Overtime, Straordinari notturni al Quartier Generale Auror

« Older   Newer »
  Share  
kapitän
view post Posted on 8/6/2017, 00:10











Questa serata si sta trasformando in una montagna russa di emozioni.
«Ho già cenato» risponde Atena, riaccendendo le mie speranze di sbafarmi la torta senza venir meno ai precetti dell’ospitalità. «Ma visto che insistete, accetto volentieri la vostra gentilezza».
«Gradite del tè o del caffè?»
«Grazie, ma sono già stato servito» rispondo facendo un cenno verso il bicchiere poggiato sul tavolino, che Atena sicuramente non può vedere considerato l’affollamento di persone sulla soglia del mio ufficio: Dorian appoggiato allo stipite come una cariatide vestita dai migliori stilisti e Urania che l’ha appena liberato da un abbraccio. Anche lei declina cortesemente l’offerta di Atena e l’uno e l’altra le promettono porzioni sempre più gargantuesche – quasi per il gusto di stuzzicarmi – a sempre più persone. Killian – oh caro – e “il suo amichetto”chi sarà mai?
«L’ho presa strada facendo, in quella pâtisserie a Westminster che ti piaceva tanto. È una torta russa con mandorle e amaretti – ben ricordo il tuo snobismo nel rifiuto categorico delle creme – dovrebbe essere ancora calda… Puoi avere anche la mia fetta, se vuoi. Sai che non mangio».
Oltre al danno, la beffa. I dettagli non possono che farmi venire l’acquolina in bocca per la torta che, ormai, non riuscirò quasi nemmeno ad assaggiare. Torno a sedermi sulla sedia sul cui schienale è appesa la mia giacca, rassegnato a sommare le persone che entrano nella stanza e nel frattempo dividere le frazioni di torta al denominatore comune.
Entra un ragazzo che non ho mai visto prima, rosso, undercut, occhi blu; deve essere una nuova recluta.
«Scusate, ho pensato di portare qualcosa… Ovviamente mi scuso se la mia torta è iniziata, ma ho iniziato i festeggiamenti per l’assunzione in totale solitudine, credendo di essere rimasto solo. Ma in compenso ho aggiunto la crema di Whiskey, anche se consideriamo l’orario poco adatto».
Per quanto io cerchi di sforzarmi, non riesco a comprendere il riferimento all’”orario poco adatto”, e la mia totale incapacità di razionalizzare dà adito a pensieri sul mio rapporto con l’alcol. Molti pensieri. Conosco un solo orario poco adatto, ed è la mattina presto appena svegliato. Forse dovrei fare il test di una di quelle scuole di autoaiuto che cercano sempre di accalappiarmi sui marciapiedi in centro.
Le presentazioni mi riportano sul pianeta Terra. «Oh, giusto. Che sbadato, non mi sono presentato. Aiden… Aiden Weiss, tanto piacere. Lui invece è Sceriffo».
Alzo un braccio in un gesto pigro, con due dita alzate a forma di “V”, sorridendo affabilmente ma senza scomodarmi dalla mia posizione un po’ scomposta.
«Piacere, K. Entra entra, non restate sulla porta!»
Per lo stesso motivo per cui non mi sono alzato, mi rifiuto di riordinare le carte e le cianfrusaglie sparse sulla scrivania: basterebbe un cenno di bacchetta, ma… Invece mi rendo presto conto – ricordate i miei calcoli algebrici? Sono sul pezzo – che le sedie attorno al tavolino non saranno sufficienti, perciò faccio avvicinare la mia comoda poltrona che stava dietro alla scrivania e una sedia pieghevole che era nascosta in qualche angolo della stanza.
Ammiro con stupore le moine di Rue a Sceriffo: la sua scioglievolezza nei confronti degli animali non mi giunge nuova, ma mi sorprende che qualcuno porti un pulcino al lavoro – peraltro un pulcino che mi ricorda moltissimo il mio Regina. Mi chiedo che magica proprietà abbia, ma a sentire le domande di Urania mi rendo conto che potrei scoprirlo presto.
Nel frattempo compaiono, dietro a quelli di Aiden, i piedi del buon Killian, che sembra stanco (e curiosamente voracemente interessato a quel ciuffo di piume). Mannaggialamiserianonpossovederlosarebbestatodivertente
«Hey, Kill!»
Incerto sul da farsi, visto che tutti tergiversano sull’uscio invece che accomodarsi, cerco di non lanciare troppe occhiate alla torta russa.


HP 172/172 ♦ body 120/120 ♦ mana 120/120 ♦ EXP 26


 
Top
view post Posted on 10/6/2017, 08:49
Avatar


Group:
Mago
Posts:
1,340

Status:


Overtime
Fu con estrema - e quasi provvidenziale - solerzia che Dorian riapparve dall’Ufficio, assicurandole la sua dovuta porzione di torta. All’inaspettata malizia nella sua voce il sorso di tè che stava bevendo le andò quasi di traverso, ma riuscì a mascherarlo prontamente con un colpo di tosse che, almeno a suo dire, doveva sembrare del tutto naturale.
Anche Urania intervenne, assicurandole a sua volta - ma con una delicatezza decisamente più femminile - che avrebbe avuto la sua fetta di torta. Sorrise divertita ai colleghi, intuendo che quell’invito non doveva essere stato tra i programmi della loro serata. Si chiese se avessero in qualche modo compreso come quella torta la invogliasse, ma preferì concedersi il beneficio del dubbio. Aveva forse esagerato?
Dal canto suo, Christopher sembrava avere un’aria davvero abbattuta, e lei si rammaricò di non potergli offrire nemmeno un caffè.
«Kappa, alla prima occasione mi sdebiterò con te, promesso» tentò di rassicurarlo, un misto di sorriso pacificatore e un’espressione desolata in viso.
Rassicurata dunque dall’essersi riaccaparrata la sua fetta di torta, si girò per prendere un bicchiere e riempirlo per il collega. In quel momento, dal corridoio, Killian la raggiunse nell’Area Comune.
«Killian, buonasera! Te l’ho detto un sacco di volte di non essere così formale con me, mi fai sentire vecchia» salutò il collega con un affabile sorriso, versando il tè nel bicchiere. Lo osservò di sottecchi mentre armeggiava con la macchinetta. La barba leggermente incolta e la matita un po’ sbavata gli conferivano un’aria più stanca del solito. Fu sul punto di chiedergli se andasse tutto bene, quando un ragazzo dai capelli rossi fece la comparsa nella Sala Comune, con torta - un’altra! - e volatile annesso. Era un viso a lei ancora sconosciuto, ma il ragazzo non tardò a presentarsi. Aiden Weiss. Il cognome non le suonava nuovo, anzi, poteva dirsi sicura che in passato vi fosse un Auror con quel cognome. Non lo aveva conosciuto di persona, ma era molto informata sui colleghi che l’avevano preceduta. Se non ricordava male quel nome era collegato ad una tragica missione in cui l’uomo perse la vita. Tuttavia, per delicatezza, non disse nulla a riguardo, preferì lasciare che fosse il giovane a parlarne, se lo avesse desiderato.
Si girò di nuovo verso Killian, per invitarlo ad unirsi a loro, sorprendendolo mentre lanciava uno sguardo penetrante e…a dir poco famelico verso il povero pennuto.
*Deve avere proprio fame* pensò. Più che il solito Kill-ian sembrava essersi trasformato in un Kill-er di pulcini. «Anche oggi in Ufficio fino a tardi, eh? Un Auror modello come sempre» scherzò per smorzare la tensione di quello sguardo assassino. «Andiamo, pare ci sia cibo per tutti» disse con fare complice, sperando che si avvicinasse alle torte e non al pulcino.
Prese i due bicchieri di tè - il suo e quello per il collega - e si avvicinò alla porta.
«Ecco il tuo tè» disse porgendo il bicchiere a Dorian, non senza lanciargli una breve occhiata maliziosa, piccola vendetta per la battuta di poco prima.
Volse quindi la sua attenzione al giovane da poco arrivato.
«Atena McLinder» si presentò a sua volta stringendogli la mano. Notò che il pulcino era molto simile al suo Sampei, che aveva vinto al banchetto del CREPA in occasione della Pasqua appena passata. Quel giorno al Villaggio c’era anche K, lo ricordava perché erano entrambi al turno di ronda e si erano incrociati proprio davanti al suddetto banchetto. Sembrava che quei regali avessero spopolato, tra gli Auror!
Entrò quindi nell’Ufficio, dove le sedie erano già state prontamente sistemate per accogliere tutti i presenti e dove la torta stava per essere tagliata, vittima sacrificale in attesa dell’immolazione. Prima di prendere posto aspettò che anche gli altri fossero entrati e che iniziassero ad accomodarsi a loro volta.

