| «Pompadour?» ripeté il Folletto, lo sguardo attento, quasi indagatore. Scrutò per una manciata di secondi prima Virginia, che già poteva vantare di conoscere almeno di vista e per diversi altri motivi di voci di corridoio, sia la ragazzina al suo fianco, che aveva un volto piuttosto giovanile. Gengis si chiese per quale assurda ragione quella coppia così stravagante, una Strega Ministeriale e una Studentessa di Hogwarts, fossero giunti alla sua presenza per un'intervista. Non che non ne fosse lusingato, era abbastanza egocentrico da poter lasciarsi inondare anche e soprattutto da ripetuti flash di macchine fotografiche, tuttavia - ed era una questione di fatto, doveva ammetterlo - come Folletto non vantava chissà quale riconoscenza o merito all'interno del grande Dipartimento. C'erano di sicuro diverse creature magiche più interessanti, se l'articolo della Gazzetta del Profeta fosse dipeso da questo; ma ancor più, ecco, c'erano lavoratori di valore e stima maggiormente apprezzabili. Lui si limitava alla contabilità, tutto qui, perché parte dei suoi compiti riguardava esattamente la gestione delle richieste degli altri Folletti, soprattutto quelli della Banca dei Maghi a Diagon Alley, per archivi e documenti di Galeoni del passato, presente e futuro. Le transizioni erano il suo forte. «Parlavo di Persefone Bennet, la Preside della vostra Scuola. Ma anche il Ministro ha le sue rotelle fuori posto, eh, non scherziamo.» Gengis sollevò l'indice verso le due Streghe, puntando il lungo dito prima verso l'una e poi verso l'altra. «Passate più tardi per l'intervista, ora non posso. Continuate il vostro giro turistico o qualsiasi baggianata stiate facendo. Bha, Streghe» concluse, le ultime due parole a voce molto più bassa di prima. Il corridoio era libero, le due rappresentanti erano riuscite nel loro intento. Certo, avevano perso di vista Fabio, ma ci sarebbe stato tempo per recuperarlo. O forse no? In ogni caso, proseguire non sembrava più essere un'opzione. A passo veloce, ecco che le due si sarebbero poi ritrovate esattamente di fronte il corridoio laterale alla fine del quale, secondo le mappe presenti sulle pareti con i loro colori un po' spenti, ci sarebbe stato l'Ufficio degli Elfi Domestici. Davanti a loro, però, una porta chiusa. Se avessero bussato, un Mago alto, muscoloso, con una barbetta incolta a coprire il volto dagli zigomi pronunciati, una carnagione piuttosto nordica e capelli ed occhi color della notte, ecco, sarebbe apparso sulla soglia. Era slanciato e niente affatto male, indossava una maglietta attillata, grigia, e un paio di pantaloni neri con scarpe dello stesso colore. Tra le mani stringeva un plico di pergamene. Sulla targhetta di plastica che pendeva al collo, una scritta lo designava come Karden Numberg, Capo dell'Ufficio Task Force Anti-Ghoul. «Virginia, che piacere!» A differenza di Gengis, per il Mago in questione la Strega di fronte non era un volto sconosciuto. Né probabilmente lo sarebbe stato lui per lei, perché Karden non smetteva di provarci spudoratamente con la donna in questione. «Posso offrirti un bicchiere di Idromele Bar-» Si fermò, sorpreso. «Ma hai una figlia?» domandò, quasi dando l'impressione di indietreggiare, puntando lo sguardo su Flammy. Scopo del giorno: superare Karden, il suo stile per approcciare, e dirigersi velocemente alla fine del corridoio. Facile, no?
Un'esplosione di luce invase la stanza e nello stesso momento un ringhio feroce parve fare da colonna sonora dell'intera orrida scena. Cinque gabbie, tutte delle stesse dimensioni simili a rettangoli più larghi che alti, rilucevano grazie all'Incantesimo che il ragazzino aveva utilizzato un attimo prima; le sbarre erano spesse e tutte di fun materiale apparentemente resistente, che dava l'impressione di essere ferro o acciaio. Le bestie all'interno si erano risvegliate, chi più e chi meno, e a gruppi di quattro per gabbie - per un totale di venti animali - osservavano con occhi lattiginosi il nuovo arrivato. Era il momento del pranzo? Non era troppo presto secondo la loro scaletta di marcia, le loro abitudini? Somigliavano a ragni giganti, ma non erano Acromantule; il corpo era schiacciato dall'alto verso il basso, coperto interamente da una folta peluria rossiccia, un paio di grandi occhi - due di numero, non di più - come palle da bowling sulla faccia, senza distinguere altri dettagli di sorta. Le bocche spalancate, i denti affilati come zanne, facevano colare a terra della gabbia diversa saliva, ma ciò che stupiva maggiormente erano le zampe; coperte a loro volta dalla pelo scarlatto, davano l'idea di essere chele di un granchio o di un vero e proprio ragno, nonostante terminassero con zoccoli di cavallo. Scalpitarono più volte, creando un forte frastuono, quando ad un tratto riapparve il Dodo di poco prima. Saltellò verso Fabio, poi gli fece segno di seguirlo. Conducendolo fino ad uno stretto passaggio fra due gabbie l'una di fronte all'altra, il pennuto sparì nuovamente, così com'era apparso in un attimo. Al di là delle due strutture di fronte Fabio, ecco che si scorgeva una porta. Per arrivarci, però, bisognava passare fra il passaggio al centro delle due gabbie. Le zanne delle creature erano minacciose, le zampe pure; avrebbero potuto attaccarlo, imprigionate com'erano? Era il caso di difendersi in qualche modo? Che strana situazione.
Chiedo innanzitutto scusa per il ritardo, ora ci siamo e ci avviamo alla conclusione. Gengis lascia libere Virginia e Flammy, arrivate dunque di fronte l'Ufficio Task Force Anti-Ghoul dove incontrate - se bussate - un Mago di nome Karden, che ha da sempre avuto un debole per Virginia e, ancora una volta, ci prova con lei. Virginia, puoi chiaramente dire di conoscerlo, alludendo a qualsiasi incontro o scocciatura del passato tu voglia. Superato questo punto, arrivate all'Ufficio degli Elfi Domestici, ci siete davvero. Per Fabio, la situazione si complica; il dodo riappare e ti accompagna verso l'uscita, prima di sparire. Vedi una porta al di là di due gabbie, per raggiungerla bisogna superare il percorso, ma attenzione. Le creature sono sveglie, non le conosci, ma sono Quintaped. Buona fortuna a tutti!
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