La situazione si stava dimostrando sempre più critica e secondo dopo secondo che tutti gli astanti trascorrevano insieme, aumentava a dismisura una schiera di pericoli in successione. Potevano forse essere scoperti da un momento all'altro, e non sarebbe stata una pessima occasione per chiedere aiuto; potevano al contrario correre di persona verso gli uffici del Preside, di qualche Docente, perfino semplicemente verso l'Infermeria, ora che il dramma di un altro corpo leso si era palesato nitidamente; a prescindere da qualsiasi scelta compiuta, non avrebbero potuto - nessuno di loro - fare dietrofront, marcia indietro, e chiudere gli occhi di fronte gli eventi di quella notte. Il ruolo che Fred Zoungla rivestiva tra le mura del castello non era la sola ragione che gli imponeva raziocinio e tempra cui sottostare; si trattava di un'etica, di una morale, di un comportamento ben più profondo. La distinzione fra il bene e il male non era mai apparsa così netta come in quegli istanti: abbandonare il luogo del delitto, nel senso più letterale possibile, avrebbe rappresentato un atto di codardia che né il Grifondoro né gli altri lì presenti avrebbero potuto perdonare e soprattutto perdonarsi. La ragazzina, spettrale e perlacea al chiarore del topolino incantato ancora al suo fianco, non aveva idea di cosa fare. Il comando di Fred le risuonò vuoto, astratto, privo di valore di sorta, perché annunciava in sé la certezza di dover sottrarsi alla vista del suo amato. La sola consapevolezza di lasciare Julian per l'ennesima volta, in quello stato disastroso tra l'altro, avrebbe sancito la sua sconfitta personale, oltre che emotiva. Incapace di pronunciare parola alcuna, la voce definitivamente spezzata dal pianto crescente, il corpo tremante, il Fantasma riuscì soltanto a scuotere il capo in segno di diniego. Si piegò in un movimento impercettibile, quasi a danzare nelle tempre più scure di quelle ore notturne, fino a riverberare di luce propria in una stanza di per sé scura, fiocamente e scarsamente illuminata. Neanche il frutto del Patronus nei paraggi offriva una visuale d'insieme più dettagliata, ma la pozza di sangue si era concentrata su ampia parte del pavimento e per Fred, così come per la ragazza - non si era ancora presentata, a quanto pareva -, non poteva passare inosservata in alcun modo. Il tentativo di frenare l'emorragia al torace, da parte di Fred, fu abbastanza immediato e di successo, ma le sue mani non avrebbero fatto altro che macchiarsi di rosso a loro volta. Senza un intervento curativo, per Julian non ci sarebbero state possibilità concrete di salvezza in quella stessa notte. Al confine di dubbi e domande irrisolte, Fred avrebbe dovuto agire di conseguenza, e avrebbe dovuto farlo il più in fretta possibile. Poteva la magia giungere in suo soccorso? Aveva Incantesimi a fare da aiuto reale?
«Chi- chi ti ha ridotto-» La voce del Fantasma si spezzò ancora una volta, in un crescendo di disperazione che non ammetteva precedenti.
«Chi- chi ci ha fatto tutto-» L'ultima parola si disperse come in un soffio appena formulato: la ragazza si era infatti avvicinata al corpo del ragazzo così tanto da poter scorgere i dettagli più immediati su tutto il corpo. Faticava a respirare, così come a parlare, e sembrava dallo sguardo in parte vitreo di aver cominciato a perdere i sensi. La maglietta era stracciata in più punti, come se vittima di una furia a sua volta, mentre il taglio zampillava tuttora sangue in eccesso. Poco distante, a partire dall'avambraccio fino al polso, la pelle era sporca e macchiata di rosso, ma era illesa.
«Cosa-»Un volo di rondine, un battito di ciglia. Il Fantasma gridò con tutto il fiato che aveva in gola, il suono disperato e nevrotico di un folle, a risvegliare le ombre del Castello intero.
«Khamelot» sputò con foga, in un miscuglio di sillabe indefinite, prima di sospingersi all'indietro in un balzo singolare. Il topolino parve tremare a sua volta, la luce si affievolì per un istante, prima che zampettasse più lontano. Proprio grazie a quel breve spostamento, un nuovo bagliore illuminò la stanza scolastica ben più ampia di quanto potesse apparire inizialmente. Sulla parete in fondo, seminascosta, una figura si mosse lentamente.
Un lampo di luce rossa e Fred fu sospinto all'indietro, immediato, prima ancora che potesse capire cosa fosse successo (
-30 PS -15 PC -10 PM). Schiantato alla porta da cui era appena entrato, era stato così costretto a lasciare il corpo del ragazzo ferito, mentre il danno riprendeva a scorrere a più non posso. Quello che accadde subito dopo gli giunse a rallentatore, come in una visione ad occhi aperti. Un borbottio, la preoccupazione nell'aria, fin quando Fred poté sentire le voci della ragazza e di un perfetto sconosciuto. Si abbracciarono nell'esatto momento in cui il Grifondoro riprese coscienza di sé, in modo totale:
«...il tribale sul braccio, non ce l'aveva, per un attimo ho pensato che fossi tu. Oh Julian, io- io-» - anche a quella distanza, Fred poteva notare il Fantasma della ragazzina tremare convulsamente, tentando ancora una volta invano di stringersi al petto del ragazzo -
«...io sono morta, Julian?» Il topolino guizzò verso il corpo ferito, il sangue ormai a rivoli veloci, mentre all'ombra del fondo della stanza avanzava finalmente la coppia che ancora parlava sommessamente. Occhi scuri, capelli castani, una divisa scolastica senza riconoscimento a coprire una figura esile, vicina, a tratti
familiare in modo esagerato: la copia identica del ragazzo ferito si cristallizzò in carne ed ossa alla presenza di Fred. Aveva le maniche della divisa entrambe sollevate, e mostrare sul braccio destro un intricato tatuaggio tribale, lo stesso che il Fantasma osservava con impazienza e che invano, ripetutamente, sfiorava con dita intangibili.
«Mio fratello deve morire.»Parlò così, istantaneo, senza flessione.
«Ha ucciso lui Stefanie, l'ha uccisa lui.» Tradì finalmente un pianto disperato, al suo fianco la ragazza si nascose il volto tra le mani.
«Lascialo morire o ucciderò anche te.»
Ripartiamo allora.
Da questo momento tutto si complica, hai diverse soluzioni da trarre in corso di gioco - risposte non evidenti, ma di possibile interpretazione sulla scia di tutti i dettagli che hai in testo - per poi prendere una decisione. Sei di fronte al confine dell'etica e del raziocinio, giusto e sbagliato, ma in ogni caso è la tua personalità a dover prevalere. Resta sempre coerente, questo si valuterà in primo aspetto.
Da questo momento inserirò delle scadenze di una settimana, favorendo tempistiche meno lunghe come fino ad ora. Per qualsiasi proroga, dubbio o domanda, contattami da ora alla casella di questo contatto.
Prossima scadenza: 31 Marzo, 23.59