A Place To Lay My Head., Privata.

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view post Posted on 14/1/2018, 10:56
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Ci aveva fatto ormai l’abitudine nel gestire i vari impegni che aveva ogni giorno. Le sue giornate si dividevano ormai tra lezioni, studio, ronde, riunioni e lavoro. In quegli anni si era resa conto ogni giorno di più di quanti sacrifici richiedeva la vita. Divenne sempre più consapevole del fatto che, più il tempo passava, più impegni vi si presentavano e lei doveva essere pronta ad affrontare ogni situazione ed ogni ostacolo che avrebbe trovato lungo il suo percorso. Come quasi ogni sera, il pub più rinominato di Hogsmeade era pieno. La serata non sembrava particolarmente fredda, considerando la metà stagione, ma i residenti del Villaggio preferivano trascorrere il tempo in buona compagnia al caldo e con dell’alcol sul tavolo, piuttosto che passeggiare all’aria aperta. E come poteva biasimarli? I suoi lunghi capelli biondi scendevano lungo la sua schiena e svolazzavano tra un tavolo e l’altro, seguendo fedelmente i movimenti del suo corpo. Non che amasse particolarmente quel lavoro, ma quanto meno era riuscita a mettere una buona quantità di denaro da parte in poco tempo. Non tornava a casa da moltissimo tempo, ed il sol pensiero di dover dividere il tetto con i suoi genitori la faceva rabbrividire. Era quello il principale motivo per cui una come Sophie Armstrong si era abbassata a quei livelli: aveva deciso di farsi assumere come cameriera in quel locale principalmente per diventare indipendente e magari, in futuro, per poter acquistare una casa tutta per sé, lontana da tutto e da tutti. Tranne che da una persona.
Aveva ormai raggiunto la maggiore età da un pezzo, e, neppure da bambina, non era mai stata aiutata in nulla. Aveva imparato, fin da giovane, a cavarsela da sola, aveva imparato a non dover contare sugli altri e questo non poteva essere altro che un punto a suo favore.
Tornata al bancone, i suoi occhi attenti scrutarono il locale per assicurarsi che tutto procedesse al meglio, fino a quando non notò che uno dei pochi tavoli che erano rimasti liberi fino all’attimo addietro, in quel momento venne occupato. Controvoglia, si diresse verso quella direzione e si posizionò di fronte.

– Buonasera. – Il suo tono di voce era gelido, come suo solito. Era un vizio che proprio non riusciva a togliersi. No, anzi, non era un vizio. L’odio che provava nei confronti del mondo esterno era un qualcosa che faceva parte della sua natura, e cresceva con lei di giorno in giorno. Non poteva farci nulla, era nata così e sarebbe morta così. Osservò i visi di entrambi i clienti, prima quello di lei, poi quello di lui e… poteva dire di non aver mai visto né l’uno né l’altro. Sophie, ad ogni modo, rimase sulle sue, e non si scompose affatto.
– Volete ordinare? –


//Mi sembra di capire che la role è ambientata tempo prima della Festa di Halloween. Quindi, Lia, anche se abbiamo interloquito in quell'occasione, Sophie non ti ha ancora mai vista. Se ho sbagliato chiedo venia e recupererò nel prossimo post.
 
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Lia Soxilia
view post Posted on 14/1/2018, 12:19





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Ecate Soxilia O'Connor
25 ☘ Veela ☘ ex-Corvonero ☘ scheda [x]


