Confini e Conoscenza

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view post Posted on 15/10/2016, 17:48
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Scopro Talenti, Risolvo Problemi

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Certo, esisteva un minimo di decenza.
Non poteva spingersi sicuramente troppo oltre.
In fondo rappresentava, o comunque lo aveva fatto, il Ministero stesso.
E il fatto che ormai fosse quasi in pensione, e che da quel tempo fossero ormai trascorsi anni non era una scusante. L'acredine che si era creata non era a sua volta una valida scusa per soprassede a quelli che sarebbero dovuti comunque rimanere gli obblighi di un buon cittadino. Chi osava mettere in dubbio l'infallibilità del Wizengamot? Chi l'Aeropago? Società sempre più evolute, moderne, al passo con i tempi, che però vivevano ancora saldamente ancorate a quell'alone mistico che permeava le più importanti istituzioni. Nessuno era inflallibile, lo sapevano tutti, ma come uscire dal problema? Qualcuno doveva pur poter avere l'ultima parola su qualunque dei temi in agenda. Se fosse sempre esistito un superiore livello di giudizio, quanto sarebbe durata una causa? Quanto sarebbe stata effettiva la pena? E chi avrebbe mai rispettato la legge? Da lì il passo era breve, tu sei l'ultimo adibile, tu sei infallibile. Il che non era nemmeno scontato fosse sbagliato, a seconda dei casi il giudizio poteva anche essere dei più corretti, ma il rischio di errori non era così remoto. In fondo, erano anche loro esseri umani. L'effettività dei controlli era poi tutt'altra cosa. Come assicurarli? Come garantirli? Il miglior mastino di quella che era una democrazia era il suo stesso popolo, ma che vivendo sparpagliato, isolato, di dove in dove, non era in grado di garantire quel rigoroso controllo che forse era necessario. Si viveva meglio, quando si stava peggio? Era lì l'origine di ogni male, quel divorzio forzoso, e forzato aveva rotto l'armonia, rendeva impossibile il ricrearsi di un qualsiasi equilibrio, minava alla base le fondamenta stesse della loro società. E nessuno poteva farci nulla. O forse sì? C'era una qualche soluzione? Non c'era?
Era qualcosa di reciproco?
Determinato chi fosse colpevole, il perdono?
Era una questione di fortuna? Poteva arrivare, come anche no?
Era qualcosa di istituzionale? Un passaggio formale di un processo?
O era qualcosa di più sottile?
Del sottobosco.


Beh vede, il perdono in primo luogo potrebbe venire dal tribunale stesso. Se venissero riconosciute le attenuanti, o circostanze estreme per cui possa essere stato legittimo ricorrere a una delle tre maledizioni evidentemente si potrebbe considerare questo un perdono, il che equivarrebbe a un'assoluzione. In secondo luogo, il perdono della società, che potrebbe anche essere più difficoltoso da ottenere che non quello della giustizia stessa. Spesso società e giustizia non possono, e non devono ragionare alla stessa maniera, questo potrebbe essere uno dei casi. E senza questo secondo perdono, il rischio di diventare reietti, con una lettera scarlatta cucita sull'abito è più che reale. Ma evidentemente non è abbastanza.

Mancava ancora la ciliegia.
E qui tornavano i sottaciuti.
Era inevitabile che così fosse, in fondo.
Sviscerare l'intera faccenda era fuori questione.
Accennarvi era però forse doveroso.
Sospirando, riprese.


Ma in realtà, come le dicevo, il vero perdono è un altro.
Uccidere non è semplice, e non andrebbe mai fatto alla leggera.
Ha un costo, anche elevato, su più livelli. E il carnefice non è esentasse.
Il primo vero perdono dovrebbe essere nei propri confronti, capisce?
Evidentemente si presuppone che l'assassino sia a quel punto totalmente consapevole di quanto abbia fatto, il che non è sempre così. Ma, se fosse il caso, allora sarebbe indispensabile la capacità di perdonarsi, e questo avrebbe conseguenze magiche insostituibili. Poi potrebbero venire tutte le altre forme di perdono che è in grado di immaginare, ma in primis, è il carnefice a dover potere perdonare se stesso.


Il potere del perdono.
Quell'ignoto.

 
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view post Posted on 22/10/2016, 22:36
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Amber Serenity Hydra
Prefetto Tassorosso ~ 16 Anni ~ Scheda
Alla fine, sembrava capire più di quanto avrebbe mai pensato. Il perdono era un argomento spinoso, per lei sopratutto. Non poteva certo sapere tutto delle vite altrui, ma lei non si riteneva ancora pronta per perdonare l'uomo del vicolo.
Apprezzava anche il fatto che il professore stesso non le stesse chiedendo di fare nulla, in realtà, ma la stesse aiutando a vedere la "situazione" sotto un altro punto di vista, più completo, forse. Uccidere non era da tutti, e non tutti potevano sopportare le conseguenze di un'azione simile. Lei, ad esempio, non ne sarebbe mai stata capace.
Così, la discussione partira semplicemente dalla sua curiosità per Morgana e la sua condanna, se così si poteva definire, l'aveva portata dove si era aspettata di giungere. V'era però da capire come proseguire.
Se il suo obiettivo fosse davvero stato solo quello di parlare della vecchia Strega del passato, probabilmente avrebbe ritenuta conclusa la discussione, si sarebbe alzata, avrebbe ringraziato il docente, e sarebbe uscita dalla porta d'ingresso, senza batter ciglio.
Ma la verità era che c'era un secondo motivo che l'aveva spinta in egual misura a presentarsi alla porta del Vice Preside.
Era da un po' che pensava di porre quella domanda, di vedere se anche quella sua curiosità poteva essere soddisfatta. Non era solita ficcare il naso negli affari altrui, ma non era nemmeno la prima volta che sentiva alcuni tassi vociferare per i corridoi.

« Professore.. avrei un'altra domanda da farle, anche se è più una mia curiosità. » Scacciò i pensieri riguardanti la morte della madre, come faceva sempre. Rimuginare troppo su quel nebuloso passato non avrebbe fatto bene alla conversazione. Senza considerare che, i suoi ricordi, si facevano più vaghi anno dopo anno.
Lo sguardo della tassina si rasserenò appena, spostandosi dalla tazzina, ormai vuota, al docente, forse in attesa di una seconda spiegazione? Fu comunque presto detto.

« Ho sentito parlare della "Scuola di Atene".. e devo ammettere di volerne sapere di più. Mi piacerebbe essere considerata per farne parte, sempre se secondo lei è fattibile. »
Fece la richiesta così, senza giri di parole, aveva avuto una risposta, la sua "missione" era già andata a buon fine, aveva molto su cui riflettere, dunque mal che andasse non sarebbe stato un fiasco totale.


