La Tana della Volpe, Abitazione dell'Auror Aiden Weiss

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view post Posted on 10/1/2018, 16:41
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Nieve Rigos | Prefetto Grifondoro | 16 anni | ♪♫
Lasciò cadere l'argomento della festa di Halloween con una scrollata di spalle. A dispetto di ciò che pensava Aiden, Nieve non conosceva affatto Renée e, salvo i due incontri cui l'Auror stesso aveva assistito, non aveva mai avuto modo di parlarci. Dunque, esulava dalla sua competenza la possibilità di esprimersi circa le abitudini della ragazza. A conti fatti, la conosceva quanto lui e, forse, solo un po' di più.

«Ti lanci sempre al servizio di donzelle in difficoltà, eh?»

La domanda nascondeva un sorriso. I ricordi del ballo non la opprimevano più come all'inizio del loro incontro e, complice il racconto di cui l'altro la stava rendendo partecipe, Nieve pose quel quesito con intenti retorici, limitandosi a sottolineare un aspetto ricorrente delle dinamiche che coinvolgevano Aiden. Si fece indietro sullo sgabello fino a incontrare il saldo sostegno dello schienale, poi avvicinò la tazza alle labbra e bevve nel tentativo di mascherare le sue preferenze. Le piacevano le storie sugli incontri tra persone, romantici o meno che fossero. Le consentivano di esplorare tipologie d'interazioni che, spesso, a lei erano preclusi e, nel realizzare un rapido confronto, si divertiva sempre. Di solito, mentre prestava orecchio a quello o a quell'altro dettaglio, si concedeva il tempo di vivere nella sua mente la medesima scena, sostituendosi ora alla posizione del narratore, ora a quella della controparte. Era come leggere un libro o godere di uno spettacolo in prima fila, solo senza l'ingombro imposto dalle scelte altrui. Nel caso di specie, la fece sorridere la consapevolezza che, al posto della ragazza di Aiden, lei si sarebbe limitata a un frettoloso ringraziamento, prima di proseguire per la sua strada. Alla fine del racconto, si era talmente immedesimata nelle vicende da rendere la sua partecipazione emotiva decisamente più intensa di quanto si fosse aspettata.

«Sono molto contenta che abbiate chiarito.» Nieve odiava le incompresioni. Mai come in quel momento in cui aveva dovuto lasciare andare Emma, le faceva piacere sentire di ricongiungimenti fortuiti. Una parte di lei - complice anche l'aria del Natale - non poteva fare a meno di sperare nella stessa sorte. «Le hai già preso un regalo per le feste? O hai intenzione di vestirti da Babbo Natale e fare qualcosa di...» Gli sorrise ancora della stessa impertinenza, rilassata ora che il tè aveva sciolto il rigore dei suoi nervi. «... Audace

Fece appena in tempo a terminare la frase, ché Aiden reagì alla sua ultima provocazione esattamente come si era aspettata che facesse. Ridacchiò, limitandosi ad ascoltare e ad osservare la scena, mentre l'Auror perdeva e recuperava in successione la compostezza che Nieve si era ripromessa di minare. Si rese conto di doverlo interrompere solo quando i dettagli divennero decisamente troppi per i suoi gusti. Nella speranza di evitare ulteriori precisazioni circa l'esperienza di baciatore di lui, si lasciò guidare dall'istinto e pronunciò la prima frase che le saltò in mente.

«Mi insegneresti a ballare?» Non l'aveva detto davvero, giusto? «I-Intendo dire,» proseguì, tentando di prendere tempo. Ripose la tazza sulla superficie del bancone, scese dallo sgabello con un piccolo salto e fece una piroetta su se stessa finché non tornò a fronteggiare Aiden. «Che sono una frana! Non ho idea di come si faccia e, sebbene nessuno mi abbia mai invitata a ballare... Beh, nessuno a parte te, dopo avermi fatto la sfuriata... Ecco, al di là del fatto di ricevere un invito, vorrei imparare a muovere qualche passo.» Si chiese con un sorriso se non l'avesse drogata con quel tè. Le era capitato di riflettere su quell'aspetto degli eventi di fine anno qualche settimana addietro, quando il tema del ballo d'inverno era stato rivelato ed era stata costretta a mettere qualcosa insieme per parteciparvi. Aveva dell'incredibile solo il fatto che l'avesse chiesto ad Aiden. Tese un braccio in sua direzione, invitandolo a raggiungerla, mentre piegava leggermente il busto in avanti: era un'imitazione di ciò che aveva fatto l'Auror a suo tempo con lei. «Posso avere l'onore di invitarti a fare quattro salti in... pista?»