Fu così che, per una strana casualità del destino, quella che doveva essere una serata tranquilla e solitaria si rivelò in realtà più frizzante del previsto. Eppure, stranamente, non le dispiaceva l’idea di passare del tempo con i colleghi. Forse perché prima di allora non le si era mai presentata l'occasione per conoscerli a fondo. Forse per quell’invitante profumo zuccherino che ormai riempiva la stanza. Forse perché, in fondo, la sera portava sempre con sé quel velo ovattato di tranquillità, come a sancire uno spazio di sospensione tra la normale routine quotidiana. Qualunque fosse il motivo, quel momento di familiarità le trasmise una sensazione calda. Una sensazione che non provava da molto tempo. Una sensazione di casa. Stava davvero mettendo radici in quel posto, dopo tanto vagare?
Sorrise.

● Auror ● Scheda Outfit
 
Top
view post Posted on 11/6/2017, 13:06
Avatar


Group:
Auror
Posts:
1,504

Status:


oII3yvn

«Scusate, ho pensato di portare qualcosa... Ovviamente mi scuso se la mia torta è iniziata, ma ho iniziato i festeggiamenti per l'assunzione in totale solitudine, credendo di essere rimasto solo. Ma in compenso ho aggiunto la crema di Whiskey, anche se consideriamo l'orario poco adatto.»
Dorian studiò in un istante il nuovo arrivato, squadrandolo da capo a piedi con un colpo d’occhio, ma senza farsi notare; se di solito gli piaceva l'incredibile impulso che spingeva i suoi interlocutori a controllare che i loro abiti fossero a posto, quella volta decise di essere più discreto, per evitare che il ragazzo si potesse sentire spiacevolmente sotto esame: era alto, magro, attraente in un modo un po’ intellettualoide. Portava il ciuffo, rosso come il fuoco, pettinato leggermente in avanti, aveva una bocca grande, un sorriso simpatico e una mascella pronunciata. Meccanicamente, lo memorizzò.
«Oh, giusto. Che sbadato, non mi sono presentato. Aiden... Aiden Weiss, tanto piacere.»
Quando gli mise in mano la bottiglia, tuttavia, rimase così evidentemente sbigottito che nemmeno uno spettacolo di lambada improvvisato sulla sommità di Buckingham Palace da un macellaio rubicondo con un paio di scarpette di cristallo ai piedi avrebbe saputo scuoterlo di più. Era stato servito fin dalla nascita e non gradiva l’idea che qualcuno – implicitamente – gli suggerisse di ricambiare.
«Lui invece è Sceriffo.»
Sollevò un sopracciglio, evitando d’incrociare lo sguardo di Urania, e un sorriso gli colorì le guance sino agli zigomi. Posò la bottiglia sul tavolo, con una certa asciuttezza, concludendo con tono amabile:
«Quante inaspettate delizie!»
In realtà odiava gli uccelli.
Quando era bambino, i genitori gli avevano regalato un merlo indiano, un bell’esemplare con un vivace becco arancio e le piume nere come il carbone; ma tutto il tempo che non passava a blaterare lo trascorreva in un’attività di gratta, scava e raspa tra radici e grassi lombrichi nel grande parco della villa.
Finì ben presto sulla cornice del caminetto, imbalsamato di tutto punto.
Dorian si strofinò pensieroso la mano sul mento, chiedendosi se anche il pulcino che Urania stava maneggiando con tale, preoccupante, disinvolta, nonchalance non sarebbe stato bene su una delle mensole di quello studiolo, impagliato come una testa d’alce.
«Dorian, il piacere è tutto mio.»
Gli strinse la mano con un’espressione indefinibilmente cortese, poi si voltò verso Christopher.
Le recenti ansie dovevano averlo prostrato. Se ne stava accoccolato sulla sedia, le sopracciglia severamente corrugate come due punte di freccia convergenti verso il basso. Si muovevano con un’agilità davvero notevole: in su, in giù, inclinate, arcuate, a volte insieme, a volte separatamente. Sembrava quasi avessero una vita propria.
«Il tuo pragmatismo ha qualcosa di cosmico. Adesso la tagliamo.»
Gli bastava un solo sguardo per capire cosa gli passasse per la testa. Non aveva occhi che per la torta e le sue pupille da stratega goloso non riuscivano a nasconderlo: ormai il suo appetito doveva essersi fatto insopportabile come un paio di pantaloni alla zuava in estate.
Colse la palla al balzo, piacevolmente divertito dalla sua tacita supplica, sillabando con un tono di voce improvvisamente caldo e cordiale:
«Permettete? Sembra che il ruolo del maître mi si addica»
Trasse fuori la bacchetta dalla manica della camicia perfettamente appuntata e stirata, e la agitò con un gesto flessuoso del polso, con il modo farisaico di un benevolente francescano che intende sfamare i più poveri.
La torta si divise magicamente e la cartografia dell’impasto croccante poco a poco si svelò in tutta la sua evidenza. Otto fette di materia spugnosa, tiepida, fragrante, adagiate su piattini di ceramica azzurra corredati da una forchettina d’argento presero il volo verso gli ospiti, ondeggiando pigramente nell’aria.
Poi si volse verso Atena e prese il bicchiere che gli porgeva, mordicchiandosi le labbra in modo fintamente impensierito.
«Spero non sia troppo dolce…»
Non si dilungò in moine e vezzeggi superflui: bevve un sorso e prese posto su una delle sedie. Si comportava sempre con misura. Ogni gesto giungeva a tempo debito.


Edited by Dørian - 20/6/2017, 07:22
 
Top
view post Posted on 11/6/2017, 15:20
Avatar

When the snow falls, the fox tries to survive.

Group:
Auror
Posts:
3,876

Status:



#Scheda #Auror #26 anni
Il primo tra i presenti ad identificare fu proprio il proprietario dell’ufficio, il signor K, come aveva visto nella targhetta alla porta poco prima di bussare. Era più giovane di lui senza dubbio alcuno, con capelli e barba così ben curati che avrebbero fatto invidia perfino ad un barbiere professionista. Aveva un fisico muscoloso e tonico, poco più del suo, anche se Aiden dovette ammettere che stava riacquistando massa muscolare solo negli ultimi mesi da quando era tornato dai suoi sette lunghi anni di solitudine a Skellig e aveva preso a mangiare come un plotone di soldati e a fare esercizi fisici con più intensità.
Ovviamente ricambiò il saluto allo stesso identico modo. «Piacere!»
Fu poi la volta di una graziosa ragazza, la prima che entrò nel suo campo visivo una volta dentro all'ufficio, con degli occhi molto particolari e - in un certo senso - quasi penetranti. Occhi da lupo… gli venne istintivo pensare. Le sorrise con estrema cortesia e non poté evitare di concederle un delicato baciamano, come imposto dalla cavalleria che lo caratterizzava. Sperò solo che non pensasse male per quel suo gesto, d’altronde la cavalleria per la maggior parte delle persone era estinta da secoli. «Piacere mio, Rue. Un soprannome delizioso quanto il nome completo!» mormorò con gentilezza.
Poi le attenzioni andarono a Sceriffo che, stranamente, non aveva afferrato il dito di Urania per stritolarglielo con i baffi. Bravo piccoletto, altrimenti non ti dico che fine avresti fatto! pensò soddisfatto nel vedere il pulcino così remissivo. «Era in un dolcetto fatto dai ragazzi del C.R.E.P.A. ad Hogsmaede e appena l’ho visto con quei due baffetti me lo sono immaginato con tanto di capello da cowboy e stellina da sceriffo puntata sul petto. Da qui, appunto, il nome Sceriffo.» spiegò brevemente con una scrollata di spalle. «Ma non lasciarti ingannare, è un furfante in realtà! Per questo è con me, lo tengo d'occhio altrimenti mia sorella se lo cucina con le patate!» ghignò a tali parole. Era vero, se lo avesse lasciato solo a casa, avrebbe distrutto tutto per la noia e sua sorella lo avrebbe messo nel forno con delle gustose patate arrosto.
Sentendosi a disagio a restare ancora con quella torta in mano, agitò velocemente la bacchetta che aveva estratto dai pantaloni e la fece levitare fino alla scrivania, dove il ragazzo di nome K stava già facendo la guardia all'altra torta, come un mastino pronto a sbranare chiunque si fosse azzardato ad allungare la mano verso simili delizie. Sperò solo che la torta mandatagli da sua zia, mele e cannella, fosse ben gradita e per fortuna che era già stata ben tagliata con accuratezza, vista guastata giustamente dal pezzo mancante.
Lo sguardo del rosso finì proprio sul ragazzo che lo aveva invitato ad unirsi a quella riunione improvvisata, stringendogli la mano con presa salda e con un sorriso cordiale, sentendosi in colpa per avergli rifilato la crema di whiskey a tradimento poco prima, ma se non lo avesse fatto non sarebbe riuscito a salutare nessuno di loro con entrambe le mani occupate. Si sarebbe senz'altro scusato per quel piccolo disagio. «Piacere mio, professor Dorian. Se non ho sentito male dal corridoio, e di solito non accade, saresti anche un professore. Affascinante! Di quale cattedra?» chiese con garbo. «Ah, comunque, mi spiace averti rifilato la bottiglia a tradimento prima, ma con le mani occupate mi era impossibile presentarmi a dovere.»
Avrebbe voluto chiedere a Dorian riguardo la loro ovvia conoscenza in comune, Sirius White, il professore di Volo, ma i suoi occhi blu vennero catturati da un’altra figura femminile che sbadatamente non era riuscito ad individuare prima. Doveva essere veramente stanco, ma non lo ammise, non lo avrebbe mai fatto, era orgoglioso da fare schifo perfino ad un Troll.
La trovò straordinariamente graziosa quanto Urania e sperò di non essere arrossito… sperò. Sorrise anche a lei come aveva fatto con Urania, con garbo e ripeté lo stesso gesto da bravo gentiluomo: un delicato baciamano. «Davvero lieto di fare la tua conoscenza, Atena.»
Quando anche Killian fece il suo ingresso, Aiden lo guardò per accertarsi che stesse bene, dato che - ad occhio e croce - sembrava piuttosto provato. «Sistemato il dito?» chiese. «Forse con qualcosa di forte ti riprenderai un poco.» E gli indicò la bottiglia che aveva portato per tutti. «Ripensandoci, non è poi così insolito come orario per qualcosa di forte!» E tali parole furono dette dal suo famoso lato irlandese.
Aiden Weiss
“And I started to hear it again, but this time it wasn't the end.”
CODE MADE BY SAMMAEL



Piccola nota: Ho rimediato ad un mio errore precedente dovuto ad una svista e siccome non avevo la sbatta di correggere dato che ho notato la divergenza dopo le vostre risposte, ho preferito rimediar in questo modo. La torta di Aiden gli venne mandata dalla zia, non dalla sorella, l'avevo messo nel primissimo post ma ho avuto un vuoto di memoria e parlando con Killian avevo scritto la sorella.
Inoltre ho fatto interagire Aiden in un determinato ordine dato che siete ben quattro da salutare, escludendo Killian che lo avevo già salutato. Se seguivo tutti in un modo diverso avrei perso il filo del discorso e sarei dovuto andare io, giocatrice, al San Mungo nel reparto psichiatrico :asd:


Edited by Dragon Reborn - 12/6/2017, 14:37
 
Top
view post Posted on 14/6/2017, 16:44
Avatar

Group:
Auror
Posts:
552

Status:



Killian Resween ♢ 24 anni ♢ Auror

« Il festino »


Ipensieri animaleschi che si erano materializzati nella mente di Killian furono ben presto accantonati in un angolino recondito della sua coscienza; anche solo l'aroma del caffè (più annacquato di quanto volesse) gli ricordò quali erano i cibi permessi da umano e quali non. E i pulcini rientravano senza ombra di dubbio nella seconda categoria.

A richiamarlo alla realtà ci pensò anche Atena che prima lo accusò amichevolmente di farla sentire vecchia e poi toccò il tasto dolente del suo aspetto leggermente scarmigliato e decisamente stanco. Approfittando del breve scambio di battute, mantenne lo scherzo sul suo essere un Auror modello e lo commentò mulinando la palettina del caffè dentro al liquido che lo ricordava solo vagamente.


"Ci puoi scommettere, bambola. Ecco, questo è abbastanza giovanile?"

Il suo mezzo ghigno emerse tra la barba scura mentre gli occhi ridenti cercavano di individuare una possibile reazione alla battuta nel volto della collega. Non sapeva quanto e come poteva tirare la corda con quasi tutti gli Auror in quell'ufficio, ma se lo conoscevano anche un minimo, sapevano che non c'era nulla di serio in quel "bambola". Che a volte giocava a fare il cascamorto era vero..ma non di così basso livello.

Come le voci che giungevano nell'area comune e la parola "tutti" pronunciata dalla giovane donna rimasta con lui in quella stanza indicavano, nel Quartier Generale non erano in pochi ad aver fatto gli straordinari. Quella cosa lo stupiva: la maggior parte delle volte che era rimasto oltre l'orario consueto la dinamica della serata si era consumata in una romanticissima cenetta a due tra lui e le scartoffie. L'arrivo di nuovi colleghi giovani e attivi non era passato inosservato e quel dettaglio non ne era che l'ennesima conferma.

Seguendo la scia che sembrava aver risucchiato tutte le persone presenti, si avvicinò all'ufficio di K per salutare quantomeno i colleghi che non aveva ancora incontrato. Sbucando alle spalle del nuovo arrivato, completò la sua "collezione" di Auror notturni alzando brevemente la mano destra e concludendo i saluti.


"Buonasera Urania. K, stai per caso dando un festino e non mi hai invitato?"

Chiese rivolto verso l'uomo che l'aveva appena appellato alzando il sopracciglio sinistro nel contemplare l'insolita vista del suo ufficio pieno di gente e cibo. A tal proposito, un piattino con una fetta di un dolce sconosciuto fluttuò nella sua direzione e fu prontamente afferrato al volo, ma non propriamente accettato.

"No grazie, ho 'finalmente deciso di mettermi a dieta' ", disse declinando l'offerta e avvicinandosi alla scrivania per posarvi il piatto.

Uno sguardo corse esplicitamente verso Dorian per valutare se avesse compreso o meno la citazione testuale della sua battuta di poc'anzi. Ghignò nella sua direzione: il motivo per cui rifiutava non era certo la dieta ma ci teneva a far capire che le parole che gli aveva rivolto non erano state affatto ignorate.
Il sorrisetto storto che caratterizzava il Resween si allargò ancora di più quando, tornando alla porta, Aiden si preoccupò del suo dito. Era strano. Carino, ma strano. Killian non era abituato affatto ad un interesse così diretto alla sua salute, per giunta da un estraneo e così si ritrovò a rispondere prendendo ancora un po' in giro il rosso:


"Per guarire la mia brutta bua cattiva l'unica cosa "forte" che potrebbe funzionare è una bella poppata di latte materno"

Il viso fintamente contratto in un'espressione dolorante e vagamente bambinesca si rilassò in un sorriso meno furbo e più cordiale indirizzato al nuovo Auror. Non aveva nulla contro l'alcol e tanto meno contro chi glielo offriva.