M
aurizio aveva un'idea differente, quasi opposta, ma Lia non si poteva permettere di pensare diversamente, non poteva credere che bisognasse seguire un'unica via già stabilita per il solo fatto di averla scelta perché lei era la prova vivente ( o quasi) che non era proprio così che la vita andava: aveva deciso da bambina che la sua strada era sapere, conoscere tutto nel modo più profondo e accurato, eppure fino alla sua rinascita non avrebbe potuto conoscere una parte consistente dell'esistenza; fino a quando non era riemersa completamente differente dal lago in tempesta non aveva potuto nemmeno provare quella parte della conoscenza. Era complesso da spiegare ma ci aveva messo anni per capire cosa fosse e come si dovesse comportare, poi era tornata a Londra e tutto era andato in un modo completamente diverso da come aveva pianificato: quella mano che aveva ricambiato la sua stretta ne era la prova certa ed inequivocabile. "E' un pensiero forte e un modo di vivere molto intenso, mi piacerebbe pensare che sia come dici tu... Forse farei le cose in modo diverso." Lo disse inizialmente dolce e poi allegra sorridendo come fosse una battuta, ma se l'uomo vi avesse prestato abbastanza attenzione avrebbe visto l'ombra di Ecate passare negli occhi della donna velandoli di una malinconica serietà che difficilmente avrebbe potuto capire, a meno che non avesse cominciato a capire chi fosse realmente la giovane non umana di fronte a lui. Lia non se la sentiva di dirlo, lo aveva detto a suo cugino che l'aveva guardata come un fantasma, lo aveva comunicato al Ministero che le aveva certificato la sua nuova identità, lo aveva detto a quel dottore che aveva incontrato dopo il suo colloquio e con cui aveva flirtato senza arrivare mai a provare ciò che provava quella sera, ma non aveva il coraggio di dirlo a quell'uomo che la faceva stare così bene e così male da sentire il bisogno di stargli addosso.
Non credeva che avrebbe risposto a quelle domande poste come fosse nel romanzo di Joyce, eppure le aveva risposto. "Mettere in pericolo? Un gentiluomo come te? Non mi sembri una persona così pericolosa... " Avrebbe voluto continuare, dirgli che sicuramente non era colpa sua se le metteva in pericolo e che sicuramente avrebbe trovato la persona giusta in futuro; ma si fermò quando gli occhi di una giovane le si posarono addosso e le sue parole li invitarono ad ordinare. Voltò il viso fissando la giovane ragazza che gelida aveva parlato ed attendeva la loro risposta, era una bella ragazza bionda dagli occhi chiari probabilmente una studentessa di Hogwarts che tanto le ricordava lei quanto quelle infami compagne che aveva; fu per quello che l'istinto la portò a chiudersi, a ritrarre la mano stringendola al grembo con l'altra e il suo volto sorridente si era contratto in un'espressione vuota con solo gli occhi che mostravano una tempesta. "Buona sera, si gentilmente. Io prenderei un boccale piccolo di rum di ribes rossi e vorrei offrire ciò che più aggrada al signore... Grazie" Era stato come catapultarsi indietro di almeno sette anni, come se quella serata non fosse mai esistita e tutte le buone sensazioni che aveva provato si fossero dileguate in presenza di Dissennatori alla ricerca di una vittima; le sue parole erano state gelide tanto quanto quelle della giovane mentre i suoi occhi rispecchiavano ancora una volta il lago nero di quel tetro giorno di morte.
Attese che la giovane prendesse l'ordinazione e quando la mano dell'uomo la toccò nuovamente tutto quel gelo, quella rabbia e quel dolore scomparvero così com'erano arrivati; Maurizio non poteva immaginare cosa avesse fatto a Lia, non immaginava quanto quel contatto che la faceva stare bene avrebbe potuto distruggerla,non sapeva quanto la stesse scombussolando. Il volto di Lia tornò ad illuminarsi e gli occhi tornarono sereni come in una giornata di sole, fu la domanda a farla ridere. "Diciamo che da ragazza non avevo molto interesse per le relazioni e in questi ultimi sette anni ero... impegnata a capire come gestire la mia nuova vita." Aveva risposto in modo sincero bloccandosi solo per trovare il termine più adatto ad evitare di esporsi ma che potesse spiegare come mai fuori da Hogwarts non aveva trovato compagnia.
PS: 166 ☘ PC: 111 ☘ PM: 111 ☘ EXP: 25




Si, Sophie è ambientata qualche sera prima di Halloween.
 
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view post Posted on 16/1/2018, 19:15
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In effetti se uno come lui non avesse vissuto tutte quelle cose non sarebbe mai stato così forte, sotto alcuni aspetti anche troppo.
Questo suo essere pronto a tutto pur di compiere i propri obbiettivi lo portava anche a commettere numerosi errori e ad una testardaggine che forse nemmeno gli apparteneva. Era proprio quello che gli stava succedendo a lavoro, il fallimento lo stava portando ad eviscerare parti del suo carattere che non aveva mai pensato di avere.
Ecate intanto sembrava più allegra, odiava vedere quella nota malinconica che sembrava permeare la sua persona e perciò vedere, anche solo per poco, svanire quello sguardo rendeva automaticamente di buon umore anche lui.

-È questo il bello però, la gente la pensa in modo diverso ed agisce in modo diverso, non esiste giusto o sbagliato in queste cose.-
"Forse farei le cose in modo diverso." Per quanto le sembrasse felice quella frase aveva assunto nella testa dell'Italiano delle note ben diverse da quelle che sembravano, eppure non poté dare troppo peso alla cosa e quindi passò oltre.
In effetti in molti si stupivano quando uno come lui parlava di mettere in pericolo le persone tutti reagivano allo stesso modo, erano forse i suoi modi gentili o il suo fare da mancato latin lover che lo portavano ad avere questo stupore attorno.
Ma non rispose subito perché una freddissima cameriera quasi sicuramente poco felice di lavorare lì, che prese la loro ordinazione. Oramai sembrava che Ecate avesse definitivamente deciso che sarebbe stata lei ad offrire e questo strano quadretto lo fece ridere un po', alché decise di condividere la sua gioia tentando di risollevare anche l'umore della cameriera.

