all'ombra di un tasso

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view post Posted on 12/10/2017, 15:53
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LA MANGIAMORTE

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Le mutande bianche con unicorni non erano certamente qualcosa che poteva conturbare la mente di un uomo, erano alquanto banali e forse stavano a significare che da qualche parte, nella più schietta intimità, Rowena Abyss credeva ad un mondo con pentole colme di monete d’oro alla fine dell’arcobaleno, omini in pasta di zenzero e unicorni. O forse no, Rowena quella parte non l’aveva mai avuta, forse era semplicemente una donna matura con un bizzarro senso nel vestire, una cosa in cui certamente non era cambiata. Non era cambiata nemmeno la sua sete di vendetta, la voglia di rivalsa e di essere temibile come lo era sempre stata. Era cambiata però nei modi, le parole che una volta vomitava in preda agli istinti ora erano decisamente più ponderate e accarezzate da una punta di sarcasmo, aveva conosciuto la disciplina, la gelosia e anche l’amore che l’aveva travolta, sollevata da terra e fatta ricadere, schiacciandola infine sotto il proprio peso facendola esplodere in un milione di piccoli pezzi, portandola alla decisione che l’amore era una cosa per gli stolti, o almeno convincendosi del fatto che fosse proprio cosí.

Lasciò le sue mani avvolgessero le proprie cosce, avvertendo anche che c’era altro che si muoveva. Sensazioni piacevoli, gustava il fatto di essere desiderata, di stimolare i più bassi istinti di un uomo, nemmeno fosse una veela.

-Calma gli ormoni Tristan, hai bisogno di ossigenare quel cervello bacato più spesso degli altri…-

Disse divertita, prendendosi la libertà di spingere leggermente con l’indice in mezzo alla fronte di lui, come a ricordargli che aveva qualcosa dentro la scatola cranica. Un gesto che si poteva considerare persino affettivo.

-Dottore…fare il dottore è soltanto un mestiere che la scienza non puoi regalarla alla gente se non vuoi ammalarti dell’identico male, se non vuoi che il sistema ti pigli per fame…-

intonò brevi parole di una canzone aggiungendo un

-Spero che la paghino abbastanza signor Dottore per offrirmi da bere…-

disse inclinado il volto di lato, serrando leggermente lo sguardo

-Ma pensa un po’, anch’io desideravo da tanto un momento come questo…cavalcarti verso l’orizzonte…GHIDAP MORELLO!-

Un movimento di bacino, di schiena che si inarca e si contorce sul posto, le cosce che si stringono ai fianchi di lui, il braccio sinistro che si solleva e si agita, come se avesse un lazzo tra le mani per poi infine ridere di gusto, puntellare i piedi sul terreno e sollevarsi, il riso ancora tra le labbra.
 
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Tristan von Kraus
view post Posted on 31/10/2017, 12:32




