A Cursed Day, Privata.

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view post Posted on 26/12/2017, 17:09
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Ocean eyes.

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Mai nella sua vita si era trovata in una situazione del genere eppure, quello stato di equilibrio precario tra osare e non, la faceva sentire viva ed iniziava a compiacerla. Sapeva bene cosa stava facendo la rossa e sembrava che, nonostante non comprendesse a pieno quel comportamento, quasi lo apprezzava. Doveva ammettere che quel lato irruente e deciso di Thalia le garbava e sebbene non sopportasse che fosse usato contro di lei, iniziò - per un breve istante -ad immaginare cosa sarebbe accaduto se entrambe avessero unito i due caratteri non propriamente innocui.
I pensieri di Megan vennero interrotti nel momento in cui la giovane Tassorosso allargò le braccia invitandola a colpirla. La Corvonero non riuscì a trattenere una risata spontanea, sebbene sarebbe stato più che invitante colpirla, Megan sapeva bene che la giovane prefetta l’avrebbe battuta senza alcun problema e anche se le avrebbe fatto sudare la probabile riuscita, non lasciò nemmeno che il pensiero le sfiorasse la mente.
Lasciò cadere le braccia lungo i fianchi avanzando verso la giovane tassa che di fronte la osservava, forse pronta ad aspettarsi una reazione precisa.
-“Non credo che Toobl o Sekhmeth mi avrebbero punita per un boccetta di inchiostro versata per sbaglio sulla tua meravigliosa uniforme!”- un ghigno si palesò sul volto poi, con un movimento lento, afferrò la bacchetta all’interno della tasca della divisa –“Credi che questa risolverebbe qualcosa?”- volse il palmo verso l’alto mostrandole il legno di ciliegio
–“Per quanta voglia potrei avere, non credo che ne varrebbe la pena. Per cosa poi?”- distolse per un istante lo sguardo dalla sua interlocutrice portandolo verso il cielo nero che ormai aveva coperto l’intero castello –“Sarebbe da stupidi e fidati che non lo sono affatto.”- fece una breve pausa lasciando che la frase finale fosse ben compresa e mantenendo lo stesso controllo avuto poco prima, rimise in tasca la bacchetta.
-“Ma dimmi...”- ancora una volta portò gli occhi verdi-blu ad incrociare quelli della Tassorosso –“…cosa si prova ad esercitare un potere simile e a prendersela con le persone per cose stupide?”- tagliente la domanda uscì dalla labbra della giovane Corvonero –“Ah, dimenticavo, puoi anche rimettere la spilla. Non serve, davvero!”- concluse con sguardo sdegno portando le labbra in sorriso provocatorio.
Ciò che fino a quel momento la tratteneva da un qualsiasi e probabile passo falso era il rispetto che nutriva per i suoi compagni di casata. Non avrebbe permesso che per il nulla le venissero tolti dei punti, non dopo tanta fatica provata per portare il più in alto possibile la casa bronzo-blu con lo scopo di vincere la Coppa.
Poi c'era Danielle, la sua migliore amica, amica di entrambe. Cosa avrebbe pensato? Ma soprattutto, cosa avrebbe provato? Megan sapeva bene che se avesse saputo tutto ciò che stava succedendo tra le due, avrebbe sofferto e quella era l'ultima cosa che voleva accadesse; non era il momento adatto, non voleva aggiungere altro dolore nel cuore della sua Danielle, non ce n'era proprio bisogno.

Per quanto quella situazione l’avesse infastidita, il fuoco che le bruciava in petto fino a qualche momento prima iniziò ad affievolirsi, lasciando spazio ad un fiammella debole che aumentava ad ogni provocazione, palesandosi in scintille rosse pungenti. Megan aveva scelto, avrebbe trattenuto ogni impulso agendo alla pari della Tassorosso continuando, così, a darle del filo da torcere.





 
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view post Posted on 26/12/2017, 18:55
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You can take the darkness out of the man, but you can't force him to step into the light.

