Time flies over us, but leaves its shadow behind.

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view post Posted on 22/12/2017, 16:57
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Scopro Talenti, Risolvo Problemi

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Beh, era finita bene, no?
Avevano ottenuto tutti quello che si erano prefissati.
Si respirava un bel clima, e ormai doveva mancare veramente poco a una riconquistata libertà. Non avrebbe potuto tenerla ostaggio per un tempo indefinito, e illimitato, presto o tardi si sarebbe stufato. Almeno era così che andavano spesso le cronaca. Era la Storia ad essere più possibilista, quanto? Abbastanza. Aveva raggiunto l'obiettivo, e archiviato quello il più era ormai alle spalle. Restava quell'ultima pratica, quanto decisiva, quanto rilevante, quanto rivelatrice era ancora tutto da vedersi. Ormai non aveva deciso? Un invito era un invito, no? Ripensarci perchè insoddisfatto non rientrava tra le possibilità, o sì? Come avrebbe dovuto considerare quell'esame? Chi era veramente l'oggetto dell'indagine? La bacchetta? Onorata, ne sarebbe stata onorata. Era indubbiamente l'atteggiamento giusto, le persone onorate di esserci erano spesso anche quelle meglio disposte ad apprendere qualcosa, il che considerando che in fondo fossero in una Scuola non era qualcosa che andasse sottovalutato. Qual era la linea che avrebbero mantenuto? E cosa sarebbe veramente significato tutto quello? E poi lo scambio. Ancora una volta era andato in porto, ancora una volta tutto come da copione. Passi in avanti? Avrebbe saputo cogliere qualcosa?
Tutto si riduceva in definitiva a cosa?
Salice e Mooncalf, elastica.
Laconico, e telegrafico.
Qual era il senso?


È vero, molti sono onorati all'andata.
Di altro avviso al ritorno, ma non abbiamo mai perso nessuno.
Tutta un'altra Storia questa invece, davvero interessante, Salice e Mooncalf. Sicuramente una scelta inusuale, ma avrà saputo il fatto suo. Ne sono sicuro. Non mi resta quindi che augurarle una buona serata, mademoiselle Moran, le faremo sapere.


Era più singolare l'uno, o l'altro?
Certo, il salice era pur sempre un salice, ma non era comunque così scontata come scelta. Lo stesso si poteva affermare del Mooncalf, eppure, era quella la chiusura del cerchio? Lo stavano finalmente quadrando? Era quella la risposta a una diatriba che li aveva visti impegnati da quando si era accomodato, sino a quel momento, in cui infine avrebbe preso congedo? Dopo essere stata sospesa tra i due lunghi indici, la bacchetta tornò nuovamente al centro della scrivania, pronta per essere riconsegnata alla legittima proprietaria. Quanto era durato quell'esame? Pochi istanti? Pochi minuti? Pochi, ma sufficientemente indicativi.
E su quelle note si congedavano, infine? Era la file del gioco?
Così com'era iniziata, un sorriso.
Era un arrivederci?

 
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view post Posted on 27/12/2017, 13:46
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You can take the darkness out of the man, but you can't force him to step into the light.

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Immaginò che la parvenza di ironia nelle parole dell’uomo fosse solo il frutto della sua fervida immaginazione. Chiaramente i pericoli dei viaggi nel tempo erano stati affrontati ed accettati, anche se tra la teoria e la pratica dell’accettazione intercorreva un lungo ed estenuante processo suddiviso in fasi ben precise. Si risolse a pensare che, col senno di poi, avrebbe accettato interamente le conseguenze delle proprie scelte, prima tra tutte l’idea di aver consapevolmente messo a repentaglio la propria esistenza per il solo gusto di lasciare la propria impronta nella Storia.
Diverse considerazioni, tuttavia, la travolsero non appena l’insegnante si limitò a descrivere la sua bacchetta.
Tre anni prima, nel riceverla dalle mani rugose del signor Olivander, l’Irlandese non aveva prestato troppa attenzione al nucleo, né al legno che ne proteggeva i sottili filamenti argentei. Per settimane, se non addirittura anni, aveva sognato di possederne una e quello non le sembrava il momento adatto per interrogarsi sulla funzione di ogni singolo elemento in essa contenuto. Era stata costretta dalla Bennet a svolgere una ricerca dettagliata sui tipi di nuclei e i legni adatti alla costruzione delle bacchette e le informazioni guadagnate dopo ore di studio non l’avevano soddisfatta pienamente.
Si chiese dunque se la smorfia di Peverell fosse da imputare al tono spento col quale la rossa aveva comunicato le informazioni di base o se, in definitiva, esistesse qualcosa dietro quello sguardo che l’uomo non aveva voluto condividere con lei.