Restava solo da capire come questo poteva incastrarsi con sei Auro alle prese con gli straordinari notturni.


Scheda


Edited by Killian Resween - 14/6/2017, 20:09
 
Top
view post Posted on 20/6/2017, 15:53
Avatar


Group:
Auror
Posts:
684

Status:



Overtime

fXTQjyM
Il
baciamano che ricevetti dal nuovo Auror mi imporporò le guance. Tossicchiai, leggermente imbarazzata, colta impreparata dal suo gesto repentino - ero intenta a carezzare il capo del pulcino e lui mi aveva afferrato la mano. Non ero abituata a gesti del genere, tanto più che, pur avendolo visto in giro per i corridoi, Aiden Weiss era per me uno sconosciuto. Mi parlò poi con cortesia, raccontandomi di Sceriffo. Giudicai fosse solamente un ragazzo solare ed estroverso, che il suo gesto voleva essere puramente cortese - forse elegante? - e senza alcuna malizia. In altre occasioni mi sarei comportata più duramente, in quel frangente sorrisi e accettai di buon grado la cosa.
Dalla zona comune, dopo qualche istante, si mossero prima Atena, poi Killian. L'odore di dolce pareva aver richiamato tutti, come orsi con un barattolo di miele aperto in bella vista. Personalmente, non amavo particolarmente lo zucchero. Lo mangiavo più per spirito conviviale che per altro; di certo, non ne sentivo la necessità né peccavo di particolare golosità quando era sola. Torta era stato sempre sinonimo, però, di allegria e festeggiamento - almeno per me. Dorian era solito deliziarci con simili sorprese e allora tutto assumeva un significato nuovo: l'idea di mangiare quella fetta di dolce mi dava un senso di serenità.
«Ciao Killian» risposi al suo saluto, facendo un sorriso anche ad Atena.
Come mi aspettavo, fu Dorian a dividere la torta in fette ma - come mi aspettavo - sbagliò il conto. Era un uomo dalla mente eccelsa ma la matematica era stata, per lui, sempre qualcosa di inafferrabile. Eravamo sei ma fece otto fette. Giudicai che, a quel punto, non serviva che rinunciassi alla mia fetta come aveva fatto Killian - chissà in quale misura per non offendere il padrone di casa, visibilmente irritato dalla loro profanazione. O forse, anche dalla mia. D'altronde la torta era stata presa appositamente per lui.
Direzionai, con la bacchetta, tre degli otto piattini che stavano fluttuando nella sua direzione, prima che potesse alzarsi dalla poltrona e prenderli con le sue mani. Gli sorrisi, complice, perché magari nessuno aveva visto quella piccola fuga di zucchero.
Presi quindi la mia fetta e lasciai scivolare il bordo della forchettina d'argento nella consistenza friabile e cremosa del dolce. Lo portai alle labbra e ne assaporai il gusto deciso. Croccante, ma morbida. Non troppo smielata, quasi pungente.
«Deliziosa. Quella pasticceria sa come farsi amare dai propri clienti» commentai.
Mi ricordai della torta di compleanno di mia sorella Rosalie, l'anno precedente. la sua nascita ricorreva in Agosto e organizzavamo sempre una festa nel giardino, invitando tutti i parenti e amici, vicini e lontani. Ne conoscevo sempre meno della metà - e quel dato sembrava quasi peggiorare di anno in anno - ma era un momento di piacevole sospensione dai problemi della vita di tutti i giorni. Rosalie era felice, lo ero anch'io. Una piccola e improvvisata banda aveva suonato dal vivo, mio padre s'era ubriacato e quasi denudato, la mia prima cotta del liceo mi aveva detto che stava convolando a nozze. Ricordavo tutto distintamente eppure molte di quelle immagini mi sembravano lontane anni luce, sepolte nei recessi delle mie memorie. Un anno era passato eppure era cambiato così tanto - troppo, forse. La mia vita era nettamente cambiata e, magari, a quella stessa festa, tra un mese, ci sarei andata con un atteggiamento diverso. E allo stesso tempo, sarebbe stato tutto uguale.
Sorrisi, persa un po' nei miei ricordi, masticando un'altro pezzetto di torta.


 
Top
kapitän
view post Posted on 28/6/2017, 22:43











I convenevoli si protraggono come un turbine di parole, tutti parlano con tutti e i discorsi si sovrappongono, si confondono, si disturbano a vicenda, come nella più indisciplinata classe di bambini. Mi sembra di essere l’unico a considerare la torta la priorità assoluta del momento, e potrei quasi vergognarmene se non fossi vagamente infastidito per l’attesa. Colgo pochi sprazzi delle conversazioni che prendono luogo simultaneamente, e mi premuro di rispondere e prestare attenzione solo a chi si rivolge direttamente a me.
Aiden ricambia a distanza il mio saluto ed io non aggiungo altro, vedendolo impegnato ad intrattenersi con gli ospiti, pagando l’inevitabile pegno del nuovo arrivato.
Non mi sfuggono lo sguardo sbigottito e l’insofferenza malcelata di D. quando la nuova recluta gli mette in mano la bottiglia di Whiskey: conosco il suo carattere e so quanto faccia caso ai significati impliciti di questi piccoli gesti. Colgo il suo sorriso accigliato alla vista del pulcino e l’impercettibile ironia nella sua voce: «Quante inaspettate delizie!». Per un momento i nostri sguardi si incrociano: ho il riso negli occhi.
«Dorian, il piacere è tutto mio».
«Piacere mio, professor Dorian. Se non ho sentito male dal corridoio, e di solito non accade, saresti anche un professore. Affascinante! Di quale cattedra? Ah, comunque, mi spiace averti rifilato la bottiglia a tradimento prima, ma con le mani occupate mi era impossibile presentarmi a dovere».
Tendo un orecchio in attesa della risposta: so bene quanto per molte persone sia difficile fare la conoscenza di Dorian, quanto il suo carattere possa apparire moralista e distaccato prima di rivelarsi ammiccante, e, a modo mio, mi diverto a vedere le persone andare in difficoltà prima di intervenire per sollevare i toni della conversazione.

Non mi sfugge, ovviamente, il baciamano, né tantomeno il sussulto imbarazzato di Rue: anche in questo caso conosco i retroscena e le idiosincrasie della persona interessata. Lei non ama particolarmente il contatto fisico, né le manifestazioni pubbliche di affetto, né le maniere sdolcinate. Noto però che sopporta con benevolenza, forse per non mettere in difficoltà il ragazzo già torchiato dal Professor Midnight.
«Piacere mio, Rue. Un soprannome delizioso quanto il nome completo!»
Giunge poi l’attesa spiegazione: come immaginavo il pulcino proviene dal banchetto in cui avevo comprato la Scarcella prima di Pasqua.
«Era in un dolcetto fatto dai ragazzi del C.R.E.P.A. ad Hogsmaede e appena l’ho visto con quei due baffetti me lo sono immaginato con tanto di capello da cowboy e stellina da sceriffo puntata sul petto. Da qui, appunto, il nome Sceriffo. Ma non lasciarti ingannare, è un furfante in realtà! Per questo è con me, lo tengo d'occhio altrimenti mia sorella se lo cucina con le patate!»
Continuo ad essere stupito della presenza del pulcino all’interno del Quartier Generale.
Nel frattempo anche Atena, elegante come sempre, entra nel mio ufficio con due bicchieri di tè in mano.
«Davvero lieto di fare la tua conoscenza, Atena».
Il baciamano si ripete e non posso fare a meno di pensare che Aiden abbia dei modi un po’ particolari… assumendo che quello sia il suo saluto standard, mi riesce difficile credere che non abbia mai ricevuto uno schiaffo in risposta, ma questo non lo rende meno simpatico.
Atena si guarda attorno senza parlare e si accomoda spensieratamente su una delle sedie, come un’Audrey Hepburn a colazione da Tiffany. Un sorriso tradisce i suoi pensieri.