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Il suo invito lasciò spazio a pochi istanti di significativo silenzio. Quanto si diceva di quelle pause, rotte solamente dai tuoni, era dunque vero: bastava uno sguardo, un cenno nervoso delle mani o un respiro, più simile ad un ringhio, per rivelarsi estremamente esaustivi.
Megan avrebbe avuto una sola occasione per cogliere quell’opportunità, una su un milione, e così come il ritardatario sfreccia sui binari affollati di una stazione - sperando di raggiungere il convoglio desiderato prima che questo abbandoni la propria postazione sferragliando - anche lei aveva racimolato la forza necessaria per rispondere a quell’ennesiva snervante provocazione. Giunta lì lì per assecondare il suo desiderio di rivalsa, però, la Corvonero aveva rallentato; i suoi occhi, illuminati dai bagliori delle folgori nel cielo plumbeo, trasmettevano una nuova sensazione: non più rabbia, ma una sorta di commiserazione mista ad amarezza? Non avrebbe saputo dirlo. Il viaggiatore, ovvero la ragazza, aveva realizzato di aver investito il proprio tempo in una corsa senza scopo, per il raggiungimento del treno sbagliato.
Le sue braccia magre erano ancora lì, spalancate e pronte ad accogliere lo sdegno della ragazzina e, piano piano, la consapevolezza di essere stata fraintesa divenne una certezza. I suoi occhi, di un penetrante grigio-azzurro, seguirono i movimenti delle mani della ragazza, mentre il sorriso sornione tornava a palesarsi sul suo volto. Megan non aveva capito nulla o, forse, non aveva voluto capire.

«Immagino che alcuni problemi li risolva.» ammise, sfiorando la punta del naso con un gesto distratto della mano, come a voler scacciare un insetto fastidioso «Ha risolto perfettamente il nostro precedente problemino… no?» concluse ironica, abbozzando un sorriso e spostando lo sguardo su di lei.
«Oh non credo che tu sia stupida. Lo hai detto tu. Anche se mi domando quanto ti sia sentita ferita, o offesa, vista la tua reazione. Insomma...io parlavo di una vendetta verbale
Provò una nota di sadico sarcasmo nell’affermare quella semplice quanto scontata verità. Megan aveva dimostrato di saper controllare il fuoco che ardeva in lei, ma non aveva affatto considerato quanto ciò avrebbe influito sulla situazione considerando il lungo periodo: la rossa aveva continuato a tirare la corda, tendendola allo stremo, e avrebbe continuato se solo il fatto di spingere Megan ad un punto di non ritorno avesse rivestito un qualche interesse per lei. Non avrebbe tratto giovamento dalle parole della Corvonero, questo lo sapeva bene, eppure aveva cercato di redimersi in qualche modo; si trattava di compensazione, in fin dei conti, un modo come un altro per tornare sul giusto binario e darsi finalmente pace.
«Capisci anche tu che quella cambia la posta in gioco.» concluse, indicando la bacchetta stretta nel palmo della ragazzina. Horus e Daddy non avrebbero perso tempo per una boccetta d’inchiostro, ma per un paio di incantesimi contro un Prefetto avrebbero dovuto stilare una pila considerevole di documenti.
«Se proprio vuoi saperlo, non si prova nulla. Ti stavo dando la possibilità di dirmi quello che pensi. Così avremmo potuto chiudere il capitolo con il cuore leggero ed una stretta di mano. Evidentemente non sei interessata alla resa incondizionata.»
Quanto sarebbero state diverse le cose se, quel giorno, un solo avvenimento si fosse svolto in maniera differente? Smise di porsi domande: a Megan la pianificazione non piaceva ed improvvisare era chiaramente più entusiasmante.
 
