Set fire to the sky, Mitchell

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view post Posted on 25/5/2016, 18:58
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Adepto di Lord Voldemort

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I pezzi sulla scacchiera non accennavano a muoversi verso lo scacco matto. Il Fato passava le mani ossute ed adunche sul tavolo da gioco. Non era un segno negativo, tutt'altro. La strategia era la cosa più importante in quelle situazioni, e Mitchell non poteva certo permettersi un passo avventato. Sarebbe caduto in trappola, e da lì sarebbe stato difficile riprendersi. Tuttavia lo stallo non poteva esagerare nella durata, i pezzi dovevano muoversi ed avvicinarsi alla vera e propria battaglia, ideologica come fisica. Oliver continuava ad essere ignaro di ciò che succedeva nell'aula a pochi metri dalla sua persona, dove il Corvonero si stava dando da fare per tentare una manovra di distrazione. Non v'era tanto spazio tra lui e l'ufficio, la sua meta. Il problema era chi vi si trovasse in mezzo, un ostacolo non da poco. Poteva anche lanciare un Sectumsempra e lasciarlo lì morente, ma le conseguenze sarebbero state gravissime e con ogni probabilità lui non ne sarebbe uscito illeso. Astuzia era la parola d'ordine, pertanto il Corvonero dovette fare appello alla peculiarità della sua Casata per far allontanare il giovane Grifondoro dall'ufficio. Puntò uno dei libri poggiati sul banco, sul quale lanciò un Feles. Intelligente ed utile incantesimo di Trasfigurazione, non si trattava di qualcosa che richiedesse eccessiva attenzione. Pertanto, l'incanto andò a buon fine. Dal libro iniziarono a spuntare quattro zampe, i fogli iniziarono ad arrotondarsi ed a cambiare colore, mentre da una parte spuntava il muso e dall'altra la coda. Un perfetto Maine Coon. Viste le dimensioni del libro, chiaramente non né poté uscire pantera di sorta. Il Maine Coon, famoso per essere più imponente del resto dei gatti, risultò un po' al di sotto dei normali standard di misura, complici lunghezza e spessore del libro. Ad ogni modo, poteva comunque risultare più che utile. Eppure i gatti erano famosi per essere silenziosi. Cosa avrebbe fatto Mitchell? L'avrebbe scaraventato fuori dalla porta a calci, sperando di farlo miagolare? L'avrebbe indirizzato in qualche maniera? Al Corvonero la maniera più intelligente di rapportarsi con la sua creatura. Era riuscito nel suo intento, stava a lui continuare sulla stessa strada, dritti al punto.
Dal canto suo, Oliver aveva di certo altro a cui pensare rispetto ad un gattino. Il Doxy continuava a svolazzare beffardo davanti al suo volto, senza essere minimamente intenzionato a restituire la chiave. Oliver, da real gentleman qual era, non reagì alla stessa maniera di Mitchell, con un incanto mortale. Non sarebbe stato da lui. Infatti si limitò ad alzare ed allungare la mano, con lo sguardo di chi sta al gioco, ma non ha troppa pazienza.
Inutile dire che il Doxy se ne infischiò altamente. Al contrario, si elevò di ulteriori centimetri, seppur pochi, sopra la testa del Caposcuola, a volersi tenere fuori da possibili attacchi fisici. Adorava fare i dispetti. Pertanto volle complicare ancora un po' la situazione ad Oliver, indietreggiando verso il corridoio dal quale Oliver era appena giunto. Non fece che poco più di due metri a ritroso, ma Oliver si sarebbe dovuto probabilmente muovere. O avrebbe potuto lanciare un Sectumsempra. A lui la scelta. Non si trattava di una situazione chissà quanto complicata, ma poteva ancora diventarlo. Il Doxy poteva semplicemente uscire da dove era entrato ed involarsi nella notte. E allora, ciao chiave.
I pezzi si muovevano. Ed il re, che fine avrebbe fatto?



Mitchell Lacroix
PS: 117/131
PC: 83/88
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Exp: 5
Oliver Brior
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Doxy
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view post Posted on 26/5/2016, 15:22
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Opzione numero uno: strappare le ali del Doxy, divertendosi ad assaporare la sensazione di vittoria con tutto se stesso; opzione numero due, di sicuro meno drastica: evitare di perdere la pazienza e tentare una soluzione più diplomatica. Opzione numero tre: usare la magia per aprire la serratura bloccata dell'Ufficio dei Caposcuola. A pensarci bene, l'ultima ipotesi non era affatto da scartare: un banale e semplicissimo Incanto Alohomora, già dimostratosi utile in passato in diverse circostanze, avrebbe permesso ad Oliver di porre fine a qualsiasi problema e a qualsiasi presunto omicidio a discapito di una Fata Mordace. Non era certo della riuscita, forse un altro dei suoi colleghi (quel termine gli risultava ancora strano, in effetti) aveva protetto magicamente la porta: per quale motivo non si sapeva, ma l'idea di non voler spifferare né presentare le proprie pergamene ad intrusi comuni di Hogwarts avrebbe confermato quella supposizione. Eppure, quale piacere ci sarebbe stato? Il Doxy, nella sua inconscia presenza, aveva appena dato un nuovo motivo ad Oliver per divertirsi e trascorrere meglio quel tempo altrimenti statico. Le ronde notturne erano spesso noiose: qualche volta capitava un'avventura interessante, sicuramente, ma nella maggior parte dei casi nessuno sgattaiolava fuori dalla sua calda e sicura Sala Comune. A che pro, d'altronde? Per farsi acciuffare da un Prefetto o un Caposcuola di turno, così da perdere punti ed essere bersaglio di imprecazioni di certo non velate da parte dei suoi amici? I vecchi tempi che vedevano partecipi studenti pronti a fare marachelle erano finiti, o magari erano cambiati, facendo in modo che quegli stessi alunni diventassero più furbi del previsto, nascosti in anfratti misteriosi sotto il naso dei poveri osservatori come Oliver. Il pensiero lo fece sorridere, mentre stringeva la bacchetta magica nella mano destra, compiendo giusto un paio di passi in avanti, diretto nuovamente all'imboccatura del corridoio già percorso in precedenza. Non avrebbe fatto tutta la strada a ritroso, non ci pensava neanche. Se proprio non fosse riuscito a recuperare la chiave, avrebbe tentato con l'Alohomora e se neanche quell'Incanto avesse funzionato... be', il C.R.E.P.A. e le numerose carte da compilare per riunioni e incontri futuri avrebbero potuto attendere l'indomani. Era presto per lasciarsi travolgere dalla stanchezza o dall'orrida pigrizia, il ragazzo avrebbe potuto fare affidamento sulla sua esperienza come Cercatore della Squadra di Quidditch. Ricordava gli allenamenti al Campo e le ormai lontane selezioni, quando aveva gareggiato con tutto se stesso, sotto l'attento sguardo di Sirius, per ottenere l'ambito ruolo di Cercatore. Se il Doxy fosse stato scambiato come Boccino d'Oro, la partita di quella notte si tingeva di sfumature interessanti. Rapido, dunque, scattò avanti di qualche altro passo. Sollevò verso l'alto il polso della mano destra, quella impugnante la bacchetta magica, quindi diresse la sua concentrazione verso la Fata Mordace svolazzante. Non gli occorreva precisione, doveva solo stordirla per farle perdere l'equilibrio, poi la rapidità dei movimenti da Cercatore forse sarebbe venuta in suo soccorso. Fece abbassare la bacchetta in un movimento secco e deciso, rivolta verso la zona occupata dal Doxy, mentre sussurrava la formula magica di suo interesse. «Ventus»
Non restava che attendere, ma sperava davvero di mandare contro una parete quella creaturina fastidiosa.




