Già, ora si ricordava dove aveva già visto la ragazza che in quel momento stava imitando Emily, nemmeno troppo bene a suo parere. Elhena l’aveva incrociata sui banchi di un’afosa lezione di Smaterializzazione l’estate precedente, rimanendone colpita per la prontezza d’ingegno, ma in seguito non aveva più avuto occasione di parlare faccia a faccia, nonostante fosse sicura di averla poi incontrata di nuovo più volte in Sala Grande. Tuttavia, come di solito accade, l’aveva ignorata come viso qualunque in mezzo ai tanti, al punto da faticare a ricordarsi il suo nome. La Tassina si ripromise di chiederglielo quando tutta la messinscena fosse terminata e lei avrebbe potuto indossare nuovamente i propri panni. Per il momento, invece, doveva immedesimarsi anima e corpo nella personificazione di Horus e siccome la fanciulla che aveva davanti vestiva la maschera di miss Rose, sarebbe stato altamente inopportuno chiederle di presentarsi. Il viso di Elhena si contrasse in una smorfia che fu un sorrisetto trattenuto all’ultimo, così che in realtà solo l’angolo destro della bocca si sollevò verso l’alto, mentre il gemello rimaneva impassibile, per fornire infine l’immagine di una persona che, non abituata al riso, sarebbe scoppiata a ridere se i limiti delle aspettative altrui – o dell’immagine costruita nel tempo – non glielo avessero impedito. Era una delle caratteristiche che Elhena attribuiva a Horus e, pur non avendo la presunzione di associarla in maniera indissolubile alla realtà, aveva deciso di aggiungerla alla propria interpretazione. Dopotutto, se rifletteva, non ricordava una volta in cui avesse visto o udito il Caposcuola ridere con sincerità e le uniche forme di allegria che avevano smosso un viso altrimenti impassibile erano stati dei lievi sorrisi, che sembravano dovuti più all’educazione che a un reale divertimento. Tuttavia, Elhena conosceva solo una parte della storia. “Sarà un piacere accompagnarla, miss Rose”rispose, sempre imponendosi di tenere la voce bassa, e intrecciò il suo braccio con quello della propria dama. Nel farlo, si trovò a pensare che forse, forse, sarebbe stata più a suo agio, o per meglio dire le sarebbe stato più semplice comportarsi da Horus, se la finta Emily le avesse permesso di fare la prima mossa e comportarsi da cavaliere in tutto e per tutto. Insomma, al di là dei tratti delicati, quasi da efebo, Sekhmeth non le era mai parso il tipo da non assumersi in tutto e per tutto il suo ruolo maschile nel rapporto tra i due sessi. Impressioni. Congetture. Eppure, dall’altro lato, doveva ammettere che la sicurezza della finta Emily era forse la cosa più realistica dell’intero costume. A eccezione di una certa tendenza a porsi un po’ sul piedistallo, sfruttando la propria posizione di potere, la vera Emily non si era mai abbandonata al meschino piacere che deriva dal fare i dispetti; anzi, da quanto ricordava la Tassina, ella aveva sempre svolto il proprio incarico con professionalità. Soprattutto, dal giorno dell’intervista, Elhena aveva cominciato a comprenderla meglio. Non avrebbe mai potuto capire cosa provava, ma per un fugace istante, per una frazione di secondo, la Serpina aveva aperto una fessura nella propria maschera, facendo sì che da allora Elhena fosse costretta a guardarla con altri occhi. La vera Emily non faceva scherzi “cattivissimi”, la vera Emily era una bambola di porcellana che minacciava di rompersi al primo soffio di vento. Era un gioco? Sì. Era il gioco delle apparenze, delle maschera, e nonostante ciò, la ragazza fu colta da un momento di tristezza. C’era qualcosa di crudele nel Carnevale, in un giorno dove il mondo si ribaltava, perché la follia umana potesse avere libero sfogo. Almeno la riflessione conferì al suo viso una sfumatura cupa molto alla Horus. "Ma prima, vuole fermarsi al buffet?
