A farewell to the world

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view post Posted on 3/10/2016, 15:09
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Nella sua vita Raven Shinretsu aveva incontrato tanti maghi straordinari, dai quali trarre forza e ispirazione per continuare ad allenarsi e lottare, senza arrendersi mai. Quel Tuco, però, sembrava essere il più speciale tra gli speciali. Di gente come lui ce n'era decisamente poca. Nessun professore di Hogwarts, probabilmente. Né studente. Né auror. Usava l'ingegno e la fantasia, dovendo contrastare al più maghi che cercavano di entrare nel reparto proibito della biblioteca tramite inganno. Ma se la dentro fosse venuto un gruppo con intenzioni meno pacifiche e più sanguinose?
E anche se era un funzionario ministeriale, - probabilmente messo lì dal ministro Pompadour, - non sembrava proprio antipatico. Prima di essere partito per la biblioteca di Londra, Shinretsu Raven aveva creduto che si trattasse di qualche tipo di auror, o combattente, o qualcosa del genere. Credeva, che si trattava di una persona con cui avrebbe iniziato un duello, e che, probabilmente, avrebbe spezzato. Ma non era così. Anche Lord Voldemort, messo dinnanzi ai trucchetti babbani di cui non era a conoscenza, probabilmente non avrebbe saputo cosa fare. Lui sarebbe andato avanti di forza; lo avrebbe potuto fare anche l'Akuma, non curandosi delle conseguenze. Un Expandit scagliato sopra, sotto e avanti avrebbe rivelato i segreti di Tuco e di quell'enigma. Far cadere i pezzi della scacchiera, rovinare il campo da gioco, creare Caos, Scompiglio. Tutto questo, probabilmente, avrebbe ribaltato le carte.
Ma Raven non voleva farlo. Il suo cuore bramava altro: risolvere l'enigma senza utilizzare la forza prepotente e mettere insieme tutti i dettagli del puzzle.
Alla domanda del Guardiano, l'Akuma rispose semplicemente, senza farsi cerimonie. Non era un tipo diplomatico. Diceva quel che voleva e finiva lì. Per questo, quando ascoltò la risposta di Tuco non si scompose più del dovuto. Si aspettava una risposta del genere, qualcosa di simile al politicamente corretto. Per questo, nel rispondere, ghignò per un attimo e si tolse il cappuccio, rendendo ben chiari i lineamenti del proprio stanco volto alla luce di quella sala circolare.
«Una richiesta sola, quindi?» - chiese Raven in modo chiaro roteandosi la bacchetta tra le dita. - «D'accordo. Allora vada per il Portus.» - stabilì il suo desiderio in modo chiaro e preciso. Chiaramente, scendere a patti con il tizio, non significava arrendersi. "Se lo scontro è inevitabile, colpisci per primo" - insegnavano le leggi della strada. Tuttavia, sembrava proprio che in quel caso lo scontro poteva essere evitato. In primis, trovandosi in territorio nemico l'Akuma era in netto svantaggio. Lui era per la prima volta lì, e nonostante avesse provato a scoprirne tutti i segreti per mezzo delle sue copie, Tuco in quel posto sembrava abitarci giorno e notte. In secundis, Tuco era un mago abile, speciale e particolare. La differenza tra come proteggevano il Reparto Proibito di Hogwarts e il Reparto Proibito della Biblioteca londinese era gigantesca tanto quanto lo era la distanza tra il mare e il cielo. Infine, vi era anche dell'altro.
«Anche tu mi piace, Tuco,» - ammise Raven in modo freddo e nella sua voce Tuco non avrebbe potuto sentire alcun genere di menzogna. Non era un inganno quello. Era la verità. L'ingegno gli piaceva quasi il puro dolore e la sola forza. - «Non è da tutti inventarsi... questo, ma: come farò a vivere sapendo che c'è un mago che mi ha fermato così facilmente?» - Continuò l'Akuma proprio nel mentre capì che le copie non trovarono nulla. Al di fuori della gabbia non vi era niente e la soluzione all'indovinello, quindi, non poteva che trovarsi nella gabbia.
Nel suo parlare Raven voleva prendere tempo e scoprire l'inganno. Magari poi andandosene via in modo amichevole. Ma scoprendo l'inganno.
Posizionandosi proprio sulla figura illusoria del Guardiano, l'Akuma ne fu sorpreso. Non provò dolore. Non lo colpì niente. L'immagine del Guardiano si frammentò quasi scomparve. Che vi fosse una fonte di luce, di sotto? Tuco intanto continuò a scherzare, ma qualcosa suggerì all'Akuma che vi era decisamente poco da scherzare in quell'occasione. E anche se non voleva illudersi di trovare la fonte dell'inganno prima del dovuto, qualcosa gli disse che aveva intrapreso la giusta via. Qualcosa che sperimentò con l'udito poco prima che l'effetto del Superioris, - evidentemente prolungato più del dovuto, - gli facesse comparire in mente immagini del tutto inutili, di quello che c'era nella stanza e che restava visibile a tutti. Alla fine, il cigolìo che sentì si mischiò ad altri rumore, che, evidentemente, provenivano dalle copie, a meno che Tuco non avesse deciso di colpirlo con un incantesimo per provocargli nella mente delle illusioni.
"Merda," - si sorprese l'Akuma avendo un lieve capogiro e indietreggiando lasciando che il Tuco effimero si riformasse. Anche quel dettaglio utile significava che la fonte dell'inganno era lì. Indietreggiato quanto bastasse per ritornare in sé, le 3 copie sarebbero scomparse immediatamente per volere stesso di Raven.
A tal punto si sarebbe ritrovato di nuovo solo.
Non lontano dalla figura illusoria.
«Tu scherzi sempre?» - chiese Raven fermandosi senza toccare le sbarre, indipendentemente dalla loro consistenza, e ascoltando l'avvertimento del Guardiano. Cos'era? Un guardiano si preoccupava per la vita dell'intruso? Oppure semplicemente bluffava?
Raven non se ne importò. Se avesse deciso di andarsene da lì, lo avrebbe fatto senza molti problemi, gabbia o meno.

Ritrovato l'equilibrio, avrebbe di nuovo fatto ciò che fece prima. Si sarebbe spostato in avanti, fino alla figura etera di Tuco, e se avesse sentito di nuovo quel cigolìo, ora senza rumori provenienti dalle copie, e quindi senza confusione, lo avrebbe esaminato meglio. Cos'era? Un difetto del pavimento? Segno del fatto che sotto vi era un'altra stanza? Oppure una specie di chiave che apriva camere nascoste? Tipo come nei castelli medievali, che se ci si posizionava sopra "puff", e una porta compariva da qualche parte aprendosi.
"Impossibile," - pensò Raven esaminando quest'ultima opzione, - "altrimenti tutti coloro che si avvicinano a Tuco potrebbero vedere una porta segreta".
«Hai creato tutto questo e te ne stai nascosto da qualche parte. Lanci addosso alla gente le gabbie di ferro.» - Percepito di nuovo il cigolìo o meno (nel caso l'avesse percepito avrebbe guardato la stanza per vedere se non era cambiato nulla), si sarebbe fermato a poca distanza dal Tuco illusorio.
La soluzione era vicina.
Lo sentiva.
«Dici di voler trattare, eppure non avanzi le tue richieste... Né ti fai vedere. » - sospirò l'Akuma roteando la bacchetta. - «Sei particolare, speciale, intelligente, e bravo. Ma credo che dobbiamo finirla qui con i giochini. »
Roteando la bacchetta tra le dita, in modo visibile, concentrò, invece, la mente sulla porzione di materia immediatamente sotto all'immagine di Tuco. Se vi era luce, doveva esserci una materiale fonte di luce proprio di sotto. Se Tuco lo vedeva, probabilmente vi era qualche altro trucchetto che egli utilizzava. Indipendentemente se babbano o no. Lo stesso discorso valeva anche per la sua voce.
In ogni caso, Raven era stanco di giocare al suo gioco. E pertanto passò a fare qualcosa che amava fare: trasfigurazione della materia.
Concentratosi sulla porzione di materia corrispondente a un cerchio dal diametro di 2 metri immediatamente sotto a Tuco (il quale era al centro del cerchio) con la sua luce, l'Akuma avrebbe immaginato nella mente come i legami della materia solida si sarebbe distanziati. Atomi, molecole... Avrebbe creato più spazio tra di loro; le strutture tipiche della materia solida sarebbero venute meno. Il tutto sarebbe divenuto più fluido a vista d'occhio. Laddove prima c'era pietra o altri materiali solidi, ora vi sarebbe stato del fluido. a rigidità lasciava spazio alla fluidità nella sua mente. Il vuoto primordiale - al Desiderio. Quest'ultimo, - all'autosacrificio pur di raggiungere il suo scopo. Il tutto, misto alla sua energia magica e alla grande forza di volontà, avrebbe influito sulla materia sottoponendola alla sua Volontà.