Indicò il soggiorno con un'alzata di spalle a giustificare la stranezza del suo comportamento.
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view post Posted on 11/1/2018, 18:27
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Aiden Weiss
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«Pare essere un vizio, lo so!» esordì a seguito della battuta di Nieve. «Ma è sempre stato parte di me, non posso farci nulla.» E scrollò le spalle. Aiden era sempre stato così, anche durante l’adolescenza, sebbene a quel tempo fosse stato ribelle e combina guai. Sotto certi versi quello era stato uno di quei pochi aspetti di sé che non erano mutati nel tempo, ormai già definiti e ben solidificati.
Vedere Nieve rilassarsi contro lo schienale dello sgabello, con quella tazza di thé in mano, lo portò a metterci più enfasi nel raccontare il suo aneddoto, oltre che a renderlo un po’ intimo, sul confidenziale, come stesse parlando con un’amica di vecchia data. Scoprì che Nieve sapeva ascoltare, proprio come lui, a giudicare dalle sue espressioni facciali. Una sintonia così non se la sarebbe di certo immaginata, specialmente in virtù del loro primo approccio, ma forse Nieve aveva capito che non era una cattiva persona, che un’incomprensione non avrebbe dovuto macchiare in maniera indelebile l’immagine di qualcuno appena conosciuto.
Chiederle di prendere un thé insieme e chiarire era stata la scelta più giusta che avesse potuto fare, ciò aveva permesso ad entrambi di aprirsi ed esplorare i lati e le sfaccettature l’uno dell’altro. Ancora una volta, sebbene Aiden sapesse poco di lei, non pretese di saperle contro la sua volontà e ciò se lo fece bastare. Andava bene così, c’era tempo, c’erano occasioni.
Si umettò le labbra quando udì la domanda sul regalo per Daphne o ad eventuali progetti. In un certo senso aveva già iniziato a pianificare una sorpresa per la Woods, ma non aveva ancora deciso se attuarla per la Vigilia oppure per Natale. Ancora c’erano alcune cose da definire, ma era quasi certo che Daphne non avrebbe passato il Natale con lui, desiderosa di restare con il fratello appena ritornato dopo anni di separazione.
«Le ho preso un gioiello.» convenne, annuendo, senza cadere nello specifico. Voleva evitare che Daphne venisse a sapere cosa stesse tramando, perciò si limitò con i dettagli. «E sì, farò qualcosa di audace, ma non vestito da Babbo Natale. No, decisamente non apparirei molto attraente ai suoi occhi con una barba candida e un finto panzone. Diciamo che… oh, e va bene, ti dico solo il costume: sarò vestito da principe!» Si guardò attorno con fare circospetto, come se temesse che potesse entrare da un momento all’altro dato che conosceva come entrare e sapeva che era a casa. Se avesse anche solo udito quel dettaglio, Aiden si sarebbe volentieri impiccato con uno dei baffi di Sceriffo.
Con sua grande sorpresa, sbatté più volte le palpebre a seguito della proposta di Nieve. Gli aveva davvero chiesto di insegnarle a ballare? Sembrava seria, nonostante la confusione iniziale, come se nemmeno lei si fosse resa conto della domanda che aveva fatto. La osservò mentre si esibiva in una piccola piroetta e giustificava la sua inadeguatezza alle danze.
Se ci fosse stata sua madre lì con loro, probabilmente avrebbe iniziato a mettere Nieve sotto torchio e cercare di insegnarle qualcosa. Annabelle O’Brien Weiss era conosciuta per essere un Generale in casa Weiss e alla prima occasione si sarebbe imposta nel voler infilare un po’ di sale in zucca a qualcuno, in special modo alla sua prole; ma se solo avesse visto quella scena tra il suo terzogenito e Nieve, sarebbe scattata subito sull’attenti e avrebbe trascinato la ragazza dai capelli d’argento in una serie infinita di insegnamenti che l’avrebbe totalmente privata delle forze.
Si alzò e la raggiunse, un sorriso divertito stampato in faccia. «Molto bene, miss Rigos. Diamo inizio alle nostre lezioni!» Si tolse le scarpe e le fece segno di imitarlo. «Se vuoi imparare devi far sposare i tuoi piedi con il pavimento. Devi percepirlo, capirlo e farlo tuo. E anche perché così non scivoli a causa delle suole bagnate.» aggiunse, ricordandosi che in un certo senso l’umidità della neve stava ancora impregnando le scarpe di entrambe e che sarebbero potuti scivolare sebbene fossero sul legno.
«Il valzer potrà sembrare complicato, ma è questione di abitudine e di sapersi lasciare andare. Devi inoltre costruire una sorta di fiducia con il tuo partner, in special modo la figura femminile visto che deve seguire quella maschile.» Si posizionò di fronte a lei e le mostrò il saluto maschile, una mano dietro la schiena e facendo muovere l’altra con un gesto galante verso di lei mentre faceva l’inchino; poi le mostrò quello femminile, afferrando un poco di jeans e facendo flettere le gambe verso il basso con un movimento aggraziato. «Questi erano i saluti dell’uomo e della donna, da svolgere in contemporanea. È un invito, Nieve, che si manifesta con il corpo e non con la voce. Un invito a danzare, in cui poi la donna afferra la mano del suo partner e prendono posizione per il ballo. Ora, ripassiamo insieme questo passaggio. Al mio segnale, ci inchiniamo e terminiamo con te che accetti il mio invito e poni con delicatezza la tua mano sulla mia. Uno… due… e tre...» Lanciò il segnale e Aiden si esibì in un inchino perfetto, temprato dai severi insegnamenti della madre. Infine, allungò la mano verso Nieve e attese che lei gliela afferrasse.

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view post Posted on 21/1/2018, 19:19
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Nieve Rigos | Prefetto Grifondoro | 16 anni | ♪♫
La risata che le scosse il petto curvilineo, nell'osservare l'inchino di Aiden, la costrinse a piegarsi su se stessa e a reggersi al bancone alla sua destra. Non era la migliore delle premesse per un'aspirante ballerina: poiché aveva chiesto al giovane di insegnarle qualche passo di danza, l'educazione voleva che mostrasse quantomeno il contegno necessario a prendere sul serio la questione. Invece, se ne stava lì, nella bella cucina dell'Auror, col corpo squassato dal riso e le lacrime che minacciavano di rigarle il viso sull'orlo delle ciglia.

«Perdonami,» sussurrò, quando fu in grado di riprendere fiato. «Ma è l'immagine più buffa che mi sia mai capitata di vedere.» Catturò una lacrima con l'indice, tentando di imporsi una compostezza che pareva lontana dal poter essere recuperata. «E devo dire che non so se riusc-»

"...irò mai ad essere aggraziata quanto te," avrebbe voluto concludere, ma la sua mente - maledetta e buzzicozza! - le propinò ancora una volta la scena che, su tutte, più le faceva perdere la moderazione che le era innata. Diede le spalle al giovane, impossibilitata a guardarlo in volto, e si allontanò di qualche passo. Nel tentativo di concentrarsi su altro, allungò la mano in direzione di Ginga e prese ad accarezzarlo, ma fu un tentativo pressoché vano. In quel momento, realizzò che non sarebbe mai riuscita a riprendersi, se non si fosse lanciata nella mischia. Si sfilò rapidamente gli stivaletti e, con le labbra ancora piegate, tornò indietro per accondiscendere all'invito di Aiden. I denti morsero così forte il labbro inferiore per impedirle di ridere ancora che i dotti lacrimali provarono l'esigenza di aumentare la produzione e un'ennesima stilla si rovesciò sullo zigomo pronunciato.

«V-Va bene. Penso di aver capito questa parte.» La voce le tremava ancora e si stagliavano tutti chiaramente sul suo viso, i tentativi di mantenere il labile contegno che era riuscita a racimolare. «Quindi, inchino reciproco: l'uomo in un modo e la d-donna in...» Serrò le labbra finché non sbiancarono. Con la mano poggiata in quella di Aiden, chiuse gli occhi, trasse una forte inspirazione e, da ultimo, espirò. «... in un altro.»

