What’s wrong or right?, Quest - parte II: La pentola

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view post Posted on 16/3/2018, 01:00
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Nemo me impune lacessit Nessuno mi aggredisce impunemente.

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*A dire il vero sembra proprio che sia scoppiata* - pensò, con una silenziosa occhiata in giro. E di nuovo arrivò un’ondata di fracasso che la fece contrarre in sé stessa, all’indietro.
Ancora la compassione le attraversò la mente. Soprattutto adesso che riusciva a vedere lo sforzo dell’uomo. Forse era giusto concedergli un minuto affinché potesse condurre la sua lotta. E chissà come si ritrovò di nuovo con la mano vicino all’apertura della propria tracolla.
Non seppe perché lo fece. Voltò un tanto il corpo, cercando di limitare la vista al suo ospite. La mano intanto frugò fino a riemergere con la bacchetta.
Rapida e decisa, compì il giro con il polso e scoccò verso il bancone, stando attenta a non colpirlo davvero.

Gratta e Netta! - ordinò secca e chiara, anche se in tono sommesso. Si augurò di riuscire a scacciare via la polvere, per un po’ almeno, ed aiutare quel vecchio sdentato e magro a respirare un attimo. L’impeto della tosse che lo assaliva, rendeva la ragazzina tollerante ai suoi modi bruschi.
Eppure per una manciata di secondi strinse forte le labbra davanti allo spirito della battutina che scagliò come una piccola e puntura freccia.
Raccolse i pensieri in un respiro profondo, per rispondere alla rude richiesta di spiegare perché s’era presentata lì.
Ma lui la precedette con il suo tono rauco e impaziente.

Si, veramente… -disse, a mezza voce per la sorpresa. Ma in un lampo si riprese e a voce più chiara ed entusiasta:
Si si, sono qui per la pentola, Signor Perkin!

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Bacchetta: Legno di Larice, piuma di Fwooper e goccia di rugiada, 10 pollici e un quarto, abbastanza elastica.

Mantello Cinese
Caduceo -amuleto
Bracciocchio
1 Confetto di Pozione Materializzante
Comune borsa tracolla
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Sacchetto Portagaleoni (di cui -2)
5 occhi di rospo ammuffiti
1 ciuffo di un'erba sconosciuta

Quest Cosa bolle in pentola svolta


 
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view post Posted on 27/3/2018, 21:36
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Il Fato

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“Sempre con questa pentola!” sbuffò Perkin. “Be’, già che sei qui, puoi renderti utile.”
Le fece cenno di seguirlo nel retrobottega.

Il retrobottega era immerso nella confusione più totale, come se Perkin si fosse ricordato della sua esistenza soltanto in quel momento. Memory avrebbe dovuto faticare non poco per seguire il vecchio senza urtare contro qualche pila di scatole o non inciampare in stracci abbandonati sul pavimento.

"Ecco qui!"
Perkin indicò una serie di scatole colorate incastrate in una struttura di legno: quattro file di scatoloni, tre scatoloni per fila, dodici scatole in tutto.
"Sono mesi che devo ordinare queste birichine!" Perkin batté una mano contro il cartone, sollevando una nuvola di polvere. "Ma non ho mai il tempo."
Strano, non pareva oberato di lavoro. Ma Memory era arrivata così lontano, che si poteva anche chiudere un occhio.
“Ora fai attenzione, perché non lo ripeterò due volte. Le scatole rosse vanno nella prima fila. Poi le verdi, le gialle e infine le blu. Le scatole verdi non vanno d’accordo col pavimento, quindi meglio che non ci vadano.”
Erano tante regole, e ciascuna non meno assurda delle precedenti, ma se Memory sperava che fossero finite, si sbagliava.
“Ah, e non voglio vedere più di tre scatole sul pavimento per volta. Ora, al lavoro!”



OT:
Allora, Memory, nell’immagine sotto puoi vedere come le scatole siano tutte sparse. Sono impilate l’una sull’altra all’interno di un armadio aperto senza mensole, in stile tetris.

Perkin vuole che siano ordinate per colore (rosso in basso, verde, giallo e infine blu). Le scatole verdi non possono stare sul pavimento.
Finché tutte le scatole sono nell'armadio, non c'è spazio di manovra Tuttavia, non ci possono mai essere più di tre scatole sul pavimento. Ce ne possono essere quattro scatole sul pavimento solo se una che era già sul pavimento torna sullo scaffale e si scambia di posto con quella che va sul pavimento.