© Giuls

 
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view post Posted on 7/12/2016, 17:08
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Sin dove si sarebbero spinti?
Quanto era decoroso camminare sul confine grigio della Magia?
Quanti avrebbero avuto da ridire di quella Storia? Quanti avrebbero avuto il buon senso di sostenerla semplicemente? Qual era il passo successivo? Il margine dov'era? Avevano concluso? Qual era stato il percorso? Erano partiti da Morgana, poi tutto si era avviluppato, inizialmente complicato, ma nel migliore dei sensi possibili. Prima di un lieto fine. Così come erano partiti, così avevano concluso. La circolarità si era imposta anche in quella circostanza. Tra un sorso di The, e un pensiero bislacco, la nave era infine giunta in porta, dove aveva vittoriosamente gettato gli ormeggi. Quanto era quotato il termine di tutto? Era abbastanza probabile. Non da giocarci una mano, ma probabile sì. Restava poi come sempre la possibilità che in fondo non fosse quella la vera ragione ad aver spinto la Tassorosso a presentarsi lì. Era stata una scusa, più elegante di altre, più convincente e meno farlocca, di un certo spessore, ma pur sempre una scusa, che celasse qualcos'altro. Cosa poteva essere? La solita biblioteca era sempre in testa alle preoccupazioni di molti. Ma il fatto che venissero dispensati meno permessi del solito, era indice che semplicemente dovevano in diversi aver trovato una seconda via per accedervi, anche fuori dall'orario consentito. Magari in piena notte. Non era una possibilità così remota, anzi, scritta la legge, trovato l'inganno, poste le ronde, trovato il cavillo. Se erano meno i permessi, era anche altrettanto probabile che la Giovane non volesse un permesso. Una scampagnata nella foresta era un'altra Storia, quello sì, ma per far cosa? Come giustificarlo? Raccogliere ingredienti dalla foresta implicava anche la preparazione di qualcosa che nella più parte dei casi sarebbe rientrata quasi sicuramente nella categoria proibita. Ironia della sorte: se anche fosse stata già in possesso del libro, come giustificare gli ingredienti? Attività illegali non sembravano poi così probabili nemmeno, era giovane, una Tassorosso. Non certo sinonimo di una santa, ma i problemi erano più sovente annidati altrove. Restava un'ultima categoria.
Un sorriso, tra il soddisfatto, e il divertito, mentre quella che aveva l'aria di essere più un'ammissione di colpevolezza che non di una semplice curiosità prendeva forma. Atene era tornata con una certa prepotenza a bussare a quella porta. Era tornata a reclamare l'attenzione di cui sentiva la necessità. E del resto, come negarlo? Cosa avrebbe dovuto decidere? Il sì dato a molti era una buona ragione per proseguire su quella strada?
Tutto si riduceva a quella semplice domanda.
Solito approccio?


Ah, sì. Atene...
Mi fa piacere ne abbia sentito parlare.
E mi dica, cosa ha sentito?
Solo cose belle, considerando la sua idea.


Il più delle volte il problema era quello.
Era proprio quello. Iscriversi a una rivista che non si conosceva.
Alla base di tutto una fonte perfettamente sconosciuta. Una voce di corridoio. Autoalimentante. Qualcosa che era noto a tutti, e quindi allo stesso tempo ignoto, perfettamente sconosciuto. Una voce di popolo, di piazza. La Giovane aveva già deciso. Aveva già deciso? Se aveva piacere, evidentemente doveva aver già deciso cosa avrebbe preferito che accadesse, allo stesso tempo su che basi l'aveva fatto? Aveva tratto il dado, per il semplice fatto che fosse un dado, e avesse sei facce? Qualcosa di più? Qualcosa di meglio?
In fondo, era Tassorosso.

 
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view post Posted on 15/12/2016, 14:10
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Amber Serenity Hydra
Prefetto Tassorosso ~ 16 Anni ~ Scheda
Non era il motivo principale per cui era andata fin lì, ma era indubbiamente qualcosa di cui voleva discutere con il professore: La Scuola di Atene.
Accantonata Morgana, per quanto possibile, ed il Perdono come punto chiave, non era rimasto altro se non la curiosità si una sedicenne. Era nota per non essere un "animale sociale", difficilmente si univa ai gruppi della Sala Comune, ma questo non le impediva di rimanere attenta a tutto. Un po' per via del suo compito ufficiale da Prefetto ed un po' perché era parte della sua indole, non era insolito che origliasse i discorsi altrui, e quella volta non era stato diverso. Studiare gli altri era una delle attività che più la impegnavano, fin da quando era bambina. Certo, allo stato attuale non aveva poi troppo tempo per farlo, ma perdere un'abitudine simile era difficile se non impossibile. C'era voluta una certa dose di sfrontatezza per aprire quel tempo in un modo così diretto, ma anche quello era parte di lei. I giri di parole erano carini si, ma non erano il suo forte, se non aveva niente da nascondere li evitava ben volentieri. Piuttosto le omissioni, quelle si le piacevano, ma erano altri discorsi, per altri momenti. Aveva una domanda altrettanto diretta alla quale rispondere. Qual era la reputazione di quel Club?

« Non ho sentito molto, a dir il vero, qualche racconto sporadico tra i corridoi.» ma non era tutto..« A far testo per me è stato l'anno in cui quei racconti erano ambientati. » d'altronde, in realtà un collegamento con quanto detto prima, c'era.. bastava solo coglierlo.« Il passato, se non ho capito male, è il punto della questione. Muoversi in un tempo conosciuto solo nei libri, è questo che mi ha spinto a porle questa domanda. »
Con rinnovato interesse e vigore, Amber guardò il professore dritto negli occhi.
« Raggiungere una conoscenza che solo pochi possono avere, mi interessa molto, Professore. Se poi questo vuol dire passare del tempo in un'epoca impossibile da rivivere altrimenti, sono ancora più interessata.» Che fosse interessata era dunque più che chiaro. Certamente le mancavano molte altre nozioni, non sapeva poi tantissimo del Club in cui voleva entrare, e sarebbe stata ben disposta a discuterne senza problemi.
C'era però altro che non sapeva, e non volle serbare oltre quell'altro "piccolissimo" dubbio.
« Però.. non so cosa serve per farne parte, non so se si può effettivamente fare richiesta in questo modo, se mi sono mossa nel modo giusto. E non so i requisiti che servono per essere accettati. Mi piacerebbe sapere di più.»


© Giuls

 
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view post Posted on 9/9/2017, 11:05
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Scopro Talenti, Risolvo Problemi

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Cosa doveva attendersi?
Aveva lanciato il sasso, ormai era fatta.
Presto le acque dello stagno avrebbero risposto.
Era destino che andasse così, era inevitabile. Un fato ineludibile.
E come sarebbe proseguita quella Storia? Non era sicuramente quello il più canonico dei modi in cui procedere, ma in fondo erano lì. Come avrebbe fatto? Perchè avrebbe dovuto del resto? Un Prefetto non ne aveva i requisiti? Poteva anche darsi, una cosa non escludeva l'altra. Ma il nodo da sciogliere era un altro. Cosa già sapeva? Cosa era bene che sapesse? E soprattutto come e chi avrebbe dovuto dirglielo? Una faccenda delicata, che richiedeva tatto in primo luogo, e calma in secondo.
Poi l'ammissione.
In larga parte imprevista.
Ma non del tutto imprevedibile.
Non ne sapeva nulla, eppure qualcosa.
Qualcosa di troppo, eppure allo stesso tempo troppo poco.
Il Tempo era sì una questione dirimente, forse anche il dato più semplice e complesso dell'intero quadro. Il XIII secolo era per tutti il secolo susseguente al XII, e antecedente al XIV, la definizione era chiara. Per quanto se ne potessero anche ignorare gli estremi, i vettori, e le figure che l'avessero influenzato in prevalenza a seconda dei settori e delle regioni, il dato rimaneva incontrovertibilmente chiaro. Tutto quanto vi ruotasse intorno, in primo luogo il come, era decisamente più discutibile. Com'era possibile ambientare un'escursione a distanza di sette secoli, indietro nel tempo? Eppure non era quello il punto. Accettandolo per molti versi si risolveva la questione, rimandandola nel tempo, in un tempo futuro. Era una conoscenza esclusiva? Poteva esserlo in effetti. Come del resto, poteva anche tranquillamente non esserlo. Era possibile trascorrere un pomeriggio ad Hogsmeade e trovarlo di gran lunga più istruttivo, che non una settimana nel XIII secolo. Era istruttivo per il solo fatto di essere passato? Forse sì, forse no. Dipendeva anche quello da una lunga e complessa serie di fattori.
Da dove iniziare? Avrebbe capito?


