Ufficio di Atena McLinder, & Casella di Posta via Gufo

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view post Posted on 2/12/2020, 19:49
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Quella mattina Boris era partito alla volta di Hogwarts completamente ignaro di ciò che lo stava aspettando. In quel banale giorno infrasettimanale d'inizio dicembre non avrebbero dovuto esserci festeggiamenti di sorta, secondo i suoi calcoli. E invece.
Quando si trovava ancora nella capitale, gli capitò di scendere di quota fino a raggiungere una fontana a cui dissetarsi. Aveva davanti a sé un lungo viaggio fino al castello, e intendeva essere nella sua forma più smagliante prima di prendere a volare sul serio. Destino volle, però, che nei paraggi ci fosse un rumorosissimo gruppo di Babbani intenti a festeggiare qualcosa che Boris, con le sue scarse conoscenze antropologiche, non riusciva a capire se fosse una laurea o un addio al celibato. Comunque fosse, Boris ebbe la non proprio brillante idea di passare proprio in mezzo alla celebrazione. Proprio mentre venivano lanciate manciate di coloratissimo glitter. Uscì da quella nuvola rosa e gialla e blu che ne aveva preso tutti i colori, tramutandosi, da bellissimo gufo maestoso, in bellissimo gufo arcobalenoso.
Inutile dire che gli ci volle qualche minuto per riprendere un controllo sufficiente a proseguire nel suo volo. Fissava il cielo davanti a sé con occhi sgranati, facendo di tanto in tanto uno scatto per osservarsi e rendersi conto che, sì, sbrilluccicava veramente come un vampiro al sole. Che orrore, che disagio, che trash!
Entrò nei territori di Hogwarts come un ladro, e lesto lesto raggiunse la finestra dell'ufficio della docente McLinder per consegnarle il giornale. Sperava davvero che la donna non fosse presente, altrimenti che vergogna farsi vedere così proprio da lei! Appena ebbe lasciato il quotidiano sul davanzale si fiondò come un missile nel cielo aperto, lasciando dietro di sé una nuvoletta di brillantini che, cadendo, dette un tocco decisamente insolito alla copia del Profeta di quel giorno.


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Atena McLinder:
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Pluckley è un piccolo paese di campagna e si trova a sud dell'Inghilterra: di preciso è collocato nel Kent ed è uno dei villaggi più infestati dai fantasmi di tutto il Regno Unito. Questo piccolo paesino avrebbe tutta l'aria di essere un classico villaggio, di quelli anonimi, senza niente di speciale, uno di quei posti che non noteresti nemmeno passandoci sopra con la tua scopa volante per intenderci; ma a dispetto delle sue umili apparenze, vanta la presenza di numerosi fantasmi. Approcciarmi a cose di questo tipo scaturisce in me un'euforia non indifferente e non appena ho saputo di queste presenze ho voluto immediatamente documentarmi per comprendere al meglio le origini di questa meravigliosa storia che adesso sto per raccontarvi.

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Tutto ebbe inizio dalla chiesa del paese, ovvero la Chiesa di St. Nicholas. Entrando nell'edificio, voltandoci a destra noteremmo un'elegante cappella in cui sono sepolti diversi membri della famiglia dei Dering. Questi Dering erano i signori di quella zona a partire dal XV secolo fino al secolo scorso. Durante la guerra civile Sir Edward Dering riuscì a scappare dalle grinfie delle truppe di Cromwell e in un atto dettato dalla disperazione più totale si lanciò da una finestra con la cima arrotondata riuscendo miracolosamente a salvarsi. Quando poi si stabilì la pace, ritornò a costruire il proprio maniero - oggi non più esistente - e lo fece dotando l'edificio di finestre arrotondate in alto come un piccolo omaggio per quella finestra che tempo addietro gli aveva permesso di salvarsi la vita. In questa parte della chiesa si trova la cripta dei Dering dove sono state notate delle luci inquietanti e strane accanto alla vetrata, c'è chi giura che abbia udito anche dei colpetti venire dal pavimento. Negli anni 70 degli investigatori babbani del paranormale avevano trascorso la notte in quel posto, affermando che nulla di inquietante o strano fosse successo durante la notte. Menzionarono solo un cane che ogni tanto faceva capolino nella stanza: gli uomini avevano dato per scontato fosse il cane del vicario, scoprendo solo la mattina dopo - facendogli gelare il sangue - che il vecchio vicario non aveva mai avuto un cane in tutta la sua vita; così quella mattina provarono a cercarlo, ma di quel misterioso cane non trovarono nessuna traccia.

