O Ermione. Odi?

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view post Posted on 27/6/2017, 20:08     +3   +1   -1
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entropia.

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Bast. Ho deciso che per la laurea voglio fisarmonica e mandolino. :gelato:



"E' ddddoooooolce sognaaaaare e lasciaaaaarsi cullar nell'incaaaaanto della nooootteeeeee"
Medellone: "Ma che canzone è?"
Coinquilina: "Guarda che ti dà una testata!"
"Leeeeeee stelle d'oooooor con il loro splendoooooor"
Coinquilina: *oscilla a ritmo di musica*
Medellone: "Aristogatti?"
"SOOOOOONO GLI OOOOOOCCHI DEEEEEELLA NOOOOOTTEEEEEE"
Medellone: "Lilli e il vagabondo?"
*annuisc :music: *


Medellone: "Nieve, condisco io l'insalata? Che ci metto?"
"Leeeeeee stelle d'oooooor con il loro splendoooooor"
Coinquilina: "Ora, non la smette più."

*cinque minuti dopo, coinquilini parlano tra di loro*
"Ma posso dirvi una cosa?"
Medellone: "Cosa?"
"Leeeeeee stelle d'oooooor con il loro splendoooooor"
Medellone: "Basta, basta cantare."
"LEEEEEEEE STELLE D'OOOOOOOR CON IL LOOOOOORO SPLENDOOOOOOOOR"
Coinquilina: "Lo sai che è dispettosa. E' peggio se le dici di non farlo."
"SOOOONO GLI OOOOOCCHI DELLA NOOOOOTTEEEEEE"


:music: :music: :music:






 
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view post Posted on 29/6/2017, 21:03     +2   +1   -1
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Non esisti. Preferisco credere che tu non esista. Qualunque sia il tuo nome, qualunque sia la forma in cui ti osannano, mi auguro che tu non sia altro che la proiezione del bisogno di spiritualità che hanno gli uomini. Perché, se così non fosse, ci sarebbe qualcosa di profondamente sbagliato nel riporre la propria fede in qualcuno di così crudele. Se esisti, dunque, e con te tutto il teatrino che t'accompagna, spediscimi dritta all'inferno senza passare dal purgatorio quando sarà giunta la mia ora. Mandamici con la stessa noncuranza che ci hai usato per una vita, la stessa che ci stai usando adesso. Non ti perdonerò mai. Non espierò le mie colpe, i modi in cui ho pensato di vendicarmi se mai ti avessi incontrato.

Chissà se provi piacere - mi chiedo - mentre mi contorco di rabbia, notando che, nonostante il mio conclamato agnosticismo, io stia ribollendo comunque d'ira nei tuoi confronti. E' quasi una certezza. Se non avessi provato tanto piacere a fare ciò che sai, non ci avresti propinato una minestra dal sapore acre per tutti questi anni.
Chissà se è divertente vedere gente come noi pensare "Ci siamo già passati, non è poi molto diverso" e, invece, cadere in preda allo sconforto come fossimo novellini del dramma. Ti intratteniamo abbastanza? E' in base a questo che scegli la portata delle sciagure e il modo in cui si mescolano? Dall'alto del tuo scranno, sbadigli un po' o ti fai grasse risate? Dimmelo, ti prego, dimmelo col sorriso sardonico che ben conosco, sì che io possa trovare nell'odio la forza per non spezzarmi e irrobustirmi le spalle abbastanza da portare il peso mio e degli altri.

Non è ancora finita.
 
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view post Posted on 5/7/2017, 15:28     +2   +1   -1
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sdqnt9p

Per un attimo, avevo accarezzato la possibilità di saltarvi, di non presenziare all'evento di ieri sera. Avevo l'impressione che potesse non essere opportuno, che potessi non godermelo, frastornata come sono. "Ci saranno altre occasioni" continuavo a ripetermi, ma sapevo che non avrei potuto essere in torto più di così. Se c'è una cosa che ho imparato negli anni, è che le belle occasioni vanno colte e messe nel cassetto per tirarne fuori il ricordo al momento opportuno e addolcire la medicina.
Un po' come il miele sul bordo del bicchiere. E ho fatto bene a cogliere l'opportunità.