Fu il timore di aver offeso l'altro a restituirle una parte della serietà di cui la situazione l'aveva privata. L'istinto la mise in guardia. E se Aiden avesse reagito come al ballo dell'anno prima, pensando che lei volesse minarne la virilità? E se l'avesse aggredita ancora? Si schiarì la voce e batté le palpebre, adesso vagamente a disagio. L'uomo aveva dimostrato di saper reggere più di una delle critiche che Nieve gli aveva mosso, trovando perfino la forza di ridere alle aperte (e, a tratti, caustiche) provocazioni della Grifondoro. Forse, avrebbe compreso che, alla base dell'ilarità che la scena le aveva suscitato, non vi fosse il desiderio di schernirlo.

«Scusami,» fece di nuovo pacata, il tocco della mano leggero in quella di lui, adesso che temeva di dover fuggire in fretta e furia da un improvviso scoppio d'ira. «Te l'ho già detto che so essere inopportuna, no?»
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Mi sono mezzo soffocata con la saliva nel rileggere il pezzo in cui Aiden fa l'inchino tipo madamigiana. Oh Bor! :ihih:


Edited by ~ Nieve Rigos - 21/1/2018, 19:37
 
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view post Posted on 26/1/2018, 17:51
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Aiden Weiss
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Un sopracciglio severo affiorò sul volto dell’Auror nell’istante in cui la risata di Nieve irruppe nella stanza. Come sua madre, Aiden non la prendeva troppo bene quando qualcuno interrompeva la lezione con risate o qualsivoglia altro gesto di divertimento, ma non si arrabbiò del divertimento di Nieve circa la sua ancestrale esibizione dell’inchino femminile. Era ovvio che lei lo trovasse divertente, non sono molti i Maestri di Danza di sesso maschile che si dilettano ad impartire lezioni al gentilsesso, quindi intuì che agli occhi di Nieve doveva essere risultato divertente e un poco strano.
«Non appena ti sarai composta possiamo cominciare.» si limitò a dire in tono asciutto, le mani rigidamente dietro la schiena mentre se ne stava composto sul posto.
La osservò cercare di ritornare padrona di sé stessa con l’aiuto delle dolci fusa di Ginga ed infine raggiungerlo dopo essersi tolta gli stivaletti. Sebbene avesse capito quella piccola introduzione, Aiden notò l’impegno di Nieve nel contenersi dal non scoppiare a ridere e questo lo apprezzò, sebbene restò immutato con lo sguardo, severo ma calmo.
«Scuse accettate...» mormorò. Non si era offeso, ma gradì comunque le scuse della ragazza e fece un piccolo sorriso per dimostrarle che non aveva nulla di cui preoccuparsi. «Sei una Grifondoro!» fece eco mentre annuiva appena. «Ora però concentrati o diventerò più severo di Midnight. Ti ho mai detto che ho preso da mia madre la severità? Ritieniti fortunata a non avermi in aula come docente ma come semplice Maestro di Danza.» Un ghigno carico di provocazione solcò le sue labbra, cercando di punzecchiarla al punto giusto dal farsi seria e propensa ad imparare.
Sospirò e si dovette azzerare le distanze tra loro. Posizionò la mano sinistra di lei sulla propria spalla destra e poi le prese la mano libera. Lui invece la afferrò per la vita e cercò di guidarla nell’assumere una posizione più composta possibile.
«Ricorda: l’uomo guida, la donna segue. Adesso proviamo ok? Forza, montami sui piedi!» La strana richiesta l’avrebbe certamente sconvolta, ma Aiden ricordava perfettamente le prime lezioni con sua madre: per imparare il ritmo giusto aveva dovuto ballare con sua madre sopra ai propri piedi e non era stato tutto sto gran spasso avere una donna adulta, sebbene dal fisico asciutto e tonico, sui propri piedi durante l'adolescenza. Nieve non sembrava pesante e ora lui era più forte, l’avrebbe retta senza troppi problemi.

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view post Posted on 31/1/2018, 19:30
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Nieve Rigos | Prefetto Grifondoro | 16 anni | ♪♫
Solo quando si ritrovò stretta ad Aiden e il giovane la invitò ad instaurare un ulteriore contatto fisico, Nieve prese pienamente coscienza dell'errore che aveva commesso. La prospettiva di apprendere qualche nozione di ballo le era parsa la migliore delle opzioni, specie se messa a confronto con la possibilità che l'Auror approfondisse l'argomento circa le sue potenziali doti di baciatore. Adesso, invece, cinta nell'abbraccio del giovane, la colse la prima morsa di disagio e, nell'alternanza di emozioni tipiche dell'adolescenza, reagì con prontezza. Si scostò da lui per compiere un paio di passi indietro. Mentre frapponeva tra se stessa e il semi-sconosciuto lo spazio necessario a recuperare un margine di respiro, giunse le mani all'altezza del busto e si sentì arrossire. Quel pomeriggio di novità aveva finito per investirla e aprire una breve parentesi in cui il pensiero di Emma non era riuscito a penetrare. Era stato piacevole e inusuale, ma non poteva più crogiolarsi nell'illusione di non essere se stessa, non adesso che la sua pelle rabbrividiva all'idea di intrattenersi ulteriormente in compagnia dell'altro.

Gli sorrise, pacata.
«Scusami, Aiden, ma credo di non sbagliare se dico di aver quasi dimenticato un impegno.» Parlò senza fretta, com'era solita fare quando le incombenze da Prefetto richiedevano che si servisse della sua autorità per risolvere un problema senza perdere la compostezza. Raggiunse il punto in cui stavano gli stivaletti e li indossò. «E' un peccato che questo ci impedisca di dare seguito alla lezione di danza, anche perché avrebbe potuto essermi utile in vista del ballo di fine anno,» commentò, mentre si accostava a Ginga e prendeva a massaggiargli i lati del viso e la porzione retrostante le orecchie. Non aveva intenzione di dare l'impressione di voler fuggire, né allarmare l'altro. «Ma non posso sacrificare i miei doveri attuali in virtù di un futuro incerto.» Rivolse ad Aiden un'espressione divertita. «In ogni caso, ti sollevo dalla responsabilità di qualsiasi mio eventuale errore nella danza.»

A quel punto, ritenne di aver mantenuto un controllo di sé tale da scongiurare la possibilità che l'Auror capisse l'urgenza celata dietro la sua decisione. Lasciò la cucina, avviandosi in prossimità del divano per recuperare il mantello e metterselo sulle spalle. Il calore al volto aveva cominciato a diradarsi e, sebbene un tenue rosa le colorasse ancora le guance, ricordava a stento l'emozione che l'aveva colta di sorpresa pochi minuti prima. Strinse i lacci di tessuto e formò un fiocco all'altezza delle clavicole. Per finire, liberò i capelli dall'ingombro della stoffa e li lasciò pendere sul petto. Sembravano passate ore dal momento in cui si erano incontrati e lei lo aveva travolto con la brutalità di un fiume in piena.

