte di quanto tu lo sia già. E solo tu puoi sapere se ce la farai.
Aveva fatto un discorso profondo, almeno per la sua età, però Helen era così. Poteva sembrare una bambina ingenua – e a volte lo era davvero – ma dentro di lei si nascondeva una maturità che non molti riuscivano a vedere e neanche se l’aspettavano da un tipo come lei. Finito questo discorso si affrettò a rispondere alla domanda.No. Nessun parente con doti o poter particolari. Non che io sappia almeno.Poi le venne in mente una storia sulla sua famiglia che le aveva raccontato una volta sua zia.Anche se … si dice che una mia bisnonna o trisnonna fosse una Veela o una Banshee o una creatura del genere, ma mia zia mi ha detto che probabilmente è una storia che si è inventato il trisnonno per giustificare l’abbandono della moglie. Ma chissà.Helen si ritrovò a riflettere su questa storia e si chiedeva se c’era del vero; se davvero c’era qualche caratteristica magica che avrebbe potuto ereditare. Cominciò a chiedersi se lei fosse stata in grado di sopportare un tale peso e la risposta fu che probabilmente non ne sarebbe stata in grado.
Qualunque cosa ti – e mi – riservi il futuro, io ti starò accanto.
Parlando parlando aveva quasi finito il suo piatto di gnocchi ed Helen già cominciava a sentire la mancanza della neve. Mangiare con quell’atmosfera era strano, ma allo stesso tempo divertente.Forse hai ragione, non sono poi tanto fastidiosi questi effetti magici dovuti al cibo. Chissà il resto della cena che sorprese ci porterà?!
Il Futuro stava accompagnando la loro cena, ma la Tassorosso era anche interessata al presente e al passato del suo accompagnatore. C’erano molte che non sapeva del suo ragazzo – il pronunciare in mente quella parola la fece arrossire – e molte di queste non le avrebbe mai scoperte, ma andava bene così.
Stava per fargli una domanda, quando nell’aria cominciò a diffondersi una melodia, una canzone, che sembrava ricalcare i pensieri appena creatisi nella testa di Helen.




Rimase in silenzio per tutto il brano, ascoltando con attenzione le parole.È davvero bella questa canzone, non trovi anche tu?


