Coffee for one or ice cream for two?, Per Vath

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view post Posted on 27/8/2017, 12:54
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Vath
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Il ragazzo non disse nulla, annuendo e basta, Vath intravide forse una rapida espressione d'auto compiacimento cosi rapida che parve essere solo un impressione. La domanda dell'uomo andò ad alterare quel suo sguardo calcolatore e l'incertezza e lo sconforto parvero impadronirsi per un momento del ragazzo. Non il risultato sperato per Vath, che invece cercava solo un punto d'appiglio per far conversazione. Qualcosa nella domanda aveva creato quel malessere, Vath non volle indagare oltre, cercando invece di far una battuta per far spuntare nuovamente il sorriso sul volto del ragazzo. «A quanto pare la vostra famiglia e la mia avrà molto a che fare assieme, io con vostro fratello, mia moglie che sta facendo domanda per la Gazzetta, spero, con vostro padre.» Girò con il cucchiaino la bevanda e ne prese un sorso per poi berlo tutto. «La famiglia Mr. Sullivan è tutto. Scoprirà, se non l'ha già fatto, che alcune famiglie magiche sono migliori di altre. Il nostro compito, dunque, è far si che il buon nome do famiglia perduti con noi, se non addirittura dar nuovo lustro ad esso.»

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Edited by Vath Remar - 27/8/2017, 14:34
 
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Elijah Matthew Sullivan
view post Posted on 27/8/2017, 20:58





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Elijah Sullivan
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A
scoltò in silenzio le parole dell’uomo con il bastone con la testa di serpente. L’aveva appoggiato al lato della sedia e ogni tanto Elijah ci buttava un occhio quasi distrattamente.

- Auguro a sua moglie di poter lavorare con mio padre, sicuramente si troverà molto bene. E mio fratello, lo vada a trovare se le capita l’occasione. E’ un ex Serpeverde, sicuramente ammirerà molto il suo bastone da passeggio, Signore.

Il discorso che Vath aveva appena fatto, era per Elijah molto più complicato. Nel suo caso il termine famiglia aveva infinite sfaccettature.

- Lo so che alcune famiglie magiche sono migliori delle altre, Signore. Molto spesso però il discorso non è sempre valido a livello personale dove gli elementi che compongono la famiglia sono molto più rilevanti della famiglia stessa.

Il discorso del dover portare lustro al nome della famiglia lo aveva sentito così tante volte da sua madre che avrebbe potuto facilmente ripeterlo imitandone la voce alla perfezione con tutte le inflessioni. Ogni volta che lo sentiva gli veniva la nausea, era diventata una cosa intollerabile, almeno per lui.



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view post Posted on 27/8/2017, 22:43
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«Un Corvonero, due Serpeverde e voi ancora indeterminato...» Riassunse l'uomo lasciando spazio ad eventuali fratelli o sorelle del ragazzo. Lo sguardo del ragazzo rimbalzava tra i propri occhi ed il suo bastone da passeggio. «Non mancherò di farlo, spero che sia brillante almeno tanto quanto voi.» Vath ascoltò le parole del ragazzo, analizzandole una per una come a volerne carpire il reale significato o eventuali sottintesi. «-Lo so che alcune famiglie magiche sono migliori delle altre, Signore. Molto spesso però il discorso non è sempre valido a livello personale dove gli elementi che compongono la famiglia sono molto più rilevanti della famiglia stessa.-» Disse Elijah e Vath parve cogliere quel senso di disagio e nausea nelle sue parole. «Mr. Sullivan.» Esordì con tono fermo e deciso. «Conoscendo la situazione in cui versa la popolazione magica, non posso trovarmi d'accordo su questa visione. Ogni membro di una famiglia purosangue è prezioso alla preservazione della purezza del sangue e delle arti magiche. Quindi favorire alcuni figli a dispetto di altri è deleterio sia per il benessere del ragazzo o della ragazza che per la motivazione che deve spingerli entrambi a spiccare, senza creare una guerra di meriti tra loro.» Si fermò un attimo nel discorso, posando la tazzina sul piattino. Prese un respiro e continuò. «Vi parlo per esperienza personale, non vorrei creare in Sophie e Simon un senso di rivalità e competizione tra fratelli. Avranno la loro dose di competizione e senso di rivalsa ad Hogwarts, lavorando per il benessere della propria Casata.» Non sapeva qual'era la situazione familiare del ragazzo ma spiegare il proprio punto di vista, quello che fu anche quello di suo padre e di suo nonno tempo addietro, avrebbe avuto modo di spiegargli che non tutto ciò che in una famiglia succedeva doveva per forza capitare. Il passo successivo sarebbe stato mostrarglielo di persona.

