Elijah Matthew Sullivan |
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| Elijah Sullivan 11 Anni ☘ Studente☘ 1° Anno ☘ Serpeverde☘ scheda [ x] * «Daniel Sullivan, immagino che la piccola Serpe sia cresciuta, di certo andrò molto più che volentieri a trovarlo sul lavoro ora che ho precisamente idea di chi è. Occhi verdi, con riflessi color azzurro, mentre i capelli corti e mossi di un biondo rossiccio.»
Elijah sorrise a quelle parole, il fatto che la conversazione si fosse spostata su suo fratello gli andava più che bene, anzi benissimo.
- Si, Signore, è lui. Non ci somigliamo molto, a parte il colore degli occhi. Alcuni dicono qualcosa nei lineamenti, ma non ne sono poi molto convinto.
Doveva arrendersi al fatto che, se erano fratelli, qualcosa in comune dovevano pure averla. Il carattere forse, anche se Daniel era molto più tranquillo di lui, pur essendo un Serpeverde fatto e finito.
«Perdonatemi, Elijah, all'epoca del mio ultimo anno ad Hogwarts sapevo di cinque figli, di cui l'ultimo voi. Dopo Hogwarts non nego che mi sono estraniato completamente dalla società magica inglese intraprendendo svariati viaggi all'estero per comprendere meglio le società magiche con cui avrei voluto trattare nel futuro.»
- Non ne vedo il problema, Signore – lo fissò dritto negli occhi, gli piaceva lo sguardo fiero di quell’uomo così apparentemente impassibile – Spesso estraniarsi dagli altri non è da considerarsi un male.
Lui amava sedere da solo a riflettere, lo aiutava a capire le cose che lo circondavano e a trarne poi vantaggio.
«Le madri, Elijah, sono sempre un problema alla vostra età. Vorremmo ucciderle, era lo stesso mio problema da giovane. Con l'età e adesso che son padre, mi rendo conto che tutto ciò che aveva fatto, l'aveva fatto per il mio bene, per rendermi l'uomo che sono oggi.»
A quelle parole l’espressione sul viso di Elijah cambiò completamente. Era stanco di sentir nominare sua madre, quella che non meritava nemmeno di essere chiamata madre, se non per il fatto che lo aveva partorito.
- Mia madre non è un problema, Signore – rispose a denti stretti. Nel frattempo stringeva le ginocchia tra le mani, così forte da fermarsi quasi la circolazione. Stava cercando di domare in tutti i modi l’onda di rabbia che lo stava per travolgere – e io non farei mai a mio figlio o mia figlia …
Fermò di nuovo le parole. Non augurava a nessuno una madre come la sua. Aveva visto la luce negli occhi di quell’uomo quando aveva nominato i suoi figli, ne era fiero a prescindere, come era giusto che fosse.
«Piacermi?! Lo amo! Ho sempre voluto entrare in politica, specialmente relazionarsi con gli altri stati. Noi Inglesi siamo un popolo forte e fiero, la nostra è una grande nazione ed è giusto che otteniamo il posto che ci spetta nella comunità magica internazionale!»
Sollevò lo sguardo, consolato dalle parole di Vath e dal suo entusiasmo.
- Voglio avere la sua stessa fortuna e mi impegnerò per questo, Signore!
PS: 100 ☘ PC: 50 ☘ PM: 50 ☘ EXP: 1
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