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Non aveva detto una sola parola durante l'intero discorso di Helen, ammaliato come se stesse ascoltando e sentendo, insieme, un Canto di una Sirena. La patina dorata che rivestiva il volto e le mani di Oliver, parti scoperte, furono temprate dalla realtà, lasciando che quell'illusione magica sparisse poco a poco. Era felice di sentire Helen ridere, quello era davvero il suono più bello che avesse mai percepito e puntualmente desiderava registrarlo in qualche modo, così da custodirlo per sempre. A pensarci bene, avrebbe dovuto chiedere al signor Vinaccia, proprietario dello store musicale nel quale lavorava come commesso, se esistesse un sistema per attuare quell'idea così strana e al contempo affascinante. Un suono scintillante, un suono eterno. Sorrise, perché non avrebbe saputo fare di meglio, bevendo un altro sorso di drink nell'esatto momento in cui anche la sua Helen lo fece: una manciata di secondi dopo entrambi notarono un'aureola luminosissima sul loro capo e Oliver si perse nella visione celestiale, questa volta letteralmente, della ragazza che sedeva di fronte. Un segno della mano destra, come a scacciare una mosca, indicò di aver appreso con piacere l'ironia circa la futura spiegazione dettagliata dei vari effetti magici dei piatti presentati a qualsiasi pub: in effetti, fra neve, aureole e faccia dorata, la follia sembrava essere ordinaria quella sera.
«Un dono e una maledizione, entrambe le cose» mormorò, colpito particolarmente dalle parole della ragazza circa il discorso sulla Veggenza e sul potere non ancora manifestato nello spirito del Grifondoro. Se fosse successo per davvero, se fosse stato un Divinatore come un ramo prezioso e raro della sua stessa famiglia paterna, allora avrebbe dovuto fare sforzi da giganti per non esserne sommerso. Helen aveva l'incredibile capacità di non mascherare le cose attraverso illusioni e sensazioni piuttosto positive, era schietta ma in una maniera diversa dalla cattiveria legata a quell'aspetto vero e proprio. Era onesta, ecco, e Oliver non avrebbe potuto che apprezzare con tutto se stesso quella dote. Una frase si stagliò nella sua mente e, ancora una volta, si ripromise di trascriverla sul suo taccuino personale, una volta rientrato al castello. Qualunque cosa ti – e mi – riservi il futuro, io ti starò accanto.
C'era una dolcezza ineguagliabile in quell'affermazione, ma lo scacco matto che la rendeva così intensa era la voce della studentessa. Era seria, non era un'espressione di circostanza, un motto da regalare ad una persona giusto per renderla contenta, per placare il suo animo; era manifestazione della Verità, perché Oliver era più che sicuro che sarebbe stato proprio così, perché Helen non lo avrebbe mai abbandonato, così come lui non avrebbe lasciato lei in alcuna situazione di pericolo e di timore. Avrebbe voluto porgere i suoi ringraziamenti, avrebbe voluto addirittura confidarle che il Bene stimato nei suoi confronti l'avesse resa parte della visione di un Molliccio da parte di Oliver, segno che la paura più grande di quest'ultimo fosse perdere Helen, vederla sparire, vederla ad un passo dalla morte. Preferì tacere, stringendole nuovamente la mano con un sorriso più chiarificatore di qualsiasi parola. «Sempre» fu la sua unica risposta, prima di lasciarsi avvolgere dalla musica che aveva percepito nell'aria. Era una sinfonia ritmata, sicuramente profonda, d'altronde lo stesso testo non lasciava spazio ad ironie di poco conto. «Non la conosco, strano...» ammise, inclinando il capo verso destra. Per davvero non era in grado di capire chi fosse la cantante, eppure era bravissima, aveva una voce non comune. Talento, ecco cos'era.

I pensieri più segreti
E trovarli già svelati
E a parlare ero io
Sono io che li ho prestati



Osservò Helen al sentire quelle parole, riflettendo su quante cose davvero non sapessero l'uno dell'altra. Quanti segreti, quanti timori mai scoperti, quante preoccupazioni allontanate per vivere semplicemente il presente. Perché Helen era triste, all'inizio della serata? C'era qualcosa di taciuto, sicuramente, così come per Oliver l'argomento della Veggenza non era qualcosa di cui amava parlare serenamente. E il discorso intero su specie e poteri magici particolari? Cosa celava? «Bellissima» commentò, senza precisare se si riferisse alla canzone o meno. La sua Zuppa di Pomo d'Oro era quasi finita, sebbene non fosse completa. Si era stancato di essere doratissimo come un Galeone appena lucidato, ma non vedeva l'ora di scoprire se l'effetto del secondo piatto fosse come quello progettato. Immaginava già linee scintillanti a forma di freccia che indicavano la strada verso il proprio partner, la propria fonte d'amore. Come per magia, un Cupido apparve accanto al tavolo. «Mr Mutande all'assalto!» scherzò Oliver, lasciando che il suo piatto venisse portato via per poi essere sostituito da un altro pieno di bastoncini di pesce dall'impanatura arancione e croccante. Avevano un profumo delizioso. Quando anche Helen fu servita, il Cupido sparì in una nuvola di cuoricini. «ArrowHeart, pronta a scoprirne la magia?» chiese, attendendo un po' prima di porre una domanda legata ad un discorso precedente. «Cosa sai di Banshee e Veela, Helen? Delle prime io non so praticamente nulla, delle seconde qualcosina in più, tre mie cugine gemelle hanno sangue di Veela per discendenza» parlò, pensando a Cathrine, Laureen ed Eleaonor, che non vedeva da Gennaio. Erano bellissime, senza ombra di dubbio, ma Helen per Oliver reggeva il confronto come poche altre al mondo.
 