«CHI OSA SFIDARE IL RE DEI MARI?» «WASA WASA WASA WASABI YEAAH» «I'M SEXY AND I KNOW IT» Fu un solo istante, un solo movimento repentino dell'immane corpo per spostarsi dallo stand dei Tiri Vispi Weasley ed eclissarsi tra la folla della festa, quando diverse frasi raggiunsero l'udito della Piovra Gigante. Prima che le Murene partissero con una scarica di risposte, grida e stralci di brani canticchiati per interpretare al meglio l'amore sviscerale per Daddy, qualcuno sembrò rivolgere la propria attenzione proprio alla sua figura. Oliver sperò ardentemente che non si trattasse né di Eloise né di qualsiasi altra persona avesse conosciuto in passato dai Gemelli Weasley: la sola idea di incontrare l'altra garzona del locale, Miss Sophia Daver, gli faceva venire il mal di testa, anzi il mal di finto-mare. L'emblema della Simpatia lo avrebbe preso in giro per l'eternità per la battuta non tanto ironica che aveva fatto poco prima. Fortunatamente - o sfortunatamente, dipendeva dalle circostanze future - non si trattava di lei, quanto di una tipetta dall'aria estremamente curiosa. Un rapido sguardo fece capire ad Oliver che di fronte a sé fosse appena apparso qualcuno con stile, tanto stile! L'abito che lo contraddistingueva aveva un certo charme e, doveva ammetterlo, una punta di orgoglio aveva sfiorato il proprio cuore alla vista di un costume con dettagli simili ai suoi: non era geloso, figuriamoci, era molto ma molto colpito. Un pensiero alla Daddy fece breccia nell'imbarazzo che lo stava dilaniando da qualche secondo: se avesse scoperto l'identità della figura davanti, magari avrebbe potuto prenderla a braccetto e camminare, mani tra tentacoli, per l'intera sala, sfoggiando una Bellezza senza eguali. Sarebbero stati i padroni della giornata, il Re e la Reginetta di Hogwarts e dell'ampia Diagon Alley, il Fascino reso... sì, stava tergiversando, in effetti l'interpretazione di Daddy stava riuscendo più del dovuto. Le Murene avevano cominciato a strillare come oche giulive, puntando code e occhietti vispi scuri come la notte verso quei serpenti... oh diamine, erano viventi! «Non so cosa sia l'urakami di polipo, ma ehi, bella testa!» Era un work in progress, essere il Corvonero da strapazzo non era cosa facilissima per uno come lui. Le sopracciglia nere, tirate, precise per via del trucco, furono sollevate in un cipiglio interessato, mentre l'attacco con la bacchetta magica non sortiva alcun effetto. Un secondo dopo, Oliver-Daddy sbuffò, altro gesto che il suo vero Sé mai e poi mai avrebbe potuto fare. «DAAAADDY» «E chiudi quella boccaccia, Murena #1» «DAAAAAADDY» «Chiudila anche tu, Murena #2» «E VOOOI CHI SIETE, TESTOLINE BELLINE E SERPENTINEE?» Si erano rivolte ai capelli della persona di fronte. A fine mattinata, Oliver Brior - il vero, il falso, lo strano, l'elegante, qualsiasi! - avrebbe ammazzato suo cugino Elijia - l'unico, per grazia dei cieli - per aver Trasfigurato due Murene completamente idiote.«Lei è al cospetto di Daddy Toobl in versione OCEANO MACUMBA CHE FIGATA» Fece una piroetta su se stesso, ondeggiando i tentacoli come se fosse una ballerina di prim'ordine. No, non era lui.«Con chi ho il piacere di parlare?» Neanche il tempo di finire la domanda che le Murene ripresero a cantare. Fantastico.
«Un giorno di sole la Piovra e Murene incontrano Medusa per caso Poi Piovra iniziata la festa Incontra e si scontra con Medusa e così. Il dolce sorriso di DAAAADDDY Nel loro pensiero ora c'è. KISS ME, KISS ME, DADDY!»
Don't underestimate the importance of Body Language
Se c’era qualcosa di veramente eccezionale di quell’evento era la possibilità di vedere le interpretazioni grottesche dei partecipanti. Standosene in disparte, a osservare la festa dallo stand – come aveva visto fare a Black nella famosa festa al Paiolo Magico – Eloise aveva avuto modo di notare il buffo Peverell in vestaglia, l’eccentrico Oliver messo su da Daddy, la molesta versione di Daddy, le misurate movenze di Horus e il disinvolto modo di fare di Emily. Doveva ammettere che c’era qualcosa di eccezionale nell’osservare l’evento da lontano, e per questa ragione la Tassa si sentì in dovere di ringraziare mentalmente Black, che le aveva dato la possibilità di fare quella scoperta. Si sforzava di mantenere un’espressione di disgusto davanti a tutta quell’eccentricità, cercando di reprimere il ghigno divertito che sarebbe comparso sulla faccia Lynch. Bene o male, doveva lanciare occhiate simili a quella che il Prefetto Serpeverde le aveva rivolto alla Festa di Natale. Era incredibilmente divertente. Attirata da una voce alla sua destra, Eloise si voltò, trovandosi davanti un individuo semi-maschile che le chiedeva di aprire le danze. Aveva degli imbarazzanti muscoli finti e un parrucchino corto e, misurando il modo di fare, appariva una divertente caricatura di Daddy… «Che cosa sei?» Disse, inarcando le sopracciglia. Doveva resistere ed evitare di ridere, doveva tenere duro. Era sicura che qualche risata – o qualche sogghigno – Black se lo sarebbe fatto, ma non in quel caso. Non davanti a dei muscoli di gommapiuma. Ah, quanto era difficile scegliere secondo altri principi, e non spontaneamente! Che complicato era provare empatia verso qualcuno nel corpo di cui si è scelto di essere incastrati. Notando gli occhi azzurri e riconoscendo il sorriso, Eloise decise di non fare nulla di diverso dal mantenere coerenza con il suo personaggio. Il suo io avrebbe voluto rotolarsi dal ridere e complimentarsi di quel teatrino particolarmente coerente con Daddy, ma si censurò. Fortunatamente vennero distratt(i) da un nuovo arrivo al bancone dei Tiri Vispi. Una ragazza che non riconobbe, avvolta da un’aura di superiorità, con tanto di rivoletto di sangue alla bocca. «Temo di non essere la persona più appropriata, ma sono certo che il mio collega sarà felice di… scortarla.» Disse in tono freddo, rimettendosi a sistemare la merce dietro il bancone giusto per tenersi occupata e auto-escludersi dalla conversazione. Grave errore, purtroppo, perché presto venne aggredita da un mostro marino con tanto di tentacoli. Se fosse stata “solo Eloise”, a quell’offerta – baciare i tentacoli? Ew – sarebbe diventata paonazza e sarebbe corsa via. Ma con un grande sforzo si contenne, limitandosi ad alzare il sopracciglio destro. «Purtroppo non vendiamo acquari per i pesci.» Non aveva idea di cosa avrebbe fatto adesso, anche perché sotto quella maschera e quel trucco non aveva riconosciuto il proprietario del costume. Fortunatamente, una voce esterna intervenne e l’attenzione generale venne proiettata su altro. Uno schiocco di dita, una minaccia, e il suo personale salvagente fece la sua comparsa. Anche in questo caso i tentacoli parlanti erano di casa, notò Eloise, mentre cercava di capire chi si celasse dietro il costume e chi stesse rappresentando. Quegli occhi azzurri e quel modo di fare sicuro di sé le diedero un indizio: chi poteva essere se non il suo Prefetto Niahndra? La sua capacità di incutere timore alle genti era leggendaria, e la possibilità di interpretarla era allettante: era un peccato che non ci avesse pensato lei stessa! Un pensiero le balenò alla mente e questa volta trattenere un sogghigno Lynchiano fu impossibile: se quella era Niahndra e lei era William, la possibilità di mettere in piedi scene comiche le veniva servita su un piatto d’argento. Certo era che le sarebbe piaciuto capire chi si celava dietro il costume. Mentre il Daddy di turno si metteva in mostra urlando a squarciagola, Eloise-Will lo squadrava dalla testa ai piedi. La scena era indubbiamente comica, l’idea dello scontro tra tentacoli al sapore di sushi le piaceva molto, ma doveva sforzarsi di mostrare al mondo una corazza di serietà.«Niahndra,» disse, fornendo la risposta al tentacoloso Daddy, ma focalizzando l’attenzione su di lei,«quale piacere.» La prima parte – facile – era fatta. Ma ora Eloise si domandava: di cosa parlavano Niah e Will quando erano insieme? Un lampo di paura le attraversò la mente e cercò la maggiore coerenza possibile.«Capisco che dopo essere stata la mia dama vuoi essere premurosa nei miei confronti, ma… Posso cavarmela da solo.» aggiunse, con quella voce profonda che non le apparteneva. In quel momento, le murene presero a cantare un inno a Daddy, ed Eloise si portò una mano in fronte, esattamente come Black aveva fatto guardandola alla festa di Natale. Forse non avrebbe potuto cavarsela da solo. «Labirinto degli specchi o montagne russe? Per cosa hai più stomaco, Alistine?» Propose. Non sapeva bene come giocare le sue carte, ma fuggire da quella situazione le sembrava la soluzione più appropriata.
You'll build a collection of scars on your knees To learn how to count the impossible trees
La tassina doveva ammettere che l'idea di impersonare qualcuno era il vero motivo che l'aveva spinta a partecipare alla festa. Dopo un ritorno particolarmente impegnativo ad Hogwarts, ogni possibilità di svago era da afferrare al volo. Non aveva dubbi su chi avrebbe interpretato, le differenze fisiche tra loro non erano abissali, e per quanto poco poteva dire di conoscerla, aveva intuito che non fossero nemmeno troppo diverse. C'era però una cosa, un ulteriore motivo che l'aveva spinta a scegliere lei, Niahndra, ed era la sua apparente sicurezza. Amber non poteva sapere se il Prefetto fosse così per davvero, ma l'idea che le aveva dato era quella di una ragazza risoluta, un esempio da seguire. Mai troppo espansiva, e nemmeno troppo eremita.. come invece era solita essere Amber. Insomma, interpretarla sarebbe stato un bell'esperimento. Per quelle ragioni, la tassina si trovava ora sotto la ruota panoramica, con un costume preso da un videogioco, forse più crudele del volto..ed una parrucca dall'aria molto realistica.. Non aveva mai considerato di tingersi i capelli, ma il nero era sicuramente un colore che non avrebbe disdegnato.. Si guardò attorno un paio di volte, c'erano molte persone..alcune erano abbastanza riconoscibili sotto la maschera, altre invece erano difficili da identificare.. Il suo obiettivo però, non era certo identificare le persone sotto i travestimenti, ma piuttosto comportarsi il più possibile come avrebbe fatto Niah, nel bene e nel male, sfidando un pò anche le sue paure. * cosa farebbe la Alistine adesso?*. Era tentata dall'idea di fare un giro sulle montagne russe, magari l'avrebbero aiutata a tirare fuori un pò di attributi, ma vide qualcuno che attirò la sua attenzione. Un paio di personaggi, per l'esattezza, con travestimenti abbastanza vistosi..
Si avvicinò, cercando di ricordare una camminata più sicura e di assumere un'espressione meno preoccupata. Una voce, quella del terzo personaggio in gioco, la fermò un'istante.. era William? E stava parlando con un'altra Niah? "...Per cosa hai più stomaco, Alistine?" Più Amber si avvicinava e più le cose si facevano assurde..c'era un'altra Alistine! E per giunta era .. CAMILLO!?!? Lo conosceva abbastanza bene per non avere dubbi a riguardo.. ne avevano passate fin troppe assieme perchè lei non lo riconoscesse. Ma si sforzò e provò a considerarlo una Niahndra con peso e altezza ridistribuiti in modo differente, ecco.. ... e l'altro personaggio chi avrebbe dovuto essere? Trattenne a stento una risata all'idea che sotto Medusa/Aistine ci fosse Camillo, e cercò di sembrare stupita.. ma non troppo. Girò con noncuranza voluta, la finta lama tra le mani..rivolgendosi prima al nuovo Black..aveva qualcosa di familiare, chiaramente non era l'originale ma cambiare la voce era stato un tocco di genio.. poteva sospettare che ci fosse qualcuno di davvero abile sotto la maschera, ma non voleva chiedersi chi fosse. - Black.. chissà perchè non mi sorprende vederti con me. -Una frase che sperò fosse logica dopo averli spiati alla festa di Natale, spostò poi il suo sguardo verso Camiahndra, allargò appena le labbra in un mezzo sorriso sarcastico, per poi rivolgersi anche al terzo personaggio in gioco. - Ursula..? - Quanto assurda poteva essere quella situazione? E quanto avrebbe potuto diventarlo da li a poco? Amber non solo cercava il contegno che poteva mostrare Niah in una situazione possibile, ma doveva perfino inserirla in un contesto che lei non avrebbe davvero mai affrontato. Ed il gioco era appena iniziato.