«Ti ringrazio per il tè e per le scuse, Aiden. E' stato molto maturo da parte tua.» Sarebbe parso un tentativo di farsi beffe dell'altro, se Nieve non avesse assunto un'espressione tanto seria nel rivolgere all'uomo quell'ultima frase. Lo pensava veramente. «E ti ringrazio anche per esserti fidato di me al punto da invitarmi a casa tua. Quando ho ricevuto il tuo biglietto, non avrei mai pensato che la situazione potesse evolvere in questo senso.» Pose la mano sulla maniglia per schiudere l'uscio e lasciare l'ambiente caldo della baita. L'aria frizzante di Dicembre le consentì di tirare un sospiro di sollievo e diede nuovo vigore al proposito di compostezza che si era promessa di soddisfare. «Ti auguro una buona giornata!»

Scese i pochi gradini della veranda e tornò a percorrere il sentiero attraverso la foresta. Aveva bisogno di vedere Astaroth e sfocare i contorni del trambusto che si agitava dentro di lei. Per un attimo, rifletté sulla possibilità di parlarle di Emma e del decorso del loro rapporto, ma il dolore al petto si acuì a tal punto che si vide costretta a relegare il pensiero lontano dall'io cosciente. Non era ancora tempo e, forse, mai lo sarebbe stato. Avrebbero parlato d'altro.
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view post Posted on 4/2/2018, 12:43
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Aiden Weiss
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Non poteva sapere. Nell’anticamera del cervello di Aiden non passò nemmeno di striscio la remota possibilità che così facendo, instaurando un contatto fisico, per quanto innocente fosse, potesse gettare Nieve in uno stato di imbarazzo totale.
Quando la vide scostarsi da lui, stabilendo una sorta di distanza di sicurezza, Aiden la guardò confuso, non capendo cosa avesse commesso di così grave per ottenere da lei una simile reazione. Forse era stato precipitoso, forse lei era ancora titubante circa le sue intenzioni, non si fidava completamente e questo l’Auror lo comprese. Per questo non fece nulla per metterla ulteriormente a disagio o a costringerla a continuare la lezione.
«Non mi devi alcuna spiegazione...» mormorò mentre la seguiva con lo sguardo mentre restava immobile sul posto. Era calmo, per nulla offeso per quell’improvvisa scelta di volersene andare per non fare tardi all’impegno appena accennato. «Comprendo perfettamente.»
Infilò le mani nelle tasche dei jeans e alzò un sopracciglio quando Nieve parlò di un futuro incerto. Ma di cosa stava parlando? Qualcosa la turbava?
«Per me è stato un piacere.» La serietà che lesse nello sguardo di Nieve quando ella disse di aver apprezzato l’invito per il thé e le sue scuse, trovando maturo, lo fece sorridere. Le regalò il sorriso più sincero e gentile che potesse fare, mentre si sedeva sul bracciolo di uno dei divani che dava verso l’ingresso. «Quando vuoi parlare ancora o anche soltanto di compagnia, mi trovi qui. E se qualcosa ti turba o avrai bisogno di qualcosa puoi sempre scrivermi, sai bene che ci sarò.» Poi ridacchiò. «E non dire a nessuno come arrivare qui. Non posso permettermi party troppo affollati, temo.»
Quando la vide aprire la porta, Aiden si sentì improvvisamente solo, ancora prima di vederla scomparire oltre la soglia. Le budella si attorcigliarono in una morsa serrata, provocandogli un senso di nausea. I momenti in cui aveva compagnia erano rari, ma ogni volta che condivideva un momento della propria giornata con qualcuno bramava che non finisse mai. Era stanco di stare solo, la solitudine l’aveva logorato per molto tempo e ora voleva sbarazzarsene una volta per tutte e vivere circondato dalle persone.
«Sii prudente, Nieve, e non fare nulla di sconsiderato. A presto.» le disse prima che la porta si richiudesse.
Ora era solo.
La gatta balzò giù dal mobile e lo raggiunse per strusciarsi contro la sua gamba in dolci fusa. Aiden abbassò lo sguardo per guardare il felino. «Non è male avere ospiti, non trovi anche tu?» Si chinò e la prese in braccio, coccolandola. Lei miagolò e leccò il naso al proprio padrone, facendolo sorridere. Forse non era poi così del tutto solo.

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Grazie Nievottola :fru: E' stato sublime ruolare con te. Alla prossima!

ROLE CONCLUSA
Abitazione agibile.

 
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Elijah Matthew Sullivan
view post Posted on 15/4/2018, 15:19




SVEZMKE
Ed eccolo il piccolo Zeus pronto al suo primo viaggio. Quale miglior occasione per inaugurare il loro nuovo gufo?
Scrisse il messaggio per il Rosso sulla carta intestata della Casata, senza dilungarsi in parole inutili.
Lo arrotolò con cura e lo chiuse con un piccolo nastro nero. Avvicinò il rotolino di carta alla zampa del gufo e lo legò con attenzione, facendo anche un piccolo fiocco...tutto storto. Sì, ok, non era proprio il tipo da fiocchi.
Sollevò il braccio e lasciò che il piccolo gufo volasse verso la sua destinazione.