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view post Posted on 5/1/2018, 01:07
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Non aveva idea di quanto tempo fosse passato. Per minuti o forse ore, aveva trattenuto i suoi impulsi più che poteva e questo doveva ammettere di esserle costato molto. Quel periodo di transazione emotiva l’aveva più volte spinta al limite ed il duello con Wolfgang l’aveva completamente accecata, facendole mettere in discussione una parte del suo essere a lei completamente ignota. Un lato del suo carattere era emerso, un lato dove i sorrisi e la dolcezza lasciavano spazio ad uno sconosciuto senso di piacere nel vedere la difficoltà e la sofferenza altrui emergere per causa sua. Eppure, per quanto non lo credeva possibile, era riuscita ad avere autocontrollo nei confronti della Tassorosso, a non esporsi più di quanto avrebbe potuto e quel senso di equilibrio traballante, riusciva a soddisfarla più di quanto si aspettasse. Che fosse quello il suo punto “stabile”?

Megan ascoltava le parole della prefetta prestando per la prima volta un’attenzione accurata; notò con sorpresa il tono di Thalia cambiare e la sua voce calma, lasciò rilassare piano piano ogni muscolo del suo corpo.
-“Sei davvero sicura di voler sapere cosa penso?”- sospirò abbozzando un sorriso. Era il momento di tirare fuori ogni cosa, di mostrare le carte in tavola ed arrivare alla fine di tutta quella assurda situazione.
-“Penso che tu abbia esagerato e che avresti dovuto accettare le mie scuse senza provocarmi. Avremmo potuto gestire questo tempo in altro modo entrambe, non credi? Magari conoscendoci visto l’amicizia in comune.”- affermò alzando le spalle.
Di certo era stanca di quel contesto e sperava nella sua più vicina fine.
–“Penso che siamo andate anche oltre.”- ammise con tono serio –“Vorrei soltanto sapere per quale ragione tu abbia agito così nei miei confronti.”- aggiunse poi scuotendo il capo.
La fronte corrugata accentuava ogni perplessità che in quel momento le riempiva la mente:
si chiedeva cosa mai avesse fatto per scaturire un comportamento simile in Thalia; sapeva bene che non poteva essere di certo una boccetta d'inchiostro a farla andare fuori dai binari e che sicuramente qualcosa sotto c’era, ma cosa?
-“Poi, non venirmi a dire che non sono interessata alla resa incondizionata!”- commentò, infine, allargando le braccia e mostrando un sorriso serrato.

Ad intervalli, ora brevi, il cielo tenebroso scattava le sue foto migliori alle quali, lunghi e profondi rombi rispondevano adirarti. Le prime goccioline iniziarono a cadere timide accarezzando la fredda pietra, dando inizio ad una, ormai certa, imminente tempesta.





 
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view post Posted on 9/1/2018, 16:05
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Aveva l’impressione di aver perso un passaggio di quella conversazione, forse a causa dei tuoni alle sue spalle o al dolce picchiettio delle goccioline di pioggia sui volti dei gargoyle di pietra, che si affacciavano sul chiostro come guardiani silenziosi. Megan aveva improvvisamente cambiato il proprio registro, assumendo i tratti più maturi che fosse riuscita a palesare da che si fossero incontrate.

Quindici anni e la capacità di scindere le colpe altrui dalle proprie, persino riconoscendole, erano due fattori inconciliabili con quel carattere frizzante e, a tratti, litigioso. La ragazzina aveva fegato da vendere e più la scrutava, ascoltandola attentamente, e più capiva che cosa la unisse a Danielle: il rigetto di qualsiasi tipo di abuso di potere, accompagnato da un eccessivo sarcasmo, era solamente la punta dell’iceberg emotivo della ragazzina, che si sarebbe potuta infervorare per molto meno.