-Per me un Whisky Incendiario...potrebbe servirne uno anche a te, però.-
Disse con un sorriso malizioso di chi avrebbe potuto lavorare come "provocatore di persone" a livello mondiale. Una volta andata la ragazza si concentrò sul discorso che avevano affrontato poco prima.
-Quando scegli tra bene e male qualunque sia la tua posizione ti lasci attorno terra bruciata, vivi con la perenne paura che possano fare del male a coloro che conosci, e in quel caso non te lo perdoneresti mai.-
"...E alla fine abbandoni tutto" Decise però di tenere per se la parte finale del discorso, adesso aveva un nuovo modo di pensare e di vivere oltre che ad un nuovo lavoro, era più libero e anche più affamato di nuove esperienze.
-Nuova vita? In che senso sono curioso.-
Bastava fare uno più uno per capire che la ragazza stesse nascondendo qualcosa, cercava di essere vaga più e più volte, avrebbe potuto benissimo decidere di non rispondergli, ma lui voleva anche mostrare un certo interesse che, in questo momento,
faceva da padrone ad ogni sua altra cosa.

 
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view post Posted on 22/1/2018, 09:49
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No, non amava quel lavoro. Ma quale altra scelta aveva? Che cosa avrebbe potuto fare, in alternativa, per racimolare qualche soldo durante gli studi? Certo era che quel lavoro la stava distogliendo dallo studio, le toglieva molto, molto tempo, considerando anche che era un Prefetto. Aveva preso il vizio di portarsi un paio di libri sia ai Tre Manici di Scopa, per approfittarne quando il locale era vuoto o quasi, sia alle ronde. D’altronde, di studenti che cercavano di violare le regole della scuola non se ne vedevano tutti i giorni. Insomma, era riuscita a trovare una soluzione, ma studiare a round di cinque minuti l’uno non era proprio come studiare in santa pace in Sala Comune. Era una di quelle studentesse che aveva bisogno di silenzio assoluto, quando studiava. Aveva da sempre evitato posti affollati tipo la Biblioteca o la Sala Grande. Odiava il vociare delle altre persone, ogni singolo e minimo rumore era capace di distrarla dal rigo che stava leggendo. E non era proprio una bella cosa.
Era giunta al cospetto di quella coppietta che da tempo sembrava stesse conversando a quel tavolo. Mentre attendeva le loro ordinazioni, si guardò intorno, per nulla interessata a scrutare i loro volti o il loro modo di vestire o di fare. Solo dopo aver udito le loro voci che per forza di cose dovevano essere rivolte a lei, puntò lo sguardo freddo prima sulla biondina, poi sull’uomo. Ignorò i convenevoli che riguardavano saluti, ringraziamenti e roba varia, e si concentrò principalmente su ciò che lei stava ordinando. Registrò il tutto a mente, com’era solita fare, poi rivolse l’attenzione verso il compagno della donna. Sophie ascoltò la sua battuta, ma l’espressione del suo viso non accennò a mutare neppure per un secondo. Di quelle battute ne sentiva a bizzeffe, ed era talmente abituata che le scivolavano addosso come l’acqua. Veramente pensavano di poter offendere con quelle parole? Ma, tra l’altro, non riuscivano ad andare oltre? Dov’era la loro fantasia? Ma poi, quale diamine di motivo lo aveva spinto a fare una battuta sulla cameriera, di qualsiasi natura essa fosse, mentre era in dolce compagnia con un’altra donna? Quanti schiaffi gli avrebbe dato se ci fosse stata lei al suo posto?

– Non mi sembra di averle dato il permesso di darmi del Tu. – Si limitò a dire, senza scomporsi nemmeno un po’. Accennò un piccolo ghigno in direzione dell’uomo dal dubbio accento.
– Con permesso. – Diede loro le spalle dopo pochi secondi e, mentre tornava nei pressi del bancone, come di prassi, si ripeté a mente le ordinazioni, una, due, tre, fino a cinque volte. Versò delicatamente le bevande all’interno di due boccali della stessa grandezza, e la quantità di alcol versato fu esattamente uguale. Posò il tutto su un vassoio e tornò a destinazione, con passo attento ma veloce. Posò i due boccali sul tavolo e si portò il vassoio sul grembo.
– Se avete bisogno di altro, sapete dove trovarmi. –


Rum di Ribes Rosso (Boccale Piccolo) -> 3 Falci
Whisky Incendiario (Boccale Piccolo) -> 3 Falci

[aggiornato]


Edited by Sophie Armstrong - 22/1/2018, 19:58
 
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Lia Soxilia
view post Posted on 31/1/2018, 16:23