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Elijah Matthew Sullivan
view post Posted on 28/8/2017, 11:20





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Elijah Sullivan
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«Mr. Sullivan, Conoscendo la situazione in cui versa la popolazione magica, non posso trovarmi d'accordo su questa visione. Ogni membro di una famiglia purosangue è prezioso alla preservazione della purezza del sangue e delle arti magiche. Quindi favorire alcuni figli a dispetto di altri è deleterio sia per il benessere del ragazzo o della ragazza che per la motivazione che deve spingerli entrambi a spiccare, senza creare una guerra di meriti tra loro.»

Approfittò per bere qualche sorso del suo caffè. Era caldo e confortante al punto giusto, proprio come piaceva a lui. Lasciò la tazzina sotto al naso mentre ascoltava Vath, lasciò che l’aroma pungente del caffè gli invadesse le narici e gliele solleticasse al punto giusto.

- Lei parla di famiglie magiche, Signore, io invece mi riferisco al concetto di famiglia e basta. Ai ruoli e alle competenze di alcuni membri di una famiglia.

Ci stava girando intorno perché non poteva entrare nel dettaglio e non voleva, nella maniera più assoluta. Non poteva dire ad uno sconosciuto che sua madre non era mai stata una madre per i suoi figli. Non si trattava di essere una purosangue o no, si trattava solo e semplicemente del sangue, del proprio sangue e della propria carne.

- Sophie e Simon sono i suoi figli, Signore? - si azzardò a chiedere mentre appoggiava al tazza sul piattino, prestando attenzione a non fare il minimo rumore – Io ho sei fratelli. Un fratello per essere esatti, Daniel di cui le ho già parlato e cinque sorelle. Tre sono più grandi di me e si chiamano Sarah, Hanna e Katarina. Le altre sono più piccole, Victoria e Clarissa. Due delle grandi, Hanna e Katarina sono gemelle.







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view post Posted on 28/8/2017, 18:15
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«Se parlate di concezione di famiglia questa è chiara: il capofamiglia, con un lavoro dignitoso bada alle necessità di tutta la famiglia. La moglie è la regina della casa, potrebbe contribuire al reddito ma è colei che bada alla famiglia educando i figli e lasciando le incombenze domestiche agli elfi. I figli sono il futuro della famiglia, devono solo crescere ed esser liberi di far le loro esperienze, pur seguendo le regole della famiglia.» Gli disse, esponendo il proprio pensiero al ragazzino mentre questo, dopo aver preso un sorso di caffè, teneva sospesa la tazzina assaporandone l'aroma ed il profumo. Ne approfittò per ascoltare il ragazzo, annuendo con un sorriso da padre orgoglioso alla domanda sui suoi figli. La risposta successiva del ragazzo lo lasciò per un attimo senza parole: non era inusuale nelle famiglie magiche avere molti figli ma addirittura sette, di cui cinque femmine, era un impresa non da poco. Vath aveva spesso ragionato su quanti figli avrebbe voluto ed era convenuto con sua moglie Blondie che due sarebbe stato perfetto un maschio ed una femmina gemelli poi era un vero colpo di fortuna. «Sette figli, per la barba di Merlino! Avete un buon rapporto con loro?» Disse per poi chiedergli quell'informazione.


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Edited by Vath Remar - 29/8/2017, 23:19
 
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Elijah Matthew Sullivan
view post Posted on 29/8/2017, 18:58





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Elijah Sullivan
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T
utto quel discorso relativo alla famiglia in genere non lo disturbava, quello che lo disturbava era invece il rapporto relativo alla sua di famiglia. Non amava molto parlare dell’intimità del loro focolare, se di focolare si poteva parlare, considerando le inclinazioni della Regina Madre.

