A step forward., Privata

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view post Posted on 30/4/2017, 23:26
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Quel lungo ed intenso scambio di attenzioni significò più di mille parole per il giovane Prefetto. La fatica di quei primi ed intensi giorni del nuovo anno scolastico scomparve, come la tensione ed il dubbio su quell’appuntamento così tanto ricercato e voluto. La cura nei dettagli, dalla sua uniforme ben piegata e profumata al luogo scelto per l’incontro, nulla era stato lasciato al caso. Aveva deciso di giocarsi la sua chance e, se avesse avuto successo, avrebbe voluto rendere davvero magico quel momento di reciproco interesse, e così accadde. Il piacevole evento gli trasmise una immensa gioia al cuore ancora in subbuglio che, pian piano, sembrò propagarsi in tutto il resto del suo corpo.

Nulla avrebbe potuto turbare il suo amino in quel momento; nessuna pensiero negativo, nessuna incomprensione e tantomeno nessun sospetto. Non c’erano più insicurezze né secondi fini, in quell’incontro. Se la sua mente fosse stata appena più lucida, Mike avrebbe potuto perfino abbozzare un piccolo sorriso nel costatare quanto stesse cambiando e quanto fosse già cambiato dal suo primo giorno ad Hogwarts; da timido ed introverso primino ad orgoglioso Prefetto leale alla sua casata; il passo era stato relativamente breve, giusto quattro anni di esperienza in più…
Parte di quella importate trasformazione era sicuramente da attribuire alle sue nuove responsabilità ed alla presente consapevolezza di non essere più l’ultimo arrivato, ma di aver assunto un ruolo di sicuro prestigio tra le mura del castello. Ma non andava nemmeno sottovalutata quell’affinità di intenti e di emozioni che sempre di più lo aveva avvicinato alla Tassorossso; la sua contagiosa allegria e quello sguardo dall’innato potere rassicurante che sempre più spesso gli riservava, stavano iniziando ad esercitare su di lui un certo fascino, spronandolo a migliorare il proprio carattere nei confronti delle persone a cui teneva particolarmente.

Ad un tratto, le mani di Thalia smisero di stingere la sua divisa e si aprirono all’altezza del suo petto, come a voler sincerarsi della genuinità del suo cuore. Mike arebbe voluto restare lì, in quel discreto corridoio del primo piano, per il resto dei suoi giorni. Sì, probabilmente, per la prima volta nella sua vita, si sentiva davvero felice. Felice di aver finalmente trovato una persona con cui condividere le piccole gioie della giornata, una ragazza con essere se stesso senza temere di essere giudicato per nessun motivo, una valida studentessa con cui con cui misurarsi e migliorarsi.
Ad avvalorare ancor di più i suoi pensieri ci pensarono i gesti e le parole di Thalia che, come se si fosse realmente accorta delle sue riflessioni, ricambiò il suo dolce abbraccio dopo un rapido gioco di sguardi e, confermò a sua volta la propria felicità.
L’emozione del momento fece così perdere la cognizione del tempo al Serpeverde; impossibile quantificare quanto restarono così, stretti l’uno all’altra, in quei teneri gesti di affetto che ravvivarono e scaldarono il suo cuore.

*Ed è così che si sentono le persone innamorate?* si chiese. Quel sentimento, nato forse per caso, era diventato ormai il più importante. Era ormai quello che percepiva per primo, con grande anticipo rispetto agli altri, in un crescente turbinio di emozioni.

Poi, giunse l’inaspettato gesto; come a voler prendere le distanze, la giovane Tassorosso sembrò voler discostarsi dal contatto con la sua spalla. Ciò che accadde successivamente smorzò in parte il suo sogno, riportandolo tristemente alla realtà, tra le solide mura del castello. Possibile che quel momento fosse già finito? Il cambio netto nell’espressione del viso del Prefetto, testimoniò quel cambiamento.

Sicura? Davv..davvero vuoi già tornare nei sotterranei? Sussurrò lievemente, cercando di evitare, forse per la prima volta durante quell’incontro, il suo sguardo. Nel fare quel gesto portò le sue mani verso le spalle di lei, sfiorandole appena. La serata poteva essere ulteriormente prolungata e, con un po’ di fortuna, avrebbero potuto godersela appieno senza incappare in nessun intoppo. Dopotutto, la nomina a Prefetto portava con sé anche qualche gradevole privilegio.

 
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view post Posted on 6/5/2017, 22:37
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Scheda Thalia J. Moran

«S-si...cioè. No.»
La risposta era uscita dalle sue labbra senza controllo, manifestando apertamente tutta la sua indecisione.
Il suo essere ligia alle regole combatteva con la parte ribelle, quella che sarebbe rimasta in quel corridoio per tutto il tempo necessario e, nemmeno a dirlo, il secondo desiderio predominava abbondantemente sul primo.
Sorrise nervosamente, sospirando pesantemente e tornando ad appoggiare la fronte candida al petto di Mike.
Non era riuscito a guardarla, deluso dalla sua proposta e - con un po' di buon senso - avrebbe dovuto tacere, lasciando che la sua mente e la sua razionalità smettessero di condizionare la sua vita, specie in quell'occasione.
Cercare di regolarizzare il respiro, permettendo al proprio cuore di smetterla di martellarle nel petto, non era facile, soprattutto se il senso di colpa sgomitava per uscire dall'angolo in cui era stato recluso.
Mike non avrebbe avuto bisogno di scuse, giustificazioni e spiegazioni. Eppure sentiva di dover dire qualcosa di più di semplici monosillabi contrastanti.

«No. Non voglio.» disse infine, giungendo alla conclusione di quanto fosse bello condividere il brivido di sovvertire le regole. Quanto era stanca di restare dalla parte giusta della barricata? E quanto, al contrario, poteva ritenersi soddisfatta di aver cambiato Mike?
Il giovane Serpeverde approdato sugli spalti del Campo di Quidditch vuoto, quasi tre anni prima, non si sarebbe sognato di ignorare il coprifuoco. Era lei ad averlo contagiato con i suoi discorsi sulla paura e sul coraggio? E che cosa, in quel momento, lo aveva convinto?
Sollevò il capo, cercando di guardarlo negli occhi per trovare risposta alle proprie domande.

«Da quando sei così ribelle?»
Si appoggiò all'arazzo, le braccia dietro la schiena, assumendo una posa innocente che, tuttavia, gli suggerisse il tono ironico del quesito. Sorrise maliziosamente prima di proseguire.
«...è merito della Spilla?»
La indicò con un cenno del capo, continuando a mantenere la medesima espressione di sfida.
I loro ruoli erano stati definiti secoli prima in modo netto, senza eccezioni: lei la studentessa brillante, apparentemente tranquilla che nasconde un'indole da combina-guai; lui il bravo ragazzo con un percorso accademico altrettanto positivo. Ora, però, quella distinzione non era più così chiara. Finché le posizioni fossero rimaste fisse, così come implicitamente era stato stabilito, l'equilibrio sarebbe sempre stato possibile. E adesso? Sarebbe cambiato qualcosa? Avrebbero dovuto vestire i panni l'una dell'altro? La sua mente era affollata di domande, ma non gli avrebbe permesso di scoprirlo, non in quel corridoio e in quel preciso momento. La sua certezza era solo una: la veste della persona responsabile, per quanto potesse esserlo una quattordicenne, l'aveva abbandonata a Cork.
E allora perché quella stupida richiesta di accompagnarla nei Sotterranei?

