What’s wrong or right?, Quest - parte II: La pentola

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view post Posted on 29/8/2017, 22:22
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Il Fato

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La bacchetta di Richard era nascosta sotto la maglietta, infilata sul fianco nella cintura, un punto da cui avrebbe potuto recuperarla in un lampo. Sentiva il rassicurante legno contro la pelle e conosceva un paio di incantesimi rapidi che gli avrebbero permesso di distrarre il brutto ceffo tanto bastava per dileguarsi insieme a Memory nel dedalo di vicoli.
L’unico motivo per cui Richard non aveva ancora fatto tutto ciò era che tirare fuori una bacchetta a Nocturn Alley, soprattutto in una situazione simile, significava attirarsi addosso più guai del previsto. Il giovane fece una rapida considerazione dell’ambiente circostante, valutando quanto avrebbe dovuto scattare veloce per seminare il tizio.
E poi c’era la questione Memory: sarebbe riuscita a stargli dietro?

I suoi pensieri furono interrotti dal rumore di starnuto più finto che avesse mai udito. Si voltò di scatto verso la fonte, trovandosi faccia a faccia con lo spettacolo di Memory che fingeva un poderoso raffreddore in una prestazione da Oscar. Gli angoli della bocca di Richard ebbero un sussulto verso l’alto. La ragazzina era più sveglia del previsto.

“Già, deve scusarci. Mia cugina si è presa una brutta allergia. Polvere di pelle di rospo, sa?” Richard attaccò con la sua parlantina, una mano già stretta attorno al polso di Memory. Passò vicino al ceffo, inchinandosi in un inchino esagerato e profondendosi in salamecchi vari su quanto l’uomo dovesse essere comprensivo e su quanto apprezzassero la sua pazienza.
In caso ci sarebbe sempre stata la bacchetta che Richard teneva nascosta.


La fronte dell’uomo si corrugò, come se stesse facendo fatica a mettere in fila due pensieri in croce. “Le persone malate non dovrebbero appestare l’aria,” borbottò, sputando a terra.

“Certo, certo, ha ragione,” continuò Richard. Mise un piede in fallo e per un attimo parve sul punto di cadere. Il braccio libero si allungò, andando ad afferrare il mantello del tizio come sostegno.

“Ma che sbadato!” si scusò, affrettando il passo. Nella mano libera ora stringeva un sacchetto.

 
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view post Posted on 4/10/2017, 10:32
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Istanti. Davvero una questione da una manciata di secondi. Eppure Memory ebbe giusto il coraggio di sbirciare appena.
E si ritrovò a lanciare un’occhiata a Richard. Forse un rassicurante
dai-ok-ci-sono; oppure un sicuro tranquillo-me-la-cavo; o ancora uno spavaldo resisto-alle-provocazioni-io. Beh, almeno con sé stessa poteva ammettere la verità: magari un disperato ti prego-reggimi-il-gioco-è-la-prima-cosa-che-m’è-venuta-in-mente!
Ed eccolo lì. Splendido Richard, appena conosciuto, ma per il momento affidabile. Con la sua travolgente parlantina capace di confondere il tipaccio.
Memory osservò ammirata la scena, mentre continuava a lasciarsi condurre dall’abilità della sua fortunata compagnia. E non solo per modo di dire. Oltre che con la parola, il ragazzo con movimenti precisi già la portava sulla via che l’avrebbe allontanata dal losco figuro.
Nonostante in sé sentisse una genuina gratitudine per il giovane e per tutto quell’aiuto, la ragazzina fu letteralmente catturata dalla reazione dello sfregiato. Era incredibile come la pelle crespa intorno agli occhi potesse tendersi in disparate direzioni al crescere dello stupore, dello sbalordimento e del
non-ho-capito-niente-si-può-sapere-quanto-parli-ragazzo?
Avrebbe anche potuto ridere.

*Si, facciamo magari un’altra volta, in un altro momento e in un altro luogo? Grazie! *- qualcosa in sé riuscì a farla desistere.
O forse fu l’improvviso strattone proveniente dal polso legato a Richard.
Non si fece domande in realtà. Non ne ebbe il tempo in realtà.
Con la mano libera obbedì all’istinto di sorreggere il prima possibile il compagno che senza indagare stava facendo molto più di quanto immaginasse per lei.
Fu sollevata vedendo che la prontezza del giovane gli aveva impedito di cadere davvero. E a entrambi di restare ancora in quel punto della strada e in quella situazione che cominciavano a farle venire i sudori freddi. Guadagnò lo stesso ritmo di Richard e con un lieve sospiro da ok-per-ora-è-andata, riprese a trotterellare al suo fianco. Per via del polso, certo.