Punti Salute: 139
Punti Corpo: 84
Punti Mana: 100
Exp: 10




Inventario attivo
» Bacchetta magica: mano destra
» Anello del Potere: indice mano destra; blocca l'avversario per due turni, Oliver non ne conosce ancora il potere, essendo un dono di Dippet.
» Anello Luminoso: sempre indice mano destra; l'anello acceca l'avversario per 2 turni, facendo scaturire un raggio di luce molto chiaro ed abbagliante dalla pietra incastonata in esso.
» Gigansticca: pasticca che aumenta illusoriamente le dimensioni del corpo per un unico turno; tasca destra dei pantaloni, insieme ad una serie di caramelle, di preciso Api Frizzole, Piperille e Superpalla Gomma di Drooble.
» Orecchie Oblunghe: Tasca interna del giubbotto di pelle che indossa.
» Collana fading the Dark: permette all'individuo di diventare momentaneamente inconsistente e sfuggire così agli attacchi diretti ad infliggere danni fisici. Utilizzabile un turno per quest.
» Bracciale Chiama-Angeli: Unicum. Se girato tre volte in senso orario può provocare una leggera sonnolenza e stordimento. Utile se si vuol essere lasciati in pace passando inosservati. Occorre porre attenzione agli effetti collaterali, il portatore non viene risparmiato se non ha un minimo arrangiamento di protezione; polso sinistro, sulla felpa e non sulla pelle stessa.
» Fascia del Peccato: attorno il collo; il suo tessuto è intriso di una pozione amorosa, rende incredibilmente attraenti agli occhi dell'altro sesso. (+5 PC)
» Bracciale Celtico: al polso sinistro (+2 PS +2 PC +2 PM)
» Polvere Buiopesto Peruviana: tasca del giubbotto
» Matite e piume ricaricate: tasca interna del giubbotto
 
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Mitchell Lacroix - Corvonero 2° anno - Scheda



Il fato era stato favorevole a Mitchell, la fortuna era stata ancora una volta dalla sua e il suo incanto era andato a segno.
Ora fra le mani di Mitchell non vi era più il tomo che aveva raccolto in quella stanza abbandonata, ma un gatto, un perfetto Maine Coon, forse un po’ mingherlino per la sua razza ma comunque un gatto di discrete dimensioni. Vedendo il risultato del suo incanto il ragazzino sorrise compiaciuto.
Ora sapeva bene cosa fare, doveva attirare l’attenzione del suo nemico, doveva far si che quella figura che gli sbarrava la strada se ne andasse, e doveva farlo in fretta se voleva tornare indietro senza destare sospetti.
Il felino era stretto tra le braccia del Corvonero, doveva prendere l’ennesima decisione su come proseguire in quella folle missione che doveva assolutamente compiere.
Il silenzio regnava sovrano in quel punto, se solo Mitchell avesse saputo ciò che stava succedendo a pochi metri da lui, proprio davanti a quella porta che sanciva la fine del suo “viaggio”, la sua meta, forse avrebbe agito diversamente, avrebbe magar aiutato quel Doxy a far andare via la sua minaccia, o chissà cosa avrebbe fatto. Ma l’adepto di Priscilla non sapeva nulla di quella situazione, lui aveva in mente solo la sua meta.
Così il ragazzino si adattò alla situazione e sfruttò il felino appena creato con la magia, mettendolo fuori dalla porta dell’aula facendo attenzione a non causare scricchiolii vari da nessuna parte, lasciando il felino nel coridoio del quarto piano indirizzandolo verso il suo nemico.

PS: 117/131
PC: 83/88
PM: 80
Exp: 5
Equipaggiamento:
Bacchetta di legno di cedro, lacrima di sirena e polvere di opale, 10 pollici e 2/4, semi-rigida
Mantello della disillusione: +8 Corpo, +5 Mana.
 
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Il tempo scorreva. Inclemente per alcuni, più generoso per altri. Eppure entrambi i ragazzi avevano le loro gatte da pelare. Il Fato osservò il Caposcuola alle prese con la creaturina. I Doxy erano creature fastidiose, dispettose. In più, quella era spinta dalla voglia di vendicare il suo compagno ucciso. Ancora nella mente vorticavano le immagini di quel ragazzo così crudele che, con un movimento ed una parola, aveva posto fine alla vita del suo amico per la pelle i dispetti. Per punizione, nella sua piccola mente contorta, il Doxy riteneva fosse giusto rubare la chiave a quel ragazzo, come ammenda per i torti subiti da colui che apparteneva alla sua stessa razza.
Oliver non poteva perdere tutta la nottata in quella maniera. Comprese bene che a quel punto era necessario utilizzare la magia. Pertanto agitò la bacchetta compiendo i movimenti richiesti dall'incanto, pronto a vedere il risultato. Di fatto, ci fu. Un minuscolo ed invisibile proiettile d'aria si scagliò contro il Doxy, che però ne fu solo parzialmente colpito, essendo sempre in movimento. Lo spostamento d'aria lo sospinse leggermente indietro, mentre lo sguardo della creatura si spostava furioso sul braccio sinistro, quello colpito dal Ventus (-5 PS). Quegli umani. Osavano ancora far del male a lui ed alla sua razza? Di certo la creatura non peccava di coraggio. Il danno procuratogli lo mandò in bestia, tanto che volò velocemente, chiave fra le mani, contro la mano che teneva la bacchetta, mostrando i denti per poi affondarli nella carne del giovane Caposcuola con una furia poco tipica della specie (-7 PS). E così voleva fargli del male? Avrebbero visto se sarebbe riuscito a riprendere la sua chiave. Per continuare il suo dispetto, il Doxy si allontanò ancora da lui di qualche metro, inoltrandosi nel corridoio dal quale lo stesso Oliver era giunto poco tempo addietro.
La porta dell'ufficio era sgombra, al momento. Oliver non poteva sapere che ci fosse qualcun altro alle sue spalle. Come avrebbe agito, con la fastidiosa creatura? Di certo non poteva perdere la chiave.
Mitchell, dal canto suo, si trovava alle prese con un altro tipo di creatura. Il suo gattone, stretto fra le sue braccia, fu sospinto delicatamente verso Oliver, o meglio verso l'ufficio dei Caposcuola, visto che lì terminava il corridoio, salvo la curva a destra, dove si trovava il suddetto Grifondoro. Il micio, effettivamente, non capì molto bene quale fosse il suo ruolo. Era stato creato in quel momento, qual era il suo scopo? Forse doveva camminare. Sì, ma verso dove? Forse doveva miagolare. Sì, ma perché? Sperso, rizzò la coda e si diresse verso l'ufficio, sospinto da mani che non conosceva, con nonchalance. Si arrestò a pochi metri dall'ufficio, attirato dalla torcia estraibile che si trovava davanti a sé, a portata di mano (umana, chiaramente). La luce lo attirava, la lingue di fuoco che ne scaturivano erano tutte da toccare e da giocarci, per lui. Mitchell aveva capito che, in quel modo, non poteva fare affidamento sul gatto. Avrebbe dovuto cambiare approccio, probabilmente. O col felino, o con ciò che aveva a disposizione nello spazio. Oliver non poteva vederlo, girandosi a destra. Avrebbe visto solo muro. E doveva ricordare che bisognava osare. Ogni occasione era d'oro, ogni secondo perso un'occasione in più di rimanere bloccato. Se non avesse portato a compimento la missione, Voldemort e il Professor Duchannes non ne sarebbero stati esageratamente contenti, con ogni probabilità. Sarebbe stato sul posto, o avrebbe compiuto un'azione drastica?