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Ecate Soxilia O'Connor
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L
ia aveva atteso che la cameriera andasse via dopo averli serviti prima di rispondere, un po' aveva bisogno di pensare e di capire come affrontare una sorta di amarezza che la frase aveva creato ad entrambi: perché Maurizio sembrava nascondere un passato triste tanto quanto lei? Perché la cosa la sorprendeva e non la sorprendeva poi molto? Sentirsi affini in quel momento le parve quasi naturale come se la vita avesse dato loro le esperienze affinché si trovassero così simili, se esistevano davvero le Parche avevano tessuto le loro vite con uno schema già fissato e preparandoli per quell'incontro come se Eros avesse invitalo le tre donne ad assicurarsi che quella sera avvenisse. Un pensiero sciocco, così infantile da farla sorridere, così intenso da farla arrossire sulle gote bianche, così profondo da farle battere troppo forte un cuore ancora incapace di battere a quel ritmo. Fu solo un attimo, il tempo che la bionda ragazza si allontanasse disgustata dalla battuta dell'uomo e tornasse con le ordinazioni, il tempo che i capelli le fluttuassero nell'aria, il tempo di un sospiro che non sapeva spiegare poi tutto mutò.
Maurizio aveva scelto, lo aveva detto senza dire che parte aveva scelto, e lì si erano allontanati si erano persi naufraghi sconosciuti ed opposti che si scontravano con la corrente di un mondo troppo insistente. La mani della giovane si posarono sul boccale trasparente dove il liquido rosso sembrava il sangue che lei non aveva mai avuto problemi a toccare, lo sguardo si perse nel vortice del liquido che aveva ordinato e il cui inebriante odore andava a trasportare Lia in un tempo remoto come lo era il suo essere umana. Oh, che tragedia aveva creato l'uomo con quelle poche parole, oh che terribile voragine aveva fatto nascere con quella considerazione; come avrebbe potuto esserci un continuo?
"Se scegliere crea tutta questa terra bruciata, Maurizio, perché scegliere?" lo aveva chiesto dolcemente rivolgendogli uno sguardo supplichevole che forse lui non avrebbe potuto capire, ma che per lei era impossibile da trattenere. "Perché renderti schiavo di un sistema che venera la morte? Perché lasci che ti trattino come un gladiatore, carne da macello se perdente o assassino di altri schiavi se vincente? Perché permetti che siano loro a decidere le tue mosse e le tue paure? Bene e male convivono da prima dell'esistenza del mondo, si nutrono di sangue e innocenti, di odio e paura e la nostra società venera coloro che si lasciano distruggere da questa guerra che non ha fine. Perché lasci che ti usino come una pedina?" Ad ascoltarla sembrava la preghiera di una Penelope innamorata al suo Ulisse in partenza, eppure nelle sue parole le tracce di chi si era estraniata dalla società erano così forti da non lasciare dubbi su come avesse vissuto e quanto fosse stata esclusa di sua volontà da quel mondo.
Le labbra colorate di rosso dal liquido che ora le infiammava esofago e stomaco spiccavano sulla pelle pallida come il chiaro di una luna piena, quando da adolescente beveva quell'alcoolico magari in compagnia di qualcuno che aveva scelto per poterlo sfruttare le commentavano sempre che appariva come un vampiro che avesse appena mangiato; eppure lei ora si sentiva come la luna piena a cui ulula un lupo mannaro macchiata di sangue innocente. Si pulì con il tovagliolino le labbra e poi gli angoli della bocca mentre un sorriso strano, forse sadico forse fiero, si allargava sul viso mentre l'uomo le chiedeva cosa intendesse per nuova vita.
"Mettiamola così... Sono rinata con un nuovo modo di vedere le cose e viverle ed ho cominciato a viaggiare per inseguire nuovamente il tuo obbiettivo. Magari un giorno ti racconterò..." Lo aveva detto con la stessa stuzzicante voglia di provocare che la Veela le aveva donato e alzando lo sguardo verso l'uomo che chiedeva informazioni, voleva essere una provocazione ed un invito. "E cosa ti ha portato a non poter stare vicino a quei sentimenti, a trovare qualcuno che ti stia vicino?Non sarai mica ricercato o un essere senziente non umano..." La voce derisoria ancora una volta mentre nuovamente il boccale veniva portato alle labbra.
PS: 166 ☘ PC: 111 ☘ PM: 111 ☘ EXP: 25




Scusa,scusa,scusa... Tra impegni e blocco dello scrittore mi sono un attimino persa :flower:
 
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view post Posted on 4/3/2018, 19:58
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Si limito ad ascoltarla con molto interesse, continuava a parlare ed il suo discorso filava liscio come l'olio, forse troppo persa nella retorica ma non aveva tutti i torti. Peccato che in quel discorso non aveva inserito una variabile decisamente importante, Maurizio aspirava a qualcosa di più, lo aveva fatto in Italia e voleva farlo qui, aveva uno spasmodico desiderio di plasmare il mondo al suo servizio, amava l'idea di sentirsi Dio ogni tanto. E in fondo amava anche l'idea d'esser diventato il leader di quello che in Italia adesso veniva visto come un movimento terroristico, al mondo servivano dei mostri e lui lo era diventato,
eliminare la corruzione era forse un ideale così sbagliato?
Eppure non rispose, si limitò a sorridere quasi malinconicamente e a dare un sorso al Whisky che la gelida ragazza gli aveva portato, era evidente che entrambi non volessero parlare delle loro ombre più intime, forse un giorno sarebbe arrivato il momento, ma rivelare una cosa così grande ad una persona sconosciuta (per quanto lo avesse preso in quel momento) sarebbe stato estremamente rischioso oltre che stupido.