Nonostante la testa più marcia che bacata, l'alcol che ancora gli scorreva in corpo ed una posizione che purtroppo non gli dava la possibilità di esprimere al massimo le sue abilità di gentiluomo, Tristan dovette arrendersi all'evidenza: ritrovare Rowena Abyss in circostanze tanto particolari lo faceva sorridere e non per una sorta di tic nervoso ed incontrollato, ma perché c'era una base di sollievo nonostante tutto, nell'aver ritrovato un essere umano che per tutta la sua infanzia gli era stato vicino con sincero attaccamento.
Avrebbe potuto sprecare ricordi su ricordi se solo ne fosse stato in grado, ma l'addolcirsi delle rughe del volto poteva rappresentare un segno più che chiaro della rilassatezza del Medimago che automaticamente sollevò nuovamente le mani, staccandole lentamente dal liscio contatto della pelle di Miss Abyss, fino ad una mezza altezza in segno di resa, sebbene una mancanza di voglia le fece cascare rapidamente sul contatto fresco dell'erba e del terriccio su cui era steso ormai da un po' di tempo.
Dopo un colpetto di tosse che il von Kraus tenne bene a mente di sputacchiare altrove dalla figura di Rowena, girò nuovamente il viso verso la donna, sospirando:
-Diciamo che con quello che mi pagano, posso richiedere gli arachidi vomitati dall'elfo, al Testa di Porco.-
Sorrise, naturalmente avrebbe potuto comprare più che qualche stupida nocciolina; anzi, quasi farsi costruire un castello fatto interamente di arachidi e nocciole.
Lasciò che Rowena Abyss lo cavalcasse per bene prima di poter posare gli occhi nuovamente sugli unicorni delle sue mutandine e sentire il ventre libero dal 'peso' non significativo della donna; era arrivato il momento di provare a rimettersi in piedi, prima di cominciare a vomitare fino all'ultimo goccio di Ogden che gli era rimasto in corpo. Così, una volta che poté ritenersi libero dalla morsa di Rowena, piantò le mani per terra aiutandosi dapprima a rotolare lentamente da un lato, non riuscendo nemmeno a staccare la testa dal terreno, sporcandosi totalmente di terriccio.
Fece nuovamente leva sulle mani e poi a seguire sulle gambe per cercare di sollevarsi lentamente, la testa che naturalmente non riusciva a rimanere su e i muscoli che tremavano a causa di un equilibrio non esattamente perfetto. Ci volle qualche secondo prima che Tristan von Kraus riuscisse nell'impresa di rimettersi completamente in piedi, sebbene non appena ebbe messo la testa dritta, questa cominciò a girargli come se fosse all'interno di una centrifuga, facendosi che per non cascare nuovamente a terra, il Medimago dovesse appoggiarsi al tronco dell'enorme tasso, appoggiando la fronte su di questo.
Cominciò a ridere anche lui, forse in un effetto di scoppio ritardato per il buffo atteggiamento avuto poco prima da Rowena che probabilmente si era rivista in un cavaliere medievale di chissà quale epoca; impossibile arrivare a pensare che la stessa potesse emulare gli atteggiamenti babbani.
Ad ogni modo era troppo preso dal cercare di non cadere per interessarsi a questioni di razza e sangue che inevitabilmente lo avrebbero distratto dal cercare di trovare un equilibrio in quel giro tondo mentale, fatto di ubriachezza, devasto mentale e chissà cos'altro.
Dopo che le risate di Tristan andarono a scemare in una sorta di verso sofferente, con la faccia ancora attaccata al grosso albero, riaprì leggermente gli occhi, respirando velocemente e forte:
-I miei quattrini sono a sua completa disposizione Miss Abyss, per quante bevute dovesse desiderare. Tuttavia devo avvertirla sui rischi di farlo con me: ci vado pesante.-
Nemmeno finì di parlare, che cominciò a ridere di nuovo.
 
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view post Posted on 6/11/2017, 21:00
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LA MANGIAMORTE

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Dopo essersi sollevata trotterello in direzione della propria sacca, afferrandola con un gesto plateale, chinando solo la schiena in avanti e lasciando che la gonna della tunica salisse pericolosamente lungo le proprie gambe, per poi, una volta indossata a tracolla tornare sui propri passi, osservando i goffi tentativi di lui di sollevarsi. Le sarebbe piaciuto davvero legarlo come un salame fino al mattino successivo, ma con il clima inglese e l’alcol in corpo, avrebbe rischiato l’assideramento e non poteva rischiare di perdere subito quell’amico ritrovato. Se ne stava quindi con le mani strette a pugno sui fianchi, le gambe leggermente divaricate, un sorriso terribile sul volto e in testa, una miriade di ricordi avviluppati in arazzi verdi argento: ogni angolo del castello era il suo parco giochi ma era solo nelle mura della casa comune che i freni inibitori cadevano senza ritegno. Ricordi piacevoli, che muovevano impulsi quanto mai animali, fu forse per questo che affollò lo spazio della scatola cranica di domande che gli voleva porre ma che non si sarebbe mai azzardata a fare, dopotutto nel loro rapporto non vi erano mai stati quesiti assurdi e malinconici pensieri, era tutto azione e vita, e un incredule complicità. Poi era troppo sbronzo per darle risposte sensate

-Urgh, non proprio un primo piatto degno di un Von Kraus…-

scosse il capo con una faccia quasi di disprezzo per accompagnare il commento appena affatto, avanzando, una volta che lui si fosse messo in piedi in direzione del suo medesimo albero. Le mani andarono a congiungersi dietro la schiena, la spalla destra e la testa, ad appoggiarsi al tronco, osservando nei riverberi di una prima luna che era orami sorta, il di lui volto diafano contorto in quella risata che era eco di tante altre, sorridendo di rimando a quel modo di fare.
La presa delle mani venne poi sciolta, la sinistra allungata verso di lui, verso la camicia sbottonata cercando di pulirlo dal terriccio in eccesso nel quale si era rotolato, intravedendo probabilmente l’ombra di un qualche tatuaggio, tirando poi con delicatezza un lembo della blusa bianco scura.

