Dark steps, Aula di DADA - Per Wolfgang

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view post Posted on 19/9/2017, 10:13
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Alla scrivania, Dorian afferrò il cestino della merenda e si passò la lingua sulle labbra, concentrato.
Prese tra le mani una ventina di fogli, ognuno diviso in colonne di scrittura fine e nitida, e li scorse, alla ricerca del compito di Francis.
La coltre di nuvole aveva ormai coperto l’orizzonte e nell’aria restava una luce acquosa, biancastra; tra il cielo nero e la terra dello stesso colore la pioggia iniziava a cadere in rilucenti lame argentee.
Iniziò a leggere velocemente, interrompendosi ogni tanto per appuntare l’attenzione su un dettaglio che avrebbe voluto ricordare, senza dare bado al borbottare concitato dei bambini.
Appena si voltò divenne tutto gioia e affabilità, divertito dalla gustosa lettura: il compito, interamente macchiato d’inchiostro purpureo, sembrava la vestigia di un corpo squartato.
«Non abbia timori, Elijah; sono certo che Mrs. Prince vi terrà compagnia con piacere per tutto il tempo necessario.»
Rispose a quell’ultima divagazione con voce flautata: le persone catturavano la sua attenzione per qualche minuto, poi, specie se la conversazione languiva, lo annoiavano irrimediabilmente e lui si sbarazzava di loro con un sorriso serico vagamente comprensivo.
Così fece anche quella volta, compiacendolo come si fa d’istinto con un cagnolino ben disciplinato.
«Che ottima, ottima, idea! Proceda, proceda pure con la collazione: c’è così tanto da imparare e così poco tempo! Ma affinità e differenze – riprese volutamente le sue stesse parole affinché si sentisse veramente protagonista di quel meraviglioso progetto – non bastano. Occorre che vi preoccupiate, da veri filologi, che il testo non vada perduto; se foste così cordiali da copiare ciascuna pergamena almeno un paio di volte mi sentirei più tranquillo.»
Era un bravo ragazzino, semplicemente troppo pieno di vigore. Una volta sfogato, sarebbe diventato mite come un agnellino. Mrs. Prince, a tal proposito – una donna anziana, dal volto grifagno, avvizzita, coperta di rughe e insopportabilmente inflessibile – avrebbe saputo educarlo nel modo migliore.
«Coraggio, però! Che la notte passa in fretta.»
Aggiunse con entusiasmo, felice di aver loro donato una così preziosa occasione di arricchimento.
Ma gli occhi di Wolfgang, che aveva taciuto per qualche istante, balzarono su di lui.
Parlava così tanto.
Belle frasi con una ricca grammatica e un sacco di parole, tutte zucchero e miele. E le avvolgeva come caramello filante in spirali sintattiche che sfidavano il tempo e la probabilità.
Dorian, che all’inizio aveva pensato di essere caduto vittima di una simpatica burla, di una golosa facezia, cominciò ad intuire – con una buona dose di sconcerto – che non doveva trovarsi in presenza della pallina più brillante dell’albero di Natale.
Quel giorno non aveva ritirato alcun compito e gli studenti, sorpresi, l’avevano ringraziato tirando un sospiro di sollievo.
Per un attimo rimase perplesso, poi, capendo che faceva sul serio e che era veramente convinto di aver consegnato l'elaborato, non ebbe cuore di insistere e lo zittì con un cenno affettuoso.
«Non si preoccupi, capita a tutti di confondersi. Io stesso, ormai, come mi fa giustamente notare, sono così anziano e smemorato... Aspetto il suo lavoro domattina. Cinque punti in più a Serpeverde le saranno d'incoraggiamento!»
Concluse, con una certa amabile dolcezza che poco gli apparteneva. In fin dei conti sapeva distinguere uno sguardo sfuggente, uno sguardo distante, uno sguardo in tralice, uno sguardo avido e uno sincero, e capì che se avesse insistito avrebbe rischiato di mandarlo in confusione ancora di più.
D’improvviso si ricordò che Francis, come un imputato sospeso nell’atmosfera del giudizio, lo stava aspettando nella penombra del suo studio, e seguì verso l’uscita.
«’Notte ‘notte. Buon lavoro!» si congedò alzando la mano, senza voltarsi. Il braccialetto tintinnante, la camminata compassata e il tono mellifluo della voce trasformarono la pesantezza di quella punizione in velluto.
 
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Elijah Matthew Sullivan
view post Posted on 21/9/2017, 10:34





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Elijah Sullivan
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E
lijah seguì con gli occhi i movimenti del Professore per tutta l’Aula, fino a che questi non uscì dalla porta tronfio di se stesso.
Fine registrazione.

Il suo sguardo tornò placidamente sul volto di Wolfgang – Dicevamo ? ...Ah, si! Mi chiedevi come mai non sono contento di essere qui a Hogwarts.

Raccolse parte delle pergamene e le impilò sopra al suo libro di Difesa prima di continuare il discorso.

- Non mi piacciono le cose programmate. Io amo gestire la giornata secondo i miei tempi e non secondo quelli degli altri. Faccio tutto quello che devo ma mi gestisco le cose in modo diverso. Qui ci dicono anche quando fare le ore di studio, quando io preferisco farlo in altri orari che mi sono più congeniali. E’ un po' come stare in prigione. Devi seguire un copione già scritto da altri.

