| Scheda ◊ Thalia J. Moran ◊ Prefetto Tassorosso *Sekhmeth* Non ebbe il minimo dubbio che Nieve ignorasse la tempra del suo Caposcuola. Di rado lei stessa aveva avuto modo di discorrere con lui su qualcosa che non riguardasse direttamente l'andamento di Tassorosso ed i suoi membri; Horus era una presenza costante nella vita della loro Casa, un supervisore attento e nulla poteva sfuggire al suo controllo. Prima di diventare lei stessa Prefetto, aveva avuto modo di osservare la squadra di Prefetti di cui si era circondato, pensando che, in fondo, costituissero un sistema ben oliato e funzionante, pronto a superare le difficoltà maggiori. Aveva avuto la prova di quel pensiero niente meno che in Messico, durante la simpatica prova ideata da quel matto di Peverell. Di quell'esperienza, non ancora del tutto archiviata, di certo le sarebbero rimaste impresse le tre ragazze - Niahndra, Amber ed Elhena - per quei caratteri peculiari che, con ogni probabilità, Horus doveva aver sicuramente apprezzato durante il mandato di ciascuna. Il temperamento algido di Elhena unito a quell'eleganza mai davvero passata di moda, l'aveva turbata solo inizialmente, eppure aveva compreso quanto della sua personalità fosse celato dietro quella maschera di serietà e quanto abile quella strega potesse essere. Niahndra era ancora un mistero per lei, ma in fondo al suo animo battagliero, l'Irlandese aveva assunto la figura di quella strega minuta come il proprio esempio di vita personale: la sua razionalità superava qualunque limite imposto da Madre Natura e poter osservare la ragazza all'opera si era rivelata l'esperienza più esaltante dell'intero viaggio in Messico. Amber, invece, era un libro di cui non si era mai permessa di leggere nemmeno il titolo o la prefazione; di lei conosceva il suo aspetto esteriore ed avrebbe saputo riconoscere la sua voce tra mille altre, ma più di questo alla Tassorosso non era dato di sapere. Non ancora. Accerchiato da tre fanciulle simili, dunque, Horus Ra Sekhmeth poteva apparire solamente come la punta di diamante dell'intera struttura gerarchica Tassorosso, il capitano che guidi la propria nave nella tempesta senza mai abbandonarla. Gli studenti in genere lo osservavano con rispetto reverenziale, evitando di pronunciare qualsiasi espressione che potesse turbare il volto del Caposcuola; le matricole spesso ignoravano che dietro agli sguardi austeri, che di tanto tanto riservava loro, vi fosse più apprensione che una minaccia vera e propria. Non avrebbe mai dimenticato il provino per la squadra di Quidditch, il modo in cui Horus si era preso cura di ciascun aspirante giocatore con l'aiuto di Eloise. Si poteva dire, quindi, che lo rispettasse ed apprezzasse nonostante le occasioni di confronto diretto non si fossero mai verificate.«Non ho dubbi che Horus applicherebbe le regole così come sono scritte. Non che Brior sia diverso, ci mancherebbe.» - commentò, l'ombra di un sorriso malandrino sul viso pronta ad espandersi in breve tempo - «Le matricole Tassorosso comunque vengono selezionate la sera dello Smistamento. Così sappiamo subito con chi avere a che fare. Sai, i punti ci piace guadagnarli, non perderli.»Anche questa volta l'ironia giocò un ruolo fondamentale. Non si crucciò troppo all'idea che Nieve potesse non cogliere immediatamente il significato di quelle parole e, se da un lato sperava di incutere una certa aura sulla Grifondoro, dall'altro sapeva perfettamente di aver appena gettato alle ortiche un ottimo spunto di conversazione.
Voltarono l'angolo, l'ennesimo corridoio vuoto e apparentemente immutato. Quale fosse l'origine del rumore udito ormai diversi minuti prima non era chiaro, ma furono le parole quasi sussurrate della giovane Nieve ad attirarla maggiormente. Di nuovo, per l'ennesima volta quella sera, voltandosi vide l'incertezza di Fiona dipinta sul volto del Prefetto rosso-oro.«Non sarai la rovina di nessuno, te lo garantisco.» - l'espressione seria ed il tono ruvido avrebbero cambiato l'immagine che, in quella passeggiata serale, Nieve aveva avuto modo di crearsi di lei. Quel lato del suo carattere, certamente non delicato, veniva lasciato libero di esprimersi qualora avvertisse una mancanza di fiducia altrui. In quei casi, purtroppo, tenere a freno la lingua risultava un compito difficoltoso. Per arrestare quel processo, innescato da una miccia apparentemente offerta involontariamente, sarebbe bastato il pensiero di Nieve: la ragazzina non aveva chiesto protezione o consiglio, né una rassicurazione. Dunque, perché crucciarsi tanto? Perché esporsi per una sconosciuta? La risposta era nascosta nella sua indole e, quindi, non poté far nulla per esimersi dal proprio compito.«Se tu stessa non credi nelle tue capacità, nessuno lo farà. Ti consiglio di lasciar perdere l'insicurezza e di far posto al coraggio di buttarti nelle situazioni che ti si presenteranno da qui in poi.» - la bacchetta volteggiò nella direzione da seguire e la voce calma, questa volta più dolce, della Tassorosso aggiunse - «Può esserci qualsiasi cosa là in fondo. La supererai.»Raggiungere quella consapevolezza aveva richiesto qualche sacrificio in termini di chiarezza verso se stessa, un procedimento difficile, seppur obbligatorio, che l'aveva aiutata a sopravvivere in Messico. Certo, erano giunti tutti stremati alla fine, ma in fondo, erano vivi. Fece cenno alla ragazzina di proseguire, compiendo i primi passi in avanti, quando l'ennesimo rumore si fece sentire nuovamente. Squarciando l'aria immobile, il suono metallico tipico delle armature risvegliò i sensi della rossa, allertandoli d'improvviso. Fu implicito mettersi a correre, dopo qualche metro percorso a passo sostenuto, fino alla svolta successiva. Quanto ancora avrebbero dovuto correre per scoprire la fonte di quel chiasso infernale?
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