L’ultimo a entrare è Killian.
«Buonasera Urania. K, stai per caso dando un festino e non mi hai invitato?»
«Kill, sai bene che, se organizzassi un party, saresti il primo sulla lista. Ma ormai non devo più preoccuparmi né di organizzarli, né di andarci, sono le feste che vengono da me».
In effetti a molte persone avrebbe potuto dare fastidio una simile invasione degli spazi privati, ma non a K-workhard-partyhard; l’unica cosa che amo più di predisporre una festa è essere invitato a mangiare e bere a sbafo. Mi dispiace un poco che l’organizzazione sia stata così improvvisata e mi preoccupo che la mia reputazione di ospite possa risentirne. All’ultimo mi sovviene un’idea.
«Atena, sbaglio o nel tuo ufficio hai un grammofono?».
Non sbaglio, ne sono certo, così come sono certo di averle promesso che un giorno avrei “suonato il suo grammofono”, ma voglio lasciarle una facile via di uscita nel caso non abbia voglia di prestarcelo.

È Dorian a richiamare la mia attenzione sul dolce.
«Il tuo pragmatismo ha qualcosa di cosmico. Adesso la tagliamo. Permettete? Sembra che il ruolo del maître mi si addica».
Con un gesto fluido della bacchetta divide la torta in otto parti perfettamente uguali… peccato che, come i miei accurati e accorati calcoli hanno dimostrato, gli affamati Auror siano sei. Mentre gli eleganti piattini volteggiano verso gli ospiti già sto pensando come appropriarmi delle due fette supplementari, ma Urania mi precede facendole volare verso di me. Le sorrido di rimando. Completamente incurante della possibilità che gli altri notino il furto, prendo con entrambe le mani le fette dai piattini che ancora levitano davanti a me e le adagio vicino alla mia, come a ricomporre una fetta grande quasi quanto metà della torta originale. Poi sovrappongo i due piattini vuoti e li poso sul tavolino da tè con le tre forchettine sopra: visto che ormai mi sono sporcato le mani, non ho bisogno di posate.
Con mia grande sorpresa Killian rifiuta il dolce, posando tranquillamente il piattino sulla scrivania.
«No grazie, ho “finalmente deciso di mettermi a dieta”».
Mi chiedo se si sia offeso per gli scherzi di Dorian, se si sia letteralmente messo a dieta o se sia troppo stanco per mangiare. Oh, a chi voglio darla a bere, in realtà cerco solamente di escogitare un modo per appropriarmi anche di quel pezzo di torta senza dare troppo nell’occhio.
Proprio mentre Dorian, con tono languido, si rivolge ad Atena dicendo: «Spero non sia troppo dolce…», addento voracemente la prima fetta reggendola con due dita, il pollice sotto e l’indice sopra, dall’involucro di sfoglia. I denti affondano nell’impasto come fosse burro intiepidito e incontrano le schegge di frutta secca che si frammentano producendo una piacevole vibrazione nelle orecchie. La bocca è piena e tra le dita non rimane che il bordo, la lingua fatica a gestire quella massa fragrante di carboidrati che preme sulle guance e sulle labbra.
«Deliziosa. Quella pasticceria sa come farsi amare dai propri clienti».
Annuisco vistosamente con gli occhi spalancati ma senza aprire la bocca per evitare spiacevoli spargimenti di materia, deglutisco dolorosamente, e affronto il prossimo boccone.

HP 172/172 ♦ body 120/120 ♦ mana 120/120 ♦ EXP 26



Off Topic Scusate ma sono diventato analfabeta. Ritardatario, invece, lo sono sempre stato. :gelato:
 
Top
view post Posted on 8/7/2017, 17:56
Avatar


Group:
Mago
Posts:
1,340

Status:


Overtime
«Direi che è perfetto, bel maschione!» rise alla battuta di Killian, reggendo a sua volta il gioco. Non era da lei rivolgersi in quel modo ad un ragazzo, anzi, nutriva una certa avversione per le donne facili e un po’ rozze che si avvinghiavano al primo esemplare di sesso maschile che capitava loro a tiro. Ma sapeva che lui avrebbe colto la nota scherzosa nel suo tono così come lei aveva colto il lampo divertito nel suo sguardo.
Non appena entrò nell’Ufficio, ormai sede designata dell’improvvisato festino, otto fette di torta stavano già volteggiando nell’aria. L’allegria e la leggerezza erano palpabili, aleggiavano nella stanza insieme all’invitante e caldo profumo della torta. Le bastò una rapida occhiata per capire che qualcuno doveva aver fatto male i calcoli delle fette, così come non le erano sfuggite le tre fette di torta dirette verso Kappa, ma sorrise benevola a quelle stranezze. Tornò poi a rivolgersi a Dorian.
«Ho messo tre cucchiaini di zucchero.» disse con il tono più naturale che le riuscì, sfiorando con lo sguardo i suoi occhi. In realtà non aveva zuccherato affatto la bevanda, sapeva quanto lui amasse assaporarne a pieno l’aroma e come non prediligesse particolarmente gli zuccheri. Lei invece era solita aggiungere mezzo cucchiaino di zucchero o di miele, quanto bastava affinché il retrogusto acre della bevanda non si sedimentasse nella bocca.
Si rivolse quindi al nuovo arrivato, che anziché stringerle la mano che lei gli porgeva si era lanciato in un inconsueto baciamano. Considerò quel gesto un po’ strano ma, non conoscendo ancora il neo collega e non volendo cadere in giudizi affrettati, si limitò a sorridere con gentilezza. Girandosi incrociò lo sguardo di Urania, che con un cenno accoglieva lei e Killian. Le rivolse uno sguardo tra l’interrogativo e il divertito, chiedendosi se avesse assistito alla scena e se anche lei avesse notato i modi particolari di Aiden. Ma non vi era affatto cattiveria nei confronti del collega, solo la ricerca di una sottile complicità con l’unica ragazza del Quartier Generale, oltre a lei.
Ormai erano tutti entrati nella stanza ed avevano iniziato ad accomodarsi sulle sedie e le poltrone appositamente sistemate dal “padrone di casa”. Prese uno dei piattini che proprio in quel momento stava volteggiando accanto a lei e si diresse verso la collega. Fino a quel momento non aveva ancora avuto modo di scambiare qualche parola con lei.
«Posso?» chiese con un sorriso indicando il posto accanto a lei. Le conversazioni non erano mai state propriamente il suo forte e spesso si limitava ad ascoltare ed osservare prima di lasciarsi andare. Era raro che entrasse sin da subito in sintonia con qualcuno, ancora più raro che andasse oltre una conoscenza superficiale e rivelasse qualcosa di sé. Nonostante cercasse di mantenere un rapporto positivo con tutti, solo pochissime persone conoscevano il suo lato più intimo, pochi facevano davvero breccia in lei. A volte le sembrava di essere come divisa in due: sfiorata da mille persone, ma intimamente sola a combattere la sua battaglia, in un delicato equilibrio sulla via che portava verso le mete che si era prefissata. Eppure quella sera si sentiva a suo agio, come trasportata dalle acque di un tranquillo mare. Una pausa nel suo cammino, da condividere con compagni inaspettati. O che forse sarebbero stati legati a lei più di quanto potesse immaginare.
Affondò la forchetta nella soffice pasta della torta, portandosi con eleganza e naturalezza il boccone alle labbra. Il gusto era delizioso e la pasta - ancora leggermente tiepida - ne amplificava i sapori. Era appena al secondo boccone quando Kappa si rivolse a lei chiedendole del suo grammofono. Era vero, nel suo Ufficio aveva anche un grammofono. Le erano sempre piaciuti gli oggetti antichi, sia magici che babbani. Spesso si perdeva nei suoi pensieri guardandoli o rigirandoseli tra le mani, immaginando le infinite storie che si potevano nascondere dietro la superficie sbiadita di quegli oggetti, cuore palpitante di ricordi e vissuti.
Ricordava anche che lui le aveva promesso che un giorno sarebbe andato nel suo Ufficio per poterlo vedere da vicino, e sperava che non se ne fosse dimenticato.
«Si, è vero. Vado a prenderlo» disse affabile. Posò il piattino con la torta sulla sedia e si diresse nel suo Ufficio. Era contenta di poter contribuire in qualche modo alla riuscita di quella improvvisata festicciola. Al comando di un semplice colpo di bacchetta, il grammofono si librò in aria e nel giro di pochi secondi fu di ritorno. «Qui sembra il posto perfetto» disse appoggiando lo strumento a terra. In realtà, più che perfetto, quello spazio era l’unico libero che era riuscita ad individuare: tra persone, sedie, torte e animali non rimanevano molti spazi liberi. Accarezzò lievemente il bordo in legno, prima di voltarsi di nuovo. «A te l’onore» disse indicando il giradischi e invitando Kappa a metterlo in funzione. Sicuramente gli avrebbe fatto piacere, pensò tra sé.