L'Akuma avrebbe trasfigurato tanta materia, quanta poteva. Sino nel profondo. Se il pavimento sotto a Tuco era di 10 metri d'altezza, Raven avrebbe trasfigurato in acqua quei 10 metri. Venti? Poco importava. Una volta concentratosi sulla trasfigurazione materiale, l'unica branca della magia nella quale aveva raggiunto i M.A.G.O., avrebbe semplicemente rilasciato il potere della runa divenendo in contempo molto più debole.
Il suo autosacrificio, però, sarebbe stato sicuramente ricompensato. La figura di Tuco a quel punto non sarebbe potuta che sparire (posizionandosi sulla luce, essa spariva; facendo scomparire la fonte, essa doveva sparire del tutto). Se Tuco si nascondeva di sotto (la bacchetta in alto lo poteva indicare), avrebbe dovuto fare i conti con un fluido fatto del materiale del pavimento di quella stanza. E se proprio il tutto fosse andato nel migliore dei modi, avrebbe smesso con i suoi scherzi.

CITAZIONE
Abilità Speciali: Runa Lor del Serpente
Effetto: Utilizzabile in Quest una volta ogni dieci turni. Consente al possessore di cambiare lo stato fisico di una porzione di materia, anche grande (proporzionale al mana dell'utilizzatore, un mago esperto può usare la runa anche su un albero di modeste dimensioni, o una piccola casa), da solido a liquido, da liquido a gassoso, e viceversa. Impossibile effettuare scambi diretti tra solido e gassoso. L'effetto della runa conta come un incantesimo, dunque occupa l'intero turno. Porzioni di massa che contengono magia sono molto meno affette dall'incantesimo (impossibile liquefare un mago, di qualsiasi età). Dopo l'utilizzo, tuttavia, il mana dell'evocatore è dimezzato per il turno immediatamente successivo, e ridotto ai 3/4 di quello originale per il secondo turno."

"Vediamo come va," - pensò Raven alla fine.
Indipendentemente dal risultato, avrebbe valutato le conseguenze della sua azione e datosi da fare, se Tuco non avesse deciso, finalmente, di uscire fuori dal suo nascondiglio e iniziare le trattative vere e proprie.


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Vi erano cose, vi erano soprattutto persone che Raven, per quanto dotato di ingente potere magico e di esperienza e vissuto al di là dell'ordinarietà, non avrebbe, forse, mai compreso a pieno, mai condiviso sino in fondo per divergenze di vedute, o semplicemente per naturale diversità di pensiero .
Il cuore reso duro, freddo, annerito dalle scelte passate poteva non comprendere le ragioni di Tuco, né afferrare il senso del suo operare, ma non poteva sottrarsi alla valutazione ed al giudizio e...Soprattutto...Al confronto.
Ebbene...Vi erano poteri che andavano ben oltre la conoscenza di incantesimi oscuri e potentissimi o rune più o meno proibite.
Di rado, Creatività e Ragione, Ironia e Voglia di divertirsi potevano manifestare ben più potenti miracoli di una Magia.
Se Raven avesse appreso, accettato, colto, intrappolato tale insegnamento. egli sarebbe uscito dal British Magic Museum decisamente più ricco, più forte.
Peccato, tuttavia, che al momento l'attenzione dell'Ex Mangiamorte fosse rivolta unicamente ad altro: la scelta dell’incantesimo da apprendere.
Oh sì. Ne troverai pochi di maghi burloni come me. La vita, vedi mio gradito intruso, è già così amara che non resta che sorridere. Non sei d’accordo?
disse l’immagine di Tuco rispondendo ad una delle tre domande che gli erano state fatte.
Cercami….soddisfa la mia fame di conoscenza e ….avrai quel che tanto desideri...Forse anche la concessione di due incantesimi...Ma dipende solo da te...Dal tuo approccio alla...Trattativa.
Tuco sembrava aver accolto quanto richiesto...Ma in quel dire si celava qualcosa di subdolo. Che cosa voleva il guardiano da Raven? L'Ex Docente di Volo era a conoscenza di informazioni che Tuco ancora non poteva vantare di sapere? In tal caso...Quali?
Lo svolgersi degli eventi avrebbe dissipato i dubbi.
La Magia che ti ha occultato. Io desidero saperne di più.
Ecco! Uomo assetato di conoscenza ( e non di Potere), il guardiano desiderava apprendere a Sua volta l'incanto Deceptio...
A conti fatti Tuco non sembrava irragionevole.
Una conoscenza per una conoscenza.
Una magia in cambio di un’altra...Magari in cambio di due... Niente di più, niente di meno.
Ma era stupido pensare che uno scambio ponesse fine al confronto.
L’Ex Mangiamorte, infatti non pareva essere intenzionato minimamente di arrendersi. Come poteva vivere sapendo che un custode si era divertito riuscendo perfino ad inibire la sua potente magia?
Ed ecco...Ancor prima di ascoltare le condizioni di Tuco, Raven fece ciò che era più a bravo a fare: spremersi le meningi ed attaccare.
Egli avrebbe utilizzato la runa ottenuta dalla scontro con il dio...Anni addietro...In un tempo nel corso del quale il Male e Raven erano parte del medesimo progetto...
Forza ed energia si condensarono, la magia fluì dal corpo di Raven attivando il catalizzatore magico.
Non si trattava di un semplice incantesimo, ma di magia trasfigurativa atta a modellare, controllare, modificare i legami i chimici, indebolendoli, mutando la materia, lasciando libero accesso alla Scienza, all'attitudine dei Corpi di "trasformarsi" con il miracoloso, quanto reale, passaggio di stato.
Dopotutto...A ben pensare...Cosa faceva Magia se non agire sul Mondo Fisico?
Cosa era Magia se non un semplice Campo di Energia capace di sposare l'universo attraverso modifica ed influenza dello stesso substrato materiale di cui era composto?
Il pavimento (la superficie coinvolta verrà di seguito resa nota) in legno trovava la sua trasformazione in ciò cui era più prossimo: il parquet diveniva un liquido di colore scuro, formato da miscela eterogenea di resina e lignina, la cui temperatura superava i 1050 °C per poter avviare il processo di incenerimento e successivo rammollimento delle ceneri stesse...Alla base, quale fondamenta della stanza, vi erano rocce granitiche capaci di avviare processo di fusione a Temperature di 700 °C.
Eccezionale….
Per Tuco, che era stato a guardare sin dal primo momento di concentrazione del gradito intruso, quell’opera apparve come un miracolo.
Ne conosceva la natura, aveva imparato ad amare la magia runica, tanto da supporre fosse di tale origine...Di conseguenza non ne era estraneo...Ma siffatto potere ancora non lo aveva visto...
Ma è un vero peccato…
Se qualcuno avesse voluto afferrare il senso di quel parlare, avrebbe potuto immaginare la scena di un uomo, in piedi, davanti ad una distesa di acqua, paesaggio collinare alle spalle e la disperata, bramosa voglia di vedere spuntare i primi fuochi d'artificio nel corso di una umida serata d’estate.
Ebbene...Quello stesso uomo in attesa del primo Botto dei Fuochi d'artificio saprebbe che se i fuochi stessi avessero avuto la possibilità di essere innescati, lo spettacolo di luci sarebbe stato strabiliante....Invece....Si ritrovava ad esser deluso per un involontario errore di calcolo, tanto da non poter riuscire a fare esplodere quel miracolo perché parte delle micce venivan bagnate.
Come quell’uomo, così Raven aveva dimenticato di considerare le condizioni a contorno che descrivevano la sua situazione attuale.
Il superioris lo aveva provato a tal punto da lasciare uno strascico di confusione e debolezza che lo avevano fiaccato non poco e che, di conseguenza, non lo rendevano perfettamente ben disposto all’uso della runa stessa. Raven avrebbe potuto fare di meglio, avrebbe potuto generare miracolo ben più strabiliante, ma come quell’uomo davanti allo specchio d’acqua in attesa di fuochi d'artificio che mai sarebbero esplosi, egualmente l'Ex Mangiamorte avrebbe ottenuto solo un successo parziale...Prima di sperimentare, poi, quegli effetti collaterali che sapeva la runa gli avrebbe portato...
Invece dell'intera area circolare desiderata, solo uno spicchio rispose alla sollecitazione magica, modificando la materia di cui era composta. Gli atomi sussultarono caricandosi di energia, i legami chimici si fecero più labili e la materia fluida si presentò in tutta la sua natura liquida scomponendo, al contempo l’immagine di Tuco nella stanza.
La gravità avrebbe fatto il suo dovere, lasciando il liquido cadere verso il basso. E Raven avrebbe potuto finalmente intravedere un fascio di luce proveniente dal baratro. Una sorgente artificiale...Una sorta di proiettore...Qualcosa di tecnologico e figlio di ologramma che i babbani si divertivano ad utilizzare da ventenni...
Che fantasia contorta possedevano i babbani...Desiderio di rendere etereo ciò che non lo era e di non manifestare ciò che invece era effettivamente reale...
L’arcano sulla natura di quell’immagine veniva soddisfatta? E come avrebbe potuto? raven non conosceva tale artificio tecnologico...Ma era chiaro che mai si era trattato di Magia.
Solo semplice tecnologia. Eppure...L'origine dell'immagine, la fonte, dove attingeva le informazioni necessarie e definire con tanta precisione l'immagine del guardiano? Era davvero lontano Tuco? Perché mai allora puntare in alto la bacchetta? Che senso aveva?
E se Raven avesse poi spinto più in là la sua attenzione avvicinandosi a quello stesso spicchio che aveva creato si sarebbe accorto anche della presenza di una tromba di scale a chiocciola che nel suo asse centrale faceva da binario al fascio luminoso che aveva dato corpo all’immagine di Tuco.
Le scale venivano disciolte dal liquido che colava...La temperatura era troppo elevata per permettere a banali scale a chiocciola in legno di resistere.
Il guardiano era sparito, parte dei misteri venivan risolti, ma giungeva il momento di pagare il conto per aver così tanto osato.
La fatica e la pesantezza piombarono improvvisamente addosso a Raven, come se qualcuno avesse succhiato via l’energia dalle vene del mago. Tale condizione suggerì al docente quanto fosse costato il miracolo (-198,5 PM).
Il liquido era caduto bagnandogli scalini dell’intera struttura elicoidale,rendendoli così impraticabili.
Non era necessario essere un mago per capire che scendere quelle scale non sarebbe stato immediato...Non essendoci più scale ma solo un bel buco profondo 5 metri (senza dimenticare il liquido che presto si sarebbe solidificato, inglobando, fagocitando la fonte della luce proiettata e chissà cos'altro...Magari un passaggio...
L’Ex docente di volo avrebbe dovuto ponderare con attenzione maniacale il da farsi...