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Questo luogo in passato è stato teatro di parecchie storie tristi e raccapriccianti che in qualche modo albergano ancora nel nostro presente. Una giovane donna si avvelenò perché il suo innamorato aveva chiesto ad un'altra di sposarlo, c'è chi afferma di sentire ancora i suoi lamenti disperati dovuti al suo cuore spezzato… o magari al veleno. Un insegnante si impiccò dopo essere stato accusato di essere un pedofilo, scrisse una lettera prima di farla finita dove ammetteva le sue colpe. Due giovani uomini vennero picchiati a morte semplicemente perché si amavano, considerati all'epoca con il dispregiativo di invertiti. Una delle storie più aberranti secondo me, è quella di Mary, una bambina che fu seppellita viva da sua madre perché non riusciva più a sopportare il suo pianto: in molti sostengono di sentire ancora i pianti della povera ed innocente neonata che si dispera nella notte. Roba da far accapponare la pelle. Il ricordo di questi orribili avvenimenti rimane vivo nella memoria anche grazie a presunti avvistamenti successivamente correlati a persone ed eventi passati. Mi piacerebbe molto parlarvi delle storie che personalmente mi hanno più colpita.

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Si tratta di un bosco il cui nome originale è "Dering Wood", ma come potrete intuire è soprannominato Screaming Wood per le urla che arrivano dal suo interno. Questo bosco è estremamente fitto e dentro ci si può facilmente disorientare. Non è molto frequentato, ha un'atmosfera abbastanza surreale, sembra quasi che nemmeno gli animali del posto emettano un sibilo. Immaginate ora quel rilassante silenzio interrotto da urla sgraziate. Si dice che quel bosco sia stato teatro di parecchie morti avvenute in circostanze misteriose, tra cui quella di una "cantante" che all'epoca si esibiva in strada per guadagnare qualche moneta con canzoni e stornelli alquanto fastidiosi: si dice che a causarne la morte siano stati proprio dei cittadini stanchi di ascoltare la sua voce stonata. Ancora oggi i suoi canti insopportabili arrivano dal bosco e spaventano i passanti. Di tanto in tanto, se si cammina in quel bosco potreste essere vittime di tirate di capelli, sgambetti e furti di oggetti preziosi da parte dei fantasmi che all'interno vi albergano.

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Una bellissima fanciulla dai capelli corvini e l'aria disperata è stata avvistata da più di un paio di occhi nel cimitero di St. Nicholas. A quanto si racconta, la donna è sempre in cerca della sua bambina nata morta e seppellita senza nome - perché illegittima - in quel cimitero e piange senza tregua. Si pensa che la donna fosse l'amante del signor Dering e la bambina morta sua figlia illegittima. Della ragazza - soprannominata Red Lady per via del suo amore per le rose rosse - non si seppe più nulla per qualche mese fino a quando fu ritrovata morta: si dice sia stato il forte dolore per la perdita della sua piccola ad ucciderla. Di tanto in tanto la gente testimonia di sentirla piangere e spesso vengono ritrovate rose rosse sparse per il cimitero, soprattutto sulle tombe dei bambini: i maghi di quel posto sostengono che le lasci come dono ai piccoli deceduti in tenera età come la sua piccola.

