Human House Elves' rights, Missione C.R.E.P.A.

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view post Posted on 30/9/2016, 20:17
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Scesi dall'ascensore separatisi da quel gran maleducato del signore di prima Si continuò per il corridoio del quarto piano popolato anch'esso da un sacco di impiegati, proprio come Virginia. Costei salutò uno o due persone e fu salutata da altrettanti. Dialogando con uno di essi Virginia citò l'incanto testabolla, non conosciuto da Fabio, nemmeno sentito nominare e se un adulto lo falliva poteva solo significare che era un incanto difficile. Lui aveva già problemi con quelli che venivano mostrati a scuola figuriamoci con incanti che gli adulti, maghi con GUFO e MAGO, non sanno fare. Sembrava anche molto pericoloso se sbagliarlo significava annegare.
Miao Miagolò Kovu che annusando il posto lo aveva probabilmente riconosciuto. Fabio gli fece un grattino allungando la mano verso la spalla dove il gatto sostava. Kovu parve apprezzare.
Siamo quasi arrivati. Ecco questa è la Divisione Esseri. Bestie e Spiriti. Il complicato sarà trovare lo sportello che si occupa nello specifico degli Elfi. Quelle povere creature sono state abbandonate al loro destino da…sempre e non è detto che sia cosa scontata trovarlo. Tranquilli. In qualche modo ce la caveremo ma ci sarà bisogno anche del vostro aiuto per cui…animo ragazzi che si comincia!
Mi scusi Chiese Fabio. Ma lei lavora qui, su questo piano. Possibile che non conosca la posizione di quell'ufficio?
Kovu si girò di scatto vedendo l'apparizione di un'altra creatura magica. La guardò e annusò per essere certo che non avrebbe fatto del male al suo padroncino.
oh bhè.... si comincia rag.... Stava per dire si comincia ragazzi quando Fabio vide anche lui la creatura adocchiata da Kovu. Testa simile ad un uccello predatore, corpo vagamente simile ad una gallina... che fosse... un dodo? ma non erano estinti?
Morgan che ci fai ancora qui? Sei scappato di nuovo? Alistar ti starà cercando. Torna subito da lui prima che si accorga che sei sparito. Stavolta, parola mia, ti mette nel calderone se si accorge se sei fuggito.
Morgan? E' questo il tuo nome piccolino? Chiese Fabio ignorando la vera missione e avvicinandosi cautamente alla creatura sconosciuta in modo da ammirarla meglio. ok la missione, ma quando gli ricapitava di vedere una creatura estinta?
Salutate Morgan e andiamo avanti che abbiamo da fare. Ci pensate ragazzi? I babbani pensano che i Diricawl, che loro chiamano Dodo, siano estinti. Vedessero quanto è vispo Morgan non crederebbero ai loro occhi.
Andare? nah ancora due minuti... Occhietti veramente vispi e un becco che può far paura.
Kovu si sentì forse un po' geloso dell'uccello che non poteva volare iniziando a tirare codate alla faccia di Fabio per farlo distrarre. Avevano una missione da compiere rapidamente. Kovu voleva tornare al suo caldo giaciglio.
 
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view post Posted on 11/10/2016, 21:06

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La giovane corvonero, entrati nell'ascensore, premette la schiena contro la parete opposta rispetto alla porta, tentando di contrastare il più possibile il senso di movimento dovuto all'ascensore che saliva. Certo erano comodi, ma la ragazzina li detestava: quando saliva si sentiva schiacciare e le si stringeva lo stomaco, quando scendeva avvertiva un forte senso di vertigini, ma la parte peggiore era quando si fermava, con quella specie di piccolo saltino che le dava un immenso fastidio. Quando finalmente arrivarono al quarto piano la ragazzina si precipitò nel lugo corridoio, grata che quella corsa fosse finita. La loro guida le si idealizzava sempre più come il genere di persona che sarebbe voluta diventare: spigliata ma allo stesso tempo educata ed elegante, decisamente affabile, pronta alla battuta ma capace di mantenere la serietà. La osservò attentamente mentre parlava con un suo collega di qualche riunione sui maridi e per qualche istante si perse pensando a quell'affascinante popolazione, finché un buffo essere non fece la sua comparsa. Appena mise gli occhi su di lui la ragazzina si illuminò: aveva sempre amato quegli animali conosciuti come dodo, li trovava assolutamente adorabili e dolcissimi. Rivolse uno sguardo a Virginia, come per chiederle il permesso di toccarlo, e dopo qualche istante lo prese in braccio senza esitare. Era così morbido e terribilmente dolce, avrebbe voluto portarselo via. Anche il felino del grifondoro aveva notato la creatura, guardandola con curiosità mentre il padroncino rivolgeva una domanda alla loro guida. La corvonero era troppo presa dall'animale per dar peso alle parole del ragazzo, ma rimise a terra il pennuto quando la donna annunciò loro di dover proseguire nella missione, in quel modo avrebbe lasciato anche a Fabio la possibilità di osservare meglio quel bellissimo pennuto dal nome bizzarro. Osservò la sua guida pronta a seguirla, impaziente di cominciare.
 
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view post Posted on 14/10/2016, 10:45
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Non avrebbe mai pensato di poter attirare così tante attenzioni, lui che era uno dei tanti e tanti Diricawl lì presenti. Si era ferito un'ala pochi mesi prima, eppure al seguito delle cure aveva ben deciso di non andare più via. Si era affezionato al suo amichetto del cuore, quel tipo che tutti chiamavano Alistar e che quotidianamente lo minacciava di farlo divenire uno dei migliori pasti in assoluto dell'intero Dipartimento. La creatura, il cui piumaggio di un intenso bianco e marrone sembrava risplendere sotto le luci volteggianti nei paraggi, fu leggermente sorpreso di scorgere Virginia con due volti che non aveva mai intravisto prima di quel momento in quell'Ufficio. E fu ancor più lieto di essere stretto tra le braccia gentili di una ragazzina. Emise un verso stridulo, qualcosa che somigliava ironicamente alla parola Mogan, e subito dopo volteggiò via, lasciando una piuma bianca attaccata sul vestito della studentessa. «Sei fortunata, a quanto pare» disse qualcuno all'improvviso, entrando nel raggio di visuale di tutti i presenti. L'uomo, di bell'aspetto nel suo camice immacolato simile ad un dottore, rivolse un cenno di saluto piuttosto cordiale nei riguardi di Virginia, spostando l'attenzione verso il terzo ragazzino. «Uno Kneazle, vero? Ah, splendidi felini, perfino più fedeli di un umano!» Si lasciò scappare una leggera risata, prima di fare qualche passo verso Flammy. Le prese la piuma dal cappotto, stringendola tra le sue dita come un cimelio. Nel frattempo, del Dodo nessuna traccia, era andato via come gli era stato suggerito. «I Diricawl possono sparire in qualsiasi punto ed apparire in un altro. Virginia, ricordi quando Morgan sparì dalla circolazione e lo trovammo nella vasca dei Tritoni?» domandò più indirettamente che altro, ricordando quell'episodio con tanto di divertimento. Diede la piuma alla ragazza, omaggiandola di un ennesimo sorriso, i capelli scuri che incorniciavano un viso affascinante. Gli occhi del color del mare si soppesarono sulla piuma. «Porta fortuna, non la buttare mai.» Emmett, quello era il nome del Mago in camice, si avvicinò nuovamente alla sua collega nonché amica. «Guai in vista con il C.R.E.P.A.? O una delle solite stravaganze di mio figlio?» sbottò, un accenno spiritoso nel tono della sua voce. Ben presto avrebbe detto di avere da fare, uno Schiopodo necessitava la sua totale attenzione, ma prima c'era tempo per uno scambio di chiacchiere e, ovviamente, di informazioni.
Colin è fuori dalla missione per sua scelta personale. Proseguiamo secondo il consueto ordine Virginia - Fabio - Flammy. Ho creato, con le mie scarse qualità di Paint, una mappa per aiutarvi. Virginia, tu conosci gran parte di questo reparto, chiaramente potrai dire - se lo necessiti - di notare una mappa anche sulle pareti, di tanto in tanto. Proseguite in avanti fino a notare l'Ufficio Consulenza Folletti.