Purtroppo l'immagine di Tuco non c'è più.
Il resto è tutto chiaro.
Sei indebolito a causa dell'utilizzo della Runa. Pertanto, al prossimo turno i tuoi punti mana vengono dimezzati. Ti chiedo di tenere conto di questo aspetto e di descrivere ogni tua azione in funzione di questo dettaglio (che non è irrilevante).
Non ti ho concesso di trasfigurare la superficie da te richiesta (ma solo una parte) perché non hai tenuto minimamente consto delle conseguenze dell'utilizzo del Superioris. E' vero che hai congedato le tre copie, ma non hai proprio preso in considerazione i 40 punti mana ed i 45 punti salute persi al turno precedente.
Ad ogni modo, tieni presente che, qualora tu voglia scendere nel buco da te generato, hai la possibilità di farlo poiché il passaggio è sufficientemente ampio da permetterti di passare.
Aggiorna le tue stat al prossimo post.
PS. Leggi bene anche quanto da me scritto...Tuco potrebbe essere disposto anche a concedere i due incantesimi da te bramati...Ma in cambio desidera la conoscenza del tuo incantesimo...
 
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view post Posted on 10/10/2016, 21:13
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Il risultato dei suoi sforzi non fu quello atteso, ma fu sufficiente per svelare parte dell'inganno e concedere al Demone un asso nella manica importante. Anzi: ben due assi nella manica importanti. Prima di averli capiti, però, Raven crollò esausto appoggiandosi a un ginocchio. Per svelare la fonte dell'inganno di quel tizio, per capire che tipo di trucchetti usasse, Raven aveva dovuto fare uso di due incantesimi certamente importanti, ma alquanto stancanti. Sentì le forze scendere di colpo; frutto di un suo impegno tropo cercato e voluto. Sentì anche il respiro, affannato e profondo, come negli anni di Quidditch o nei duelli in Sala. Il cuore batteva forte; la mente era ancora stanca. Eppure il risultato lo aveva raggiunto. Fu allora, dopo aver ascoltato Tuco ed eseguito quel che aveva da eseguire, piegato su un ginocchio solo con la bacchetta tra le dita, l'Akuma rispose:
«No.» - Tagliò corto. - «Se la vita è amara, la addolcirò; e se diventerà troppo dolce, la farò ritornare amara.» - Esaminando la situazione, capì che la sua intenzione aveva avuto successo, nonostante la runa non avesse funzionato a pieno delle sue possibilità. Fu allora che comprese gli assi che aveva nella propria manica: in primis, aveva avuto modo di percepire il calore sprigionatosi dal pavimento quando la runa lo fuse, facendolo diventare una miscela liquida composta da elementi chimica e sostanze nocive. Una tale temperatura era micidiale; un calore mai visto. Cosa se modificare la terra ai piedi di un mago, facendolo diventare talmente caldo da bruciare tutti i tessuti e uccidere? Era un potere inimmaginabile quello!..
Alla fine l'utilizzo della runa aveva dato modo di capire: oltre agli incantesimi, Raven possedeva un'arma incredibile! Istantanea! Pericolosa! Micidiale! Ma... l'avversario doveva essere tenuto lì, sopra il liquido più-che-bollente perché questo lo danneggiasse.

Il secondo asso nella manica Raven lo ebbe quando finì di respirare profondamente per mandare ossigeno al cervello e vide la scala a chiocciola che scendeva giù. A tale proposito capì: la proiezione di Tuco, la proiezione precedente, era frutto di qualcosa che era stato fatto diventare liquido da Raven stesso. Ed era per questo che la proiezione era sparita. Da qui arrivò a pensare che Tuco fosse stato lì sotto, a proiettare l'immagine di sopra e a osservare Raven con un qualche altro mezzo. O meglio: che fosse alla base di quelle scale a chiocciola, a proiettare l'immagine all'insù in qualche modo.
Un altro indovinello. Trovi le risposte, ma ogni risposta apre le porte ad altre domande.
Un classico.
A conferma delle sue intuizioni vi era un fascio luminoso a segnare l'asse delle scale in legno. Qualcosa che, probabilmente, formava l'immagine una volta che il fascio giungeva di sopra.
"Interessante..." - pensò Raven, rispondendo anche alla richiesta del guardiano e urlando nel buco creatosi, in modo da farsi sentire da Tuco, che eventualmente era di sotto.
«D'accordo,» - disse in modo chiaro e nitido. - «Io ti dirò ciò che vuoi saperne di più. In cambio tu mi darai le informazioni necessarie per apprendere i due incantesimi. Informazione per informazione. » - Sedutosi a braccia incrociate proprio vicino al buco creato, Raven avrebbe preso un bel respiro. - «Considerando che si tratta di un incantesimo di mia invenzione, che non conosce nessuno sul pianeta a parte me, credo che lo scambio sia equilibrato,» - continuò l'Ex Docente con voce ferma per poi appoggiare la testa sul palmo della mano destra, nella solita posa di un annoiato. - «Allora? Come lo facciamo lo scambio? Vieni qui o scendo io?» - domanda opportuna e più che lecita quella. E una volta che Tuco avesse deciso di palesarsi davanti all'ex Corvonero, questi avrebbe pensato a cosa fare.
Del resto non aveva ancora promesso nulla di specifico e ogni sua parola sarebbe potuto essere niente di più che un inganno. Un inganno dall'amante delle trasfigurazioni materiali, incantesimi potenti e inganni stessi.
E in contempo si concentrò anche sul riprende le forze. Ne aveva bisogno.




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Con l’incedere tiranno del Tempo, Raven stava realizzando quanta fatica fosse costata la decisione di violare il British Magic Museum.
Egli era mago capace, ben più potente di quanto un semplice mago avesse potuto immaginare... Ma, di fronte a Tuco, era facile sentirsi spiazzati.
Il mondo era sin troppo vasto per essere sopraffatti dall'illusione dell'inesistenza di uomo dotato di pari ingegno e superiore potere magico dell'intruso!
Il guardiamo del reparto proibito non era uno sprovveduto. Se nemmeno le conseguenze fallimentari dell'agire di Raven avevano persuaso l’intruso, questi sarebbe diventato agli occhi di Tuco nient’altro che un ingenuo, un sempliciotto che non sapeva vedere oltre il palmo del proprio naso.
Superbia poteva accecare. Ma il mancato riconoscimento dei limiti della propria mente poteva aver ben altre e peggiori conseguenze.
Se ciò fosse avvenuto...Il guardiano ne sarebbe rimasto davvero deluso.
Quel confronto, infatti, iniziava davvero a piacergli.
In qualità di accademico, quale io sono, accetto volentieri uno scambio che possa arricchire il mio intelletto. Due incantesimi per un incantesimo raro e sconosciuto alla comunità magica mi pare scambio equilibrato
La voce di Tuco ora era chiaramente percepita...Come prevenisse dal baratro. Ologrammi e altri finzioni avevano ultimato il loro insidioso corso.
A Raven la verità sarebbe presto apparsa in tutta la cruda e semplice essenza...Forse.
Come puoi vedere, mio interessante "ospite non invitato", sono uomo ponderato e ben disposto a venire a patti con individui propensi a concedere parola d’onore. L’accordo è giunto. Ma non sarò io a palesarmi. Tu sei l'intruso. Mi piacerebbe conservare i privilegi del padrone di casa. E così farò. Prego, accomodati.
E se le parole non erano state chiare lo sarebbero state a breve. Il sentiero era stato tracciato, ma per Raven le sfide non erano finite.
Sei mago abile e capace. Sono convinto che sarai in grado di trovarmi senza grosse difficoltà. Non sono poi così lontano. Cerca, trova la mia persona e sarai soddisfatto in intenzioni tanto quanto in risultati
Si trattava di una semplice considerazione che l’Ex Docente di Volo non avrebbe avuto difficoltà a capire. Il pathos dell’artista, l’anima della sfida che senso avrebbero avuto se tutto fosse stato sin troppo facile? Raven doveva guadagnarsi il diritto di apprendere le informazioni che andava cercando senza aiuti.
Era questione di principio e di autostima.
Vuoi forse dirmi che la distruzione di una scala a chiocciola può fermare un mago tanto potente?? No, non può essere…...
Infine la voce smetteva di esser percepita come se Tuco avesse deciso di iniziare nuovo gioco.
La ricerca stava per avere inizio. La mossa successiva spettava a Raven.
Un salto nel buio…..Ecco quanto si richiedeva.
Le informazioni attendevano...Esattamente come il guardiano.
Se l’intenzione di Raven era stata quella di prender tempo e riposarsi, ebbene, questa era stata soddisfatta.
Tuco comprendeva e capiva. Le sfide non potevano risultar divertenti se intrprese insieme a sfidante privo del suo completo...Potenziale. Tutto avrebbe potuto dirsi di Tuco, tranne che il guardiano del British Museum fosse scorretto.
Parola d’onore: a patti fatti niente avrebbe ostacolato l'Ex Mangiamorte dal raggiungere il suo proposito.
Sarebbe stato sufficiente soddisfare le premesse.
Niente di più. Niente di meno.
Ma in caso di mancanza d'onore, di tentativo di truffa da parte dell'avversario...Un pugno di mosche...