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Poteva davvero contare sulla presenza di Oliver? Su questo non aveva dubbi. Ma si sarebbe fatta aiutare? Su questo Helen non ne era sicura. Era cresciuta cercando di contare solo su sé stessa, sulle sue uniche capacità e abilità. Il gioco di squadra le riusciva difficile. Perfino quando giocava a lacrosse, collaborava poco con le compagne di squadra, ed era anche per questo che aveva assunto il ruolo di portiere. Lì doveva contare solo sui suoi riflessi e basta, senza doversi per forza appoggiare agli altri. La ragazza pensava che questo lato del suo carattere dipendesse dalle poche relazioni durature che aveva potuto creare; non c’era mai abbastanza tempo per creare un alto livello di fiducia. Dal canto suo, lei non ci avrebbe pensato due volte ad aiutare, proteggere, le persone che amava, ma non era mai sicura che ciò potesse essere ricambiato.
Immersa nei pensieri non si accorse dell’arrivo del cupido. Ritornò alla realtà grazie al commento di Oliver su Mister Mutande.
Credo che Madama Piediburro dovrebbe Vestire i suoi cupidi. Insomma, non è molto romantico essere serviti da un tizio in mutande, anche se simboleggia il Dio dell’Amore.
Rimase ad osservare qualche istante i bastoncini nel suo piatto chiedendosi se l’incantesimo l’avrebbe condotta da Oliver. E di nuovo fu riportata alla realtà dalle parole del ragazzo.
Ecco, quando zia Jenna mi ha raccontato la storia, io dopo sono andata a saccheggiare la biblioteca dei nonni in cerca di notizie. Sulle Veele non ho trovato nulla, ma ho trovato diverse informazioni sulle Banshee. Vediamo se riesco a ricordarmene qualcuna.Si prese un secondo di pausa per ricercare e riordinare le informazioni che erano sepolte nella sua mente.Non c’erano molte notizie sulle banshee mezzosangue, ma qualche informazione ero riuscita a trovarla. Ho letto che le Banshee pure hanno l’aspetto di donne che piangono e che il loro lamento o grida può uccidere un uomo. Vengono viste come creature del male perché appaiono quando una persona sta morendo. Ma io non credo che bisogna temerle per questo. Non bisogna odiare chi ti è accanto mentre muori, è brutto morire da soli.A quell’ultima frase, Helen si intristì. Pensò alla madre, a quando era morta, morta da sola e senza sapere che la figlia era riuscita a salvarsi. Una lacrima sfuggì dai suoi occhi, era un dolore che ancora non era riuscita a superare e che probabilmente mai avrebbe superato. Soprattutto mai avrebbe superato il senso di colpa per essere sopravvissuta solo lei.
Come faceva di solito, cercò di scacciare via la tristezza concentrandosi su altro.

Forza assaggiamo questi bastoncini!cercava di sorridere. Spezzò con la forchetta il più vicino bastoncino e se lo mise in bocca. Non appena ingoiò il pezzo, un fascio di luce rossa si manifestò partendo dal cuore della ragazza e dirigendosi verso Oliver, per poi superarlo sopra la spalla destra e fare un giro infinito per il locale formando strane figure nell’aria, e infine ritornare di nuovo verso il loro tavolo e fare un paio di giri intorno al Grifondoro. Helen non aveva idea di cosa significasse tutto quel percorso e perché ci avesse messo tanto a raggiungere il ragazzo. Forse l’incantesimo funzionava così.
Il fascio di luce durò poco, ripercorse il tragitto al contrario fino a sparire nel petto della Tassorosso.

È così che deve funzionare l’incanto?chiese con molta curiositàPerò i bastoncini sono buoni. Provali! Invitò il suo compagno. Si chiedeva se anche con lui sarebbe successo la stessa cosa o se la forma dell’incantesimo cambiava da persona a persona. In ogni caso era curiosa di sapere se quella freccia lo avrebbe condotto da lei.