Mitchell Lacroix
PS: 117/131
PC: 83/88
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Exp: 5
Oliver Brior
PS: 132/139 (-7)
PC: 84
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Doxy
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Che Oliver fosse una sorta di protettore dei deboli e degli indifesi, ecco, non era affatto una novità. In passato qualcuno gli aveva addirittura detto di poter prendere a cuore esseri inutili, apparentemente noiosi e privi di valore, come i Vermicoli che aveva conservato nell'armadio segreto della Sala Comune Grifondoro: per quale motivo avevano un armadio segreto? Ah, lunga storia. Per quale motivo, invece, avevano piantato una sorta di scatola come habitat naturale dei Vermicoli? Lunghissima storia, ma occorreva semplicemente dire che i Grifondoro amassero festeggiare; l'evento di Halloween, per loro, non si era infatti esaurito soltanto durante la bellissima organizzazione di Magie Sinister in uno spaesato e sperduto magazzino di Londra, al contrario c'era stata una festicciola anche nel covo di Godric, lasciando che risate, divertimento e piccole frenesie prendessero vita come da routine. Il professor Black, docente di Cura delle Creature Magiche che Oliver non frequentava ancora ma che avrebbe sicuramente inserito nel suo piano di studi non appena raggiunto il traguardo scolastico, aveva accettato di offrire a tutti loro una manciata di Vermicoli, così da...
*Sto pensando ai Vermicoli mentre un Doxy mi prende in giro*
Era abbastanza interessante come ipotesi, in effetti, peccato che il morso della Fata Mordace avesse fatto pizzicare violentemente la mano del giovane Mago. La portò in alto come per far scaturire un altro Incantesimo, essendo la mano del braccio dominante e impugnante la bacchetta magica, main realtà quel gesto sembrava più una sorta di modo per scacciare via il lieve dolore. Leggermente stizzito, ma conscio del fatto di non necessitare per forza quella chiave (avrebbe anche potuto continuare la sua ronda senza entrare in Ufficio, figuriamoci, le carte e le varie pergamene non sarebbero sparite affatto in una notte), una sottile sensazione di ira pervase il suo spirito. Odiava quegli esserini antipatici quali erano i Doxy, li aveva sempre odiati per la loro natura fastidiosa, a partire da quando nel suo giardino di casa, nella Contea Irlandese di Cork, svolazzavano con un brusio incessante attorno la testa, per concludere con quei denti affilati che Oliver aveva dovuto analizzare per alcuni approfondimenti di un saggio legato al Doxicida, consegnato per una lezione di Pozioni. Vinto da quella tacita sfida, dunque, tentò una soluzione diversa. Non voleva allontanarsi troppo, quindi si permise di compiere solo alcuni passi in avanti, altri passi, senza perdere di vista la porta dell'ufficio. Pochi secondi dopo, affidandosi alla mira che tanto lo aiutava durante gli allenamenti di Quidditch nel ruolo di Cercatore, Oliver fece scattare la bacchetta verso l'alto, puntandola esattamente contro il Doxy. Fece attenzione ad individuarlo per bene, la presa ferrea sul legno di Abete, mentre lo sguardo si spostava da un punto all'altro. Era veloce, sicuramente, ma mai quanto un Boccino d'Oro. Quando fu abbastanza sicuro di poterlo centrare in pieno, ecco che scandì la formula di suo interesse.
«Confundo»
La Fata Mordace aveva un minimo di raziocinio, era in grado di essere confusa, cosa che avrebbe permesso ad Oliver di agire indisturbato, recuperando la chiave senza ferire l'esserino alato, cosa che non aveva mai sfiorato la sua mente, neanche poco prima quando aveva tentato soltanto di far perdere l'equilibrio con una sferzata di aria; non aveva puntato ad alcuna tempia, non essendo un essere umano, ma confidava nella sua mira e, perché no, in un pizzico di fortuna. Non era un'azione complicatissima né conclusiva, lo sapeva, nel senso che confondere il Doxy avrebbe potuto renderlo maggiormente irrequieto. Tuttavia, i giochi erano iniziati e lui era pronto a parteciparvi, fin quando permesso dalla noia di quella notte senza fine.



Punti Salute: 132/139
Punti Corpo: 84
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» Anello del Potere: indice mano destra; blocca l'avversario per due turni, Oliver non ne conosce ancora il potere, essendo un dono di Dippet.
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view post Posted on 26/7/2016, 10:06
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Mitchell Lacroix - Corvonero 2° anno - Scheda



Brutte situazioni, il Corvonero non era amante di questi momenti ma avendo scelto una strada nell'oscurità si sarebbe dovuto abituare in fretta a queste cose, il rischio di essere scoperto e far saltare la sua copertura o peggio. Doveva portare a termine la missione e doveva muoversi, più passava il tempo più le possibilità di successo senza farsi beccare calavano drasticamente.
La figura in fondo al corridoio sembrava essere alle prese con qualcosa, probabilmente un altro Doxy dato che quella notte sembravano spuntare come funghi in giro per il castello.
Mitch doveva muoversi, non poteva perdere altro tempo, aveva un vantaggio, l'effetto sorpresa, dopotutto il vigilante non sapeva ancora che Mitchell fosse nei dintorni, perciò il ragazzo fece la sua mossa.
Uscì finalmente dall'aula, camminando con cautela con un passo molto leggero in modo da non far più rumore del dovuto per attirare l'attenzione di altre persone, dopotutto vi era già troppa gente in giro quella sera.
Passo dopo passo il ragazzino si indirizzò verso l'ufficio dei caposcuola, luogo in cui avrebbe dovuto compiere il suo destino.
Arrivato ad alcuni metri dall'obiettivo il ragazzo si fermò, Vide la figura alle prese con un Doxy, poteva sfruttare la cosa a suo favore, e fece. Il tempo per i ripensamenti era finito, doveva agire, perciò fece un ulteriore passo avanti per poi appiattirsi contro il muro copertot totalmente da quel mantello che gli donava una sorta di invisibilità.
La mente del ragazzino in quel momento era sgombra, l'unica immagine che riuscì a figurare fu una cortina di fumo, puntò la bacchetta dall'altre parte del corridoio, e un paio di metri più indietro rispetto a lui Lì avrebbe castato l'incantesimo. «Fumos» - sussurrò Mitchell nell'istante in cui iniziò a effettuare la rotazione del polso in senso orario, in modo da poter terminare l'esecuzione dell'incanto.
Se fosse riuscito ad eseguire nel modo giusto l'incantesimo il corridoio si sarebbe riempito di fumo, e forse avrebbe attirato in quel punto la figura che era alle prese con il Doxy.