I tuoi Punti Mana tornano a 298.
Aggiorna le tue stats.
 
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"Sì, e che altro devo fare? Portati una tazza di caffè?" - quasi arrabbiato pensò Raven ascoltando come quel Tuco se la stesse tirando a più non posso. In compenso però Raven tacque, senza far molto, o per meglio dire: senza far niente. Seduto stava riprendere le energie. In vista di un possibile scontro? Tutto poteva essere e chissà dove lo avrebbe portato la mente lungo quel cammino. Certamente stanco, e conscio del fatto che le forze stavano ritornando, non riusciva a capire perché quel guardiano non volesse proprio farsi vedere, venendo incontro all'ospite indesiderato che egli sembrava acclamare così tanto. Ascoltò tutte le sue proposte con l'aria frenetica di chi aveva accettato di fare uno scambio, se ne era pentito, e avrebbe bruciato tutto quanto non appena ne avesse avuto occasione. Per quello, quando Tuco finì di parlare, Raven tossì, schiarendosi la voce.
«D'accordo, ma basta giocare a nascondiglio.» - sentenziò secchito alzandosi di colpo e avvicinandosi al foro che egli stesso aveva creato. La scala a chiocciola era stata distrutta. La dista verso terra era di circa 5 metri, l'ottimale per eseguire una trasfigurazione o alleviare la gravità in quel punto, rendendo, di fatto, la caduta meno veloce e quindi meno pericolosa. Senza attendere oltre puntò la bacchetta verso il fondo, immaginando come le molecole della materia che vedeva si allungavano, distanziandosi, creando così più spazi, e rendendosi quindi di gomma. Questa trasformazione avrebbe interessato tutta la zona sottostante, un'area di qualche metro quadrato. Così non si sarebbe fatto male. Aveva i MAGO in trasfigurazione. Non poteva sbagliare. E anche se era abituato a cadere, - e cadere gli piaceva, - quella volta preferì semplicemente puntare la bacchetta, concentrarsi sull'immagine molecole che desiderava far assumere alla materia e pronunciare mentalmente la formula magica necessaria:
"Verto Lentus!" - con tono calmo, e in contempo deciso. Non poteva sbagliare quell'incantesimo che aveva utilizzato così tante volte.
Una volta eseguito l'incantesimo, avrebbe semplicemente fatto un passo in avanti, nel buio. Il buio lo avrebbe accolto, e la gomma avrebbe attutito la sua caduta.
Cos'altro? Cosa ci avrebbe visto? Non lo sapeva ancora.








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La stagnante immutabilità degli eventi non poteva soddisfare l’animo oscuro di Raven i cui primi segnali di malcontento affioravano dando corpo all’inquietudine.
Come tollerare l’arroganza di Tuco? E domare l’orgoglio? Sconfiggere impotenza? L’Ex Docente di Volo non vi era abituato.
Molto aveva sfoggiato, altrettanto provato nel tentativo di dominare una situazione di stallo sulla quale non riusciva a trovare il controllo. Ma che fare quando la nemesi se ne stava al sicuro, niente accennando alla volontà di uscire portando il confronto alla luce?
Agire…
La bacchetta tremò nella mano dell’intruso, il fascio di luce repentino oltrepassava la buca incantando una porzione limitata del pavimento e quindi trasfigurandolo in morbida gomma. Raven aveva infatti deciso di attuare quel salto nel buio che il Fato pareva avergli voluto suggerire. V’era forse un'alternativa?
Per l’abile ex mangiamorte, l’ulteriore perdita di tempo era inammissibile. I giochi di Tuco iniziavano ad infastidire. Del resto, lo scopo non era proprio quello?
L'intruso mosse solo due passi: il primo sul pavimento, il secondo, lontano dal trovare un appoggio, sbilanciava il peso subendo forza attrattiva diretta verso il fondo del baratro. Raven aveva scelto. E Tuco, impaziente, attendeva godendosi, nel frattempo, il tuffo morbido del giovane mago che con un rimbalzo toccava, pochi attimi dopo, il pavimento dell'area sottostante.
La stanza circolare che si trovava ora ad accogliere l’intruso replicava l’architettura della sovrastante, fatta eccezione per quel che rimaneva della scala a chiocciola che l’uso della runa aveva ridotto a ferraglia rimodellata e "ricotta".
La flebile luce di torce appese lungo la parete circolare creava una penombra, un gioco di luci ed ombre che un animo oscuro come quello del Raven non avrebbe potuto non apprezzare. Egli era giunto a destinazione. Tuttavia...L’abitante ancora lontano dal rendersi visibile o individuabile, avrebbe indotto al'ira l'intruso?
Ribellarsi equivaleva a rinunciare agli incantesimi che Raven intendeva apprendere.
Arrendersi...Un'opzione che Raven mai, probabilmente, avrebbe osato prendere in considerazione.
La scelta giusta era anche la più difficile: assecondare, piegarsi alla volontà altrui e, così facendo, sperare di giungere a conclusione. Per due incantesimi non eran forse troppi i suoi patemi?
Probabile. Ma spettava a Raven decidere.
Un patto era stato appena siglato, un incantesimo oscuro e sconosciuto al mondo magico messo sul pianto della bilancia quale merce di scambio.
Tuco non avrebbe potuto desiderare altro.
Quanto a trovare Tuco stesso...C’era ancora del lavoro da fare.
In effetti, non appena lo sguardo di Raven si fosse con attenzione rivolto all'ambiente circostante, scrutando così i dettagli della stanza circolare, egli si sarebbe reso conto che l’assenza di porte non era medesima prerogativa della stanza poc’anzi abbandonata.
In perfetto contrasto, come a voler richiamare la variazione di quell’architettura, laddove tanto egli si era affannato a cercare via di ingresso al reparto proibito, Raven ora si trovava a poter scegliere tra quattro porte equidistanti lungo la parete circolare. Si trattava di quattro porte in quercia, finemente elaborate e racchiuse entro cornici decorate con pietra arenaria e mattoni di vetro.
Niente di eccezionale se non per la singolare presenza di una serratura i cui diametri e le cui fattezze erano ben lungi dall'assomigliare ad una chiave. I diametri, i contorni e tutti quegli elementi che in sintesi facevano di ogni serratura una chiave sembravano richiamare, al contrario, un oggetto particolare, qualcosa che ogni mago mai dimenticava di portare, la sua estensione naturale, il suo braccio armato. In poche parole e per cercare chiarezza, una bacchetta.
Cosa fare di una tale informazione stava a Raven il lusso e la facoltà di deciderlo.
Quel che era evidente era che Tuco aspettava.
La scelta, quella giusta, avrebbe fatto la differenza tra giungere a meta designata o perdere tutto quanto, come se propositi ed intenzioni fossero stati granelli di sabbia che scivolavano tra le mani.

 
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Il volo non durò molto e sfiorato da un piccolo vento in meno di qualche secondo Raven Shinretsu si ritrovò in tutt'altra stanza, parecchio differente da quella precedente, ma con il guardiano ancora nascosto chissà dove. Aveva chiesto di smetterla di giocare a nascondiglio, eppure quel tizio, di cui iniziava a perdere la stima, continuava a nascondersi dietro porte e giochi babbani. Si divertiva davvero a fare tutto quello? Si divertiva a farsi cercare? L'Akuma, piano-piano, se ne era scocciato. Avevano stretto dei patti e ora gli sembrava che la controparte stesse facendo meno alle sue stesse parole. Gli si poteva dare colpa? Certamente no. Stava sfruttando le debolezze del suo avversario, - Raven in questo caso, - prendendolo per il naso come se fosse un topolino e mandandolo qua e la come se fosse il suo schiavo. Tuttavia questi si era stancato abbastanza. Atterrato, esaminò la stanza in cui si era ritrovato guardando le 4 porte e il tutto. Era ovvio che quel cane si stesse nascondendo dietro a una delle porte, ma dietro a quale? E sopratutto: cosa sarebbe successo se avesse scelto la porta sbagliata?..