→ Maschera: Niahndra Alistine / Alice Madness Returns → Abbigliamento:Alice Madness Returns - abito blu con grembiule bianco e "finto" sangue. - stivaletti neri in pelle con punta interna in ferro. - Parrucca nera di ottima fattura - Lenti a contatto verde acceso - Finta lama in legno dipinta a mano.
*Te la faccio vedere io la scarsa imitazione, brutt….*
Altro giro, altra corsa. Non poteva rispondere male nemmeno a quel ragazzo che imitava Peverell, cosi come non poteva nemmeno sbattergli il bastone sul cranio. Che storia era quella? Perché doveva comportarsi in maniera cosi dannatamente civile? Respirando a fondo, cercando di ingoiare il rospo, pensò alla sua regola principale del carnevale: era un Brior, Oliver Brior, e i Brior imparavano il galateo dalla nonna decrepita da oltre cento generazioni.
*Se solo mi fossi travestito in Von Kraus..*
Pensò tra se e se, immaginandosi di brandire il suo bastone da passeggio a mo’ di mazza. Non poteva fare nulla, se non comportarsi con l’innata eleganza che trasudava il caposcuola Grifondoro. Cercando di non far notare di essersi leggermente alterato per la risposta di quel personaggio, sorrise per cominciare a parlare
-Monsieur Peverell…-
Iniziò a tossicchiare per evitare di continuare a parlare. Si sentiva che si era leggermente infastidito alle parole del ragazzo. Doveva riprendere il controllo, assolutamente. Mentre fuori era un damerino, all’interno Daddy scalpitava per mettere in riga quell’uomo dai mille scadente. Era sempre stato una testa calda, ma in quella situazione doveva contenersi, contare fino a dieci.
*Si i calci che gli darò conterò..*
-Mi permetto di chiedergli di entrare nella sua setta solo perché so quanto valgo. Sono il presidente onorario del CREPA, il braccio destro di Madame Goodheart, ma soprattutto la prima voce della scuola. Senta.
*Ride bene chi ride ultimo*
Pensò tra se e se. Se Oliver aveva una voce angelica, lui era stonato come una campana e avrebbe sfruttato quella situazione al meglio. Avvicinandosi al ragazzo, iniziò a cantare a bassa, bassissima voce.
-….-
Le parole non uscirono dalla bocca. Avvicinandosi al vecchio, cercando di piazzarsi il più possibile al suo orecchio gridò a squarciagola
♪ ♫DON'T STOOOOOOOP BELIIIIEEEEEEEVIN'♪ ♫
Le parole uscirono dalla bocca con forza, distorte, abominevoli. Era come se un gallo avesse perso una zampa. Dire che era stonato era fargli un complimento. Finito di gridare a squarciagola il ritornello di quella canzone che aveva conosciuto anni prima in uno di quei telefilm che vedeva a casa durante le vacanze estive, tirando il capo all’indietro senza sapere se fosse riuscito a rintontirlo o meno, aspettò una reazione del ragazzo. Aveva perso per alcuni secondi quella somiglianza con il caro Oliver, ma alla fine le capacità vocali non potevano essere riprese se non con un qualche incanto difficile. Sorridendo, sempre nell’attesa della risposta del ragazzo, si levò la tuba effettuando un leggero inchino come ad aspettarsi le ovazioni del pubblico. Era fatta. Finalmente qualche sassolino dalla scarpa se lo era tolto.
O.t a te l'esito del grido Mitch. Può anche non averti disturbato, decidi tu.
Il giovane Mike, travestito di tutto punto e con un enorme sorriso stampato in volto, almeno così si sarebbe comportato il piccolo Harrison, si era unito ad un piccolo gruppetto studenti della sua età, per trascorrere un po’ di tempo con loro in quella spassosa festa. La ragazza che precedentemente stava parlando con Alex iniziò a saltellare sul posto con un sorriso che..*mi è familiare..non sarà..?* Non ci conosciamo vero? Io sono Danielle! Disse prima di fare una graziosa piroetta * si è lei Thaliaaa!* come aveva fatto a non riconoscerla subito? Doveva ammettere che quel vestito le stava piuttosto bene, anzi, sarà stato il clima diverso di festa o l’abbinamento dei colori, ma era decisamente carina. Stava proprio pensando a questo e alla prima volta che si erano incontrati quando, quel nome..*..Danielle..* gli fece venire in mente qualcosa *..non sarà per caso la ragazza di cui ogni tanto mi parlava Alex??* Nell’ultimo periodo era stato piuttosto impegnato ed in effetti era un po’ che non si faceva una bella chiacchierata con il suo compagno di stanza, ma.. c’erano state per caso delle novità di cui non sapeva nulla?