«Non... non voglio che ti cacci nei guai per me.» ammise, infine, seria ed imbarazzata al tempo stesso.
Se qualcuno li avesse scoperti lassù, oltre l'orario consentito, sarebbe stato costretto a portarla all'Ufficio dei Caposcuola. La ramanzina non sarebbe stata solamente per lei.

«E comunque... non ho mai detto che ci dovremmo tornare correndo.»
Riallacciarsi al discorso principale non era facile, ma il tutto fu semplificato dalla mano sinistra tesa affinché il Serpeverde la prendesse nella sua.
Se ne sarebbero dovuti andare, prima o dopo. L'ultima parola sarebbe rimasta a Mike. Il Prefetto era lui.


 
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view post Posted on 20/5/2017, 17:17
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Sogno e realtà; due concetti dimetricamente opposti con i quali il giovane Serpeverde si sarebbe duramente scontrato quella sera. Se da un lato il suo desiderio di prolungare quell’incontro era così forte da fargli percepire fin da subito l’irragionevole corsa della sua fantasia verso i luoghi più belli e panoramici del castello, dall’altro, l’incessante scorrere del tempo e le ferree regole della scuola sembravano essere diventati all’improvviso nemici giurati del suo irrealizzabile sogno.
Così, come non pensare, almeno per un breve momento, all’Osservatorio di Astronomia, posto nel punto più alto dell’omonima torre. Non era forse il luogo ideale per proseguire quel momento? Il brio nell’arrivare fin lassù avrebbe unito i loro destini in un’unica folle avventura, e, una volta raggiunta l’ambita meta, avrebbero goduto di tutti i vantaggi del caso. L’enorme fascino di un cielo stellato, la vasta panoramica del giardino sottostante… cosa poteva esserci di più romantico per saldare ancora una volta i loro spiriti?
E perché non aprirsi un varco verso l’esterno, uscendo da quelle solide mura per proseguire poi verso il famoso Ponte Sospeso? Come sarebbe stato bello osservare da lì il panorama sottostante e, perché no, restarci fino a veder sorgere il nuovo giorno. Lago e terra, acqua e prato fino a giungere ai limiti del proibito. Certo, uscire dal portone principale senza essere scoperti e senza lasciare tracce sarebbe stato difficile, se non impossibile, anche per chi, come lui, possedeva l’ambita spilla…


La parte più razionale, debitamente nascosta dal quel vortice di emozioni ma pur sempre presente, suggeriva invece una via più cauta, un graduale rientro verso i dormitori, o, per lo meno, verso i sotterranei; luoghi sicuramente più conosciuti anche se probabilmente sprovvisti di quel brivido che per la prima volta nella sua vita avrebbe quasi voluto ricercare.
Percepì in seguito il viso di Thalia farsi strada sul suo petto, come a voler sottolineare il dubbio che entrambi sembravano provare in quel momento. Eppure, c’era sicuramente qualcosa di anomalo in tutto ciò; in una situazione normale lo stesso Mike avrebbe preso senza nessun indugio la strada per i sotterranei, ma c’era realmente qualcosa di ordinario in quella serata? Gioia, emozione, il desiderio di prolungare la felicità…

"No. Non voglio". Arrivò infine la secca rettifica a quanto ipotizzato in precedenza. Anche nei fatti, la Tassorosso sembrò decisamente più convinta su quanto avrebbe voluto fare, giunta a quel punto. Con un sorriso malizioso la vide fingere ingenuità, prima di vederla recuperare quella parte di sarcasmo che forse non l’abbandonava proprio mai. *è sicuramente anche per questo, se stasera sono qui...* rifletté per un istante, prima che un sorriso sincero si allargasse anche sul suo viso. I ruoli sembravano realmente essersi invertiti in quel frangente; com’era stato possibile?

Le si avvicinò, così, dolcemente prima di rispondere al quel naturale interrogativo.
Ribelle mi sembra eccessivo… disse, cercando per un istante il suo sguardo, probabilmente divertito da quella situazione. Tuttavia, per stasera, sottolineò con una certa enfasi quell’ultima parola, credo si possa fare una piccola eccezione, sempre se sei d’accordo. Ricambiò infine quell'espressione in apparenza innocente.
Quella successiva quanto sincera preoccupazione unita ad un istante di silenziosa riflessione, sancirono tacitamente l’accordo appena raggiunto. Sì, nessun volo pindarico e nessun azzardo inutile; non si potevano rischiare di rovinare una serata perfetta solo per uno stupido intento emotivo. Mike non avrebbe tuttavia rinunciato alla sua parte nell’accompagnarla verso i sotterranei e così, prima di stringerle la mano con la sua destra, provò a rivolgersi a lei con lo stesso tono usato in precedenza dalla stessa tassina.

Tha..ehm, Miss Moran, che ne dice di seguirmi? il tono appariva un po’ troppo formale, ma adatto al contesto volutamente ironico. E non si abitui a queste passeggiate notturne o sarò costretto a metterla davvero in punizione *... magari durante tutte le prossime riunioni del CREPA…* terminò mentalmente, con quell’inatteso pungente pensiero.
Un po’ in imbarazzo, iniziò così a camminare, molto lentamente, lungo quel corridoio che li aveva visti protagonisti.

 
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Scheda Thalia J. Moran

La bizzarra idea di restare da soli, per un momento, l'aveva terrorizzata; all'inizio non vi aveva prestato troppa attenzione, travolta dall'adrenalina che le scorreva a fiotti nelle vene. Sarebbe stato sciocco illudersi di dimostrarsi insensibile ad una tale soddisfazione, scoprendo che - in fondo - non avesse frainteso proprio del tutto i gesti e le parole del Serpeverde. Molte volte si era chiesta che cosa sarebbe accaduto se, al primo incontro, le cose fossero andate diversamente. C'era da dire che, all'epoca, mai avrebbe pensato di provare un trasporto simile per qualcuno. Era un affetto diverso, completamente stravolto rispetto ai legami stretti fino a quel momento, una nuova realtà alla quale la Tassorosso sembrava essersi approcciata senza troppe remore. Tuttavia, il solo pensiero di abusare dei nuovi privilegi di Mike la spaventò. Non aveva intenzione di stravolgere quello che, a tutti gli effetti, era il candore del ragazzo, ligio alle regole, uno dei migliori studenti della sua Casa, nonché esempio per tutti i Serpeverde. No, si sarebbero dovuti accontentare dei momenti rubati, magari tra una lezione e l'altra, cercando di mantenere intatti i propri stili di vita. Quella razionalità che tanto l'aveva guidata in passato, ora tornava a farsi viva, indicandole la via più sicura di agire. Non avrebbe potuto richiedere nulla di diverso da se stessa, né avrebbe desiderato che Mike cambiasse il suo modo di essere per lei.
Quei pensieri, nonostante tutto, non mutarono la sua attitudine: avrebbe voluto restare insieme a lui ancora un po', magari approfittando della sua presenza per farsi accompagnare alla Sala Comune nei Sotterranei. Nessuno avrebbe osato ribattere od impicciarsi e, tanto meno, nessuno avrebbe opposto resistenza alla sua piccola "scorta".
Il coprifuoco doveva essere iniziato da qualche minuto e, per la prima volta, non le importava.