● Auror ● Scheda Outfit


Scusate ancora il ritardo e perdonate eventuali salti spazio temporali, ad ogni turno mi sembra di addentrarmi sempre più nei meandri della quarta dimensione. Scusate anche la scarsa qualità del post, a mia discolpa vi confesso che sono a letto con la febbre (si, sono particolarmente fortunata!) e l'ho scritto in uno sprazzo di pseudo lucidità.


 
Top
view post Posted on 9/7/2017, 17:04
Avatar


Group:
Auror
Posts:
1,504

Status:


oII3yvn

Dorian gli strinse la mano con un sorriso tiepido e, osservando anche il comportamento dei colleghi, si stupì della spontaneità con cui Aiden faceva amicizia. Lui, del resto, aveva ormai compreso che l’aspirazione della sua vita non era quella di stringere legami con le persone - le cui chiacchiere spesso lo annoiavano come lo spettacolo di un’ameba sotto cloroformio - ma di trascorrere il tempo in silenzio tra i libri.
«Piacere mio, professor Dorian. Se non ho sentito male dal corridoio, e di solito non accade, saresti anche un professore. Affascinante! Di quale cattedra?»
Gli sorrise con una freddezza garbata, ma scelse di accondiscendere alla sua richiesta curiosa ed interessata.
«Non è accaduto nemmeno questa volta, che fortuna. Insegno Difesa Contro le Arti Oscure, in ogni caso» concluse laconico.
I piattini continuavano ad oscillare nell’aria e dondolando trasudavano lo zucchero caramellato, effondendo nella stanza un buon profumo di vaniglia e amaretti.
«Ah, comunque, mi spiace averti rifilato la bottiglia a tradimento prima, ma con le mani occupate mi era impossibile presentarmi a dovere.»
Quelle scuse non erano necessarie, ma Dorian le apprezzò; evidentemente agli occhi del giovane, vivi, attenti, precisi, non sfuggivano i dettagli, e il tatto – una virtù che lui non teneva mai in alta considerazione quando si rivolgeva agli altri – era fondamentale se si intendeva non urtare la sua suscettibilità. La sua vanità era prodigiosa e la sua indulgenza totalmente assente. Gli piaceva considerarsi il corrispettivo moderno di un munifico sovrano rinascimentale o di un severo imperatore romano, oltre alla cortesia, esigeva l’adulazione.
Si ritenne dunque soddisfatto dal modo di fare di Aiden e decise di annoverarlo in quel cenacolo di pochissimi eletti di cui stimava l'arguzia e la naturalezza, perdonandolo con un benevolo cenno della mano. Poi sollevò il bicchiere di tè in direzione di Atena, che stava iniziando a chiacchierare con Urania.
«No grazie, ho 'finalmente deciso di mettermi a dieta'» fintamente sorpreso dalla risposta piccata di Killian, gli sorrise mordendosi le labbra.
«Chi mai potrebbe dispiacersi del tuo musetto paffuto?» flautò.
«Mi auguro che tu non stia nascondendo ai tuoi colleghi, amici e compagni di vita una qualche simpatia, se non addirittura... – oh un’onta del genere sarebbe imperdonabile! - una morosetta…»
Dorian lo incalzò con la stessa malizia fine e divertente con cui lui, a sua volta, gli aveva risposto, sottolineando le ultime parole con l’enfasi di un drammaturgo.
Nel frattempo gli altri avevano iniziato a mangiare: osservò l’oro della polvere di mandorla abbellire il rame rosato della crosta di sfoglia, e, commosso dalla voracità di Christopher, scelse di porgere anche la sua fetta all’amico, agitandogliela davanti con la civetteria un po’ birbante di chi vuole ingraziarsi una bestiola. Alla fine si servì un bicchiere di crema al whisky e lo bevve tutto d’un fiato, sentendone guizzare la lunga fiamma astiosa sulle pareti della gola.
In quel momento ascoltò Rue: in effetti nelle serate dei giorni feriali si riuniva in quella pasticceria una clientela bohémienne, gente di teatro, scrittori e altri artisti che assaporavano con la voracità e l’impeto di un’idrovora le creazioni zuccherine del maître, ma lasciò cadere il discorso; ancora una volta stuzzicato dall’umorismo di Killian.
«Per guarire la mia brutta bua cattiva l'unica cosa "forte" che potrebbe funzionare è una bella poppata di latte materno»
Non riuscì a non incalzarlo con fare civettuolo:
«So io che poppata bella forte ti ci vorrebbe…» si strinse nelle spalle con finta ingenuità, facendogli l’occhiolino.
Poi tornò a sorridere ad Atena che, dopo aver recuperato e acceso un vecchio grammofono, si concedeva trasognata un altro bocconcino di paradiso, inconsapevole dell’eleganza del suo modo di mangiare, da vera intenditrice fine e distaccata.
Si versò un altro copioso bicchiere di liquore, e ancora lo vuotò senza battere ciglio.


E' ormai evidente che lo spazio-tempo è collassato su se stesso; ho fatto del mio meglio, ma ho dovuto stravolgere ancora l'ordine delle azioni, soprattutto per riuscire ad interagire con tutti. Vogliatemi comunque bene. :gelato:

Edited by Dørian - 16/11/2017, 09:18
 
Top
view post Posted on 10/7/2017, 11:15
Avatar

When the snow falls, the fox tries to survive.

Group:
Auror
Posts:
3,876

Status:



#Scheda #Auror #26 anni
Il baciamano che aveva destinato alle uniche due fanciulle presenti in quell’orario pesantemente notturno risultò sicuramente un modo strano per approcciarsi ai loro occhi, così come agli occhi dei restanti colleghi che stavano assistendo.
Aiden aveva ricevuto un’educazione a vecchio stampo e sua madre aveva la fissa delle buone maniere, un po’ perché le ricordava il modo in cui si erano incontrati lei e colui che sarebbe stato suo marito, e un po' perché era fissata. Ma ad ogni modo, Aiden non avrebbe di certo cancellato le sue abitudini, al massimo mitigate, tuttavia mostrarsi ben educato e cavalleresco con le colleghe fu una mossa d’obbligo, un modo non troppo esplicito per mettersi a loro disposizione in caso di necessità o aiuto.
Notando di sottecchi la reazione imbarazzata di Urania, Aiden non poté fare a meno di imbarazzarsi a sua volta, come se avesse commesso chissà quale orrendo crimine nei suoi confronti. Divenne rosso come uno dei semafori inventati dai Babbani per gestire il traffico lungo le strade, diventando tutt’uno con i propri capelli.
«Perdonami, non volevo sembrare invadente. Ho ricevuto un’educazione particolare e mi è impossibile evitare di essere cavalleresco - diciamo - con le ragazze. Ad ogni modo, considerala una semplice cortesia e non temere, riservo questo genere di convenevoli solo una volta.» Cercò di sorridere affabilmente ma fu chiaro che il sorriso venne piuttosto tirato dall'imbarazzo.
E non poté evitare di reagire allo stesso modo con Atena, seppure meno evidentemente visto che ella aveva semplicemente reagito con un sorriso gentile. Non aveva però notato lo sguardo complice che aveva lanciato ad Urania, troppo occupato a fissare Killian che - palesemente - lo stava prendendo in giro per quella sua sciocca preoccupazione. Certo, era lì da poco e a parte quel vecchio diavolo di Murtagh Rose - il vecchio amico di famiglia e collega Auror che aveva incontrato subito dopo il colloquio con Rhaegar - non conosceva nessuno così bene da poterlo definire un degno compagno di avventure.
Tuttavia, Aiden già sentiva di dover instaurare una certa chimica con loro, perché presto o tardi si sarebbero dovuto spalleggiare fuori dal Quartier Generale. Preoccuparsi fin da subito delle persone lì presenti fu naturale per lui, forse anche dovuto al suo irrefrenabile bisogno di poter contare su qualcuno e non restare solo come era accaduto durante quei sette lunghi anni su Skellig.
Adesso doveva recuperare e mettersi in pari, in tutto.
Rivolse a Killian un sorriso malizioso, birbantello, degno dell’Aiden ai tempi della scuola, in cui le marachelle e i guai erano all’ordine del giorno. Inutile dire che quel lato di sé non sarebbe mai morto facilmente, era solo stato sopito e tenuto a bada.
«Temo che il latte materno sia off-limits, ma forse potrei fare un salto al mini market a pochi passi dall’entrata del Ministero e prenderti un cartone di latte, possibilmente di capra, è ciò che più si avvicina al latte materno.» disse in tono divertito e malizioso. «Altrimenti potrei scrivere a mia zia e farmi mandare del latte di Jarvey. Dicono che sia bello forte quanto il Wheskey Incendiario!» Quell'ultima frase era una cavolata assurda, inventata sul momento, giusto per mostrare agli astanti che era dotato di un certo humor sebbene lo stessero torchiando per bene dato che era l’ultimo arrivato.
Poiché tutti si stavano stuzzicando in quel modo per alleggerire la tensione e stanchezza accumulate da tutte quelle ore di lavoro, perché non unirsi anche lui a quel circolo vizioso?
Prese uno dei piattini che stavano fluttuando e osservò la fetta di torta che Dorian aveva diligentemente tagliato ma con delle fette in eccesso. Per lo meno quel mastino di Kappa avrebbe avuto modo di deliziarsi di un secondo giro di quella delizia. La assaggiò mentre ascoltava la risposta di Dorian e dovette ammettere che era davvero buona. Si limitò a complimentarsi con Dorian per l’ottima scelta con un movimento del capo.
«Affascinante, Professore!» esclamò alla sua risposta. «Gli studenti dovranno ritenersi fortunati ad avere un Auror come insegnante.» E aggiunse un sorriso nel vederlo gradire la crema di whiskey che aveva portato. «Se ti piace, te ne farò avere qualche bottiglia. Mio fratello se le fa mandare dalla nostra adorata Irlanda.»
L’attenzione ritornò su Killian quando Dorian azzardò quella battuta riguardo alla frase sulla dieta. Aiden non poté trattenere la risata che gli era salita e cercò di soffocarla, sebbene malamente. Voleva proprio vedere come se la sarebbe cavata il collega amante dell’Eyeliner a quella strana provocazione.
«Una fidanzatina?» incalzò, seguendo il gioco di Dorian. «Allora sette anni su Skellig a vivere di stenti è uno spasso in confronto!»
Involontariamente aveva rivelato una cosa di sé, l’essere stato via per sette anni su un’isola e di cui ancora ora portava i segni: l’odore della salsedine e della sabbia, la pelle ancora vagamente abbronzata e il fisico non ancora ripreso del tutto dal poco nutrimento.
Certo, aveva coltivato la terra per non campare solo di pesce e aveva addirittura preso in prestito dei polli per mangiare delle uova, ma era ugualmente poco nutrimento per sette anni. Se era vivo era solo perché era dannatamente resistente e caparbio nel voler vivere.
Si sedette su una delle sedie, mettendosi a cavallo e tenendo i gomiti appoggiati allo schienale, fissando la torta come se non fosse realmente lì. Quanto aveva faticato su quell’isola per riuscire a controllare la propria rabbia? Quanta sofferenza aveva dovuto patire per superare la perdita di suo padre?
La mano corse al petto e strinse a forza quel ciondolo con la testa della volpe in argento che suo padre gli aveva lasciato, assieme al pesante anello a forma di lupo che un tempo era appartenuto a suo padre e che non poteva ancora indossare. Troppi Mangiamorte conoscevano quell’anello, troppi nemici aveva addosso da ancora prima di essere assunto.
Trasse un profondo respiro e prese un altro boccone di torta per cercare di riprendere il controllo del suo stato d’animo. Non avrebbe lasciato vedere a nessuno le sue emozioni. A nessuno.
«E’ da molto che siete qui?» domandò a tutti, dopo aver mandato giù quel boccone vellutato, fresco e dolce.
Aiden Weiss
“And I started to hear it again, but this time it wasn't the end.”
CODE MADE BY SAMMAEL



Caro Killimangiaro, ritieniti fortunatello perché volevo fare in modo che Aiden andasse alla macchina del caffé e la aprisse per cercare la cisternina del latte e portartelo, correggendolo con il whiskey per renderlo "più forte" :ihih:



Edited by Dragon Reborn - 11/7/2017, 10:24
 
Top
view post Posted on 21/7/2017, 12:23
Avatar

Group:
Auror
Posts:
552

Status:



Killian Resween ♢ 24 anni ♢ Auror

« Ladruncola »


Se qualche tempo prima avessero chiesto a Killian Resween quante probabilità ci fossero di partecipare ad una piccola festicciola intima con i colleghi all'interno del Quartier Generale, il ragazzo avrebbe sicuramente azzardato uno 0%. Forse zero no, ma di sicuro sotto al dieci. E invece eccolo qui, appoggiato allo stipite della porta ad osservare gli altri Auror notturni che mangiavano la torta portata da Dorian. La situazione, per quanto strana gli paresse, lo divertiva senza ragioni logiche alcune, in verità. Dopotutto il momento poteva anche ritenersi "normale" se solo non si stesse parlando prevalentemente di latte materno/latte di capra/ latte non precisamente identificato. Ed era colpa sua, doveva ammetterlo: era stato lui ad introdurre l'argomento per prendere in giro le apprensioni di Aiden e la esca che aveva gettato aveva reclutato un sacco di pesciolini pronti a cogliere l'occasione di scherzare al volo. Il ghigno obliquo che tagliava le sue labbra scure tra la barba incolta si storse ancora di più mentre si ritraeva leggermente dall'uscio per far entrare di nuovo Atena con il suo bel grammofono in mano. Forse era per questo che si era meritato il primo posto sulla lista delle persone da invitare ad un festino di K e non sapeva ancora decidere se l'associazione Killian-bua-poppata lo divertiva o sarebbe stato un insulto indelebile alla fama di bellimbusto rubacuori che sembrava correre tra i colleghi. Motivo in più per riderne. Ed infatti, prima ancora che potesse rispondere alle chiacchiere di Aiden su vari tipi di latte consigliato (*Ma come fa a sapere che quello di capra è come quello materno?*) fu Dorian ad incalzarlo su un altro fronte, stavolta più pericoloso. Ma nulla che il Resween non potesse arginare con una semplice scrollata di spalle e una faccia più furba del solito:

"Ma che dici, Dorian. Tutte amano il mio volto paffuto. Come potrebbe essere altrimenti? E io perchè dovrei sceglierne una e privare tutte le altre di una tale gioia?"


