Coraggiose, eppure non stupide! Un'ammirevole combinazione. Le due giovani decisero saggiamente di prendere al balzo quell'imprevista (ma certamente apprezzata) opportunità di togliersi dalle scatole del divino imperatore, e già si apprestavano a varcare la soglia Est della Sala quando i mormorii dei bassorilievi mutarono tutto d'un tratto in
urla di giubilo e gioia, auguri e acclamazioni, un accalorato coro di
"buon viaggio!" e
"sconfiggete quel mostro!" a salutare la loro partenza. Probabilmente gli altri abitanti di quella stramba sala, pur non essendo in grado di opporsi al volere del loro dittatore, auspicavano in fondo una missione del genere, a liberarli dal tremendo terrore che attanagliava i loro incavati stomaci in ogni momento della loro esistenza. Ma furono svelte a lasciarsi quei rumori alle spalle, percorrendo rapidamente la piccola anticamera che le divideva dal resto del museo, la loro sorprendentemente silenziosa e rapida guida in testa. Davanti a loro avrebbe dovuto dipanarsi, se la memoria non le ingannava, un'altra delle stanze espositive del Partenone, contenente tra i tanti pezzi due statuarie creature simili a mastini (o forse iene? pantere?) e persino una tentata ricostruzione di una porzione dell'antico tempio, circondata da panchine lignee sulle quali forse avevano avuto anche il piacere di sedersi ad ammirare le bellissime scene di battaglia che intarsiavano la costruzione.
La scena che si trovarono di fronte, tuttavia, era ben diversa: le statue dei cani erano ancora sì presenti, ma giacevano a terra in frantumi, l'una davanti alla porta (dovettero scansarla per arrivare al centro della stanza), l'altra contro un muro alla loro destra; delle altre statue del "museo originale" nemmeno l'ombra, eppure avrebbero forse ricordato alcuni pezzi di esse aggirarsi nella brulicante massa sottostante il trono di Dioniso, e un insolito affollamento tra i bassorilievi del luogo dove erano spuntate. Che qualcosa avesse spinto i marmi di quel luogo a migrare nella stanza precedente, sotto la servitù di Sua Maestà? Persino il monumento a Nereide sembrava esser stato vandalizzato: le due colonne più ad Est erano crollate lasciando che il tetto rovinasse sul resto della struttura, mentre le pietre frontali (che avrebbero dovuto ospitare preziosi altorilievi, ma che erano aihmé spoglie) apparivano percorse da numerosi e profondi solchi sorprendentemente regolari, come se un'enorme gatto dagli artigli d'acciaio avesse deciso di fare di quel luogo il suo affilatoio personale. Le giovani potevano non sapere ancora cosa stesse succedendo in quel Museo, ma era ovvio che qualcosa non andava come doveva andare.
Ok, fermiamoci un attimo, risponderò alle vostre domande prima di procedere." Annunciò la minuscola guida quasi sottovoce, guardando ansiosamente alla porta opposta a quella dalla quale erano entrate. Malgrado la sicurezza mostrata in precedenza nei confronti di Dioniso era evidente che nemmeno il piccolo putto era particolarmente entusiasta di trovarsi al di fuori di quella che pareva essere una sorta di 'zona franca'.
"Ok, per prima cosa: non posso guidarvi per tutto il tragitto" iniziò, allargando le mani e abbassando il capo come in segno di scuse.
"cioé, potrei accompagnarvi, ma non so la strada, non so nemmeno dove dovete andare. Nessuno lo sa. Noi Pezzi, gli abitanti di questo museo, conosciamo solo la profezia, ma dovrà ripetervela Rosetta. E' l'unica che può farlo, si trova un paio di stanze più in là." E indicò a questo punto la stessa porta che prima scrutava con aria preoccupava. In effetti, anche senza avere una vista di falco, era possibile distinguere con chiarezza la teca di vetro che conteneva la stele di Rosetta (ammettendo che fosse ad essa che il Cupido si riferiva), appena oltre un piedistallo mezzo diroccato. Si trattava di una cinquantina di metri a voler esagerare però, perché tutta quell'esitazione? Tutta quella preoccupazione? Sarebbe bastato uno scatto per raggiungerla.