«Certo che voglio sapere che cosa pensi.» sospirò, infine «Me la sono presa con te perché ho avuto una pessima giornata. Non è stato cortese e nemmeno degno della spilla che porto al petto. Hai ragione.»
Se Megan l’avesse conosciuta davvero, avrebbe capito con quanta sincerità - ed altrettanta difficoltà - quelle parole erano affiorate alle sue labbra. Nonostante i buoni intenti, con la probabile diffidenza della Corvonero ad ostacolare la corretta ricezione di quelle che dovevano essere delle scuse, l’intera frase sarebbe parsa troppo ben costruita per essere ritenuta veritiera.
«Le pessime giornate capitano a chiunque, ma immagino che delle semplici scuse non ti bastino.»

Se Megan era orgogliosa almeno la metà di Danielle Gilbert, allora la Tassorosso avrebbe dovuto affrontare le pene dell’Inferno prima di entrare nelle grazie della ragazzina. Si trattava di compromessi, ancora una volta, punti d’incontro difficili da stabilire date le difficoltà dettate dalle personalità ben costruite di entrambe.
Megan sembrava consapevole di essere nel torto e di quanto quella posizione le sarebbe potuta costare; d'altro canto, si sentiva legittimata a sentirsi offesa, punto sul quale - in quel momento - la Tassorosso concordava. L'Irlandese, dall'altra parte, si trovava nella classica posizione nella quale ritrattare sarebbe stato impossibile: i fatti evidenziavano chiaramente che sì, Megan forse aveva agito ingenuamente, ma che proprio lei - ligia alle regole e al buon costume - aveva tradito i principi coi quali era stata cresciuta.
Se suo nonno l'avesse vista, probabilmente, l'avrebbe punita severamente, così come avrebbe fatto sua madre.
I due, tuttavia, non si trovavano in quel corridoio e - naturalmente - sarebbe spettato a lei mettere ordine là dove regnava solamente il caos.


«Ho superato il limite, questo è fuori discussione.» proseguì, certa di aver attirato a sufficienza l’attenzione della Corvonero «L’unica cosa che puoi imparare da questa giornata è di fare attenzione a chiudere bene l’inchiostro prima di tornartene in Sala Comune. Non sai mai con chi potresti scontrarti. Immagina di versare l’intero contenuto sulle vesti di Peverell.»
Si limitò a tenderle la mano, abbozzando un sorriso ed iniziando a percepire un calore sulle gote pallide, caratterizzate dalla presenza da una spruzzata di efelidi, che nulla aveva a che vedere con la temperatura di quel corridoio all'aperto.
Ammettere le proprie colpe e cercare il perdono, in fondo, non era così male.

 
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view post Posted on 19/1/2018, 23:25
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Se tutto quello che stava succedendo era un piano per mettere alla prova la sua pazienza, Megan non lo trovava affatto divertente anzi, era stanca e non ne poteva proprio più di quella situazione, sapeva bene non le avrebbe portato alcun vantaggio ma, solamente punti in meno se solo avesse osato di più. Continuare a sentire le spalle contro un muro - impossibilitata di ogni movimento desiderato - le avrebbe fatto perdere le staffe senza alcuna possibilità di ritorno, questo lo sapeva bene, perdere il controllo era diventato un rischio incredibilmente piacevole e sebbene lo desiderasse con tutta se stessa, non riusciva ad essere egoista abbastanza nei confronti dei suoi concasati.

Le parole della Prefetta giunsero alle sue orecchie, sincere e prive di qualsiasi piano equivoco e fu solo in quel momento, quando smise di parlare, che la Corvonero palesò il suo primo e vero sorriso. -“Posso dire di apprezzare le tue scuse e doverti rendere anche le mie.”- affermò mantenendo una posizione stabile –“Le pessime giornate capitano a chiunque è vero ma, questo non ti da il diritto di prendertela con la prima studentessa che ti capita sotto gli occhi…”- sospirò alzando lo sguardo al cielo. Che avesse accettato le sue scuse era chiaro ma, che avesse ancora impresso nella mente tutto ciò che era accaduto lo era di più. Non era facile per lei dimenticare tutto e subito, il peso delle sue azioni si accumulavano assieme a quelle della giovane Tassorosso, creando un senso di angoscia che le premeva sullo stomaco. Un sospiro profondo la liberò da quei pensieri, tornando a farle sentire il rumore della pioggia e le goccioline fredde bagnarle il volto. –“…tuttavia cerchiamo di dimenticare ciò che è successo.”- concluse tendendole anche lei il braccio; strinse con decisione, così, la mano della Prefetta premendo forte il palmo contro le sue dita.
Una stretta di mano a risolvere il tutto, sarebbe bastata veramente?






