L'Altro Museo, Quest per Nieve ed Emma

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view post Posted on 10/6/2017, 04:27
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Il Fato

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Coraggiose, eppure non stupide! Un'ammirevole combinazione. Le due giovani decisero saggiamente di prendere al balzo quell'imprevista (ma certamente apprezzata) opportunità di togliersi dalle scatole del divino imperatore, e già si apprestavano a varcare la soglia Est della Sala quando i mormorii dei bassorilievi mutarono tutto d'un tratto in urla di giubilo e gioia, auguri e acclamazioni, un accalorato coro di "buon viaggio!" e "sconfiggete quel mostro!" a salutare la loro partenza. Probabilmente gli altri abitanti di quella stramba sala, pur non essendo in grado di opporsi al volere del loro dittatore, auspicavano in fondo una missione del genere, a liberarli dal tremendo terrore che attanagliava i loro incavati stomaci in ogni momento della loro esistenza. Ma furono svelte a lasciarsi quei rumori alle spalle, percorrendo rapidamente la piccola anticamera che le divideva dal resto del museo, la loro sorprendentemente silenziosa e rapida guida in testa. Davanti a loro avrebbe dovuto dipanarsi, se la memoria non le ingannava, un'altra delle stanze espositive del Partenone, contenente tra i tanti pezzi due statuarie creature simili a mastini (o forse iene? pantere?) e persino una tentata ricostruzione di una porzione dell'antico tempio, circondata da panchine lignee sulle quali forse avevano avuto anche il piacere di sedersi ad ammirare le bellissime scene di battaglia che intarsiavano la costruzione.
La scena che si trovarono di fronte, tuttavia, era ben diversa: le statue dei cani erano ancora sì presenti, ma giacevano a terra in frantumi, l'una davanti alla porta (dovettero scansarla per arrivare al centro della stanza), l'altra contro un muro alla loro destra; delle altre statue del "museo originale" nemmeno l'ombra, eppure avrebbero forse ricordato alcuni pezzi di esse aggirarsi nella brulicante massa sottostante il trono di Dioniso, e un insolito affollamento tra i bassorilievi del luogo dove erano spuntate. Che qualcosa avesse spinto i marmi di quel luogo a migrare nella stanza precedente, sotto la servitù di Sua Maestà? Persino il monumento a Nereide sembrava esser stato vandalizzato: le due colonne più ad Est erano crollate lasciando che il tetto rovinasse sul resto della struttura, mentre le pietre frontali (che avrebbero dovuto ospitare preziosi altorilievi, ma che erano aihmé spoglie) apparivano percorse da numerosi e profondi solchi sorprendentemente regolari, come se un'enorme gatto dagli artigli d'acciaio avesse deciso di fare di quel luogo il suo affilatoio personale. Le giovani potevano non sapere ancora cosa stesse succedendo in quel Museo, ma era ovvio che qualcosa non andava come doveva andare. Ok, fermiamoci un attimo, risponderò alle vostre domande prima di procedere." Annunciò la minuscola guida quasi sottovoce, guardando ansiosamente alla porta opposta a quella dalla quale erano entrate. Malgrado la sicurezza mostrata in precedenza nei confronti di Dioniso era evidente che nemmeno il piccolo putto era particolarmente entusiasta di trovarsi al di fuori di quella che pareva essere una sorta di 'zona franca'. "Ok, per prima cosa: non posso guidarvi per tutto il tragitto" iniziò, allargando le mani e abbassando il capo come in segno di scuse. "cioé, potrei accompagnarvi, ma non so la strada, non so nemmeno dove dovete andare. Nessuno lo sa. Noi Pezzi, gli abitanti di questo museo, conosciamo solo la profezia, ma dovrà ripetervela Rosetta. E' l'unica che può farlo, si trova un paio di stanze più in là." E indicò a questo punto la stessa porta che prima scrutava con aria preoccupava. In effetti, anche senza avere una vista di falco, era possibile distinguere con chiarezza la teca di vetro che conteneva la stele di Rosetta (ammettendo che fosse ad essa che il Cupido si riferiva), appena oltre un piedistallo mezzo diroccato. Si trattava di una cinquantina di metri a voler esagerare però, perché tutta quell'esitazione? Tutta quella preoccupazione? Sarebbe bastato uno scatto per raggiungerla. "Quindi io vi porto da lei, lei vi dice quello che vi deve dire, e se da lì non avete ancora idea di dove andare possa il Padre Partenone proteggerci. Ma la mappa -" e a questo punto il suo sguardo eternamente freddo, e tuttavia così espressivo, si posò prima su Emma (che aveva posto la domanda) e poi su Nieve, che stringeva l'oggetto della discussione. E se in questo momento una delle due avesse aperto la cartina e scrutata anche solo per un istante, avrebbe immediatamente potuto capire l'intrinseco valore di quel foglio: linee, tracce e segni, persino qualche disegnuccio, tratteggiati in un insolito inchiostro azzurro (forse da una stilografica?) a indicare chissà che cosa. Davvero potevano trarre qualcosa da quell'insensata accozzaglia di scarabocchi? "- sì. La Mappa può aiutarvi. E' una reliquia di diversi anni fa, la portò un Pellemorbida, uno come voi. Ma è..." Ma a quel punto i corpi dei tre si irrigidirono all'improvviso (per quanto potesse irrigidirsi il corpo di una statua) e brividi freddi corsero lungo le schiene delle due ragazzine, davanti al tremendo boato che udirono echeggiare all'interno del museo. Un boato che facesse tremare ogni altro boato, un ruggito recondito, un chiaro memento della loro ancestrale natura di prede. Qualunque cosa o creatura avesse emesso quel suono, si trattava di un predatore, una bestia di inimmaginabile stazza e forza, qualcosa che NON volevano trovarsi davanti agli occhi. Persino Cupido sembrava essere impallidito, e se anche non fosse stato, era chiara dal suo lieve tremore e dall'espressione terrorizzata la gamma di emozioni che gli attraversava il cranio di pietra. "...oh no. E' Lui. Dobbiamo muoverci, non abbiamo un altro secondo da perdere. Preparatevi, e cercate di non attirare l'attenzione per ALCUN motivo." Quando parlò di nuovo, dalla voce del portatore d'Amore era scomparsa ogni traccia di sbruffonaggine. Ansia, fretta, paura erano in compenso perfettamente identificabili nella voce di bambino così straordinariamente matura. Cosa le aspettava aldilà di quella stanza? Quali pericoli avrebbero dovuto affrontare?