D’improvviso tornò alla realtà vedendo che Thalia, in versione Danielle, gli stava porgendo la mano. Allungò pian piano la sua per stringerla, anche se sicuramente in quel frangente Harrison si sarebbe dimostrato più aperto ed entusiasta di lui che, in quel frangente sembrava preso da un piccolo senso di timidezza. Biascicò qualcosa di simile ad una presentazione,Io..si ehm, sono Harrison.. primo anno,prima di riprendersi e continuare, tornando ad avere una voce più divertita e sognante, per rispondere ad Alex: Non ti piace la ruota panoramica? Ho sentito dire che da lassù si vede un panorama fantastico. Io sono d’accordo con Danielle, sarebbe bellissimo, aggiunse facendole l’occhiolino. Una piccola parte di lui, anzi, forse il suo vero carattere non era forse molto entusiasta della proposta del suo concasato; fin da piccolo non aveva mai veramente amato le montagne russe, babbane o magiche che siano, e nemmeno gli scherzi paurosi che avrebbe incontrato nella Casa del terrore, ma forse..essendo in gruppo avrebbe avuto meno da temere, e poi era tutta finzione no? Si fece un po’ coraggio cercando di vedere i lati positivi di quell’attrazione. In ogni caso.. se si vuole optare per qualcosa di diverso si potrebbe andare a far un giro nella Casa del Terrore affermò fingendo un entusiasmo che forse non aveva, poi, cercando di entrar di più nella sua parte aggiunse, ho sentito dire che ci sono dei fantasmi terribilmente realistici e cattivi, potremo andare a conoscerli per fare amicizia, che dite?Harrison non gli aveva forse fatto un discorso simile qualche tempo prima? Lui quella volta era rimasto perplesso, ma ora le circostanze erano cambiate. Appena finì di far quella proposta un nuovo personaggio si unì a loro, facendolo restare letteralmente a bocca aperta. Non riusciva..non poteva essere vero! Avrebbe riso fino a piegarsi sulle ginocchia? O si sarebbe dimostrato sbigottito da quel pelo finto e da quel travestimento? Non conosceva l’identità di chi si era aggiunto al loro gruppetto, ma una cosa era certa; sembrava la caricatura, piuttosto abbruttita, del suo compagno di stanza.
Alexander inarcò un sopracciglio quando vide un'altra persona unirsi a loro. Che cosa si sarebbe dovuto aspettare? Non lo sapeva...e forse, non lo avrebbe voluto sapere. Fatto stava che, in quel momento, avrebbe voluto uccidere Mike solo per il fatto che lo avesse svegliato fin troppo presto per i suoi gusti. Se la sarebbe segnata, ovviamente, e gliel'avrebbe fatta pagare prima o poi. Così come l'avrebbe fatta pagare alla nuova arrivata che, a quanto pareva, lo stava interpretando. Strabuzzò gli occhi, mentre la osservava: che diavolo di costume si era messa? Il Serpeverde scosse la testa, cercando di apparire piuttosto infastidito, cosa che in realtà, essendo carnevale, non era; mentre Thalia/Danielle abbracciava di slancio colei che interpretava. Oh, non scherziamo: non ci possono essere due me..io sono semplicemente unico e perfetto! Esclamò il ragazzo, ridacchiando, mentre le osservava. Ritornò poi con lo sguardo su Mike/Harrison, cercando di non ridere per il suo abito. Si vedrà pure un panorama fantastico, non lo metto in dubbio, però come attrazione è quella che mi piace di meno qui, sinceramente. Perché andare sulla ruota panoramica, quando c'erano due attrazioni come le montagne russe e la casa del terrore che aspettavano solamente loro? Non è proprio il mio obiettivo fare amicizia con fantasmi terribilmente realistici e cattivi, però se questa è una scusa per andarci allora va bene...Harrison. Alexander rise sotto i baffi: un modo per vendicarsi di Mike per averlo svegliato presto, lo aveva già trovato. E che modo. Farlo spaventare forse non era una delle migliori soluzioni, però se lo sarebbe meritato per tutto ciò che aveva fatto quella mattina. Guardò comunque il/la nuova/o arrivato/a, cercando di coinvolgere anche lui/lei. Sarebbe stato divertente scoprire come Danielle lo riuscisse a interpretare. E tu, Alex? Che ne pensi? Montagne russe o Casa del terrore? Domandò il ragazzo. Sarebbe stata una lunga giornata, già lo sapeva.
♥ Non piangere Nishimiya sai poco fa ti ho parlato in un sogno, mi sembrava di aver rinunciato a molte cose, ma non è così. Ho sempre pensato come te Nishimiya...♥
Sala Grande 17:00 Quando le tue scelte si riducono inesorabilmente tra uscire e uscire che altro puoi fare ?? Puoi benissimo peggiorare la situazione scegliendo una morte lenta lenta. Una festa. Il tempo ultimamente invece scorreva così velocemente. Sembrava che qualcuno si fosse messo con una pistola puntata alla tempia della clessidra del mondo. Niko non faceva in tempo a dire " oggi potrei fare questo", che l' oggi era già diventato domani e il domani era così pesante. Da quand'è che lo era diventato ? Già da un po, da quando forse lui si era iniziato a chiedere cosa ci facesse ancora lì nella scuola e cosa invece ci fosse lì fuori ad aspettarlo. Fuori da quella stanza ad aspettarlo c'era anche la festa "Be my double" , di cui aveva sentito tanto parlare. Da Daddy. Era stato un continuo montare di eccitazione miscelata a amletici dubbi su quale persona all' interno della scuola impersonificare. Già, la grande novità di quest'anno era una festa in maschera dove si poteva impersonificare una persona all' interno della scuola, vestendosi come meglio si credeva. Era pure lecito prenderla un po in giro, mettendone magari in risalto caratteristiche o particolari punti caratteriali. Insomma per Daddy era come per un bambino goloso di caramelle che gli dicono che può fare quello che gli pare nel reparto caramelle&dolci. Aveva rimbalzato per giorni su dei nomi da "puntare". Alla fine aveva scelto Oliver Brior..il galante, disponibile, simpatico, perfetto, grifondoro. A volte lo spaventava tutta quella sua "buona maniera". Lui invece ? Non sapeva bene cosa o meglio chi portare. Alla festa doveva andarci comunque perchè l'aveva detto a Daddy e l' aveva promesso a Soph, che l' aveva organizzata. Per un po aveva lasciato stare, lasciando scorrere i giorni come si lascia scorrere l' acqua da un rubinetto. Infine un giorno aveva avuto una sorta di illuminazione. Patrick Swan. Cosa c'era di più' assurdo e terribile di travestirsi da uno dei tuoi migliori amici , insieme a Daddy, all' interno della scuola ? Si conoscevano da tanto tempo e forse era ancora piu' difficile inquadrare come farlo. Inoltre si parlava di Patrick Swan diamine. Uno dei volti più' conosciuti e ammirati [?] della scuola. Alla fine aveva deciso. Un bel costume da cigno, per scherzare sul nimgnolo che girava per la scuola e sul suo cognome. Una corona per ricordare che lui era lui e gli altri nessuno. Un tubè di piume bianche e una maglietta che aveva adorato già mentre la disegnava. Con un incanto cangio si era leggermente scurito i capelli e pseudo pettinati come Patrick. Era pronto.