 
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view post Posted on 20/1/2018, 22:42
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Una smorfia divertita si dipinse sul suo viso stanco, mentre la portata di quell'acquazzone aumentava rapidamente e la sua mano stringeva con decisione quella della ragazzina.
Aveva giusto un paio di armi nel suo arsenale da utilizzare, ma aveva deciso di lasciar perdere. Un'ultima stoccata sarebbe stata sufficiente a farle comprendere chi avesse di fronte.

«Non sei la prima, infatti.» disse «Ti ho selezionata con cura prima di prendermela con te. Sono stata estremamente scrupolosa. Ho scelto l'unica persona collegata con la mia migliore amica. Non si può certo dire che sia stata una coincidenza!»

Sorrise, rilasciando la mano dell'altra e scostando una ciocca di capelli dal viso: non desiderava inimicarsi quella certa Megan per molteplici ragioni. Il loro incontro era stato una casualità, tramutatasi ben presto in un'assurda coincidenza. Che fosse dovuta ad un allineamento sbagliato dei pianeti, tutto ciò che contava era stato raggiungere quel determinato punto, superando le avversità. Se solo Danielle si fosse trovata in quel corridoio! Avrebbe chiesto ad entrambe se non fossero del tutto impazzite. Già la vedeva, nella sua mente, a sbraitare a pieni polmoni quanto fossero sciocche.
«Meglio non raccontare a Danielle come ci siamo conosciute.» aggiunse velocemente, in risposta a quei pensieri «Penserebbe di aver mal riposto la propria amicizia e la cosa non le piacerebbe affatto.»

Si chiese se la Corvonero le avesse parlato di lei solo sommariamente o se fosse scesa nei dettagli meno conosciuti. Si domandò anche, con una nota di gelosia innegabile, se Megan sapesse qualcosa più di lei sul conto di Danielle. Aveva sempre accettato facilmente l'idea che Danielle avesse stretto amicizie al di fuori della loro ristretta cerchia: lei, Danielle ed Alex erano un trio composto da individui che ben si amalgamavano tra loro, ma di certo non aveva mai creduto che ciascuno non avrebbe coltivato amicizie proprie al di fuori di quel piccolo gruppo.
Forse, l'accettazione era stata più semplice ed immediata in virtù del fatto che mai, nessuno di loro, aveva incrociato nei corridoi le conoscenze altrui. Danielle non sapeva nulla di Amber, uno dei Prefetti di Tassorosso, né di altri. Dunque perché la Corvonero avrebbe dovuto precludersi la possibilità di socializzare con coloro che - a conti fatti - condividevano più cose con lei?
La risposta, in quella pausa di silenzio, la fece soffrire un po', quel tanto che bastava ad oscurarle lo sguardo perso nel vuoto. Si riscosse all'ennesimo tuono, scendendo velocemente dal muretto e rassettando la gonna corta, che raggiungeva appena il ginocchio, in un gesto nervoso che l'avrebbe tratta in salvo da qualsiasi domanda indiscreta della Corvonero.