Volevano un donnaiolo? Killian sapeva come reggere il gioco alla perfezione, era precisamente nelle sue corde. Uno sguardo complice venne lanciato dai suoi occhi grigi alle due ragazze nella stanza quasi che cercasse conferme di quello che aveva appena detto. Sperava davvero che la leggerezza di quelle battute fosse condivisa da tutti i presenti e allora sì che sarebbe stato davvero soddisfatto di quella serata improvvisata tanto da crearsi delle elevate aspettative per il futuro.
Mentre gli altri continuavano a conversare però, il ventiquattrenne si ritrovò a pensare alla grossa fortuna che aveva nel poter dissimulare quello che realmente gli passava nella mente, frutto dell'allenamento continuo per nasconderlo anche a se stesso. Ma non sempre riusciva ad impedire ai suoi pensieri di volare ad Hogwarts quando vedeva Dorian, che oltre ad essere Auror rivestiva anche la carica di Professore nella Scuola. Ed insegnava anche a Lei, senza dubbio. Forse il bene maggiore non era tanto la sua capacità di svicolare dalle domande scomode, ma il fatto che non conosceva ancora bene quelle persone e soprattutto non era conosciuto da loro, altrimenti non sarebbe stato così semplice.

A scuoterlo da quella brevissima riflessione personale fu una nuova domanda del rosso che , come logico che fosse, si interessava dei fatti precedenti al suo arrivo e in particolare da quanto i colleghi ricoprissero quella carica. Stava giusto per rispondere in maniera abbastanza sbrigativa quando la parola gli fu di nuovo impedita, stavolta per l'intervento di una semplice busta da lettere azzurrina che scivolò sotto la porta semiaperta sul pavimento lucido, arrestandosi proprio vicino all'anfibio destro dell'Auror. Sorpreso, Killian si sporse oltre l'uscio per controllare chi avesse lanciato rasoterra quella missiva ma la Sala Comune e i corridoio erano silenziosi e disabitati, nessun indizio che potesse sostenere l'ipotesi di una velocissima fuga. L'uomo aveva intenzione di piegarsi e controllare il destinatario di quella lettera del mistero scritto sul retro con inchiostro viola, era quasi a metà dell'opera quando la carta prese vita da sola e lo costrinse ad appiattirsi contro il muro mentre iniziava ad inveire a pochi centimetri dal suo volto barbuto. La Strillettera aveva una voce femminile, giovane e stridula. Non apparteneva a nessuno di sua conoscenza, di questo era certo. E la conferma furono le parole che si sentì urlare contro dalla lettera inviperita:


"Piccola ladruncola imbellettata che non sei altro! Ti avevo espressamente e categoricamente vietato di toccare la mia Piastra Allunga&Dis-unta e tu che fai? Addirittura me la porti via senza dirmi niente di niente? Ma figurarsi, la signorina è così tanto viziata che non può concedersi l'onere di chiedere il permesso! Ti avverto, tieni giù le tue zampacce smaltate dalla mia roba o ti incenerisco la prossima volta!! E NON SIAMO PIU' AMICHE!"

La strillettera concluse con quello scoppio di rabbia le accuse che furono rivolte ad un perplesso Killian. Quando questa cadde a terra ripiegandosi compostamente taciturna e placida quasi conscia dell'errore che aveva commesso, il ragazzo guardò a turno tutti i suoi colleghi quasi aspettandosi delle spiegazioni da parte loro. Poi, alnzando entrambe le mani come in segno di resa, dichiarò divertito:

"Giuro di non aver rubato nessun... emh, com'era?... nessuna Piastra Allunga&Dis-unta"

Scheda


Edited by Killian Resween - 21/7/2017, 13:41
 
Top
view post Posted on 7/9/2017, 12:09
Avatar


Group:
Auror
Posts:
684

Status:



Overtime

fXTQjyM
Era
piacevole trascorrere una serata leggera tra colleghi con cui, generalmente, si scambiavano poche e rapide chiacchiere. Da quando avevo cominciato a lavorare in quel Dipartimento avevo svolto alcuni incarichi, più o meno importanti; tendenzialmente preferivo fare coppia con Kappa ma si prospettava la possibilità di dover lavorare a stretto contatto con tutti loro, prima o poi. E conoscerli meglio, pur non dovendoci necessariamente stabilire un rapporto d'amicizia - che per mia costituzione caratteriale riservavo a pochissimi - pensai fosse opportuno.
Non conoscevo Atena se non per qualche banale dettaglio perciò, quando venne a sedersi accanto a me, le sorrisi cordiale e mi spostai appena per farla accomodare. Eravamo le uniche donne del nugolo ristretto che in quei mesi frequentava più assiduamente la sede principale; sicuramente ciò tendeva a renderci naturalmente complici (non mancai di notare lo sguardo che mi rivolse dopo il gesto di Aiden). Ma, per quanto mi riguardava, ciò non spianava automaticamente la strada ad un particolare rapporto d'intesa; non interagivo facilmente con le persone del mio stesso sesso, era ormai una consapevolezza chiara. Ma magari quella volta sarebbe stato diverso: i modi di Atena mi comunicavano una certa affinità.
Mangiai la mia porzione di torta, chiacchierando con lei del più e del meno. Poco dopo, trovai deliziosa l'idea che ebbero lei e Kappa di allietarci con il suono del suo grammofono. L'atmosfera era serena e non impegnativa, ero così rilassata che - come raramente mi capitava - pensai di trovarmi proprio bene circondata da quelle persone. Non desiderai di tornarmene nel mio ufficio e fui più loquace del solito.
Poi, d'un tratto, una letterina azzurra vergata da inchiostro violaceo fece la sua apparizione sotto l'uscio della porta. La osservai con curiosità, riconoscendola come una specie di strilettera. Ma era assolutamente fuori contesto perché, seppur rapidamente, pareva riportare un destinatario che non s'identificava in nessuno di noi. Improvvisamente la busta schizzò verso l'alto e intercettò il viso di Killian, deformandosi in una bocca appuntita dall'aria rancorosa.

"Piccola ladruncola imbellettata che non sei altro! Ti avevo espressamente e categoricamente vietato di toccare la mia Piastra Allunga&Dis-unta e tu che fai? Addirittura me la porti via senza dirmi niente di niente? Ma figurarsi, la signorina è così tanto viziata che non può concedersi l'onere di chiedere il permesso! Ti avverto, tieni giù le tue zampacce smaltate dalla mia roba o ti incenerisco la prossima volta!! E NON SIAMO PIU' AMICHE!"

Le urla riecheggiarono ancora qualche secondo nelle mie orecchie. Mi accorsi, solo dopo, di aver sgranato gli occhi e trattenuto il respiro. Quando Killian parlò il breve shock iniziale mi passò; mi rilassai e scoppiai a ridere, ancora incredula.
«Deve essere un errore, non c'è dubbio» dissi, osservandola giacere immobile sul pavimento, perfettamente ricomposta. «Anche se non credevo che questi oggetti potessero sbagliare» aggiunsi.
Sul finire della mia frase altre tre lettere, di diverso colore, apparvero sotto l'uscio. Strinsi le sopracciglia al centro della fronte e non ebbi il tempo di commentare ulteriormente quella stranezza che una verde acido schizzò davanti al mio viso. Arretrai il capo con rapidità, sbattendo le palpebre.

''Marco, che tu mi abbia lasciato ad aspettarti un'ora al ristorante è davvero inaccettabile! Mi sono seduta e ho mangiato tanto di quel pane da prendere ben 3 chili! Schifoso traditore, eri con quella? Dimmelo, vigliacco! Io ti lascio, questa è la volta buona! Altro che matrimonio, io ANNULLO TUTTO! E in vacanza ci vado con Lucio, SAPPILO!''

Ripresi fiato, sentendo pulsare il cuore sotto l'epidermide del collo su cui avevo poggiato i polpastrelli della mano. Deglutii e spostai gli occhi su Atena, ancora vicina a me.
«C-cosa sta succedendo?»




***


Con ritardissimissimo ma ci sono :gelato:
 
Top
26 replies since 17/5/2017, 15:14   924 views
  Share