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view post Posted on 5/5/2016, 10:38
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Il sapore della Zuppa di Pomo d'Oro era ancora sulle labbra di Oliver quando Mister Mutande apparve, servì i secondi piatti e infine sparì in un turbine scintillante. Era una figura particolarmente strana, con quelle sue ali che spuntavano dalle spalle come se fossero nuove articolazioni e con quel volto paffuto e roseo come se fosse stato preso a botte ripetutamente, lasciando che somigliasse ad una gonfiata Pluffa da Quidditch. Si riscosse abbastanza in tempo per non perdere il commento ironico di Helen circa il Cupido. Dio dell'Amore, che cosa buffa da dire: non riguardava la frase della studentessa di fronte, quanto il concetto e la fede di numerosi uomini del passato verso la mitologia greca. Divinità a guardare dall'alto, divinità multiple, come se fossero tanti simboli l'uno dietro l'altro. Certo di essere sul punto di pensare a discorsi troppo filosofici per una serata del genere, Oliver inclinò il capo verso sinistra, come se volesse osservare meglio la ragazza, quindi le diede man forte nell'aspetto divertente della faccenda. «Credimi, io avevo proposto Cherubini, almeno erano piccoli angeli fiammeggianti e... coperti, sicuramente» disse, il tono di voce leggermente più basso, onde evitare che la proprietaria o chicchessia potesse sentire quel lamento. Non voleva di certo eliminare gli accordi con Madama Piediburro, le vendite del Menù degli Innamorati sarebbero state ottimali per il C.R.E.P.A. e, inoltre, la revisione totale del locale sembrava aver attirato un'ampia fetta di popolazione: bastava guardarsi attorno per afferrare quell'ipotesi. «Concordo, Helen» - riprese Oliver, lo sguardo che si immergeva palesemente nella sfumatura triste ma intensa degli occhi dell'altra - «Una cosa mi sfugge: qual è, allora, il vero ruolo di una Banshee? Essere una testimone della Morte oppure essere colei che anticipa la Morte stessa?»
Non aveva avuto remore nel pronunciare per ben due volte quel termine, con Helen non aveva mai problemi nel svelare le cose per davvero. Eppure, non poté evitare di scorgere la solitaria lacrima sul suo volto e la mano scattò nuovamente ad avvolgere quella della studentessa. Erano forse estremamente giovani per ripetuti baci, abbracci e gesti profondamente affettuosi, ma quei piccoli contatti non mancavano e rendevano la relazione più bella di qualsiasi altra cosa, perlomeno Oliver non avrebbe sperato di meglio. Non sprecò parole per consolare la sua amata Helen, non ne aveva bisogno data la sua presenza lì: era e sarebbe stato sempre al suo fianco, se lei avesse voluto. Discorsi e terminologie varie sarebbero stati vani, a quel punto. Attese che la fanciulla scegliesse di mangiare per prima il piatto, liberandola da quel placido contatto. Non fu in grado di capire a cosa si riferisse, quando parlò dell'effetto magico del cibo in questione. «In che senso?» domandò, prendendo un primo bastoncino di pesce con la forchetta e mangiandolo con piacere. Un secondo dopo, un fascio di tanti fili luminosi, di un bianco quasi accecante, partì dal cuore di Oliver per avvolgere direttamente Helen in un bagliore senza eguali. Il Grifondoro socchiuse gli occhi, vinto da quella manifestazione incredibile, mentre un sorriso si dipingeva sulle sue labbra. «Anche a te è successo così? O forse i raggi sono personali, nessuno li vede se non la persona innamorata? Non ricordo questa precisazione sul Menù, ma... chissà» aggiunse, senza perdersi in una lunga spiegazione. Lui non aveva visto nulla del fascio di Helen, l'Amore era personale ma condivisibile allo stesso tempo: una direzione verso l'altra, un cuore verso un altro, sempre da due punti distinti ma vicini. Touché, Madama Piediburro.
 