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Momenti cruciali. Oliver e Mitchell stavano giocando una partita a scacchi senza conoscere il proprio avversario. Il Caposcuola, probabilmente, nemmeno immaginava vi fosse qualcun altro se non quel fastidioso Doxy che doveva davvero smetterla di fare i suoi comodi. Iniziava quasi a risultare fastidioso quanto Pix, che per un motivo o per un altro sembrava essersi calmato, durante quel periodo. Ma il Caposcuola non si sarebbe perso d'animo. Pacato come sempre, il ragazzo cambiò strategia. Nel suo cuore però iniziava a farsi strada un sentimento diverso, che fosse ira, insofferenza? Anche lui, alla fine dei giochi, era umano. Anche lui poteva provare tali sentimenti. Anche contro una Creatura Magica, nonostante fosse proprio lui il difensore di alcune di queste. E comunque, aveva la sua chiave e non poteva passarla liscia. Poteva ucciderlo, bastava utilizzare uno degli incantesimi più forti che conosceva, ma poteva non essere necessario uccidere una creaturina dispettosa, in fin dei conti. Non ne valeva la pena. Alla fine v'erano una moltitudine di incanti da poter utilizzare. E Oliver optò per uno di questi. Lanciò un incantesimo di non eccessiva difficoltà, efficace per i suoi scopi. La creatura ne fu colpita (-8 PS; -3 PC), e d'un tratto il cervello iniziò a non raccapezzarsi più. Chi era? Che voleva? Dove stava andando? Perché aveva in mano quella cosa? Il Doxy iniziò a svolazzare senza meta, senza un percorso ben definito, davanti agli occhi del Caposcuola. Sembrava su delle montagne russe, ma il tutto andava a vantaggio di Oliver. Nonostante lui non se ne potesse accorgere, la presa del Doxy sulla chiave stava scemando. Non si metteva così male per lui.
Ma mentre Oliver aveva paradossalmente tutta la nottata, nonostante potessero tutti concordare sul fatto che probabilmente avesse di meglio da fare, Mitchell aveva davvero le ore, i minuti contati. Era un'ottima occasione quella, forse l'ultima. Non poteva sprecarla. Mitchell finalmente si avvicinò all'Ufficio, appiattendosi al muro. Gli bastava davvero poco per fronteggiare la porta, ma non avendo le chiavi non avrebbe potuto aprirla. Se non in altre maniere. Doveva assolutamente portare a termine la missione, o fuggire prima di essere scoperto. Sarebbe stato divertente scoprire perché il ragazzo si trovasse in quei locali, a quell'ora. Finalmente il Corvonero poté constatare visivamente che non fosse effettivamente solo. A pochi metri di distanza da lui v'era la figura a cui appartenevano i rumori di passi di pochi minuti addietro. Non poteva rischiare, pertanto cercò un diversivo, un incantesimo. Il Fumos sembrava adatto, di certo avrebbe confuso le idee. Ma da lì in poi avrebbe dovuto avere idee chiare ed esecuzione rapida. L'incanto non era complesso, pertanto riuscì senza particolari problemi. Il fumo iniziò a liberarsi da un punto posto pochi metri indietro rispetto al Caposcuola. Dopo pochi attimi il fumo iniziò a diffondersi per tutto il corridoio, giungendo quasi fino alla cintura dei ragazzi. Il Caposcuola non poteva non accorgersene, visto anche che il Doxy, nella sua follia, non faceva altro che tuffarvisi e uscirne, quasi si trattasse di un uccello che si librasse fra le nuvole. Inutile dire che il fumo peggiorasse le condizioni della creatura, che ancora più confusa iniziò a sbattere qua e là. Man mano che il fumo saliva si diradava, ma raggiungendo gli occhi dei due maghi risultò abbastanza densa da coprire gli obiettivi mediamente lontani. Ad Oliver il Doxy era visibile, Mitchell al contrario non poteva vederlo. Al Corvonero iniziò a risultare come sfocata anche la figura del vigilante sconosciuto, ma poco gli importava. La situazione poteva essere propizia per entrambi, quanto pericolosa. Tutto stava nel punto di vista. Letteralmente.



Mitchell Lacroix
PS: 117/131
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PM: 80
Exp: 5
Oliver Brior
PS: 132/139
PC: 84
PM: 100
Exp: 10
Doxy
PS: 17/30 (-8)
PC: 37/40 (-3)
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Uno strano pensiero aveva cominciato a ronzare nella testa del giovane Grifondoro, ma doveva ammettere di non essere in grado di esprimerla ad alta voce. Forse era la sua propensione ad aiutare il prossimo, di qualsiasi natura o specie fosse, o forse era la lotta dell'ultimo periodo nei riguardi del C.R.E.P.A., affinché l'associazione potesse avere maggiore visibilità, eppure l'idea di uccidere il Doxy lo scombussolava come un poppante in preda ad una crisi isterica. Tentennò, in effetti, quando il suo Incanto colpì la creaturina alata. Perché aveva agito in quella maniera? Di sicuro aveva evitato di spiaccicare l'esserino contro una parete, quindi quella parte poteva essere un punto a suo favore, ma la visione della Fata Mordace che volteggiava come un Boccino d'Oro senza controllo (o come la sua civetta delle nevi, Lady, quando doveva consegnare la posta senza grazia né eleganza alcuna) rese il giovane Grifondoro leggermente dispiaciuto. Avrebbe potuto aprire diversamente la porta dell'Ufficio dei Caposcuola, conosceva la magia adatta per farlo in modo piuttosto semplice e rapido, perché mai aveva insistito così tanto nel recuperare quella chiave, allora? Forse, pensò, perché era stato messo alla prova da un banalissimo Doxy, che non aveva considerato di buon auspicio né di piacevole compagnia fin da quando in Irlanda, nella sua terra natia e di preciso nel suo giardino accanto casa, vedeva un nugolo di quelle creature invadere e distruggere tutti i Cespugli Farfallini che sua madre coltivava con tanto amore e precisa attenzione. Sì, forse era colpa di quei ricordi. O forse davvero aveva istinti omicidi. Reprimendo la rabbia a favore di una sorta di preoccupazione per la salute della Fata, Oliver tentò di acciuffare la chiave svolazzante, la mano aperta per accoglierla sul palmo, così da porre un punto all'intera faccenda. Fu il fumo ad attirare la sua attenzione. Era talmente attento ai dettagli da aver percepito la stravaganza di quel momento prima con l'olfatto e poi, girandosi all'indietro, con la vista. Ignorò qualsiasi movimento del Doxy, la chiave avrebbe potuto attendere senza problemi e se fosse caduta in quell'istante, buon per lui, l'avrebbe recuperata con più facilità. Non era quello l'istante adatto per interessarsi di un sistema per accedere al suo Ufficio, perché il suo primo pensiero fu di avere visite. Fece mente locale circa le tabelle che, insieme agli altri Caposcuola, aveva aiutato a stilare per determinare le ronde notturne. Non c'era nessun altro dello Staff di Hogwarts in quel piano desolato, del resto era compito suo occuparsene per quelle ore. Ed era tardi, altro dettaglio che lo insospettì notevolmente. Ebbe il desiderio irrefrenabile di ridere, stranamente, perché quella scena gli portò alla memoria un ricordo piuttosto divertente, anche se in passato fu fautore di una leggera rabbia. Lui che violava il coprifuoco con Alice, una Corvonero che aveva conosciuto proprio in una notte di inizio Estate, in Guferia, mentre la luna splendeva nel cielo e loro discutevano animatamente di un libro di un certo Shakequalcosa, un autore di origine Babbana. Era stato scoperto proprio da un Prefetto, Miss Alistine, e aveva fatto di tutto per nascondere l'adepta di Priscilla e addossarsi l'intera colpa. Era stato generoso? O stupido? Preferiva vedere la scena come un atto di cavalleria, perlomeno aveva rispettato gli ideali di Godric, il fondatore della Casata cui apparteneva e di cui andava tanto orgoglioso. Scelse di non parlare così da non rivelare la sua vera identità con frivole chiacchiere di circostanza. Il fumo era da sempre stato un ostacolo intenso, del resto qualsiasi persona fosse stata presente (sempre se di persona in carne ed ossa si fosse trattata), avrebbe potuto attaccarlo di sfuggita, sfruttando il nascondiglio. Si appiattì sulle ginocchia, leggermente, immergendosi nella cappa scura in modo da evitare eventuali malefici ad altezza petto o faccia. Il pensiero di Niahndra, Prefetto Tassorosso, che utilizzava l'Incanto che si accingeva a castare fu una piacevole certezza, come se il Fato stesse tessendo la stessa situazione, ma con ruoli invertiti. Non era lui ad essere fuori dal dormitorio in orario indecente. Questa volta, non era lui il malandrino di turno. La bacchetta magica tracciò un movimento sinuoso, simile alle onde del mare, da sinistra verso destra; sembrava che quel disegno di fronte a sé fosse un sistema per disperdere il fumo, quasi a discostarlo. Un secondo dopo, a voce chiara ma sottilissima, scandì la formula di suo interesse, ponendo una precisa flessione tonale sull'unica -A della parola. «Dilàberis»