 
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view post Posted on 19/10/2016, 12:33
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Morgan aveva avuto i suoi buoni cinque minuti di gloria. Coccolato da Flammy che, lo immaginavo, non avrebbe resistito dal vezzeggiarlo e osservato con tutta l’attenzione da Fabio. Era praticamente impossibile che fossi riuscita a procedere senza che i due ragazzi prestassero la loro attenzione dal Dodo di Alistar per cui non sollevo obiezioni lasciando ai due studenti qualche attimo per godersi l’insolito spettacolo. D’altronde Morgan non era certo il tipo da disdegnare le coccole. Tutti noi ormai lo avevamo adottato come mascotte del reparto. La povera creatura, arrivata da noi piuttosto provata, ci aveva conquistato tutti e si era trovata così bene fra noi da decidere di non andarsene scegliendo Alistar come suo genitore adottivo. Mentre osservo, quasi intenerita, le reazioni dei due ragazzi che vedono sparire Morgan alla velocità della luce arriva Emmett. Il mio Collega e compagno di Missioni, sempre disponibile e pronto al sorriso, ragguaglia i due studenti sulle caratteristiche dei Dodo e fa notare a Fammy quanto sia stata fortunata a ricevere il regalo che le ha lasciato Morgan. La piuma che il buffo e dolce pennuto ha lasciato sull’abito della ragazza spicca in bella vista ed io annuisco alle affermazioni di Emmett sorridendo alla fanciulla.
Ragazzi questo è Emmett, mio carissimo collega nonché caro amico. Per chi non lo sapesse è il padre di Oliver e su questo non ci sono dubbi; conosciamo tutti Oliver, senza di lui nessuno di noi sarebbe qui.
Poi sorrido all’uomo che ha omaggiato Flammy della preziosa piuma raccomandandole di conservarla come portafortuna tenendo d’occhio Fabio e Kovu. Il Kneazl è stato bravo e Fabio lo ha controllato molto bene visto che sembrava parecchio incuriosito dall’apparizione di Morgan.
Hai ragione Emmett….non che ci voglia un grosso sforzo ad essere più fedeli degli umani. Tu ed io sappiamo bene quanto questi ultimi possano essere voltagabbana. Certo che mi ricordo!
Ricordo bene quanto si è divertito Morgan in quell’occasione e quanto poco, invece, si sono divertiti i Tritoni. Non hanno apprezzato il tentativo di socializzare del Dodo che invece era entusiasta di aver trovato, secondo lui, dei nuovi amici. Alistar ci ha messo del bello e del buono per convincerlo che erano ‘amici’ alla sua altezza e che doveva uscire dalla vasca prima che anche i Tritoni se ne rendessero conto.
Era stata una scena buffissima vedere Interagire l’umano e il pennuto. Una gara che Alistar aveva vinto ai tempi supplementari portandosi via, quasi a forza, un Morgan gocciolante e recalcitrante.
Mentre i ragazzi ci ascoltano immagino i loro pensieri. Presumo abbiano la sensazione di essere finiti in una specie di circo equestre ma spero che comprendano che i ‘domatori’ sono persone hanno la sola intenzione di preservare ogni tipo di creatura e rispettarne le caratteristiche ma che, ogni tanto, incontrano qualche difficoltà.
Il tono della voce di Emmett mi fa sorridere. Il mio Collega la sa lunga ed essendo il padre di Oliver deve aver intuito che, se mi trovo al Ministero in compagnia di due studenti, ci deve essere lo zampino di suo figlio. Preferisco non dilungarmi troppo per non mettergli pensieri ma gli rispondo senza mentire.

I ragazzi ed io siamo qui in missione proprio per il C.R.E.P.A. e…smettila di dare dello stravagante a tuo figlio. Rassegnati. Hai un figlio eccezionale. Senza di lui e senza la sua verve nessuno avrebbe mosso un dito per i poveri Elfi senza contare che ….questi ragazzi difficilmente avrebbero visto un Dodo altrove!
Il mio tono è leggero ma le parole sono sincere. I Brior sono una famiglia unita e Emmett adora i suoi figli. Non me ne vorrà se mi permetto di scherzare davanti ai ragazzi.
Ora scusaci ma dobbiamo andare. Il dovere chi chiama. Ci vediamo più tardi. Magari per un succo di zucca. Venite ragazzi, cerchiamo di non distrarci se vogliamo concludere qualcosa di buono.
Così dicendo saluto Emmett con un’ultimo sorriso ed un cenno del capo mentre indico, sollevando il braccio destro, una piccola piantina appesa alla parete del corridoio che stiamo percorrendo.
Ecco vedete, noi siamo qui.
Indico la nostra posizione sulla mappa facendo attenzione che anche loro abbiano il tempo di orientarsi. Alla nostra destra ci sono le Creture Feroci per cui direi che non è il caso far visita da quelle parti. Oltre l’ascensore troveremo l’Ufficio Follletti. E’ da li che dobbiamo cominciare per cui…in marcia mie prodi e …occhio alla gabbia dei Maridi. Non sarebbero felici se decideste di far un bagnetto fuori stagione nel loro territorio.
Mano a mano che seguivamo il corridoio la situazione appariva un po’ più chiara. Era dall’Ufficio Folletti che avremmo dovuto passare per trovare la sezione che ci interessava e, un passo alla volta, armati di buona volontà e determinazione, ci saremmo arrivati.
 