 
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view post Posted on 15/4/2018, 18:10
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Tana della Volpe.
Non prometteva nulla di buono: né dal nome né dalla metafora che ne poteva conseguire né, chiaramente, dalla distanza che evidenziava senza dubbio. Lady era piuttosto stanca di quel via vai continuo: aveva tentato di spiegarsi, di comunicare con Oliver affinché quel ruolo da messaggera divenisse limitato ai soli confini di Hogwarts o, perlomeno, a pochi turni in una settimana. Di lì a breve si sarebbe ritrovata come una vecchia decrepita civetta, il candido piumaggio reso ruvido dall'età che avanzava, la vista compromessa dalla perpetua attenzione nei riguardi di percorsi da scovare, perché sconosciuti. Quel giorno, poi, la meta non sembrava affatto delle migliori: Volpe o non Volpe, se il rapace avesse scorto un animale simile ad attenderla, avrebbe senza dubbio fatto marcia indietro; e al diavolo lettera, risposta ed eleganza annessa, lei non credeva nel bon ton né nelle sue stupide norme comportamentali. Con un brusco movimento dell'ala destra, Lady tornò in posta, seguendo un pennuto poco distante in linea d'aria. Sembrava un volto conosciuto, ma non troppo: forse un altro volatile che abitava la Guferia del castello? Strillò una sola volta, un verso tanto stridulo quanto sgraziato, aumentando la velocità con un'ulteriore spinta delle ali sulla scia del vento; giunse accanto al piccoletto e lo osservò di sottecchi, in principio quasi a farsi beffa della sua piccola stazza, in secondo momento quasi incuriosita da quel piumaggio così singolare, così sfumato nei suoi colori. Lo apprezzava e qualcosa, nel petto della piccola civetta, si animò al pari di un topolino di campagna appena sbucato dalla sua tana. Prima che potesse scoprirne di più, tuttavia, la meta parve delinearsi alla sua attenzione, sulla base di indicazioni più o meno approssimate che aveva ricevuto da Oliver. E così, in picchiata, quel tête-à-tête con il pennuto - Zeus? Aveva sentito bene in volo? Nel caso, che nome delizioso! - ormai giungeva al suo primo termine. Il futuro avrebbe potuto indicare qualcosa di più, Lady non era di certo tanto anziana!


 
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view post Posted on 20/4/2018, 20:32
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La tracolla oscillò pericolosamente, in bilico sul margine del tavolo, prima di accasciarsi sul pavimento con un leggero tonfo. Le pergamene che aveva riempito a uso e consumo del professor Peverell si sparsero malamente sul pavimento della biblioteca in un tripudio di fruscii. Nieve nemmeno si avvide delle occhiate che quel suo essere maldestra le era costato. A labbra schiuse, gli occhi chiari seguivano il profilo di un giovane Corvonero appena accorso in prossimità del suo tavolo: era alto con scuri capelli corti e gli occhi di una tonalità particolarmente intensa di marrone; aveva il naso affilato sul viso squadrato e lo sguardo penetrante di chi è consapevole del proprio fascino. Nieve non fece nulla per mascherare il proprio interesse, l'attenzione fissamente concentrata su di lui. Quando il giovane le sorrise, la Grifondoro si limitò a fare altrettanto, assicurandosi di infondere il giusto grado di malizia alla curvatura delle labbra. Non le dispiaceva la prospettiva che capisse, né l'imbarazzava l'idea di essere stata colta in flagrante. Con una certa sorpresa, si scoprì stuzzicata dalla cosa e le fu impossibile non imputare ad Astaroth la ragione di quel cambiamento.
Si chinò senza attendere ancora, radunò le pergamene e le ripose nuovamente nella borsa. Solo allora ebbe a ricordarsi dell'invito che aveva ricevuto qualche ora prima da parte di Aiden. Srotolò il foglio e ne saggiò il contenuto con espressione intenta. Poi, rannicchiata com'era, si concesse un attimo di riflessione. L'anno scolastico volgeva al termine e i ritmi si erano fatti incalzanti al punto da spingerla a dubitare della possibilità di riuscire ad affrontare gli esami finali con la giusta prontezza di spirito. Era il caso di concedersi quel momento di assoluta distrazione lontana dalle mura di Hogwarts? Incastrò il labbro inferiore tra gli incisivi, esibendosi in un sorriso a mezza bocca.


"Sei un uomo pieno di sorprese, Aiden Weiss, devo concedertelo. E mi chiedo cosa tu abbia in mente, stavolta. Rispetto all'ultima occasione in cui ci siamo sentiti, però, mi riservo di non chiedere delucidazioni e affidarmi al tuo buonsenso. Verrò, ma sarò da sola. Non arrabbiarti se non ho ancora colto il tuo suggerimento sulla gestione della mia vita sociale: sono dura come una pigna e ho bisogno dei miei tempi per assimilare i consigli altrui e metterli in atto. Prometto di migliorare e, magari, coglierò l'occasione proprio alla tua festa - mi chiedo chi siano gli invitati. Chissà, potrei anche sentirmi dell'umore per quella famosa lezione di ballo lasciata in sospeso, ma non ti prometto nulla.

A presto,
la Rigos

P.S. Ho fatto buon uso dei tuoi cupcake. Ti racconterò tutto alla festa, promesso."

 
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view post Posted on 24/4/2018, 11:15
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Amigdala aveva fretta di portare a termine il suo incarico. Killian le aveva dato il permesso di trattenersi fuori quanto avesse ritenuto opportuno, dopo aver consegnato la missiva che lui le aveva affidato quella mattina. Per di più, la sua meta era situata proprio in un bosco e questo sembrava metterla di buon umore nonostante di solito la sola idea di doversi comportare come un gufo postino qualsiasi la infastidisse enormemente. La falchetta non poteva sapere che il suo padrone aveva richiesto quel suo "sacrificio" senza averne in realtà necessità alcuna: poteva comunicare ad Aiden la sua risposta all'invito in qualsiasi momento avendo l'Ufficio del collega a pochi passi dal proprio, ma Killian era ancora in pieno addestramento con lei e più compiti le affidava e meglio era. Inoltre l'uomo immaginava che la rigogliosa vegetazione poco lontana da Hogsmeade le sarebbe piaciuta molto e si era anche ripromesso di andarci a volare insieme, qualche volta.
Il Falco Pellegrino individuò senza alcun problema l'abitazione ben celata agli occhi dei più, ma non alla sua portentosa vista. La raggiunse perdendo quota, stando ben attenta a non urtare nemmeno di poco le fronde dei possenti alberi circostanti, più per orgogliosa ostentazione delle sue capacità che per reale necessità di protezione.
Tutto sommato, quella consegna non era andata poi così male.



Aiden, sono curioso di scoprire quali sorprese ci riserverai.
Accetto l'invito per cui ti ringrazio molto.

- Killian

PS: probabilmente te lo dirò anche a voce, ma Amigdala deve imparare che le belle ragazze non sono le uniche destinatarie a cui può accettare di recapitare i miei messaggi.