Assistere ad un concerto degli Imagine Dragons significa uscire completamente fuori dal proprio corpo per lasciare spazio soltanto alla musica nelle sue manifestazioni ed evoluzioni più straordinarie e sorprendenti. C'era musica ovunque: nell'aria, nelle orecchie, nelle mani, soprattutto sulle labbra e negli occhi delle persone attorno a me. Per una serata, un gruppo di estranei s'è trasformato in un gruppo di amiconi stretti come sardine, votati alle urla, agli applausi, ai cori, alla musica, al ballo. Non si respirava quasi, eh. Il caldo, l'eccessiva vicinanza con gli altri, la stanchezza, la disidratazione, ci hanno quasi decimati. E più si avvicinava il momento tanto agognato, più il tempo pareva dilatarsi. Dieci minuti, poi cinque, infine due, tutti lunghi come ore. Poi, i primi fumi, le prime note, le luci e un'ora e mezzo di assoluto oblio. Era come essere... né carne, né spirito ma uno strano miscuglio dell'uno e dell'altro dai tratti inconsistenti, pesanti quel tanto che bastava a tenerci ancorati al suolo. Era tutto così intenso che, quand'è finito, nessuno se n'è reso conto. Eravamo tutti là, con l'espressione inebetita di chi sta ancora aspettando che il concerto inizi ma col corpo disseminato dei segnali del delirio appena consumato. E l'effetto è stato talmente intenso che, perfino mentre ci dirigevamo verso la macchina, non ne avevamo ancora abbastanza. La musica talmente forte da forare quasi i timpani, i corpi che ballavano ancora in una macchina che conteneva quelle cinque persone a malapena nel parcheggio pieno zeppo a causa di un ingorgo colossale; rendersi conto - una buona decina di minuti dopo - che altri tutt'intorno stavano ballando e cantando al ritmo della musica che usciva fuori dalle nostre casse.

Immagino succedano cose del genere a buona parte dei concerti. Anzi, sono sicura che sia così. Però, io lo consiglio a tutti: per una notte, prendetevi il tempo per evolvervi in draghi. Lucca, ieri sera, ne era piena. Avrei voluto non addormentarmi mai. #Evolve


Whatever it takes
'Cause I love the adrenaline in my veins
I do whatever it takes
'Cause I love how it feels when I break the chains
Whatever it takes
You take me to the top I'm ready for
Whatever it takes
'Cause I love the adrenaline in my veins
I do what it takes

 
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view post Posted on 5/7/2017, 15:32     +1   -1
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Una delle fortunate del festival di Lucca???
Ti invidio tanto, tanto, tanto!

Spero siate stati calorosi con loro così prossimo anno me li vedo anche io si spera
 
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view post Posted on 5/7/2017, 15:41     +1   -1
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Siamo stati così calorosi che, a un certo punto, lui era talmente sopraffatto da non riuscire a cantare. Ed è stato tenerissimo! **

Vai, se hai l'occasione. Al di là del gruppo, sono anche dei musicisti stratosferici singolarmente. Hanno fatto vari assoli che... Boh, senza parole!
 
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view post Posted on 30/7/2017, 18:18     +1   -1
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"Hai presente quando, nei film, inquadrano la folla che balla? A un certo punto, le immagini cominciano a scorrere a rallentatore e l'attenzione si focalizza su una ragazza che butta la testa all'indietro, con gli occhi chiusi e i capelli che seguono ogni più piccolo movimento. Eri tu."

{Argilla}

 
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view post Posted on 14/8/2017, 13:51     +2   +1   -1
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Da qualche mese a questa parte, c'è nelle persone che mi circondano una strana tendenza ad accasarmi, oserei dire quasi un'ossessione diffusa. Fioccano proposte, facce, descrizioni caratteriali da ogni parte e c'è un giro di informazioni che mi riguarda che percorre tutta Italia senza che io ne sappia alcunché, se non dopo mesi. E la cosa mi fa sorridere, perché penso che non siamo, poi, così diversi da 60 anni fa quando i matrimoni si combinavano tramite foto e raccomandazioni dei parenti; solo che, adesso, la maggior parte di noi ha il senno di non buttarsi nel vincolo maritale con così tanta incoscienza... Più o meno!
Oggi, dopo un anno di distanza forzata, rivedo la mia più cara amica che, tra tutti, è forse quella che ha più urgenza di sistemarmi. Non serve spiegarle come io non abbia proprio interesse, al momento: sono talmente focalizzata su me stessa, sui miei obiettivi, sul percorso che voglio intraprendere da non avere voglia di sprecare tempo per qualcun altro. Per curiosità, però, visto che non fa altro che parlarmi di questo suo amico che vuole conoscermi, le chiedo cosa gli abbia detto di me.

