Time flies over us, but leaves its shadow behind.

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view post Posted on 15/9/2016, 22:38
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Scopro Talenti, Risolvo Problemi

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Quanto era stata pesante come reprimenda?
In fondo, era pur legittimo che imparasse qualcosa anche lì, no?
Non era pur sempre quello il suo ruolo? Non si era rivolta a lui per quello?
Si rifiutava categoricamente di pensare di aver fatto male. Il silenzio sarebbe stata la peggiore delle possibili eventuali soluzioni. Certo, si sarebbe potuto tranquillamente ribattere che in quanto Storico ben poco potesse permettersi in tale ambito. Non era un Divinatore, lo ammetteva lui stesso. Non era un Profeta, era ben lungi dall'esserlo. Non aveva nessuna conoscenza specifica in materia che potesse vantare, almeno in tale sede. Era uno Storico. La Storia era ancora una volta la più valida delle Magistrae, anche in campo profetico? O non era affatto così? Si poteva leggere ciò che era stato, e confrontarlo con le profezie che si erano svelate, che si erano verificate, o era semplicemente tutta una balla cosmica, ed era tutto falso? Esisteva un problema di fondo. Poteva essere quella la soluzione? Forse no, in tutta onestà avrebbe dovuto ammetterlo. Era un problema di onestà a frenare il dipanarsi della matassa? Se non poteva essere sincerto sino in fondo, come avrebbero potuto giungere da qualche parte? Sarebbe stato soddisfacente un semplice 'si fidi, è così'? Lui ci sarebbe stato? Si sarebbe creduto, a ruoli invertiti? La risposta a quella domanda era probabilmente la chiave di volta dell'intera questione. Un discorso che per certi, e non pochi, versi doveva sembrare sempre più surreale alla Giovane. Se avesse chiesto consulenza al Collega di Divinazione, poi, cosa ne sarebbe uscito? Rientrava in quanto Storico, tra i classici divinatori ciarlatani? Dopo averli sbeffeggiati, ora si iscriveva alla loro categoria? Con tanto di pompa magna?
Sorrise alle prime parole della Giovane.
Non sapeva nemmeno che quel dannato servizio dovesse maniacalmente essere tenuto costantemente in movimento, per evitare tiri mancini, e disastri. Peggio dei bambini. Che in fondo fosse anche quella la risposta, alla maniacale ossessione di offrire il The a chiunque avesse l'ardire di varcare quelle soglie? Certo, l'avrebbero potuto sostenere i più fieri ostacolatori, e subdoli commentatori. Non era così, semplicemente aiutava la Sorte, per così dire. Non era del resto una piacevole occupazione? In quanti potevano sostenere di essersi fatti servire un The da un servizio incantato, in un vecchio maniero, ormai Scuola? Il resto erano solo chiacchiere, e futta. Punto e stop.
Veniva poi il resto, il problema.
Un problema sempre uguale a sè stesso.
Un mostro. Un'idra dalle cento teste dava seguito ad ogni taglio, tornando fiera come era stata inizialmente. C'era un modo per sconfiggerla? Tagliarle di netto tutte insieme? Sarebbe stato sufficiente, forse, ma impossibile a praticarsi. Chi avrebbe potuto? Come avrebbe potuto? Non sarebbe in fondo stato un peccato? Uccidere una così nobile, e antica bestia, per quello che in fondo non era nient'altro che un capriccio. Capire veramente e sino in fondo una profezia era possibile? Era comunque in parte frutto del fato? Quanto poteva? Quanto del resto era pilotato? Quanto non lo era? In via del tutto teorica avrebbero potuto assumere quanto chiedeva la Giovane. Quanto fosse praticabile, anche lì, era tutto da vedersi. E con che strumenti? Erano di nuovo lì?


Anche in questo caso, ha in parte ragione.
Ammettendo come vuole che la nostra Profezia dovrebbe dipanare i suoi effetti in un futuro non troppo prossimo, e ormai imminente, e che fossimo arrivati ad ottenere tali informazioni dalla stessa. Potremmo giocare di sponda con la stessa, facendo leva sull'averne compreso il vero senso. Solitamente una Profezia pone una serie di più o meno lunghi prerequisiti, affinchè entri in azione, la nostra abilità sta nel riuscire a cogliere e leggere nell'immediato passato tali precondizioni. Capisce? Se tutti i 'se' della Profezia sono rispettati, allora è probabile che avrà presto effetto. Il problema è di capire cosa voglia veramente dire questo. Se il nostro è un approccio statico allo studio del problema, allora siamo a posto. Rintracciamo in una semiretta che rappresenta il passato N eventi, A, B, C, D e magari E, li identifichiamo come prerequisiti, e collochiamo in una seconda semiretta, il futuro, un punto F che sarà la Profezia. il punto di congiunzione tra le due semirette, G, sarà il nostro presente. In realtà, come sosteneva lei poc'anzi, tale immagine è riduttiva di come funzionino davvero le cose, e di come interagiamo con il nostro Passato, Presente e Futuro [L'idromasssaggio andrà alla graaande!]. Se il passato non è una semiretta, ma un fascio di punti, e così sarà di conseguenza il Futuro, tutto cambia. La profezia pur vera che sia, potrebbe anche svelarsi in un nostro possibile futuro, ma non nell'attuale dimensione temporale, capisce? Altrettanto, quella che riteniamo essere una falsa profezia, potrebbe in realtà aver avuto effetti devastanti e catastrofici in un'altra dimensione, anche coinvolgendoci, ma non nell'attuale.


Probabilmente concludere scoppiando a ridere sarebbe stato troppo.
Si trattenne, moderandosi, limitandosi a sorridere cordialmente.
Suonava come una presa per i fondelli, o avrebbe retto ancora?
Aveva del credito da millantare, quanto ne era rimasto?
Era quello il punto?



Pardòn, non ho proprio resistito.
 
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view post Posted on 16/9/2016, 10:26
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Scheda Thalia J. Moran
Le ultime parole del professore l'avevano risvegliata dalla malinconia di quel fugace momento. La preoccupazione per l'esito della profezia, terribile e funesta in ogni sua parte, passò in secondo piano quando, inaspettatamente, l'insegnante mescolò nuovamente le carte in tavola. Aveva compreso pienamente le sue parole? Aveva capito bene?
«Se il passato non è una semiretta, ma un fascio di punti, e così sarà di conseguenza il Futuro, tutto cambia. La profezia pur vera che sia, potrebbe anche svelarsi in un nostro possibile futuro, ma non nell'attuale dimensione temporale... »
Dimensioni temporali? Poco prima, ne era certa, lei stessa aveva parlato di bivi e scelte che avrebbero potuto condurre chiunque ad un Destino diverso da quello già scritto per lui o predetto attraverso una Profezia. Era arrivata così vicina alla soluzione da non essersene nemmeno resa conto. Suo malgrado, ancora una volta, l'impulsività di giungere ad una conclusione le aveva impedito di avvicinarvisi davvero e le parole dell'insegnante, così com'era accaduto poco prima, l'avevano redarguita sull'importanza di continuare sempre a rimanere in ascolto, ad apprendere, a cercare di migliorare i propri punti di vista osservando e ispirandosi alle conoscenze altrui.
Ora, immobile e con le labbra poggiate delicatamente sul bordo della tazza di ceramica, bevve un breve sorso di quel liquido caldo. Così come le parole, anche il tè aveva risvegliato il suo corpo che altro non era se non l'involucro della sua mente sopita su altri pensieri e preoccupazioni.