"Vedremo, allora."
Disse sorridendo ancora, era la semplice conferma dell'intesa che si stava creando, come un tacito accordo di reciproca fiducia che si stava instaurando con i soli sguardi, una situazione estremamente particolare e stuzzicante per l'Italiano.
"Oh, sì! Mi hai beccato, sono l'uomo più ricercato al mondo! AHAHAHAHAH"
Disse prendendo il bicchiere e alzandolo, quasi brindando in suo onore per tale perspicacia.

 
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Lia Soxilia
view post Posted on 13/3/2018, 10:14






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Ecate Soxilia O'Connor
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L
e labbra nuovamente rosse, come il sangue bagnate da quel liquido bruciante e carico di inappropriati desideri simili ad istinti, si impressero un sorriso forse troppo leggero mentre ridevano della non proprio certa battuta fatta dall'uomo: era rimasto in un tacito silenzio riflessivo che sembrava albergato da un'ambizione particolare che Lia aveva già visto in altri occhi,in quelli del cugino e in quelli del padre che auspicavano ad una sorta di potenza che a lei rimaneva troppo distante per la sua irrazionalità.
Com'era assurda la vita, all'inizio di quella serata aveva pensato di vivere per la prima volta ciò che aveva confessato molti anni prima senza capirne realmente il significato e la grandezza ad un uomo che non aveva più visto, da cui era fuggita per ciò che aveva fatto e che non era stato ricambiato in egual misura; ma in quel momento, quando la sera inoltrata si era fatta largo fra i discorsi e le tacite promesse di un futuro incontro, Lia si era accorta che qualcosa era cambiato. Che ridere, le faceva, pensare a quella piccola ed ingenua ragazzina che convinta all’inizio di quella serata aveva creduto che in una semplice sera si potesse determinare e trovare l'amore. Folle.
Aveva accolto con un sorriso benevolo quella sorta di promessa che l'uomo le aveva lanciato e per la prima volta si era sentita una bambina alle prime armi disarmata: lui non aveva idea che prometterle di rivedersi, che crearle delle simili aspettative era il peggior modo per farle scoprire il mondo e la crudeltà che riservava alle persone che come lei non sapevano usare a loro vantaggio le emozioni; avrebbe presto fatto i conti, la povera Lia, di come il mondo era in grado di distruggerla solo perché sentiva, che usare l’ascendente che aveva era una questione di sopravvivenza non di crudeltà. Per un lungo tempo aveva parlato lei, in quel suo racconto di una vita che era vissuta in una posizione scomoda, aveva detto le stesse parole che aveva urlato contro l’uomo che aveva creduto d’amare più di un padre e che l’avevano spinta a fuggire; ma ora Lia taceva fissando quasi assorta il suo liquore e immaginando il sapore di una sigaretta, aveva due scelte da poter compiere: poteva ubriacarsi fino a superare la soglia limite, fumare fino a non connettere più il cervello e lasciare che il suo istinto o lo spirito che le apparteneva decidessero come concludere quell’incontro; oppure poteva finire quel boccale, chiacchierare ancora un po’ con quell’uomo che l’aveva scombussolata e salutarlo per poi capire in solitaria come avrebbe finito quella giornata. Era una scelta delicata: se avesse bevuto senza controllo avrebbe potuto trasformare quella serata piacevole in un ricordo molto meno piacevole e forse avrebbe perso l’opportunità di approfondire quella conoscenza e sviluppare qualunque rapporto il destino avesse voluto; ma se avesse concluso la serata avrebbe forse sfogato quel suo vorticare di sensazioni e quella confusione interiore con rimpianti pesanti per il mattino dopo, che già prometteva di non avere una buona direzione.
Fu il ricordare che incontro aveva la mattina dopo e che carte l’aspettavano a casa a farla improvvisamente incupire: non era certa di fare la cosa giusta, non era sicura di avere delle buone motivazioni e soprattutto non era sicura che le carte che aveva non parlassero di un problema ancora esistente. Bevve un lungo sorso, quasi alla russa, del suo liquore lasciando che un piccolo sospiro le uscisse dalle labbra.
Allora, dato che ho indovinato, devi spiegarmi cosa ti ha portato alla fuga… Maurizio.” Rispose cercando di sembrare divertita e lasciando che le sue parole fossero in perfetto italiano, come aveva imparato in quel suo periodo in Italia.
PS: 168 ☘ PC: 111 ☘ PM: 111 ☘ EXP: 25