«Trovo che ribelle sia il termine più azzeccato, invece.» - mormorò, sorridendo sorniona ed iniziando ad allontanarsi dall'arazzo, la schiena diritta e il volto rivolto verso l'alto. C'era della fierezza in quello sguardo, Mike avrebbe colto la sottile ironia di quel momento, contenta di aver definito la nuova attitudine del Serpeverde in termini a lei congeniali. In fondo, pensò, per avere un rapporto come il loro un minimo di somiglianza tra i due caratteri doveva esserci.
«No davvero. Non potrei abituarmi e darti certe soddisfazioni!»
Lo prese per mano, lasciandosi guidare nuovamente lontano, com'era accaduto in precedenza, questa volta con la certezza che non ci sarebbero state sorprese.

 
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view post Posted on 2/7/2017, 19:04
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Ribelle. E così Thalia vedeva nel suo carattere un qualcosa di sovversivo nei confronti delle norme comportamentali dettate dalla Preside? O si trattava di un’allusione di più ampio raggio, una sorta di massima generale?
Difficile affermare con certezza se quell’importante legame con la giovane Tassorosso, iniziato già da qualche tempo e così forte da permettere il funzionamento del preziosissimo anello che il Prefetto portava sempre con sé, fosse in grado di farle comprendere, o per lo meno percepire, anche i pensieri e le sfumature più nascoste della sua indole; un dilemma senza dubbio interessante e che sicuramente Mike avrebbe cercato di capire con il tempo. Di una cosa era tuttavia certo: da quel giorno in avanti, il suo carattere sarebbe molto probabilmente cambiato, influenzato dai gesti e dagli affetti, oltre che da quel nuovo istinto, deciso e protettivo, che sembrava provare nei confronti di Thalia e di quella loro nuova relazione.

Il giovane continuò così a mantenere uno sguardo divertito manifestando una apparente innocenza, anche se nel profondo dell’animo Mike stava già trovando diverse situazioni nelle quali una violazione delle regole scolastiche sarebbe stata giustificata da un tornaconto diretto ed immediato o da una situazione di necessità.
Con il tempo infatti, orgoglio e ambizione stavano prendendo una certa consistenza, spronandolo ad affermarsi ed a distinguersi nei confronti della mediocrità generale. Non era forse per quello che si dilettava nell’apprendimento e nella creazione di pozioni che sarebbero rimaste celate ai più? Come giustificare la velenosa fialetta ancora gelosamente custodita nel suo armadio? Dalle pozioni agli incantesimi più potenti, il passo sarebbe stato breve, giusto il tempo di mettere le mani su qualche antica e prestigiosa lettura…
Le regole non lo avrebbero fermato nemmeno se si fosse trovato in una situazione di emergenza; se un concasato od una delle poche persone a cui teneva particolarmente si fosse trovata in difficoltà, e il pensiero andò subito verso la ragazza che si trovava al suo fianco, Mike avrebbe provato ad agire con decisione e furbizia, limitando i danni e le probabilità di farsi trovare con le mani nella marmellata.

Uhm, e va bene, te lo concedo. Se mai quella parte dovesse prevalere in me, farò in modo di non farmi beccare, va bene? Ma non diciamolo troppo forte, o potrebbero già decidere di togliermela… Rispose allegro e con una punta di astuzia, alludendo alla nuova sgargiante spilla che brillava sul suo petto. E te invece, che mi dici a riguardo? Le chiese interessato, desideroso di conoscere la versione della giovane sulle regole e sui guai derivanti, mentre con dolcezza afferrava la mano della Tassorosso. Il Prefetto cominciò così a percorrere a ritroso, sempre con brevi e lenti passi, il luogo corridoio del primo piano, accorgendosi che forse non era quello il luogo ed il tempo adatto per delle approfondite riflessioni su come fosse giusto agire nei confronti di regole e di paletti di varia natura.
Per qualche attimo assaporò quel dolce silenzio incantato, mentre le zone illuminate dai candelabri della sera scandivano la distanza che separava la coppia dall’imponente gradinata centrale, che li avrebbe condotti verso il piano terra. Sarebbe finito tutto così, in quella magica serata? Restio a compiere il primo passo nello scendere le scale, strinse leggermente la mano di lei, mentre con lo sguardo cercava di trasmetterle tutto il proprio sentimento e la propria emozione; sì, c’era qualcosa di entusiasmante in tutto quello.

 
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Scheda Thalia J. Moran

Più procedevano, i passi lenti e misurati di chi non vorrebbe davvero giungere alla meta desiderata, e più una strana sensazione di leggerezza s'impadroniva del suo corpo; era come se, tutto d'un tratto, la stanchezza per quella giornata sfiancante fosse svanita nel nulla o, meglio ancora, come se non fosse mai davvero esistita. Se al termine della riunione del C.R.E.P.A. aveva bramato la comodità del proprio letto a baldacchino, ora invece non aspirava ad altro che non fosse qualche minuto in più per investire quell'anomala e nuova energia. Ripensò alla sorpresa nell'udire la voce del Serpeverde, poco prima, e si stupì di non aver minimamente immaginato la ragione di un simile invito; possibile che fosse stata così sciocca da cadere dalle nuvole?
Quello di Mike era stato un gesto inaspettato, certo, ma la sensazione che ogni loro precedente incontro fosse proiettato al verificarsi di quell'esatto momento non poté sfuggire dalla sua riflessione. A ben pensarci, le avvisaglie erano state molte e per quanto avesse cercato di nascondere i propri sentimenti, annidandoli in un angolo, era stato impossibile - almeno per lei - non fantasticare almeno in parte su ciò che sarebbe potuto accadere in determinate circostanze create appositamente da entrambi.