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view post Posted on 22/10/2016, 23:36
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il dodo si lasciò guardarew abbracciare da Flamminia, Fabio fu decisamente geloso che l'altra lo aveva toccato, e poi puf sparito. Il grifo ci rimase male, voleva sentire anche lui com'era il piumaggio di un diricawl a contatto. Dal nulla col dodo che se ne andava apparì un altro dipendente ministeriale che poco dopo fu presentato come Emmet Brior, padre di Oliver.
«Uno Kneazle, vero? Ah, splendidi felini, perfino più fedeli di un umano!» Fabio sorrise dando un'altra carezza al gatto. i due adulti si misero quindi a parlare di una certa avventura del dodo che incuriosì Fabio
-Nella vasca dei tritoni? Cioè dentro? Si è teleportato nell'acqua... perchè ha tentato di annegarsi? -
l'uomo poi chiese il motivo della presenza dei giovani nella sede del ministero e Virginia fu più che contenta di rispondergli
"Stravagante? Oliver non è stravagante... è masochista... come si fa a voler comprare un oggetto che ti insulta? Non è divertente... mah maghi" Pensò Fabio senza osare dirlo, ricordando quando il compagno di stanza si presentò con quello specchio enorme in camera loro.
Al contrario Fabio si avvicinò alla corvonero
Sono geloso... posso toccarla? Chiese indicando la piuma. Virginia rapida salutò Emmet e condusse i due studenti per la missione... aveva forse fretta? Mostrò una piantina del piano indicando le varie zone. La prima cosa che colpì fabio era che non erano segnate uscite di emergenza. Cosa avrebbero fatto i maghi in caso di terremoto incendio o altre catastrofi? meh... magie protettive... riguardando la mappa però c'erano diversi reparti e diverse creature...
Se facciamo in fretta... possiamo vedere qualche altra creatura? Come fai a contenere un fanatico di animali in uno zoo? Fabio era come un goloso in una fabbrica di dolci già che era lì doveva avere la possibilità di vedere qualcosa di bello.
 
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view post Posted on 24/10/2016, 03:40

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Quel simpatico e goffo pennuto emise un verso piuttosto acuto per poi scomparire. La ragazza lancio un'occhiata a Fabio, che sembrava esser un po' deluso, se non anche arrabbiato, per non aver avuto l'occasione di accarezzare a sua volta l'animale. Si sentì leggermente in colpa, ma non appena quella creatura che la ragazzina non avrebbe mai potuto chiamare con altro nome all'infuori di "dodo" scomparve, ne apparve un'altra. Un uomo in camice bianco si avvicinò a loro, facendole notare la piuma che Morgan le aveva lasciato come regalo. La osservò per qualche istante mentre se ne stava trionfante sul suo cappotto, ma prima che potesse allungare la mano per prenderla venne preceduta da quell'uomo. Arrossì leggermente sorridendo a colui che apprese poco dopo essere il padre di Oliver, che ora osservava la bianca piuma raccontando un aneddoto proprio su Morgan. Quando Virginia lo presentò loro, il volto della ragazza si illuminò, ripensando per qualche istante al grifondoro che così spesso aveva visto ma che così poco conosceva. Il suo viso si fece per qualche pensieroso, mentre portava avanti quel pensiero ma, non appena udì delle avventure del dodo, la corvonero ridacchiò, immaginandoselo con le piume tutte bagnate e appiccicate al corpo paffuto, mentre allegro nuotava nella vasca dei ben meno felici tritoni. Presto il suo ricordo di quella giornata le venne restituito e, sorridendo, ringraziò l'uomo, prendendo dalle sue mani ciò che rimaneva in quella stanza di Morgan. Lanciò un'occhiata a Fabio, mentre i due adulti si scambiavano qualche parola sul figlio del cui padre aveva appena fatto conoscenza, e ancor prima che potesse avvicinarglisi per chiedergli scusa, il ragazzo le confessò di esser geloso e le domandò di lasciargli toccare la piuma che la corvonero stringeva fra le dita. La ragazza dai lunghi capelli rossi si sentì enormemente in colpa, ma non aveva proprio resistito alla bellezza di quel pennuto del quale tanto aveva sofferto la presunta scomparsa. Osservò la bianca penna, mentre un pensiero prendeva forma nella sua mente. Mise i due pollici sulla sua estremità rigida, tenendola di fronte a sè in modo tale da avere tutto il centro della piuma ben visibile, poi fece una cosa che probabilmente nessuno avrebbe mai nemmeno pensato di fare: la divise, con un colpo deciso, in due parti esattamente uguali. Fra sè e sé pensò che non avrebbe fatto differenza, avrebbe portato comunque fortuna, ma metà a lei e metà al compagno grifondoro. Appoggiò entrambe le metà sul palmo di una mano, per poi porla al ragazzo con un grande sorriso.
Ecco, prendine una, porterà un po'di fortuna a te e un po'a me, e scusa se per colpa mia non l'hai potuto accarezzare anche tu.
Dicendo quelle parole la ragazzina abbassò colpevole lo sguardo, sperando che il ragazzo potesse capirla, perdonarla e accettare il suo "dono". Ora però bisognava tornare concentrati sulla missione per cui si trovavano lì e raggiungere l'ufficio riservato agli elfi domestici. Flammy temette che una volta finito sarebbero dovuti tornare a casa, senza poter assecondare in qualche modo la richiesta di Fabio, nonostante anche a lei avrebbe sicuramente fatto piacere una visita delle creature. Anche se avessero finito prima del previsto, e di quel passo non ne poteva esser tanto certa, sicuramente Virginia avrebbe avuto ben altro da fare, sicuramente più importante che fare da guida a due ragazzini. La giovane rossa si mordicchiò il labbro dispiaciuta anche solo a quei pensieri, ma cercò di tornare il più presto possibile concentrata, mettendo, prima di tutto, la sua parte di piuma ben al sicuro in tasca.
 
