Patronus, Arruolamento ES

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view post Posted on 7/2/2019, 16:35
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Grifondoro
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«Patronus»
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Vuota. La stanza era completamente vuota, niente assassini, niente rumori strani, solo banchi e sedie. Possibile che avessero sbagliato stanza? Il Grifondoro si sentiva perso, demoralizzato. Una giovane ragazza era stata uccisa, assassinata e ora era un fantasma e neanche lo sapeva, come se non fosse abbastanza un suo amico stava per fare la stessa fine. In quel momento Fred si sentì solo, non c'era Oliver il suo migliore amico che sicuramente avrebbe saputo aiutarlo; non c'era nessun adulto che potesse prendere la situazione in mano e dirgli cosa fare, come comportarsi.
Un mormorio proveniente dalla cattedra gli provocò una scintilla di speranza dentro e subito sia lui che la ragazza-fantasma si fiondarono in quella direzione. Ciò che vide fu come un pugno dritto allo stomaco. Julian era lì, a terra e in fin di vita. Un rivolo di sangue collegava la bocca del ragazzo al collo dove altro sangue fuoriusciva da un taglio netto. Il ragazzo era vivo, ma non lo sarebbe stato ancora per molto e a peggiorare la situazione fu la disperazione con la quale lo guardò la ragazza-fantasma. Dal preciso istante in cui aveva visto il ragazzo quest'ultima aveva provato, invano, ad afferrarlo, a toccarlo. Era giunto il momento di dirle la verità, di dirle che le avevano tolto il dono più prezioso di tutti: la vita.
«Sei un fantasma, è per questo che non riesci a toccarlo...t-tu sei morta» Gli occhi gli si fecero lucidi, ma non aveva alcun diritto di piangere, non era lui ad essere stato ucciso.«Mi dispiace non essere arrivato in tempo per salvarti ma ora ho bisogno che tu sia forte, per Julian. Se non lo aiutiamo subito morirà» si sentì ancor più male a negarle il tempo di piangere la sua stessa morte ma tutto ciò che aveva detto era vero, Julian avrebbe potuto fare la sua stessa fine e lui semplicemente non poteva permetterlo. Era arrivato troppo tardi per salvare la ragazza ma, forse, avrebbe potuto salvare Julian. «Ho bisogno che tu vada subito in infermeria. Sei un fantasma, ci metterai un attimo a raggiungere il secondo piano» Fred si tolse la felpa del pigiama e la maglietta e prese la seconda premendola sulla ferita del ragazzo in fin di vita. Doveva limitare la perdita di sangue il più possibile. «Spiega la situazione all'infermiere e portalo qui, io cercherò di fermare l'emorragia fino al tuo ritorno. Vai» Aveva fatto la cosa giusta? Per un attimo aveva pensato di prendere Julian in braccio e portarlo direttamente in Infermeria, ma in quel modo non avrebbe potuto fermare il sangue e Julian probabilmente sarebbe morto durante il tragitto, e per quanto Fred potesse essere forte di certo non sarebbe riuscito a correre fino al secondo piano con un ragazzo quasi morto tra le braccia, così aveva deciso di fare ciò che facevano sempre nei film, fermare la fuoriuscita di sangue e chiamare aiuto. Julian doveva solo riuscire a resistere fino all'arrivo dell'infermiere. «Resisti Julian. Resisti»


→ Outfit

♢ Statistiche:
PS: 155/155
PC: 70/70
PM: 80/80
EXP: 12
♢ Inventario Attivo:
Bacchetta: Legno di Frassino, Piuma di Ippogrifo, 8 pollici e mezzo, elastica.
Ciondolo: un ciondolo a forma della stella di David con un ovale infuocato al centro, uguale alla cicatrice che ha sul polso sinistro. Legato alla sua Abbilità Innata.
Anello con Rubino: L'Anello è incantato affinché, indossato, possa illuminarsi quando si prova una forte emozione, di qualsiasi genere essa sia.
 