«Lo sai che adoro cacciarmi nei guai» - esordì, abbozzando un sorriso e guardando la sua espressione con un cipiglio divertito - «...sono estremamente di parte e credo ci troveremmo su versanti opposti. Credo che non dovresti affatto sfidare chi te l'ha appuntata al petto.» - e così dicendo indicò con l'indice la spilla - «Non per me, insomma. Ci tengo.»
Aveva sempre aspirato a diventare Prefetto, se non altro per dar lustro alla famiglia - la quale aveva vantato figure di spicco all'interno della gerarchia scolastica per ciascuna generazione - e, un minimo, per orgoglio personale. Il fatto che la sua Casa vantasse tre dei migliori Prefetti che si potessero desiderare, aveva mitigato appena il suo desiderio, ma non abbastanza da trattenerla del tutto; lo spirito avventuriero, quasi ribelle, rimaneva sottopelle per la maggior parte del tempo, emergendo di tanto in tanto all'occorrenza. Di fatto, il coprifuoco non era mai stato violato, il suo rapporto con gli insegnanti era pacifico e, forse, l'unica mancanza rispetto al regolamento era stata creata da una breve esperienza nella Foresta Proibita.
A quel pensiero, il suo sguardo tornò a inquadrare il corridoio, distogliendolo da Mike e riconoscendo in lui, per la prima volta quella sera, la vera autorità. Che cos'avrebbe detto se solo avesse scoperto quella gita non autorizzata?

«E comunque... spero non vorrai parlare di questo per tutto il tempo che impiegheremo per tornare ai sotterranei.» - disse, ammiccando appena nella sua direzione e saldando la presa sulla mano del giovane Prefetto, sorridendogli divertita. Non importava dove fossero, né il momento; tutto ciò che contava era colmare quel silenzio, cancellando gli argomenti più comuni e sui quali, certamente, si sarebbero trovati in disaccordo.
Gettandogli un ultimo sguardo, prima di procedere col primo gradino, colse nel suo sguardo il divertimento per quelle ultime sagaci battute e, al contempo, l'ambizione che, attraverso la Spilla, l'avrebbe tenuto lontano dai guai quanto bastava per farla restare tranquilla.


 
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view post Posted on 3/9/2017, 22:31
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Emozioni diverse e continue. Quanto era bello il suo sorriso? E quanto apprezzava quel carattere così forte e mite? L’ultima sua occhiata poi… Fosse stato per lui, quel momento sarebbe durato in eterno.
Uno sguardo innocente, la ricerca di una nuova affinità e, perché no, la scoperta e la condivisione di nuove informazioni personali; dopotutto, entrambi avevano certamente un passato alle spalle. Ma quanto poteva dire di conoscere quello di Thalia?
Quell’animo vispo forse cozzava un po’ con l’estrema ponderazione insita nel carattere del Serpeverde, ma, tutto sommato, anche quella piccola sfaccettatura caratteriale non risultava più un problema, se vista attraverso gli occhi di chi sente di avere molto in comune con l’altra persona.
C’era poi un’ultima curiosità che sembrava stuzzicare la fantasia del Prefetto. Davvero la Tassina sembrava sviluppare una naturale inclinazione per i guai? E la sua predisposizione all’osservanza delle regole? Era solamente di facciata?
Quel continuo scoprirsi emozionalmente per poi tornare a lanciare divertenti punzecchiature caratteriali era forse la cosa che gli piaceva di più in quel momento, forse proprio perché significava stare con lei, accanto a lei.
Teneva molto a Thalia e proprio quella sera era riuscito a mostrarle quella parte di sé e, allo stesso modo, la Tassorosso sembrava tenere in egual misura a lui.
Per un attimo si domandò a cosa potrebbe aver pensato la giovane se, per un qualsivoglia motivo, lui fosse realmente finito nei guai…come avrebbe reagito? Si sarebbe lasciata spaventare?
Se mai dovessi realmente finire in una situazione spiacevole, so che non sarò da solo… davvero. Provò a rassicurarla cercando di chiudere quel discorso mostrando l’anello. Implicitamente tra loro esisteva una magia in grado di far funzionare quel legame così profondo.

Poi, quell’ultima dolce ma allo stesso tempo energica stretta di mano prima di scendere le scale del primo piano, sembrava il perfetto sigillo al momento trascorso assieme. Il tempo quella sera era davvero volato via; la Sala Grande era lì, ad un passo, così come il minuscolo sgabuzzino del custode celato ai più. Che fosse ancora lì dentro? In giro di pattuglia per il castello? Difficile saperlo ma quello, al momento, poteva risultare l’ultimo dei pensieri.
Sì, nonostante la grande gioia, Mike iniziava a provare un senso di dispiacere. Presto le loro strade si sarebbero divise in quella notte, lasciando nei ricordi e nella mente quel momento davvero unico.
*Mi mancherai... anche solo per una notte* pensò e provò a trasmettere con la forza di un rapido sguardo.

Ah, le quattro tavolate… domani mattina dovremo farci trovare qui ben riposati e pronti per la colazione eh. Provò a dirle con fare ironico più per evitare di rimanere lì, muto come un pesce e fermo come un salame mentre i loro piccoli passi li portavano sempre più vicini alla malinconica meta. Tra un pensiero e l’altro, tuttavia, la visione della tavolata verde argentea ben imbandita per la colazione, fece scattare in Mike un leggero languorino. Che si fosse dimenticato di garantire al proprio organismo il dovuto apporto calorico durante l’ultima cena? In fondo, fino a poco prima, i pensieri dominanti erano ben altri…
Un eventuale brontolio dello stomaco sarebbe stato imbarazzante tanto da nascondere quanto da giustificare in quell’occasione e così, cercando di focalizzare lo sguardo sulle ben poche pietruzze della clessidra di casata, provò a scacciare quell’ultimo scomodo desiderio gastronomico.

 
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view post Posted on 22/9/2017, 22:07
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Scheda Thalia J. Moran