Tiri Vispi Weasly ...sera
Entrare nel negozio e accedere al magazzino si era rivelato davvero semplice, banale quasi. Ecco perfetto stava già ragionando alla Patrick. Arrivato il posto era così surreale. Sembrava uscito da uno di quei libri di Dylan Dog, tutta roba babbana chiaramente, viste il suo trascorso in quell'altra parte del mondo. Controllò il suo costume, sembrava perfetto e iniziò a ripetersi mentalmente * non c'è nessuno come me..non c'è nessuno come me..* come un mantra. Lui tanto era Patrick e ora non doveva fare altro che fare finta che nulla di tutto ciò che era lì gli interessasse. Erano loro a doversi ritenere fortunati perché lui si era palesato. Giusto....?
Danielle si rese conto di aver attirato un po' l'attenzione su di sé e oltre all'attenzione, aveva attirato anche delle risate, ma lei doveva rimanere seria, anche se in realtà, sarebbe scoppiata volentieri a ridere per aver messo in ridicolo Alexander, che però, non si scompose minimamente al suo arrivo, come aveva già previsto; era troppo orgoglioso per poter dare qualsiasi cenno di reazione, anche se, come Danielle notò, fece finta di irritarsi solo per farle un piacere. Osservò il ragazzino, vestito in modo parecchio strano e Danielle arrivò a capire chi era; spesso arrivava insieme ad Alexander alle lezioni ed era di Serpeverde anche lui...doveva essere sicuramente il suo compagno di stanza. Ebbe il tempo di osservarlo, giusto qualche secondo, perché poi una voce femminile, la voce della sua migliore amica, fece spostare l'attenzione su di lei, anche se lei non le diede il tempo di rispondere e spostò subito l'attenzione sul vero Serpeverde. - Sì, sono io, il solo ed inimitabile! Si aprì in un sorriso, come faceva Alex in quei casi e attese che Thalia parlasse con il vero Alexander. Si chiese però da cosa fosse vestita l'amica e soprattutto CHI stesse imitando. Le ricordava il Grillo Parlante di Pinocchio e la Wicked Witch... Prima che potesse arrivare a fare due più due, Thalia l'abbracciò e sapendo bene che, in quel momento, lei stesse imitando Alexander, si limitò a farsi abbracciare senza rispondere, lasciando le mani in tasca. Chi si sarebbe gettata così, tra le braccia del Serpeverde? Decise di non pensarci, altrimenti avrebbe dato di matto. - Thalia, ma in che modo ti sei vestita?!- Assunse sempre il tono di Alexander e si scostò dalla ragazza, guardandola, non capì affatto chi stesse imitando, poteva essere chiunque. Il vero Levine le rivolse la parola e si voltò verso di lui. - Credo proprio tu stia sbagliando, la perfezione ha un solo nome ed è ovviamente il mio: Alexander Levine.- Stava, ovviamente, accentuando un aspetto di Alexander che, solitamente, l'avrebbe fatta morire dalle risate o peggio, le avrebbe fatto alzare gli occhi al cielo, ma si dovette trattenere ed imitare il presuntuoso Mr. Levine. Danielle dovette riflettere bene, prima di dare una risposta al ragazzo; sulle montagne russe lei avrebbe urlato come una matta, visto che non riusciva a trattenere l'ansia e il senso di vuoto allo stomaco, così optò per una risposta più tranquilla, anche se sapeva che sarebbe morta di paura lo stesso; non aveva paura di affrontare qualcosa, ma se si trattava di sangue e corpi sparsi, li odiava, ma avrebbe dovuto reggere. - Casa del Terrore, ovviamente. Io non ho paura di nulla, non potrei fare scelta diversa! Le montagne russe sono così scontate, urlano tutti... io voglio vedere chi regge a qualcosa che fa spaventare tutti, tutti tranne il sottoscritto, ovviamente.- "Certo, io sono terrorizzata al solo pensiero. Morirò, lo so."