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view post Posted on 13/5/2016, 16:41
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Helen Willow Mckay X

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La conversazione stava diventando davvero profonda ed Helen non sapeva come replicare alla domanda postale dal ragazzo. Non conosceva bene quell’argomento ed era passato molto tempo da aveva letto quel libro a casa della nonna. Però lei era una ragazza intelligente e a volte riusciva ad avere pensieri abbastanza intuitivi. Ma quell’oggi sembrava non riuscire a ragionare più di tanto.
Non saprei dire. Forse le Banshee sono entrambe le cosesperava in un’illuminazione mentre parlavaSe ricordo bene, esse riescono a percepire la Morte, la prevedono in un certo senso. Non so però se possono prevenirla in qualche modo. Ma allo stesso tempo ‘accompagnano’, festeggiando o piangendo, la persona nel trapasso.Era davvero un argomento complicato e molto vasto ed Helen non aveva di certo le conoscenze adatte per spiegarlo al meglio. *Mi dovrò far mandare quel libro da nonna*Ci sarebbe bisogno del parere di un vero esperto.
Si concentrò sul cibo. Si meravigliò della reazione del ragazzo, era davvero impossibile non notare quei fasci di luce. Poi ascoltò il commento di Oliver dopo aver assaggiato anche lui la pietanza.
Sì, forse hai ragione tu. Sarà un effetto magico che vede solo chi mangia i bastoncini.Helen aveva visto dei raggi rossi percorrere tutto il locale per poi avvolgere Oliver. Si chiedeva se il ragazzo avesse visto qualcosa diverso.Io ho visto dei raggi rossi. Chissà se ad ogni morso i raggi sono uguali o cambiano ogni volta.Prese un altro pezzo e se lo mise in bocca. Appena lo ebbe ingoiato, di nuovo dei raggi rossi uscirono dal suo cuore, ma stavolta fecero un percorso diverso, più breve – decisamente più breve, solo un paio di giri intorno al loro tavolo per poi puntare su Oliver.Hanno lo stesso colore di primadisse mentre seguiva il percorso con gli occhima questa volta hanno fatto un percorso del tutto diverso. Secondo te come mai?Provò a pensare anche lei ad una possibile rispostaL’amore dovrebbe essere sempre lo stesso ma … - Non riusciva a trovare una risposta, o forse la sapeva ma aveva paura di esporla. Non era mai sicura e questo le fece pensare *E se non fossi sicura di quello che provo per Oliver? Forse è per questo che cambia!* Non sapeva se dare ascolto a questi pensieri. Però voleva sapere cosa Oliver avesse visto e se anche con lui ci sarebbe stato un ‘cambio di rotta’. *Perché non devo mai essere sicura di niente?*

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Perdona il ritardo.
E perdona lo schifo e la brevità di questo scritto, ma sono nella fase in cui non riesco a scrivere nemmeno il mio nome.
 