Museo3


Molto bene, la mappa è stata aggiornata con la vostra nuova posizione e le informazioni date dalla misteriosa "Cartina del Pellemorbida". O mappa. Ma non volevo fare ripetizione.
Ci sono un paio di X in qua e là, alcune frecce, delle zone del museo sono state scarabocchiate con forza, e un largo cerchio azzurro disegnato attorno a un'ampia area. Apparentemente, lo avete appena sorpassato, avete notato nulla?
N. MOLTO B: i numeri non sono numeri, ma ho evitato di mettere ulteriormente alla prova le mie abilità nel disegno. Al posto dell'uno (1) c'è il disegno di una sorta di trono con un omino stilizzato sopra, al posto del due (2) tanti omini più piccoli con sotto la scritta (appena leggibile) "Homunculi", al posto del tre (3) una "R" molto marcata, al posto del quattro (4) quello che sembra un gatto stilizzato, qualcosa del genere; al posto del cinque (5), una testa squadrata, al posto del sei (6) un GROSSO pallino blu cerchiato più volte, che occupa quasi tutta la sala sottostante, e un altrettanto grosso punto interrogativo.

Dalla tratto potete notare che chiunque abbia pasticciato la cartina non era un gran disegnatore, ma aveva buona grafia.


Scusate infinitamente per il ritardo, era un post impegnativo e ci ho messo più del dovuto a comporre la mappa.
Allora, da qui inizia l'avventura vera e propria, vi consiglio di cominciare a prepararvi. Approfittate di questo post per scambiarvi le ultime info, castare incantesimi che vi aiutino più in là eccetera, perché ne avrete poco tempo/occasione nel futuro prossimo venturo.
Buona fortuna ai vostri pg, buon divertimento a voi!



 
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view post Posted on 18/6/2017, 16:47
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entropia.