 
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Elijah Matthew Sullivan
view post Posted on 6/10/2018, 12:54






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Elijah Sullivan
Prefetto Serpeverde - 17 anni

Non sapeva nemmeno lui perché, ma voleva andarlo a trovare. Ci aveva rimuginato da par suo un paio di giorni, poi aveva mandato un gufo a Hannah, chiedendole di preparagli una quantità consistente dei suoi muffins al cioccolato. Un altro gufo lo aveva inviato a Daniel, per avere una ricca scorta alcolica con cui presentarsi. La gemella gli aveva inviato una scatola di muffins misti: pasta di cioccolato, semplici e con gocce di cioccolato bianco, pasta bianca con gocce di cioccolato fondente. Il Serpeverde aveva dovuto resistere a non sbranarne un paio seduta stante e richiuso di malavoglia la scatola con i dolcetti ancora caldi. Nel giro di un paio d’ore sarebbero stati perfetti per essere consumati. Anche il pacco di suo fratello non era mancato all’appello. Conteneva una scatola di legno in cui erano allineate una serie di piccole bottiglie. Elijah fece un ghigno. Sapeva benissimo che non erano davvero piccole ma abilmente camuffate da Daniel con la magia. Fece scorrazzare i suoi occhi chiarissimi sulle etichette e fece un ghigno ancora più ampio. La cantina in miniatura conteneva una bottiglia di grappa bianca, una di idromele vikingo, una di cherry, una di bourbon e una rassegna di birre pregiate. Doveva ammettere che suo fratello aveva dato il meglio di sé ed era certo che l’irlandese in questione avrebbe sicuramente apprezzato la cantina.
Ovviamente le lasciò dov’erano, le avrebbe ingrandite appena varcata la porta di casa di Aiden, sperando che non fosse a lavoro quel pomeriggio.
Una volta finite le lezioni, prese la borsa con dentro solo uno dei libri e la scatola delle meraviglie. Prese la profumatissima scatola dei dolcetti in mano e si incamminò verso Hogsmeade con il candore di Cappuccetto Rosso. Arrivò al villaggio in pochi minuti e solo a quel punto consultò la mappa che gli aveva mandato il Rosso tempo addietro, in occasione di una festa irlandese a cui, con il senno di poi, si doleva non aver partecipato.
Imboccò una strada laterale, così come indicato sulla pergamena che teneva in mano e proseguì, seguendo alla lettera le indicazioni. Solo qualche minuto di cammino e riuscì ad individuarla. Si mosse a passo spedito, arrivando dritto davanti alla porta. Bussò, iniziando a guardarsi intorno.
- Aiden !! Ci sei? Sono Elijah! Ho portato qualcosa da farti assaggiare – estrasse la scatola che teneva nella borsa e la sistemò sotto quella dei dolcetti. Attese con calma.


 
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view post Posted on 6/10/2018, 14:55
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Aiden Weiss

▵ Auror ▵ Ex Grifondoro ▵ 27 anni ▵ Irlandese



L’odore della legna si diffuse nell’aria circostante, permeando nelle narici sensibili dell’Auror dai capelli fulvi. L’ascia nelle sue mani si librò sopra la propria testa, per poi abbattersi con forza sopra il pezzo di legno posto sul ceppo, dividendolo a metà; quello era il periodo ideale per fare un’abbondante scorta di legna prima dell’arrivo dell’inverno, così da potersi riscaldare nei momenti più freddi.
A torso nudo, l’Auror lavorò senza temere il clima sempre più rigido grazie ad un incantesimo, mentre il sudore ricopriva il suo corpo segnato da svariati tatuaggi e i muscoli si gonfiavano ad ogni sforzo che compiva. Raccolse i pezzi che aveva appena tagliato per poi accatastarli sulla pila addossata alla parete dell’abitazione.
Biscotto dormiva beato sotto al tavolino di ferro battuto e bianco, vicino alla porta che dava sul retro della casa, risparmiando al padrone dei disastri da ripulire; era cresciuto parecchio da quando l’aveva preso con sé e ora non vi era più traccia del cucciolo, se non per il carattere giocherellone e combina guai. Aiden stava tentando di addestrarlo a cacciare, conigli per lo più, ma Biscotto era testardo e faceva quello che voleva, ignorando gli ordini e preferendo di gran lunga dare la caccia ai corvi o a qualsivoglia volatile. Una volta gli aveva portato la carogna di un gufo trovato nella foresta circostante, l’aria trionfante ed orgogliosa, mentre Merlino per poco non ebbe una sincope alla vista di un proprio simile ridotto in quelle condizioni.
Sollevò ancora l’ascia sopra la testa dopo aver sistemato un coccio sul ceppo, quando - all'improvviso - Biscotto scattò in piedi e prese ad abbaiare come un pazzo, in quella che fu una corsa in piena regola verso la zona d’ingresso della casa, circumnavigando l’abitazione. «Ma che cazzo...???» grugnì confuso e infastidito, con un sopracciglio alzato mentre fissava il canide scomparire dalla sua visuale.
Al contrario di Aiden, Biscotto aveva sentito bussare alla porta e udito una voce a lui sconosciuta, e ora intento ad accogliere l’ospite come un uragano che giungeva all’improvviso. Non appena svoltò l’angolo con una derapata, sollevando un po’ di terra, il cane spiccò un balzo sulle scale del porticato, abbaiando contro Elijah. Stranamente non ci furono ringhi da parte sua, in quanto l’odore di leccornie aveva raggiunto il suo infallibile fiuto e ora ne bramava un morso. O forse due. Meglio ancora tre o quattro. E, perché no, l’intera scatola? Scodinzolò mentre con le zampe cercò di grattare il pantalone del ragazzo, invitandolo a dargli da mangiare, con tanto di piccoli versi.
«LANCILOTTO! PIANTALA! A CUCCIA!» tuonò Aiden, il quale era arrivato in tempo prima che il cane potesse anche solo cercare di sbilanciare il povero Elijah e rovesciare le cose che stava reggendo. L’urlo bastò mettere in riga il cane, che si mise seduto davanti al ragazzo e fissandolo con la lingua di fuori, mentre la coda batteva ritmicamente a terra.
Aiden sospirò profondamente, spazientito, appoggiandosi l’ascia sulla spalla. «Ciao Elijah. Scusa se il cane ti è saltato addosso, è piuttosto esuberante. Ti ha sporcato?» Gli fece segno con la testa di seguirlo nel retro, i capelli lunghi leggermente scompigliati. «Ero nel retro a fare scorta di legna, non ti avevo sentito. Come stai? Ne è passato di tempo!»

biscotto


Perdonami anche tu per la scarsa qualità del post. :fru:



Edited by Aiden Weiss - 6/10/2018, 20:01
 
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Elijah Matthew Sullivan
view post Posted on 8/10/2018, 14:01






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Elijah Sullivan
Prefetto Serpeverde - 17 anni