«Altre dimensioni temporali.» ripeté, posando la tazza sul piattino e sollevando lo sguardo, prima assorto, sul professore di Storia «Ammetto di non aver mai pensato alle questione in questi termini. Eppure... ora che mi ci fa pensare... mi sembra tutto perfettamente logico.»
Lo era? Più volte si era chiesta che cosa sarebbe stato della sua vita se, in determinati frangenti, avesse preso una decisione a discapito di un'altra, negandosi per sempre un futuro possibile per dare spazio a quello a lei più congeniale. Era quindi possibile che in un altro mondo - o tempo - una Thalia Jane Moran avesse condotto un'infanzia diversa, con piccole scelte differenti e con risultati diametralmente opposti a quelli che lei, la Thalia di quel presente, aveva scelto di adottare e vivere?
Improvvisamente una serie di "se" e "ma" si configurò nella sua mente: una serie di immagini confuse, poco definite, che si sovrapponevano le une alle altre. Si poteva impazzire, pensò, per una cosa simile.
Tuttavia, le sue movenze non rispecchiavano il caos interiore provato e, anzi, rimase tranquilla e seduta compostamente, senza abbandonare mai l'espressione seria - ed ora rilassata - del suo sguardo.

«E si possono raggiungere queste "dimensioni" alternative?»
La domanda le ronzava in testa da interi minuti, non sarebbe riuscita a trattenerla oltre. Dopo aver pronunciato quelle parole, gli occhi brillarono di una luce diversa, rinnovata. La luce della curiosità. Aveva sempre pensato che il mondo fosse composto della sola materia che potesse vedere, toccare e percepire, ma gli eventi di quell'ultimo periodo le avevano dimostrato il contrario. Non solo aveva spalancato le porte ad una serie di possibilità, la veridicità - o la presunta tale - della Divinazione prima di tutto, ma ora, anche la curiosità di scoprire se esistessero davvero altre dimensioni, un mondo "a specchio" nel quale avrebbe potuto trovare un suo riflesso, identico a lei nella forma, ma diverso nella sostanza.
Quasi si emozionò all'idea di una simile visione, tanto che le mani fremettero appena facendo tintinnare la fine ceramica.
Appoggiò la tazza piena solamente per metà sulla scrivania, rimanendo in attesa di una riposta.





la citazione era d'obbligo!
 
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view post Posted on 17/9/2016, 17:47
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Erano iniziate le scommesse.
Gli allibratori erano già in azione.
Le operazioni in atto, e i Galeoni che giravano.
Come avrebbe preso tutta quella Storia, la Tassorosso?
Incatenarla alla sedia, e fare la figura dello sprovveduto?
Non farlo, e passare per il solito idiota idealista impudente?
Cosa avrebbe fatto lui? Tra il caminetto, la porta e la finestra, probabilmente avrebbe privilegiato la porta. C'era poi sempre la possibilità che vi credesse, così, sponte sua, senza bisogno di un ulteriore calcione. Non erano già nel migliore dei mondi possibili? Non era vero? In fondo era lei ad aver gettato inizialmente l'amo, quanto era infine seguita, non senza qualche tornante, era la sua immediata conseguenza logica. Quasi prevedibile, avrebbe potuto sostenere a buon diritto, ma del tutto inconcepibile sino a mezz'ora prima. Era quello il punto? Logico ma impensabile? Perchè era dunque impensabile, se logico? La logica contava poco in quelle faccende, era sempre contata poco, e tale sarebbe contata anche in futuro. Quanti erano i famosi logici dei loro tempi? Ne era sopravvissuto qualcuno? Non se ne parlava nemmeno, quasi fossero dei mangiapane-a-tradimento, vergognosi nella loro bestiale inattività, e ferina parassitaggine nei confronti di quella che pretendeva di essere una una società produttiva, costantemente in movimento. Era quello il punto di svolta? La chiave di volta dell'intero volo? Un impianto a prova di bomba, eppure, soggetto anche alla più leggera brezza marina. Cosa avrebbe potuto pretendere in quella circostanza? Avrebbe potuto lagnarsene con la stessa Tassorosso? Non sarebbe stata in fondo una pur legittima presa di posizione? Stupirsene sdegnato, a che pro?
L'impensabile invece aveva preso forma. Lentamente, ce la stava facendo. La Giovane ci credeva? All'intera Storia? Come avrebbe dovuto accogliere la notizia? Sorrise, travolto da quello che era entusiamo? Gratitudine? Semplice soddisfazione? Quanto era veramente merito suo? Quanto del caso? E quanto della Tassorosso? Qual era quindi la vincita che avrebbe potuto esigere? Quanti scommettitori erano già finiti sul lastrico? Quanti avevano perduto anche quello, in un gioco che ora si dimostrava nella sua vera natura, suicida? Aveva fatto i conti senza l'oste? La via era tracciata, e logica nella sua semplicità? In effetti sì. Così come era giunta l'intuizione, e l'annuncio, un attestato di logicità garantito da Tassorosso, così ne conseguiva il resto. Come varcare la dimensione? Sottrarsi fino a che punto? Quanto sarebbe stato saggio, vuotare il sacco? Prenderla nuovamente alla lontana, sperando che desistesse? O anche in quello c'era semplicemente una fatalità già scritto, da un burlone d'un burattinaio? Tutto procedeva lungo quello che era un binario unico? Un piano ben oliato, e pronto a dispiegare i suoi effetti, avendo da tempo coperto ogni eventualità?
Era un nuovo campo minato.


Mi fa piacere che trovi logico, com'è, quanto in realtà da pochi viene riconosciuto tale. Ovviamente si possono raggiungere tali dimensioni, ma oltre ad essere molto pericoloso, è anche caldamente sconsigliato, per ovvie ragioni. Riesce ad intuirle? Cosa farebbe se da quella porta entrasse ora un'altra sè stessa? E cosa crede che farebbe l'altra sè stessa, trovando qui lei?

Quello che era certo è che si sarebbe trovato lui in una pessima situazione.
Ma quello non lo disse, preferendo passare un pollice sotto il mento.
Avrebbe evitato di gran lunga quello spiacevole quarto d'ora.
Oltre a chiaramente tutto il resto che ne sarebbe conseguito.
Controllare le increspature?

 
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view post Posted on 18/9/2016, 11:12
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Scheda Thalia J. Moran
Stupore? Paura? Smarrimento? Quale sarebbe stata la reazione appropriata nel vedere una ragazza identica a lei e, al tempo stesso, diversa entrare dalla porta dello studio del Professor Peverell?
Probabilmente sarebbe rimasta in silenzio, impietrita di fronte al paradosso temporale appena creato. Non si sarebbe stupita di incontrare una perfetta immagine di se stessa in una dimensione temporale parallela alla presente e diversa solamente per una manciata di scelte operate secondo logiche diametralmente opposte a quelle che, di fatto, aveva condotto nella propria linea temporale.
Assunse un espressione naturalmente pensierosa di fronte alla domanda dell'insegnante, ma si risolse a rispondere in breve tempo, cercando di considerare ogni fattore che potesse venirle in mente.