"Perché sorridi? Ti intriga l'idea? Eh, eh?!"
"No, non è per quello. E' per il modo in cui mi hai descritta, per quello che hai detto di me. E' curioso."
"Che intendi?"
"Intendo dire che hai descritto molti dei miei difetti, facendoli passare per pregi, per caratteristiche affascinanti. Come il fatto che io abbia bisogno dei miei spazi spesso, senza nessuno che stia lì a darmi noia. Avresti fatto prima a dire che, con cadenza regolare, mi trasformo in un troll irsuto che si mette da solo in isolamento per il bene degli altri e che grugnisce e si infuria se provi a familiarizzare."
"Beh, ho un po' sublimato alcuni tuoi tratti spigolosi. Perché ti fa ridere?"
"Così. Per la percezione diversa di me che passa attraverso le tue parole."

Avrei voluto dirle che mi stupisce sempre il modo in cui l'affetto filtra i difetti, rendendoli tratti peculiari; che mi fa sorridere - e non ridere - constatare di avere attorno esattamente le persone di cui mi piace scrivere, quelle che nella loro semplicità e bellezza sembrano di mera fantasia e, invece, sono più reali che mai. L'amicizia mi stupisce sempre.
 
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view post Posted on 28/8/2017, 22:42     +2   +1   -1
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635824526465173691-24392965_e675ea4e9147b1992f9d9297c611eb9e

"After I did it, I felt great. At first, I felt liberated, but now I feel kind of empty. Everything that I worked for is gone. I feel a little, a little bit like I failed, you know?! I'm watching all my friends move on with their lives. They are all moving forward. And it's like I'm stuck here, standing still."

 
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view post Posted on 29/10/2017, 21:44     +3   +1   -1
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EBtdOm6



Il giorno del mio compleanno, mi capita spesso di pensare a una bambina. La vedo nelle stanze del palazzo dei miei ricordi, così vivida da poterne sentire quasi il respiro, il calore, il profumo. Un giorno, con la limpidezza che appartiene solo agli innocenti, mi disse che aveva spesso l'impressione di aver vissuto due vite separate, quasi che, a un certo punto della sua esistenza, qualcuno avesse tracciato una netta linea di demarcazione che le impediva di tornare indietro e le faceva sentire tutto il peso del cambiamento. Mi spiegò le diverse sensazioni che appartenevano a queste due sfere: la frivolezza, la semplicità, la serenità dell'una e la pesantezza, l'inconstanza, l'imprevedibilità della seconda. "E' come se, prima della linea, fosse facile essere sempre felici; oltre la linea, invece, quasi impossibile. Ma la cosa più brutta è che la linea in sé non cancella il ricordo della vita di prima, quindi sei triste due volte: la prima per quello che stai vivendo, la seconda per quello che sai di aver perso."

Onestamente parlando, era difficile afferrare il significato di parole tanto complesse pronunciate dalla bocca di una bambina, perché implicava accettare un livello di comprensione emotiva ben al di là di quanto ci si aspetti da un esserino in formazione di soli 10 anni. Ma ero io a renderlo difficile più di quanto non fosse in realtà. L'avevo osservata attentamente ad ogni occasione: nelle sale d'attesa degli ospedali, nei corridoi dei centri di riabilitazione, nel silenzio della sua cameretta stretta al cane di peluche ricevuto in regalo l'anno prima. C'è stato un periodo in cui, addirittura, l'avevo sentita porre costantemente tre semplici domande: "mamma, cosa fa questa malattia? E' grave? Si guarisce?". Allora, ancora adesso, ogni anno mi chiedo come sia possibile che abbia dubitato della sua capacità di capire cosa stesse succedendo tutto intorno, addirittura della sua capacità di percepire la differenza tra un passato quasi banale e un presente tanto torbido. E' la spocchia degli adulti, suppongo, che porta sempre a dare per scontata l'intuitività dei bambini. Ci ho messo un po' a liberarmene. Della spocchia, intendo.