- La penso come lei, Signore. Vorrei che la mia famiglia futura fosse esattamente così.

Si, ci aveva pensato tante volte, essendo ossessionato dal suo futuro, e questo includeva anche una donna e dei figli con lei. Al momento si chiedeva come sarebbe stato possibile viste la sua poca inclinazione ai rapporti interpersonali e alla vicinanza con il prossimo, soprattutto quello di sesso femminile.

«Sette figli, per la barba di Merlino! Avete un buon rapporto con loro?»

La tribù Sullivan era piuttosto nota ed Elijah si stupì che Vath non ne avesse sentito parlare, ma non indagò. Voleva che il discorso voltasse da un’altra parte il prima possibile.

- Mio fratello maggiore ha dieci anni più di me ma andiamo d’accordo. La secondogenita ha un anno meno di lui, nove più di me. - Si, praticamente era solo una presenza – Le gemelle ne hanno otto più di me.

Fece una piccola pausa per fare un altro sorso al suo caffè ancora caldo e continuò.

- Le due più piccole sono piccole, hanno otto e sette anni - Lui era un corpo estraneo che stava nel mezzo.

Sperò vivamente che il concetto fosse abbastanza chiaro senza doverlo approfondire.

- Le piace il suo lavoro al Ministero, Signore ? Era questo che desiderava quando frequetava Hogwarts ?

Famiglia Sullivan, game over.



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view post Posted on 29/8/2017, 23:21
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Vath
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La famiglia Sullivan, o almeno quella che conosceva, aveva all'epoca della sua partenza cinque figli, che se ne fossero aggiunti altri due lo scoprì solo in quel momento. Un piccolo campanello, al dato del fratello di dieci anni più grande, gli fece riportare alla mente gli anni di Hogwarts. «Daniel Sullivan, immagino che la piccola Serpe sia cresciuta, di certo andrò molto più che volentieri a trovarlo sul lavoro ora che ho precisamente idea di chi è. Occhi verdi, con riflessi color azzurro, mentre i capelli corti e mossi di un biondo rossiccio.» Gli disse con un sorrisetto di chi la sa lunga. Avendo notato l'espressione stupita il ventisettenne motivò il tutto per dovere di cronaca. «Perdonatemi, Elijah, all'epoca del mio ultimo anno ad Hogwarts sapevo di cinque figli, di cui l'ultimo voi. Dopo Hogwarts non nego che mi sono estraniato completamente dalla società magica inglese intraprendendo svariati viaggi all'estero per comprendere meglio le società magiche con cui avrei voluto trattare nel futuro.» Come aveva detto Elijah, con il fratello aveva un buon rapporto, Vath immaginò che anche con le sorelle il rapporto fosse buono di conseguenza andando per esclusione il ministeriale comprese che il ragazzo avesse un problema con i genitori che, togliendo il padre sempre impegnato con il lavoro, si tradusse nella risposta certa: la madre. «Le madri, Elijah, sono sempre un problema alla vostra età. Vorremmo ucciderle, era lo stesso mio problema da giovane. Con l'età e adesso che son padre, mi rendo conto che tutto ciò che aveva fatto, l'aveva fatto per il mio bene, per rendermi l'uomo che sono oggi.» Gli disse, con un occhiolino d'intesa, mentre lui stava prendendo un sorso di caffè. Poi il ragazzo gli fece domande personali, domande alla quale lui rispose senza esitazione. «Piacermi?! Lo amo! Ho sempre voluto entrare in politica, specialmente relazionarsi con gli altri stati. Noi Inglesi siamo un popolo forte e fiero, la nostra è una grande nazione ed è giusto che otteniamo il posto che ci spetta nella comunità magica internazionale!»


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Elijah Matthew Sullivan
view post Posted on 30/8/2017, 14:13





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Elijah Sullivan
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«Daniel Sullivan, immagino che la piccola Serpe sia cresciuta, di certo andrò molto più che volentieri a trovarlo sul lavoro ora che ho precisamente idea di chi è. Occhi verdi, con riflessi color azzurro, mentre i capelli corti e mossi di un biondo rossiccio.»

Elijah sorrise a quelle parole, il fatto che la conversazione si fosse spostata su suo fratello gli andava più che bene, anzi benissimo.