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view post Posted on 16/6/2016, 10:55
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Accompagnare qualcuno durante il trapasso. La frase aveva colto Oliver di sorpresa, facendolo fermare a mezz'aria con la forchetta con la quale aveva adocchiato un altro bastoncino di pesce. Il sapore di quel piatto era delizioso, in effetti la cucina di Madama Piediburro era una delle migliori in assoluto, a detta di molti esperti, e per quanto nastrini e diabete trovassero energia e forza in quel locale, tutto il resto avrebbe compensato qualsiasi mancanza o eccesso. Non era degli ArrowHearts che Oliver voleva parlare, però. Poggiò nuovamente la posata sul piatto di ceramica che quel Cupido svolazzante - e nudo, non dimentichiamolo - gli aveva portato, quindi socchiuse gli occhi leggermente, incuriosito dal discorso di Helen. «Un esperto, dici? Chissà se ad Hogwarts esiste qualche Banshee, sai che nel Lago Nero ci sono le Sirene? Oltre la Piovra Gigante, ovvio. Dicono che ci sia una comunità di Maridi, non sarebbe affascinante incontrarli? E nella Foresta Proibita ci sono i Centauri! Quindi...» si fermò, la voce leggermente affievolita ma gli occhi ancora luminosi, come quelli di un perfetto sognatore. Soprattutto la prima parte aveva fatto risplendere il suo volto, come se ci fosse qualche segreto dietro quelle semplici riflessioni. «Quindi potrebbero esserci anche Banshee, no?»
Ma non ne era tanto convinto, se ne accorse attraverso il tono appena utilizzato. Una cosa era individuare delle creature magiche come quelle citate in precedenza, del resto i confini di Hogwarts, sia d'acqua sia di terra, offrivano ampi spazi per fungere da habitat di Maridi e Centauri. Le Banshee, invece, cos'erano? Non avrebbe saputo spiegare per bene il suo punto di vista, non conoscendo molto circa tali essenze, eppure non ci voleva molto per capire che le Banshee fossero di natura umana. Come potevano vivere relegate, allora? O davvero preferivano la solitudine e una vita da eremite, essendo simboli funesti per molti uomini?
«Mi informerò in Biblioteca» concluse, riprendendo la forchetta e ingoiando un altro bastoncino, interamente. Il sapore di mare lo deliziò mentre raggi bianchi, i soliti, invasero la sua visuale per indirizzarsi versi Helen, formando un cuore nell'aria, un cuore che Oliver non avrebbe descritto né ora né mai. Adorava il Romanticismo, ma avrebbe volentieri evitato bastoncini di pesce che creavano cuori luminosi. «Credo, invece, che l'amore non sia mai lo stesso» ammise, riprendendo il discorso di Helen. «E' versatile, variabile, come un Cespuglio Farfallino che devi curare di continuo, giorno dopo giorno, per ottenere risultati colorati. Non è statico, è una forza. La forza magica più potente, come dice anche Celestina» disse, un sorriso a fare capolino sul volto. Un attimo dopo, arrivò il Cupido svolazzante, ancora seminudo. Oliver gli rivolse un'occhiata strana, quasi di imbarazzo ma non di disgusto, onde evitare di risultare sgarbato. «Helen, penso voglia sapere se siamo pronti per i dolci» fece, poiché l'esserino rosa confetto si era fermato accanto il tavolino con le ali che scintillavano in maniera quasi fastidiosa. Lui aveva finito, comunque, l'ultimo bastoncino fu mangiucchiato e ora... dolci, che soave parola!

Chiedo scusa a mia volta.
 
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view post Posted on 3/8/2016, 09:04
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Sapeva che avrebbe potuto contare su di lui, ma in cuor suo Helen sperava di non aver davvero bisogno di questo tipo di aiuto. Scoprire doni o altre cose che l’avrebbero resa ancor più diversa dagli altri, avrebbe potuto destabilizzarla e lei non voleva pensare a ciò che ne sarebbe venuto fuori. Doveva solo sperare che non ci sarebbero state sorprese (purtroppo per lei non sarebbe stato così, le sorprese erano dietro l’angolo).
Non voleva più pensarci; al momento voleva solo concentrarsi sul suo appuntamento.
Come Oliver aveva annunciato, Mister Mutande …. Ehm il cameriere era venuto a chiedere se poteva portare i dolci. Helen aveva finito i suoi bastoncini, così come Oliver.
Sì sì, abbiamo fatto. Può portare i dolci.
Non dovettero attendere molto che l’angioletto poco vestito ritornò con i dolci. Un vortice di zucchero per il Grifondoro e un DoubleLove per lei.
Appena ebbe il piatto davanti, subito diede un morso a quel budino dall’aspetto delizioso. Era golosa, forse non ai livelli del suo accompagnatore, ma anche lei adorava i dolci. Un singolo morso e qualcosa cominciò ad apparire al suo fianco: una seconda Helen, completamente identica a lei. La Tassorosso si chiedeva se anche Oliver la vedeva o se, come per l’effetto dei bastoncini, la vedeva solo lei.
La vedi anche tu?Chiese con timore. Non voleva sembrare pazza, magari ciò che vedeva non era la magia del dolce ma un effetto collaterale della sua stanchezza.Però questo dolce è buono!Aggiunse dopo aver dato un secondo morso.
Poi fissò lo zuccherò filato di Oliver.
Com’è il tuo dolce?