Capisco mademoiselle Hydra, insomma, per venirle incontro direi che sa tutto, e niente. Effettivamente ammetto che il Tempo sia o possa essere un interessante argomento di dibattito, ma potrebbe non essere poi così rilevante. Di per sè il Tempo crea delle opportunità che però sta a noi saper poi cogliere. Per certi versi potrebbe essere più istruttivo trascorrere una giornata a Londra, alla National Gallery, che non un mese nell'Atene, del V secolo, mi segue? Quindi è vero, quello che chiede è un modo del tutto esclusivo di vedere e vivere la Storia, ma allo stesso tempo proprio perchè esclusivo è tutto da determinarsi quanto sia realmente istruttivo, ora della fine. E sempre volendo rimanere sul nostro esempio, il livello di rischio di un pomeriggio in un museo lo definirei risibile, diversamente dall'altro caso. Capisce? Ammesso che quello che ha sentito sia effettivamente vero, e fattibile, solleva non pochi paradossi come immaginerà, quali rischi crede che comporterebbe? Ve ne sarebbero?

C'era poi quell'ultimo punto.
Un dispetto? Un appunto?
Come avrebbe dovuto prenderlo?
Eppure tant'era.


Comunque è vero.
Questo non è il corretto modo di procedere.
Avrei dovuto invitarla io, ma immagino che non avendolo fatto, sia venuta anche per questo... Corretto? Ad ogni modo non pensiamoci, faccia conto che le cose siano andate veramente così, e che al termine di un'amabile conversazione ci siamo imbattuti in quest'ultimo punto.


Sorrideva, divertito.
In fondo era andata così, no?
Ma non sembrava dispiaciuto.
Tutt'altro, o non lo dava a vedere?
Dopo così tanti anni era un attore consumato.
Era quello un monito, o un invito?

 
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view post Posted on 19/9/2017, 08:31
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Amber Serenity Hydra
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Alla fine, a spuntarla su tutto fu la sua curiosità. Il Professore avrebbe perfino potuto negare l'esistenza di tale associazione, in fin dei conti Amber non avrebbe insistito troppo a lungo, ma non lo fece. Quanto di quegli incontri poteva considerarsi un tabù? Quale linea immaginaria aveva oltrepassato la ragazzina esponendosi in quel modo con quel brusco cambio di argomento? Fece del proprio meglio per esporre tutto quanto "credeva" fosse la Scuola di Atene, lasciando però al docente la facoltà di smentirle o confermare le voci di corridoio che le erano giunte. Amber non era nata ambiziosa, ma lo era diventata negli anni ad Hogwarts ed accrescere le proprie conoscenze faceva ora parte di un percorso che l'avrebbe portata alla grandezza - almeno secondo la sedicenne -. Il suo desiderio di sapere, però, non l'avrebbe in automatico resa un membro del quel club. Stava al Professore spiegarle come fare per poter essere presa in considerazione. L'espressione seria non lasciò per un solo attimo il volto della ragazza, pronta anche a sentirsi rifiutare per una serie infinita di motivazioni.Ascoltò in religioso silenzio la spiegazione del docente, non del tutto incomprensibile ma non per questo facile da comprendere. Il tempo, un fattore che lei aveva sempre tenuto in considerazione, non era quindi il fulcro di tutto? Il paragone tra il museo e la vita in un'epoca passata, la fece ragionare ulteriormente. Non aveva riflettuto in effetti su quanto potesse essere istruttivo un ritorno al passato, quello che più le premeva era che quella possibilità esistesse di per sé. «Capisco, ma immagino che se fosse davvero possibile riscrivere il passato, saremo sempre costantemente a rischio. Chiunque entri in possesso di tale capacità potrebbe imporre la propria visione del mondo a dispetto di quelle altrui. Nessuno però può immaginare cosa accadrebbe se si cambiasse anche solo una virgola della nostra Storia. Se siamo qui adesso è anche grazie alle scelte di chi non c'è più, e se quel qualcuno venisse dissuaso dal compierle, anche il nostro futuro cambierebbe. Sono già stata in molti musei, ma credo che osservare con i propri occhi quanto descritto da una pagina o da un artefatto, sia più soddisfacente. O almeno potrebbe esserlo per me.» In realtà non poteva dire di aver davvero compreso tutti i punti esposti dal vecchio docente, ma una cosa iniziava a sembrarle chiara: il passato si rivive, non si cambia. Quanto poteva essere pericoloso vivere un evento di secoli? Nella mente della Tassorosso, la Scuola di Atene non era che un mezzo per osservare con i propri occhi quanto studiato nei libri, ma c'era dell'altro? Un viaggio così avrebbe messo a rischio la sua vita? «Suppongo che ci siano delle regole da seguire per non alterare il corso degli eventi. Non oso immaginare cosa succederebbe se venisse fermata la fondazione di Hogwarts, ad esempio. Ma è possibile che accada qualcosa di simile? E' possibile interagire così tanto con il passato da cambiarne il corso?» Rispondere ad una domanda con un'altra domanda non era molto educato, ma ora che le prime barriere sembravano infrante, Amber aveva recuperato il coraggio necessario per conferire con l'uomo con più scioltezza. Chiaro e leggibile c'era un enorme punto di domanda nell'espressione che la ragazza aveva assunto, prima di porre quelle domande.Solo il discorso successivo dell'uomo la frenò. Non immaginava che la selezione dei membri della scuola avvenisse tramite invito ed in effetti lei aveva affrontato la cosa in modo fin troppo diretto. In prima battuta pensò di chiudere lì il discorso, alzarsi, ringraziare e "tanti saluti", ma il concetto espresso dal professore la fermò prima. Certo, quello non era il modo più convenzionale, ma non c'era alcun rifiuto nell'aria, piuttosto un desiderio di proseguire comunque su quella linea. Forse il mezzo usato non contava poi così tanto, la cosa fondamentale era che, nonostante tutto, Peverell non avesse negato la possibilità di proseguire su quella linea. L'imbarazzo che l'aveva colta, le arrossò appena le gote, prima che potesse riprenderne il controllo. «Mi scusi, non sapevo che ci fosse un modo differente, ma sono qui per questo, si.» Forse avrebbe dovuto informarsi meglio anche prima. Se qualcuno le avesse detto che l'invito doveva prima venire dal Professore, Amber non avrebbe probabilmente mosso un passo quel giorno, sarebbe rimasta in biblioteca a compilare pergamene di Pozioni. E se qualcuno fosse tornato abbastanza indietro dal dissuaderla dal presentarsi lì, sarebbe cambiato qualcosa nel suo futuro?


© Giuls

 
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view post Posted on 28/11/2017, 22:02
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Scopro Talenti, Risolvo Problemi

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Il Tempo.
Tempo tiranno.
Ma ora della fine tutto finiva sempre e soltanto lì. Avere a che fare con il Tempo sarebbe continuato a essere una faccenda spiacevole, delicata, pericolosa. Ma allo stesso tempo non tutti i modi erano identici, molto sarebbe cambiato, e ancora di più dagli obiettivi. Era un 'guardare ma non toccare'? Ci sarebbero stati altri ulteriori modi? La differenza sostanziale era proprio quella. Non era una Giratempo. Non era un problema che potesse essere circoscritto a un'unica linea temporale, il che di fatto contribuiva nel non farlo diventare un problema. E già quello era un buon punto da cui partire. La possibilità di cambiare il passato a secoli di distanza sarebbe stato un potere eccessivo per qualunque essere umano, a patto che poi davvero fosse possibile. Averne il potere, e riuscire anche nell'intento erano del resto due cose profondamente diverse. Ma quanto era utile affrontare la questione con la giovane Tassorosso? Indirettamente come al solito era stato lui a gettare l'amo, come avrebbe potuto sottrarsene ora? Del resto erano legittime preoccupazioni. Un aspetto teorico, che era però il retroterra di quanto avrebbero affrontato, e di quanto avrebbero vissuto in un futuro non troppo prossimo. Certo, c'era uno scotto da pagare, o quanto meno, da essere premuniti di poterlo pagare se fosse giunto il conto. Ed erano conti che sufficientemente prevedibilmente sarebbero giunti, era solo questione di quando.
Atene era solo la parte pratica, la messa in pratica, di una conoscenza che doveva essere maturata altrove. Non un sostituto. Procedere a tentoni nel bel mezzo della Storia sarebbe stato quanto meno rischioso nella maggior parte dei casi, in altri anche peggio. Da lì il senso di investire considerevoli, anzi, più che considerevoli, lassi di tempo analizzando archi temporali ed eventi ai più ormai ignoti. Nella Storia tutto era diretta o indiretta conseguenza di qualcosa, ipotizzare di poter alterare qualcosa avrebbe di fatto innescato una reazione a catena che in breve tempo sarebbe sfuggita a qualunque tipo di controllo.
Sorrise alla Tassorosso, intrecciando le dita.
Divertito da quel sinistro pensiero.