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view post Posted on 24/3/2019, 11:19
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Il Fato

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tom5j1c

La situazione si stava dimostrando sempre più critica e secondo dopo secondo che tutti gli astanti trascorrevano insieme, aumentava a dismisura una schiera di pericoli in successione. Potevano forse essere scoperti da un momento all'altro, e non sarebbe stata una pessima occasione per chiedere aiuto; potevano al contrario correre di persona verso gli uffici del Preside, di qualche Docente, perfino semplicemente verso l'Infermeria, ora che il dramma di un altro corpo leso si era palesato nitidamente; a prescindere da qualsiasi scelta compiuta, non avrebbero potuto - nessuno di loro - fare dietrofront, marcia indietro, e chiudere gli occhi di fronte gli eventi di quella notte. Il ruolo che Fred Zoungla rivestiva tra le mura del castello non era la sola ragione che gli imponeva raziocinio e tempra cui sottostare; si trattava di un'etica, di una morale, di un comportamento ben più profondo. La distinzione fra il bene e il male non era mai apparsa così netta come in quegli istanti: abbandonare il luogo del delitto, nel senso più letterale possibile, avrebbe rappresentato un atto di codardia che né il Grifondoro né gli altri lì presenti avrebbero potuto perdonare e soprattutto perdonarsi. La ragazzina, spettrale e perlacea al chiarore del topolino incantato ancora al suo fianco, non aveva idea di cosa fare. Il comando di Fred le risuonò vuoto, astratto, privo di valore di sorta, perché annunciava in sé la certezza di dover sottrarsi alla vista del suo amato. La sola consapevolezza di lasciare Julian per l'ennesima volta, in quello stato disastroso tra l'altro, avrebbe sancito la sua sconfitta personale, oltre che emotiva. Incapace di pronunciare parola alcuna, la voce definitivamente spezzata dal pianto crescente, il corpo tremante, il Fantasma riuscì soltanto a scuotere il capo in segno di diniego. Si piegò in un movimento impercettibile, quasi a danzare nelle tempre più scure di quelle ore notturne, fino a riverberare di luce propria in una stanza di per sé scura, fiocamente e scarsamente illuminata. Neanche il frutto del Patronus nei paraggi offriva una visuale d'insieme più dettagliata, ma la pozza di sangue si era concentrata su ampia parte del pavimento e per Fred, così come per la ragazza - non si era ancora presentata, a quanto pareva -, non poteva passare inosservata in alcun modo. Il tentativo di frenare l'emorragia al torace, da parte di Fred, fu abbastanza immediato e di successo, ma le sue mani non avrebbero fatto altro che macchiarsi di rosso a loro volta. Senza un intervento curativo, per Julian non ci sarebbero state possibilità concrete di salvezza in quella stessa notte. Al confine di dubbi e domande irrisolte, Fred avrebbe dovuto agire di conseguenza, e avrebbe dovuto farlo il più in fretta possibile. Poteva la magia giungere in suo soccorso? Aveva Incantesimi a fare da aiuto reale?