"Quindi io vi porto da lei, lei vi dice quello che vi deve dire, e se da lì non avete ancora idea di dove andare possa il Padre Partenone proteggerci. Ma la mappa -" e a questo punto il suo sguardo eternamente freddo, e tuttavia così espressivo, si posò prima su Emma (che aveva posto la domanda) e poi su Nieve, che stringeva l'oggetto della discussione. E se in questo momento una delle due avesse aperto la cartina e scrutata anche solo per un istante, avrebbe immediatamente potuto capire l'intrinseco valore di quel foglio: linee, tracce e segni, persino qualche disegnuccio, tratteggiati in un insolito inchiostro azzurro (forse da una stilografica?) a indicare chissà che cosa. Davvero potevano trarre qualcosa da quell'insensata accozzaglia di scarabocchi?
"- sì. La Mappa può aiutarvi. E' una reliquia di diversi anni fa, la portò un Pellemorbida, uno come voi. Ma è..." Ma a quel punto i corpi dei tre si irrigidirono all'improvviso (per quanto potesse irrigidirsi il corpo di una statua) e brividi freddi corsero lungo le schiene delle due ragazzine, davanti al tremendo boato che udirono echeggiare all'interno del museo. Un boato che facesse tremare ogni altro boato, un ruggito recondito, un chiaro memento della loro ancestrale natura di prede. Qualunque cosa o creatura avesse emesso quel suono, si trattava di un predatore, una bestia di inimmaginabile stazza e forza, qualcosa che NON volevano trovarsi davanti agli occhi. Persino Cupido sembrava essere impallidito, e se anche non fosse stato, era chiara dal suo lieve tremore e dall'espressione terrorizzata la gamma di emozioni che gli attraversava il cranio di pietra.
"...oh no. E' Lui. Dobbiamo muoverci, non abbiamo un altro secondo da perdere. Preparatevi, e cercate di non attirare l'attenzione per ALCUN motivo." Quando parlò di nuovo, dalla voce del portatore d'Amore era scomparsa ogni traccia di sbruffonaggine. Ansia, fretta, paura erano in compenso perfettamente identificabili nella voce di bambino così straordinariamente matura. Cosa le aspettava aldilà di quella stanza? Quali pericoli avrebbero dovuto affrontare?
Molto bene, la mappa è stata aggiornata con la vostra nuova posizione e le informazioni date dalla misteriosa "Cartina del Pellemorbida". O mappa. Ma non volevo fare ripetizione.
Ci sono un paio di X in qua e là, alcune frecce, delle zone del museo sono state scarabocchiate con forza, e un largo cerchio azzurro disegnato attorno a un'ampia area. Apparentemente, lo avete appena sorpassato, avete notato nulla?
N. MOLTO B: i numeri non sono numeri, ma ho evitato di mettere ulteriormente alla prova le mie abilità nel disegno. Al posto dell'uno (1) c'è il disegno di una sorta di trono con un omino stilizzato sopra, al posto del due (2) tanti omini più piccoli con sotto la scritta (appena leggibile) "Homunculi", al posto del tre (3) una "R" molto marcata, al posto del quattro (4) quello che sembra un gatto stilizzato, qualcosa del genere; al posto del cinque (5), una testa squadrata, al posto del sei (6) un GROSSO pallino blu cerchiato più volte, che occupa quasi tutta la sala sottostante, e un altrettanto grosso punto interrogativo.
Dalla tratto potete notare che chiunque abbia pasticciato la cartina non era un gran disegnatore, ma aveva buona grafia. Scusate infinitamente per il ritardo, era un post impegnativo e ci ho messo più del dovuto a comporre la mappa.
Allora, da qui inizia l'avventura vera e propria, vi consiglio di cominciare a prepararvi. Approfittate di questo post per scambiarvi le ultime info, castare incantesimi che vi aiutino più in là eccetera, perché ne avrete poco tempo/occasione nel futuro prossimo venturo.
Buona fortuna ai vostri pg, buon divertimento a voi!