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view post Posted on 14/11/2016, 16:10
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Non avrebbe mai dimenticato l'immagine quasi orrenda e a tratti piuttosto ironica di quel Cherubino svolazzante. Tempo prima, quando la proposta con Madama Piediburro era stata accettata, Oliver aveva fornito all'affabile Strega una serie di pergamene con tanto di architettura, revisione del design e dell'ambito culinario, dunque del menù stesso. Non avrebbe mai immaginato, neanche lontanamente, che la donna prendesse alla lettera ogni cosa scritta su quel blocchetto. Anche perché ne aveva scritte di idiozie, lasciandosi fuorviare come sempre da un'eccessiva dose di fantasia. E se all'inizio, dunque, Oliver aveva supposto di trascorrere un San Valentino all'insegna del Romanticismo, in quel momento ebbe l'assoluta certezza che in un locale del genere, con piatti simili e dai particolarissimi effetti magici, l'ironia potesse valere come collante ad una bella serata d'amore. Senza dubbio alcuno. Trattenne una risata pronta a fuoriuscire dalla sua stessa bocca alla vista del piccolissimo Eros svolazzante, portandosi il calice di Idromele Barricato alle labbra per nascondere qualsiasi imbarazzo o comportamento poco galante. Non ricordò, non vi riuscì in quel comune frangente, del potere del White Angel e dopo il primissimo sorso di quel liquido tanto dolce quanto alcolico, un'aureola luminosa apparve sulla sua testa come una corona d'altri tempi. Cercò di non avvampare, per fortuna il Fato fu dalla sua parte - almeno per brevissimo tempo - perché cacciò via il cameriere alato al pari di una mosca fastidiosa. Non poté godere a sufficienza né del gusto dell'Idromele né, tantomeno, della scomparsa del simbolo angelico sul capo, poiché una doppia Helen si era manifestata dinnanzi ai suoi stessi occhi. Fu con piacere che Oliver constatò di aver allontanato la bevanda appena in tempo per non soffocare.
*Due sono meglio di una* fu lo stupido pensiero, in parte malandrino, che fece breccia nella sua mente. Non avrebbe potuto sostenere lo sguardo della Tassorosso in quel momento, non con una certa leggerezza, perché il cuore stava per scoppiare nel suo petto. I sentimenti che provava per l'incantevole fanciulla di fronte erano fin troppo vasti per essere accantonati come se niente fosse successo. Non ne avrebbe avuto la forza, probabilmente neanche la voglia di farlo. L'espressione che dipinse il volto del Grifondoro fu buffa al di là di ogni misura, senza dubbio divertente. Annuì, rispondendo alla domanda della Tassorosso indirettamente, nella speranza che finisse lì. Se gli avesse chiesto qualcosa in merito a quel duplice aspetto... meglio non pensarci, i battiti erano già accelerati più del dovuto. Non ebbe bisogno delle posate per mangiucchiare un pezzettino del suo zucchero filato, era probabilmente l'unico dolce che non obbligava il giovane Caposcuola a cedere al galateo di tavola più severo. Adorava la consistenza soffice di quella pietanza, ma non aveva messo in conto la probabilità di un ennesimo effetto magico. Un vortice profumatissimo, emblema dello zucchero vero e proprio, turbinò attorno la loro postazione come un improvviso tornado in miniatura, avvolgendo ben presto sia Oliver sia Helen come in un bianchissimo abbraccio. «Per Godric, stiamo volando nello zucchero a velo!» scherzò, la voce che a stento teneva a bada l'emozione. «Helen, è un sogno... con te!» Fu soltanto dopo ore ed ore dalla fine dell'appuntamento romantico che Oliver ripensò a quella frase esclamata con passione. Il sogno non sarebbe stato tale in assenza di Helen, a dispetto della magia dell'uragano e di qualsiasi altra cosa. E in quel presente senza preoccupazioni né altro da temere per davvero, l'adepto di Godric e la bella figlia di Tosca vissero felici e contenti.

Chiedo scusa per l'estremo ritardo. Come concordato, possiamo ritenere conclusa la role. Grazie di vero cuore, è sempre un piacere con te. E ancora buon San Valentino ♥
 
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