Da dove cominciare? Ha sicuramente ragione, modificare il passato può essere un potere terribile, ma per nostra fortuna è anche qualcosa di molto limitato e circoscritto. Esistono diversi modi per interagire con il passato, alcuni più 'intrusivi' di altri. Del resto, è sempre bene averlo a mente, al passato non piace essere modificato. Più le possibili modifiche saranno radicali, più sarà difficile riuscirci. Potremmo dire che il passato è dotato di utili anticorpi, che anche nel malaugurato caso in cui esistesse una 'super giratempo' in grado di farci risalire indietro di qualche secolo, ci potrebbero rendere la vita complicata. Ma ovviamente non è questo il punto, per quanto i miei metodi possano essere poco ortodossi, non rischierei un cataclisma di dimensioni bibliche, con il solo obiettivo farvi imparare qualcosa. Come le dicevo esistono altri metodi, in grado di garantirci che non avvengano tali 'incidenti', e tali da offrirci la necessaria serenità ad 'agire liberamente'.

Se dunque il campo era stato liberato dai primi possibili eventuali rischi, ne esistevano degli altri? Dovevano esistere, altrimenti, che senso avrebbe avuto la domanda? E se esistevano erano meno gravosi e spaventosi dei precedenti? Era possibile qualcosa di peggiore di scatenare un'Apocalisse, magari del tutto inavvertitamente? Che tipo di risposta era rispondere a una domanda, con un'altra domanda? Eppure, era un'altra cattiva abitudine. Vizio professionale?

La Scuola di Atene si occupa di altro, ma concordo con lei, comprendere il passato vedendolo senza filtri è più utile che non trascorrere mezza giornata al museo. O meglio, potrebbe esserlo, lasciamo aperta la possibilità. Per comprenderlo, non è sufficiente viverlo, ma anche conoscerlo, il che spiegherebbe anche il perché mi ostini nelle mie quotidiane attività, la cui funzione a molti di voi sfugge. Ma lasciamo stare, come le dicevo esistono dei rischi, il fatto che sia passato non significa che siamo immuni a quanto succeda. Mi segue? Vuole fare un'altra ipotesi di lavoro?

Quale sarebbe stato l'esito di tutto quello?
Già lo sapeva? Era già tutto scritto?
Erano a loro volta il passato di un qualche futuro?
Avrebbero mai potuto determinarlo?
Era ormai cosa fatta?

 
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view post Posted on 5/12/2017, 13:15
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Amber S. Hydra | 16 anni | Prefetto Tassorosso ←

Distruggere una linea temporale era un potere che nessuno avrebbe mai dovuto avere. Amber, per quanto desiderasse con tutta se stessa modificare un passaggio preciso del suo passato, era anche tristemente consapevole che non avrebbe potuto farlo. Si era chiesta innumerevoli volte cosa sarebbe successo se Eveline non fosse morta in quel vicolo buio. Ma anche in quel caso tutti quei "se" erano divisi in due grandi categorie: positivi e negativi. Se da un lato si chiedeva se sarebbe rimasta figlia unica o se la famiglia sarebbe cresciuta, dall'altro era per lei inevitabile chiedersi se l'assassino sarebbe tornato a far loro visita, magari più avanti negli anni e magari puntando la propria bacchetta contro di lei. Tenne a freno a fatica il corso di quei pensieri, sempre più folli, nel tentativo invece di prestare la giusta attenzione alle parole del docente. Il modo in cui l'uomo spiegava durante ogni lezione, era diventato un marchio di fabbrica, così come gli innumerevoli tranelli che alcune spiegazioni celavano al loro interno, motivo per cui era meglio non perdersi nemmeno una sillaba di quelle delicate risposte. Il modo in cui si era proposta non poteva proprio dirsi "convenzionale" ma visto che ormai il sasso era stato lanciato e piccole increspature avevano agitato il laghetto, Amber non avrebbe nascosto la mano. Un innocente sorriso spezzò appena l'attenzione, quando la Tassorosso udì la frase che spesso e volentieri era rivolta alle scale di Hogwarts, piegarsi al volere di un argomento ben diverso. Fu poi sollevata nel sentire che qualunque cosa facesse quell'uomo con la Scuola di Atene, non rientrava nelle sue intenzioni modificare il passato, o mettere eccessivamente a repentaglio il corso degli eventi. «Certo, capisco... » disse usando un tono di voce quasi inesistente, per evitare di spezzare la spiegazione. Aveva accantonato l'idea di poter fermare l'assassino in un tempo che non le apparteneva, ma questo sebbene all'inizio l'avesse amareggiata non aveva smorzato la curiosità che ancora la spingeva a proseguire. Aveva tracciato un percorso poco ortodosso, ma non se ne pentiva minimamente. Accusò il colpo nel momento in cui capì che probabilmente il Professore aveva un quadro ben preciso di quello che in molti pensavano di lui, ma nonostante tutto quel discorso poteva toccarla davvero poco. Oltre a non avere ancora maturato pregiudizi troppo radicati sul corpo docente, Amber non disprezzava le lezioni di Storia della Magia, che invece avevano sempre la strana capacità di rapirla. Ascoltare i rituali, le usanze e le idee delle civiltà del passato, equivaleva per lei a leggere un buon libro. Solo i compiti erano la nota stonata che le ricordava i propri doveri scolastici. La complessità dei discorsi che stavano affrontando, aveva attivato in lei un ragionamento talmente complesso che non so stupì di non riuscire a venirne a capo con tanta facilità. «Quando dice che non siamo immuni al passato, Professore...intende dire che se ci succedesse qualcosa in un'altra epoca, questa influenzerebbe anche il presente da cui siamo presumibilmente partiti? In questo modo non influenzeremmo il passato generale, storico, ma direttamente la nostra linea temporale personale... che poi avrebbe impatti anche sulla sua piccola area di influenza.» In parte una risposta a quella domanda Amber sentiva di averla già, ma non avrebbe mai azzardato tanto davanti all'apparente esperto. Sapeva che avrebbe dovuto rispondere al quesito che il docente, infine, le aveva posto, ma una nuova domanda era sorta improvvisa - ma forse nemmeno troppo - e lo sguardo che dapprima aveva ispezionato la tazzina vuota, era tornato in cerca di quello dell'anziano professore. «Se non è questo, ciò di cui la Scuola di Atene si occupa...cos'è allora?» Il tono appena più basso, la schiena dritta e la postura attenta di chi sembrava essere quasi divorato dalla propria curiosità, avrebbero probabilmente fatto comprendere al mago il livello di interesse che quella questione stava suscitando in lei. Il motivo per cui aveva messo piede in quell'ufficio non era lo stesso per cui ora aveva deciso di rimanere. Avrebbe potuto, una volta compresa l'impossibilità di attuare il suo infantile piano, ringraziare ed andarsene. Invece era rimasta, e quella avrebbe potuto essere la classica decisione di cui un giorno si sarebbe pentita. O forse no.