- Si, Signore, è lui. Non ci somigliamo molto, a parte il colore degli occhi. Alcuni dicono qualcosa nei lineamenti, ma non ne sono poi molto convinto.

Doveva arrendersi al fatto che, se erano fratelli, qualcosa in comune dovevano pure averla. Il carattere forse, anche se Daniel era molto più tranquillo di lui, pur essendo un Serpeverde fatto e finito.

«Perdonatemi, Elijah, all'epoca del mio ultimo anno ad Hogwarts sapevo di cinque figli, di cui l'ultimo voi. Dopo Hogwarts non nego che mi sono estraniato completamente dalla società magica inglese intraprendendo svariati viaggi all'estero per comprendere meglio le società magiche con cui avrei voluto trattare nel futuro.»

- Non ne vedo il problema, Signore – lo fissò dritto negli occhi, gli piaceva lo sguardo fiero di quell’uomo così apparentemente impassibile – Spesso estraniarsi dagli altri non è da considerarsi un male.

Lui amava sedere da solo a riflettere, lo aiutava a capire le cose che lo circondavano e a trarne poi vantaggio.

«Le madri, Elijah, sono sempre un problema alla vostra età. Vorremmo ucciderle, era lo stesso mio problema da giovane. Con l'età e adesso che son padre, mi rendo conto che tutto ciò che aveva fatto, l'aveva fatto per il mio bene, per rendermi l'uomo che sono oggi.»

A quelle parole l’espressione sul viso di Elijah cambiò completamente. Era stanco di sentir nominare sua madre, quella che non meritava nemmeno di essere chiamata madre, se non per il fatto che lo aveva partorito.

- Mia madre non è un problema, Signore – rispose a denti stretti. Nel frattempo stringeva le ginocchia tra le mani, così forte da fermarsi quasi la circolazione. Stava cercando di domare in tutti i modi l’onda di rabbia che lo stava per travolgere – e io non farei mai a mio figlio o mia figlia …

Fermò di nuovo le parole. Non augurava a nessuno una madre come la sua. Aveva visto la luce negli occhi di quell’uomo quando aveva nominato i suoi figli, ne era fiero a prescindere, come era giusto che fosse.

«Piacermi?! Lo amo! Ho sempre voluto entrare in politica, specialmente relazionarsi con gli altri stati. Noi Inglesi siamo un popolo forte e fiero, la nostra è una grande nazione ed è giusto che otteniamo il posto che ci spetta nella comunità magica internazionale!»

Sollevò lo sguardo, consolato dalle parole di Vath e dal suo entusiasmo.

- Voglio avere la sua stessa fortuna e mi impegnerò per questo, Signore!





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view post Posted on 30/8/2017, 16:41
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Vath
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Elijah sorrise, confermando che la descrizione fatta da Vath corrispondeva alla realta. Tuttavia poco dopo l'espressione del ragazzo cambiò radicalmente. -Mia madre non è un problema, Signore... e io non farei mai a mio figlio o mia figlia…- Evidentemente l'argomento madre era troppo per Elijah che parve essersi trasfigurato in una maschera di odio. Vath lasciò cadere il discorso troppo prematuro da sostenere con chi, effettivamente conosceva da appena un ora. "Tempo al tempo." Pensò il ventisettenne che ricambio lo sguardo ora risollevato di Elijah. «Ho molti progetti, per il benessere della comunità magica inglese, Mr. Sullivan. Tutto però necessita della giusta tempistica: Alessandro Magno non ha creato un impero, che si estendeva su tre continenti, in un giorno. Vi auguro di trovare in questi sette anni una professione che più vi dia soddisfazioni.»

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Elijah Matthew Sullivan
view post Posted on 1/9/2017, 20:30





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I
l futuro per lui era ancora un concetto alieno. Sapeva bene che voleva un futuro ben determinato e indirizzato verso una decisione bene precisa, ma non aveva la minima idea di come arrivarci e con cosa. Era tutto da capire, ma soprattutto da definire.

«Ho molti progetti, per il benessere della comunità magica inglese, Mr. Sullivan. Tutto però necessita della giusta tempistica: Alessandro Magno non ha creato un impero, che si estendeva su tre continenti, in un giorno. Vi auguro di trovare in questi sette anni una professione che più vi dia soddisfazioni.»