Quando penso a lei, il giorno del mio compleanno, sento sempre il bisogno di chiederle scusa. Non tanto per non averla protetta abbastanza, perché la vita colpisce tutti e non si può sperare di mettere in atto l'impossibile. Piuttosto, per non essermi accorta del bagaglio che si trascinava dietro e per non averle insegnato a scegliere, a fare una cernita. Ignorava che non tutto andasse messo nello spazio vacante della valigia, che per ogni cosa raccolta le sue piccole braccia avrebbero spasimato un po' di più sotto il peso di cui si stava caricando. Avrei dovuto essere più indulgente con lei, meno osservatrice - che orribile, maledetta deformazione quella di chi scrive, sempre e perfino troppo! - e più eroe. Quando glielo faccio presente, di tanto in tanto, lei sorride e mi dice che non cambierebbe nulla di ciò che è stato, neppure i singhiozzi silenziosi sotto le coperte nel cuore della notte per non farsi sentire da mamma e papà, che di pensieri ne avevano già abbastanza. "Non sarei come sono e non sono sicura di voler essere diversa, pur con tutto ciò che comporta." E finisce sempre che, anziché aiutare lei, è proprio lei ad aiutare me. A volte, la invidio perfino: la resilienza, il coraggio con cui ha affrontato tutto, la dignità, la capacità di preoccuparsi più per gli altri che per se stessa, i colori di cui ha vestito il suo passato. In quegli occhi grandi grandi, vedo le trasformazioni cui ha costretto il dolore, piegandolo al suo volere. L'ha reso empatia, gentilezza, sensibilità. Da ultimo, è perfino riuscita ad insegnarmi un'ultima, importantissima lezione che è uno dei mantra della mia vita.

"Non giudicare una persona troppo duramente, con gli assolutismi cui sei portata per carattere. Non puoi mai conoscere la storia di chi hai davanti, i motivi per cui è quella che è."

Grazie, Eri. E perdonami, se ti riesce.
 
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view post Posted on 15/11/2017, 18:59     +3   +1   -1
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Pausa.

 
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view post Posted on 20/11/2017, 12:50     +2   +1   -1
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Vattene
nel frastuono del tuo coraggio,
ché io, il silenzio e il vuoto, posso sopportarli
ma, nel tuo dolore, non riesco a guardare.

 
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view post Posted on 15/12/2017, 20:45     +6   +1   -1
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Vale la pena di segnare un giorno importante come questo.
Un traguardo, una sfida, un motivo di vanto.
Pazienza che non siano previsti premi (direi il contrario, quasi!), né il tanto desiderato Wall of Fame dove già eravamo pronti a mettere le nostre faccione a metà tra il sorridente e il disgustato. Non importa nemmeno che ci siano volute tre ore per superare il senso di nausea. Un risultato come questo va celebrato.
Oggi, abbiamo fatto tutti e cinque i turni dal susharo e abbiamo mangiato tutto. TUTTO.
Menzione speciale a Medellone, che ha aiutato me e l'altra coinquilina a sopravvivere agli ultimi dieci pezzi di sushi, sacrificandosi per la patria con la bestialità italo-giapponese che lo contraddistingue. Sei stato forte, coraggioso, impavido e immenso. Ti devo dei muffin (mo te ti faccio, stai zitto!). Llone, "sarei stata persa senza il tuo aiuto"! (cit.)

[ESTRATTO DI CONVERSAZIONE]

"Nieve, hai lo sguardo perso nel vuoto. Sei già al livello intossicazione? Non ci abbandonare!"
"Ho qualche problema con le sinapsi, ma ci sono. Stavo pensando che, in cucina, i giapponesi stanno cantando la canzone di Pocahontas. Già me li vedo a fare -Son barbari, barbari. Sono quasi bestie! Barbari, barbari da cacciare via.- con le bacchette al posto dei fucili."
"Se ci pensi, mica stiamo facendo nulla di male. L'hanno chiamato loro ALL YOU CAN EAT."