 
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view post Posted on 7/12/2017, 22:18
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Qual era il punto?
Sin dove si sarebbero spinti?
Dove avrebbero poi osato andare?
Quanto la Storia era già tracciata, e quanto si sarebbe modificata? Tutto faceva già parte del fortunato lancio del Caso, in quella stramba e sinistra partita a dadi, o stavano e sarebbero andati ancora a farlo, a incidere sulla carne viva delle pagine del libro della vita? Quanto lo stava seguendo? Quanto avrebbe capito? Quanto tutto quello era fine a se stesso? Se poi il tutto non fosse andato veramente in porto... Quanto il 'capisco' era di circostanza, e quanto no? Aveva capito? Modificare il passato poteva essere una facile tentazione, un'apparente panacea a molti mali, pur senza risolverne alcuno, in fin dei conti. E soprattutto, non era nemmeno quella la via che avrebbero percorso, o che nemmeno avrebbero battuto. Il passato era passato, e in quanto tale aldilà del controllo del suo futuro. Era sempre stato così, e tale sarebbe rimasto. Del resto, c'era un problema di fondo che sembrava non voler nemmeno sfiorare le idee della Tassorosso, e se anche l'aveva fatto, non ne risultava minimamente toccata.
Era già scattata l'ora della filippica?
Attendere e tergiversare, spingendola a un nuovo tentativo?
Sino a che punto tutto quello poteva essere considerato Accademia, e quanto semplicemente altro? Era un tentativo di spingersi oltre, di andare oltre la tela, immergersi nel soggetto, afferrarne l'essenza, farla propria. L'unico problema restava che nel tentativo molto poteva succedere. Il gioco valeva la candela? Quante anime sarebbero state poste sui piatti della bilancia? Una, o due? Una era quella da comprendere, l'anima della Storia, l'altra di chi voleva comprendere, l'avventuriero, ed entrambe avrebbero corso i medesimi rischi. Annuì, era soddisfatto? Almeno lo sembrava.


Ottimo, vede, credo ci siamo avvicinati molto al punto. Ma forse il suo volere volare troppo alto la sta tenendo ancora un po' lontana. Ha ragione, il vero punto dellla questione è che noi non siamo immuni al passato, e a quanto vi accada. Certo, trascorrere una giornata nel Medioevo potrebbe essere di gran lunga diversamente formativo rispetto a passare una giornata in un museo a esso dedicato. Ciò nonostante, potrebbe sì tornare diversa da tale esperienza, come allo stesso tempo potrebbe non tornare affatto, il che è un rischio decisamente più elevato. La Scuola di Atene vuole comprendere il passato, toccandolo con mano, ma questo non è senza costi o rischi, bisogna essere disposti a correrli, e soprattutto avere le conoscenze teoriche per comprenderlo, oltre che la giusta predisposizione d'animo. Mi segue?

Sorrise, divertito.
Per quanto a lui il tutto potesse risultare quasi scontato, in fondo non lo era. La giovane lo stava seguendo? Si era persa nei meandri di una spiegazione che in fondo non voleva già di suo essere troppo esaustiva? E se sì, dove? I due pesi esposti onestamente da che parte avrebbero fatto pendere l'ago della bilancia? Si sarebbe mossa? Quanto di tutti quei 'se', e 'ma' sarebbe infine confluito in un qualcosa di più definitivo, e organico? Chi aveva in mano il pallino? L'avrebbe tenuto? Era destinato a mantenerlo? I rischi erano lì, con tutti i loro vantaggi e svantaggi. Stava chiedendo implicatamente una decisione alla Tassorosso? Sarebbe stato sufficiente un tacito accordo? Eppure faceva tutto parte di quell'accordo informale e in via teorica non percorribile. Non era quella la via, ma allo stesso tempo la stavano ormai percorrendo. L'ennesimo paradosso? Era quella la via, ma non poteva essere detto? E se lo era, perchè non dirlo? Faceva tutto parte di quel gioco in cui aveva deciso lei di cimentarsi?


Del resto, come le dicevo Atene è per molti versi il lato pratico delle nostre lezioni, richiede uno sforzo concettuale non indifferente. Non è una semplice passeggiata, da subire. Il passato è più difficile da capire del Quidditch, ad esempio. O se vuole un altro esempio, come una normale lezione di Trasfigurazione, senza la teoria non può esserci esercitazione. E la possibilità di interagire liberamente con il passato, senza il timore di alterare irreparabilmente il nostro presente, ci mette nella migliore delle possibili condizioni, non trova?

 
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Amber S. Hydra | 16 anni | Prefetto Tassorosso ←

Aveva detto che capiva, ma era vero? Non si poteva dire che stessero affrontando argomenti semplici e che il tempo trascorso in quella stanza avesse in parte gravato sui ragionamenti della Tassorosso. Il Tè caldo, poi, aveva giocato un ruolo fondamentale per calmare il suo animo...ma aveva al tempo stesso aveva indotto una pigra tranquillità. Non sapeva se la direzione presa fosse quella giusta, l'alternarsi di certezze e dubbi aveva assunto sempre più l'aspetto di un uragano nella sua mente. Riuscì a non farsi trascinare fino al lontano regno di Oz, solo stabilendo che non sarebbe stato a lei decidere l'esito di quell'incontro, in fin dei conti. Sperava che attraverso uno sguardo sempre più attento trasparisse tutta l'intenzione di mettere un punto alla questione e capirci qualcosa. Il passato poteva essere studiato più da vicino, non andava modificato eppure poteva modificare a sua volta il futuro? Seguendo il flusso del discorso del professore, Amber mosse le labbra in un lieve sorriso compiaciuto. Forse non aveva centrato il punto, ma ci era andata vicina, era un buon segno. Districarsi tra le infinite possibilità che una semplice distorsione temporale poteva creare, non era semplice. Non lo era per lei, appena al secondo anno, e non doveva esserlo nemmeno per i maghi più esperti. Nonostante tutto, però, in quel momento riuscì a non sentirsi semplicemente una ragazzina alle prime armi con il mondo, ma qualcuno con cui era possibile interagire mettendo in funzione ingranaggi complessi. Se prima l'idea di rimanere in Sala Comune davanti al caminetto l'aveva quasi fatta desistere dal bussare, dopo non avrebbe voluto trovarsi in alcun posto differente da quell'ufficio. Per una volta aveva davanti qualcuno che non la trattava come una bambina, ma che quasi sperava di farsi comprendere nonostante la difficoltà dell'argomento trattato. Seduta composta, la biondina assotigliò appena lo sguardo, quando il concetto di un possibile "non ritorno" venne espresso. Che fosse un modo per metterla semplicemente in guardia? E se lo stava facendo era perché infine la decisione era già stata presa? Oppure quello era un test per capire quanto lei stessa fosse pronta a rischiare? Contrariamente a quanto avrebbe desiderato fare, non emise un fiato. Non fino alla fine del discorso. La faccenda era seria, lo era parsa fin da subito in verità. Non era il passato ad essere in pericolo, era chi viaggiava fino a poterlo sfiorare, a rischiare. «La seguo.» Rispose semplicemente, mostrando un'espressione ben più seria della precedente. Era davvero possibile che una delle attività extracurriculari di Hogwarts prevedesse anche la possibile dipartita di uno o più studenti? In qualità di Prefetto, Amber stessa aveva la responsabilità di evitare che i propri concasati si cacciassero in qualche guaio, ma se a finirci con tutte le scarpe fosse stata proprio lei? Non poteva negare il naturale timore che quella prospettiva le incuteva, perché era certa che non si trattasse di una fandonia di Peverell. Quando il mago descrisse Atene come il "lato pratico" delle lezioni di Storia, la Tassorosso proseguì l'ascolto con ancora più attenzione. Quello che aveva captato dai compagni che già facevano parte di quel gruppo d'Elite era dunque corretto. Ma ora che lo sapeva, ora che in qualche modo credeva di aver capito, sarebbe stato in grado di aggiungere alle sue intenzioni la giusta spinta nella direzione indicata? Voleva farlo davvero? Cosa sarebbe accaduto se, in quel momento, troppo spaventata dall'idea di poter avere la peggio in una di quelle "visite al passato", avesse ringraziato per l'ospitalità e fosse uscita? Solo il fato avrebbe avuto quella risposta, perché contrariamente a quanto il buon senso si auspicava, lei ancora una volta non si mosse e non smise di apparire sufficientemente determinata.«Come per un qualsiasi incantesimo...» pur senza che ce ne fosse il bisogno, seguì la traccia scavata dal professore «... senza conoscere il lato teorico, sarà difficile se non impossibile eseguirlo correttamente. Studiare non sarà un problema.» Incantesimi era una della sue materie preferite, dopo Difesa contro le Arti Oscure, ed il paragone praticamente già suggerito le venne naturale. «Sapere di non poter nuocere al corso degli eventi è rassicurante.» ammise, infine. «Ma credo di aver capito anche che non si tratta di una semplice passeggiata in un museo vivente. Se possiamo essere feriti dal passato, allora dobbiamo prendere tutte le precauzioni possibili perché questo non accada. Ho capito che potrei correre dei rischi, professore... ma non ho cambiato idea.» proseguì con decisione, pur senza che alcuna domanda le venisse posta, e pur rischiando di ricevere un "non trovo lei sia adatta", in risposta. «Non penso ci sia modo migliore per comprendere il passato, che trovarsi a riviverlo. Immagino sia possibile anche osservare punti di vista che non possiamo leggere nei testi, giusto? Magari anche entrando più a fondo in dinamiche che non sono ancora state prese in considerazione o... capite.» concluse, assorta in quell'ultimo pensiero.