Non fece in tempo a palesare la propria presenza, e dal retro della casa si scatenò il finimondo. A quanto pareva l’Auror non viveva da solo, ma lo accompagnava una fauna canina di tutto rispetto. L’urlo che ne seguì, lo fece sorridere all’istante, felice di non aver fatto un viaggio a vuoto. A giudicare dal tuono nella voce, l'irlandese doveva essere in gran forma.
Nel frattempo la belva feroce guadagnò l’uscita arrivando dal retro, con l’intenzione di farsi rispettare e difendere il suo proprio territorio. La Magia dell’odore dei muffins di Hannah fece il resto e questi divennero presto il nuovo obiettivo. Per fortuna il Serpeverde era abbastanza robusto e piazzato da poter resistere senza problemi agli assalti che Lancillotto gli stava portando senza troppi complimenti.
- Ciao Aiden! - sorrise all’indirizzo del Rosso appena apparso – Non preoccuparti, la mia divisa scolastica ha resistito a ben altro.
Senza aggiungere altro lo seguì, guardandosi intorno con curiosità. Non aveva abbandonato l’idea di avere una piccola casa tutta sua e sperava di realizzare presto quel sogno. In fondo non era che un piccolo passo, che conduce però verso nuovi ed importanti traguardi.
Sistemò le due scatole su un tavolo poco lontano da Aiden, facendo ben attenzione che Lancillotto non facesse qualche colpo di testa. Allineò tutte le piccole bottiglie sul tavolo, tirandole fuori con cura una dopo l’altra. Le dispose alla giusta distanza l’una dall’altra, quindi lanciò il Finite che serviva per riportarle alle loro dimensioni originali. Quello era un gioco collaudato tra lui e suo fratello, ormai lo faceva e rifaceva ad occhi chiusi. Sorrise appena apparvero davanti ai suoi occhi in tutto il loro splendore, soprattutto lo cherry aveva un colore tremendamente invitante. Non l’aveva mai assaggiato.
- Ho portato diversi tipi di carburante per rimetterci in forze. C’è dello cherry, grappa bianca, idromele vikingo che – se la memoria non mi inganna – gradisci parecchio, bourbon e delle birre di ottima fattura. Non ci resta che provare tutto, e non preoccuparti perché ora sono maggiorenne.
Allo stesso tempo aprì la scatola dei dolci, certo che avrebbe scatenato l’entusiasmo di Lancillotto – Ho chiesto ad una delle mie sorelle di farmi dei muffins, quindi ho portato anche quelli. Mi sembrava opportuno sgranocchiare qualcosa tra un sorso e l’altro - Hannah si era davvero superata, presto le sue narici vennero raggiunte da un aroma delizioso e irresistibile.
- Che ne dici di una pausa? Poi ti aiuto io a terminare con la legna, se vuoi – era un’offerta che non si poteva rifiutare.
- Io sto bene, e tu come te la passi? - aveva ragione a dire che era passato tanto tempo. Era vero che si erano visti alla festa di fine anno, ma entrambi erano stati distratti da altre persone presenti sul campo di Quidditch. Parlare in quell’occasione non sarebbe stato nulla di speciale. Il Serpeverde amava più le conversazioni che si svolgevano con massima tranquillità e senza il pericolo di essere interrotti ogni due secondi.
- Avevo ancora la tua mappa, scusami se mi sono presentato senza avvisarti prima con un gufo – si sistemò il ciuffo, mentre cercava gli occhi azzurri di Aiden – diciamo che è stata un’idea dell’ultima ora. Spero di non essere stato troppo inopportuno.
Nonostante la sua indiscutibile razionalità, in quella faccenda si era fatto guidare dall’istinto, rendendosi conto, solo in quel momento, di aver peccato di presunzione. Non che la cosa gli dispiacesse, poteva anche farsene un vanto, essendo presuntuoso fino al midollo. Aiden l’aveva però invitato a seguirlo, il che chiuse a titolo definitivo la disputa nel suo cervello.
- Ti vedo in gran forma comunque – lo scrutò con attenzione, notando che i capelli fossero sicuramente più lunghi di come li ricordava. Elijah non amava portare i capelli lunghi, ma doveva riconoscere che Aiden li sapeva sfoggiare con una disinvoltura niente male. A lui stavano decisamente bene.


 
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view post Posted on 8/10/2018, 18:50
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Aiden Weiss

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«Credimi: con lui non resiste un bel niente!» Il rosso scoppiò a ridere, indicando il cane con un cenno del capo. In tutta risposta Biscotto emise un verso che poteva quasi farlo sembrare offeso dall’insinuazione, ma l’Auror non ci badò più di tanto.
Con l’ascia appoggiata contro la spalla, Aiden fece strada al giovane Serpeverde fino al retro della propria abitazione; lo spiazzo non era vasto quanto quello che dava sulla facciata principale, ma era grande abbastanza da fungere da piccolo giardino relax, con un tavolino e delle sedie e qualche vaso qua e là. Di solito era lì che si metteva a fumare d’estate, godendosi l’aria fresca, mentre ora vi lasciava per lo più una parte della legna tagliata, un’altra scorta invece sarebbe stata destinata a sostare vicino all’ingresso principale.
La lama ricurva e luccicante dell’arma andò ad abbattersi contro il ceppo quando il fulvo ed Elijah raggiunsero la zona in cui avrebbero passato il loro tempo tra una chiacchierata e una bevuta, a giudicare dall’arsenale con cui il giovane si era presentato. Aiden non poté essere più che grato per quel pensiero, nonostante il primo incontro con il Serpeverde avvenne in un contesto non del tutto tranquillo; tuttavia l’Idromele Vichingo aveva fatto miracoli e gli aveva resi amici, in un certo senso, oltre al fatto che entrambi sapevano esattamente come sorprendersi a vicenda. Una cosa in comune dunque, ma non era poi così scontato che potessero esserci altri tipi di affinità.
Infilò la canottiera e si avvicinò ad Elijah così da poter ammirare meglio il trucchetto delle bottiglie che da piccole tornarono alla loro dimensione originale. Sorrise, divertito e stupefatto. «Hai buona memoria, Elijah.» disse, afferrando una delle bottiglie di birra e osservandone l’etichetta. «Ma fidati se ti dico che ti avrei lasciato bere anche con un anno in meno. Qui non siamo ad Hogwarts con le sue regole e poi io ho iniziato a bere da quando avevo quattordici anni.» ghignò, per poi rivolgere uno sguardo ai muffin e prendere posto a sedere. «Le sorelle dovrebbero essere tutte fatte sante! Anche le mie ogni tanto mi mandano qualcosa.»
Biscotto si mise comodo tra il proprio padrone ed Elijah, facendo vagare lo sguardo prima su uno e poi sull’altro, scodinzolando, nella remota speranza di ricevere qualcosa anche lui. Aiden, ovviamente, sapeva che finché i muffin sarebbero esistiti il suo esuberante amico canino non avrebbe smesso di fissarli con insistenza; per questo sarebbe stato meglio sia accontentarlo - in parte, senza esagerare - sia finire quelle leccornie, o non avrebbero avuto pace.
«Ho sempre un’ascia di scorta, se vuoi divertirti con me.» rispose alla proposta con un gentile sorriso. Stappò la birra, era curioso di provarne almeno una prima di salire di livello con le gradazioni alcoliche, non volendo inoltre rovinarne il sapore. «Non sei affatto inopportuno, apprezzo sempre della compagnia.» aggiunse dopo aver dato una poderosa sorsata. Il sapore era ottimo, anche se era della categoria di birre chiare che di solito apprezzava di meno rispetto ad una birra scura o rossa. Doveva assolutamente farsi dire dove le aveva prese, non la stava affatto disprezzando.
Alla domanda di Elijah riguardo a come stava, l’Auror sospirò profondamente. «Sono stato peggio… ma sono ancora vivo.» Non era semplice partire con simili argomenti, ma era ben consapevole di dover dare una risposta ad Elijah, prima che tentasse di scavare più a fondo da solo. «Pare io sia tornato sulla piazza… L’unica magra consolazione è che almeno non sono cornuto!» spiegò brevemente, poi aggiunse una scrollata di spalle. «Mi alleno spesso, in compenso. Esercizi Babbani, sai. Molto efficienti.»