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L'addio che gli occupanti della sala ebbero a dare loro fu di gran lunga più accorato di quanto non fosse stata l'accoglienza. Mentre seguivano a passi rapidi Cupido in direzione della meta più prossima, Nieve registrò le urla di giubilo e augurio che gli altorilievi rivolsero loro e, come diretta conseguenza, una morsa d'ansia apparve a stringerle lo stomaco. D'istinto, i polpastrelli premettero con vigore accresciuto sulla superficie consunta della mappa che Dioniso le aveva dato in dono dopo una serie di iniziali e isteriche rimostranze. Se esisteva una cartina appartenuta a qualcuno che aveva tentato l'impresa nel passato ed esisteva una profezia ancora da realizzare, era evidente che la sorte dello sventurato non fosse stata delle più ridenti. In che razza di guaio si erano cacciate, quando avevano ritenuto opportuno aprire una porta che pareva dare nel nulla e che, invece, le aveva fatte finire dritte dritte in un pasticcio di proporzioni difficili da determinare? Con un sospiro, la piccola fece ingresso in una sala che la sua mente ricordava ancora, ma che riconobbe a stento a fronte del mutamento delle circostanze che l'aveva vista protagonista. Bloccata sul posto dalla percezione del pericolo, Nieve rallentò il ritmo a cui procedeva fino a fermarsi del tutto di fronte alla carcassa marmorea di un animale non meglio identificato. Come altri intorno a loro, qualche ora prima lei ed Emma avevano tirato ad indovinarne la specie ma, a differenza dei babbani, si erano lanciate in più ardite supposizioni, forti di categorie di conoscenza che erano precluse a chi non aveva discendenze magiche. Con la bocca schiusa nei tratti dello sgomento, i grandi occhi verdi percorsero la stanza per cogliere lo stato in cui versava il monumento addossato alla parete in fondo, solo per scoprire che perfino quello non era rimasto immune alla furia di chiunque avesse lasciato dietro di sé tutto quello sfacelo. Per la prima volta da che la situazione era sfuggita al loro controllo, Nieve percepì distintamente la fitta della paura che viene con la consapevolezza del pericolo e si maledisse per non aver mostrato maggiore accortezza. Mentre riprendeva a camminare per non rimanere indietro rispetto ai compagni, lanciò un'occhiata densa di preoccupazione ad Emma, nella mente vivo il timore di averla trascinata in un guaio più grande di quanto avessero immaginato. Con un movimento rapido, dunque, alzò il tessuto del vestito per sfilare la bacchetta che teneva saldamente legata alla coscia, l'orecchio proteso per cogliere le parole di Cupido. Non le fu d'aiuto notare quanta esitazione l'avesse montato, ora che Dioniso non era più con loro e le trame di quell'avventura parevano farsi assai più truculente.

«Aspetta,» lo interruppe d'un tratto, come se il cervello avesse cominciato a restituirle parte dell'acume perduto a causa del succedersi degli eventi. «Rosetta come la stele?»

Era assurdo che non ci avesse pensato prima. La mamma di Emma, prima di tornare in Irlanda e in previsione delle settimane in reciproca compagnia che aspettavano le due amiche, si era lanciata in un racconto avvincente circa l'importanza focale rivestita dalla lastra in basalto conservata al museo. Era stata proprio lei a spingerle a farvi una capatina e, non fosse stato per quella maledettissima porta arancione, Nieve avrebbe senz'altro ammesso che le aveva consigliate a dovere. Come aveva potuto mancare di fare un collegamento tanto elementare? Nella sua mente, la Rosetta di cui parlava Cupido era nient'altro che una singnora minuta e di bassa statura con l'espressione arcigna e gli occhi sapienti, i corti capelli grigi e le sopracciglia folte che vengono ad alcuni con la vecchiaia.

«Senti, ma che fine ha fatto quest'altro di cui continuate a parlare tutti quan-»

Mentre la sua voce si sovrapponeva a quella agitata di Cupido fino a sovrastarla - quasi, in cuor suo, Nieve desiderasse azzittirlo un istante per eliminare l'angoscia che ne guidava lo sproloquio -, qualcosa di ancor più tonante si espanse nell'aria per fare altrettanto con lei, mettendola a tacere. Un brivido di puro terrore la colse impreparata, spingendola a guardarsi intorno col panico che richiedeva la situazione e a stringere in una presa ancora più salda l'impugnatura della bacchetta e, insieme, la mappa. Ora, probabilmente per la prima volta, comprendeva le origini dell'isteria di Dioniso e gli augurii dei personaggi degli altorilievi. Una parte di lei ebbe l'impressione di avere perfino avuto risposta alla domanda che non era riuscita a terminare a causa di quell'assordante ruggito, la cui provenienza pareva indeterminabile. Non potevano indugiare ancora a lungo. Avevano bisogno di risposte. Col cuore che batteva forsennatamente in preda all'ansia, Nieve si riscosse dallo stato di torpore in cui la prospettiva della loro funesta sorte l'aveva gettata e sostituì il terrore con la risolutezza.