-E quando mai ci siamo andati leggeri?-

ridacchio anche lei, avrebbe bevuto in ottima compagnia quella sera ma prima di tutto, voleva altro. Cosi tirò nuovamente un lembo della sua camicia, voleva la sua attenzione, aggrottando le sopracciglia e compiendo una lieve torsione del bacino, usando l’albero come perno, nel tentativo di dargli una leggera spallata con il lato sinistro del proprio corpo

-Comunque non mi hai ancora salutato come si deve…-

borbottò, con fare corrucciato, gli occhi nocciola piantati sul volto di lui, accarezzando con il dorso della mano sinistra i lembi di pelle che la camicia sbottonata donava all’aria aperta.
 
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Tristan von Kraus
view post Posted on 7/12/2017, 20:10




In giovane età, Rowena Abyss era una strega tra le più abili della sua età, nonché una ragazzina sveglia e spigliata: Tristan avrebbe potuto dire di lei che la natura l'aveva premiata sotto più punti di vista. Dal fascino estetico al cervello arguto; ma sopratutto le era stata donata la possibilità di ottenere quello che voleva.
In effetti il concetto era più che mai astratto. In linea generale, Tristan aveva conosciuto anche donne che avevano fatto del proprio corpo non una forma ma un'arma, a volte senza nemmeno doverlo usare e riuscendo tuttavia nei loro intenti. Ecco, se un astrazione come quella avrebbe potuto prendere forma, sarebbe stato in quella circostanza.
Il solo modo di parlare e pronunciare frasi di quella donna era qualcosa di più forte di un Imperio ben castato: sebbene Tristan non era la perfetta vittima per quel genere di tentazioni, riusciva comunque a intuire che Rowena non avrebbe sfiorato nessuno, ne tanto meno gli avrebbe rivolto la parola, se all'interno di quel suo animo marcio almeno quanto quello del Medimago, non vi fosse un reale interesse o qualche cosa da guadagnarci.
Per lo meno, quella era la prima deduzione che l'uomo dovette fare su di lei. Tuttavia, non si vedevano da tanto ed il tempo poteva cambiare chiunque.
Affannato e completamente sfatto, rimase fermo contro il tronco del tasso per recuperare l'ossigeno perduto nelle malsane ed inutili risate che esternava senza nessun senso, recuperando nell'oscurità della sera, lo sguardo di Rowena Abyss e le sue labbra contorte in una smorfia che ricordava fin troppo bene.
Quelle labbra dannate...
Un po' per voglia ed un po' per causa di forza maggiore, Tristan la lasciò giocherellare con la camicia rabbrividendo visibilmente nella zona che fu toccata dalle mani di Rowena. Lo sguardo di lui basso e mezzo svenuto per colpa dell'alcol, rimase tiepido, con l'unica differenza che un sorriso ammiccante gli contorse nuovamente le labbra cremisi.
-Io ci sono sempre andato leggero. Ero un ragazzino timido, non ricordate forse, Miss Abyss?-
Ironia, l'unica cosa che nel suo stato mentale gli riusciva meglio. No, lui non era mai stato timido; semmai ignorava volutamente il resto del suo circondario e provava astio per tutto ciò che non lo deliziava di giorno in giorno.
Tutto, fuorché una fanciullesca timidezza caratteristica di quegli anni.
Sospirò, tirandosi su e stendendo la schiena al meglio che poteva contro il tronco dell'albero in modo che Rowena potesse giocherellare comodamente come e dove voleva, continuando quell'opera di corruzione mentale a cui Tristan decise di abboccare. Così, le mani di lui si mossero non appena l'ebbe più vicina e si portarono rispettivamente sul fondoschiena e sulla nuca di lei, tentando delicatamente di portarla verso di se per avere nuovamente le sue curve addosso.
-Lei mi perdonerà di certo. Ma in questo momento, non sarei capace nemmeno di salutare me stesso...-
Una piccola pausa, prima di ricominciare con tono più basso:
-...e se non mi perdona, le do il permesso di punirmi come più ritiene giusto.-
Sollevo il mento, in modo da poterla guardare più dall'alto, socchiudendo le palpebre ed abbassando lo sguardo su di lei.
 