«Insomma,...» una breve pausa per schiarirsi la voce e cercare di dare vita a quegl'intricati pensieri «...non capita tutti i giorni di vedere un individuo identico a noi stessi. Soprattutto nel caso in cui si abbia condotto un'intera esistenza nella convinzione di essere gli unici con precisi connotati fisici. Tuttavia, se vedessi entrare da quella porta un individuo identico a me, penserei ad un inganno. Con la magia si può ottenere l'aspetto di una persona in modo piuttosto preciso.»
Sua nonna le aveva spiegato di come la Pozione Polisucco fosse stata usata per scopi poco leciti in tempi passati e che fosse il metodo più invasivo tra quelli disponibili per assumere con una certa precisione le sembianze di qualcun altro. Esistevano poi gli incantesimi e, forse, il metodo più sorprendente era costituito dalla Metamorfomagia. Nella sua famiglia non esisteva nessuno con quell'abilità, ma suo nonno le aveva parlato di maghi piuttosto esperti nell'arte del camuffamento.
Per farla breve, se la Thalia nella dimensione parallela le somigliava vagamente anche nel modo di ragionare, probabilmente sarebbero giunte alla medesima conclusione: vedere una copia esatta di se stessi varcare la soglia di uno stesso luogo sarebbe sembrato quantomeno sospetto e, forse, sarebbero state sfoderate le bacchette a puro scopo difensivo.

«Le implicazioni di una simile visione porterebbero solamente in una direzione, temo... ovvero un paradosso. Senza contare che probabilmente penserei di essere impazzita.»
Bevve un lungo sorso di tè, prima di sollevare nuovamente lo sguardo sull'insegnante, concentrato a captare una reazione da parte sua. Si sentiva esaminata, non più l'esaminatrice. Nel momento esatto in cui aveva varcato la soglia dell'Ufficio del professore aveva posto domande più o meno semplici per colmare una lacuna di curiosità. Quesiti che avevano portato in breve tempo ad un'analisi introspettiva, per certi versi, su quanto fosse disposta a credere nell'inverosimile. Divinazione, tempo passato o futuro, presente mescolato talvolta ad uno e talvolta all'altro, la possibilità di varcare la soglia del Tempo e dello Spazio. Ed ora, terminata la fase delle domande, era iniziata quella delle risposte. Risposte che, però, arrivavano da lei e non più dall'insegnante. Com'era stato possibile? Le sembrava di aver fornito valide risposte per altrettanto valide domande, ma non riusciva a cogliere fino in fondo le implicazioni reali di quelle argomentazioni straordinarie.
«Mi viene da pensare, almeno in via teorica, che esista il modo di passare da una dimensione all'altra e che vi sia un metodo per evitare i paradossi di questo genere. E se questo metodo esiste, dovrebbe essere salvaguardato. Mi sbaglio? Chiunque, altrimenti, potrebbe viaggiare da una dimensione all'altra senza sosta per i propri scopi compromettendo quella precisa linea temporale.»
La tazza da tè tornò nuovamente a posarsi sulla scrivania, mentre lo sguardo ceruleo della ragazza cercava quello dell'insegnante.
«Dovrebbe esistere, quindi, qualcuno votato alla protezione di un tale meccanismo. Così come lo strumento stesso che permette di passare da una dimensione all'altra, sia che questo sia un oggetto dotato di magia sia che si tratti di un'incantesimo particolarmente potente.»
Si rilassò nuovamente sulla poltrona e si sentì soddisfatta del proprio ragionamento. Logica, pura e semplice. Per un attimo cancellò dalla mente le infinite possibilità fornite dall'immaginazione per tornare alla razionalità a cui era tanto affezionata. Le sembrò di tornare a vestire i propri panni, dopo una giornata faticosa trascorsa ad indossare scomodi abiti altrui. Un ragionamento lineare, il suo, che lasciava poco spazio a risposte criptiche. Avrebbe necessitato di un'affermazione o una negazione. Anche se, conoscendo il proprio interlocutore, la risposta che sarebbe giunta di lì a poco sarebbe stata tutt'altro che semplicistica.


 
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view post Posted on 20/9/2016, 22:37
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Se fosse entrato un suo secondo.
Sarebbe indubbiamente stato un bel guaio.
Conoscendosi, di cosa poteva essere capace?
In primo luogo sarebbe stato opportuno sincercarsi se fosse Ignotus, o Albus.
E poi agire di conseguenza sarebbe stato più o meno semplice. Problemi in vista?
Sarebbe stata una sorta di ricettività, a dover guidare le azioni, prima ancora che non gli occhi. O per essere più poetici, sarebbe risultato decisamente più difficoltoso anche per il più malintenzionato degli stregoni ingannare il cuore, che non gli altri sensi. Era tutta una questione di sesto senso? E allora che senso avrebbe avuto farsi nemmeno sei, ma ben sette anni di istruzione? In tutta franchezza, anche in quel caso, nuovamente, come avrebbe potuto confessare una cosa del genere alla giovane Tassorosso? In parte erano note le sue divergenze su buona parte del sistema di apprendimento, al Ministero lo sapevano, la Preside ne era a conoscenza, così come i Consiglieri, ma si rimaneva a metà del guado. Un buon grado di libertà per Storia, ortodossia per tutto il resto, il che non dava che mele marce a profusione. Il problema da solo non si sarebbe mai risolto, ma non era il caso di pensarci in quel momento. Tornare alla Giovane? E al suo altro sè stesso? Quanto effettivamente sarebbe stato auspicabile che il doppio facesse la sua entrata? E se fosse successo veramente una volta o l'altra? No, qualunque dimensione fosse, per quanti Ignotus Albus Edward Iulius potessero esserci in circolazione, non poteva pensare che avrebbero mai tentato qualcosa del genere. A meno che, certo... Ma quant'era saggio indugiare su tali eventualità? Erano tanto remote, da poter essere trascurate in tutta serenità. C'era invece la Giovane, e i suoi dubbi, che richiedevano una qualche forma di risposta, ancora una volta accettabile, quanto impensabile? Si sarebbe rotto il gioco?


Ha perfettamente ragione, ci troveremmo confrontati a un paradosso, e potremmo pensare di essere impazziti. Entrambi, sia chi entra, sia chi è già dentro. Non è detto infatti che il nostro viaggiatore sia un viaggiatore consapevole, o preparato a ogni evenienza, per così dire. Mi segue? Del resto è anche vero che se accadesse ciò in questo momento l'eventualità di un'altra dimensione temporale non sarebbe in cima nemmeno alle mie ipotesi, ha ragione. La Magia offre un'ampia gamma di possibilità per ottenere risultati molto prossimi, ma è altrettanto vero che non è tutto. Potrà forse sembrarle sciocco, ma spesso, nelle circostanze più critiche nelle quali ci potremmo imbattere, anche il naso, o il sesto senso hanno un loro ruolo, potremmo percepire di essere veramente in presenza di noi stessi, come accade sovente incontrando un nostro lontano parente, che anche non avessimo mai visto in precedenza. Quello che però ha taciuto, è che se riconoscessimo il nostro doppio veramente nella sua natura di doppio, al netto quindi di trucchi, una prima reazione potrebbe essere sì di attaccare per uccidere un'aberrazione che non dovrebbe esistere. Intuisce le conseguenze che avrebbe ciò? Una volta morti, si è morti, automaticamente Profezie vere o false che siano vengono meno, indipendentemente dalla linea temporale da cui proveniamo. Allo stesso tempo, per tornare a quanto le dicevo poc'anzi, una Profezia apparentemente falsa, potrebbe invece essere vera in un'altra, e quindi ci saremo fasciati la testa per un'intera esistenza, a fronte di qualcosa che non si verificherà mai.

Semplice, no?
C'erano poi gli strumenti.
Almeno il primo poteva essere rivelato.
Non era un segreto, anzi, poteva anche essere impiegato.
Quasi, con le dovute accortezze, e dietro il permesso del Ministero.
Un Guardiano forse non dei migliori, ma tanto avevano a disposizione.
Si concesse un nuovo sospirato goccio di The, ormai praticamente freddo, prima di riprendere tra il divertito, e il sorpreso, per quello che doveva sembrargli tanto ovvio, quanto scontato. Ma che forse la Giovane ignorava ancora? Qualcosa ne sapeva, quanto erano rispettosi a casa Moran dell'indipendenza e insindacabilità del percorso di studi? Erano argomenti per una fanciullina, dei primi Anni? Probabilmente no.