 
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view post Posted on 6/4/2018, 14:52
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Forse si stava spingendo troppo oltre, forse aveva detto fin troppo l'Italiano, eppure qualcosa lo portava a vomitare tutto quello che si era dovuto tenere dentro sin da quando era arrivato a Londra. Traditore, criminale, erano aggettivi che non gli erano mai appartenuti eppure in un'istante, per dinamiche che gli erano ancora sconosciute lui e la sua "famiglia" erano improvvisamente diventati gli uomini più ricercati d'Italia.
Faceva finta di pensare Maurizio, eppure era tornato ancora in quei cupi pensieri, più il tempo passava più diventavano un ossessione, e più andava avanti più tornava a quel nome, colui che aveva riprovato a spingerlo in quel baratro dalla quale stava riemergendo...tornò a galla giusto in tempo per sorridere ad Ecate e mettersi una mano sul volto a coprire gli occhi.

"Vedi, ho difeso la mia patria col sogno di creare una divisione imitando gli Auror inglesi."
Il sorriso divenne leggermente più amaro, per la prima volta stava dicendo a qualcuno la sua parte di verità, pur scherzando, pur facendo finta di inventare e col tono scherzoso che lo contraddistingueva qualcosa non andava, una nota quasi impercettibile di rabbia, odio e ossessione per la verità che quasi stavano iniziando a renderlo folle.
"Mi sono giusto scordato di quanto corrotto sia il mondo in cui viviamo e alla fine siamo diventati delle bestie agli occhi dei cittadini, dovevamo fuggire."
Nel finale si tradì quasi completamente, per quanto provasse ad essere scherzoso il racconto era troppo accurato e dettagliato per essere una bugia campata in quel momento, che cosa diavolo gli stava accadendo? Non si confidava così nemmeno con i suoi compari della comunità, l'effetto che la donna aveva su di lui era estremamente efficace.

 
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Lia Soxilia
view post Posted on 20/4/2018, 08:24






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Ecate Soxilia O'Connor
25 ☘ Veela ☘ ex-Corvonero ☘ scheda [x]




L'
uomo sembrava rivivere quel racconto, come se all'improvviso fosse nuovamente in Italia perseguitato ed odiato; raccontava di come aveva provato a proteggere la sua patria, possedeva una fermezza ed una sicurezza che Lia non capiva e quasi detestava: perché lui, come molti altri, voleva così tanto proteggere un gruppo di persone che nemmeno lo consideravano? Per Lia era qualcosa di folle, eppure lei aveva l'insano e innato desiderio di salvare e curare coloro che ne avevano bisogno, ma perché lei salvaguardava la vita... Ma lei si era suicidata, lei non aveva protetto la sua vita. Rea della sua crudele colpa era tornata dal cugino che sembrava amarla e aveva acconsentito a infrangere i documenti della sua morte, di fingere che fossero fasulli, di ingannare ancora una volta.
Nell'ascoltare quelle parole pesanti Lia trangugiò il liquore ordinato lasciando che il suo potere annebbiatorio la facesse sua: voleva scappare da chi era, dalle scelte che aveva fatto in quel luogo così vicino che le faceva mancare il respiro, voleva dimenticare la sua scelta e il peso che aveva. Anche Maurizio sembrava desideroso di parlare in privato e di scappare da quel passato tormentato, sembrava bisognoso di confidarsi e di essere salvato; Lia non sapeva come sapeva tutto ciò, ma era una sensazione chiara nel suo io interiore.
Lasciò il bicchiere vuoto sul tavolo alzandosi dalla sedia con il passo sensuale di una tigre pronta a cacciare, girò il tavolino lasciando che le dita della sua mano destra scivolassero lungo la superficie alla ricerca della mano di lui, i suoi occhi languidi passavano dalla luna all'italiano non celano le sue intenzioni. Spostò appena il tavolino in modo da avere spazio e si sedette cavalcioni sulle gambe dell'uomo, le mani finalmente a contatto con il petto dell'uomo coperto dal tessuto dei vestiti e i corpi troppo vicini perché la Veela non si mostrasse appieno.
"Hai fatto di tutto per salvare quelle persone... E ti hanno ripagato cacciandoti e con questo peso addosso... Come se fossi tu il cattivo..." la sua voce melliflua non lo deride a, anzi sembrava dispiaciuta e furiosa mentre cercava gli occhi dell'uomo. "Ma tu non sei cattivo, tu vuoi salvare le persone, vuoi proteggerle..." ora la sua voce era una carezza, un sospiro delicato sulla pelle dell'italiano che Lia sentiva avrebbe potuto aiutarla, almeno per quella sera. "Salvami."supplichevole e persuasiva, la Veela chiedeva pace.
PS: 168 ☘ PC: 111 ☘ PM: 111 ☘ EXP: 25




 
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view post Posted on 16/5/2018, 18:59
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Maurizio Pisciottu ◆ 27 anni ◆ Antimago - Lycan