*E qualche altro punto di fiducia che s’è guadagnato, direi.*

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view post Posted on 3/11/2017, 20:07
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Inutile rimuginare sul passato, no? Il pericolo era scampato e Richard aveva già messo una notevole distanza tra sé e il losco e permaloso figuro. Con un movimento fluido fece scivolare il sacchetto sotto al mantello.
“Per di qua, signorina,” invitò Memory, accennando con la testa all’ennesimo vicolo umido e scuro. C’era un forte odore di erbe nell’aria e non quello piacevole di boscaglia in un giorno di primavera. Piuttosto era l’odore di un ripostiglio dove qualcosa era rimasto ad ammuffire per anni.

Richard camminava vicino alle bancarelle, le mani che quasi sfioravano la merce. E, ogni tanto, le dita si chiudevano su una coda di rospo o una manciata di foglie secche, che prontamente venivano fatte sparire.


“Ehi, voi. Volete comprare qualcosa!”<u> una strega quasi senza denti sbarrò loro la strada. Puzzava di pesce marcio e nella cesta che portava c’erano palline fin troppo simili a tanti occhi. “Mi offendo se non comprate niente!”

 
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view post Posted on 5/11/2017, 22:57
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Ripresero la marcia. La ragazzina, sempre al seguito del ragazzo, si ritrovò ad osservare le più svariate mercanzie.
La sua naturale curiosità orientò lo sguardo ora su delle rattrappite dita grigie con lunghi e curvi artigli di un nero spento, ora su dei lunghissimi vermi rugosi e sottili che si dibattevano e si aggrovigliavano immersi in un liquido chiaro ma torbido, passando per dei gioielli che sembravano emanare una luminescenza del tutto straordinaria, ma assai poco rassicurante. Tuttavia, nel profondo sentiva una inquietante insofferenza. Se fosse stata una passeggiata qualsiasi in un giorno qualsiasi, forse si sarebbe soffermata e avrebbe fatto mille domande. Ma quel luogo, quelle facce, quella penombra… Si sentiva oppressa. Quasi temeva di parlare, come se aprire la bocca significasse lasciar entrare quella spessa aria umida. Già le narici erano sufficientemente infestate dal fetido aroma che gravava intorno.
Ancora una volta dovette arrestare il cammino e si voltò verso la donna.
Indietreggiò di un passo appena.
Il primo pensiero fu di assecondarla. Pensò che se avesse comprato la roba che offriva, magari li avrebbe lasciati proseguire in pace. Sapeva di avere delle monete. Principalmente erano raccolte nel portagaleoni, ma una manciata di tagli medi e piccoli l’aveva buttata alla rinfusa nel fondo della tracolla durante gli acquisti degli ultimi giorni. Perciò la stessa mano che fino a quel momento aveva trattenuto al fianco la borsa appesa di traverso lungo il busto vi si insinuò dentro, senza troppo impegno, mentre ancora gli occhi della ragazzina indagavano la figura che le stava davanti e ciò che ella proponeva.
Le dita toccarono la morbida stoffa del mantello acquistato qualche ora prima e la sensazione di fresco che ne ebbero fu come uno spiraglio in tutta quell’oppressione. Guardò Richard per un momento, forse a cercare di rafforzare il benvenuto squarcio nella fitta nebbia che le ottenebrava l’animo.
Poi di nuovo indugiò sulle palline che la vecchia porgeva e le tornò in mente il vero motivo di quella fuga. Si chiese ad un tratto perché si era lasciata distrarre troppo.
Inaspettatamente quel sentimento di intolleranza sembrò spingere via a gomitate il buonsenso e guadagnare quello che riteneva essere il proprio giusto spazio.

Non voglio offenderla signora, ma nemmeno comprare nulla. - disse con sincerità, ma senza nessuna inflessione di sfida.
Si voltò per una frazione di secondo nuovamente verso il giovane, anche se temeva di leggere disapprovazione sul suo volto, ma aveva bisogno di chiedergli silenziosamente di sostenerla. La sensazione che sarebbe stato meglio correre cominciava già a formicolarle per le membra e sentiva la necessità di trasmettere al ragazzo, seppur in quella brevissima sbirciatina, tutto il bisogno che aveva di lui in quel momento. Aveva ormai ceduto alla sua impulsiva impazienza; non ce l’aveva fatta proprio, stavolta, a trattenere la lingua. No, troppo tardi! E del resto, tornare indietro su tale punto le risultava difficile e faticoso, soprattutto dovendo già lottare contro la nausea che le provocava quell’atmosfera cupa e fetida.
Subito riprese, cercando di mantenere un tono gentile, ma ribadendo fermezza alla volta della sdentata che si era parata loro davanti:

Essere scortese con lei signora non è ciò che voglio, quanto piuttosto proseguire, perciò se non le spiace vorrei che ci lasciasse passare.
Incluse il giovane nella sua richiesta, solo nella speranza che non la mollasse, qualunque cosa fosse successa.