Ha nuovamente ragione, un metodo esiste: è il Giratempo.
Ne ha forse già sentito parlare? Sono delle piccole clessidre dorate.
Ed hanno anche un guardiano, che ne regolamenta l'utilizzo: il Ministero.
Ciò non toglie che sia comunque una questione molto rischiosa.
Da evitarsi, per quanto possibile.


Un ulteriore passo avanti l'avevano compiuto.
Quanto tutto quello fosse funzionale a quanto avesse in mente la Tassorosso, ancora da dimostrarsi.
Eppure, per molti versi sembrava essersene convinta, ancor prima di quanto non fosse legittimo attendersi.
Che per certi versi fosse pronta? Per altri molto giovane, e non ancora indottrinata?
Qual era il segreto alla base di quel capolavoro di Ars Suasoria?
Non poteva esser merito solo suo.
Non era vero.
E lo sapeva.

 
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view post Posted on 21/9/2016, 12:58
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Scheda Thalia J. Moran
Ora che l'argomento era stato sviscerato nella quasi totalità delle sue parti - e soprattutto ne erano state analizzate le sue particolarità - la questione sembrava aver assunto una forma diversa, ancor più intrisa di fascino e mistero.
Era innegabile, oramai, per chiunque l'avesse conosciuta un minimo, constatare quanto il mistero e il pericolo l'attraessero incondizionatamente. Certo, aveva sviluppato una sorta di difesa portata avanti da una coscienza che si faceva scudo con una giusta dose di buon senso, tuttavia le vecchie abitudini erano dure a morire. O così sembrava.
Più l'insegnante parlava, più la sua mente viaggiava lontana da quella stanza riccamente decorata, allontanandosi dall'aria solenne del professore e dalle ottime tazze di tè che egli serviva ai suoi studenti. Quasi dimenticò la ragione per la quale si trovava in quell'ala del Castello, dopo l'orario di cena. Solo quando il suo interlocutore richiamò l'attenzione sulle Profezie, vere o false, la sua mente tornò nuovamente a ragionare in tal senso.
Nel frattempo, aveva potuto immaginare di trovarsi non solo di fronte a una versione di se stessa, ma di essere al cospetto di figure storiche più o meno importanti con il solo ausilio di una Giratempo. E la sola idea la elettrizzava. Il suo carattere sfaccettato rispondeva ai diversi stimoli dell'ambiente esterno in modi spesso imprevedibili, come in quel caso. Le recenti esperienze avrebbero dovuto insegnarle di non buttarsi a capofitto nelle svariate situazioni, per quanto queste si potessero mostrare ai suoi occhi come le più allettanti mai sperimentate prima di allora. Eppure, il lato impavido la spingeva a chiedere all'insegnante quale fosse il modo migliore di agire trovandosi in una dimensione temporale diversa dalla propria o secondo quali criteri il Ministero conferisse il permesso di possedere una Giratempo e secondo quali necessità.
Quante cose avrebbe potuto imparare se solo avesse potuto viaggiare, per così dire, indietro nel tempo ed assistere ai grandi o piccoli mutamenti della Storia, per comprenderli e giudicarli con una certa cognizione di causa che, nello stato attuale, non avrebbe certo potuto possedere.
Di nuovo, però, quella precisazione sulle Profezie e la loro veridicità. Era possibile dunque che la visione di Oliver Brior fosse riferita ad un'altra dimensione? Sarebbe stato troppo bello per essere vero. Un pensiero spontaneo, il suo, ma connotato dalla speranza.

«Le mie conoscenze in merito sono limitate. Purtroppo.»
Un accenno di rammarico, nella sua voce, avrebbe fatto comprendere a chiunque quanto le dispiacesse non saperne di più. La curiosità, dopotutto, era la sua prima caratteristica e forse la più pericolosa tra tutte.
Sperimentare e sviscerare i problemi, quella era la sua capacità e, forse, abilità. Spesso non era riuscita a farlo senza conseguenze per la sua persona, ma era fiduciosa che col tempo sarebbe migliorata e avrebbe appreso dall'esperienza il giusto metodo per cacciarsi nei guai, ma senza restarvi malamente incastrata.

«Ammetto anche di essere incuriosita dal suo funzionamento... E ho come il sospetto che non sia il solo metodo disponibile. Magari... magari mi sbaglio.»
Percepiva, questa volta, che vi fosse qualcosa di non detto, un concetto o un'informazione che l'insegnante le taceva. Si trattava solamente di un'impressione?


 
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view post Posted on 22/9/2016, 22:31
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Più ci si spinge a Nord, più le nottate si fanno lunghe.
Sarebbe stata anche quella una delle tante, particolarmente lunghe?
Non che avesse in fin dei conti particolarmente premura, certo, tornare alle proprie attività era sempre di gran lunga una bella cosa, ma non avrebbe potuto affermare a cuor leggero di trovare particolarmente noiosa la conversazione. Certo, la giovane ospite non era propriamente la più esperta donzella di Mondo, alquanto difficilmente avrebbero potuto divagare sui bei tempi andati, di qualche campagna boera, dei traffici della Via della Sete, ma erano dettagli, tutto sommato trascurabili. Cosa poteva pretendere? Era lo stesso errore che la Giovane aveva commesso poc'anzi? Non era il caso di pretendere, molto semplicemente, ma cogliere i frutti offerti gentilmente dalla Tuke. Il resto sarebbe venuto di contrappasso. Non si poteva affermare non fosse ligio nel rispettare tale dottrina autoimposta. Ma visti i considerevoli risultati, perchè venir meno? Quanto era già trascorso? Stava anche in quel caso abusando della pazienza di un'ospite ormai provata dalla conversazione? Aveva il pessimo vizio, da sempre, di farlo. Tutto iniziava in un verso, presto veniva catonicamente assorbito da uno dei poli, il quale sostenendo fieramente il tutto, procedeva sereno, dando continuamente aria all'ugola, con sprezzo di un'eventuale usura. Era attestato in dieci casi su dieci che quel tal polo fosse anche il più anziano di quella stramba reazione, e che il secondo cedesse infine per sfinimento, ritirandosi sconfitto. Quante volte non era finita così? Poche, sufficientemente poche. Ma tant'era. Senza quella reputazione, cosa ne sarebbe stato di quelle povere stanze?
Ma ecco la Giovane tornare alla carica.
Una constatazione ovvia, forse scontata.
Ma pur sempre costosa in certi termini, da fare.
E poi il dubbio. Aveva forse infine mangiato la foglia?
Tutto il castello sarebbe miseramente crollato? No, certo.
Andava difeso, introdotto, celato e ammantato abilmente.
Cosa ne sarebbe infine uscito da tutto ciò, era un mistero.
Eppure erano ancora lì.
C'era poco da fare.


Ha ragione, esiste un altro metodo.
Meno ufficiale, ma nell'essenza tanto differente, quanto simile.
Le Giratempo sono oggetti preziosi, sotto chiave al Ministero, e seguono delle Leggi molto stringenti. Operando nell'immediato passato sono in realtà anche quelle potenzialmente più esposte ai disastri di cui discutevamo poc'anzi. Se entrasse un secondo Peverell da quella porta la prima cosa cui penserei, dopo la Polisucco, sarebbe effettivamente una Giratempo. Ciò nonostante esistono sistemi differenti seppur incredibilmente simili!