Il suo discorso arrivò a toccare la donna, in un certo senso anche in maniera più intensa del previsto. Aveva conosciuto così tante persone negli ultimi vent'anni e sulle donne aveva una sua tesi, un modo di fare che lo portava sempre ad essere in posizione dominante: Maurizio sentiva l'odore della preda, la puntava e infine ne faceva ciò che voleva. Eppure la situazione che stata vivendo era così diversa, così strana. A parlare con Ecate si sentiva come ingabbiato... era lui la preda! E gli eventi successivi ne furono un limpido esempio.
La donna diede l'ultimo sorso al rum prima di raggiungerlo con quel suo modo di fare irresistibile, che in così poco tempo aveva incantato l'Italiano. Costeggiò il tavolo senza dire una parola e improvvisamente i Tre Manici di Scopa furono come vuoti e i due si ritrovarono più vicini che mai. A cavalcioni con le mani sul petto di Maurizio, Ecate parlava con quella voce seducente che oramai lo aveva stregato. Senza farselo ripetere due volte, le mise le mani sui fianchi quasi a rendere reale quello che fino ad allora gli era sembrato un miraggio. Al "Salvami" un brivido lo percorse da capo a piedi. Non v'erano più parole da dire o da pensare, aveva fissato quegli occhi glaciali fin troppo a lungo. Strinse la presa delle mani sui fianchi di Ecate e la tirò a sé quanto più possibile fino a sentire il contatto con i seni di lei. Scattò in avanti sino a raggiungere le labbra di lei con le sue. Forse per la particolare situazione o forse per altro, il fatto di essere fuori dalla comfort zone lo faceva sentire ancora più eccitato del solito. Una mano si spostò per risalire sulla schiena della donna e posizionarsi sulla nuca, l'attirava verso di sé per azzerare ogni distanza, quasi a cancellare il fatto di essere stato succube fino a quel momento. Se era stato predato, non significava che non potesse predare a mano a mano che il gioco si faceva più caldo e l'atmosfera perdeva consistenza rispetto a ciò che stava succedendo tra di loro. Le labbra erano ferme su quelle di lei in modo quasi innaturale tanto era il desiderio di spingersi oltre, si allontanò per guardarla e gli occhi scesero sulle labbra carnose della donna, sentiva il respiro di lei sfiorarlo data la vicinanza ed era come una carezza invitante che lo invogliava a tornare ancora da loro. Si avventò di nuovo su Ecate ma stavolta non si pose nessun limite.

PS: 192 ◆ PC: 135 ◆ PM: 139



Ma si può scrivere con Nieve in sottofondo che fa "LI-MO-NE, LI-MO-NE, LLLLLI-MO-NE"? :grat:
 
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Lia Soxilia
view post Posted on 17/5/2018, 17:39






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Ecate Soxilia O'Connor
25 ☘ Veela ☘ Medimaga ☘ scheda [x]




N
on c'era più bisogno di parlare, lo sapevano entrambi e quelle mani sui suoi fianchi erano la conferma che aveva preso una strada che il mattino dopo avrebbe forse rimpianto: non era il primo, non era il solo, non sarebbe stato l'ultimo; Lia usava il sesso per disfarsi dei problemi, per staccarsi da quel continuo non sapere e da quel sentire troppo forte, oramai era un vizio che come le sigarette usava anche troppo. Chissà che avrebbe detto il cugino se mai lo avesse saputo.
La mano dell'uomo le risalì piano la schiena portandosi sulla nuca bionda, era una mossa azzardata sfiorarle i capelli lo sapeva bene, voleva riprendere una posizione di dominio e a Lia non infastidiva troppo soprattutto con quello scatto che aveva fatto verso di lei posando appena le labbra sulle sue : sarebbe bastato poco o nulla per far scattare quella passione che sentivano, tipica tra l'altro degli italiani, e farli avvinghiare in attimi di passione desiderati da troppo tempo. Era l'ennesimo gioco fra di loro, quel continuo attrarsi e respingersi quel voler dominare ed essere dominati; quasi esasperante e fin troppo eccitante per non proseguirlo. Maurizio si allontanò giusto il tempo di tornare a fissarle le labbra e farsi sconvolgere dal desiderio, i loro respiri si muovevano ritmici così vicini da accarezzare la pelle del volto altrui e così roventi da non apparire umani. Pochi attimi, poi l'uomo tornò ad avventarsi su di lei senza nessun limite, che il gioco finisse allora; Lia ricambiò quel bacio intenso e caldo che le faceva salire brividi intensi lungo la schiena, le sue mani si mossero lungo il petto dell'uomo sicure assaporando il fisico robusto fino a stringergli il tronco in un abbraccio che pretendeva di non farsi scappare la sua preda. I suoi occhi di ghiaccio liquido socchiusi notavano indistintamente la clientela del locale nel cui davano sicuramente spettacolo ma la Veela era assolutamente indifferente a ciò che sarebbe successo, quell'istinto languido prevaleva troppo libero anche dalla costrizione di una mente stanca di pensare eppure consapevole delle ripercussioni trovò sfogo nel desiderare di più di un semplice bacio appassionato in un locale. Le mani bianche della Veela, quasi ad imitare la luna ancora alta nel cielo, si spinsero fino al capo dell'uomo infilando le dita fra i capelli lunghi e morbidi stringendoli appena in una morsa di desiderio, si scostò appena dal bacio giusto lo spazio per parlare con quella voce suadente e invitante poi sarebbe tornata a sentire il calore dell'uomo e il sapore di quel whisky ordinato dall'uomo. "Potremmo andare in un posto più comodo..."
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view post Posted on 25/5/2018, 10:38
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Maurizio Pisciottu ◆ 27 anni ◆ Antimago - Lycan