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view post Posted on 18/11/2017, 00:17
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“Almeno un occhio di rospo. Non ha bisogno di un occhi di rospo, signorina? Sono freschissimi!” e nel mentre che parlava la strega continuava a sbarrare il passo a Memory. Tra un po’ le avrebbe persino sputacchiato in faccia da tanto era vicina. Si diceva che la pazienza fosse una virtù comune agli adepti di Tosca, ma anche a quella c’era un limite. Forse lo avrebbe trovato nel tanfo di occhi di rospo che non parevano affatto freschi e nelle maniere brusche di una strega brutta a sporca.

Richard dal canto suo, se ne stava lì con le mani infilate nelle tasche. Aveva infatti adocchiato un braccialetto d’argento che la strega portava al polso e meditava quale fosse la maniera migliore per levarglielo senza che ella se ne accorgesse.

 
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view post Posted on 28/11/2017, 12:28
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Che voglia di sbuffarle in faccia!
Invece soffocò il respiro, già di per sé stesso non troppo profondo, tanto lo stroncava il tanfo.

*No. Non li voglio quei puzzosi cosi.*
Contrasse con forza i masticatori e stirò a poco a poco sempre di più le labbra, costringendone gli angoli ad allontanarsi tra loro fino allo stremo. Tentò di sorridere, insomma.
Decisamente era la giornata delle smorfie.

Veramente signora… vede, mi piacerebbe molto avere un po’ di questi… ehm, occhi. Si, è un vero peccato non poterne approfittare.
A dire il vero, si, mi farebbero comodo 2 o 3 etti dei suoi meravigliosi e preziosi prodotti.
Sa cosa le dico? Pensandoci bene, mi ha convinta: voglio proprio approfittare della sua generosa offerta, mi permetterà di vincere alla gara di pozioni del mio paese.
Di solito vince sempre quella brutta antipatica della mia vicina che si vanta di preparare in modo ineguagliabile le sue pozioni. Ma no, no, no! Niente da fare! Sono sicura che i suoi occhi di rospo faranno la mia fortuna.
Potrò preparare io la migliore pozione. Una pozione che non avrà eguali!
Eh eh eh. ..ahaha! Batterò quella sciocca di una Margie O’Kendle. La metterò al tappeto. La umilierò come si merita.

Si era lanciata in uno sproloquio insensato. Pensare? Sapere di che stesse blaterando? E perché? Era poi così importante?
Tutto quel dire aveva ben altro scopo.
Mentre la mano destra restava intenzionalmente nella saccoccia, l’altra iniziò a muoversi in aria. La ragazzina a forza di gesticolare cercò di sentirsi più forte e più ingombrante della vecchia che quasi letteralmente le stava addosso. Gesti ampi ad accompagnare parole e atteggiamento che raccontavano una Memory non esistente, mentre la vera cercava di creare uno spazio che le permettesse di sgusciare oltre la donna.
Una volta iniziata la sua storiella, non esitò anzi, quasi quasi poteva anche crederci, per certi versi. Tanto che la risatina fu alquanto autentica per un attimo. E mentre ridacchiava, piano ma decisa, cercò il suo varco. Provò con studiati movimenti di portare il corpo di fianco. Ancora parlava, ma con la mente già si vedeva oltre, tanto ci sperava. In realtà il suo sguardo non abbandonò la donna e la sua mercanzia. E mentre con la bocca la ragazzina cercava di imbrigliare e confondere, con i piedi cercava di guadagnare quello spazio laterale attraverso il quale avrebbe superato la vecchia e il suo marciume.


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view post Posted on 19/12/2017, 20:28
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“Ottima scelta, ottima scelta!” esclamò la venditrice, afferrando le mani di Memory con una presa umidiccia e cacciandole nel pugno una manciata di occhi di rospo che al San Mungo sarebbero stato forse classificati come sostanza pericolosa senza pensarci troppo.
“Con questi, vedrai che ottime pozioni!” un ciuffo di una strana erba ammuffita.