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view post Posted on 26/10/2016, 09:28
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Il Fato

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ministero

«Mi auguro solo di non vederlo di nuovo qui con le sue stravaganti richieste!» commentò Emmett Brior, un cipiglio falsamente minaccioso a coronare quel volto sì simile al figlio che gli altri presenti sembravano conoscere. Un ultimo cenno del capo, mentre il Mago adulto borbottava qualcosa che suonava stranamente come "Fwooper impazziti", poi sparì dalla circolazione, imboccando un corridoio laterale ormai lontano dalla vista di Virginia e i suoi prodi compagni. La missione poteva procedere, del resto erano tutti ancora all'inizio e il tempo non doveva essere dimenticato come fattore: avrebbero potuto gironzolare per il Ministero della Magia senza un valido motivo? Forse. Ma prima o poi qualcuno avrebbe posto domande, altri avrebbero aguzzato la vista e Virginia, che in quel posto vi lavorava, avrebbe potuto ricevere diverse lamentele da parte del suo stesso staff operativo. E se da un lato l'affabile Strega non pareva voler demordere, adocchiando subito una mappa per orientarsi al meglio, dall'altro i due ragazzi restanti - poiché Colin si era eclissato a causa di un malore improvviso, tornando indietro per sua stessa volontà - finalmente avevano cominciato a collaborare perfettamente, a tal punto che la studentessa Corvonero aveva omaggiato il Grifondoro con un gesto di pura eleganza, oltre che di incredibile generosità. Nella sua semplicità più evidente, Flammy aveva compiuto un autentico passo verso il miglior comportamento tanto ambito dal Comitato per il quale stavano operando quel giorno. La curiosità dell'adepto di Godric, invece, sarebbe stata ottima in quel contesto: era o non era positivo avere con sé un amante delle creature magiche? Per essere più precisi, due amanti, essendo Virginia immersa in quel ruolo da ormai circa un anno. Ben presto, comunque, il trio raggiunse effettivamente la postazione dell'Ufficio Consulenza dei Folletti, che altro non era che una stanza aperta, piena di scrivanie e di piante grasse, alcune delle quali volteggianti. Diversi Galeoni tintinnavano nei paraggi, come se qualcuno stesse facendo una conta in fretta e furia, mentre il faccione di un Folletto comparve sull'uscio, esattamente di fronte Virginia. «E voi cosa cavolo ci fate qui?» Il tono fu poco cordiale, lo sguardo saettava da un volto all'altro. Il piccoletto incrociò le braccia con espressione burbera, attendendo spiegazioni. Aveva già assodato, grazie ad un carattere spesso frettoloso perfino nei giudici generali, che quei visitatori non fossero che scocciatori. «Non si passa di qui senza permesso». E loro ce l'avevano? Virginia, in qualità di dipendente di quel dipartimento, avrebbe potuto presentarsi tranquillamente e procedere velocemente. Ma i due studenti, che lì sembravano soltanto esploratori? Mentre la prima grana si delineava lentamente, un sussurro attirò l'attenzione soltanto di uno dei tre, il giovane Grifondoro. O per meglio dire, il suo gatto. Quel felino tanto fedele al padrone quanto furbo come l'intera sua razza spiccò un balzo verso il basso, sfrecciando via all'indietro, girando un corridoio e sparendo. Adesso cosa avrebbe fatto Fabio? L'avrebbe seguito, allontanandosi dal gruppo? Se l'avesse fatto, le sorprese non sarebbero finite. O forse sì? Non era opportuno restare uniti?
Siete giunti all'Ufficio Consulenza Folletti, dal quale è uscito un Folletto poco cordiale, pronto a mettervi i bastoni fra le ruote. Chiede un permesso che non sia quello di visitatore che avete al petto, altrimenti sembra che non vi faccia passare. Tentate qualsiasi soluzione, ma nel frattempo lo Kneazle di Fabio è scappato via, attirato da... qualcosa. Mappa aggiornata.

 
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view post Posted on 14/11/2016, 13:51
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Scaccio con la mano il pensiero relativo alla vasca dei tritoni come si trattasse di un noioso insetto rispondendo a Fabio che sembra divertito ed incuriosito dall’episodio accennato.
Sarebbe lunga da spiegare Fabio e anche complicata. Non pensare che solo i ragazzi facciano cose avventate e stravaganti. Anche gli adulti, quando ci si mettono, sanno essere estremamente creativi nel ficcarsi nei guai. Se ci sarà tempo sarò felice di mostrarti i nostri amici a due e più zampe.
Intanto i due ragazzi stavano socializzando e costruendo un bel team. Li osservo compiaciuta. Flammy divide la sua ‘fortuna’ con Fabio e quel gesto, in quel contesto, è estremamente significativo. Non c’è il tempo per godere di quel momento così dolce in quanto dobbiamo salutare Emmet che si allontano borbottando qualcosa di incomprensibile a proposito dei Fwooper. Mi congedo da lui con un cenno della mano ripromettendomi di chiedere spiegazioni in altra occasione e ci avviamo nella direzione prescelta. Fatto un breve tragitto ecco che cominciano le complicazioni. Un folletto del tutto degno della fama della sua razza ci si para davanti impedendoci di passare e chiedendo il permesso per poter procedere. Come se non bastasse Kovu, seguendo un misteriosi istinto, sfugge dalla presa di Fabio e fugge percorrendo il corridoio e girando l’angolo sparisce dalla nostra vista. Per Merlino dove andrà a finire la bestiola? Cosa avrà attirato la sua attenzione? Il pensiero che possa avvicinarsi alla vasca a andare a finire nella sezione bestie feroci mi preoccupa non poco ma per prima cosa devo affrontare il Folletto prima che diventi ancor più irascibile di come si è presentato. Non ritengo opportuno prendere di petto il tipetto stizzoso. Non ne caverei altro che una ancor più manifesta ostilità per cui gli sorrido presentando i due ragazzi come l’istinto mi suggerisce. A forza di stare insieme alle Creature devo aver assimilato il loro comportamento. Tendo la mano sperando di non infastidirlo oltre
Buongiorno! Sono Miss Brown, Controllo e Cura Creature Magiche. Lavoro al Ministero, nell’ufficio poco distante del vostro. Questi due ragazzi, Flammy e Fabio, sono con me. Sono due studenti della scuola e sono in missione speciale. Debbono fare un servizio che pubblicheranno sul giornale scolastico. Riporteranno le loro impressioni sul Ministero e sui suoi dipendenti. Sarebbe carino e opportuno che tutti noi cercassimo dare una bella impressione e riportassero che al Ministero lavorano persone cordiali e disponibili. Non disturberemo. Chiedo solo di poter passare per proseguire oltre. Non intralceremo il vostro difficile ed importantissimo lavoro. Con chi ho il piacere di parlare?
Poi rivolgo lo sguardo a Flammy sperando che colga l’allusione e che regga il gioco. Forse mi stavo esponendo ma era necessario correre qualche rischio per arrivare al nostro obbiettivo.
I ragazzi faranno delle recensioni sui personaggi che hanno incontrato e citeranno i nomi di quelli che maggiormente li hanno colpiti per la loro disponibilità e cortesia.
Mentre intrattenevo l’arcigno folletto cercando di addolcirlo mi pareva di sentire l’apprensione di Fabio. Era sicuramente preoccupato per Kovu e forse anche indeciso se correre a recuperarlo o attendere per vedere se sarebbe tornato da solo. I Kneazle sono creature molto furbe e fedeli al loro padrone. Speravo davvero non si fosse ficcato nei guai e mentre occhieggiavo per spiarne il ritorno.
Non avevamo tutta la giornata a disposizione e speravo davvero che il personaggio poco simpatico si convincesse e decidesse di fare buona impressione sui giovani che mi accompagnavano.
 