Dopo essere rimasto stupito per l’arrivo di quella versione ridicola di Alexander, il giovane Serpeverde cercò di riprendersi un attimo e di comportarsi più da “Harrison” in quella situazione. Con rinnovato entusiasmo lasciò per un attimo da parte la tipica ingenuità del Grifondoro che stava imitando, ma osservò con attenzione l’interpretazione di Thalia, che, dopo essersi rivolta al vero Alexander, prese un forte slancio ed abbracciò il nuovo arrivato. *Accidenti quanto entusiasmo, mi sono forse perso qualcosa nell’ultimo tempo?* pensò in quell’istante. Mike sapeva infatti che Alex, fin dai primi giorni di scuola, aveva fatto amicizia con una Corvonero; rapporto che con il passare dei mesi era diventato sempre più saldo fino alle vacanze natalizie, periodo nel quale Alex aveva smesso di frequentare come prima la sala comune per passare, molto probabilmente, del tempo con lei. Come erano andate a finire le cose, sinceramente non lo sapeva..tuttavia quell’atteggiamento così diretto e gioioso di Thalia gli suggerì che probabilmente tra i due poteva esserci un sentimento diverso da una semplice simpatia. Trattenendo a stento le risate riuscì a presentarsi anche al nuovo arrivato/a: Io sono Harrison, Harrison Polajenko, ed è un piacere fare nuove amicizie!Disse soddisfatto prima di passarsi nuovamente la mano sinistra tra la parrucca riccioluta. Ora che si erano tutti presentati era forse finalmente giunto il momento di andarsi a divertire tutti insieme? Il vero Alexander, dopo aver fatto un’uscita particolarmente boriosa delle sue *ma come faaa?? Lui unico e perfetto?? Ma dai, non può crederlo davvero…*non sembrava molto propenso ad andare verso la ruota panoramica, al contrario si mostrava particolarmente interessato alla Casa del Terrore. Tra le due possibili scelte, Mike avrebbe sicuramente optato per la ruota panoramica e mai e poi mai si sarebbe avvicinato a quella spaventosa casa, ma, l’idea di passare comunque dei buoni momenti assieme ai suoi nuovi amici e il ruolo che stava impersonando lo portarono ad avere un po’ più di coraggio. Con un sorrisino un po’ tirato rispose al suo compagno di stanza: ..ma come? I fantasmi sono come le persone; hanno anche loro un lato.. come proseguire? Si stava forse incanalando in un sentiero senza uscita? ..più nascosto e tenero da scoprire. Secondo me sanno anche essere divertenti se presi in amicizia, voi che dite?Disse infine, rivolgendosi alla finta Danielle ed alla caricatura di Alex. Non fece nemmeno in tempo a finir di dire quella frase che tra i due Levine era già nata una sorta di “competizione” per il titolo di “vanitoso dell’anno”. Se a volte quell’atteggiamento lo faceva divertire e ridere, in altre..avrebbe veramente mandato a quel paese il suo concasato. In ogni caso, se chi stava sotto quel camuffamento conosceva così bene il suo compagno di stanza, anche la sua scelta probabilmente sarebbe andata verso la Casa del Terrore e così, con buona pace delle sue preferenze, si sarebbe dovuto adeguare a quella scelta, e così fu: Casa del Terrore, ovviamente. Io non ho paura di nulla, non potrei fare scelta diversa!*..per Merlino!* Cercò allora di farsi ancora un po’ di coraggio, alla fine non avrebbe dovuto affrontarne i pericoli e gli orrori da solo; erano un buon gruppo e tra loro, oltre ad esserci Alexander..c’era Thalia. Non conosceva ancora tutte le sfaccettature di quella ragazza, ma ci teneva molto a far una buona figura davanti a lei. Questo gli diede sicuramente una certa forza, e cercò di sembrare entusiasta della scelta: Ottimo! Allora tutti d’accordo per andare a far la conoscenza di qualche strano essere..?disse, mentre con la sua manina indicava la strada da seguire per raggiungere quel luogo. Per lui si stava facendo veramente dura..
La sublime voce di Mr. Brior allitò l'apparato uditivo del gentiluomo che tutti conosciamo come professor Peverell, il nostro eroe mai aveva udito un suono così armonioso, così sublime e perfetto come la voce di quel ragazzo, era quasi tentato dall'arruolarlo nella sua supermegaiperultramagicamente sefreta setta, se solo fosse stato un Tassorosso, doveva fare in modo di averlo in mezzo ai suoi adepti la cui unica regola è che non devono parlare di quella fantamagoricamente fantastica setta con nessuno. "Mr. Brior, che voce sublime, Accettabile meno meno meno meno meno meno, sa non fa parte della casa giusta altrimenti avrebbe preso quanto meno Eccellente più più più più, se non oltre ogni previsione, ma che cosa sto dicendo? Con u'esibizione così perfetta si sarebbe meritato un innalzamento a divinità" - terminò il ragazzino vestito da sommo eroe leggendario, colui che più si avvicina allo stato di divinità egizia, il professor Peverell. Il nobile conquistatore di terre sconosciute si guardò attorno per cercare l'ennesima vittima, senza però trovare nessuno di suo interesse, perciò decise di restarsene lì a disquisire con quel grifocoso che gli stava quasi simpatico. "Mi dica, la aggrada questo party? O la pensa come me. manca di classe, tutti vestiti ad imitare altre persone, puah, non me ne faccio molto di queste cose, perchè nessuno si decide a reinterpretare qualcuno un po' a modo suo, diamine" - disse il corsaro mentre sorseggiava un te dalla sua amata tazza-paperella.