Punti Salute: 132/139
Punti Corpo: 84
Punti Mana: 100
Exp: 10




Inventario attivo
» Bacchetta magica: mano destra
» Anello del Potere: indice mano destra; blocca l'avversario per due turni, Oliver non ne conosce ancora il potere, essendo un dono di Dippet.
» Anello Luminoso: sempre indice mano destra; l'anello acceca l'avversario per 2 turni, facendo scaturire un raggio di luce molto chiaro ed abbagliante dalla pietra incastonata in esso.
» Gigansticca: pasticca che aumenta illusoriamente le dimensioni del corpo per un unico turno; tasca destra dei pantaloni, insieme ad una serie di caramelle, di preciso Api Frizzole, Piperille e Superpalla Gomma di Drooble.
» Orecchie Oblunghe: Tasca interna del giubbotto di pelle che indossa.
» Collana fading the Dark: permette all'individuo di diventare momentaneamente inconsistente e sfuggire così agli attacchi diretti ad infliggere danni fisici. Utilizzabile un turno per quest.
» Bracciale Chiama-Angeli: Unicum. Se girato tre volte in senso orario può provocare una leggera sonnolenza e stordimento. Utile se si vuol essere lasciati in pace passando inosservati. Occorre porre attenzione agli effetti collaterali, il portatore non viene risparmiato se non ha un minimo arrangiamento di protezione; polso sinistro, sulla felpa e non sulla pelle stessa.
» Fascia del Peccato: attorno il collo; il suo tessuto è intriso di una pozione amorosa, rende incredibilmente attraenti agli occhi dell'altro sesso. (+5 PC)
» Bracciale Celtico: al polso sinistro (+2 PS +2 PC +2 PM)
» Polvere Buiopesto Peruviana: tasca del giubbotto
» Matite e piume ricaricate: tasca interna del giubbotto
 
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view post Posted on 3/11/2016, 17:05
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Mitchell Lacroix - Corvonero 2° anno - Scheda



Il giovane Lacroix aveva appena castato l'incantesimo ed il corridoio era invaso dal fumo. Non poteva più aspettare aveva fatto una mossa azzardata, forse troppo e se non si fosse mosso ora non sarebbe più riuscito a fare nulla e avrebbe fallito la missione andando incontro a morte certa, dopotutto lo sapeva bene, l'Oscuro Signore non avrebbe mai concesso seconde possibilità in caso di fallimento.
Mitchell era protetto dal mantello della disillusione e dalla cortina di fumo apparsa dalla sua bacchetta.
La meta era ormai vicina perciò era giunto il momento. "
O la va o la spacca" - pensò il ragazzino che si stava avvicinando alla porta rapidamente facendo però attenzione a non farsi scoprire posando a terra i piedi con cautela.
Era ormai di fronte all'ingresso dell'ufficio dei caposcuola quando indirizzò la punta della bacchetta contro la serratura della porta e mormorò con voce quasi impercettibile: «Alohomora». La pronuncia dell'incanto era piuttosto fluida mentre il ragazzo recitava la parola che componeva la formula fece particolarmente attenzione alla pronuncia della lettera "H" che non doveva sentirsi in quanto muta.
Se l'incanto fosse andato a segno il ragazzino avrebbe aperto la porta di quel tanto che bastava per passare sfruttando il fumo e se la sarebbe richiusa alle spalle, in modo da poter agire indisturbato all'interno dell'ufficio. altrimenti avrebbe potuto fare una sola cosa, combattere con lo sconosciuto di guardia nel corridoio.

PS: 117/131
PC: 83/88
PM: 80
Exp: 5
Equipaggiamento:
Bacchetta di legno di cedro, lacrima di sirena e polvere di opale, 10 pollici e 2/4, semi-rigida
Mantello della disillusione: +8 Corpo, +5 Mana.


Chiedo scusa per la lunghissima attesa e per il post pessimo..
 