Non faccia caso alle parole gialle, è un innocente giochino di Casata :*-*:


 
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Il dado era ormai tratto?
Come avrebbe reagito la Tassorosso?
Era davvero l'ultima occasione per imboccare prudentemente l'uscita?
Come avrebbe potuto biasimarla del resto? Il punto c'era, lo spunto anche, gliel'aveva servita su un piatto d'argento, non restava che prenderla. Allungare la mano, e afferrare la maniglia. Avrebbe potuto giudicarla male solo per quello? In fondo, era o sarebbe potuta essere una reazione normale, quasi prevedibile. Era stata messa in guardia, in maniera forse troppo velata? No, era ormai consapevole dei rischi, per quanto ambiguamente molto era stato esposto, messo a nudo, sviscerato. Nell'attesa di un giudizio. Avrebbe scommesso che ora della fine ci sarebbe stata, metterla innanzi alla scelta era del resto un atto di umanitä, o un modo come un altro per lavarsi la coscienza di ogni cosa ne sarebbe poi seguita? Giunti a una certa età fidarsi del proprio naso diveniva una parte essenziale dell'arte di condurre una conversazione. Intuiva verso dove stavano andando, avvertiva gli impercettibili cambiamenti del vento e delle maree, senza bisogno di strumenti di precisione, dalla bussola al sestante, navigava sicuro sottocosta, lanciato verso acque basse e secche, senza che tale consapevolezza lo frenasse. Tutto era già scritto? Era destino che in fondo quella conversazione si concludesse così? E se anche fosse stato? Si sarebbe potuto lagnare?
Faceva parte del gioco. Sino a che punto l'avesse sperato, e saputo sin dal principio sarebbe stato avventato ipotizzarlo. Erano partiti da molto lontano, forse anche troppo, erano finiti con il lambire territori inesplorati, almeno alla più parte degli uomini. Quale sarebbe stata la più logica delle conclusioni? Perchè tutto si riduceva a quello, una scelta. Importante forse, magari non troppo, ma pur sempre una scelta al pari di tante altre che sarebbe stata chiamata a prendere. Ci erano arrivati nella maniera più corretta? Forse no. Non era stato completamente onesto, ma in quel pasticcio era stata lei stessa a volersi intenzionalmente cacciare. Perchè avrebbe dovuto intervenire lui? La collezione si stava ampliando velocemente, ma non senza un sincero sforzo che lo stava impegnando, lasciarsi sfuggire dalle mani un alfiere non sarebbe servito sicuramente a nessuno. Era quella la verità? Era almeno un'incontrovertibile verità? Era qualcosa? Solo l'ennesima fantasia di un Vecchio eccentrico, ancora in cerca d'autore dopo tanti anni?
Gliela doveva? Quanto doveva sentirsi in obbligo?
Quanto l'aveva alimentata lui quella storia?
E ora, come se la sarebbe cavata?
Era davvero un favore?


Ottimo, mi fa piacere sia riuscita a seguire il ragionamento. A volte la complessità può disorientarci, e ammetto che certi discorsi, più di altri, non abbiano il vantaggio di essere immediatamente intuibili. Molto può essere visto, è vero, ma anche in questo caso altra cosa sarà poi comprenderlo. Se quindi non ha ulteriori domande, le chiederei se è effettivamente pronta a tornare nel Medioevo, perchè di questo stiamo parlando. A quanto mi dicono non è brava solo in Storia, no? E immagino che nonostante tutte le nostre precauzioni si rivelerà utile avere una bacchetta, in questa nostra scappatella...

Era praticamente fatta.
Ora la decisione. Ne aveva l'occasione.
Si trattava esclusivamente di scegliere. Un aut aut?
Era un contratto magico vincolante sino a che punto? Se fosse venuta meno? Stava stringendo la mano al 'diavolo'? Dove si erano fermate consapevolezza e ragione, dove la giusta misura di follia aveva fatto irruzione? Quanto andava consciamente incentivata? Quanto un professore avrebbe dovuto invece scoraggiarla dall'intraprendere tale via? Era poi così rischioso? Non sarebbero mai stati completamente soli. E di quello si fidava. Perchè avrebbe dovuto fare un'eccezione? Se si poteva garantire una sicurezza sufficiente a tutti gli altri, perchè quel particolare caso sarebbe dovuto essere considerato e valutato diversamente? A quel punto non sarebbe stato equo nei confronti di nessuno degli altri. Stava solo cercando una scusa a sua volta? In un senso, o nell'altro? Senza nemmeno poi sapere se il problema si fosse veramente posto, per quanto...


Il che mi porta a una curiosità, per così dire.
Per quanto non osi definirmi un esperto, è un'Arte terribilmente misteriosa quanto arcana, una bacchetta dice molto del rispettivo proprietario. Seguono leggi, e affinità che sfuggono spesso alla nostra comprensione, ma penso che sarebbe comunque interessante osservarla, sempre a patto che l'abbia portata.


Ulteriori preziosi secondi, regalati al maturarsi della scelta?
Ma non sarebbe durato all'infinito.
Era tempo ormai?

 
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view post Posted on 13/12/2017, 09:07
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Amber S. Hydra | 16 anni | Prefetto Tassorosso ←