MistyLeftIsopod-max-1mb

 
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view post Posted on 13/1/2018, 09:23     +1   +1   -1
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Mi batte forte il cuore.
L'una. Le due. Le tre di notte.
Mentre il mio corpo impazzisce, preda di uno scompenso che ha motivo di esistere, la mia mente rimane lucida. Gli intima tranquillità col freddo controllo che le appartiene. Sapevamo che sarebbe successo, gli ricorda. Abbiamo cercato le scappatoie più volgari, i sentieri più battuti per non pensare, per non prendere atto della situazione. I sentieri dei buoni propositi, del lasciarsi tutto alle spalle con l'anno nuovo.

In questi giorni, i momenti di più grande sollievo li ho provati in macchina, da sola, nei brevi tragitti da un punto all'altro della città. La musica è così alta che riesco a sentire le vibrazioni della carrozzeria, insieme a quelle del motore, mentre i bassi esplodono malamente tutto intorno a me e io canto quella o quell'altra canzone. La macchina è la mia gabbia di Faraday, la vita il campo elettrostatico dal quale intendo isolarmi, la musica il solo modo che conosco di urlare la mia frustrazione. Quando il breve viaggio sarà terminato e aprirò la portiera, quell'attimo di espressione emotiva avrà fine e tornerò ad adottare la maschera di compostezza un po' datata, un po' scricchiolante che porto con un sentimento a metà tra l'orgoglio e l'ostinazione. Intanto, mi godo il momento e azzardo perfino un sorriso. Non la sento, la tempesta.

Le quattro di notte.
Percepisco il palpitare del cuore contro le costole, ma la mente si rilassa piano piano. Elaboro strategie, progetti, programmi. Mi prefiguro i giorni a venire, le settimane, perfino i mesi. Mi soffermo sui dettagli com'è tipico di ogni narratore con tendenze di precisione ossessivo-compulsiva. Mi metto a sedere per accarezzare Lilli: il suo breve mugolare mi fa sentire meno sola e toccarla la rende reale, non frutto delle mie distorte illusioni. E sento che sto per addormentarmi con la brutalità di chi, stremato, precipita nel sonno invece di lasciarsi cullare. Poco male, mi dico. Domani ho un volo che mi aspetta, un'altra scorciatoia volgare in attesa della resa dei conti.

E' già mattino.

 
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view post Posted on 19/1/2018, 17:58     +3   +1   -1
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Que, que natura.

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view post Posted on 11/2/2018, 19:01     +1   +1   -1
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"E come sta...i?"

Una domanda, così piccola e così stupidamente inutile. Frammenti di secondo per realizzare e correggere. Un sospiro silenzioso per evitare che la persona all'altro capo del telefono capisca. E uno stupida! che riecheggia nella mente, mentre vado avanti imperterrita. E lo sono, lo sono davvero.

Sono stupida perché so quanto fragili siano gli equilibri. Li ho creati io stessa nel caos e li ho imposti agli altri. Ho preteso il controllo più assoluto da me; la sincerità emotiva con tutto il suo dolore da chi mi parlava per dirmi quanto stesse male; la delicatezza espressiva per scansare il turbamento; i sorrisi - perfino le risate - per contrastare e riempire il vuoto.

Sono stupida perché, con tutta la mia cazzo di ostentata razionalità, riesco ancora a farmi cogliere impreparata e a pronunciare una domanda che ha solo una risposta. Non sta e basta. Lo so e l'ho visto, perfino quando stava poco, stava per finire e l'esatto momento in cui ha smesso di stare. "Ti prego, ti prego, ti prego, ti prego..."

Sono stupida perché odio l'imperfetto e tutto ciò che ha che vedere col passato. Lo odio perché mi ricorda costantemente quello che non sono riuscita a fare. Mi ero ripromessa di capire e sviscerare finanche a elaborare. Invece, metto in pausa e tolgo il disco non appena il cuore fischia e la mente si inceppa. "Ci provo un'altra volta" ma non ci provo mai.

E sono stupida perché, nonostante tutto, voglio chiedertelo. Anche in questo angolo di nulla che sa di niente e raccoglie pezzi di tutto.

Come stai? E, se stai e dove stai, stammi bene. Ti prego, ti prego, ti prego.
 
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