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La situazione si stava facendo concitata. Alle spalle di un ignaro Oliver la situazione procedeva, forse, e diventava potenzialmente pericolosa. Il Caposcuola aveva altre grane a cui pensare, giustamente, ma se solo avesse saputo cosa stava per accadere avrebbe senza dubbio lasciato stare quel fastidioso Doxy senza troppe storie. Eppure qualcosa saltò alla sua attenzione, tanto che decise di spostare il suo interesse verso altri lidi. Il Doxy era in preda alla confusione. Un incantesimo del genere aveva effetti anche pericolosi su un Mago, se lanciato con sufficiente potenziale magico, figurarsi su una creaturina debole come risultava il Doxy. Continuava a svolazzare in aria compiendo strane figure davanti al Caposcuola che cercò di acciuffare ciò che gli era stato sottratto. Purtroppo il caso volle che, proprio mentre Oliver alzava la mano, il Doxy si muovesse nella stessa direzione. Dopo aver perso quota per colpa del Confundus aveva iniziato a librarsi in alto, fuori di poco dalla portata d'azione della mano del Grifondoro. Continuando a disegnare 8 in aria ed altre strane forme, però, arrivò ad un punto in cui non riuscì più a raccapezzarsi come pochi secondi addietro. Il Doxy perse nuovamente quota e finì delicatamente contro il muro alla sinistra di Oliver, a nemmeno un metro da lui. La creatura non sembrava cosciente del fatto che vi fosse un ostacolo davanti a lui: continuava ostinato a volare nella stessa direzione, come un'ape che non riconosce la presenza d'un vetro fra lei e i colorati petali dei fiori. A quel punto era praticamente a portata di mano, sarebbe bastato sfilare la chiave che rimaneva in equilibrio precario tra le manine del Doxy e la pratica si sarebbe risolta in poco. A meno che lo stesso non iniziasse nuovamente a volare da un momento all'altro. Sarebbe servita velocità. Allo stesso tempo Oliver si preoccupava di ciò che aveva attirato la sua attenzione: il fumo. Con quel gesto Mitchell aveva ottenuto due risultati, uno positivo e uno che sembrava esserlo meno. Aveva preso tempo, certo, ma aveva notificato ad Oliver la sua presenza. Non dove, ma che vi fosse. L'incanto del Caposcuola andò a buon fine, e le sue orecchie colsero come il rumore del vento, come di spifferi. Quando il rumore andò scemando, insieme al diradarsi della nebbia, le orecchie del ragazzo colsero anche qualcosa che non sembrava relativo al proprio incantesimo: come un rumore di un meccanismo che si sbloccava, o qualcosa di metallico. Non poteva, chiaramente, comprendere di cosa si trattasse, ma sicuramente si trattava di qualcosa che poteva attirare la sua attenzione.
Al contrario, Mitchell era ben a conoscenza di cosa fosse stato quel rumore. Era finalmente riuscito, avvolto nel Mantello dell'Invisibilità, ad avvicinarsi alla porta dell'Ufficio dei Caposcuola ed aveva incantato la serratura per far sì che questa si aprisse. Come da manuale la serratura si schiuse, cedendo all'incanto del Corvonero, rilasciando nell'aria le onde sonore che colpirono, seppur indistintamente, l'orecchio del Caposcuola. Un passo e si trovò precisamente sulla soglia dell'Ufficio, non un passo più avanti, non uno indietro. Da quel momento c'era poco su cui riflettere. Pur dovendo mantenere la propria identità segreta, doveva fare il prima possibile. Ormai doveva aspettarsi che Oliver, che ancora non aveva visto in volto, fosse alla ricerca di qualcuno. Avrebbe dovuto quindi approfittare del momento propizio o la sua occasione sarebbe svanita nel nulla. Non poteva permetterselo. Doveva impegnarsi ancora di più, essendo al momento cruciale.



Mitchell Lacroix
PS: 117/131
PC: 83/88
PM: 80
Exp: 5
Oliver Brior
PS: 132/139
PC: 84
PM: 100
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Doxy
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PC: 37/40
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La resa dei conti, così descriveva suo zio Albert ogni situazione che prevedesse una minima conclusione, che poi fosse una conclusione positiva o meno non importava più di tanto. Scorgere la confusione pervadere l'intero spirito della creaturina svolazzante, quel Doxy della malora che aveva dato fin troppo fastidio al giovane Grifondoro, non poté che essere un piacevole colpo al cuore. Constatato che non fosse ferito, non più del dovuto e non al di fuori dell'ormai mancato controllo mentale, Oliver smise di preoccuparsi addirittura dell'incolumità della Fata Mordace. Il primo pensiero fu quello di strappargli le chiavi dalle dita quasi da umanoide e poi stritolarlo, magari Oppugnandolo senza troppi problemi, per condurlo esattamente al di fuori del castello, magari sfruttando un'eventuale finestra nei paraggi. *Che non vedo* fu la successiva riflessione che fece breccia tra la sua ragione piuttosto in subbuglio, in quel momento. Pazienza, avrebbe agito diversamente, anche perché qualcosa aveva acceso il suo sesto senso, lo stesso che gli dava l'idea di cadere vittima di una visione da un istante all'altro. Strabuzzò gli occhi, nella speranza di restare completamente lucido. Concluse con tranquillità, più o meno, che non si trattasse di alcun panico pre-veggenza, non sarebbe stato il perfetto incontro fra presente e futuro, non in quel frangente vero e proprio. Qualcosa era nei paraggi. O qualcuno, il che fece scattare curiosità e una sottile sensazione di tangibile nervosismo nel cuore di Oliver: se davvero qualche studente fosse stato nei dintorni, probabilmente avrebbe dovuto prepararsi diverse spiegazioni da presentare al Caposcuola. Nonostante fosse il più gentile in quel covo di matti, almeno secondo l'etichetta che aveva imparato a menadito fin da bambino, il Grifondoro non transigeva affatto su attacchi a sorpresa né, a pensarci bene, su scoppi di fumo improvvisi. Era un déjà-vu che non avrebbe apprezzato facilmente, non nei suoi confronti perlomeno: così come in passato aveva cercato di nascondersi a sua volta dall'allora Prefetto Tassorosso, Miss Niahndra Alistine, adesso la situazione gli si ritorceva contro, palesandosi come una prova del karma ribaltato. Interessante. O forse non poi chissà quanto. Fu lo scatto simile ad una serratura, un suono indefinito ma pur sempre vicino, a fargli rivolgere lo sguardo non più a sinistra verso il Doxy e le sue chiavi, ma in avanti. Il fumo scomparve come da copione, per fortuna senza troppi preamboli, mentre la mente di Oliver cominciava a macinare pensieri e supposizioni in una catena senza capo né coda. C'era qualcuno. O qualcosa. Il pensiero tornò, ripetitivo e semplice nella sua forma più evidente, mentre il Caposcuola tratteneva stupidamente il pensiero, come per non rivelarsi. Calò gli occhi un solo secondo verso il Bracciale che indossava al polso sinistro, nascosto sotto la manica della felpa scura che aveva scelto per quella sua ronda notturna: tre movimenti, tre giri del manufatto, e avrebbe evocato una sonnolenza abbastanza potente da far cadere eventuali invisibili presenti tra le braccia di Morfeo. O almeno avrebbe avuto il tempo di stordirli, cercando di non esserne a sua volta vinto. Non avrebbe rischiato, non ancora perlomeno. Ignorò il Doxy, sperando che la confusione lo avesse bloccato ancora una manciata di minuti. Il braccio dominante, il destro, fu piegato ad angolo, lasciando che il gomito seguisse l'esempio nella stessa formazione. Non era ancora del tutto disteso, mentre le dita della mano stringevano dolcemente la bacchetta magica. Fece qualche passo avanti, l'immagine della porta che tanto conosceva perché a guardia dell'ingresso del suo stesso Ufficio ben delineata nella sua mente e nella sua vista, quindi sciolse l'angolazione del braccio in avanti, permettendo al polso di puntare elegantemente, come una pennellata vera e propria su un dipinto immaginario, verso l'obiettivo di fronte, la porta o l'eventuale anta che avrebbe osservato. O, nel più roseo dei casi, qualsiasi intruso ci fosse stato. «Vitreo» sussurrò nello stesso istante, accompagnando il movimento precedente con quella sottilissima espressione vocale, quasi poco percepibile ma comunque ben scandita. Se fosse andato come previsto, per cinque secondi, soltanto cinque secondi, la scena di fronte a sé - che fosse quella di un'anta, della porta o dello stesso ostacolo in carne ed ossa ben nascosto - sarebbe stata resa trasparente. Cinque secondi per vedere, cinque secondi per capire. Non era una controffensiva vera e propria, lo sapeva bene, ma non era forse una delle prime regole di Difesa Contro le Arti Oscure quella di "conoscere il proprio nemico"? Attese, in silenzio, ma pronto a scattare come un segugio. Quello era il suo Ufficio, lì c'erano alcune cose che appartenevano a lui e agli altri Caposcuola. Nessuno poteva entrare senza il loro permesso.