“Ehi, hai finito di fare acquisti?”
Finalmente Richard sembrava aver ritrovato la voglia di aiutare Memory.
“Pare di sì e ora siamo tutti contenti,” continuò, lanciando un galeone alla donna con uno schiocco delle dita. Del resto, era ben poca perdita quando, nel mentre che la venditrice era distratta dalla parlantina di Memory, Richard aveva sgraffignato il suo braccialetto.

“Gran lavoro di squadra!”
esclamò non appena ebbero voltato l’angolo.



Ottieni cinque occhi di rospo ammuffiti e un ciuffo di un'erba sconosciuta. Non ha un buon odore. Ma, chissà, forse ne se può fare qualcosa
 
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view post Posted on 27/12/2017, 10:12
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Ad occhi sbarrati realizzò la sensazione di viscido e l’orrore le fece venir meno del tutto l’ uso della parola. Restò bloccata con quella roba in mano e la sola cosa che le passò per la testa fu:
*che schifo che schifo che schifo*
Doveva pur riprendersi però. E se aveva fatto di tutto pur di passare oltre la befana senza irritarla troppo, non poteva certo mandare all’aria tutto proprio adesso. Con un movimento rapido -prima di poterci ripensare!- cacciò in tasca la mano e la liberò dal rivoltante contenuto; la strusciò contro la stoffa e disgustata pensò che forse una Margie O’Kendle da qualche parte esisteva davvero e l’aveva appena fregata.
Con l’ennesima smorfia sul viso farfugliò:

Gr - grazie
E ancora fu Richard a salvarla, prima che la donna potesse accorgersi che il suo non era un vero sorriso di gratitudine. Si ritrovò di nuovo a seguirlo fino all’angolino che per un attimo li avrebbe tenuti lontani dai brutti ceffi del posto. Lui ne approfittò per una battuta, mentre Memory per riflettere.
Sicuramente in un momento diverso avrebbe colto appieno le parole del ragazzo e lo avrebbe ringraziato. Gli avrebbe perfino restituito la moneta che aveva speso per lei in quel cattivo affare. Ma tutto questo passò in secondo piano come un lampo nella mente della ragazzina: sembrava non essere urgente per lei, perciò immediatamente fu messo via, come un qualunque pensiero già desueto.
Si guardò intorno, ma non sapeva cosa poter riconoscere, cosa prendere come riferimento. Fece l’unica cosa che le venne naturale:

Ma dove siamo?
Cercò lo sguardo del ragazzo mentre con un filo di voce lo domandava, e così facendo si rese conto che forse gli stava chiedendo un po’ troppo in tutta quella faccenda. Si era fatta portare lì senza dargli nessuna indicazione. Aveva semplicemente sperato... cosa? Che camminando sotto la sua guida avrebbe finito con il vedere ciò che stava cercando?
*Ma ceeerto. Magari il caro Perkin sarebbe stato lì ad indicare le proprie pentole e a festeggiare perché finalmente sei arrivata!
Per la crosta del Granciporro! Ragazzina, cosa pensavi di fare?!*

Si morse il labbro. Non aveva certo intenzione di mollare. Bisognava solo riconsiderare le cose. E insomma, il giovane era lì… e cosa aveva appena detto del lavoro di squadra?
Richard, vedi , sto cercando qualcuno. Be’, qualcosa in realtà. Per questo volevo venire qui. Però ecco, non ho idea di dove possa essere…
Insomma, avevi detto che qui si trova Sinister? Beh, so solo che dovrebbe esserci un vicoletto nelle vicinanze di questo Sinister…


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view post Posted on 14/1/2018, 23:18
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Probabilmente gli ingredienti che la venditrice aveva rifilato a Memory erano scaduti da decenni, conservati in chissà quale umida cantina, e la Tassina avrebbe fatto meglio a gettarli via non appena svoltato l’angolo; prima di avere una reazione allergica.
E infatti l’intelligente ragazza fece proprio quello, buttando a terra occhi di rospo ed erbe ammuffite. Si infransero sull’acciottolato sporco con uno “splash”.
D’altro canto, la ragazza non sembrava interessata al fatto che Richard avesse appena rubato un braccialetto. Difficile dire se non se fosse accorta o se avesse deciso di tacere per non perdere l’aiuto della sua guida. Eppure era già la seconda volta che Richard si appropriava di quanto non gli apparteneva, sorridendo scaltro come un gatto.
Richard si voltò a guardare Memory. Pareva preoccupata, cosa che non avrebbe assolutamente dovuto essere quando era accompagnata da una perfetta guida come lui! Non avrebbe potuto essere in mani migliori.