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view post Posted on 19/11/2016, 18:15
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Flamminia fece una cosa che Fabio non si aspettava neanche lontanamente. Prima gli porse la piuma, ma subito dopo la ruppe in due parti uguali rompendola per il lungo.
Ecco, prendine una, porterà un po'di fortuna a te e un po'a me, e scusa se per colpa mia non l'hai potuto accarezzare anche tu.
Fabio prese una delle due metà che gli veniva offerta, la guardò per un secondo prima di formare un pensiero nella sua mente.
Non... non dovevi... Disse semplicemente. Non voleva che Flam rompesse la piuma che il dodo gli aveva donato. Era anche vero però che era felicissimo di possedere la piuma di un animale "estinto".

Si mossero di qualche metro attraversando i corridoi del quarto piano del ministero della magia, per essere però subito fermati da un folletto che non sembrava tanto intenzionati a farli passare. Questi prese a parlare, ma l'attenzione di Fabio si spostò sul suo micio Kovu che di punto in bianco era saltato giù dalle sue spalle e aveva preso una direzione precisa sparendo dietro l'angolo.

Kovu? Cercò di richiamarlo Fabio. Diviso fra il restare col gruppo, che era la cosa più saggia da fare e il riprendere il suo micio che era la cosa che più gli premeva, Fabio guardò prima virginia e poi si allontanò per spiare dove fosse scappato Kovu. Si allontanò di poco, giusto per vedere il corridoio che aveva preso il gatto.
Kovu, torna qui Lo richiamò il padroncino
 
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view post Posted on 19/11/2016, 19:07

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Il grifondoro scelse la sua metà di piuma, notando il suo stupore pieno di felicità la ragazzina gli rivolse un ampio sorriso.*Perdonata?* Si limitò a pensare fra sè e sè, ma già conosceva la risposta. Seguendo Virginia giunsero di fronte all'ultimo corridoio da percorre, ma proprio in quel momento un folletto si interpose fra i tre e il loro obbiettivo. La ragazzina si stava già facendo avanti con un sorriso affabile disegnato sulle labbra, pronta a riempire di elogi la creatura, nella speranza che potesse lasciarli passare, ma Virginia la anticipò. Ascoltò le sue parole e ancor prima che le rivolgesse un'occhiata d'intesa capì il suo piano. Immediatamente infilò una mano in tasca, certa di trovarci un piccolo blocco di foglietti con una matita infilata nell'elastico della costa: ne portava sempre uno con sè, in caso avesse avuto urgente bisogno di appuntarsi qualcosa di urgente, la sua memoria era ottima, ma non si era mai abbastanza sicuri. Sfoggiando il suo sorriso più convincente si avvicinò alla creatura, non tanto più bassa di lei e con una voce calma e piena di ammirazione cominciò a parlare.
Che piacere incontrarla, signor?
Attese la sua risposta con uno sguardo curioso, le sopracciglia alzate e gli occhi spalancati e attenti. Non aveva risposto al segnale della "grande rossa" per non insospettire il folletto, sapeva che il suo comportamento avrebbe parlato da sè. Si domandò per un istante per quale motivo Fabio non stesse facendo nulla, con la coda dell'occhio lo vide retrocedere fino ad una svolta del corridoio. Oh no, che è successo? Non diede a vedere ciò che in quei secondi accadeva nella sua mente, e non appena il folletto rispose gli porse il blocchetto con tanto di penna, implorandolo di lasciarle un autografo. Facendo questo gesto si avvicinò poco di più a lui e, fingendo di non voler esser sentita dagli altri, sussurrò al suo orecchio, mantenendo comunque una certa distanza.
Scommetto che lei è la creatura più intelligente dell'intero edificio! Chissà che sofferenza esser costretti a lavorare con degli inetti incompetenti! Mi farebbe davvero piacere se lei potesse farmi un autografo, ne sarei davvero onorata!
Sperò di aver addolcito l'animo del folletto, in modo tale da poter proseguire la missione: non avevano troppo tempo da perdere. Poco dopo, continuando a sorridere all'essere, indietreggiò lentamente, arrivando a qualche passo da Fabio gli fece cenno di venire avanti, fingendo di volergli far conoscere il loro "ostacolo". Si era accorta della sparizione del felino quando l'aveva sentito pronunciare il suo nome: sperò non fosse scappato a rincorrer qualcosa o qualcuno. Quando fu abbastanza vicina da poter sussurrare senza esser sentita dagli altri gli parlò, mantenendo il suo sorriso impassibile.
Non so se Kovu sia andato via o meno, ma ti sconsiglio di allontanarti, potresti perderti e la missione..se se n'è andato qualcuno lo troverà e prima di andare a casa potrai riprenderlo. Ora vieni, devi assolutamente fare la sua conoscenza!
Pronunciò l'ultima frase con un tono di voce molto enfatico e abbastanza alto da poter essere udito distintamente da tutti. Sperò che Fabio ascoltasse le sue parole e non decidesse di dividersi dal gruppo nel caso il suo felino si fosse messo a scorrazzare per il ministero. Allo stesso tempo sperava anche che quella improvvisata scenetta avesse convinto il folletto, che in quel modo li avrebbe fatti passare senza trattenerli oltre.
 