 
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Elijah Matthew Sullivan
view post Posted on 15/10/2018, 11:03






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Elijah Sullivan
Prefetto Serpeverde - 17 anni

Elijah osservava il cane di Aiden che, come un soldato, si era piazzato tra loro due. Era ovvio che stesse cercando in tutti i modi di impietosirli, facendo leva su quel briciolo di bontà d’animo che – che nel suo caso – restava ben saldo alla spina dorsale. In fondo però era divertente e il Serpeverde si convinse ad assecondarlo. Staccò un pezzo della parte inferiore del suo muffin e l’avvicinò al simpatico amico del Rosso. Era certo che non si sarebbe fatto pregare.
- Simpatico il tuo cane, come si chiama? - morse la parte superiore del dolce, su cui troneggiavano degli zuccherini niente male. Masticò con calma prima di proseguire - io ho due gatti, pensavo che si stesse scatenando per questa ragione.
Stava sempre attento a tenere pulita la sua divisa, ma era certo che l’odore dei due felini che popolavano la sua stanza restasse avvinghiato irrimediabilmente sui tessuti.
- Meglio che io possa bere nella legalità, Red, così non corriamo alcun rischio.
Stappò una birra a sua volta, facendo un paio di sorsi di vera soddisfazione. Sfilò le sigarette dalla tasca, appoggiandole tra lui e Aiden. Non sapeva se fumasse, ma la vocina egoista dentro di lui sperava di si, soprattutto per essere tacitamente autorizzato ad imitarlo.
- Non tutte, credimi Red, non tutte. E fidati se te lo dico, ne ho sei di sorelle.
Lui e Katarina non erano mai andati d’accordo, sebbene fosse la sorella che d’età gli fosse più vicina. Lui andava d’accordo con tutte le altre, ma con Kata erano come cane e gatto. Non riuscivano ad andare d’accordo e, cosa ancora peggiore, non riuscivano a capirsi. Da bambini non erano mai riusciti a giocare insieme e Elijah sapeva bene che non dipendeva solo dalla differenza di sesso. Katarina era viziata come Eva, ma quest’ultima non si era mai creduta la Reginetta del Ballo. Kata era spocchiosa e ostentava la sua perfezione in un modo che il Serpeverde giudicava irritante. Sebbene anche lui fosse mosso da un Ego smodato, era capace di riconoscere i propri sbagli ed apprendere da essi. Katarina, pur messa davanti ad un errore evidente, si limitava a replicare con un fastidiosissimo “può darsi”, liquidando la faccenda senza vinti o vincitori.
- Ottimo! Dovrai spiegarmi come si fa, non l’ho mai fatto – si guardò intorno, cercando di visualizzare un paio di bicchieri, ma non ne vide nemmeno uno. Non dubitava del fatto che in casa ve ne fossero e si limitò a fare un semplice incantesimo di Appello. Due bicchieri arrivarono sparati dall’interno della casa. Elijah afferrò il primo, sperando che Aiden lo imitasse con il secondo.
- Tornato sulla piazza? - prese l’idromele vikingo, versandolo senza troppi complimenti – anche io ad essere sincero, da un bel po', ma l’ho voluto io e va benissimo così, non potevo fare in modo diverso.
Era sulla piazza certo, ma non sapeva ancora per quanto tempo ci sarebbe rimasto. I suoi pensieri erano tremendamente confusi, così come lo erano le sue emozioni. Una parte di lui non voleva altro, un’altra era mossa dall’unico desiderio di fuggire.
- Red, tu sai spiegarmi come posso capire se sono innamorato o no di una ragazza? - ed ecco di nuovo la stessa domanda. Stava diventando una costante nella testa del Serpeverde. Forse non stava cercando davvero una risposta, o forse la risposta che davvero cercava comportava una negazione della faccenda. Sapeva che la pensava, però, quello lo sapeva bene e quei pensieri erano forti da graffiargli il cervello con un’intensità che non aveva mai provato.
- Le corna sono qualcosa che non può e non deve essere perdonato. Non esistono scusanti per un tradimento.
La frase gli usci di getto, mossa dal desiderio di disperdere il volto della Rossa dalla sua testa. Fatica inutile, era ancora lì. Cosa bisogna fare per cercare di non pensare? Deviare l’argomento su altri binari decisamente più sicuri, almeno per lui.
- La ragazza di cui parli è per caso Daphne?
Se la matematica non è un’opinione e due più due fa davvero quattro e non tre e mezzo, allora la fanciulla in questione doveva essere la sua amica di vecchia data, amante come lui del cioccolato. Lui non avrebbe avuto alcun problema a parlare con Aiden di certe cose. Non sapeva se il Rosso fosse dello stesso avviso, ma in fondo era stato proprio lui a dare il "la".

 
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