«Chi- chi ti ha ridotto-» La voce del Fantasma si spezzò ancora una volta, in un crescendo di disperazione che non ammetteva precedenti. «Chi- chi ci ha fatto tutto-» L'ultima parola si disperse come in un soffio appena formulato: la ragazza si era infatti avvicinata al corpo del ragazzo così tanto da poter scorgere i dettagli più immediati su tutto il corpo. Faticava a respirare, così come a parlare, e sembrava dallo sguardo in parte vitreo di aver cominciato a perdere i sensi. La maglietta era stracciata in più punti, come se vittima di una furia a sua volta, mentre il taglio zampillava tuttora sangue in eccesso. Poco distante, a partire dall'avambraccio fino al polso, la pelle era sporca e macchiata di rosso, ma era illesa. «Cosa-»
Un volo di rondine, un battito di ciglia. Il Fantasma gridò con tutto il fiato che aveva in gola, il suono disperato e nevrotico di un folle, a risvegliare le ombre del Castello intero.
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«Khamelot» sputò con foga, in un miscuglio di sillabe indefinite, prima di sospingersi all'indietro in un balzo singolare. Il topolino parve tremare a sua volta, la luce si affievolì per un istante, prima che zampettasse più lontano. Proprio grazie a quel breve spostamento, un nuovo bagliore illuminò la stanza scolastica ben più ampia di quanto potesse apparire inizialmente. Sulla parete in fondo, seminascosta, una figura si mosse lentamente.
Un lampo di luce rossa e Fred fu sospinto all'indietro, immediato, prima ancora che potesse capire cosa fosse successo (-30 PS -15 PC -10 PM). Schiantato alla porta da cui era appena entrato, era stato così costretto a lasciare il corpo del ragazzo ferito, mentre il danno riprendeva a scorrere a più non posso. Quello che accadde subito dopo gli giunse a rallentatore, come in una visione ad occhi aperti. Un borbottio, la preoccupazione nell'aria, fin quando Fred poté sentire le voci della ragazza e di un perfetto sconosciuto. Si abbracciarono nell'esatto momento in cui il Grifondoro riprese coscienza di sé, in modo totale: «...il tribale sul braccio, non ce l'aveva, per un attimo ho pensato che fossi tu. Oh Julian, io- io-» - anche a quella distanza, Fred poteva notare il Fantasma della ragazzina tremare convulsamente, tentando ancora una volta invano di stringersi al petto del ragazzo - «...io sono morta, Julian?» Il topolino guizzò verso il corpo ferito, il sangue ormai a rivoli veloci, mentre all'ombra del fondo della stanza avanzava finalmente la coppia che ancora parlava sommessamente. Occhi scuri, capelli castani, una divisa scolastica senza riconoscimento a coprire una figura esile, vicina, a tratti familiare in modo esagerato: la copia identica del ragazzo ferito si cristallizzò in carne ed ossa alla presenza di Fred. Aveva le maniche della divisa entrambe sollevate, e mostrare sul braccio destro un intricato tatuaggio tribale, lo stesso che il Fantasma osservava con impazienza e che invano, ripetutamente, sfiorava con dita intangibili.
«Mio fratello deve morire.»
Parlò così, istantaneo, senza flessione.
«Ha ucciso lui Stefanie, l'ha uccisa lui.» Tradì finalmente un pianto disperato, al suo fianco la ragazza si nascose il volto tra le mani. «Lascialo morire o ucciderò anche te.»