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view post Posted on 11/12/2017, 21:30
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LA MANGIAMORTE

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Il tempo poteva cambiare tantissime cose ma c’erano quei piccoli particolari che portavano alle scelte della vita che non sarebbero mai cambiate e Rowena, oggi come allora, prendeva e mollava cose e persone come se fossero oggetti privi di valore, non per il fatto che non riuscisse a dare il giusto peso a quello che la circondava, era perché o il destino beffardo gliele strappava dalle mani o perché, stanca di giocarci, li abbandonava.
Eppure c’erano certi tipi di gioco che non l’avrebbero stancata mai. Ritrovare in quel posto un Tristan ebbro di chissà cosa era come aprire un vecchio baule tenuto chiuso troppo a lungo, riprendere in mano un oggetto tanto adorato e conosciuto ma che indossava una nuova veste.
Lo vide appoggiarsi al tronco, annaspare in quella nuova sera che era oramai li presente e faceva da loro spettatrice, lasciando la mano sul suo sterno e osservando quel viso stanco e sfatto: era bello, lei lo trovava bello con i capelli sconvolti, la pelle chiara dii quel viso provato e la sua dannazione era per Rowena qualcosa d’irresistibile.

-Cosa vorresti dire Von Kraus, che sono stata io a toglierti quell’innocenza?-

staccò la mano da lui, assumendo un’espressione corrucciata, il tono di voce risentito come se si fosse realmente offesa, per poi agitare il capo in un cenno di diniego

-Eppure io ho ben altre memorie…Ouf!-

Si lasciò andare in uno sbuffo quando lui la rapisce tra le proprie braccia, vorrebbe infatti dire altro ma non ci riesce, le mani ampie la tirano a se, le dita s’insinuano tra i capelli corvini stringendo il suo collo, avverte i polpastrelli toccare la stoffa dell’abito con il solo scopo di farsi sentire sul proprio fondoschiena. Sospira, lasciandolo fare, socchiudendo gli occhi e abbozzando un sorriso, sollevando le mani ad altezza delle di lui spalle per poi abbassare in amorevoli carezze

-Mhm…male molto male-

ambo le mani erano sul suo sterno e l’indice percorreva lentamente la strada che portava al suo collo, premendo infine l’unghia sull’osso del mento. Un dolore piccolo, appena percettibile ma che poteva agitare spirito e corpo di Tristan, almeno questo era l’intento della mangiamorte, per poi sollevarsi e arrivare vicino a quelle labbra dannate tanto quanto basta per tentare un bacio che eviterà di dare, reclinando appena la testa di lato, ritrovandosi a sussurrare poche parole

-La mia punizione potrebbe essere dolorosa quanto piacevole Tristan…-

si appoggiò di più a lui, spingendo le spalle in avanti in modo da fargli sentire le proprie forme addosso.
 
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Tristan von Kraus
view post Posted on 12/12/2017, 13:51




Per tutti i sensibili che potrebbero sentirsi colpiti nella lettura di questo post: probabilmente ci sono andato pesante in alcuni punti. Quindi per favore, se provate ribrezzo o siete facilmente turbabili da argomenti che vengono descritti e scritti da una persona maggiorenne e diretti ad una persona maggiorenne, non leggete il post, grazie.