Salvare baracca e cavoli.
Lo stava facendo bene. Sì.
Era un'ottima risposta, andava concesso.
Con l'indubbio vantaggio di essere onesta.
Non che le altre non lo fossero. Ma quella...
Niente omissioni, erano un passo avanti.
Non era forse così?
Probabilmente.

 
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view post Posted on 24/9/2016, 13:37
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Un sorrisetto comparve sul suo viso a quelle parole.
Il suo sesto senso non aveva fallito e constatarlo fu motivo di estrema soddisfazione. Inutile negare l'autocompiacimento derivante da quelle piccole - quanto inutili - vittorie personali. E se da un lato la stanchezza per quella giornata così lunga si era fatta sentire fino a poco prima, condita dalla cocente delusione di essere destinata a vivere un Destino predetto proprio per lei, ora era del tutto sparita. Era stata sostituita dalla bramosia di sapere, visibile dallo sguardo vigile puntato sull'insegnante, e dalla postura del corpo - proteso in avanti come se fosse attirato dalle stesse parole pronunciate dall'uomo.
Aveva grandi capacità oratorie, ma questo le era noto sin dal primo giorno, quando il professore aveva introdotto lei ed i compagni alle meraviglie - e alla catastrofe - dell'antica civiltà di Atlantide. Era riuscita di rado a staccare gli occhi di dosso a quella figura che con dedizione e passione aveva profuso tutte le proprie energie affinché un gruppetto di undicenni apprendesse ciò che era stato di una delle più grandi culture magiche del passato ed ora, nel suo studio, ancora una volta l'uomo dava prova della propria capacità di attrarre gli studenti, lei per prima, guidandoli verso nuove realtà.
Ma come poteva, ora, saperne di più? Chiedere sarebbe stato un atteggiamento troppo diretto? Si sarebbe trovata a fare i conti con una secca risposta per la quale non sarebbe riuscita a colmare i propri dubbi e a soddisfare le proprie curiosità?
E da quando aveva così paura di osare?

«Mi scusi, professore... e questi metodi incredibilmente simili di cui lei parla, sono controllati dal Ministero?»
La domanda sarebbe parsa sciocca ai più, ma il confine tra liceità e la sua controparte era più sottile di quanto si potesse credere. Dunque, non bisognava sottovalutare il fatto che al Ministero fosse sfuggito un metodo per poter compiere le medesime operazioni possibili con l'ausilio di una Giratempo, o che fosse consapevole dell'esistenza di tale metodo, ma che ne riservasse l'uso a figure degne di particolare fiducia e alto senso morale.
Interagire con il Sé passato o futuro poteva essere deleterio per la propria esistenza e, come aveva opportunamente sottolineato l'insegnante, le conseguenze nel breve e nel lungo periodo avrebbero potuto essere catastrofiche. Si figurava, quindi, la necessità di predisporre ogni dettaglio con cura, a partire dall'individuo che avrebbe dovuto occuparsi di tale manufatto, del suo utilizzo e del mantenimento della segretezza cui questo era sottoposto.
Sempre che di un manufatto si trattasse.

«E se così non è...» aggiunse in fretta «...chi se ne occupa?»
Si chiese se non avesse iniziato a porre troppe domande, quesiti scomodi ai quali l'insegnante non avrebbe desiderato rispondere. Attese una risposta dell'uomo, rimanendo in silenzio e seduta sul bordo della poltroncina purpurea, come se - da un momento all'altro - avesse dovuto spiccare il volo.


 
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view post Posted on 25/9/2016, 12:17
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Qual era il giusto confine?
Quel limite tacitamente non detto.
Sin dove era lecito spingersi, e oltre il quale non lo era più.
C'era una qualche soluzione? Era l'intera questione legalmente giusta?
Ne aveva mai notificato l'esistenza al Ministero? E meglio, avrebbe dovuto farlo?
Poteva un Giudice del Wizengamot essere allo stesso tempo fuori legge, e non saperlo?
Quanto di tutto quello avrebbe costituito un problema per la giovane Tassorosso? Era destinato a pesare? Cercava semplicemente un modo, ma a a che cosa? Cosa mirava a fare? Qualcosa era taciuto sin dall'inizio di quella sconclusionata conversazione, il punto era che i silenzi erano da entrambe le parti. Non era solo lui ad aver taciuto, ed omesso consistenti parti dell'intero discorso, circunnavigando qualche problema, ed omettendone qualche altro. Anche la Giovane non era ben chiaro da quali propositi muovesse, e il perchè si fosse originata l'intera faccenda, in quella che pareva sempre più essere una mal celata connivenza. Connivenza nel far cosa? E in quale modo avrebbero dovuto i suoi metodi metterla nella giusta direzione? In fondo, molto tranquillamente, non potevano. Era già tutto risolto. Non potevano essere quelli la risposta, e quindi perchè parlarne? Un secco no, ed arrivederci. Appariva una soluzione, una tentazione palpabile. Bastava un singolo alito, una sillaba, sarebbe finito tutto? Incassato il no se ne sarebbe andata, e care cose? La soluzione non era quella? Perchè tutta quella Storia, se in fondo doveva concludersi tutto con un no. Perchè incassare le gomitate della Tuke, sempre più insistenti e prepotenti, se infine avesse dovuto negare tutto? Perchè quel no? Poteva essere considerata risolta la questione?
Ritornò a muoversi sulla seduta.
Il mantello incastrato.
La seta che lo spingeva a scivolare lentamente.
Una scomodità, che si sommava ad un certo nervosismo.
Qual era la soluzione a quel dilemma tutto nostrano?
Quale sarebbe stata la decisione migliore?
E quale quella più giusta da prendere?
Potevano le omissioni far differenza?
Lo sguardo dubbioso.
Il fare incerto.


Quello che in realtà continua a sfuggirmi di questa nostra conversazione, è il movente, Mademoiselle Moran. E mi creda, può dimostrarsi quanto più preminente in considerazione alla risposta che dovrei fare alla sua ultima domanda. Ci stiamo girando intorno da molto, quindi le risponderò, ma potrebbero non essere al caso suo. Effettivamente questi metodi, alternativi, non sono controllati dal Ministero. Ha ragione.

Una spinta.
Quella che gli mancava era davvero una spinta?
E come avrebbe dovuto fare?
Non mancava poi tanto.
Erano in zona.
A portata.


Ha già sentito parlare de La Scuola di Atene?