Puoi usare un unico post per risolvere l’enigma in on gdr e ruolare la sistemazione delle scatole


 
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view post Posted on 3/4/2018, 00:25
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Ma certo!
Si lasciò andare all’entusiasmo, dovuto all’ulteriore conferma che l’uomo sapesse della pentola. Tralasciando quindi il suo persistente atteggiamento poco amichevole.
*Per le chele del Granciporro!* - pensò, strabuzzando gli occhi.
Era davvero possibile che la baraonda del negozietto potesse essere di gran lunga superiore una volta che ci si inoltrava fino al retrobottega?

*E perché perdere tempo a farsi certe domande, se la risposta c'è l’hai già sotto al naso?! *
Aveva seguito il vecchio, come egli a gesti aveva indicato - o intimato!- riponendo la bacchetta nella tracolla, mentre lui le voltava le spalle, e cercando di non perderlo di vista tanto era intenta a scansare gli oggetti riversi sgraziatamente sul pavimento. Entrando, nuovamente gli occhi dovettero ricalibrarsi su una luminosità ridotta. Mentre ciò che non poteva di certo diminuire era la polvere. Anzi dallo stato delle cose, sembrava che stracci, scatole, contenitori e cianfrusaglie varie, avessero rovinato alla rinfusa di qua e di là già da un bel po’ di tempo.
L’uomo si fermò davanti a quello che un tempo sembrava essere stato un armadio e che adesso era stato relegato a semplice scaffale senza ante e senza mensole; perciò erano ben visibili le colorate scatole stipate al suo interno.

coff coff…
La ragazzina tossicchiò brevemente allo svolazzare delle particelle. Piuttosto assottigliò lo sguardo mentre di sottecchi osservò l’uomo, temendo che un altro attacco di coperchi battuti uno contro l’altro si scatenasse in lui, ma fu sollevata dalla sua assenza. Tanto da voler quasi ridere alla considerazione che il vecchio fece dei propri impegni rispetto al tempo. Tuttavia pensò che non era lì per impicciarsi dei fatti altrui e grazie alla mano che aveva portato al viso per tossire il più educatamente possibile, riuscì a ripiegare su un lieve sorriso da “Sissignore, tutto a posto. Sono tutta orecchi, prego, dica pure!” Quindi ascoltò nel più assoluto silenzio e con molta attenzione le indicazioni del vecchio. Ad un tratto le sembrò che la faccenda fosse alquanto seria e si ripromise che per nessun motivo al mondo quelle preziosissime scatole verdi avrebbero toccato il pavimento.
*Quasi, quasi le invidio!*
Annuì con convinzione all’ammonizione dello sdentato. Poi volse la sua attenzione alle scatole. Arricciò le labbra e corrugò la fronte, via via che il lavorio della sua mente si faceva più intenso. Osservò a lungo.
Finalmente prese una decisione.
La scatola blu, in alto a sinistra, lasciò il suo posto per essere posta sul pavimento. Fu subito seguita dalla rossa che prima le dava appoggio. Anche la gialla di sinistra le raggiunse.
A quel punto Memory riservò un nuovo esame al vecchio armadio. Aveva liberato tre posti sulla sinistra e riposto altrettante scatole sul pavimento.
Con cautela (e forse anche un po’ di timore) afferrò la scatola verde che stava più in alto a destra e la sistemò sulla rossa di sinistra che non aveva avuto motivo di spostare.

*La rossa alla base, poi la verde*
ripetè un momento nella mente, osservando di nuovo le scatole.
E se le due a sinistra erano nell’ordine richiesto, a destra restavano una gialla e una verde nel posto giusto, ma su di una blu nel posto sbagliato. E sul pavimento ancora le prime tre che aveva tirato fuori.
Ragionò ancora un momento.
Si sentì come smarrita. Forse qualcosa non le tornava. Soppesò alcune ipotesi solo contando e indicando col dito, ogni scatola singolarmente, ciascuna a turno in un posto immaginario che lei sola vedeva.