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Mitchell Lacroix - Corvonero 2° anno - Scheda



Era giunto alla sua meta ma l'inseguitore ormai sembrava sapere bene che vi fosse qualcuno, dopotutto solo un idiota non si sarebbe accorto della presenza di un altro individuo visto ciò che era appena avvenuto. La serratura scattò facendo un rumore metallico, un rumore che nel silenzio della notte sembrò assordante, ma la meta era vicina ed ora era solo una questione di attimi, il ragazzo doveva entrare e fare ciò per cui era venuto, doveva appiccare le fiamme e andarsene, doveva farlo e voleva farlo senza causare danni fisici a chi gli era alle calcagna, dopotutto era sicuramente un professore o un caposcuola, perciò se avesse ingaggiato uno scontro avrebbe avuto ben poche possibilità.
La bacchetta di legno di cedro era stretta nella mano destra di Mitchell, tutti i suoi sensi erano in azione per captare qualunque cosa avvenisse alle sue spalle, e sapeva già che se avesse dovuto combattere l'avrebbe fatto, non perchè gli piacesse combattere o causare dolore ad altre persone ma ormai era una questione più importante, o Mitchell o il suo inseguitore, ed il Corvonero ci avrebbe messo tutto sè stesso per poter vivere ancora dopo questa missione affidatagli dall'Oscuro Signore.
La serraturasi era appena aperrta, il ragazzino si posizionò di profilo posando la mano sinistra sulla porta e piegando il braccio destro in modo da avere la mano con la bacchetta sul petto per proteggersi da eventuali tentativi di disarmo, e rapidamente con la mano sinistra spinse la porta con forza per aprirla ed entrare all'interno dell'ufficio.
Una volta dentro avrebbe dato il via allo show..


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La questione si stava facendo concitata, almeno per il fatto che Mitchell non potesse più far passi falsi, ed Oliver dovesse comprendere cosa ci fosse di sbagliato nell'atmosfera che aleggiava intorno all'Ufficio dei Caposcuola. Nel pericoloso incastro che stava avvenendo in quella notte i pezzi erano molteplici, ma diverse combinazioni degli stessi avrebbero portato a conseguenze disastrose, per l'una o per l'altra parte. Stava per diventare un gioco di fino, niente di ovvio ma tutto da svelare. Non v'era bisogno né possibilità di essere avventati, che senso avrebbe avuto? Strategia, sopra ogni cosa. Il Fato guardava dall'alto, e sogghignava. Le azioni dei ragazzi si concatenavano, influendo ognuna su quelle dell'altro. Oliver non era certo persona che vagava per il Castello senza equipaggiamento adeguato. Tra gli oggetti che possedeva ve n'era uno che sfruttò in quel preciso momento. Tre giri e il Bracciale Chiama-Angeli avrebbe sprigionato il proprio effetto, ma non ancora. Prima v'erano altre cose da fare, priorità se così potevano definirsi, o semplicemente non rientrava nella strategia. Al momento.
Contemporaneamente il discepolo delle Arti Oscure era riuscito a spingere la porta e a spostarsi dalla soglia. Dopo più d'un tentativo non riuscito, nell'avvicinarsi all'ufficio, finalmente era entrato nella stanza. Davanti a lui tutto era buio, salvo quanto potesse essere illuminato dalle torce che si trovavano nel corridoio. Riusciva a distinguere i contorni dei vari mobili: lo scranno, la libreria, le varie credenze e altri mobili di legno. In fondo alla stanza la finestra permetteva alla luce lunare di entrare e delineare le forme dei suddetti oggetti. Sapeva, oramai, di aver attirato l'attenzione di Oliver. Non era più il caso di indugiare. Doveva compiere il suo dovere con velocità, appiccare il fuoco e fuggire prima che il Caposcuola lo raggiungesse.
A tal proposito, Oliver s'era già messo sulle tracce di Mitchell, pur non sapendo che si trattasse di lui. L'incantesimo che aveva lanciato era andato a buon fine: il Vitreo avrebbe sortito effetto. Ma aveva perso qualche attimo nel concentrarsi sul Bracciale, seppur poco, cosicché davanti ai suoi occhi vi fu solo un baluginio in corrispondenza della soglia della porta. V'era, o v'era stato qualcosa di trasparente. Era il caso di dar credito a quella visione? Di cosa poteva trattarsi?
Il tempo era poco. Poco per rispondere alle domande, poco per agire.



Mitchell Lacroix
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Oliver Brior
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Edited by Master Oscuro - 12/11/2016, 20:31
 