Non riusciva a ricordare nessun'altra occasione in cui si fosse sentita tanto felice, spensierata e, al contempo, preoccupata. La sua memoria falliva nel tentativo di richiamare alla mente una situazione in cui le sue emozioni fossero tanto amplificate e contrastanti. Le sue dita, intrecciate a quelle del Serpeverde, percepivano ogni guizzo improvviso del ragazzo, movimenti involontari - o così li giudicò - che la fecero sorridere ben più di una sola volta. Poteva solamente immaginare quanto tempo gli fosse servito per architettare quel piano, per creare quell'incontro all'apparenza casuale. Avrebbe desiderato chiedere, sapere come si fosse sentito nei minuti antecedenti alla sua risposta, ma decise di tacere per non guastare il momento.
Gradino dopo gradino, camminavano l'uno accanto all'altra, la spalla dell'uno sfiorava l'altra come una carezza; nulla, forse nemmeno Pix, avrebbe potuto distrarli in quel preciso istante. Il silenzio sembrava la cornice perfetta per quella passeggiata destinata a finire troppo presto. Con ogni probabilità quella stessa notte non avrebbe chiuso occhio, conscia di quante cose, in una sola ora, fossero cambiate. In genere odiava le sorprese, ma quella era stata gradita fin troppo; il suo sorriso, del resto, era impossibile da celare.
No, non sarebbe stato solo da lì in poi, nemmeno se si fosse cacciato nei guai. Eppure, a quel pensiero, una sensazione di gelo s'impadronì del suo corpo, come se avesse realizzato solamente in quel frangente come avrebbe potuto sentirsi in caso di pericolo. Non si stupì di quei pensieri, tale era l'attaccamento al ragazzo e l'apprensione che da sempre aveva costellato la loro precedente amicizia. Mike le aveva sempre dimostrato una sincera preoccupazione per le sue attività extrascolastiche, eppure non gli aveva mai dato modo di dubitare che sarebbe sempre tornata tutta intera; d'altro canto, tuttavia, il Prefetto era sempre così tranquillo, misurato e paziente che non si era mai posta il problema di un'eventuale situazione pericolosa che lo vedesse coinvolto. Improvvisamente fu investita dalla paura che potesse restare invischiato in questioni più grandi di lui, che non avrebbe saputo come risolvere o che l'avrebbero potuto ferire davvero.

«Promettimi che farai attenzione.» - smise di camminare nel pronunciare quelle parole, lo sguardo fattosi più serio e inquisitorio - «Posso gestire tutto, davvero, ma non che tu finisca nei guai.»
Quel pensiero era reale, tangibile quasi, mentre entrambe le mani stringevano la sua, le labbra strette in un'espressione seria e lo sguardo spaventato. Mike non aveva un animo rissoso, non si sarebbe mai fatto strada nel mondo sgomitando come tutti gli altri. Di questo era convinta ed era proprio questo suo particolare a farle temere il peggio.
Una volta ripresa la discesa, avrebbe annuito, sorridendo appena a quell'ironico tentativo di risollevare gli animi di entrambi. La colazione: chi aveva intenzione di mangiare dopo tutte le emozioni di quella sera?

«Non mi vorrai costringere a fare un'incursione nelle cucine, vero?» - rispose ammiccando nella sua direzione.
Qualcosa, nella Sala Grande completamente vuota, rendeva quella stanza lunga un posto particolarmente piacevole; abituata com'era ad entrarvi durante l'orario dei pasti, aveva dimenticato quanto potesse essere suggestiva la visione di quelle candele sospese ed il cielo notturno trasparire dalle arcate dell'alto soffitto. Sospirò trasognata, pensando che l'indomani si sarebbero trovati di nuovo in quel punto, uguali ai giorni precedenti, ma un po' diversi.


 
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view post Posted on 17/10/2017, 21:23
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Si, c’era probabilmente qualcosa di strano in tutto ciò. Il transito attraverso la Sala Grande non lasciò di certo indenne l’animo del giovane Prefetto.
Per quanto Thalia fosse ancora al suo fianco in quella breve passeggiata che presto li avrebbe condotti tra i bui corridoi dei sotterranei, l’iniziale allegria del Serpevede cominciava sempre di più a mischiarsi con quel velo di malinconia, segno di una serata ormai vicina al capolinea. Davvero le loro strade si sarebbero presto divise, lasciando spazio solamente ai mille ricordi di quel magico momento?
E così, come schizzi di colori contrastanti su una tela, vecchie emozioni e nuovi sentimenti sembravano accavallarsi le une sugli altri in un guazzabuglio senza fine. Al centro restava solamente quell’istante, un dolce ed innocente bacio rubato nel corso di una serata speciale.
La voglia di condividere tutto, la consapevolezza che presto si sarebbero salutati, almeno per quel giorno.


Dopo aver indirizzato uno sguardo fugace verso la ben nota parete delle clessidre, Mike abbassò lo sguardo, deglutendo subito dopo nello sforzo di rimaner concentrato.
Certo, qualche ora prima i suoi pensieri erano certamente altri, tutti canalizzati su quell’importantissimo appuntamento così tanto cercato e desiderato; ora invece, tensioni ed emozioni diverse sembravano più attenuate e così, anche quel bisogno lungamente trascurato tornava a bussare alla porta. Avrebbe resistito? La volontà per non sfigurare era molta, ma, nell’udire le parole della giovane Tassorosso, qualcosa sembrò davvero muoversi.

Un leggero colpo di tosse, probabilmente più cercato che naturale, servì a coprire quell’inaspettato imbarazzo e ad interrompere una situazione potenzialmente equivoca.
Liquidi e succhi gastrici stavano indubbiamente compiendo il loro lavoro ma, senza una adeguata “copertura” a garantirne l’assorbimento, il temuto brontolio poteva esser ben più che una ipotesi.

Per tutte le Burrobirre dei Tre Manici, comincia a fare freschetto ad una certa ora, eh…
Provò a dissimulare quel gesto sfregando leggermente la mano sinistra contro il braccio destro, ipotizzando uno spiffero od un cambiamento d’aria all’interno della stanza. Sebbene la divisa scolastica garantisse una discreta protezione da eventuali sbalzi di temperatura, in quel momento doveva forse prendere tempo, anche qualche secondo, prima dell’annosa scelta.

Forse a quel luogo designato mancavano davvero pochi passi; ma quale via prendere? Nel suo dormitorio avrebbe sicuramente trovato qualche dolciume con cui sfamare le mille sensazioni di quella serata, ma non avrebbe di certo lasciato cadere nel vuoto quelle poche parole.

E perché no? Rispose divertito ricambiando l’intesa. In questi primi tre anni non ho ancora avuto l’occasione di trovarne l’ingresso. Per quanto potesse considerarsi uno studente piuttosto esperto, i luoghi ed i segreti di Hogwarts erano infiniti e non sarebbero sicuramente bastati sette anni per conoscere tutti gli angoli di quell’infinito castello.
Ma tu… ne conosci realmente l’ingresso? Lo sguardo si fece curioso mentre l’angolo destro del labbro si arricciava divertito. Forse in quel frangente, preso dal momento, Mike dimenticò di trovarsi davanti ad un importante membro del Comitato per gli Elfi; in quella circostanza i suoi pensieri erano sicuramente altri.