«Ironia a parte, mi dispiace, Megan. Volevo giocare con le tue reazioni, ma mi rendo conto che sia stata una mossa poco intelligente. Hai un caratterino difficile, lo sai?»
Nessun trucco e nessun inganno. Megan era davvero un mistero e lei, con l'ignoto, andava a braccetto sin dalla tenera età. Col senno di poi, forse, avrebbero fatto fronte comune - accettando le rispettive diversità - e avrebbero fatto in modo di far funzionare quella che, con un'aspettativa piuttosto positiva, avrebbe potuto essere una solida amicizia.
Stringere nuovi legami sinceri non era un procedura di poco conto per lei: sebbene si comportasse educatamente con tutti - almeno nel novanta percento dei casi - di rado si trovava in accordo con qualcuno per più di un incontro; erano poche, in definitiva, le persone che avrebbero potuto annoverarla tra i propri amici.
Quello con Megan era un rapporto agli albori e, se non altro per Danielle, da parte sua avrebbe cercato di far funzionare ogni cosa.
D'altro canto, doveva ammettere quanto quell'impresa fosse partita con il piede sbagliato, al principio di un percorso tutto in salita.

 
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view post Posted on 30/1/2018, 14:22
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La calma, che sembrava non arrivare mai, era finalmente giunta: come un serpente, strisciando silenziosa, si era infiltrata tra le due studentesse che, in quell’istante, si stringevano la mano. Un sorta di armistizio tra due contendenti di uguale vigore: consapevoli di non potersi sfidare ed ugualmente consce nel doversi rispettare.

Megan aveva lasciato che la giovane Prefetta continuasse a parlare: l’aveva ascoltata, aveva preso atto di ogni parola detta ed ogni gesto fatto e, non poteva certo negare di provare piacere in quella sorta di resa.
-“Oh, credo che Danielle andrebbe su tutte le furie! Posso immaginarla già…”- esordì alla richiesta della rossa, poi con un gesto simpatico imitò l’amica di stanza, mostrando pose che comunemente utilizzava nel bel mezzo di una crisi isterica. Successivamente, si ricompose lasciando che un sorriso chiudesse il sipario di quel breve teatrino –“…comunque sì, credo che tu abbia ragione, è meglio che non lo sappia.”- sbuffò scrollando le spalle.
Le sarebbe davvero piaciuto vedere la faccia della compagna mentre le raccontava l’accaduto, magari avrebbe potuto aggiungere qualche fantasia per alternarne i fatti e scaturire ancora di più l’ira della Corvonero, ma l’unica cosa che la frenava davvero era la scenata imbarazzante che sarebbe seguita. Con molta probabilità Danielle avrebbe organizzato un incontro all’insaputa di entrambe le studentesse, dando vita ad una faida a tre, e Megan non avrebbe tollerato alcuna ramanzina dall’amica, ne tantomeno riaprire un discorso ormai chiuso. Tacere era l’unica soluzione, e purtroppo anche quella meno divertente.

-“Se può consolarti non lo capisco neanche io…”- rispose alla domanda di Thalia con un sorriso sghembo. Che quello fosse un periodo di transizione per la giovane Corvonero ormai era appurato, tuttavia, l’instabilità emotiva, non era ancora andata via e Megan a fatica riusciva ad avere una chiara e precisa concezione si sé.
–“…comunque dispiace anche a me!”- concluse, lasciando le labbra aprirsi in un sorriso sincero.
Non c’era ragione di mentire in quel momento. Thalia era una scoperta, e per quanto molte cose non le riusciva ancora a digerire, era certa di aver ricevuto qualcosa di buono da quell’incontro. Che fosse l’inizio di qualcosa? L’idea, di un legame tra lei e la Prefetta, le passò nella mente come un convoglio in corsa in una galleria: veloce e rumorosa, e nello stesso istante venne interrotta da un tuono che fece tremare l’intero edificio.
-“Credo che sia ora di rientrare, no? La battaglia è conclusa!”- affermò seguita da una risata divertita.
–“Magari ci sarà l’occasione di rincontrarsi, speriamo con modalità diverse!”- concluse regalando un altro sorriso alla giovane rossa, poi le voltò le spalle.






Edited by Megan M. Haven - 22/2/2018, 01:59
 
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