Proseguendo per un po' Maurizio sentì le mani di lei tra i suoi capelli a stringerlo e in un momento si fermò per suggerire di andare in un posto più comodo. Forse mai proposta poteva essere migliore, Maurizio del resto da poco si era trasferito ad Hogsmeade e forse non v'era idea migliore di quella. Aspettò ancora qualche istante prima di staccarsi ancora una volta da lei e prendere parola.
"Ti avevo già detto che ho casa ad Hogsmeade."
O a qualche Chilometro, ma che differenza avrebbe fatto...certo, era un posto molto più appetibile per un maniaco che non per un tipo strano che andava in giro con un Ghiottone per le foreste che abbracciavano Hogsmeade. Stava iniziando a ripensare a quella idea di "vivere da recluso" che gli era passata per la testa qualche giorno prima, aveva smesso da poco e le cose non avevano fatto altro che impennare verso l'alto.
Era strano, per una sera, non provare più quel senso di delusione e di falsa pressione che s'era messo addosso e staccare la spina in quel modo, Whisky e donne erano forse l'accoppiata più bella che Maurizio potesse provare.


PS: 192 ◆ PC: 135 ◆ PM: 139



 
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Lia Soxilia
view post Posted on 25/8/2018, 10:03






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Ecate Soxilia O'Connor
25 ☘ Veela ☘ Medimaga ☘ scheda [x]




L
ia si era staccata da se stessa, per quella sera sarebbe tornata ad essere Ecate quella ragazza calcolatrice e disinteressata che studiava tutto perfino il sesso, eppure non le dispiacque riconoscersi ancora nella giovane che aveva perduto anni prima: Ecate era capace di dimenticare qualunque problema e niente la sfiorava, non soffriva e non si faceva problemi per gli altri, usava il mondo a suo vantaggio e a suo piacimento; ad essere onesti le mancava.
Maurizio le ricordò che abitava lì vicino, era l'accettazione al suo invito era il desiderio pulsante della lussuria, era perfetto per ciò che le serviva: una sera fuori a dar sfogo a qualcosa che aveva dentro, senza implicazioni e senza che vi fosse un seguito, sarebbero andati da lui a sfogare quell'istinto animale poi lei sarebbe svanita a casa sua per annegare ancora nel liquido oblio dell'alcool. Lia sorrise maliziosa all'uomo, attenta a toccare per tutto il tempo il corpo dell'italiano si rialzò lasciando che i lunghi capelli biondi le ricadessero a ciocche sugli occhi dando un'enfasi maggiore al suo sguardo e al modo in cui si leccò le labbra; quando finalmente fu in piedi davanti all'uomo lanciò un'occhiata al locale e con indifferenza fece danzare il suo fondo schiena fino all'uscita del locale, attese solo un secondo sulla soglia il suo accompagnatore quindi uscì all'aria aperta inebriandosi del fresco notturno decisa a seguire Maurizio verso l'epilogo di quella serata.
PS: 182 ☘ PC: 123 ☘ PM: 124 ☘ EXP: 27,5




 
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view post Posted on 16/11/2018, 01:45
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Maurizio Pisciottu ◆ 27 anni ◆ Antimago - Lycan

Maurizio non riuscì nemmeno ad attendere la durata della strada prima di tornare preda dell'adrenalina del momento, ruppe quei silenzi imitando quanto era appena accaduto ai Tre Manici, questa volta tra i boschi che circondavano la sua baita. Proprio per questo ci misero un po' prima di arrivare alla dimora del Ministeriale e concludere quanto avevano iniziato.
La mattina Maurizio si ritrovò da solo e la cosa lo rese più felice del dovuto, non c'era stato bisogno di dirsi altro, entrambi avevano ottenuto quello che volevano, né più, né meno. L'Italiano si limitò a farsi del buon caffè e giocherellare con Otto, ricordando quell'adrenalinica avventura.
Nei giorni successivi non riuscì nemmeno a ricordare il nome della donna, era stata come un fantasma apparso per una sola notte proprio nel momento del bisogno, probabilmente non l'avrebbe mai rivista...anche se era stata dannatamente brava!

PS: 199 ◆ PC: 139 ◆ PM: 141



 
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