| Prefetto Serpeverde - III Anno Some people are naturally good, you know, and others are not. I'm one of the others. - Grazie. - Una sola parola, pronunciata in un fil di voce. Sincera, veloce, pulita. Era probabilmente la seconda volta nella sua vita ad averla pronunciata, senza considerare che la prima avvenne non molto tempo addietro, nei confronti di Daddy, dopo lo stesso gesto che aveva da poco fatto il suo compagno di Casata, nel donarle il suo mantello per permetterle di riparlarsi dalla pioggia e dal freddo. Non l'aveva mai pronunciata prima di quelle due occasioni, per un motivo ben preciso: nessuno aveva mai fatto qualcosa di così importante per lei. Seppur poteva essere considerato un gesto qualsiasi, istintivo, superficiale, per lei, al contrario, era importantissimo. Per la prima volta nella sua vita, si sentì amata, desiderata, protetta, e tutto ciò che non avevano fatto i suoi genitori lo stavano facendo altre persone, e lei, pian piano, stava scoprendo quanto fosse bello sentirsi in quel modo. Quando qualcuno le dava delle attenzioni, si sentiva come una bambina felice e spensierata, ed era maledettamente soddisfacente. Ma, nonostante questo, non aveva mai approfittato di quelle situazioni: mai aveva fatto qualcosa per mettersi in mostra e costringere qualcuno a provare a proteggerla, avrebbe voluto che, come quella volta, accadesse tutto in modo spontaneo. Anche lei, in quel momento, aveva posato sulle spalle di Elijah il suo stesso mantello, come per ringraziarlo per averglielo donato per quel breve tempo. Non lo aveva fatto per compiacerlo, né tanto meno per ricambiargli il senso di protezione, più che altro credeva che, in quel momento, lui avesse più bisogno di quel mantello di quanto ne avesse lei. Nel frattempo, aveva posato il disegno sulle sue cosce piegate al petto, ed in quel momento tornò a guardarlo, non prima di aver ricambiato il suo sorriso. Le linee erano così precise, pulite, e non aveva mai visto qualcosa di così bello. La sua mente cominciò a vagare, ed a chiedersi per quale motivo lui aveva sentito il bisogno di tracciare quelle linee su quel foglio, nonostante tutto quello che gli regalò lei fu un semplice ma sonoro schiaffo sulla guancia. Perché lo aveva fatto? Tornò a guardare il suo viso con l'intento di volerlo scrutare, cercare di capire cosa avesse nella testa quel ragazzo, e non fece altro che notare i suoi occhi puntati contro di lei: sembrava quasi incantato, ipnotizzato, e il Prefetto cominciò nuovamente ad avvertire quella sensazione di imbarazzo. Il tempo, per quel secondo, sembrò essersi fermato improvvisamente, ed un altro atroce dubbio le assalì la mente: perché la guardava in quel modo? Era solo un ragazzino, avrebbe mai potuto prendersi una cotta per l'arcigna, antipatica, e perfida Sophie Armstrong? Aveva già notato quanto i due si somigliassero nel carattere, ma sarebbe bastato? Le iridi argentee di lei, istintivamente, andarono a posarsi sulle labbra di lui, che in quel momento cominciarono a proferir parola. Lo ascoltò con attenzione, mentre la sua attenzione ritornava sul foglio di fronte a sé. - Non è necessario, veramente. - Fece passare la punta dell'indice destro sulle linee disegnate sulla pergamena. Sembrava così reale, che sentiva come se stesse guardandosi in uno specchio. - Disegno sempre quando mi innervosisco, mi aiuta a calmarmi. Lo faccio sempre quando lei mi picchia a sangue. - Si era per un attimo estraniata da tutto il resto, fino a quando quelle parole non giunsero al suo orecchio. Di scatto, ella volse lo sguardo, di nuovo, verso il suo viso, ma le pupille erano più dilatate del solito. - Chi è che ti picchia, Elijah? - Da quel momento in poi, non riuscì a guardare altrove. Il suo tono era serio, estremamente serio, e lui avrebbe dovuto rispondere allo stesso modo. Forse, aveva avuto un passato difficile come il suo. Forse, erano più simili di quanto si aspettasse.Ambition is the immoderate desire for power.
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