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Non seppe spiegarsi il vero motivo dei successivi pensieri, forse era stato condizionato dal bagliore che aveva adocchiato improvvisamente dopo l'effetto riuscito dell'Incanto Vitreo, oppure la sua fervida fantasia aveva ben deciso di galoppare più rapidamente del previsto, giusto per seguire il comportamento del cuore con i suoi nuovi battiti accelerati; in ogni caso, la memoria aveva liberato precise immagini di oggetti che Oliver aveva disposto in perfetto ordine sulle mensole più alte dell'Ufficio: una serie di tomi di Simbologia, che stava studiando nell'ultimo periodo per motivi strettamente personali; una piantina di girasoli che volgeva la sua bellezza verso la fonte di luce che veniva dall'esterno dalla finestra e, infine, una cornice sospesa a qualche centimetro dalla superficie di legno, nella quale una foto di Celestina Warbeck continuava a muoversi di continuo, intrappolando la super cantante di fama internazionale in una posa galante e colpita dai flash di numerosi giornalisti e fotografi di quell'ormai lontano momento. Senza considerare quei pochi effetti personali, l'Ufficio non si presentava come una delle sue stanze preferite, non di certo; al massimo avrebbe annoverato nella sua classifica sia la Sala Comune Grifondoro sia le Serre di Erbologia sia la Torre d'Astronomia, senza dimenticare l'incantevole Aula Abbandonata, spoglia come ad accogliere nuovi traguardi del Comitato a favore degli Elfi Domestici. L'Ufficio dei quattro Caposcuola, però, rappresentava un tassello pur sempre importante per la vita scolastica di Oliver Brior: lì trascorreva molto tempo fra revisione di alcuni doveri legati al suo ruolo, organizzazione delle ronde notturne dei Prefetti da spedire poi nei giorni successivi e, ovviamente, stesura di lunghe e spesso tediose pergamene per il C.R.E.P.A., sistemate l'una sopra l'altra nel primo cassetto della scrivania. I primi pensieri che sfrecciarono nella mente del Grifondoro furono proprio simili, tutti rivolti alla presenza di un intruso - che fosse una creatura fuggita dalla radura del professor Black oppure uno studente furfantello non cambiava poi chissà quanto la definizione citata - che avrebbe potuto minare l'equilibrio regnante sovrano tra quelle mura. Non l'avrebbe permesso, non avrebbe affatto permesso un regime da parte del Caos. Oliver odiava il disordine con ogni fibra del suo corpo, ma ancor più odiava gli idioti che tentavano di mettergli i bastoni tra le ruote. Avanzò lentamente, la bacchetta stretta nel palmo della mano destra, coperta da ben due anelli dai poteri sorprendenti. Il Vireo aveva mostrato, quasi in trasparenza, che un'ombra aleggiasse nei dintorni. Immaginò di esclamare ad alta voce qualche frase minacciosa, ma in quel modo avrebbe rivelato la sua presenza e non avrebbe giocato di astuzia. Ritenne che fosse utile chiudere la porta ormai quasi di fronte, essendo a poca distanza dalla stessa, ma ancora una volta sigillarla avrebbe bloccato un eventuale intruso, non di certo l'avrebbe acciuffato. E così agì di istinto, lasciandosi guidare dai taciti consigli di Godric Grifondoro. Il coraggio non mancava nello spirito di Oliver né quest'ultimo peccava di avventatezza. In prossimità della porta, avrebbe tentato di poggiarvi la mano sinistra sopra, traendo un unico veloce respiro per poi spingerla con forza. Un unico movimento, un'unica pressione e un attimo dopo, ponendosi come sperava sull'ingresso di quel locale che tanto conosceva, avrebbe sollevato in fretta l'indice della mano destra, attivando con un semplice strofinio l'Anello Luminoso. Non avrebbe affatto dimenticato di chiudere gli occhi, girando perfino il volto di lato, così da evitare l'eventuale esplosione accecante. Certo, avrebbe potuto castare un Lumos Maxima in un secondo, ne aveva l'esperienza senza dubbio alcuno, ma il professore di Difesa Contro le Arti Oscure, suo amico nonché già mentore, gli aveva insegnato la differenza fra un attacco diretto e dal raggio preciso e un altro indiretto ma dal raggio esteso. L'Anello Luminoso, prezioso regalo da parte della stessa Preside di Hogwarts, rappresentava il secondo caso, poiché se il Lumos puntava ad un punto più o meno preciso, il bagliore dell'oggetto indossato era molto più ampio, avrebbe circondato tutto l'Ufficio e, secondo le positive aspettative del Caposcuola, avrebbe colpito qualsiasi intruso da ogni lato. Oliver avrebbe giocato di furbizia, perché se avesse pronunciato a voce l'Incanto, qualsiasi nemico - se Mago o se Strega - avrebbe sentito la formula, l'avrebbe riconosciuta e avrebbe tentato una protezione. Senza sapere l'effetto dell'anello, contrariamente, non avrebbe avuto assoluta conoscenza dello stesso né del suo attacco. Non restò che attendere, mentre un rapido pensiero si amalgamava agli altri: e se all'interno dell'Ufficio non ci fosse stato nessuno e il Vitreo aveva riflesso soltanto una sciocchezza? O, nel peggiore dei casi, se ci fosse stato un amico? Bella domanda.

Ho supposto che la porta sia socchiusa, ma può benissimo essere ancora aperta, del resto Mitchell è appena entrato. Oliver non vi entra subito, lascio decretare al Master ovviamente la riuscita dell'azione, ma prova a spingere la porta per fermarsi sull'ingresso dell'Ufficio, per poi utilizzare l'Anello Luminoso senza sapere chi o cosa ci sia all'interno (il Vitreo inoltre ha dato prova della presenza di qualcuno/qualcosa, ecco perché tenta l'azione).


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Mitchell Lacroix - Corvonero 2° anno - Scheda



Era finalmente arrivato alla sua meta, l'ufficio dei caposcuola. Il suo inseguitore era alle sue spalle, lontano, ma troppo vicino per permettersi di perdere tempo. Doveva agire e doveva farlo in fretta.
Appena varcata la soglia dell'ufficio, il ragazzino spinse con forza la porta alle sue spalle, senza indugi sull'esito di questa azione, che si fosse chiusa o meno ormai non era più importante, avrebbe solo avuto il vantaggio di sapere pochi istanti prima se il suo inseguitore fosse arrivato alla porta, ma era un dettagli di poco conto, perciò effettuato il rapido movimento del braccio il ragazzo decise di muoversi e iniziare a portare a termine ciò che doveva fare.
La meta era vicina, poteva farcela, se fosse riuscito ad appiccare il fuoco probabilmente la fuga sarebbe stata la parte più semplice di quella notte così movimentata per il giovane Corvonero.
La porta era ormai alle sue spalle, senza voltarsi il ragazzo avvolto nel mantello si incamminò velocemente, in direzione della libreria, dopotutto era un'associazione ovvia, libreria uguale a libri, ovvero carta, un materiale semplice da incendiare. Il passo era rapido ma attento a dove mettere i piedi in quanto era meglio evitare di cadere a causa di qualche ostacolo non visto per l'oscurità o scricchiolii inopportuni che avrebbero attirato ancora di più l'attenzione del suo anonimo inseguitore.
Il giovane Corvo era giunto di fronte alla libreria, non sapeva bene cosa ci fosse sopra ma poteva benissimo immaginarlo, tutti i suoi sensi erano tesi per captare un segno di movimento al di fuori o all'interno dell'ufficio, la bacchetta era stretta nella mano destra che si mosse in maniera fluida in direzione di uno scaffale in basso, non il più basso, della libreria. Il movimento fu fluido e rapido, due semicerchi, il primo in senso antiorario, che partì da sinistra per poi chiudersi con un altro semicerchio stavolta in senso orario che andò a concludersi scendendo a destra. Sostanzialmente per un esterno questo movimento sarebbe stato come disegnare una "S" capovolta e ruotata in orizzontale. Il movimento era concluso e il bersaglio era chiaro fin dall'inizio, la bacchetta era salda nella mano di Mitchell che appena terminò l'esecuzione del movimento esclamò la formula: «Lacarnum Inflamare». Se l'incanto fosse andato a segno una fiamma sarebbe scaturita dal punto scelto dal ragazzo e rapidamente si sarebbe espansa in tutto il mobile.
Ora era il momento di pianificare la fuga, perciò il ragazzo rapidamente iniziò a muoversi verso la parte opposta dell'ufficio in modo da poter sfruttare le fiamme che sarebbero potute scaturire dall'incanto per darsela a gambe.


PS: 117/131
PC: 83/88
PM: 80
Exp: 5
Equipaggiamento:
Bacchetta di legno di cedro, lacrima di sirena e polvere di opale, 10 pollici e 2/4, semi-rigida
Mantello della disillusione: +8 Corpo, +5 Mana



 
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