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view post Posted on 20/11/2016, 11:36
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Che il Ministero fosse un luogo piuttosto stravagante, in realtà non era affatto un mistero. I diversi livelli che lo caratterizzavano pullulavano di figure dall'aspetto fuori dall'ordinario, un po' come accadeva per i loro stessi lavori, che spaziavano dal Wizengamot con le sue leggi sempre più complesse da mandare a fuoco i poveri cervelli di alcuni MaghiAvvocati per abbracciare poi il Quartier Generale degli Auror, Uffici di consulenza di vario genere e tanto, tanto altro ancora. Da non dimenticare, allora, il Dipartimento riguardante il Controllo e la Cura delle Creature Magiche, che quasi dissipava la sua grande struttura come un dedalo di corridoi, stanze e sorprese a non finire, l'una dietro l'altra nell'attesa di giungere allo scoperto nel miglior modo possibile nonché nel minor tempo possibile. Quei tre amabili rappresentanti di un'associazione tuttora anonima, perché non citata per davvero (e forse a buon ragione, chissà), sarebbero stati dunque sufficientemente abili e furbi per poter arrivare a destinazione perfino senza permesso? Chi aveva dato vita ad un programma simile, di preciso ad una - come la chiamavano? "missione" vera e propria, ecco la definizione corretta. Non si trattava di scorgere un Elfo Domestico nelle Cucine di Hogwarts, tentando di assolverlo in que nobile esercito che tanto i ragazzi e non solo si stavano impegnando a formare; il Ministero della Magia era la patria della Giustizia, almeno così tentava quotidianamente di presentarsi, non sarebbe allora stato facilissimo arginarne i suoi ostacoli con poche chiacchiere. Ma il Fato non dimenticava nulla ed era clemente, lo era davvero, nei riguardi di coloro che azzardavano ipotesi e strategie bizzarre ma non del tutto inutili. «Quindi un'intervista? E per chi lavorate, per il Profeta? O è un altro dei sondaggi strampalati della Pompadour? Ah maledetta donna, vuole portarci all'esaurimento il prima possibile!» sentenziò il Folletto, ripristinando il controllo sul presente con quel suo tono di voce per niente cordiale. Ma una nota, un'unica nota di curiosità già sfumava nelle sue frasi, poiché la sua risposta quasi dimostrava un nuovo acceso interesse nei confronti degli ospiti appena incontrati. A pensarci bene, non sarebbe stato affatto male farsi un tantino di pubblicità. «Bene, fatemi le vostre domande e poi fuggite via, ma che sia qualcosa di veloce e indolore, qui noi abbiamo da fare per davvero!» esclamò, quel pronome personale sottolineato con malcelata intenzione. Quasi ad indicare, chissà, che il gruppetto delle due fanciulle non fossero che perditempo. «Il mio nome è Gengis. Virginia, io ti conosco almeno di vista... bell'intervento su quel Puffskein la settimana scorsa, quasi ci stava rimettendo il pelo! E tu, ragazzina, sei?» Flammy, quello era il suo nome, ma il Folletto aveva memoria corta. «Dovrei anche farvi entrare? Sapete, siamo impegnati, quindi muovetevi! Virginia, hai parlato di un certo Fabio. E' il vostro amico immaginario?» Non trattenne un ghigno, d'altronde non aveva tutti i torti: Fabio era sparito.

Un miagolio attirò l'attenzione del giovane adepto di Godric, mentre Kovu - quello il caratteristico nome del furbo Kneazle, a quanto pareva - zampettava allegramente, ma quasi in assoluto silenzio, verso una porta laterale. Ricercarlo sarebbe stato senza dubbio alcuno un punto a favore del ragazzo, un punto a favore chiaramente per l'amicizia con il suo stesso felino magico. Tuttavia, il tempo era nemico e la missione non prevedeva perdita alcuna di minuti preziosi. Non appena le ultime parole di Flammy sparirono nell'aria, dissipandosi come cenere al vento, la piuma di Diricawl che lo studente stringeva tra le dita come dono improvvisato da parte della Corvonero parve emettere un rapidissimo bagliore. Un solo istante e Fabio scomparve da quel corridoio solitario, prima ancora che il Folletto poco distante potesse rivolgere l'attenzione sulla sua figura. Quando riaprì gli occhi, vittima di un residuo ultimo dell'effetto materializzante di quel Dodo magico, Fabio avrebbe potuto scoprire di essere da solo, senza né persone né gatti né folletti all'orizzonte. Era al buio, tra l'altro, completamente al buio. Un solo suono spezzava quel silenzio carico di apparente tensione, un suono che somigliava ad un gocciolio vero e proprio. Dov'era finito? E dov'erano gli altri? Era il momento di farsi abbindolare dalla paura oppure di fare appello al coraggio che tanto contraddistingueva i rappresentanti di Godric?
Gengis è il Folletto che, grazie all'azione furba congiunta di Virginia e Fammy, sembra voler assecondare la vostra richiesta, cadendo vittima del vostro tranello. A voi gestire la situazione, ricordate di non potervi trattenere troppo. I Folletti sono creature astute, fate attenzione. Altro problema: Fabio sparisce, il Folletto in effetti non riesce a vederlo in tempo. Si ritrova in un luogo al buio, lontano da Kneazle e voi. Sulla Mappa ti ho segnato con un triangolo blu piccolo, ma ongdr non puoi sapere dove tu sia capitato.

 
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view post Posted on 21/11/2016, 13:51
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Avrei abbracciato Flammy.
La sveglia Corvetta dai capelli fiammanti, rossa con rossa ci capiamo, ha afferrato al volo la situazione e sfodera le sue armi dcome una consumata professionista. Mi limito a darle di gomito facendole intendere di essere sulla strada giusta e di continuare la farsa. Appena usciremo le manifesterò meglio la mia ammirazione. La trovata dell’intervista pare solletichi la vanità e la sete di fama del folletto che afferma di chiamarsi Gensis. Sinceramente non ricordo di averlo conosciuto ma i folletti si somigliano tutti e forse lo confondo con il resto dei suoi colleghi. Non mi pare il caso di farglielo notare però per cui, certa che Flammy ancora una volta mi darà sostegno, fingo spudoratamente di conoscerlo alla perfezione assecondandolo. Gli sorrido apertamente e manifesto la mia sorpresa per essere stata riconosciuta e ricordata.

Certo che ci conosciamo Gengis! Sono felice che ti ricordi di me, del mio nome e della storia del Puffskein. Era così graziosa quella bestiola che mi sarebbe spiaciuto molto non riuscire a salvare la sua pelliccia. Grazie del complimento. Certo che il vostro lavoro è molto più impegnativo del mio e anche molto importante per cui stai tranquillo, non ti faremo perdere troppo tempo. Dobbiamo solo transitare dal tuo ufficio. Non ci soffermeremo se non per qualche domanda che verrà pubblicata sul giornale scolastico. Sai, i ragazzi hanno diritto di sapere quale ruolo determinante hanno i Folletti all’interno del Ministero, mi pare giusto dare al vostro lavoro il giusto rilievo. Fate così tanto per tutti noi! Tu, ovviamente, sai citato come esempio. Se ti fa piacere potrai anche vedere la tua foto pubblicata. Pensa che il migliore degli articoli scritti dagli studenti verrà messo in prima pagina sulla Gazzetta del Profeta e Flammy è bravissima per cui ci sono ottime probabilità che sarà lei a vincere gara. Non ti preoccupare della Pompadur. Lei non c’entra.
Ammicco alla Creatura facendogli intendere che non abbiano nulla a che fare con la Ministra. Mi pare di capire che non gradisca l’interferenza della nostra massima autorità e non vorrei si sentisse in qualche modo coinvolto in qualcosa da cui preferisce rimanere fuori.
Riprendo fiato dando modo e tempo a Flammy di inventarsi un paio di domande che mettano in risalto la figura di Gensis facendolo apparire come una specie di semieroe ma spero che non esageri. I Folletti son fin troppo furbi e se Gensis si dovesse accorgere che lo stiamo usando sarebbe un guaio grosso.
Potrebbe essere un guaio anche la sparizione di Fabio. Non posso e non devo dare a Gengis l’impressione di non avere la situazione sotto controllo. Probabilmente lui non ha inquadrato la figura del giovane Grifone e io, solo ora, mi rendo conto che non è più al nostro seguito. Deve aver ceduto all’impulso di rincorrere Kovu. Spero, ardentemente, che si ricordi i consigli che gli ho propinato durante l’addestramento del Kenazle. Confido nell’arguzia e nell’autonomia del ragazzo sperando che sia in grado di cavarsela da solo visto che Flammy ed io siamo costrette a far finta che non sia mai esistito.