«Mi scusi professore… Che cosa intende per inusuale chiese, imprimendo una certa musicalità alla domanda. La curiosità, anche in quel frangente, non tardò a mostrarsi e sperò che quell’ennesimo ritardo nel congedo non avrebbe turbato l’insegnante.
Il libriccino, ora stretto tra le dita, avrebbe fatto posto anche alla bacchetta recuperata in extremis. Osservandola da vicino, quella domanda era sorta naturalmente e senza malizia. Peverell era un uomo d’altri tempi, con una conoscenza pressoché infinita se comparata alla sua e, per sua stessa ammissione, l’arte delle bacchette lo affascinava enormemente. Se qualcuno poteva risolvere i suoi amletici dubbi a riguardo, quello sarebbe stato niente meno che l’insegnante di Storia della Magia.



 
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view post Posted on 4/1/2018, 11:06
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Era un arrivederci, no?
L'aveva sequestrata più che a sufficienza.
Era tempo che tornasse alle attenzioni del resto del Castello.
Eppure non sembrava avere l'aria di qualcuno che stesse per alzarsi, e andarsene. Proprio per nulla. C'era dell'altro? Aveva forse dimenticato qualcosa? Il ventaglio delle possibilità era ampio, eppure qualcosa gli suggeriva che venisse da quelle ultime note. Quel congedo che aveva ancora una volta scatenato un'irrefrenabile domanda. Dunque la bacchetta era l'oggetto del contendere? Cosa avrebbe dovuto replicare? In fondo non poteva certo definirsi un esperto, anzi. Era sempre stato più un hobby, che uno studio attento di un'Arte che in fondo di scritto aveva ben poco. E lui era sempre stato molto bravo proprio con lo scritto, non era casualmente uno storico. Poi profetica la domanda: perchè era così inusuale? Lo era? Era più inusuale il legno, o l'anima? E cosa voleva dire quel binomio, quanto pesava sull'intera valutazione della giovane Tassorosso? Quanto poteva esserne perfetta sintesi? Eppure, perchè lo era stato? Avrebbe avuto delle ripercussioni pratiche immediate? Un dignitoso silenzio quanto sarebbe stato interpretato come opportuno? Ancora una volta l'eterno dilemma di dire o tacere. Cosa si aspettava che dicesse o rivelasse, rispetto a quanto sarebbe stato invece più opportuno che fosse lei stessa a trarre le conseguenze. Era un moderno delfico motto? Conoscere la propria bacchetta, era somma sintesi di quanto altro? Che margini restavano nel medio termine?
Un sorriso in risposta sarebbe bastato?


Perchè inusuale? Immagino che già con la Professoressa Bennet abbiate affrontato l'argomento. Il Crine di Mooncalf è indubbiamente un elemento molto raro, proprio come la scelta del legno di Salice. La combinazione di due elementi così rari è sicuramente qualcosa su cui riflettere. Il che va ad aggiungersi all'animo terribilmente esitante della Creatura, e alla natura pacata del salice stesso, unite dall'elasticità indispensabile a conciliare le due metà e rendere servibile la bacchetta. Io non posso affermare di conoscerla a sufficienza, ma la vedo riflessa in questo coacervo di forze. Il salice è da sempre un legno nobile, e dalle grandi promesse, frenate da un certo grado di insicurezza, se mi passa il termine. Eppure la bacchetta ha scelto lei, quindi deve vedere in lei sia grandi potenzialità, sia un certo freno nel prendere certe iniziative. Potremmo affermare che creda in lei, dopo tutto, possiamo affermare anche il contrario? Da una bacchetta del genere quello che deve aspettarsi è sicuramente una scarsa iniziativa, quella dovrà mettercela lei, ma troverà sicuramente una forte sponda. Il che non è male, anzi. Ogni volta che riuscirà a vincere le sue ritrosie, e in questo un buon grado di elasticità, come poco fa, le sarà indispensabile, avrà al suo fianco un valido alleato.

Era abbastanza?
Lo sapeva già dopo tutto?
Cosa stavano scoprendo in fondo?
E la Tassorosso quanto si rispecchiava in quello che dopo tutto sembrava essere in tutto e per tutto un giudizio? Lo era? C'era possibilità di un tribunale d'Appello? Non era un giudizio negativo, anzi, per molti versi era anche lusinghiero, il che non era mai scontato. Quanto fosse vero era un'altra Storia, ma dopo tutto la bacchetta diceva quello. O diceva altro, che lui non era stato capace di leggere? In fondo non era il suo campo, l'aveva già detto. Non era neanche un indovino. Era l'ufficio sbagliato per certe cose. O forse no? Ci mancava solo di improvvisarsi Profeta, e il resto era fatto. C'erano particolari tasse da pagare per esercitare la professione?


Conoscere la propria bacchetta, è un po' come conoscere se stessi. E come le dicevo le mie conoscenze in tale ambito non sono delle migliori, le prenda quindi con molta cautela. E soprattutto, sono dell'idea che certe cose per avere veramente valore dobbiamo essere noi a scoprirle e a comprenderle, io potrei forse risparmiarle una lunga riflessione, ma arrivare al medesimo risultato percorrendo due sentieri diversi avrebbe delle pesanti differenze. A volte è più importante il percorso, che non il risultato complessivo.