*Ce la posso fare.*
Si fece coraggio e si buttò. Non era affatto sicura che ciò che aveva in mente sarebbe bastato a non farsi cacciare dal negoziante. Con tanto di calcione sul…
*Beh, qualcosa devo pur tentarla, non si metteranno al loro posto di propria iniziativa.
Magari sono state ferme e buone fino ad oggi, ma adesso che ci ho messo mano, se non seguo le regole mi esplodono in faccia…*

Forse adesso stava esagerando con l’immaginazione, ma fissava le due scatole verdi con gran curiosità, domandandosi cosa avessero di speciale rispetto alle altre. E se mai lo avrebbe scoperto.
Nonostante non fosse giunta a nessuna decisione convincente, si avvicinò alla scatola gialla che stava ancora nell’armadio, nel lato destro.
Esitò per un ultimo istante, ma una volta iniziato, non si fermò fino alla fine: non doveva dare a sé stessa il tempo di pentirsi e ripensarci. Aveva la sensazione che se avesse interrotto ancora quel lavoro, avrebbe perso del tutto la concentrazione.
Non doveva cedere al dubbio.
Prese la scatola gialla e la spostò dalla destra alla sinistra. Restava un posto libero su di essa e due sulla parte destra dell'armadio.
Sollevò da terra la scatola blu e spingendosi sulle punte dei piedi la sistemò a completamento della sequenza di sinistra.
Sentì il vuoto allo stomaco, come se da un momento all’altro sarebbe scoppiato il finimondo per la furia del vecchio burbero. Oppure avrebbe atteso fino al suo ultimo gesto per scaraventarla fuori di lì?
Ebbe come la sensazione di alzare un muro mentale quando a muso duro afferrò la scatola verde di destra e la appoggiò su quella gialla che stava sul pavimento.

*Tre scatole fuori dall’armadio.
La verde non tocca il pavimento.
Però sono solo due le scatole sul pavimento.*

Sentiva le guance andare a fuoco, ma ugualmente prese la scatola blu che era ancora in basso a destra sul ripiano, per spostarla sul pavimento.
Deglutì:
-*E ora sono tre!*
Riprese la scatola rossa dal pavimento e la mise nell’armadio, a destra, accanto alla sua gemella. Poteva ripetere anche qui la sequenza. Sistemò la verde sulla rossa, poi la gialla e infine la blu.
A quel punto strinse gli occhi e attese di spalle che le si abbattesse contro la catastrofe.


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view post Posted on 17/4/2018, 20:48
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Il Fato

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Il vecchio Perkin osservava la ragazzina, con l’aria supponente di chi, dopo aver affidato a qualcun altro un lavoro, è già pronto a correre a correggere l’operato del malcapitato, offendendosi pure se il suddetto alla fine se ne va al suono di “e allora arrangiati.”
Nel compenso la ragazzina non se la stava cavando male, per quanto Perkin avrebbe fatto in maniera diversa molte cose. Per esempio, c’era bisogno di fare gli equilibristi sulle punte dei piedi quando un semplicissimo Wingardium Leviosa avrebbe facilitato di gran lunga il lavoro? A quanto pare sì. O forse gli studenti di Hogwarts non erano più quelli di una volta.

Ma, a parte l’uso di qualche metodo poco ortodosso, la sistemazione delle scatole continuava.
E, a un certo punto, il vicolo cieco … due scatole sul pavimento, tutti gli spazi a sinistra occupati nell’ordine corretto, ma a destra una scatola verde a bloccare quella blu che là non sarebbe dovuta essere. Perkin già si pregustava la faccia di chi deve ricominciare tutto da capo.
Invece …
“Piccola volpe” esclamò, mentre Memory poneva la scatola verde su un’altra scatola sul pavimento, di fatto aggirando le regole che lui stesso aveva dato. Forse l’ingegno non era la caratteristica principale dei Tassorosso, ma sembrava che Memory non ne fosse sprovvista.

“Uff” cominciò il vecchio quando l’ultima scatola fu al suo posto, “ti sei comportata bene. Aspetta un attimo.”

Scomparve per qualche minuto nel caos che era il retrobottega, ma quando finalmente fece ritorno, aveva nelle mani la tanto agognata pentola.

“Ecco qui. Ora va’!



OT. Bene Memory, la tua avventura si conclude qui. Ottieni la pentola di Perkin e conquisti 1 PC e 1 PM.
 
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