L' arroganza non era di casa, tra gli Hydra, ma la determinazione che brillava negli occhi di Amber era invece un tratto caratteristico di famiglia. John, più di Eveline, aveva inconsapevolmente tramandato quel tratto alla figlia e se solo l'avesse vista in quel momento, sarebbe stato fiero di lei. Al contempo se l'uomo avesse saputo in quali guai stava per cacciarsi la ragazzina, non sarebbe stato poi così entusiasta. Era un bene, quindi, che in quella stanza ci fossero solo quei due. Morgana era passata in secondo piano, Merlino non era più nemmeno in vista e tutti gli espedienti usati per arrivare fino al quel punto vennero spazzati via dall'ennesimo cenno di approvazione del docente. Certamente quello non poteva dirsi un dialogo "convenzionale", anzi, si trattava di un incontro desueto per una come lei, ma sapere di aver compreso il messaggio di Peverell era gratificante al punto tale che il resto delle domande diveniva quasi superfluo. Dunque no, Amber non aveva ulteriori domande. Annuì appena con il capo, senza nascondere il sorriso soddisfatto che andava dipingendosi sul suo volto. Era arrivata alla fine? Aveva centrato per la prima volta il bersaglio? Poteva considerarsi un traguardo? Non amava vantarsi dei suoi successi scolastici, ma non poté non sentirsi appena più orgogliosa del solito quando il professore sottolineò la sua stessa eccellenza anche in altre materie scolastiche, pur sotto forma di domanda. Una domanda direttamente collegata ad una nuova richiesta che sembrava invece rispondere ai suoi quesiti interiori: era pronta per tornare indietro fino al Medioevo? «Me la cavo anche in altre materie, in effetti...» nascose abilmente un velo di imbarazzo già pronto a colorarle le guance. «Incantesimi e Difesa contro le arti oscure, soprattutto..ma anche Erbologia è interessante.» Non dimenticò ad ogni modo la domanda principale, alla quale rispose riprendendo il discorso accennato poco prima. «Sono pronta, professore. E se ci fosse qualche altra lettura consigliata per essere ancora più preparata, sono pronta anche ad approfondire l'argomento prima di partire.» "Partire" era il termine corretto? In effetti non aveva idea di come funzionasse il viaggio in sé, ma di sicuro non poteva essere nulla di eccessivamente complesso, o mal che andasse l'avrebbe scoperto il giorno della partenza. Il Medioevo non era stato un periodo eccezionale per maghi e streghe, ma nonostante tutto la possibilità di poter vedere e toccare con mano un periodo storico tanto lontano quanto legato a molte leggende, era terribilmente attraente. Ed ancora non aveva considerato che proprio il libro che Eveline aveva scritto era ambientato nel Medioevo. Prima che potesse fantasticare ulteriormente su quel tempo passato, il professore le chiese di ispezionare la bacchetta. Delicatamente e senza protestare, Amber frugò nella tasca interna del mantello e con cautela adagiò il catalizzatore sulla scrivania del docente. «Legno di Sorbo, dodici pollici e mezzo, leggermente flessibile.» Il legno chiaro che componeva la bacchetta veniva a tratti spezzato da linee scure, quasi nere, che si rincorrevano fino alla punta. Era il nucleo, che ancora mancava all'appello,a dare quell'effetto. Amber non sapeva tutto sui Thestral, ma sapeva quello che il padre le aveva spiegato quando aveva dovuto fare una ricerca scolastica proprio sui componenti della sua bacchetta. «Il nucleo è un crine di Thestral.» disse infine. Ancora non sapeva quanto quella bacchetta fosse adatta a lei o quanto potesse ritrovarsi in sintonia. Non sapeva che ad un certo punto della propria vita, privarsene anche per poco sarebbe stato impensabile e, se davanti al professore ci fosse stata una ragazza ben più adulta, la bacchetta non sarebbe stata poggiata sulla cattedra, ma sarebbe piuttosto stata presentata dalla mano della legittima proprietaria. In quel momento però tutto quell'ipotetico futuro le era precluso, e dunque il legnetto venne adagiato vicino al professore. Era un altro test? Amber lo avrebbe superato? Non ne sapeva il motivo, ma andava particolarmente fiera della propria bacchetta. La connessione con i Thestral all'inizio l'aveva spaventata, ma più avanti avrebbe avuto modo di comprenderla pienamente... doveva solo crescere ancora un po'.


 
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view post Posted on 14/12/2017, 17:32
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Erano ormai giunti alle battute finali.
Era stato un lungo duello, vissuto intensamente stoccata dopo stoccata. Per quanto ormai sembrasse essere divenuto una quotidianità al pari di molte altre, tutto era destinato a concludersi. Su diversi punti era stata fatta quella che non avrebbe esitato a definire chiarezza, o comunque maggiore chiarezza rispetto a quanta non ve ne fosse in precedenza, il che alimentava la consapevolezza di non aver perso tempo inutilmente. Molti altri punti erano rimasti fumosi, sullo sfondo, a volte pochi fatti erano meglio di molte parole, cosa sarebbe significato quello in cui era andata inconsapevolmente a imbarcarsi la giovane, l'avrebbe scoperto la stessa. Dal momento che era possibile evitare l'ostacolo, per una volta, perchè non approfittarne? Per quanto si fosse prodigato in quel momento, non sarebbe comunque riuscito a condensare in poche parole le diverse ore trascorse a distanza di qualche secolo. Come avrebbe potuto? La sola introduzione che avevano così lungamente affrontato di fatto li aveva e non li aveva condotti da nessuna parte. Il fatto che poi vi fosse di mezzo anche tutta un'altra questione più legata al 'naso', sembrava non aver facilitato il compito. Doveva andare così? Al più non si sarebbe presentata alla seconda convocazione. Dopo tutto non era poi chissà quale problema. No?
Da qualche parte era pur necessario partire, e i criteri che si era posto anni addietro, in un tempo ben diverso, erano stati ancora una volta rispettati. Aveva spuntato la tabellina da buon contabile, e non trovando nulla che potesse opporsi a una scelta almeno apparentemente scelta, si era limitato alle mansioni di un mite funzionario di protocollo, privo di arte e parte: aveva convalidato l'avvenuto superamente dei criteri imposti per Legge, certificando il nuovo status. Evidentemente un'altra cosa era fatta. Ne restavano solo un altro paio, e la pratica sarebbe stata considerata conclusa a tutti gli effetti. Ormai aveva scoperto le carte in tavola, difficilmente avrebbe potuto ritrattare il Medioevo, ma c'era comunque ancora un certo margine. Quello era già stato consegnato, a tempo debito, a poche brande di distanza, ma era comunque da considerarsi a posto. Era forse tempo di spingersi un po' oltre? Non lo era? Come determinarlo? E se non ci fosse stata? Era già tempo di affidarsi nuovamente al naso?
Probabilmente sì, lo era.
La giovane era visibilmente sollevata dalla piega ipotetica ormai delineata dalla conversazione. Era visibile, evidente e manifesto. Ma di chi era stato quel successo? Sorrise a sua volta, in quella che sembrava tanto una risposta, aprendo un cassetto. Ne estrasse un libretto, dimensioni non troppo importanti, rilegatura flessibile in cuoio chiaro, costola incisa in quello che presumibilmente doveva essere anche un titolo: Racconti scritti sulla sabbia. Il monogramma dell'autore sembrava parlare da sè. Lo allungò, portandolo al centro del piano, in quello che sembrava forse troppo essere uno scambio. Ancora una volta, chi ci stava guadagnando? Un libro per una bacchetta.


Non credo sarà necessario, sfortunatamente i libri non dicono mai tutto, forse non è nemmeno nella loro natura. Un libro che si definisca tale viene scritto per affrontare un problema specifico, risolverlo, o almeno provarci. Molto difficilmente riuscirà a trovarvi più che labili riferimenti a tutto il resto, capisce? Pensiamo alla guerra di Troia, per quanto sia durata più di dieci anni non sappiamo praticamente nulla di quasi la sua intera durata. Un po' come se lei tenesse un diario, quanto spazio dedicherebbe a quelle azioni che le paiono scontate, ovvie, parti essenziali della sua quotidianità? Allo stesso tempo provi a pensare a cosa penseranno tra quattro secoli degli altri Tassorosso, che probabilmente occuperanno il suo stesso letto, della sua o anche nostra quotidianità. Non ne sapranno nulla, ma sapranno come è finita la guerra di Troia. Eppure le offro comunque un libro, non sarà sul Medioevo, ma credo che in prospettiva possa comunque essere interessante.