 
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view post Posted on 25/9/2016, 13:54
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Scheda Thalia J. Moran
Mentire non era mai stato nelle sue corde. Di fronte a domande dirette la piccola Thalia Moran non sapeva mentire.
Omettere verità scomode, raccontare mezze verità al solo scopo di evitare il rischio di una punizione, quello era più facile di quanto non fosse per chiunque altro. Con due sorelle minori, era cresciuta dovendo coprir loro le spalle di fronte alle marachelle di semplici bambine che i genitori finivano per imputare a lei, come se la maggiore delle figlie fosse il capro espiatorio preferito in ogni situazione.
La domanda dell'insegnante non giunse inaspettata: prima o poi avrebbe dovuto fare i conti con le sue risposte vaghe, poco chiare e misteriose. Poteva forse rivelare all'uomo di Oliver Brior e delle sue capacità divinatorie? Poteva forse ammettere di essere oggetto di una profezia? La risposta a quei quesiti era piuttosto semplice e tutt'altro che approssimativa. No, non poteva.
Il giuramento fatto all'amico era vincolante, come se da esso dipendesse la sua stessa esistenza. E di fatto, era proprio così. Se le parole del Grifondoro non l'avessero legata ancor più al suo destino, probabilmente non si sarebbe trovata a riflettere sulla Divinazione, il Futuro e le implicazioni delle sue azioni nel Presente.
Ed era proprio questo che l'aveva condotta nello studio del professore di Storia della Magia. La ricerca di una soluzione al proprio problema, qualcosa di troppo grande per una semplice tredicenne. Si trattava di questioni che potevano essere trattate solamente con l'esperienza, con la saggezza e con una massiccia dose di perseveranza. Avrebbe dovuto trovare il modo per fermare quel Destino già scritto e doveva farlo il prima possibile.
Bridget Wenlock era stata solamente la giustificazione perfetta per piombare nell'ufficio dell'insegnante a quell'ora e, adesso che il Prof. Peverell aveva compreso che non era il compito la ragione per cui si trovava in quel luogo privato, doveva assolutamente porre rimedio alla questione, prima che l'insegnante potesse rimandarla nella Sala Comune dei Tassorosso senza le risposte che cercava.

«Mi rincresce, professore, se ho divagato senza darle la possibilità di comprendere la reale ragione per la quale mi trovo qui, stasera.» iniziò, intrecciando le dita e posando le mani sulle ginocchia «Posso dirle che non sono qui per disturbarla, innanzitutto, ma che cerco risposte. La curiosità va colmata, in qualche modo, e lei è la fonte di cui avevo bisogno per i miei dubbi. Una mente razionale necessita del confronto per migliorarsi... e per colmare alcune lacune.»
Sorrise educatamente, sperando di aver risposto alla domanda dell'uomo. Vaga, ancora una volta, ma più precisa rispetto a prima. O meglio, aveva avuto modo di generalizzare senza eccedere, enunciando informazioni private e confidenziali. Il segreto di Oliver sarebbe rimasto tale, finché ne avesse avuto la forza, così come il decorso della Profezia che l'amico aveva pronunciato per lei.
«La Scuola di... Atene?» un cambio repentino di discorso, inaspettato, ma certamente gradito. Significava forse che la risposta precedente l'aveva soddisfatto?
«Ammetto di non averne mai sentito parlare... ma vorrei saperne di più. Come vede, la curiosità non smette mai di guidarmi.»
Un risposta forse troppo audace, quella, ma che male poteva esserci? Era stata onesta, come sempre.


 
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view post Posted on 26/9/2016, 22:48
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Quanto era probabile che la Tassorosso infine vuotasse il sacco?
Era lui il primo a non crederci. Se non l'avesse messa alle strette, non l'avrebbe fatto. Del resto, quante occasioni aveva già avuto di farlo, nell'arco dell'intera discussione? Evidentemente non voleva, cosa pensava di poter cambiare chiedendolo? Eppure, era giusto che le offrisse la possibilità. Non che ci tenesse particolarmente, in fondo. Erano già a sufficienza i problemi che sponte loro decisavano di fargli regolar visita, da non sentire l'urgente necessità di invocarne di ulteriori, ma quella era un'altra questione. Non l'avrebbero risolto il punto, per quanto la certezza matematica fosse decisamente più rara e difficile a dimostrarsi, poteva esserne sì sufficientement sicuro, a naso. E nel dubbio, era risaputo, seguire sempre il naso era la soluzione. Tale sarebbe rimasta, era una di quelle leggi tacite ma universali? Certo, dipendeva anche dal naso di chi. In determinate circostanze era decisamente più produttivo lasciar perdere, addirittura affidarsi implicitamente al naso d'altri. Se ti puzza il naso, che altro puoi fare, se non affidarti a un secondo naso? Ed era piuttosto raro trovare individui dotati di doppio naso, almeno nel senso più comune del termine. La diretta implicazione era affidarsi ad altri. Non che fosse una brutta cosa di per sè, anzi.
Aveva fatto la sua parte? Perchè preoccuparsi?
Era sufficientemente grande da poter decidere?
Avrebbe potuto razionalmente affermare qualcosa del genere?
In fondo, quanti anni poteva avere? Troppo pochi, in qualunque caso.
La prevedibile risposta della Giovane cosa avrebbe dovuto suscitare?
Era tanto largamente prevista, da non far battere ciglio. Se quella doveva essere la linea, quella sarebbe rimasta?
In fondo, chi avrebbe definito tutto quello come semplice curiosità? Era peggio aver taciuto quell'unica informazione, o tutto il resto? E quando sarebbe venuta la redenzione? Sarebbe forse giunta? E se non fosse proprio capitato? Quanto era probabile che accadesse, e quanto no? In fondo, al netto di tutto, era stato pur sempre un confronto. Restava Atene. Era ancora in tempo a tirarsi indietro. Non le doveva nulla. Con ogni probabilità non rispondeva nemmeno alla sua domanda. Perchè battere quella strada? Farlo?
Un lungo sospiro, prima di quella che non sarebbe stata una risposta?
Era ancora tutto in mano al Fato. Che razza di decisione era?


Capisco, immagino possa andare.
Come le dicevo dipende da qual è la vera domanda della ricerca, e qui dipende quasi tutto da lei. Una Giratempo risale il flusso del tempo nel breve periodo, ed ha determinati limiti legati a tale contingenza. Atene risale il flusso del tempo nel lungo periodo, di secoli nella più parte dei casi. Capisce quindi che per quanto possano essere molto simili nella sostanza, rispondono allo stesso tempo a due domande molto difficili. La Scuola di Atene è più uno studio endoscopico della Storia, una Giratempo ha tutt'altri obiettivi che le lascio immaginare. Per quanto, come le dicevo, con un minimo di immaginazione potrebbero essere considerate la stessa identica cosa. Capisce? Certo, c'è poi la questione del chi controlla cosa, ma il punto fondamentale è sempre la domanda. Senza la domanda giusta non si va da nessuna parte, in nessun caso. E ovviamente non è nemmeno detto che persino noi stessi siamo a conoscenza di questa vera domanda.


Il problema era la domanda.
Lo era sempre stata.
Perchè scomodare la Storia?
Se il problema era quello, il resto?
In tutta onestà, ne sarebbero usciti?
Avrebbero dovuto farlo? Era compito di chi?
Se ne stava sottilmente lavando le mani?

 
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view post Posted on 27/9/2016, 10:25
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Scheda Thalia J. Moran
Aveva capito bene? Non ne era troppo sicura e la cosa, per quanta umiltà fosse in grado di dimostrare, la infastidiva parecchio. Breve e lungo periodo, domande e risposte. Binomi che per lei, almeno in quel preciso istante, potevano valere tutto e niente. Dal punto di vista personale, analizzando gli eventi che l'avevano vista coinvolta, si sarebbe detta certa che per i propri scopi - scoprire "l'Orma da lontano passato" nominata nella profezia - fosse più opportuno l'utilizzo di una Giratempo. Un altro dubbio, quindi l'assillava: e se "il lontano passato" fosse stato davvero lontano e non, come credeva, relativamente vicino?
«Se ho compreso le sue parole...» mormorò infine, scacciando dalla mente quelle inutili elucubrazioni, «La Giratempo risponde a dinamiche più... dirette?»
Come spiegare al meglio quel concetto, ora che si trovava a un passo dalle risposte di cui ardentemente necessitava? Si rese conto di aver ingarbugliato ancor di più la propria risposta, così si affrettò ad aggiungere la chiave di lettura di quella frase apparentemente senza senso.
«Intendo dire... la Giratempo mi permetterebbe di modificare una porzione del passato? Come se potessi porvi... rimedio?»
Ebbe l'impressione di aver stretto i nodi di quella risposta così intricata, al punto tale da non sapere se l'insegnante avesse compreso pienamente il suo intervento.
Sfiorò delicatamente la punta del naso con l'indice sinistro, in quel gesto tipico delle circostanze imbarazzanti. Era davvero una situazione spinosa e si chiese, ancora una volta, se non avrebbe fatto meglio ad evitare quell'incontro.