«Lui chi, Cupido? Di chi o cosa stiamo parlando? L'unica cosa che siamo riusciti a cavarti di bocca è che c'è una profezia, che sarà una certa Rosetta a dircela e che la mappa può aiutarci come no. Ci serve qualcosa, perdio!» Il tono con cui parlò si fece portatore dell'esasperazione cui l'aveva condotta quella strana successione di imprevedibili eventi. Non era arrabbiata con il piccolo putto, in verità: lo era più con se stessa. «Dunque, diamo un'occhiata a questa mappa.»

Con un movimento secco, afferrò un'estremità del foglio e lo aprì dinanzi a sé, allontanando progressivamente le mani tra loro perché l'intera pianta del museo potesse spiegarsi senza troppe difficoltà al suo sguardo. Ad una prima occhiata, Nieve fece una gran fatica a raccapezzarsi, le sopracciglia aggrottate e le labbra tirate sul volto concentrato. Che diavolo volevano significare tutti quei segni e disegnini? Poi, poco a poco, riuscì a dare un senso alle linee guida che lo sconosciuto predecessore aveva lasciato sul pezzo di pergamena e il suo animo parve rasserenarsi col controllo che accompagna la consapevolezza. Adesso, aveva l'impressione di non stare più brancolando nel buio, non totalmente almeno.

«Bene, credo di averci capito qualcosa.» Alzò lo sguardo per cercare Emma, accostandosi a lei affinché potesse seguire il suo ragionamento e chiedendole tacitamente di prendere il margine più vicino della mappa, così da avere una mano libera per renderla partecipe delle conclusioni che aveva tratto. Con la mano destra, servendosi della punta della bacchetta, indicò il punto in cui supponeva si trovassero loro due. «Noi dovremmo essere qui: con un po' di fantasia, direi che si tratta del trono e di Dioniso,» fece e picchiettò debolmente sul foglio, laddove stavano gli schizzi rudimentali cui si riferiva. «Davanti a noi, dove c'è questa R, suppongo che ci stia Rosetta, l'unica a poterci parlare di questa benedetta profezia.» Almeno su quello, poteva dirsi certa. Ma il resto? «Il resto è un'accozzaglia di cose che, per ora, non hanno senso. Homuncoli, una specie di gatto, una testa strana... Non credo che capiremo molto prima di aver sentito la profezia. Tieni un attimo questa mappa.»

Così, dicendo, lasciò il foglio in mano all'amica per togliersi lo zaino di dosso, slacciarne i legacci e cavare con attenzione da esso il mantello della disillusione che aveva portato con sé. Prima di richiudere la borsa, lanciò un rapido sguardo alle fiale che costituivano il suo ultimo contenuto e assaporò quasi con amarezza il pomeriggio di risate che avevano programmato e che non avrebbe mai visto realizzazione. Infine, si riscosse e tornò a sistemare lo zaino dietro di sé, mentre puntava la bacchetta in direzione del mantello.

«Impervius,» pronunciò con fermezza, prima di puntare la bacchetta in direzione di gambe e braccia - stando bene attenta ad evitare qualsiasi contatto tra il corpo e la punta della bacchetta - per rendersi destinataria di un paio di Corpumstreccio. La rigidità che le aveva lasciato addosso il terrore la metteva a disagio, ricordandole costantemente cosa l'attendeva. Non poteva permettersi di vivere nella più acuta tensione per tutta la durata del viaggio: quando fosse giunto il momento dell'azione, altrimenti, il fisico l'avrebbe tradita. «Teniamo questo a portata di mano, poi andiamo avanti e vada come vada.»

Non era così tranquilla nei tratti di fatalismo di cui si era resa annunciatrice, ma sapeva che, se solo avesse indugiato ancora, il coraggio le sarebbe venuto totalmente meno.



›Punti Salute: 113
›Punti Corpo: 68
›Punti Mana: 66
›Punti Esperienza: 5.5

›Bacchetta
›Mantello della Disillusione
›Fiala di Decotto Dittamo
›Fiala di Filtro d'Amore Tumistreghi
›Bottiglietta d'acqua, spiccioli babbani, un paio di galeoni, ventaglio della mamma di Grimilde
›Mappa del Pellemorbida
 
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view post Posted on 31/7/2017, 16:43
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Il Fato

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A causa dell'assenza di Emma, la Quest viene sospesa fino a data destinarsi. Nieve, sei libera di procedere in altre quest o duelli fino ad allora.
 
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view post Posted on 3/7/2018, 23:03
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Il Fato

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Per espressa volontà delle partecipanti, la quest è annullata e verrà chiusa.


 
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18 replies since 3/5/2017, 20:48   471 views
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