...No, Tristan von Kraus non era mai stato un ragazzino innocente. Ma Rowena Abyss aveva contribuito ad scombussolare i suoi ormoni per tutta la sua adolescenza, rendendolo di sicuro molto meno innocente e sicuramente più monello della maggior parte dei ragazzini in età di maturazione sessuale e fisica.
Lei era bella. Oscura, intelligente ed inarrivabile.
Lei era semplicemente un tormento. Un tormento che in quel momento Tristan dovette soffocare con una morsa relativamente forte all'interno della propria bocca.
Ormai si sentiva più stonato che lucido: tra l'ubriachezza, il catafascio che aveva già di suo e le provocazioni fisiche di Rowena, avrebbe dato volentieri una testa al tronco di quel tasso.
Eppure semplicemente, decise di godersi quella compagna ritrovata. O meglio, il corpo della sua compagna ritrovata.
La tenne a se con fermezza, lasciando scivolare la mano sinistra dall'incavo lombare di Rowena fino alla sua natica sinistra, ben delineata dalla leggera veste che portava e dal rilievo della sua biancheria che i polpastrelli potevano ben distinguere.
Sorrise mentre con la mano destra, la teneva ferma sulla nuca, senza far pressioni ma semplicemente guidando la sua testa nei movimenti che naturalmente stava già facendo da sola, avvicinandosi per esempio quel tanto che bastava per sentire il respiro di lei sulla pelle glabra del volto e contemporaneamente godendosi il tocco di lei sul collo, sul volto e sul torso.
Per un'azione puramente meccanica del suo corpo, i brividi si moltiplicarono, finché Tristan non ebbe un tremito che lo riportò in un secondo a riaprire gli occhi sulla scena; quasi non aveva sentito le parole di Rowena, così si limito a dire la prima cosa che gli venne in mente con tono basso -quasi fosse un sibilo- e le labbra che si tagliavano ancora una volta in un sorriso, vicine all'orecchio sinistro di lei.
-Sto per strapparle questo vestito di dosso e prenderla a morsi finché non avrò abbastanza carne e sangue tra le mie labbra da saziarmi. E le assicuro che con lei non mi sazierei subito.-
Una minaccia? No, qualcosa che avrebbe potuto rasentare un avvertimento a non inoltrarsi troppo in quel campo minato. Perché la massima aspirazione sessuale di Tristan era diventata farlo in una vasca di sangue caldo con il corpo nudo di Rowena addosso ed una qualunque porzione del suo corpo tra i denti del Medimago.
Rimase ancora per qualche secondo attaccato alla sua interlocutrice, eccitato dallo sfregare delle sue forme contro quelle della donna:
-Io sono nato per le punizioni. Per punire ed essere punito...magari può deciderei lei in che cosa sono più portato.-
Una piccola risata, cominciando un moto circolare della mano sinistra sulla natica di Rowena, allargando totalmente le dita per far si che l'unica parte ad avere contatto fosse il palmo della mano.
L'odore dei suoi capelli era inebriante, una percezione olfattiva che teneva ormai Tristan con le labbra ad un paio di millimetri di distanza dall'orecchio di Rowena, soltanto per continuare a sentire quel buon profumo: odore di donna, odore di malizia, odore di pericolo.
Chiuse gli occhi, appoggiando e la guancia sulla spalla e voltando il viso in direzione del suo collo, riaprendo di tanto in tanto gli occhi per scrutarlo e poi richiudendoli e riaprendoli da qualche altra parte del corpo che quell'angolazione gli permetteva di vedere.
-Temo proprio che non avrò la forza di muovermi da qui, Miss Abyss.-
 
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view post Posted on 10/1/2018, 00:16
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LA MANGIAMORTE

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La presa dell’uomo, quel sorriso velenoso, il soffio alcolico del suo respiro era qualcosa di orribile e probabilmente tante altre donne si sarebbero sottratte a quella presa e a quelle parole ma come ben giá detto lungamente prima, Rowena non era una donna comune: aveva smembrato cadaveri, mozzate teste, camminato scalza in pozze di sangue, godendosi il flusso caldo, osservando i rivoli del fiotto rosso colorarle la pelle chiara. Per questo rimaneva, qualcosa di macabro e storto che giaceva all’interno della donna spronava per uscire, ad assecondare quello che sarebbe stato un ottimo amante per la notte. La mano destra che prima aveva percorso lo sterno di lui fino a toccare il mento con l’indice si allungò, accarezzando quel collo e perdendo le dita tra i capelli uniti e privi di compostezza mentre la sinistra, andò a cercare il tronco dell’albero che li riparava da occhi indiscreti, cercando di aggrapparsi con i polpastrelli per fare aderire quanto più il proprio corpo a quello di lui, ritrovandosi a sorridere maliziosa, prima di affondare il viso all’incavo del di lui collo e lasciare che la propria lingua lo marcasse, pulendolo dal sudore e dalla polvere risalendo lungo il viso, inebriandosi del profumo conosciuto e nocivo dell’uomo. Lui era una piccola maledizione, un qualcosa che conosceva e che a suo modo amava e con il quale quella sera avrebbe giocato a lungo.