E infine la ciliegia.
Non gli erano mai piaciute le torte.
Tra i due lunghi e pallidi indici, il legno di sorbo staccava nettamente. La sottile asticella di legno, a mezz'aria, sottoposta a quella che sembrava un'indagine meticolosa ma al tempo stesso interessata. Che il mite e quasi annoiato funzionario del protocollo avesse infine ceduto il passo a qualcun altro? Quanto di quello emerso sino a quel momento era già insito e rispecchiabile nel legno? Tutto, e molto altro, poteva essere letto dal giusto sguardo? Era quella l'ambizione? E quanto di tutto quello era passato, quanto presente, e quanto futuro? Quello era difficile dirlo, se non addirittura impossibile. In fondo, non era un fabbricante di bacchette, anzi... C'era poi il Thestral. Anche quella era tutta un'altra Storia, eppure la più giusta dopo oltre un'ora trascorsa nelle sue più che immediate vicinanze. In fondo era quello il convitato di pietra che non li aveva mai abbandonati: la Morte. Che fosse accomodata sulla seconda poltrona, e il suo silenzio sino a quel momento potesse, o quasi dovesse, essere considerato un assenso? Cosa sarebbe significato nel più lungo periodo? In fondo un rapporto privilegiato con la morte non era qualcosa di cui andare liberi e a cuor leggero. Semplicemente un altro dazio che andava saldato? Avrebbero poi valutato il quando. Ma quella era un'altra Storia, che non l'avrebbe visto figurante. Da ultimo, qualcosa di prevedibile, quasi irrinunciabile, la valvola di sfogo: flessibile.
Tornò a posare la bacchetta da dove era venuta.
Quello era infine un congedo?


Una scelta sicuramente interessante, mademoiselle Hydra. Tra tutte avrei pensato anch'io al Thestral, al termine di questa nostra lunga conversazione. Credo di averle già dato molto su cui riflettere per questa volta, e sarò lieto di riprendere quando ne sentirà il bisogno. Ma se è tutto...

Sembrava avesse concluso.
Quando un'ultima chiosa si aggiunse.
Ironia della sorte? Tiro mancino della Morte?
Com'era averla per vicina di poltrona?
Tornò a sprofondare nella poltrona, sollevato.
Ormai era fatta.


E un'ultima cosa, quel che è accaduto in questo ufficio tra noi è segretissimo, però non ho dubbi che presto tutta la Scuola lo saprà. Devo chiederle di non voler alimentare ulteriormente le voci. Riceverà presto la convocazione per il nostro primo incontro, sino ad allora... la attendo in Aula.

 
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view post Posted on 18/12/2017, 09:25
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Amber S. Hydra | 16 anni | Prefetto Tassorosso ←

Amber seguì con attenzione i movimenti del docente. Era quasi certa di aver raggiunto il suo obbiettivo, benché lei stessa non lo avesse delineato con precisione nella propria mente. Voleva partire per un viaggio al di là di ogni previsione? Si... ma aveva davvero capito a cosa sarebbe andata in contro? Ecco lì persisteva della nebbia, ma nulla che potesse deviare il corso dei suoi pensieri, ormai volti alla Scuola di Atene. Volontariamente disarmata, accolse i consigli sulla vera utilità di un libro, comprendendo appieno quanto espresso dal mago. Non si era mai davvero chiesta se ci fosse qualcosa di più da sapere oltre quello che anche un libro di testo poteva mostrare o evidenziare, ma aveva sempre immaginato che potessero esistere altri "punti di vista". Sicuramente Peverell aveva smosso qualcosa nella coscienza della Tassorosso, aveva spostato una mattonella che però le avrebbe permesso in futuro di vedere oltre il muro dei limiti che spesso e volentieri il mondo stesso imponeva. Quando aveva parlato di libri, Amber non si era aspettata di poterne ricevere uno! Piuttosto aveva immaginato di poter ricevere qualche informazione sullo scaffale delle Biblioteca interessato, ed invece aveva finito con l'osservare incuriosita il tomo rilegato che il docente le stava donando. Annuì per far intendere di aver compreso il senso di quell'ennesima premessa, prima di allungare le mani verso il libro. "Racconti scritti sulla sabbia", recitava il titolo. «Grazie, professore» aggiunse educatamente, prima di riservare al volume un posto nella sua fedele tracolla. Non era mai stata una ragazzina di tante parole, aveva sempre preferito ascoltare ed assorbire informazioni piuttosto che donarle e forse per quella ragione non poteva dirsi totalmente a suo agio durante l'ispezione della bacchetta. Il fatto che quel legnetto potesse avere il potere di comunicare qualche informazione su di lei o comunque Peverell avesse la capacità di decifrarle, non la tranquillizzava molto. E se poi da quello poteva derivare la sua ammissione, se così poteva chiamarla, a quel particolare gruppo di esploratori, la tensione non poteva non presentarsi. La nascose, o almeno ci provò. Per fortuna l'analisi non durò in eterno e la ragazzina poté riappropriarsi della propria bacchetta poco dopo averla lasciata nelle mani del docente. Alla fine il colloquio sembrava veramente volgere al termine, ma l'affermazione sul Thestral lasciò comunque che un nuovo mattoncino venisse smosse sempre dal solito muro di protezione. Perché si era aspettato quel nucleo? Cosa di quanto avevano detto l'aveva spinto a credere che la bacchetta in Sorbo avesse compiuto la scelta più giusta? Se avesse guardato quel colloquio più avanti nel tempo avrebbe saputo con precisione chirurgica indicare i punti in cui si era lasciata sfuggire fin troppo, ma in quel momento le era ancora impossibile capirlo. D'altro canto era anche giusto che vi fosse stata qualche trasparenza, come avrebbe potuto altrimenti il docente vedere quanto bastava per convincersi di acconsentire alla richiesta? Come appurato, Amber non aveva agito per vie convenzionali, ma forse per quella ragione l'idea di aver comunque centrato l'obiettivo fece sciogliere gran parte della tensione appena accumulata. Per quanto molte domande ancora affollassero la sua giovane mente, il Prefetto non chiese altro, si convinse piuttosto che la pratica avrebbe chiarito tutto. Sbagliava?

Riposta la bacchetta nell'apposita fessura della divisa, non le rimase che alzarsi in piedi, sicura di essere di fronte ad una chiara formula di congedo. Prima però che potesse andarsene, giunse la richiesta di riservatezza su tutto quanto discusso. Amber aveva dato per scontato che non fosse il caso di divulgare quanto detto in quella sede, anche se c'era da dire che per indole avrebbe comunque taciuto, ma annuì.
«Certamente, nessuno saprà nulla da me.» come ogni promessa, anche quella sarebbe stata mantenuta. Far parte di una ristretta cerchia di studenti chiamati a rivivere memorie storiche ed indagare laddove nessuno aveva ancora guardato, era per lei un motivo di orgoglio non indifferente. Non era abile o portata per il lavoro di squadra, non avrebbe perso la sua individualità in quelle missioni, ma sicuramente avrebbe sfruttato al massimo ogni occasione che esse avrebbero potuto presentare. In piedi, con la certezze di poter ricevere la prima convocazione nei giorni successivi, salutò infine il docente. «Non mancherò. Buona giornata, professore» e se lui stesso non avesse avuto altro da aggiungere, la biondina si sarebbe diretta verso la porta, per poi uscire dall'ufficio, soddisfatta per il semplice fatto che quello non era stato un buco nell'acqua e lei non aveva assistito ad uno sproloquio senza senso.

 
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view post Posted on 20/12/2017, 22:51
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Anche la fine aveva il suo intrinseco valore.
E loro erano giunti al termine, almeno per quel giorno.
Quanto sarebbe trascorso prima del secondo episodio?
Ci sarebbe mai stato, prima che gli eoni del tempo fossero trascorsi?
Probabilmente sì, forse no. In che circostanze si sarebbe tenuto era ancora più incerto a dirsi. Non erano veggenti, e guardare nella sfera non aveva mai riservato particolari buone notizie a nessuno. La Tassorosso l'aveva spuntata, aveva ottenuto quello per cui si era presentata, poteva infine andare a cuor leggero. Era stata una giornata produttiva? Non era ancora conclusa, ma il conto economico volgeva in positivo, sarebbe stato un bilancio ricco? Forse. Nemmeno il più saggio avrebbe saputo determinare cosa le riservavano le poche ore rimanenti. Quanti compiti erano stati rimandati? Quante incombenze rimandate sine die, prima che non fosse infine giunto il termine di consegna? Altro? Quanto mancava all'ora di cena? Il tempo di radunare quattro cose, e via?


Ottimo, allora grazie a lei.
E buona giornata.



Il post più breve della Storia, mi sono sconvolto. :ihih:
 
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