 
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Scheda Thalia J. Moran

Le parole di Mike la riportarono nuovamente al presente, lasciando assopire le sciocche fantasie di un’adolescente. Gli sorrise di nuovo, imbarazzata per quella situazione: chiaramente, sollevare lo sguardo al soffitto a volta, incantato per mostrare il cielo come se si trovassero all’aria aperta, doveva aver messo a disagio il Prefetto che, ormai, tentava di temporeggiare al massimo delle proprie capacità. Non poté fare a meno di gettare un ultimo sguardo al blu della notte e a quei puntini luminescenti, una luce proveniente da così lontano e da tanto tempo addietro da rendere l’intera visione romantica e, al tempo stesso, malinconica.
Lasciò che Mike tentasse ancora una volta di restare al passo con il suo sarcasmo, accogliendo con benevolenza quel simpatico tentativo di indurla a compiere una chiara violazione delle regole.
Naturalmente, era consapevole di dove si trovassero le Cucine di Hogwarts e non solo perché vi era entrata, ma soprattutto per gli eventi che, al suo interno, avevano avuto luogo. Sembrava, infatti, che ogni disavventura le fosse accaduta in quei primi anni al Castello fosse legata indissolubilmente al destino del Comitato. Dunblane, le cucine, Londra… tutto si riconduceva al C.R.E.P.A.
Se solo Mike avesse saputo in quale occasione la sua figura minuta e lievemente spaventata aveva messo piede all’interno delle cucine, chiaramente si sarebbe inalberato, inneggiando ad un suo immediato abbandono dell’associazione. Forse, in futuro, ci sarebbe stato il modo e il tempo di accogliere nuove cause e lasciare ad altri il proprio fardello, ma in quel periodo percepiva chiaramente il bisogno di essere la fonte - o parte di essa - del cambiamento. Mike, probabilmente, non avrebbe mai compreso quel desiderio; i due, del resto, erano diversi, troppo per trovarsi d’accordo su simili argomenti.
Ancora una volta, le dita sottili della ragazza sfiorarono la Spilla appuntata al petto del Serpeverde. La luce delle candele riverberava il proprio riflesso sulla sua superficie lucida, facendo risaltare i colori, verde e argento, della sua nobile Casa. Sorrise compiaciuta a quella visione: non aveva certamente accantonato l’idea e l’ambizione di indossare quella Spilla a propria volta, ma era orgogliosa del fatto che Mike avesse accarezzato quel sogno, diventato realtà, ben prima di quanto fosse riuscita lei stessa.

«Può darsi.» rispose, il tono ironico di chi si fa beffe del prossimo con l’innaturale combinazione di divertimento ed affetto «Potrei finire nei guai se ci entrassi in tua presenza.»
Il suo sguardo si spostò dalla spilla al volto del ragazzo, mentre lo stesso sorriso continuava ad incresparle le labbra sottili. «A meno che...» aggiunse, riportando il braccio lungo il fianco «...tu non voglia coprire le mie malefatte.»
Non aveva alcuna intenzione di spingerlo sul ciglio del baratro dell’illiceità delle sue azioni, eppure, ai suoi occhi, Mike cercava esattamente questo: un modo come un altro per prolungare quella serata e, con essa, aumentare la complicità venuta a crearsi nel corso del tempo. Conoscendo il Serpeverde, d’altro canto, la sola idea di venir meno ad uno dei suoi amati regolamenti l’avrebbe gettato nello sconforto più totale, trascinandolo in una spirale fatta di sensi di colpa.
«Forse un giorno condividerò i miei segreti con te, ma non oggi.» sentenziò, ridendo di quel pericolo scampato. Inclinò il capo di lato, ad indicare la strada - l’unica possibile - che li avrebbe condotti alla Sala Comune di Tassorosso.

 
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view post Posted on 12/11/2017, 21:25
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Il giovane Serpeverde non dovette aspettare molto prima di ricevere risposta a quell’innocente dubbio. Forse, per un solo istante, la fantasia stava già correndo verso un dolce e intenso proseguo di serata tra un colonnato e l’altro, lungo quel corridoio principale in grado di portare verso gli alloggi dei Tassorosso. Poi, una frase lasciata a metà e un’allusione pronunciata con la giusta carica umoristica risvegliarono l’interesse del ragazzo, scacciando subito il precedente velo di tristezza.
Bastò quel semplice contatto per esprimere emozioni e sentimenti per i quali non sarebbero bastate mille parole.
E così Thalia voleva stuzzicarlo ma allo stesso tempo farlo sentire in colpa? Se quello era davvero il suo intento, ci stava riuscendo alla grande. Sentimento e ragione si stavano affrontando in una dura lotta senza apparenti vincitori. Impulso naturale o realtà? La ragione si sarebbe fatta contaminare da quel dolce sentimento tanto forte quanto primitivo?

Attimi intensi, nei quali l’istinto sembrò soppesare tutte le variabili in gioco; il rischio, in fondo, sembrava piuttosto alto; Thalia avrebbe accettato quella piccola fuga verso le cucine? E loro due, avrebbero trovato qualche sorvegliante a metterli nei guai? Ancora una volta, incertezza contro tranquillità, adrenalina contro ordine.


Può darsi? Replicò, con tono interrogativo. Se tra qualche tempo dovessero assegnarmi una ronda in quella zona, dovrai aiutarmi. Provò a stare al gioco, prestando attenzione a evidenziare quegli ultimi due vocaboli. In fondo, in quella motivazione, si celava una parte di verità.

Nel pronunciare quelle parole, poi, Mike aveva già compiuto la propria scelta lungo la strada più sicura; le emozioni erano state tante, come l’adrenalina che aveva avuto mentre si trovava lungo quell’incantevole corridoio del primo piano.
Fu quindi facile dominare quel sentimento, abituato com’era a preferire l’ordine e la tranquillità all’incertezza di una scelta avventata.

Vada per la prossima avventura allora, ma dormirei più tranquillo nel non sentire le parole “segreti” o “malefatte”.
Per quanto il tono di voce fosse tranquillo e scherzoso, rifilò in ogni caso un’occhiata a Thalia nel pronunciare quell’ultima parola. Lo sai vero? Il labbro, si mosse, in un timido sorriso.

Al di là di quella serata, nella quale probabilmente anche lui si era lasciato un po’ andare, il carattere risoluto della giovane e l’impegno che aveva deciso di ritagliarsi all’interno di organizzazioni dai risultati ancora del tutto dubbi, era spesso un motivo di inquietudine per Mike, quando si ritrovava a pensare alla giovane Tassorosso.
Uniti in quella gradevole passeggiata, i sotterranei divennero presto realtà; ma quanto poteva mancare all’ingresso della Sala Comune giallo nera? Qualche passo? Diversi metri? Difficile per lui conoscerne il punto esatto.
Lasciato il desiderio di approfondire la visita nelle cucine, non restava che scoprire se quelle semplici preoccupazioni avessero un reale fondamento o se fossero dettate solamente da un naturale desiderio di protezione.