-Non aspetto altro Tristan…-

La mano sinistra tornò sulla sua camicia, cercando nuovamente i bottoni di essa, ritrovandosi poi a tirare la stoffa con il solo intento di liberare la pelle e portarla a contatto con il proprio palmo, era in cerca di anfratti, di luoghi che in quel momento sentiva il momento di esplorare e il palmo, i polpastrelli, andarono a sfiorare la pelle di lui, godendosi il corpo di Tristan finalmente maturo.
Sollevò il viso, in cerca del suo ritrovandosi a sussurrare rapidamente un

-Atti osceni in luogo pubblico…-

prima di allungare il viso in sua direzione e premere le proprie labbra contro le sue, la destra che si aggrappava ai capelli verdi dell'uomo. Era un bacio privo d’amore quello ma pieno di passione e d’impazienza e ad ogni movimento di quelle labbra vermiglie, ad ogni sussulto del proprio corpo mostrava all’altro la voglia di farlo suo, di prenderlo li in quel momento, di dare la possibilità a quelle unghie di affondare nella propria carne, di liberare i morsi della fame sul suo corpo. In quel bacio, tumultuoso come la notte dei tempi, che riusciva però a trasmettere tutto il proprio desiderio la sinistra scendendo oltre il lembo della camicia cercava qualcosa che non fosse mera e morbida pelle.


Edited by Rowena Abyss - 10/1/2018, 21:12
 
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Tristan von Kraus
view post Posted on 14/2/2018, 22:01




Il viso di Miss Abyss che affondava nel suo collo, gli provocò un tremito che gli eccitò tutti i muscoli del basso ventre facendolo significativamente rabbrividire.
Ci furono attimi in cui Tristan von Kraus si lasciò trasportare da quelle sensazioni secondarie, per nulla ricercate nello sfogo passionale e di cui la maggior parte degli esseri umani necessitava per una serie di fattori: naturali, istintivi e di puro consenso.
Quella predominante parte razionale del suo essere gli portò perfino a coscienza di quanto fosse piacevole essere avvolto dal calore del desiderio e da quello di un altro corpo, sopratutto se questi era di Rowena Abyss.
Stavano evidentemente giocando, seppur con un approccio più morboso che sicuramente romantico; un intervallarsi di desiderio e divertimento.
Le mani di Tristan non si mosserò granché, poiché Miss Abyss si mosse maledettamente bene ed impedendogli sopratutto di dover fare a sua volta qualcosa per cercare un contatto maledetto tra le parti; era sicuro che se l'avesse presa lì, non avrebbe dimenticato facilmente quell'atto perché Rowena si stava facendo desiderare soltanto con pochi gesti e tocchi perlopiù ripetuti al tronco di Tristan. Figurarsi cosa ne sarebbe uscito fuori in un ambiente intimo e privo di possibili occhi turbabili.
Non dava molto peso alle regole ed alla moralità, tuttavia c'era comunque da considerare che in quello stato di ubriachezza molesta molto probabilmente avrebbe finito per addormentarsi non appena a contatto con una superficie più comoda di un manto erboso o di un tronco d'albero; per non parlare delle prestazioni in se per se che sicuramente sarebbero state fin troppo deludenti...ed in quello stato era sicuramente aumentare il desiderio che sgonfiarlo in un misero precipitarsi di emozioni.
Emise qualche gemito di piacere tra un tocco e l'altro, poi afferrò i polsi di Rowena con un'insolita fermezza, naturalmente dopo essersi goduto per un tempo sufficiente le sue labbra, portate inaspettatamente sulle sue.
Portò le mani di Rowena ad altezza del suo collo e dopo averle squadrate per qualche attimo come se fossero un metallo prezioso con cui non si ha dimestichezza, se le portò sulle guance, nascondendo il viso con un insolito colorito rossiccio sulle guance e gli occhi lucidi, rapiti dal fremito dell'ecitazione e dall'alcol.
-Se non faccio immediatamente qualcosa , mia adorata Miss Abyss, mi troverò costretto a rispondere di reati ben più gravi degli atti osceni in luogo pubblico.-
Mormorò, ancora nascosto tra le mani della donna. Avevano un buon odore; un odore che non sentiva da tanto. Quello di donna e morte.
-Non si sente importante Miss Abyss? Distruggere la mia carriera per colpa sua. Soltanto un Dio ha questo potere su un essere umano.-
La voce era bassa e rognosa, quasi per certi versi infastidita dall'enorme potere mentale che la donna stava esercitando sulla sua testa. Eppure la stava lusingando volutamente.
Tuttavia non aveva fatto altro che essere sincero e la permanenza in quel luogo poteva soltanto sconfinare nel più trasgressivo ed oltraggioso affronto alle regole morali e civili.
Gli occhi poi si spalancarono leggermente dietro alle dita affusolate di lei.
-Non qui.-
Si affrettò a dire ancora con tono malizioso e perso in chissa' quale vicolo della sua testa.
-Non mi priverei della sua compagnia Miss Abyss. E si, è un invito a seguirmi. Al San Mungo. Badi bene a cosa risponde, perchè le possibilità che io accetti un no sono veramente scarse.-
E sopratutto, avrebbe significato passare un bel po' di ore all'aria aperta senza indumenti.
 