“Infatti, siamo proprio vicino a Magie Sinister. Hai occhio,” Richard si complimentò. Certo, ma Memory non avrebbe potuto dirgli fin da subito dove aveva intenzione di andare? Non che gli dispiacesse scorrazzare una ragazzina di vicolo in vicolo, ma forse avrebbero risparmiato del tempo.
Oh, be’, almeno lui ci aveva guadagnato qualcosa.

“Perché non mi dici chi è questo qualcuno?”

 
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view post Posted on 1/2/2018, 19:39
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Arrossì sotto gli occhi di Richard e abbassò lo sguardo verso il manto del vicoletto. Sembrava così naturale il senso della domanda postale dal ragazzo. Indugiò su quella riflessione; era davvero il momento di essere più diretta? E intanto vagò con gli occhi ancora un istante lungo il suolo, fino a che scorse i resti del fetido acquisto di poco prima, ormai spappolato dall’impatto, qualche passo più indietro.
Si riscosse e tornò a guardare verso la sua guida.
Si, inizialmente aveva creduto più opportuno non parlarne troppo con uno sconosciuto. Poi però, nel poco tempo passato con il giovane, aveva avuto modo di capire che non era tipo da avere problemi con certe cose**. Dandosi un’occhiata intorno, poteva avere la certezza che se Richard l’aveva condotta in quel postaccio senza fare domande, non era affatto il tipo da scandalizzarsi troppo.
Inspirò profondamente e riprese con la spiegazione:

Perkin.
In un vicolo oltre Magie Sinister dovrebbe esserci un certo Perkin, tu lo conosci?

Richard aveva dimostrato di avere molta dimestichezza con quelle stradine. Quindi poco importava in realtà, che conoscesse o meno proprio l’uomo a cui Memory voleva parlare. Forse poteva tornare utile, certo, ma lei aveva intenzione di incontrarlo comunque.
Ti andrebbe di accompagnarmi ancora? Devo entrare in quel vicoletto e cercare questo Perkin.

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OT: Vorrei precisare che:
-no, Memory non si è accorta delle diverse cose rubacchiate da Richard. Vuoi per la scaltrezza di lui; vuoi per la distrazione di lei (per questo non ne ho mai fatto cenno)
-qui ** intendo far riferimento solo al fatto che il ragazzo sembra abituato all'ambiente di Nocturn Alley.


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view post Posted on 5/2/2018, 23:31
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Richard giocherellava col braccialetto mentre Memory parlava, facendolo girare attorno al polso in un gesto distratto. Avrebbe potuto rivenderlo per una bella sommetta … o forse tenerlo. Era un gioiello carino dopotutto. Doveva ancora decidere - certo, considerando dove lo aveva rubato c’era anche il rischio che portasse una maledizione, ma come si dice, chi non risica non rosica.
“Il caro vecchio Perkin! Certo, siamo amici!”
Richard esclamò con sicurezza. Ora, amici era una parola grossa. Diciamo più che lui amava rubacchiare dal negozio di Perkin e Perkin adorava tirargli dietro incantesimi non appena ne scorgeva l’ombra.
Dettagli.

“Da questa parte.”
Fece segno a Memory di seguirlo nel vicolo, stretto e umido, pieno dell’odore di erbe marce. Memory era davanti a lui e Richard la sospingeva con amichevoli pacche sulla spalla. Giù per il vicolo. Gira a destra, sinistra, ancora dritto … ecco finalmente l’ingresso della bottega di Perkin, un poco nascosta.

L’interno era così polveroso che Memory avrebbe avuto di certo un attacco di tosse. Doveva sperare di non essere allergica. Il locale, mal illuminato, portava l’odore di qualcosa di indefinito, ma di certo marcio e umido, come di cibo un tempo fresco lasciato per troppo tempo in dispensa. Scaffali coprivano le pareti, traboccanti di barattoli, alcuni dei quali impilati in maniera così precaria che sarebbe bastato uno starnuto per farli crollare. Ciuffi di erbe pendevano dal soffitto. Alcuni di essi fecero il solletico a Memory mentre passava.

“Chi è là?” giunse una voce, vecchia. Perkin?
Probabilmente, visto che Richard penso bene di squagliarsela. Se Memory si fosse voltata, non l’avrebbe più visto. Il malandrino comunque le aveva sottratto un paio di Galeoni. Dopotutto, la ragazza gli aveva detto che gli avrebbe comprato una fetta di torta … be’, si stava solo portando avanti.