: “Ghiacciolone a Cane Pulcioso ripeto, Ghiacciolone a Cane pulcioso. Mi senti!?”. Niente, i minuti passavano ma dall’ amica non giungeva alcuna risposta. Aspettò ancora qualche istante prima di ripetere il messaggio, ma non ottenne comunque nessun risultato. *Mah… Avrà da fare* pensò Mary ancora indecisa su come proseguire. Le tre ragazze erano d’ accordo di trovarsi direttamente là alla festa e la Corvetta si sentiva spaesata per via del mare di gente in cui si ritrovava immersa, senza le sue due boe di salvataggio. *Intanto che aspetto che Soph si liberi, potrei fare un veloce giro di ispezione. Così ne approfitto per vedere un po’ le giostre e fare pure qualche compera…*, decise abbozzando un piano d’azione. Avanzò con nonchalance attraverso il grosso stanzone, incontrando come prima tappa del suo vagabondaggio la casa degli orrori. Una lunga fila di studenti ne affollava l’ entrata, chi più e chi meno smanioso di entrare. Quest’ ultimi erano rappresentati in gran parte da ragazze, che avevano già cominciato ad emettere stridolini di terrore ancor prima di entrare. Alcune persino, si aggrappavano al braccio dei rispettivi accompagnatori, affondando il viso pallido nel loro petto e facendosi promettere all' infinito di non abbandonarle e di difenderle dai possibili pericoli che si celavano all’ interno di quel tendone stregato. *Pff, patetiche! Chissà come fanno quelli a sopportarle. Fosse per me le rinchiuderei dentro la casa stregata e butterei la chiave. Magari con alcuni cristalli della festa di Halloween ed un paio di telecamere strategicamente posizionate, ne uscirebbe persino un bel film comico…*. Dopo aver osservato quella visione pietosa, si ricomincio a girovagare passando davanti alle montagne russe. Accidenti, quelle si che la ispiravano! Aveva provato quelle babbane e, dopo aver superato la lenta salita che le metteva sempre i brividi addosso, i vagoncini si lanciavano in una discesa sfrenata, compiendo innumerevoli giri della morte e discese vorticose. Quello sballottamento a destra a manca le scuoteva le midolla in una maniera tale, che non riusciva a trattenersi dal ridere. Gli altri urlavano, lei si spanzava. Le era successo più di una volta di trovarsi in vagone con una delle famose ragazze fifone di prima ed alcune delle foto. scattate da una macchina fotografica posta a tradimento subito dopo il giro della morte, erano epiche: sembravano una brutta rivisitazione in chiave moderna delle due maschere del teatro: commedia e tragedia. Quando scendeva, i timpani erano partiti ma pur di vedere quelle ochette farsela sotto, ne valeva la pena! Perfetto, aveva già deciso quale sarebbe stata la prima tappa di lei e Sophia, una volta che l’ avrebbe trovata certo. Con quel pensiero si rimise in marcia ed osservò per un breve istante la ruota panoramica, classico rifugio per le coppiette che desideravano un giro romantico lontano da occhi indiscreti ed infine si avvicinò all’ ultimo tendone, di colore rosso su cui vi era il cartello “Labirinto degli specchi”. A giudicare dai tonfi e dalle imprecazioni che subito li seguivano, non le sembrava per nulla facile. *Un buon modo per mettere alla prova la mia intelligenza. Anche se forse Derek ci metterebbe cinquant’ anni a completarlo, visto che si perderebbe ogni tre per due a controllarsi i capelli…*. Si avvicinò ai due stand pronta agli acquisti. Aveva adocchiato un paio di oggetti interessanti sui manifesti appesi qua e là nel tendone e considerati i saldi non aveva alcuna intenzione di farseli sfuggire! Andò prima verso lo stand di Zonko e dopo aver adocchiato gli oggetti che desiderava sul bancone, richiamò con un cenno della mano il garzone onde evitare di non essere notata in mezzo a tutto quel frastuono. : “Buonasera. Mi potrebbe dare: due Nanosticche, altrettante Aerosticche ed un vassoio di Pasticcini Svenevoli? Sempre che non sia un problema, me li potrebbe conservare lei dietro al bancone? Scriva pure come nome Mary Evans. Ecco i suoi galeoni. . Una volta pagato si allontanò e si diresse verso il secondo stand dove sperava di incontrare la sua socia, cosa che invece non accadde. *Accidenti, ma dove diamine si è ficcata!?*. Ordinò ciò che desiderava ed espresse anche qui il desiderio di ritirare i propri acquisti a fine serata, lasciando il proprio nominativo. Mentre si voltava per ricominciare la sua caccia all’ uomo, con la coda dell’ occhio notò il collega (forse è meglio dire la?) e la ragazza che l’ aveva servita tanto tempo fa dai Tiri Vispi. Non le fu difficile capire chi interpretasse, anche perché riuscì a carpire alcune delle battute dette da un terza ragazza che a quanto pare doveva essere, come Camillo, una sosia di Niahndra, prefetto Tassorosso di cui il collega le aveva parlato parecchio. Si avvicinò al gruppetto e con fare distaccato e sguardo di superiorità cominciò il proprio discorso con un verso di insoddisfazione : “Tsk…. Black, ero venuto a questa festa solo per vedere chi sarebbe stata la tua nuova vittima ed invece scopro che non solo ti intrattieni con una delle ragazze già presenti nel tuo album-figurine, ma addirittura due copie della stessa. Che delusione.”.
Articoli e quantità: Nanosticca x 2 Aerosticca x 2 Pasticcini Svenevoli x 1
Negozio: Zonko
Articoli e quantità: Inchiostro Simpatico x 1 Mantelli Scudo Terza Classe x 1 Palude Portatile Piccola Polvere Buiopesto Peruviana x 2 Caramella d’Illusione x 3