Arrivato al centro della stanza, sbuffò abbastanza rumorosamente.
«So che sei il padrone di casa, ma abbiamo stretto un patto e non era questo,» - disse in maniera abbastanza chiara e lucida. Non gridò. non ne aveva bisogno. Sapeva che Tuco lo poteva probabilmente ascoltare anche lì. E sapeva anche che non si sarebbe mosso. Il guardiano aveva richiesto il salto nel vuoto. Raven lo aveva fatto. Avevano un patto, e ora toccava al padrone di casa raggiungere l'ospite, non altrimenti. Volendo, avrebbe potuto aprire tutte e 4 le parte senza dover indagare quale fosse quello giusto. Tuttavia gli sembrava davvero troppo. Per quest il Corvo si sedette al centro della stanza a gambe incrociate e non mosse ulteriormente un dito.
«T'invito a rispettare i termini del patto,» - disse chiaramente. - «Io il mio l'ho fatto. Tocca a te.» - Anche a costo di perdere gli incanti sperati e uscirsene fuori col nulla, non avrebbe più mosso un singolo dito. I piedi in testa di sicuro non se li sarebbe fatto mettere dal guardiano di quel posto. E non avrebbe tradito la parola data, come stava facendo il guardiano.







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Nelle azioni, più che nelle parole, si poteva scorgere molto del carattere di un mago, senza tuttavia aver la pretesa di credere di conoscerlo davvero.
L’onore, la mente improntata all’etica cavalleresca che tanto s’addicevano alla casata Grifondoro, trovavano terreno fertile nell'astuzia, nell'acume, nell'abilità propri di un vero Corvonero come Raven? Onestà, mantenimento della parola data, sarebbero stati chiave per aprire la porta della conoscenza di Tuco? Oppure...Si trattava solo di gioco di forza, ove tutto era concesso, come in guerra ed in amore? Raven aveva ascoltato, aveva agito assecondando le richieste del guardiano del British Magic Museum, ma era giunto a colmare la misura della sua pazienza.
Ecco il limite.
O accordo, o rottura..
E Tuco?
Di fronte all’inerzia della controparte, il guardiano, egualmente stanco di giocare, decideva di agire.
E sia….
La voce del "padrone di casa" avvolse la sala circolare, rimandando un flebile eco generato dalla peculiare architettura della stanza. Avrebbe fatto dunque la sua comparsa come voleva l’Ex Mangiamorte?
Non sembravano esserci alternative.
Ma sciocco sarebbe stato sottovalutare Tuco che di ingegno e fantasia aveva già dimostrato essere colmo in abbondanza.
Due gentiluomini, un patto e la fiducia reciproca potevano bastare...Tuttavia...Era sempre segnale di intelligenza non abbassare troppo la guardia.
Tanti "pro" ed altrettanti "contro" si affacciavano alla mente del guardiano, ma in fondo egli sapeva: non avrebbe potuto conoscere a pieno il suo gradito ospite se non gli avesse dato la possibilità di mostrare la sua vera natura.
La decisione fu dunque presa.
Il ginepraio di pensieri durò non meno di pochi attimi giacché alla voce di assenso del guardiano una strabiliante "magia", figlia della tecnologia, iniziava subito a prendere atto.
La natura solida delle quattro porte parve scomporsi davanti agli occhi del mago seduto a gambe incrociate al centro della sala. Qualche momento prima, una simile magia aveva visto il pavimento in legno della stanza soprastante trasfigurare la sua materia, ma a parte tale similitudine, il resto era tutta opera dell’abilità personale di Tuco.
Pochi battiti di ciglia e una soluzione liquida del materiale di cui era composta ciascuna porta scese al suolo seguendo le linee sinuose dell’architettura e in tanti rigagnoli ricostruire al centro della sala, a pochi metri da Raven una massa informe in cui si sarebbe plasmata, inizialmente indecisa, una nuova figura.
Da solido a liquido, da liquido a solido...Così, nella cangiante e spettacolare magia, che magia non era, si ricostruì la persona di Tuco i cui occhi poterono finalmente posarsi sull’uomo che aveva tentato di violare la sezione proibita del British Museum.
E le porte? Non vi era nessuna porta...Solo una stanza circolare. E le strane serrature? Non vi era più nulla. Mura e Tuco.
Mi cercavi, io sono giunto…
Disse la figura in piedi, lo sguardo ben puntato sull’Ex Docente di Volo nel suo atto di ribellione.
Nella mano sinistra stringeva due fogli di pergamena consunta fitta di informazioni scritte. Nella mano destra, la bacchetta era puntata contro Raven.
Dimmi dunque…come hai fatto a sfuggire al campo d’azione del Veritas? Prima di rispondere...Sappi che per avere accesso al Reparto Proibito, devi convincermi, non vincermi...E una volta convinto, io...Resto fedele sempre all'accordo preso...E non avrai solo la torta, per così dire...Ma anche le ciliegine. Dunque...Gioca bene le tue carte.
Lo scambio di informazioni era iniziato.
Faccia a faccia.
Non era quello che Raven aveva sempre voluto?

 
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Quel "e sia" risuonò similmente a una dolce estasi, un profumo di vittoria. Alla fine aveva ottenuto quel che voleva, senza abbassarsi a seguire i comandi del padrone di casa. Sedendosi al centro della sala a braccia incrociate, con la bacchetta vicino, faceva chiaramente capire di non rappresentare una minaccia. Gli occhi chiusi, attendeva soltanto che il padrone di casa facesse la sua comparsa da dietro le quinte. Quando successe Raven aprì gli occhi guardandosi intorno e vedendo come le porte scomparivano lasciando spazio al muro. Cosa poteva significare quello? Non lo sapeva e non voleva rifletterci. Ci avrebbe riflettuto di seguito, optando subito per spiegare il tutto con la magia runica. Quando le porte si sciolsero l'ex Docente si alzò dal pavimento, lasciandoci però la bacchetta. Or-ora vedeva soltanto una stanza circolare, come se le porte non fossero mai esistite. Un altro inganno, insomma. Ma non vi era alcun bisogno d'ingannare Raven, che iniziava a stimare quel tizio sempre di più. Quando Tuco si palesò, Raven sorrise. Alle sue parole però non rispose, preferendo passare subito ai fatti.
«Abbassa la bacchetta,» - disse lanciando un'occhiata alla sua, che era ancora al centro della sala. - «Vuoi le informazioni?.. Bene. Ma è una storia lunga.» - E sedutosi di nuovo al centro della sala a braccia incrociate gli avrebbe raccontato la sua storia, ricca di particolari, tralasciando tutto ciò che aveva a che fare con l'Oscuro. A iniziare dai suoi esperimenti con la magia, passando per la volontà di apprendere i due incantesimi citati, e senza dimenticarsi di aggiungere al racconto l'esatto tentativo con cui era riuscito a celarsi al Veritas e con cui aveva inventato il Deceptio. Avrebbe potuto mentirgli, ma non voleva farlo. Raven era un uomo di parole e se aveva deciso di scendere a patti con quello, beh... i patti dovevano essere chiari. Altrimenti come avrebbe potuto poi propagandare gli ideali di onore e cavalleria? Finito di spiegare come aveva illuso il Veritas, disse chiaramente:
«Mi stai simpatico, ma ho una matta voglia di spaccarti la faccia,» - alzatosi, - e prendendo la bacchetta, - si sarebbe avvicinato al guardiano. - «Questo è mio ora o devi controllare che le mie parole siano vere prima?» - indicò i due fogli nella mano del guardiano.