Con aria innocente cerco di riprendere le redini della situazione mettendo a tacere i dubbi di un insospettito Gengis.
Fabio dici?
Esordisco facendo finta di riprendere un discorso interrotto a metà.
Ah…si certo! Stavo giusto raccontando a Flammy di un mio ex compagno di scuola che portava questo nome. Mi è venuto in mente in quanto anche lui, ai nostri tempi, era interessato al vostro lavoro e a quanto gli sarebbe piaciuto poter conoscere di persona un Folletto. Vi stimava molto. Mi chiedevo, appunto, che fine avesse fatto.
La sola cosa sincera di tutta quella pantomima è l’apprensione per la scomparsa del Giallodorato e spero che la mia espressione, sinceramente perplessa a quel pensiero, sia più che credibili agli occhi indagatori di Gengis. Le bugie migliori sono quelle che hanno un fondo di verità ed è a quello che mi sono ispirata formulando la risposta da dare al Folletto.
Mentre attendo che la futura candidata al premio Pulitzer porga le domande che ritiene adatte a Gengis continuo a tenere ben ferma l’attenzione sul Folletto cercando di trasmettergli ammirazione e fiducia. Spero anche che abbocchi all’amo, che non faccia altre indagini e chi ci lasci passare dal suo ufficio senza porre ulteriori condizioni od ostacoli. Non abbiamo tutta la giornata a disposizione e con più il tempo passa con maggiore è il rischio che altri soggetti vengano ad intralciare la nostra missione. Non siamo lontanissime dal nostro obbiettivo ma dobbiamo affrontare prima questa grana se vogliamo raggiungerlo.
 
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view post Posted on 21/11/2016, 15:28
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Kovu? Chiese un altra volta il giocane grifondoro, si era a malapena affacciato all'angolo dietro cui il felino aveva svoltato eppure di un animale a quattro zampe nero e marrone non c'era traccia. *Dove può essere finito?* Fece appena a tempo a chiedersi Fabio prima che la metà piuma che stringeva ancora in mano vibrò leggermente, o forse era solo una sua impressione, e prese a brillare debolmente. Fabio spostò lo sguardo su di essa e puf. Tutto ciò che Fabio aveva intorno divenne nero... buio pesto proprio. Che fosse saltata la corrente? Strano però, non sentiva nemmeno più il brusio che c'era nell'aria fino ad un momento prima. Fabio si affrettò a recuperare la bacchetta dalla tasca dei pantaloni mentre spostava la metà piuma che ora era tornata completamente normale nella mano sinistra. Almeno presupponeva fosse tornata normale visto che non emetteva più luce e poteva solo sentirla al tatto. Il suo udito a stento captò il suono come di un gocciolare d'acqua... che fosse in un bagno? Chi lascerebbe il rubinetto aperto, ma soprattutto come ci era arrivato? *Spero non sia un'altra avventura alla Dippet*
Pregò fra se e se. Fabio tese il braccio destro, dritto davanti a se'. Socchiuse gli occhi per non venir accecato lui stesso dall'incanto che andava ad eseguire. Lumos Solem Pronunciò. Come poteva trovare il suo gatto se non lo vedeva? Meglio ancora come poteva trovare se stesso?
 
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view post Posted on 22/11/2016, 19:21

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L-la preside?! No, affatto! Il giornale della scuola è diretto da soli studenti, certe volte, però, qualche articolo ben riuscito riesce ad avere un posto proprio fra le pagine della Gazzetta del Profeta! In questo particolare caso l'articolo vincitore finirà in prima pagina! E sinceramente, con un'intervista come questa, non possono che assegnarla a questo articolo!
Disse in un primo momento quasi scandalizzata dalle ipotesi avanzate dal folletto, per terminare con un'espressione affabile, chiusa da un occhiolino d'intesa rivolto alla creatura. Evitò di indirizzare in qualche modo il merito verso sè stessa, deviandolo da quella particolare intervista all'articolo in generale, lasciando intendere che fosse proprio Gengis a dare un certo peso e valore al tutto. Ripeté il suo nome sfoggiando un ampio sorriso e chiese nuovamente se potesse avere l'onore di ricevere un'autografo da parte del folletto, prima di prendere nuovamente possesso di penna e blocco per "appuntarsi le informazioni" derivanti dalle risposte alle sue domande.
Non voglio rubarle troppo tempo, sono ben consapevole del fatto che lei abbia di gran lunga cose migliori da fare che prestare attenzione ad una mocciosa come me, quindi mi limiterò a farle due domande, la prima è: Al suo lavoro al ministero viene attribuito il giusto peso? E come le sembra l'organizzazione? Ci tengo ad avere il suo personalissimo parere a riguardo di questi due argomenti di estrema importanza, è giusto raccontare la verità anche se amara, ma spero non lo sia!
Osservò con i suoi grandi occhi blu ben aperti la figura del folletto, in attesa delle risposte alle sue domande, non che le interessasse davvero dopotutto, in quel preciso momento sarebbe stata ben più interessata a scoprire che fine avesse fatto il suo compagno grifondoro, stando alle risposte di Virginia doveva esser scomparso. La corvonero si domandò per quale motivo se ne fosse andato, ma se ne sarebbero occupate dopo, prima bisognava superare l'ostacolo "folletto". Si tenne pronta a scrivere il più velocemente possibile, per dare l'impressione di raccogliere realmente le parole della creatura per poi stenderne un articolo, consapevole del fatto che, se anche avesse dovuto incontrarlo nuovamente, avrebbe potuto dire che quegli incompetenti della Gazzetta avevano optato per un quale altro scritto.
 