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view post Posted on 25/2/2018, 17:22
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LA MANGIAMORTE

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Sapeva cosa piaceva a Tristan, conosceva i suoi punti deboli ma il suo corpo era cambiato, diventato più maturo e l’odore che ora l’uomo si trascinava dietro, così maschile e violento era qualcosa che inebriava i sensi di Rowena più di molte parole e gesti perciò, mentre le labbra si muovevano contro le sue in brevi e pizzicanti baci, respirava a fondo lasciando che il sentore e la sua presenza sovrastasse il suo io. In quel momento desiderava Tristan con tutta se stessa, era un qualcosa di viscerale, meramente carnale che spingeva la sua figura ad osare sempre più. Per questo si lasciò andare in un mugolio d’assenso quando quella mano trovò ciò che stava cercando e un sorriso, quasi maniacale, scompigliò le labbra tormentate della strega, divertita e compiaciuta davanti ai mugugni a cui Tristan si abbandonava. A lungo avrebbe continuato a tormentarlo, a guidare quella che si professava una notte di pura passione se lui non le avesse afferrato i polsi, portati verso il proprio viso e parlato. Perchè parlare? Perchè continuare ad esprimere a parole quello che i loro corpi già dicevano? Rowena si trovò per un breve attimo a reggere il gioco, sollevando appena la gamba sinistra e tentando di stracciare la propria coscia contro la sua.

-Non hai la minima idea dei miei poteri Tristan…-

un pensiero a quanto avrebbe potuto fargli, alle ferite che avrebbe potuto aprire nella mente e nel corpo del dottore, al suo corpo nudo e segnato che avrebbe probabilmente a lungo straziato. Un desiderio, diverso rispetto a quello che fino a poco prima l’aveva mossa che crebbe con il suo “non qui”, parole che mossero l’intera acidità di donna che fino ad un secondo prima dormiva sopita. Tardiva e quasi inutile fu la breve aggiunta sul seguirlo in un altro luogo, perché il volto della mangiamorte venne travolto dalla stizza che andò a pervadere anche i suoi movimenti: infatti cercò di liberarsi dalla presa salda del mago, sollevando dapprima le braccia e poi abbassandola con foga per scrollarsi di dosso la presenza dell’uomo, tentando di arretrare quanto bastava per inquadrargli bene il volto.

-Non qui?-

Si trovò a ripetere. Suonava tanto come un rifiuto anche se non lo era, sapeva benissimo che non lo era ma si sentiva come se Tristan declinasse le sue attenzione e la bramosia che entrambi i loro corpi esternavano.

-Al san mungo a fare cosa von Kraus? A giocare al dottore?-

il tono di voce era ben lontano da quello lussurioso e soffiato di prima, era divertito e canzonatorio diventando poi di sfida quando si trovò a dire

-Se dicessi no cosa faresti Tristian? Mhm?-

Dannazione a lui, era riuscito con due brevi parole a decidere del suo destino, a ribaltare il gioco del potere che fino a poco prima aveva abilmente intessuto attorno a loro due e a quel luogo. Fu per questo che tentò di appoggiarsi nuovamente contro di lui, trovandosi a muovere la gamba sinistra come poco prima.

-Dai, fammi vedere…-

mormorò infine.
 
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