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Era difficile non rimanere abbagliati dal carisma di Raven.
Mai, in così tanti anni d'esperienza, Tuco aveva avuto l’occasione ma, soprattutto, l’onore di conoscere un mago di siffatta abilità ed onore.
Si poteva parlare di stima? Difficile a dirsi.
L’aspetto che più aveva colpito il Padrone di Casa era il conflitto di luce e ombre che abbarbicavano colui che era diventato gradito ospite. Forze opposte si contorcevano, lottavano nel tentativo di emergere.
Il risultato restituiva l’immagine di un uomo che nemmeno Tuco avrebbe mai potuto comprendere a pieno: un enigma.
Ed al guardiano del Reparto Proibito piacevano assai gli enigmi.
Ecco il motivo per il quale aveva ceduto. Per questo aveva sciolto i piani che dal principio aveva concepito per ostacolare l’accesso alla sezione proibita del British Magic Museum. E...Per questo la magia delle porte si era "sciolta" riportando alla materia la sua stessa persona: per scrutarlo…Conoscere Raven. Faccia a faccia.
Gli occhi di una persona dicevano più di quanto tante parole sarebbero mai riuscite a dire.
E con gli occhi che si immergevano, indagatori, in quelli dell'Ex Mangiamorte, il guardiano aveva iniziato a capire.
Non hai ragione di temere un attacco dalla mia persona. Se avessi voluto usare la bacchetta contro di te l’avrei già fatto
Quella voce, immateriale fino a qualche attimo prima, giungeva finalmente per Raven da una persona in carne ed ossa.
Era quella la dolce estasi, il profumo di vittoria che Raven si aspettava?
Molte volte cedere non era affatto sinonimo di una sconfitta. Il fatto che Tuco si fosse palesato sotto richiesta dell'Ex Docente di Volo non stava a suggerire che vi era accondiscendenza senza opporre resistenza.
Anche il guardiano possedeva orgoglio con il quale ogni giorno doveva confrontarsi.
Ascoltò dunque le parole e la descrizione dell'incanto Deceptio che seguirono, senza mai distogliere lo sguardo dal viso della controparte.
Era abituato a ricercare nel volto degli altri segni di cedimento e altri segnali che tradissero ira, menzogna, risentimento ed altro.
Faccia a faccia si perdeva il privilegio di dilettarsi con giochetti d'astuzia, ma si finiva inevitabilmente per essere nudi, almeno di fronte a Tuco.
Affascinante…..Sei un mago abile, mio giovane e strano ospite. Non ho mai sentito niente di simile. E’ una tua creazione dici, un incanto personale che viola gli effetti del Veritas deviandone il campo di azione….
Parlava ad alta voce ripetendo qualche passaggio della discussione precedente. Aveva infatti capito molto bene gli effetti della magia e il suo utilizzo ma ancora non pareva convinto. Non del tutto.
Come ti ho già anticipato, non mi interessa lo sfoggio di superiorità. Io voglio essere convinto…Ho bisogno di vedere…Mostrami l'incanto.
Tuttavia, come a voler dimostrare che effettivamente anche il Padrone di Casa era mago di parola e che per nulla al mondo si sarebbe macchiato dell’onta di essere un bugiardo, prese uno dei due fogli che aveva nella mano offrendolo a Raven.
Il foglio conteneva le informazioni del primo incantesimo di interesse dell'Ex Mangiamorte. Il Portus.
Sebbene non abbia motivo di dubitare delle tue parole, ho tuttavia bisogno di una dimostrazione. E’ bene infatti che alla teoria segua la pratica. Dimostrami che il tuo incantesimo funziona e l’altra pagina sarà tua. E non solo quella. Come ti ho anticipato poco fa, sono un uomo di parola. Una volta "conquistata" la mia fiducia, questa dura per sempre...
E mentre Raven poteva godere di qualche istante per ponderare e studiare la pagina che il guardiano gli aveva appena offerto, Tuco sollevava lentamente la bacchetta, senza alcuna intenzione di attaccare il giovane mago innanzi a lui.
Aveva già infatti confermato la sua buonafede.
Mano alla bacchetta….sto per metterti alla prova. Sei pronto?
Che strano quadro doveva apparire dall’esterno. Come un maestro e il suo alunno si scambiavano informazioni arricchendo il proprio bagaglio personale, migliorandosi.
VERITAS
Il braccio piegato parallelamente al suo e ad angolo retto si mosse descrivendo diversi ed eleganti movimenti circolari, designando il campo d’azione dell'incantesimo.
L’intenzione di Tuco era quella di creare un'area ristretta alla destra della figura di Raven, una zona circolare nella quale il mago una volta castato il suo deceptio potesse spingersi per dimostrare di essere in grado di annullare l’effetto del veritas.
Ora tocca a te…casta verbalmente il tuo incantesimo, quindi entra nel campo del Veritas…E mostrami….
Tuco attendeva.
Avrebbe osservato Raven castare l'incanto Deceptio vedendo così ultimare il suo apprendimento teorico dell’incantesimo. La parte pratica, per uomo di abilità magica quale quella del Guardiano, sarebbe stata sin troppo semplice. La memoria visiva, la perfezione di recepimento di dettagli e particolari, avrebbero permesso a Tuco, in un secondo momento, di dedicarsi al completo apprendimento del Deceptio. E Raven, uomo di onore, aveva descritto nel dettaglio l'incantesimo, fornendo tutte le informazioni necessarie (inclusa concentrazione, impostazione mentale, non solo movimenti, pronuncia e formula.
Una promessa era una promessa.
In fondo, Raven ormai era giunto alla meta. Ancora una piccola dimostrazione e le informazioni per cui l'Ex Mangiamorte s’era tanto prodigato sarebbero state sue...Tutte.



Tuco ti ha fornito tutte le informazioni necessarie per apprendere l'incanto Portus. Ricorda che per apprenderlo dovrai seguire quest di apprendimento (come per tutti gli incanti). Nel secondo foglio Tuco ha le informazioni per l'incantesimo Harmonia Nectare Passus. Tali informazioni sono ancora nelle mani del guardiano che è in attesa della tua dimostrazione pratica.
 
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view post Posted on 28/11/2016, 21:23
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Quando disse che Raven non aveva ragione di temere, egli sorrise. Il mondo era falso; false erano anche le persone. Chi diceva di non aver paura era spesso anche quello che ti pugnalava alla schiena alla prima occasione. Aveva ragione a dire che avrebbe potuto farlo prima (come?, se vi era un muro tra lui e Raven?), ma forse aveva i suoi metodi. Del resto quello era il suo labirinto. La sua dimora. Ed era normale, infinitamente normale che Raven si trovasse in difficoltà dinnanzi a cotanto ingegno, trappole allestite a hoc e un tizio come quello. Di certo non amava i sotterfugi simili. Alcune volte se ne era servito, pur da sempre preferendo lo scontro diretto, da uomo a uomo, per raggiungere i proprie obiettivi. Era una via dura quella, ma era meglio percorre una strada in salita, da uomo onesto e pieno di ideali, piuttosto che camminare in discesa, ma perdendo sé stessi. Invece di schierarsi con il più forte, era meglio restare da soli. Anche a costo di perdere. Anche a costo di assaggiare l'amarezza della sconfitta.
No, non esultò a vedere il suo avversario, se così lo si poteva chiamare. Erano in sua casa, ma erano circa in campo neutro. Durante l'ascolto e il suo monologo l'ex-Docente rimase freddo e impassibile. Aveva uno sguardo determinato. Lo sguardo di chi sa bene cosa vuole e perché lo vuole. Forse il guardiano avrebbe saputo cogliere quella nota di sicurezza, di determinazione volta a superare tutto pur di riuscire. O forse no. Non stava a Raven pensarci.
Quando chiese di mostrargli l'incanto, Raven sbuffò, pensando che quel tizio voleva troppo. E guardando il foglio che questi gli porgeva, sollevò leggermente il capo, pur prendendo le informazioni,
«E chi mi dice che tu non mi abbia fregato?» - gli chiese. In ogni caso, non avrebbe avuto problemi a ripetere l'incanto dinnanzi al guardiano. Come molte volte prima, avrebbe ripetuto le stesse azioni, gli stessi movimenti. Aspettò comunque che il suo compagno di giochi attivasse il Veritas. Quindi Raven passò all'azione, lanciandosi prima il Seocculto per diventare invisibile agli occhi di coloro che avevano un mente magica più debole, e quindi agendo.
Si concentrò, cercando di lasciare quel tizio simil-cowboy fuori dal suo mondo. In poco tempo riuscì anche a limitare il suo dialogo interiore, trovandosi così in un posto isolato e nascosto. Lì, proprio lì, era in grado di creare. In poco tempo riempì il vuoto con ciò che voleva: immagini e colori. Creò sé stesso come mille volte prima, immaginando le cellule, le molecole, gli atomi e i tessuti. Da lì disegno sé stesso: braccia, gambe, volto, occhi stanchi, capelli sporchi, occhiaie, rughe e altro ancora. A tutto aggiunse il suo mantello, i peli corporei sparsi un po' qui e lì, unghie e quant'altro. Intorno a lui stesso fece comparire anche una barriera violaceo, nitida, ma trasparente. Era leggermente visibile, quasi come l'inganno, come un piccolo velo che avvolgeva il suo corpo a 360°. Il colore indaco indicava la via da perseguire. Indicava la strada. Ne era un elemento fondante, tanto che Raven cercò di dargli una precisa, oscura luminosità. A questo punto l'opera d'arte, la creazione, a cui egli mirava si poteva dire finita. Il tutto venne fuso in un'unica immagine, pronta a migrare dal suo cervello alla sua mano, ove l'indaco iniziò a prendere vita nella realtà, tanto che ora era lì, dinnanzi al guardiano, con lo stesso velo, immaginario, ma non per questo irreale, a circondarlo. Mani, capelli, occhi, tutto il corpo venne compreso all'interno del velo. Il tutto creato con un solo scopo, una sola volontà: l'inganno. Ingannare. Le sue fibre, i suoi nervi, la sua attenzione compresa in quel miracoloso vuoto, era tutta volta in un'unica direzione. E anche l'inganno aveva un solo obiettivo: quello di trionfare sulle ingiustizie del mondo. Restare nascosto agli occhi dello stesso pur entrando nella zona del Veritas. Cercò di metterci anima e corpo in quei pochi istanti.
Focalizzatosi sull'immagine e desiderio, concentratosi e compresa la forza di volontà portò la bacchetta all'altezza dei suoi occhi e disegnò, eseguendo un movimento fluido e docile, una linea orizzontale, che si diresse dal centro dell'occhio destro, verso il centro del sinistro, come a voler collegare i due punti. A tal punto, sempre in modo fluido e gentile, mosse la bacchetta verso i propri piedi, direzionando la mente verso la sua fine: includere nell'inganno visivo, nell'illusione, il suo intero corpo. Infine pronunciò, in modo non verbale, la formula magica:
"Decèptio" - come altre volte prima, la dicitura mentale fu fluida, gentile, un sospiro, un inganno. La sua voce mentale sembrò tremare, scomparire, eppure esistere. Una dicitura che sarebbe dovuta restare estranea alle orecchie degli ascoltatori. Diede alla pronuncia un tono evanescente, quasi come se fosse fatta di vapore, di nebbia o d'ombra. Quindi, senza aspettare troppo, entrò nell'area d'azione del Veritas come gli era stato richiesto.
«Devi pronunciare la formula in modo non verbale,» - chiarì di nuovo cercando di attirare l'attenzione del tizio.