*Il dubbio ti sarebbe rimasto ancora, quindi resta.*
«E se questo è lo scopo della Giratempo, l'altro metodo permette semplicemente di studiare il passato senza potervi intervenire in modo diretto?»
Il Professore aveva parlato di "studio endoscopico", poco prima, espressione che le aveva suggerito un'osservazione dello scenario in prima fila, come se si osservassero i ricordi altrui all'interno di un pensatoio. Si può vedere, certo, ma non intervenire. E allora? Quale sarebbe lo scopo? Dove risiederebbe il vantaggio di possedere un artefatto, un incantesimo o un'abilità simile e di tale portata?
No, doveva esserci di più dietro quell'Atene di cui l'insegnante parlava. Ma come scoprirlo?

«Che cosa dovrebbe spingere un individuo ad usare questo metodo?»
Una domanda semplice e diretta. Si chiese se anche la risposta del professore lo sarebbe stata.



 
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view post Posted on 2/10/2016, 14:37
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Ci sarebbero arrivati.
Era solo questione di tempo.
E lo sapevano altrettanto bene entrambi.
Il 'Cui prodest' sarebbe stato il cuore pulsante del dibattito.
In fondo era prevedibile che andasse così, per molti versi. Perchè non avrebbe dovuto chiederlo? Non si sarebbe posto lui stesso la medesima domanda? E in quel caso, non sarebbe parsa evidente la burla di tutta quella Storia? Sarebbe caduta l'intera impalcatura, sino a quel momento taciuta? Forte di quello, sino a che punto avrebbe riconsiderato quanto detto in precedenza? Era tutto intimamente legato, una serie di prevedibili conseguenze, e reazioni, perfettamente oliate, ed esplosive. C'era soluzione? Ancora una volta il silenzio? Ma perchè preoccuparsene? Non c'erano ancora arrivati, e probabilmente non vi sarebbero nemmeno giunti. Non era detto che dovessero entrambi fiutare puzza di bruciato. No? Si stava fasciando la testa, prima ancora di uscire di casa, ancora da seduto. La caduta sarebbe forse eventualmente avvenuta, in un futuro tanto remoto, quanto lontano, condizionato da tutte quelle scelte che avesse preso. A meno che, certo, non fosse proprio il fasciarsi che l'avrebbe spinto a cadere,. Era un'eventualità anche quella. Discutere di Giratempo in fondo, era qualcosa che non avrebbe sicuramente considerato plausibile sino a pochi momenti prima, non era previsto in agenda, non avrebbe nemmeno dovuto vedere la giovane Tassorosso, era tutto così frutto del caso da rimanerne sconcertati. C'era una qualche soluzione? Ora, che il danno era fatto?
Qual era il punto su cui tornava ora a insistere la Giovane?
Era quello? Non era quello? Incidenza diretta cosa voleva dire?
Certo, una Giratempo era in grado di cambiare il futuro, o no?
Quanto veniva fatto dalla Giratempo incideva realmente, o era semplicemente già parte del presente, e quindi già parte del futuro? Come poteva il futuro prevedere che si sarebbe utilizzata la Giratempo, così da prevederne già ogni conseguenza? Era un discorso che avesse logicamente qualche senso? O era ancora nuovamente un terreno minato? Arrendersi, gettare tutto alle ortiche, e partire per Honolulu seduta stante?
Qual era la verità?


La questione è largamente dibattuta, e come ovvio non tutti concordano, o per meglio dire, nessuno concorda su quasi nulla. Una Giratempo è vero in linea teorica permetterebbe di modificare il nostro immediato passato, per quanto questo sempre in linea teorica andrebbe contro le norme imposte dal Ministero, e dal buon senso. Allo stesso tempo, una parte della letteratura ha sviluppato un secondo filone logico, le Giratempo non modificano il nostro passato, ma realizzano semplicemente il futuro. Il nostro futuro è già conscio di quanto tenteremo di fare con la Giratempo, e pertanto sarà sin dal principio quello l'esito finale passato, senza quindi alcun problema. Capisce? Lei è arrivata nel mio Ufficio, perchè lei stessa lo ha reso possibile, magari tra cinque minuti, usando una Giratempo. O magari potrei essere stato io, tornando indietro per evitare che ritornasse qui, ho in realtà concretizzato quanto sta effettivamente accadendo, quanto il nostro attuale futuro sta vedendo. Capisce?

Ed Atene?
Eccoli lì.
Qual era la soluzione?
Ce n'era qualcuna?
Non c'era?
Perchè tornare indietro? Non era sufficiente lo studio? Non cambiava veramente il futuro, e il passato? Qual era il potere del libro? E sin dove era in grado di arrivare? Erano clausole di salvaguardia assolute, o relative? Era tutto semplice, e perfettamente comprensibile? Sarebbe dovuto esserlo? C'era risposta?


Vede, non ho detto che questo non modificherebbe il Passato, ma quel passato. L'intervento degli Ateniesi non potrebbe sicuramente essere assolutamente neutro, e come potrebbe? Semplicemente, lo sarebbe lungo la nostra asse temporale, che rimarrebbe immune al cambiamento. Dal punto in cui intervenissero potrebbero, e sarebbe abbastanza probabile che si verificasse, originarsi nuove linee temporali alternative, in precedenza inesistenti. Nuove dimensioni, in cui gli Ateniesi entrerebbero per il solo fatto di essere stati lì. Secondo lei cosa dovrebbe spingere qualcuno, a inoltrarsi nella Storia?

Una domanda inaspettata?
Un rigirare la frittata, inaspettato.
Eppure eccola servita in tavola.
C'era un'unica risposta?

 
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view post Posted on 4/10/2016, 10:13
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Era forse un tranello? Qual era il filo logico di tutta quell'assurda ed astrusa conversazione?
Sembrava si fosse persa nei meandri delle sue stesse domande, come se all'improvviso non fosse stata più lei a condurre quello che, a tutti gli effetti, era parso essere un interrogatorio sul tempo e le sue implicazioni.
Non poté non ammirare l'insegnante, mentre questi snocciolava informazioni e, forse, cercava di confonderla in un dedalo di domande senza risposta. Era forse impazzita e non riusciva più a trovare il senso di quell'incontro? Forse sì. O forse no.
L'argomento della Giratempo sembrava concluso, soprattutto poiché alla domanda dell'insegnante si limitò ad annuire lentamente, cercando di elaborare le informazioni ottenute e tentando di farsi una propria opinione in merito.
Se, come sosteneva Peverell, le Giratempo realizzavano il futuro già concreto in un presente più o meno prossimo, allora si trattava di un metodo controllato dal Ministero che permetteva, per così dire, di correggere il tiro. Un espediente comodo, atto ad evitare inutili sprechi di energie o conseguenze indesiderate.
Iniziò a vederne il senso e la vicenda tornò a prendere un minimo di significato.