In fondo era anche quello qualcosa.
Era stato onesto, forse anche troppo. Ma tant'era.
Inutile farci pensieri troppo strani.
Era davvero fatta?

 
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view post Posted on 6/1/2018, 16:42
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Come spesso accadeva durante le ore di Storia della Magia, anche in quel caso la spiegazione dell’anziano non si fece attendere: preciso e puntuale, era stato in grado di fornirle le informazioni necessarie a porre in essere nuovi interrogativi e rinnovati spunti di analisi, non soltanto in merito alla sua bacchetta, ma soprattutto su se stessa.
I suoi occhi percorsero la linea diritta del legno di salice e l’impugnatura scanalata al principio e al termine: linee semplici, rassicuranti proprio in virtù dell’assenza di elaborati ghirigori, maneggevole e sempre pronta ad assecondare i suoi ordini.
Inspirò lentamente e profondamente, ricordando con precisione la soddisfazione dell’anziano venditore di bacchette al momento del suo acquisto: aveva esclamato con enfasi il tipo di nucleo di quel semplice legnetto; Olivander aveva di certo capito sin dal primo istante quale fosse la sua più intima natura, eppure dopo tre anni dall’acquisto, la Tassorosso non aveva mai sprecato un solo istante per cercare di comprendere la connessione tra la sua anima in continuo cambiamento - tra incertezze e la continua ricerca di rassicurazioni dal mondo esterno - e quella della sua fedele bacchetta.

«Comprendo.» mormorò, infine, sollevando le iridi grigie su quelle dell’insegnante. Aveva abusato fin troppo del suo tempo, a cominciare dalla ricerca di risposte che avrebbero potuto anche non esistere in quel tempo e in quello spazio; si sentiva appagata solo parzialmente da quelle spiegazioni e la sua indole, proiettata alla ricerca perenne di spiegazioni razionali, avrebbe fatto in modo di colmare le sue lacune.
«La ringrazio per il suo tempo, professore... e per il libro.»
Se non ci fossero stati altri interventi dell’uomo, gli avrebbe sorriso educatamente prima di dirigersi a passo lento verso l’uscio. Quanto tempo era rimasta in quell’ufficio? Ripensò all’eventualità paventata dal docente: quella secondo cui, aprendo la porta, avrebbe potuto trovare una versione di se stessa, uguale ma diversa, pronta a ricambiare il suo sguardo.
Se solo quella stessa mattina le avessero suggerito un’idea simile, probabilmente, avrebbe potuto pensare ad uno scherzo. Tuttavia, dopo quel lungo ed estenuante colloquio, aveva compreso la reale portata della magia ed i suoi pressoché infiniti utilizzi. Era giunto il momento di lasciare andare un pizzico della sua amata razionalità in favore di un’elasticità mentale diversa, più aperta alle cose in principio ritenute impossibili.



 
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view post Posted on 12/1/2018, 19:45
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Che razza di spiegazione era stata?
Cos'aveva davvero pensato la Tassorosso?
Sarebbe stata sufficientemente combattiva da metterla in dubbia?
La tentazione di rispondere a volte delle assurdità, per il piacere di sentirsi dire che in effetti era proprio così, non era poi così lungi dall'essere vera. In quanti osavano palesemente dichiararsi in disaccordo? Con il crescere degli anni il tutto era inversamente proporzionale, aspettandone ancora qualcuno neanche la sua immagine riflessa allo specchio avrebbe avuto il coraggio di farlo. Era o poteva essere un problema? L'autoreferenzialità quanto era positiva nel lungo periodo? Ma forse era quella la stessa soluzione al problema? Di che lungo periodo stavano poi discutendo? Esisteva davvero? Era solo un sogno, un'illusione, partorita dalla mente? E in quale di quei tanti gruppi la Tassorosso avrebbe deciso di appartenere? Dopotutto era stupefacente non si fosse ancora stufata, quel The sembrava essersi dilatato nel corso dei giorni, delle settimane, se non anche dei mesi, e degli anni. Certo, l'appetito è destinato a venir mangiando, ma quella era un'indigestione bella e buona. Ci sarebbe stata una qualche soluzione di continuità? E se non era il caso, come avrebbero proceduto?
Poi, come un lampo a ciel sereno, si era prima professata concorde, per poi prendere la porta. Era finita così quell'epica avventura? Non era ancora iniziata? Sì, era fatta. Era tempo di darsi ad altro? Era tempo di tornare alla misteriosa tavoletta? Ne avrebbe infine cavato un ragno dal buco?


Lieto di esserle stato d'aiuto, mademoiselle Moran.
Qualora il dubbio dovesse nuovamente aggredirla mi faccia sapere.
Io le farò sapere per... l'altra cosa.
Buona serata!


Ormai era in tutti i sensi finita.
Sorrise, allegro. Lo aspettava del lavoro.
Il Tempo fuggiva via, sgusciando qua e là.
Che ne sarebbe stato di loro?

 
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