 
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view post Posted on 20/11/2017, 20:51
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L’ingenuità di Mike aveva tutte le caratteristiche della purezza tipica della loro età.
Gli sorrise affettuosamente, inclinando appena il capo ad osservare i rilievi impercettibili della pietra ai loro piedi: in apparenza liscio e perfetto, il pavimento nascondeva alcune piccole insidie di difficile individuazione che, di tanto in tanto, favorivano la caduta di qualche studentello sprovveduto troppo impegnato in altre occupazioni, a discapito del percorso intrapreso dai propri piedi. In quel frangente, in cui le emozioni giocavano un ruolo drasticamente fondamentale, la Tassorosso avrebbe voluto rivelare le proprie imperfezioni e le insidie nelle quali Mike, presto o tardi, sarebbe rimasto invischiato.
Non era una studentessa tra le peggiori e, se solo si fosse fatto aiutare in alcune materie più ostiche, egli avrebbe potuto trarre beneficio dalla sua influenza; non si comportava male rispetto ai compagni e, sebbene di tanto in tanto il sarcasmo condisse le sue conversazioni, l’Irlandese non aveva mai davvero superato il confine dettato dal rispetto e dalla buona educazione ricevuta. Tuttavia, aveva dei segreti e, per correggere gli errori di valutazione che a tredici anni risultavano all’ordine del giorno, aveva compiuto azioni di discutibile natura etica: alcune regole della Scuola erano state violate, altre no. Qualche volta aveva rischiato di non tornare al Castello per portare a termine le missioni del Comitato. E se un giorno non avesse davvero fatto ritorno ad Hogwarts? E se uno di quei compiti extra-curriculari avesse sortito l’effetto di ottenere un avanzamento nella questione degli Elfi, ma un suo danno prettamente personale? Mike avrebbe capito?
Per settimane aveva covato in sé il desiderio di esporre i propri sentimenti, sperando di creare l’atmosfera giusta per esprimersi liberamente e trascorrere terribili momenti d’inferno sperando che lui, quel ragazzino inglese incontrato per caso al primo anno, ricambiasse i suoi sentimenti. Bisognava ammettere che il Prefetto l’avesse battuta sul tempo e, sicuramente, aveva avuto modo di sorprenderla in ben più di un’occasione, ma mai avrebbe pensato di farsi sconvolgere tanto da ciò che avrebbe potuto essere se solo si fosse aperta totalmente a lui. I suoi segreti, le sue “malefatte” - che non l’avrebbero fatto dormire - e quegli incubi che turbavano le sue notti… tutto ciò avrebbe spezzato la magia di quella serata.
Davanti a sé aveva una scelta chiara di fronte ad un quesito indiretto che avrebbe potuto risolvere ogni questione e dissipare ogni dubbio. Mike, nella sua ingenuità, le aveva implicitamente chiesto di essere sincera e di non nascondergli mai nulla; ciò nonostante, non avrebbe potuto accontentarlo, o meglio, non avrebbe voluto.

«Prometto che non dovrai preoccuparti.» disse infine con semplicità, riflettendo sulla falsità implicita di quell’affermazione. Non aveva il controllo sul futuro, per quanto tutto ciò potesse esserle chiaramente d'aiuto, e su che cosa il Fato le avrebbe riservato. Fare promesse che non potesse mantenere non era nelle sue corde. «E comunque è vietato dal Regolamento entrare nelle cucine. Dovresti saperlo bene… Prefetto
Si sentiva in colpa, dannatamente responsabile per quella menzogna rifilata con tanta e tale semplicità. Il Serpeverde meritava di meglio da parte sua, ma sapeva altrettanto bene che, attento a mantenere uno stile di vita “sulla difensiva”, non avrebbe capito la sua esigenza di salvaguardarlo da ciò che avrebbe potuto nuocergli.
Lasciò che fosse lui a guidare i loro passi, ben conscia del punto in cui avrebbe dovuto arrestare la sua marcia e spedirlo in direzione opposta: le botti di vino non erano molto lontane e di certo il metodo per accedere alla Sala Comune l’avrebbe incuriosito troppo. Dal canto proprio, non le interessava conoscere l’ubicazione dei dormitori Serpeverde. Di rado aveva amato l’oscurità dei Sotterranei e l’unica nota positiva del viverci, era la differente tenuta dei corridoi. Si diceva che la Casa avversaria fosse situata più in basso e che, per raggiungerla, fosse necessario percorrere corridoi bui ed umidi, altamente scivolosi. No, non avrebbe scambiato i suoi corridoi vuoti, adornati di quadri dalle tinte vivaci ed illuminati dal calore di svariate torce, per luoghi così diversi.




 
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view post Posted on 3/12/2017, 23:12
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E così, ben presto, sarebbe giunta l’ora dei saluti, almeno per quella sera; per quanto Mike avesse avuto la tendenza a voler continuare quel magico momento, le regole scolastiche imponevano a tutti il loro rigore. Restava allora un solo desiderio, una speranza vincolata al futuro affinché tutto potesse continuare ad essere così bello com’era stato in quella sera.

Lo sguardo esitò per un momento sul luogo che li stava ospitando, prima di tornare nuovamente sul viso illuminato della giovane Tassorosso, come a volerne cogliere una eventuale sfumatura. Avrebbe ricordato quel posto così come lo stava ricordando lui in quel preciso istante?
Una dolce immagine era infatti legata a quella piccola porzione dei sotterranei; non era forse lì che un Mike decisamente poco disinvolto aveva affrontato per la prima volta le sue più grandi paure a livello emotivo? Nel corso del precedente anno scolastico, il Serpeverde aveva probabilmente già percepito una sorta di legame con la giovane Thalia ma, restio a vincere le ultime resistenze su quei primi e spontanei sentimenti, non aveva avuto l’imprudenza di andare oltre.
Passo dopo passo, quel desiderio era andato consolidandosi attraverso piccoli ma sinceri segni che accompagnavano ogni loro incontro, culminati in quella sera.

La sua mano destra andò così a cercare quell’anello, simbolo che sì, forse qualcosa di magico tra loro doveva sicuramente esistere.
Gli occhi brillavano così come quel sorriso che, seppur non radioso, esprimeva tutta la felicità del momento. A rendere ancora più solenne quel momento ci pensarono quelle poche parole, pronunciate con semplicità dalla giovane.

Ci conto. Rispose, cercando il contatto con la sua mano destra. Mike si fidava di Thalia, e, sebbene conoscesse quel suo lato esuberante, sapeva, o forse sperava soltanto, che mai si sarebbe messa in situazioni di potenziale pericolo.
Per le questione regolamentari poi, Mike non era del tutto convinto che quel luogo, a lui ancora sconosciuto, fosse interdetto ai Prefetti; non era forse un loro compito quello di garantire l’integrità in ogni angolo della scuola, cucine incluse? Se poi, nello svolgere quelle incombenze, avesse notato una graduale diminuzione negli standard qualitativi degli spuntini, non avrebbe forse dovuto avvisare senza indugio la Preside? Un sorriso distratto accompagnò quel pensiero; ma non era quello il momento per disquisire sugli incarichi che quella nuova e brillante spilla gli avrebbe dato.
No, quello era probabilmente il momento più emozionante dell’intera serata. Affianco a Thalia, mano nella mano, avrebbe provato a stringerla dolcemente a sé per ringraziarla.
*Grazie, grazie davvero!* Non vedo l’ora di rivederti… domani mattina, ti va se andiamo in Sala Grande assieme, per la colazione? Provò a chiedere, un po' timidamente.
Un lungo respiro, una gentile carezza e poi, se non vi fossero stati ripensamenti, i loro corpi sarebbero tornati ad unirsi per un solo istante, prima di lasciarsi probabilmente andare in maniera definitiva.
A quel punto, solo il ricordo avrebbe conservato la magia di quanto accaduto in quei momenti. La sua volontà, poi, era ben diversa; fermo lì, in quel luogo così denso di significato, sarebbe rimasto ancora qualche minuto a sentirne la voce, ad assaporare il dolce profumo della sua candida pelle ed a guardarla negli occhi, in attesa di un ultimo bacio rubato, prima che i loro passi tornassero a riecheggiare in direzioni opposte.