Annuì, perché di quello, Si, era davvero convinto. Appoggiò sul piattino la sua tazzina ormai vuota. Prese un tovagliolino e si pulì con calma la bocca.

- Sono certissimo che i vostri progetti saranno sicuramente degni di nota, Signore. Per il resto sono d’accordo, non ho mai avuto fretta nel raggiungere i miei obiettivi e non ne avrò nemmeno in futuro. Se si vogliono costruire delle mura solide allora bisogna iniziare a fare un buon lavoro fin dalle fondamenta. In questi anni conto di fare il punto sul mio futuro e scegliere la via che più mi aggrada.



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Elijah osservò con attenzione il ventisettenne, attenzione che il ministeriale dedicò ogni singolo istante di quell'incontro. L'undicenne finì il caffè mentre ascoltò Vath, posando la tazzina sul piattino e pulendosi la bocca con il tovagliolino. -Sono certissimo che i vostri progetti saranno sicuramente degni di nota, Signore. Per il resto sono d’accordo, non ho mai avuto fretta nel raggiungere i miei obiettivi e non ne avrò nemmeno in futuro. Se si vogliono costruire delle mura solide allora bisogna iniziare a fare un buon lavoro fin dalle fondamenta. In questi anni conto di fare il punto sul mio futuro e scegliere la via che più mi aggrada- Vath sorrise, Elijah scelse quelle parole, inconsapevole di esprimere una verità fondamentale che Vath sosteneva da anni. Solide fondamenta creano costruzioni resistenti, per questo si era impegnato così intensamente nello studio, per poter avere le basi solide da cui partire nella realizzazione del proprio progetto. Afferrò il proprio bastone da passeggio e si alzò scostando leggermente la sedia alzandola. «Avete scelto parole Mr. Sullivan che avrei scelto io stesso. Avete ragione e per aver undici anni, siete molto più maturo rispetto a molti altri vostri coetanei. Se avete bisogno, per qualsiasi cosa, contattatemi pure via Gufo all'ufficio Cooperazione Magica Internazionale.» Affermò aggiustandosi le pieghe del proprio soprabito.

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Elijah Matthew Sullivan
view post Posted on 3/9/2017, 16:31





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D
a una parte riusciva a comprendere la meraviglia di Vath nel suo modo d’agire e di parlare, ma dall’altra no. Per lui era quello il normale modo d’agire e, anzi, non riusciva spesso a conformarsi ai suoi coetanei che pensavano solo a fare i deficienti, pensando che ci sarebbe stato il tempo per tutto. Non era assolutamente così, il tempo non era mai abbastanza quando si trattava del futuro.
Più passi si riuscivano a fare in anticipo e più vantaggi avevi sul tuo avversario in futuro, era una normale legge dalla fisica.

Fu molto compiaciuto della disponibilità che l’uomo con il bastone dimostrava nei suoi confronti.
Elijah era sempre stato un egocentrico esaltato e quelle parole gli diedero un’enorme soddisfazione.

- Sarò felice di contattarla, Signore. E’ un onore per me.

E quelle erano parole che non riservava al primo venuto, ma era sicuro che Vath Remar meritasse la sua attenzione.

Si alzò a sua volta e sistemò le tasche dei pantaloni.
Non allungò la mano verso l’uomo con il bastone per salutarlo, non era ancora pronto ad un minimo contatto fisico. Non sopportava essere toccato e quello valeva per tutti.

- La saluto, Signore – i suoi occhi chiari puntarono verso la la porta, come se aspettasse l’imminente ingresso di qualcuno, ma non era cosi. Fece un leggerissimo inchino con il capo come saluto e si avviò verso la porta di Florian che l’avrebbe ributtato nel caos di Diagon Alley.




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Vath
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Era pronto a tendere la mano nel classico saluto di commiato. Tuttavia il ragazzo non fece cenno di voler tendere la propria, salutò come era solito fare suo nonno e se non fosse stato per quella casualità avrebbe atteso all'infinito un saluto che non sarebbe mai arrivato. «Arrivederci Elijah, son sicuro che ci sentiremo presto.» Lo guardò uscire poi, con lentezza, si diresse anch'egli verso l'uscita.

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