OT. Richard ti ha lasciato, rubandoti due Galeoni
 
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Mentre la ragazzina chiedeva, e stavolta in modo un po’ più esplicito, osservò il giovane. Forse voleva valutarne la reazione.
Be’, ancora una volta ebbe l’impressione che fosse a proprio agio, tanto da trastullarsi con un bracciale che non le sembrò accompagnarsi del tutto alla sua immagine. C’era in quel flebile riflesso del metallo, coperto da un velo opaco, di usura forse, qualcosa che attirava il pensiero della ragazzina…

Ehi, ma quello è come il bracciale che aveva prima…
Il commento uscì a mezza voce, quasi come fosse soltanto una scia del suo discorso. E si interruppe, appena Richard dichiarò il legame con l’uomo ch’ella voleva cercare. La sicurezza del ragazzo non solo spense la voce di lei, ma spazzò via anche l’immagine della vecchia incontrata poco prima e che per un attimo aveva fatto capolino nella sua mente.
Piuttosto accolse di buon grado l’invito ad imboccare il vicolo che Richard le indicò.
L’umidità da quelle parti dominava l’aria e rendeva tutto stantio e malsano. Gli odori erano pungenti per questo e solo a tratti si distinguevano. Per esempio, dovevano esserci delle erbe da qualche parte, anche se l’aroma non era più quello emanato appena recise; anzi forse era proprio per questo che riuscivano a raggiungere le narici di Memory mentre camminava. Ecco, camminare non era certo meno faticoso che respirare! La luce non aiutava e tanto meno le pacche di Richard…

Scusa, ma così mi farai inciampare! - gli rimproverò all’ennesimo sobbalzo al quale dovette ricorrere per saltare il passo allo scopo di mantenere l’equilibrio. Ebbe la sensazione di un repentino mutamento nell’umore di Richard. Non seppe darsi una spiegazione, ma allo stesso tempo non osò chiedere, temendo di non essersi accorta di aver detto o fatto qualcosa di sbagliato.
Non che il percorso aiutasse! Era una stradina piuttosto stretta, come se l’atmosfera satura e bagnaticcia non fosse già sufficientemente soffocante. Inoltre era una continua svolta e la ragazzina, ad ogni giro, sentiva il vuoto allo stomaco di chi non sa cosa l’aspetta in agguato dietro l’angolo.
Poi, finalmente, arrivarono. O così parve.
Anche se l’ingresso non si presentava subito alla vista, dalle spintarelle di Richard credette di capire che quel varco era la destinazione.
E chiamarlo varco forse non era tanto errato, perché attraversata la soglia, fu come entrare in un luogo remoto, dove la luce diveniva di colpo era ancor più fioca e il tempo sembrava scorrere più lentamente. La ragazzina cercò di abbracciare col proprio sguardo quell’ambiente così saturo. Saturo davvero e di tutto: bottiglie e barattoli e contenitori di ogni tipo e misura, stipati in precario equilibrio; alcuni libri addossati in angoli che il visitatore si sarebbe sorpreso di scoprire esistere in quell’antro, a loro volta relegati a reggere degli oggetti, oppure aperti e disponibili ad una frettolosa consultazione e poi dimenticati.
Su tutto regnava la polvere. Quella, a dire il vero, sembrava poter ancora trovar posto. In effetti Memory stessa sperimentò la sua capacità di invadere nuove superfici, quando essa approfittò dell’inoltrarsi della ragazzina per occuparne gli occhi, il naso, la gola…

Coff-coff...coff
Non ne aveva l’intenzione, ma se anche così fosse stato, non aveva potuto impedirsi di tossire. Anche se quel riflesso spontaneo fu tutt’altro che liberatorio, perché lasciò spazio maggiore al pastoso odore di vecchiume . Senza contare poi che inavvertitamente si ritrovò troppo vicina a delle erbe che ricadevano giù da un qualche punto in alto. Forse volevano ricordarle che quello era il loro territorio, per questo si presero la briga di stuzzicarle il naso? Fece un passo indietro, strofinandolo col dorso della mano, mentre un sorrisetto le sfuggiva di nascosto.
Una voce arrivò a ribadire il monito delle erbe, ma meno divertente di quest’ultime.
Questa volta cercò di usare un tantino in più di cautela mentre si voltava a cercare Richard.
Si sorprese non vedendolo, eppure le bastò un secondo per realizzare che già da un po’ non ne aveva sentito le calorose pacche.
Non fece in tempo invece a capire se la cosa le dispiacque o no, perché nell’istinto di abbassare momentaneamente lo sguardo a quella scoperta, ne sopraggiunge una peggiore:

*perché il risvolto è dall’altra parte?*
E frettolosamente grattò con i polpastrelli il fondo della propria tracolla aperta…
le monete...-sussurrò tra sé.
*Tante grazie Richard, fai pure da solo!*
Un piccolo pensiero di disappunto, ma l’urgenza adesso era rispondere alla voce. Non voleva finire col presentarsi come un’intrusa indesiderabile continuando a temporeggiare.
Buongiorno.
Sono da questa parte…

Provò ad avere un tono risoluto, ma non prepotente. Era lì perché voleva qualcosa. La sua intenzione era di ottenere questo qualcosa, ma anche di chiederlo, non di pretenderlo. Certo, era disposta a sentire cosa servisse in cambio, ma dopo sarebbe stata in grado di pagare quanto richiesto?
Intanto c’era da scoprire se si trattava di Perkin, perciò si mosse verso il punto da cui era arrivata la voce.
Tante volte si era chiesta cosa le sarebbe potuto esser domandato… E ogni volta aveva rinunciato ad ogni sua possibile supposizione. Alla fine si era detta che finché non si fosse trovata là, a sentirlo con le proprie orecchie, non avrebbe potuto saperlo.
Dunque, aspettandosi di tutto e senza voler mostrare l’inconscia insicurezza di non essere in grado di soddisfare la richiesta, la spinse nel profondo della propria coscienza e si addentrò sempre più nella maleodorante e fioca atmosfera.


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PS: 146/146
PC: 75/75
PM: 80/80
PExp: 10
PP: 225
Inventario
Bacchetta: Legno di Larice, piuma di Fwooper e goccia di rugiada, 10 pollici e un quarto, abbastanza elastica.

Mantello Cinese
Caduceo -amuleto
Bracciocchio
1 Confetto di Pozione Materializzante
Comune borsa tracolla
Ricetta del Biofilm
Sacchetto Portagaleoni (di cui -2)
5 occhi di rospo ammuffiti
1 ciuffo di un'erba sconosciuta

Quest Cosa bolle in pentola svolta


 
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view post Posted on 18/2/2018, 20:14
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Il Fato

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“Buongiorno un cavolo!” borbottò di nuovo la voce, vecchia e secca, del genere di chi ha aspirato troppe particelle e pulviscolo per troppi anni. Il negozio non pareva infatti un esempio eccellente di areazione e salute. Quasi a confermare tale pensiero, il mago fu scosso da un lungo attacco di tosse.
“Dannazione! E comunque, vieni più avanti! Qui non si vede un accidente!”


Se Memory si fosse concentrata avrebbe potuto sentire il suono frusciante di un’ampia manica che veniva tirata indietro e il sibilo di una bacchetta agitata per aria. Pochi istanti dopo fiamme bluastre scoppiettavano in una lanterna poggiata sul bancone. Altre andarono poi ad accendere una lampada che penzolava dal soffitto. Oh, ora poteva vedere meglio.
E anche Memory, una volta che i suoi occhi si fossero abituati alla scarsa illuminazione e ai riflessi azzurognoli creati dalle fiamme. Il vecchio aveva un aspetto asciutto e segaligno, occhi piccoli in un intrico di rughe e labbra tirate su un ghigno a cui mancava qualche dente. Per uno che passava tanto tempo al buio, la sua faccia insolitamente abbronzata, quasi bruciata.


“Che ci fai qui, ragazzina? Che vuoi?”

 
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view post Posted on 25/2/2018, 22:15
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2t4VF