Soprattutto quella cosa dello studio collettivo era una cosa che proprio non riusciva a digerire. Studiare in Sala Grande era un vero incubo. Di fatto lì si studiava malissimo, dato che la maggior parte delle persone alla fine iniziavano a chiacchierare, oppure ripetevano le lezioni ad alta voce.

Era questo il motivo per cui Elijah aveva scelto di preparare i compiti in Biblioteca, dove era richiesto il silenzio quasi assoluto.
Lì riusciva a svolgere tutto in modo più rapido e poi impegnare le ore come faceva più comodo a lui.

- Preferisco studiare in Biblioteca, c'è meno confusione.


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view post Posted on 21/9/2017, 14:24
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Una volta uscito il professore - quel giorno la sua emicrania era stata decisamente una benedizione: aveva praticamente cancellato buona parte del discorso finale, limitandosi ad annuire con aria placida - Elijah prese la parola per rispondere alla domanda rivoltagli in precedenza. Effettivamente, il suo discorso non faceva neppure una piega: aveva notato anche lui come le ore della giornata fossero scandite secondo idee e desideri altrui, ma aveva sempre pensato che fosse un piccolo prezzo da pagare in cambio della sua indipendenza.
Devo ammettere che non avevo mai ragionato sotto questi termini: il mio peggior difetto è la pigrizia, ma al tempo stesso mi annoio facilmente - ad Hogwarts ho imparato a non eccedere così facilmente come prima in nessuno dei due.
Inoltre la possibilità di poter lavorare e gestire i propri guadagni - spesso non indifferenti - lontano dall'influenza dei suoi nonni o da quello strano mix di indifferenza e controllo di suo padre, era semplicemente liberatorio: anche solamente l'idea di trovarsi a chilometri di distanza, in un luogo a loro pressoché inaccessibile era una un sollievo non indifferente.
Su questo mi trovi d'accordo: io solitamente, se posso, evito la Sala Grande. Purtroppo, temo che dovrò farci presto un salto: il compito di Peverell incombe.
L'idea non lo entusiasmava per nulla, ma se fosse riuscito a creare uno scheletro dell'elaborato in Sala Comune avrebbe potuto tranquillamente terminare il compito in Sala Grande, sprecando il minor tempo possibile.
 
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Elijah Matthew Sullivan
view post Posted on 29/9/2017, 12:03





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Elijah Sullivan
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A
scoltò con attenzione le parole di Wolf . Fare attenzione a quello che dicevano gli altri era sempre stato un suo punto di forza, gli permetteva di studiare attentamente gli altri e, se possibile, capirli il più velocemente possibile.

- Io cerco di tenermi impegnato, quando mi annoio diciamo che è una mia scelta

Il tempo scorreva e forse era il caso di iniziare quella seccatura che gli aveva mollato il professore di Difesa. Non era una cosa da poco, ma l’avrebbero fatta in un tempo ragionevole per poi potersi anche rilassare. Elijah era sempre stato molto organizzato con le sue cose e Wolf non era da meno. Avevano diviso spesso lo stesso banco a lezione, pur non conoscendosi affatto, e aveva visto il modo cui seguiva quello che succedeva in aula. Ce l’avrebbero fatta e con larghissimo margine di vantaggio.

- Che dici ? Andiamo in Sala Comune e ci togliamo di mezzo questa seccatura? - fece per voltarsi verso la porta, ma si fermò di colpo facendo dondolare pericolosamente tutte le pergamene – Si, ma prima procuriamoci quel diavolo di dizionario di Greco. Non ho alcuna intenzione di dargli la soddisfazione di aver sbagliato qualcosa.




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view post Posted on 2/10/2017, 13:48
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Dopo aver ascoltato le parole di Elijah, si ritrovò a pensare ancora una volta di essere lui quello "strano": non solo era fondamentalmente pigro, ma quando finalmente dava ascolto al suo peggior difetto si annoiava con una velocità tale che avrebbe accettato qualsiasi tipo di distrazione - compreso del lavoro in più da svolgere. A tal proposito, il suo compagno aveva ragione: avrebbero dovuto iniziare a svolgere gli esercizi assegnati dal professor Midnight - prima avessero incominciato, prima avrebbero concluso quella seccatura.
Sì, direi che è meglio fare un salto in Biblioteca: altrimenti chi lo sente più quello.
Wolf stava per seguire Elijah fuori dalla classe, quando gli tornò alla mente un piccolo particolare: si diresse verso la cattedra e, aprendo il cassetto giusto - chissà come mai - trovò il compito incriminato.
Credo che il professore abbia bisogno di un bel paio di occhiali o di Pozioni che rinforzino la memoria: sono sicuro che le sue fan apprezzeranno questo cambiamento nel suo look.
Avrebbe consegnato - nuovamente - il compito il giorno seguente, naturalmente insieme a tutto il lavoro extra che era stato loro assegnato pochi istanti prima.



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19 replies since 31/8/2017, 00:53   479 views
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