 
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view post Posted on 14/12/2017, 00:17
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Scheda Thalia J. Moran

Nella quiete notturna del Castello, Hogwarts aveva perso parte della sua magia. Ora, sola con Mike in quel lungo corridoio tappezzato di ritratti e quadri, illuminato debolmente dalle torce - che crepitavano rompendo il velo di silenzio - e del quale non si vedeva davvero la fine, un brivido le corse lungo la schiena. Rabbrividì appena, stringendosi nelle spalle e sperando che il ragazzo non si accorgesse di quel gesto improvviso.
Senza saperne la ragione, aveva iniziato a realizzare quanto accaduto quella sera. Quel brivido inaspettato era partito dalla nuca ed aveva scosso il suo corpicino da cima a fondo e, al pari di un terremoto, l’aveva riportata alla realtà. Gli scherzosi battibecchi, le premure di Mike - e le sue bugie - sembravano appartenere ad un’altra persona. Ora, con quella nuova sensazione sulla pelle, aveva iniziato a capire la portata immediata di quanto accaduto quella sera.
Guardandolo negli occhi per un fuggevole momento, scorse in lui la preoccupazione e la premura che da lì in poi le avrebbe riservato, se possibile ancor più amplificata; se prima di quella sera aveva cercato di esserle amico, consigliandola ed ascoltandola, da lì in poi la sua presenza sarebbe stata ancor più costante.
Si sentì pervadere da una nuova emozione e, questa volta, non seppe identificarne la natura: erano giunti sin lì mano nella mano, il suo palmo piccolo stretto a quello di Mike. Percepiva la pressione delle sue dita sull’anello dei Gemelli Weasley, lo stesso che lui le aveva regalato proprio in quello stesso sotterraneo; inaspettatamente, ebbe l’istinto di ritrarre la mano, sciogliendo la stretta che la teneva ancorata a lui. Forse, dopotutto, era presto per lasciarsi andare totalmente a quel sentimento covato nel silenzio di un dormitorio, nell’isolamento di un maniero di campagna o di un abbaino nel centro di Londra.
Aveva pensato molto a lui, forse troppo, ed aveva sperato che la sua fervida fantasia non avesse inventato gran parte delle sue reazioni alle sue parole o ai suoi gesti. Ora che si trovavano lì, nella semioscurità di un corridoio sotterraneo mentre tutti dormivano o studiavano rintanati in un angolo delle proprie Sale Comuni, aveva la sensazione di vivere un momento che non aveva desiderato davvero.
Deglutì a fatica, immaginando solamente la crescente ansia ed il calore che dal collo saliva alle sue guance. Perché mai avrebbe dovuto agitarsi tanto? In fondo, per tutta l’estate, non aveva desiderato altro se non scoprire i reali sentimenti di Mike e, adesso che li conosceva, ne era terrorizzata. Quella, si disse, era una prova che forse non avrebbe superato. Sarebbe stata in grado di essere partecipe ed affettuosa a sufficienza?
La risposta, per quanto potesse sembrare assurdo, era che non lo sapeva affatto.
Giunti a quel punto non le restava che attendere e scoprire come sarebbero andate le cose, nel bene e nel male. Certo era che, in tutto quel guazzabuglio di pensieri, non aveva udito una sola parola del Serpeverde. Si era limitata ad annuire meccanicamente, finché una voce fuoricampo non aveva interrotto il momento.

«Per l’amor del cielo, ragazzo!» sbottò una figuretta, appartenente al ritratto alle spalle di Mike. Un giovane cavaliere, dall’armatura scintillante e lo sguardo fiero, reggeva la visiera dell’elmo, strabuzzando gli occhietti dipinti ad olio.
Dal canto proprio, la Tassorosso non avrebbe saputo se ridere - mettendo Mike ancor più a disagio - o scappar via, per nascondersi dal probabile chiacchiericcio dell’indomani sull’intera vicenda.
I ritratti, si sapeva, avevano la tendenza a spettegolare troppo.

«La fanciulla è davanti a te! Lasciale un po’ di respiro! Sir Morrigan al suo servizio, milady!»
Un sorriso sincero increspò le sue labbra, scacciando via quasi del tutto ogni preoccupazione. Era come se, ai suoi occhi, quel cavaliere l’avesse tratta in salvo da una situazione particolarmente spinosa e le avesse evitato una scomoda forma di disonore.
«G-grazie, Sir. Direi che il giovanotto se la sta cavando egregiamente.» rispose, nascondendo a fatica una risatina imbarazzata. Quella serata, per un motivo o per l’altro, se la sarebbe ricordata per tutta la vita.
«Ehm...sì, ci vediamo qui domani.» aggiunse poi, distogliendo lo sguardo dal cavaliere e portando le iridi grigie su quelle scure di Mike.
Nonostante qualche perplessità, gli permise di cingerle il corpo in un abbraccio che, per le sue insicurezze, aveva tutta l’aria di essere una piccola gabbia in formato umano. Quell’idea, benché le sue fossero buone intenzioni, non riusciva a scivolare via e, anzi, si artigliava a lei con tutta la forza che fosse riuscita a scovare.
D’altro canto, Mike era lì di fronte a lei, in carne ed ossa, a differenza di quelle che - l’avrebbe capito solamente in seguito - erano le paure lecite di una ragazzina.

«Milady, io insisto! La scorterò alle vostre stanze!»
«Sir Morrigan è stato chiaro.» mormorò, lasciando che fosse il suo sorriso intimidito a scusarsi al posto suo per quell’interruzione imbarazzante. Sollevandosi in punta di piedi, i palmi ancorati alle braccia del giovane Prefetto, la Tassorosso gli baciò teneramente la guancia. Un ultimo sguardo e, finalmente, si sarebbe diretta alla propria Sala Comune. Naturalmente scortata dal prode cavaliere impiccione e dalla scomoda mole di paure immotivate.




Perdonami, non ho saputo resistere al mio ardente sarcasmo. Dai, però: non è finita così male :fru:
 
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