Quindi allungò la mancina in avanti, aspettando il secondo foglio.





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Nella singolarità delle azioni di Raven, trovare un filo conduttore era arduo. Si trattava, dunque, di degno ospite di Tuco.
Le apparenze ingannavano, le circostanze offrivano interpretazioni disparate.
Dinanzi alle sfide, nonostante la presunta voglia di mettersi alla prova dimostrando il proprio potenziale, egli sapeva attendere e, soprattutto, sapeva patteggiare. Le divagazioni lo infastidivano, la ripetizione e la quotidianità lo annoiavano. E questi dettagli appartenevano anche alla personalità bizzarra del "padrone di casa".
Tuco era in grado di gestire e manipolare Mezzi e Fini...Eppure...Nella confusione di pensiero, un solo ricordo affiorava alla mente del Guardiano del Reparto Proibito.
La strada dell’inferno era lastricata di buone intenzioni.
Due incantesimi non erano poi lontani dall'essere giusto mezzo per giungere ad uno scopo.
Tuco avrebbe forse barattato ben più di qualche incantesimo della sua biblioteca per capire quali “ buone “ intenzioni lastricassero la personale strada del rivale, ma ormai era tardi.
Un accordo era pur sempre un accordo e, con una dimostrazione ben riuscita, l’unica mossa che le circostanze avrebbero suggerito, sarebbe stata quella di onorare la seconda parte del patto.
Raven aveva infatti assecondato ogni richiesta del padrone di casa ed andava ricompensato.
Eccezionale…..
Durante l’esecuzione l’attenzione del guardiano si era posata su ogni dettaglio cercando di imprimere nella mente gli elementi necessari alla buona riuscita del suo apprendimento.
Aveva visto ben oltre il potenziale dell'incantesimo che ancora stringeva tra le mani. Quel Decéptio era incantesimo che riusciva a sorprenderlo. Ne avrebbe fatto tesoro come mai con informazioni di ben altra caratura.
Due incantesimi….Per questo…solo a me vien da pensare che ci hai perso?
C’era un tono divertito nella voce del guardiano ma a dispetto delle apparenze lo scopo non era infastidire l’interlocutore.
Per lui che era un esperto conoscitore dei proverbi babbani c’era sempre una "massima" che calzasse perfettamente ad ogni occasione.
Del resto, com'è che si dice?
Le dita portate a grattarsi il mento come in un momento di riflessione.
…o ti mangi questa minestra o ti butti dalla finestra !
Ed offrendo un largo sorriso agitava la bacchetta affinché, con un perfetto magisterium tutto tornasse alla normalità di poco prima e con un Raven perfettamente visibile: Tuco roteava il polso prima ad est , poi a nord, in seguito ovest ed infine sud. E terminava l'esecuzione dando un colpo secco nel mezzo di quel rombo disegnato in aria, pronunciando nel frattempo la formula
*MAGISTERIUM*
ponendo gli accenti sulla "A" e sulla "E".
Di nuovo viso a viso.
Tieni…E con questo il nostro accordo è concluso...
La mancina dell’Ex Docente di Volo si sarebbe ritrovata di lì a poco a stringere le ultime informazioni per le quali aveva sfidato la sicurezza del British Magic Museum.
Ti resta solo un ultima cosa da fare. Uscire dal Museo. Ma ricorda: è indispensabile che tu non sia visto. Come per l’ingresso, così per l’uscita. Per te non sarà difficile, considerando che, in perfetto accordo con la stranezza di questo incontro, hai ottenuto informazioni su come spostarti in sicurezza...Non so se mi spiego... Chi può dire se, tornando sui tuoi passi, tu non possa trovare oggetto che potrebbe far al caso tuo? Dopo tutto...Ti avevo dato un avvertimento, prima di incontrarmi...Ci sono cose da toccare e cose da non toccare...Non hai mai avuto accesso al Reparto Proibito ma...Hai sempre avuto la possibilità di uscire di qui...Proprio quando io ti ho...Intrappolato...
Un ultimo gesto di cortesia e...Anche la conversazione giungeva alla fine.
Strizzando l'occhio al gradito ospite, la figura di Tuco svaniva senza lasciar traccia.
Non c’era più alcun motivo che lo trattenesse. Entrambe le parti avevano avuto ciò che desideravano.
Ma la voce del guardiano, un'ultima volta si udiva...
Da oggi in poi, sarai sempre il benvenuto qui da me...Non dimentico gli accordi. Io rispetto i patti...Sempre...Purchè tu riesca ad uscire senza esser visto!



Tuco ti ha fornito anche le informazioni per l'incantesimo Harmonia Nectare Passus. Di rimandoi, tu hai fornito tutte le indicazioni per eseguire correttamente il Decéptio. Pertanto, Tuco potrà apprenderlo dopo aver fatto la dovuta pratica. Ricorda che, a partire da questo momento, godrai della fiducia del guardiano. E, per accedere al Reparto Proibito non sarà necessario ricorrere a sotterfugi. L'accesso non ti verrà negato, purchè tu sia disposto a passare "dalla porta principale" la prossima volta!
Non ti resta che uscire dal British Magic Museum. Sei entrato di nascosto. Dovrai quindi uscire allo stesso modo. Tuttavia...Tuco ha sempre previsto un piano "B". La sua creatività è encomiabile...C'è stato un momento nel corso del quale tu hai ricevuto un avvertimento da Tuco...E se quell'avvertimento ora fosse un'opportunità per uscire? Del resto, sarebbe proprio "simpatico" come epilogo, considerando che tu hai richiesto le informazioni per apprendere proprio un incantesimo simile...O identico...E lui ti ha fornito la prova pratica...
Questa avventura non è finita. Vediamo come sarà la tua "uscita". Attenzione a tutti i dettagli. Ciò che era presente prima, è presente anche adesso (devi risalire al piano superiore. Ricorda che le scale sono liquefatte, ricorda cosa c'è al piano di sopra...Non tralasciare nessun particolare).
 
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Alla fine si era rivelato essere di parole quel tizio, e una volta che Raven avrebbe avuto quel che voleva, gli avrebbe ringraziato di quel scambio. A dirla tutta, sì. Riteneva di aver perso qualcosa di grande. Ci teneva a quell'incantesimo, ma alla conoscenza ci teneva di più. Alla fin fine, considerando che Tuco difficilmente si sarebbe messo a insegnare incantesimi così rari ad altre persone, poteva dire di aver avuto quel che voleva, e non aveva perso. Del resto, ora poteva giungere dal guardiano sempre, senza sotterfugi, viso a viso, e chiedergli un qualsiasi incantesimo. Che avrebbe potuto volere di più?.. Con quelle informazioni era pronto. La sua strada era fatta. La guerra era vicina. Solo ultimi preparativi e quindi avrebbe sepolto quel mondo sotto accumuli di macerie. Quella piccola avventura era soltanto il preambolo per qualcosa di più grande; era l'Introitus per un canto ben più meraviglioso e magnifico. Da lì in poi non avrebbe avuto diritto all'errore. E se avesse voluto, avrebbe potuto iniziare la sua stessa avventura proprio da quel posto. Ma non era quello il giorno. E non era quella l'ora. Raven avrebbe potuto respirare ancora; prendersi del riposo prima di fare il suo passo, dichiarando guerra al mondo. Doveva ancora calcolare alcuni fattori, prendere in considerazione gli spostamenti, i passi, i respiri. Raven doveva ancora sudare prima di avanzare le sue pretese.
E aveva su di che pensare.
Specialmente considerando che aveva 0.0001% di probabilità di riuscita e il 99% di morire, ma che importava?
Prese il suo foglio con un gesto deciso e se lo ficcò in tasca del mantello. Quindi abbassò lievemente il capo. La richiesta del padrone di casa era chiara, specialmente per quanto riguardava la gabbia e il portus. Se si aspettava davvero che l'Ex Docente si fosse messo a imparare i due incantesimi proprio lì, si sbagliava di grosso. Avrebbe rispettato le condizioni del guardiano, ma agendo a suo modo.
«La ammiro signor Tuco, ma di certo non userò il Portus sulla sua gabbia proprio così,» - disse nascondendo la bacchetta e protraendo la destra in avanti. Una stretta di mano ci stava proprio. - «Per il resto onorato di aver fatto sua conoscenza e... credo che sentirà parlare di me.» - Si avvicinò al foro nel soffitto che precedentemente aveva combinato con la sua Runa e lo osservò per bene, tirando di nuovo fuori la sua bacchetta. - «Mi chiamo Shinretsu Raven,» - affermò alla fine puntando la bacchetta in alto. Erano circa 5 metri di lancio. Mica male! Per uno che si era spaccato la schiena a Quidditch sarebbe stato un divertimento. Dapprima portò in alto il gomito e puntò con la propria bacchetta sé stesso. In contempo s'immaginò di venire spinto in alto attraverso il foro che egli stesso aveva creato. Immaginò d'impostare al lanciò un piccolo angolo, giusto per non volare in alto e cadere sullo stesso punto come un pirla. La sua traiettoria, quindi, sarebbe stata simile a una parabola, a ricadere sul pavimento vicino al foro. Una volta immaginato il volo pronunciò ad alta voce la formula magica:
«Proiècto!» - ponendo l'accento sulla "e" e spostando rapidamente il braccio con la bacchetta verso il foro nel soffitto.