«Comprendo, professore.» mormorò, infine, cercando di esibire un tono di voce sicuro.
E di nuovo, come una sorta di giostra senza fine, l'argomento tornò a vertere sulle diverse linee temporali.
Sembrava che il discorso non si fosse mai spostato da quel punto, eppure la sensazione che ne derivò - quando l'insegnante nominò epoche passate e linee temporali diverse da quella attuale - sarebbe stata lo specchio perfetto dell'emozione derivante dall'incontro con un vecchio amico, perso di vista per lungo tempo.
In realtà, erano trascorsi pochi minuti - entro i quali si era configurata la parentesi sulle Giratempo - ed ora avevano la possibilità di continuare a raccontarsi i dettagli più scottanti.

«Credo che l'ambizione potrebbe essere un motivo sufficiente...» iniziò a dire, con tono incerto e lo sguardo fisso al pavimento «...chiunque, anche il meno avvezzo alla celebrità, desidererebbe lasciare il segno nella Storia. Il proprio segno. E che sia in questa dimensione temporale o in un'altra, poco importa. La sola soddisfazione di poter dire "Io c'ero"... "Io ho visto".»
Così dicendo aveva sollevato lo sguardo sul professore, cercando di incrociarne lo sguardo. C'era della verità nelle sue parole e se ne rese conto solamente dopo averle pronunciate. Se fosse dipeso da lei, si sarebbe catapultata indietro di almeno tre secoli, solo per fare un esempio, al solo scopo di capire le dinamiche storiche che avessero contribuito allo svolgimento di un dato evento. Sarebbe stato impagabile poter tornare nel proprio presente e poter dire "Ho favorito la nascita di quell'invenzione" oppure "Ho contribuito alla salvezza di una famiglia di maghi". Persino il recupero di un oggetto particolarmente prezioso sarebbe stato sufficiente a placare la sua sete di ambizione.
Mai come in quel momento scoprì un lato di sé che aveva cercato di nascondere perfino a se stessa: l'ambizione di essere qualcuno di cui gli altri avrebbero almeno menzionato il nome. Le piaceva la semplicità, ma non per questo avrebbe dovuto accontentarsi dell'anonimato.

«Probabilmente la gloria sarebbe la motivazione principale.» disse «Ma mi sorge il dubbio che vi siano più risposte alla sua domanda.»
Quel pensiero sui manufatti salvati in un tempo anteriore, da catastrofi immani, risvegliò in lei un'altra possibile interpretazione.
«Si potrebbe, ad esempio, pensare di salvare un certo reperto magico di fondamentale importanza da distruzione certa.»
Ed eccolo lì, il collegamento con la loro primissima conversazione, quella sul collezionismo. Il collegamento sembrava lampante, certo, ma lo era davvero?
«Questo mi riporta al primo argomento affrontato nel momento in cui sono entrata nel suo ufficio, professore. Potrebbe configurarsi la possibilità di salvare un oggetto oppure di contribuirne alla creazione.»
Sorrise, questa volta, attendendo una reazione dell'insegnante.
«Mi sono almeno avvicinata un po' alla risposta che si aspettava?»
Una domanda lecita e, tuttavia, avventata. Aveva avuto ragione? Aveva perso di vista l'obiettivo? Con il professore di Storia della Magia era sicuramente difficile comprenderlo.



 
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Contestualizzare.
Una parola semplice in apparenza.
Uno sforzo più che titanico abilmente celato dietro essa.
Quanto poteva essere così abilmente e sbrigativamente etichettato come 'contesto', era in realtà un certosino lavoro di studio, e collazione di centinaia di testi, di altre Profezie, che per un verso, e forse per un altro con un minimo di fantasia avrebbero potuto intrecciarsi a formare quell'Albero. Come collocare quel materiale sui suoi rami, addirittura come tracciare gli stessi era tutto frutto dell'opera di Maghi e Profeti che avevano consacrato le loro esistenze a quell'opera. Il problema era che l'albero stava avvizzendo ormai da secoli, nuovi rami venivano sempre meno di frequente individuati e aggiunti, la 'produzione' stessa di Profezia calava, come se in fondo la fabbrica stesse incontrando una serie di tragici problemi economici, e si barcamenasse sull'orlo di un fatale fallimento. L'intera struttura oscillava, le fronde spoglie, i frutti rinsecchiti e solitari, come alberi in un bosco morente. E poi? La speranza. Se fosse davvero riuscita a contestualizzare una nuova profezia in quella profonda valle di lacrime, quale sarebbe stato il passo successivo? Scavando il perchè, cosa ne sarebbe emerso? Ecco emergere il lato oscuro della Profezia stessa? Vera o falsa che fosse non se ne poteva scampare? Era così, e così sarebbe rimasto? Valeva davvero la pena affrontare quella nuova crociata insieme alla giovane Tassorosso? Era talmente improbabile che si verificasse anche solo uno degli eventi che avevano preso in considerazione sino a quel momento, che spingersi continuamente oltre stava davvero perdendo di senso. Non si era guadagnata il diritto a saperlo? Ma restava la questione irrisolta sempre lì, in attesa, fiduciosa del suo turno, dimenandosi nel buio di una sala d'attesa ormai immersa nella penombra del tramonto, a che pro? Cui prodest? E di risposte, in fondo, nemmeno l'ombra. Domande che evocavano misticamente domande, una infinita serie di quesiti. E se il senso lo stava seguendo, quanto ne avesse poi compreso alla resa dei conti era un'altra questione. Aveva senso scherzare con il fuoco, quando si ignorava ancora cosa fosse? Come trattarlo? Ma se era tutto un gioco, e il fuoco non l'avrebbero mai trovato in ogni caso, perchè porsi addirittura il problema? Darle quanto cercasse, unitamente a un biglietto di sola andata: un bel servito? Era quella la risposta a tutto?
Ma se quel passo era ormai compiuto, e ben alle spalle, ecco farsi avanti nuovamente la Giovane. L'ambizione in quanta misura era il giusto propellente? Certo, lasciare il segno aveva il suo fascino, ma quanto sarebbe stato verosimile, e verificabile? Tornare indietro in quella nuova dimensione quanto sarebbe stato possibile? E chi avrebbe rischiato, per non avere nulla in cambio? Era uno scambio equo? Già più interessante lo scambio, fosse esso con qualcosa di materiale, o immateriale. Tutta un'altra questione. E sorrise alla Tassorosso. Bersaglio centrato? Forse non cento punti, da cento passi, ma almeno cinquanta.
Beccato con le mani nella marmellata?
Fine del gioco?
Rilancio?


Effettivamente per una serie di ragioni sarei propenso a scartare la prima ipotesi. Forse è vera, forse potrebbe valere per qualcuno, ma non credo. Trovo decisamente più interessante la seconda, tornare al Passato perchè avvenga uno scambio, che badi bene, potrebbe essere materiale così come immateriale, per fini squisitamente privati, o per fini più 'pubblici' per così dire. Ovviamente questo avrebbe dei costi, dei rischi, ma potrebbe anche valerne la pena. Dipende.

E poi?
C'era il resto.
A denti stretti?
Una confessione?
L'aveva vissuta l'inquisizione.
Era stato divertente, almeno da quel lato del tavolo.
Forse meno dall'altro, ma necessario.


Assolutamente, Mademoiselle!
Oserei dire che buona parte dei libri in questa stanza non vi siano arrivati per vie... convenzionali, ecco. E che in realtà proprio il nostro primo argomento, che come le dicevo nel corso degli anni mi è costato lunghi e amletici ragionamenti, non fosse un mero esercizio teorico, nonostante le apparenze. Ma ormai sa già anche come la penso al riguardo, no?


Era fatta?
Fuori una?
Era stato onesto.
Più del necessario?

 
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49 replies since 29/8/2016, 21:42   498 views
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