Dovette tender bene le orecchie al borbottio secco e ruvido che le giunse in risposta. Non si preoccupò neanche di misurarne la quantità di garbo contenuta, ma si lasciò guidare da esso per inoltrarsi ancor più. Non fu infatti facile muoversi in quell’ambiente non solo stracolmo, ma anche assai poco rassicurante. Per un attimo si chiese di cosa quello strato di polvere potesse essere l’habitat perfetto. Naturalmente si trattò solo di curiosità, dato che Memory alla fine non era così schizzinosa. E comunque, nel suo stato di tensione, fu più sorpresa dall’improvvisa esplosione che ruppe il silenzio. Quello che subito riconobbe come un attacco di tosse, in pratica si manifestava come un impetuoso litigio tra vecchie cornacchie dalla voce roca e cupa eppure fastidiosamente stridente; un ingranaggio arrugginito e del tutto avviluppato da tutta quella copiosa polvere. Fece del proprio meglio per recuperare la propria attenzione e anzi cercò di focalizzare il più possibile il volume della cacofonia, decisamente più alto del precedente rantolo. Era un’occasione ghiotta poter sfruttare il suono -o nel caso specifico il frastuono- per poter individuare meglio la meta. Mentre a piccoli passi non del tutto certi si faceva strada tra il disordine, un moto di compassione colse la ragazzina, vista la furia che ebbe l’impressione di percepire negli scoppi che sconquassavano l’atmosfera.
Poi cominciarono a diradarsi, come se per quella volta la battaglia forse avrebbe potuto volgere a favore dell’individuo piuttosto che della creatura di particelle. Anche se tra un ultimo spasmo e l’altro, la voce gracchiante, e più prossima di prima, imprecò e rimarcò un brusco invito. Poi, come il volume si riduceva, così la tensione della visitatrice si rialzava, per tornare a cogliere le sottili note e continuare a farne la propria guida.
Un attimo di silenzio in effetti tornò e sommato alla fitta penombra le sembrò ancora più intenso. Non esitò però, anzi quasi trattenne il respiro non volendo rischiare di sopraffare eventuali nuovi indizi e perdere la via, strizzando ancor più gli occhi avanzò ancora, piano.
Un rapido fruscio le fece saltare un battito. Uno strusciare, come lo sfregare di un tessuto, altrettanto rapidamente seguito da un sibilo simile ad una spinta che sferza l’aria.
Non stette a pensarci e a chiedersi il come e il perché. Quasi neanche se ne accorse, ma d’istinto si ritrovò rannicchiata a stringere le ginocchia, tanto ripiegata su stessa da trovarsi con la faccia ad una spanna dal pavimento a non saper come fare i conti con il secco e fumoso odore di polvere. Strinse le labbra sperando di riuscire ad ostacolarne la via. Ma per lo più restò in allerta per ciò che stava accadendo al di sopra. L’attesa, grazie al Fato, non superò i pochi istanti. Dapprima quanto sopraggiunse fu poco piacevole: dovette mollare la presa sulle ginocchia per portarsi una mano a protezione degli occhi. Una luce tremula la abbacinò. Tuttavia, ben presto il bianco lasciò il posto ad un azzurrognolo più soffuso che a mano a mano rese sempre più affusolata l’aria. Poteva quasi dimenticare anche la polvere. Quasi.
Non le sembrò ci fosse più niente di minaccioso e con cauta lentezza si rialzò.
Si ritrovò molto più vicina al bancone di quanto credesse, perché la scarsa luce di poco prima aveva sfalsato la sua percezione, rendendo ingannevolmente più ampia la distanza. E dietro quel bancone, un lato maggiormente illuminato dell’altro per la vicina lampada dalle pulsanti fiammelle, un uomo smilzo, sdentato e dal viso quasi crepato e scuro come una vecchia pergamena. La fissò con i suoi occhietti penetranti come spilli e la interrogò, dando un volto alla stessa voce arrochita che fin lì l’aveva condotta.

Sto cercando…
Ehm!
- tossicchiò brevemente, per scrollare i granelli dalla gola - È lei il signor Perkin?

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view post Posted on 8/3/2018, 16:38
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Il Fato

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Se quello che conta è la prima impressione, Memory aveva già sprecato la sua. Nel vederla infatti gettarsi a terra per un paio di innocue fiamme, infatti, il vecchio si chiese cosa cavolo ci facesse lì una ragazzina tanto fifona. Persone del genere dovevano starsene a casa da mammina, non certo andarsene a zonzo per Nocturn Alley.
“Ehi, mica è scoppiata una bomba!” borbottò, sfregandosi il naso, seguito da un altro attacco di tosse. Certo che quella ragazzina era proprio lenta e gli stava facendo perdere una montagna di tempo.
Ma, forse, poteva essere divertente.
“No, sono Babbo Natale!” rispose. Poi, siccome non era sicuro che la ragazza cogliesse il sarcasmo, si affrettò ad aggiungere. “Certo che sono Perkins. Che vuoi, ragazzina?”

Ultimamente il suo negozio era stato un via vai di ragazzini tutti con lo stesso obiettivo.
“Ti prego, non dirmi che sei anche tu qui per quella dannata pentola!”

 
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33 replies since 15/5/2017, 22:15   579 views
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