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view post Posted on 21/1/2017, 12:32
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Il Fato

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«Pompadour?» ripeté il Folletto, lo sguardo attento, quasi indagatore. Scrutò per una manciata di secondi prima Virginia, che già poteva vantare di conoscere almeno di vista e per diversi altri motivi di voci di corridoio, sia la ragazzina al suo fianco, che aveva un volto piuttosto giovanile. Gengis si chiese per quale assurda ragione quella coppia così stravagante, una Strega Ministeriale e una Studentessa di Hogwarts, fossero giunti alla sua presenza per un'intervista. Non che non ne fosse lusingato, era abbastanza egocentrico da poter lasciarsi inondare anche e soprattutto da ripetuti flash di macchine fotografiche, tuttavia - ed era una questione di fatto, doveva ammetterlo - come Folletto non vantava chissà quale riconoscenza o merito all'interno del grande Dipartimento. C'erano di sicuro diverse creature magiche più interessanti, se l'articolo della Gazzetta del Profeta fosse dipeso da questo; ma ancor più, ecco, c'erano lavoratori di valore e stima maggiormente apprezzabili. Lui si limitava alla contabilità, tutto qui, perché parte dei suoi compiti riguardava esattamente la gestione delle richieste degli altri Folletti, soprattutto quelli della Banca dei Maghi a Diagon Alley, per archivi e documenti di Galeoni del passato, presente e futuro. Le transizioni erano il suo forte. «Parlavo di Persefone Bennet, la Preside della vostra Scuola. Ma anche il Ministro ha le sue rotelle fuori posto, eh, non scherziamo.» Gengis sollevò l'indice verso le due Streghe, puntando il lungo dito prima verso l'una e poi verso l'altra. «Passate più tardi per l'intervista, ora non posso. Continuate il vostro giro turistico o qualsiasi baggianata stiate facendo. Bha, Streghe» concluse, le ultime due parole a voce molto più bassa di prima. Il corridoio era libero, le due rappresentanti erano riuscite nel loro intento. Certo, avevano perso di vista Fabio, ma ci sarebbe stato tempo per recuperarlo. O forse no? In ogni caso, proseguire non sembrava più essere un'opzione. A passo veloce, ecco che le due si sarebbero poi ritrovate esattamente di fronte il corridoio laterale alla fine del quale, secondo le mappe presenti sulle pareti con i loro colori un po' spenti, ci sarebbe stato l'Ufficio degli Elfi Domestici. Davanti a loro, però, una porta chiusa. Se avessero bussato, un Mago alto, muscoloso, con una barbetta incolta a coprire il volto dagli zigomi pronunciati, una carnagione piuttosto nordica e capelli ed occhi color della notte, ecco, sarebbe apparso sulla soglia. Era slanciato e niente affatto male, indossava una maglietta attillata, grigia, e un paio di pantaloni neri con scarpe dello stesso colore. Tra le mani stringeva un plico di pergamene. Sulla targhetta di plastica che pendeva al collo, una scritta lo designava come Karden Numberg, Capo dell'Ufficio Task Force Anti-Ghoul. «Virginia, che piacere!» A differenza di Gengis, per il Mago in questione la Strega di fronte non era un volto sconosciuto. Né probabilmente lo sarebbe stato lui per lei, perché Karden non smetteva di provarci spudoratamente con la donna in questione. «Posso offrirti un bicchiere di Idromele Bar-» Si fermò, sorpreso. «Ma hai una figlia?» domandò, quasi dando l'impressione di indietreggiare, puntando lo sguardo su Flammy. Scopo del giorno: superare Karden, il suo stile per approcciare, e dirigersi velocemente alla fine del corridoio. Facile, no?

Un'esplosione di luce invase la stanza e nello stesso momento un ringhio feroce parve fare da colonna sonora dell'intera orrida scena. Cinque gabbie, tutte delle stesse dimensioni simili a rettangoli più larghi che alti, rilucevano grazie all'Incantesimo che il ragazzino aveva utilizzato un attimo prima; le sbarre erano spesse e tutte di fun materiale apparentemente resistente, che dava l'impressione di essere ferro o acciaio. Le bestie all'interno si erano risvegliate, chi più e chi meno, e a gruppi di quattro per gabbie - per un totale di venti animali - osservavano con occhi lattiginosi il nuovo arrivato. Era il momento del pranzo? Non era troppo presto secondo la loro scaletta di marcia, le loro abitudini? Somigliavano a ragni giganti, ma non erano Acromantule; il corpo era schiacciato dall'alto verso il basso, coperto interamente da una folta peluria rossiccia, un paio di grandi occhi - due di numero, non di più - come palle da bowling sulla faccia, senza distinguere altri dettagli di sorta. Le bocche spalancate, i denti affilati come zanne, facevano colare a terra della gabbia diversa saliva, ma ciò che stupiva maggiormente erano le zampe; coperte a loro volta dalla pelo scarlatto, davano l'idea di essere chele di un granchio o di un vero e proprio ragno, nonostante terminassero con zoccoli di cavallo. Scalpitarono più volte, creando un forte frastuono, quando ad un tratto riapparve il Dodo di poco prima. Saltellò verso Fabio, poi gli fece segno di seguirlo. Conducendolo fino ad uno stretto passaggio fra due gabbie l'una di fronte all'altra, il pennuto sparì nuovamente, così com'era apparso in un attimo. Al di là delle due strutture di fronte Fabio, ecco che si scorgeva una porta. Per arrivarci, però, bisognava passare fra il passaggio al centro delle due gabbie. Le zanne delle creature erano minacciose, le zampe pure; avrebbero potuto attaccarlo, imprigionate com'erano? Era il caso di difendersi in qualche modo? Che strana situazione.

Chiedo innanzitutto scusa per il ritardo, ora ci siamo e ci avviamo alla conclusione. Gengis lascia libere Virginia e Flammy, arrivate dunque di fronte l'Ufficio Task Force Anti-Ghoul dove incontrate - se bussate - un Mago di nome Karden, che ha da sempre avuto un debole per Virginia e, ancora una volta, ci prova con lei. Virginia, puoi chiaramente dire di conoscerlo, alludendo a qualsiasi incontro o scocciatura del passato tu voglia. Superato questo punto, arrivate all'Ufficio degli Elfi Domestici, ci siete davvero. Per Fabio, la situazione si complica; il dodo riappare e ti accompagna verso l'uscita, prima di sparire. Vedi una porta al di là di due gabbie, per raggiungerla bisogna superare il percorso, ma attenzione. Le creature sono sveglie, non le conosci, ma sono Quintaped. Buona fortuna a tutti!

 
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29 replies since 24/7/2016, 18:31   481 views
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