Se fosse riuscito a eseguire il tutto correttamente, sarebbe stato lanciato in alto, fino a rientrare nel foro e cadere sul pavimento vicino come un salame. Lì, allora, si sarebbe trovato dinnanzi alla gabbia che il signor guardiano aveva detto di non toccare. E Raven non l'avrebbe toccata. Dapprima, però, si sarebbe assicurato di essere invisibile alla mente delle persone normali. Pertanto avrebbe puntato la bacchetta contro sé stesso immaginandosi invisibile. Solo dopo avrebbe pronunciato, mentalmente, la sua formula magica.
"Sèocculto!" - avrebbe detto, ponendo l'accento di nuovo sulla "e".

Se si fosse reso invisibile, avrebbe potuto pensare alla gabbia. Non sapeva se fosse vera o no. E non gli interessava. Aveva ancora un asso nella manica con cui deliziare Tuco e avrebbe usato proprio questo. Si immaginò trasparente, come un fantasma, donandosi un'aria da spettro visibile, ma etereo. Immaginò ogni sua cellula, gli organi interni, i tessuti, le mani i capelli. Immaginò tutto diventare immateriale. Si concentrò specialmente su quegli aspetti, perdendo qualche secondo per focalizzare il concetto e dirigere le energie verso l'immagine di quella sua immaterialità. Immaginò gli atomi distaccarsi, formare dei legami diversi; osservò le molecole divenire pericolosamente lontane. Lo stesso fece anche con la bacchetta, facendo sì che anche le molecole di quest'ultima cambiasse completamente stato. Anche per quanto riguarda la bacchetta, si concentrò affinché i suoi atomi e molecole si distanziassero, formando aggregati diversi, gassosi. Quindi passò al movimento, muovendo la bacchetta a spirale intorno al suo corpo. Come molte volte prima partì dalla testa, dalla punta della stessa, scendendo sempre di più fino a giungere al punto più basso del suo corpo: la punta dei piedi. Da lì, quindi, risalì di nuovo fino al punto più alto del suo corpo, quello legato alla testa.
Alla fin dei conti pronunciò mentalmente la formula magica:
"Spectrum!" - sussurrandola quasi come se fosse uno spettro a farlo.
Alla fine si sarebbe osservato. Avrebbe capito se l'incantesimo aveva avuto successo, e in tal caso sarebbe andato avanti.

Nello stato gassoso avrebbe oltrepassato la gabbia, giungendo quindi alla porta. Da spettro, ovviamente, non avrebbe potuto aprirla facilmente. Per questo avrebbe puntato la bacchetta contro, immaginando come anche la stessa porta divenisse immateriale. Si addentrò fino nei dettagli della trasfigurazione molecolare, immaginando gli atomi muoversi, spostarsi, formare delle figure completamente diverse. Allargarsi, per permettere all'Akuma di passare. Solo dopo pronunciò la formula maica, sempre mentalmente.
"Verto tenuis!"
Se il tutto fosse andato come doveva, la porta si sarebbe resa immateriale Raven l'avrebbe facilmente attraversata; altrimenti le sue mani gassose si sarebbero fermate al legno. Se l'avesse attraversata, avrebbe castato un "Finite" sulla porta per terminare l'effetto del Verto Tenuis.

Quindi il nostro ospite avrebbe percorso tutta il reparto pubblico fino a giungere al goblin e poi salire le scale fino alla porta d'entrata. Lì avrebbe usato lo stesso trucco, di nuovo immaginandosi come le molecole della porta si distanziassero le une dalle altre, e gli atomi cambiassero i propri legami e valenza, formando delle molecole temporanee e diverse. Puntando la bacchetta verso la porta Raven avrebbe fatto fluire dell'energia magica verso l'immagine nella sua mente, per pronunciare poi di nuovo la formula magica.
"Verto tenuis!" - nella sua mente, e stando ben attento a imprimere alle parole quel tono deciso, quasi come se fosse un ordine. Quindi avrebbe di nuovo provato ad attraversare la porta solo con una mano, e se ci fosse riuscito, l'avrebbe attraversata completamente, con tutto il corpo.

Da lì quindi si sarebbe mosso per uscire dalla biblioteca babbana di Londra frenando i propri istinti omicidi verso i babbani. Dalla biblioteca si sarebbe diretto verso il vicolo in cui era apparso all'inizio di tutta quella avventura. Non avrebbe prestato attenzione agli ubriachi di sorta o ai babbani, nemmeno se l'avessero visto. Nel vicolo si sarebbe di nuovo concentrato.
In primis si focalizzò sul luogo ove voleva andare: la radura precedente, a 300 chilometri da Londra. Era innevata, probabilmente, e vi faceva un freddo cane, ma l'avrebbe saputa allestire decentemente. Definì tutti i dettagli di quel luogo nella sua stessa mente. Cercò di percepire quel freddo, di sentire quel vento sulla sua pelle, di vedere quel buio tutt'intorno. Cercò di vedere persino i fili d'erba per terra. Quindi cercò d'imprimere la sua volontà di raggiungere quel luogo. Cercò di focalizzare ogni fibra nervosa, ogni cellula, ogni nervo sulla quella radura, provando, nel vero senso della parola, un intimo e forte desiderio di apparirci.
Quindi, se pensarci oltre e con una ferrea decisione nell'animo, sapendo di certo che ci sarebbe riuscito a smaterializzarsi, sarebbe ruotato su stesso in quel che sarebbe stato un rapido vortice in cui, per volere del Divino, sarebbe scomparso.



~ Punti Salute: 273
~ Punti Corpo: 345
~ Punti Mana 397
~ Punti Esperienza: 70,5


/OT: E' stata dura. non ho più l'età per certe cose.
 
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view post Posted on 12/12/2016, 20:50
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Il Fato

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La combinazione di incantesimi castata da Raven ebbe l’effetto sperato.
Non che Tuco avesse avuto il minimo dubbio...Tuttavia...Che spreco di tempo!
In effetti, di fronte a tale sfoggio di forza ed abilità stranamente vi sarebbe stata manifesta delusione. Il guardiano si era congedato dalla vista dell’intruso, una volta concesse, come da accordi, le informazioni che aveva deciso e promesso di scambiare.
Ma, una volta congedatosi, Tuco aveva continuato a studiare le mosse del mago, indotto da mera curiosità.
* Ingenua Gioventù…. *
si ritrovò a pensare il Padrone di Casa, non senza una punta di disappunto.
* …Santi Numi!...non imparano mai. Se solo sapessero ascoltare….*
Infatti, sebbene tutti gli incantesimi avessero portato Raven a destinazione non visto e fuori dal British Magic Museum, l’ammonimento non poteva che essere all’ordine dei pensieri del Guardiano del Reparto Proibito.
Quest'ultimo aveva avvisato Raven, neanche troppo velatamente, della possibilità di poter uscire dal Museo senza sforzo alcuno. Ma, frainteso, s’era dovuto infine sorbire tutta una serie di incantesimi dell'Ex Mangiamorte volti a superare gli ostacoli lungo il cammino.
Che peccato!
I giovani davvero non sapevano ascoltare voce più esperta e sapiente.
La gabbia non aveva mai necessitato di un incantesimo per poter funzionare.
Era già stata incantata e trasformata in passaporta...Ecco la ragione dell'accorato avviso, poi ritirato, di non toccarla.
Sarebbe bastato sfiorarla per portare Raven fuori dalla biblioteca....Ma ormai si divagava.
Il giovane mago, spinto ben oltre le necessità, aveva chiuso il discorso e se ne era andato.
La sua avventura si concludeva. Tuttavia, i vantaggi che aveva ottenuto sembravano suggerire al guardiano che ben presto i due si sarebbero rivisti….



Anche io son vecchio per queste lunghe avventure! Ma mi son divertito!
 
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