Ripartiamo allora.
Da questo momento tutto si complica, hai diverse soluzioni da trarre in corso di gioco - risposte non evidenti, ma di possibile interpretazione sulla scia di tutti i dettagli che hai in testo - per poi prendere una decisione. Sei di fronte al confine dell'etica e del raziocinio, giusto e sbagliato, ma in ogni caso è la tua personalità a dover prevalere. Resta sempre coerente, questo si valuterà in primo aspetto.

Da questo momento inserirò delle scadenze di una settimana, favorendo tempistiche meno lunghe come fino ad ora. Per qualsiasi proroga, dubbio o domanda, contattami da ora alla casella di questo contatto.

Prossima scadenza: 31 Marzo, 23.59
 
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view post Posted on 2/4/2019, 01:06
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«Patronus»
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Il piano del Grifondoro avrebbe potuto funzionare,ma quest'ultimo non aveva tenuto in conto la reazione del fantasma a tutte quella situazione. Fu una scena straziante per il Prefetto. E anche se la ragazza era un fantasma, Fred ebbe paura di vederla svenire da un momento all'altro, per giunta a peggiorare tutta la situazione era il sangue di Julian, che aveva ormai sporcato la sua maglietta che a sua volta gli aveva sporcato le mani. Quando aveva pensato di fermare l'emorragia, non aveva pensato alle sue mani che si macchiavano di quel liquido viscoso, di quanto fosse caldo e della sensazione che gli avrebbe fatto provare. Per un attimo si sentì male, sentì le budella contorcersi e quasi gli venne da vomitare; non perché era sensibile al sangue, ma perché una giovane vita era nelle sue mani e un'altra vita era stata troncata ed era toccato a lui trovarne il corpo inanime. Ma fu proprio quel pensiero a farlo tornare alla realtà. Era vero, aveva paura, ma non le avrebbe mai permesso di sopraffarlo. Le sue paure non sarebbero mai state più forti del suo coraggio. Il suo piano evidentemente non aveva funzionato, doveva trovare un altro modo per salvare la vita di Julian e lo avrebbe trovato a qualunque costo. Il suo sguardo passò dall'emorragia che cercava di fermare, al volto del ragazzo in fin di vita per poi passare alla figura del fantasma che si era avvicinata ancor di più al suo amato. Prima ancora che potesse anche solo pensare alla sua prossima mossa il grido della ragazza gli rimbombò nelle orecchie, facendogli venire i brividi. Poi si allontanò dal corpo quasi senza vita, come se non fosse più quello del suo amato, pronunciando un nome sconosciuto al Prefetto. Ad allontanarsi fu anche il topolino luminoso e subito dopo una nuova luce gli offuscò la vista. Un lampo rosso, che portò con sè anche dolore e un attimo dopo si ritrovò schiantato contro la porta dell'aula che aveva varcato solo poco prima. Quando si riprese dal colpo, un'altra figura che prima non aveva notato si era fatta avanti, uscendo dalla penombra. Quando riuscì a mettere quella figura a fuoco pensò di aver sbattuto la testa perché vedeva la copia identica del ragazzo disteso vicino alla cattedra. Lo pensò finché non notò una differenza. Un tatuaggio tribale sul braccio destro, che il ragazzo ferito non aveva. Non ci mise molto a fare due più due, visto che aveva sentito il fantasma chiamarlo Julian e fu lui a confermare il suo ragionamento: quei due erano gemelli. Il Rosso-oro si appoggiò alla porta per tornare in posizione completamente eretta e fronteggiare la nuova minaccia. Perché si, quel ragazzo era una minaccia ed era uno stupido a pensare che Fred gli avrebbe permesso di uccidere il fratello. Per nessun motivo il Prefetto lo avrebbe lasciato morire. Se aveva veramente ucciso Stefanie - a quanto pareva era quello il nome della ragazza-fantasma - allora sarebbe stato giudicato di fronte al Wizengamot ma in nessun modo il Grifo avrebbe assistito ad un omicidio, diventandone così complice. «Mi dispiace, ma non posso farlo» lo sguardo gli si fece minaccioso. Se prima aveva provato paura ora provava un misto tra rabbia e frustrazione. Non poteva concepirla una cosa del genere, uccidere qualcuno, peggio ancora uccidere un fratello. Non perse tempo, non aveva bisogno di pensarci, sapeva già cosa doveva fare. Con la mano sinistra, quella su cui portava il suo anello incantato, estrasse immediatamente la bacchetta, caricando successivamente il braccio fino a far arrivare la mano più o meno all'altezza del naso e cominciò ad enunciare la formula:«Ex...» successivamente distese il braccio puntando con decisione il suo obbiettivo, ovvero il vero Julian, se così poteva chiamarlo. Nel momento in cui la sua bacchetta stava per allinearsi con la vittima completò la formula: «pelliarmus» Sapeva di dover essere veloce, come sempre e di dover essere concentrato come ogni qual volta usava un incantesimo. Nonostante fosse uno dei primi incantesimi che aveva appreso, sapeva che la magia a volte poteva fallire se non si facevano le cose per bene. La voce era chiara, la mente era concentrata sull'esecuzione e i movimenti erano precisi, quasi in modo maniacale. Non voleva fallire e sapeva che se non voleva ritrovarsi schiantato nuovamente o peggio se non voleva perdere la vita, doveva disarmare il suo avversario. Poi magari avrebbe provato a farlo ragionare, o forse avrebbe provato a metterlo k.o. per un po', qualunque cosa servisse per permettergli di salvare la vita al gemello di Julian. La corsa contro il tempo era iniziata e il Prefetto rosso-oro ce l'avrebbe messa tutta per vincere, anche a costo della sua stessa vita.


→ Outfit

♢ Statistiche:
PS: 125/155
PC: 55/70
PM: 70/80
EXP: 12
♢ Inventario Attivo:
Bacchetta: Legno di Frassino, Piuma di Ippogrifo, 8 pollici e mezzo, elastica.
Ciondolo: un ciondolo a forma della stella di David con un ovale infuocato al centro, uguale alla cicatrice che ha sul polso sinistro. Legato alla sua Abbilità Innata.
Anello con Rubino: L'Anello è incantato affinché, indossato, possa illuminarsi quando si prova una forte emozione, di qualsiasi genere essa sia.
 
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view post Posted on 7/4/2019, 05:28
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Il Fato

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tom5j1c

All'occhio inesperto la scena sarebbe apparsa folle, senza alcun dubbio, e tuttavia già rivolta in una sola unica direzione: il Castello non avrebbe mai ammesso simili comportamenti, non un omicidio, non la pratica di magia oscura, non di certo le azioni più tragiche in assoluto. La rapidità di collegamento, di conseguenza, non avrebbe compreso alcuna manovra dispersiva, alcuna variante, nulla che l'ovvio già non presentasse: un cadavere intravisto in precedenza, il suo Fantasma ancora ad aleggiare sulla terra, infine una coppia di studenti in contrasto perenne, l'uno a ferire l'altro fino all'ultimo respiro. Un Prefetto, una Casata prestigiosa, il suo intervento fino a quel momento riparatore, e di tanto in tanto anche vano. All'occhio sconosciuto del Docente, del Preside, del Prefetto, del Caposcuola, di chiunque altri, la situazione sarebbe stata archiviata in modo funesto, ed anche repentino. Ma c'era molto di più, lo sapevano i presenti in quella stanza buia, alla luce fioca di un topolino, di un Incantesimo Patronus. Perché c'era ancora una domanda in sospeso, mentre per fortuna i primi tasselli tornavano al loro posto, in una visione d'insieme sempre più complessa, ma non meno dettagliata: Khamelot il primo, Julian il secondo, nomi di gemelli, di fratelli, di figure in disarmo e in litigio crescente, là dove all'amicizia e al valore familiare si inseriva drasticamente il peso del Male, la sconfitta e la sua vendetta. Era andata davvero in quel modo? Julian, non più la vittima come ritenuto fino a quel punto, ma l'assassino. Khamelot, il moribondo, il gemello sbagliato, lo scambio fuorviante all'attenzione e allo sguardo sorpreso di Stefanie. Un altro nome, un'altra figura. Nella distrazione del momento, mentre il vero Julian si copriva il volto con le mani, l'Incantesimo di Disarmo del Grifondoro colse a punto. In un tremore improvviso e convulso, la bacchetta magica dell'altro studente capitombolò, indirizzandosi sul fondo dell'aula scolastica a qualche metro di distanza, nel buio totale. «C-come osi...» mormorò il ragazzo, più sorpreso che arrabbiato. Non avrebbe mai creduto di ritrovarsi in un'altra situazione simile, aveva già compreso come uccidere e poi liberarsi del fratello, senza impedimento alcuno. Ma c'era qualcosa nel suo sguardo, qualcosa che spezzava quel pianto che di tanto in tanto lo vedeva partecipe. Nel frattempo, in un balzo all'indietro, alla ricerca della bacchetta, il topolino argenteo si allontanò in fretta, come a non voler più illuminare quei punti. Julian non avrebbe impiegato troppo tempo, però, era questione di secondi e mai come in quel momento, agire era una costante necessaria. Mentre il Patronus si avvicinava al ragazzo morente, Khamelot parve riscuotersi dal bagliore luminoso e vivace al suo fianco. Aprì gli occhi, arrossati e gonfi, e in un gorgoglio di paura palese, cercò il corpo di Fred e strinse il suo braccio con l'ultimo residuo di forza ritrovata. «Ju-Julian» borbottò.
«Lui, mio fratello»
Lo sguardo iniziò a perdere luminosità, a divenire vitreo.
«Lui, è stato lui. Stefanie... in-in pericolo.»
Prima che potesse aggiungere altro, chiuse gli occhi. Il petto vibrava appena al respiro compromesso e sebbene Khamelot avesse perso i sensi, sembrava ancora vivo. La ferita sembrava follemente attenuare la fuoriuscita di sangue alla sola vicinanza del topolino. E tra l'altro, perché il topolino gli era accanto? Chi lo aveva evocato, per quale motivo? Nuove domande, una nuova rivelazione. Il colpevole, in fin dei conti, chi era davvero? Cosa avrebbe cambiato?
Julian aveva ritrovato la bacchetta: un lampo di luce rossa, uno Schiantesimo. Fred cozzò all'indietro, la testa andò a sbattere contro una libreria (-30 PS -10 PC -10 PM), ma nel dolore crescente si ritrovò immerso in più libri e boccette di Pozioni di quante ne potesse contare.
D'altronde, un aiuto veniva sempre dato ad Hogwarts.


Ottimo post, molto intenso: complimenti.
Prossima scadenza: 15 Aprile, 23.59
 
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18 replies since 20/5/2017, 11:42   755 views
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