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Greystones fu costruita nel 1863 come cottage del rettore St. Nicholas. La tenuta oggi privata sarebbe "frequentata" da un giovane monaco di bell'aspetto che vaga tra gli alberi lì presenti, piangendo per la sua amata. Questo monaco dagli occhi grandi e azzurri visse nel periodo Tudor e si vocifera fosse un mago ex Corvonero, segretamente innamorato della graziosa figlia babbana dei suoi vicini. La fanciulla morì per colpa di una grave influenza. L'unico sollievo per il fantasma del giovane monaco è tornare a passeggiare in quei luoghi dove clandestinamente si incontravano rubando attimi di intimità per potersi amare liberamente. I pianti malinconici che vengono spesso uditi spaventano i babbani e spezzano il cuore ai maghi che ne conoscono la storia.

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C'era una strega che si guadagnava da vivere vendendo erbe magiche e non solo. Era piuttosto eccentrica, ma si dice innocua. Ad ogni tramonto si sedeva sul muretto del ponte a fumare la sua erbapipa e a bere gin attaccandosi ad un vecchio fiasco. Un giorno si racconta abbia perso l'equilibrio e sia caduta giù perdendo sfortunatamente la vita. Da quel momento in poi al Pinnock Bridge pare ci siano avvistamenti di una figura che zoppica e si lamenta. C'è chi sostiene di aver avvertito, passando di lì, un forte e molesto odore di erbapipa.

Ovviamente se deciderete di andare a visitare questi posti, non potete di certo aspettarvi che si verifichi qualcosa a comando, bisogna avere pazienza e magari sarete anche voi testimoni di quello che accade laggiù. Spero che queste storie vi abbiano emozionato, spezzato il cuore, dato un brivido come hanno fatto con me; e spero in qualche modo che quelle povere anime, un giorno, possano trovare finalmente la pace che meritano.

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view post Posted on 4/12/2020, 14:29
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LA MANGIAMORTE

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Nel mondo magico e in quello babbano, l’atmosfera natalizia si respirava a pieni polmoni, strada magiche e non erano illuminate a festa, allegri Babbi Natale animati rincorrevano con il loro “ohohohoh" i passanti che iniziavano a correre per portare a termine la loro lista di regali. Tuttavia c’era una persona che Natale lo festeggiava a modo suo, con un ghigno bieco sul volto come un moderno Grintch. Così, una volta recatasi all’ufficio postale di Hogmsede, affidò ad alcuni gufi alcune lettere e un presente da inviare a determinate persone. Alcune di loro le conosceva solo per sentito dire ma ricoprivano ruoli che l'infastidivano, altre ancora, erano una spina nel fianco che trovava particolarmente fastidiosi.

Quel giorno nell’ufficio di Atena, una grossa civetta bianca come la neve che iniziava a imbiancare le colline circostanti il castello, fece capolino dalla finestra. Portava con se una busta, sul retro vi era scritto “auguri di buone feste” a cui al suo interno vi era un biglietto di Zonko che si sarebbe attaccato alle dita con una presa salda.
Rowena non avrebbe mai saputo se la cosa avesse funzionato e se la donna fosse caduta in trappola, tuttavia, il solo inviare quel biglietto, avrebbe reso la sua giornata molto più soddisfacente.






//biglietto mordi dita 2/6//

 
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view post Posted on 9/1/2021, 15:49
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Le festività erano terminate, ma un barbagianni color avorio doveva ancora consegnare dei doni. Le sue ali vaporose fendevano l'aria frizzantina in un volo elegante e sostenuto, illuminato dal luccichio delle stelle che come diamanti brillavano nel firmamento. Il tratto fu piuttosto breve ma gli concesse di sgranchire le piume, oltre che rendersi utile, smorzando la quiete che regnava sovrana. Planò all'altezza del primo piano del maestoso castello ed arrestò il suo moto in corrispondenza di una della ampie finestre sfornita di tendale.
Non era troppo tardi perché potesse sperare di scorgere la stanza ottagonale ancora illuminata dal fuoco crepitante. Piecchiettò contro il vetro con il piccolo becco ambrato, in attesa che la proprietaria si accorgesse della sua presenza. Gli artigli ghermivano un elegante pacchetto dalla carta blu notte tempestata di piccole stelle animate che si rincorrevano sulla superficie e stretto da un nastro di raso argentato. Intrappolata nel fiocco, compariva una pergamena arrotolata che racchiudeva il nome del mittente ed un breve quanto esaustivo messaggio:

Cara Atena,
le festività sono ormai concluse ed una cosa mi è balzata alla mente: a tutti gli eventi mondani a cui ho preso parte ti ho trovata sul mio cammino, come quella mattina al lago, dopo tanti anni. Forse troverai una spiegazione negli astri, a me piace considerarla come l'opportunità che non abbiamo avuto a suo tempo di conoscerci meglio.
Fintanto che risulti ai miei occhi ancora un ignoto drappeggio stellato, mi sono permesso di recapitarti due pensieri legati alle passioni che so che coltivi, con la speranza di incrementare le mie conoscenze in futuro.
Stammi bene,
Lucien


Lunascopio: dispostivo magico ideato da Perpetua Fancourt utile per studiare le fasi lunari senza dover ricorrere alla Carta della Luna.

Tè della tempesta: richiama l'elemento aria, la tazza è incantata per mostrare una tempesta in miniatura tramite vapore; è un tè bianco dal gusto forte, deciso e pungente ricavato con biancospino, anice stellato, fiore di tarassaco.


 
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view post Posted on 5/2/2021, 13:35
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Adelaide quel giorno si era svegliata con un proposito ben fisso nel suo animo e pronto ad essere portato a termine: avrebbe chiesto il trasferimento. Aveva provato ad adattarsi alla capitale grigia e fumosa e anche grazie alle amicizie che aveva stretto durante i turni di lavoro le era sembrato possibile rimanere a Londra, eppure non ce la faceva più. Il richiamo degli spazi aperti, dell’aria fresca e pulita, la nostalgia del cielo notturno trapuntato di stelle erano troppo forti per poterli ignorare: consigliata da una vecchia vicina di trespolo, aveva capito quali fossero i moduli da compilare per chiedere il trasferimento, e sapeva già quale sarebbe stata la destinazione che avrebbe richiesto. L’ultima consegna dell’anno precedente era rimasta nel suo cuore e non vedeva l’ora di potersi trasferire proprio lì, alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Anche per questo quando un’addetta alle consegne si avvicinò a lei con una copia del Profeta tra le mani, la cui destinazione era proprio il castello, la civetta iniziò a fischiare felice, saltellando qua e là sul trespolo e rendendo più difficile del previsto l’operazione di legarle il quotidiano alla zampa. Non appena la strega ebbe stretto con cura il nodo Adelaide schizzò fuori dalla finestra, pronta a lasciarsi alle spalle quella città così grigia: come si poteva desiderare di rimanere in un luogo tanto tetro? Il viaggio le sembrò più corto del previsto, complice anche l’entusiasmo che le faceva vibrare le piume, e in poco tempo era arrivata al castello: individuò senza indugi la finestra dell’ufficio della docente a cui avrebbe dovuto consegnare il giornale, e una volta che fu entrata nella stanza atterrò delicatamente sulla scrivania, posando con cura il quotidiano su di essa. Con il cuore colmo di speranza, felice all’idea che presto avrebbe chiamato quel luogo casa spiccò nuovamente il volo, pronta ad andare a compilare i moduli per chiedere il trasferimento.


Per festeggiare Carnevale e San Valentino,
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Atena McLinder
Uniti contro l'estinzione
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li attivisti della Congregazione Americana Contro l'Estinzione delle Creature Magiche si sono riuniti oggi di fronte alla sede del MACUSA (Magico Congresso degli Stati Uniti d'America - un'organizzazione magica al governo della popolazione di maghi e streghe degli Stati Uniti d'America con sede centrale a New York) per affrontare il difficile tema della papabile estinzione di due tipologie di creature magiche: gli Erumpent e i Graphorn.
Per chi non conoscesse queste creature proponiamo un excursus di seguito.
Gli Erumpent sono creature magiche africane dall'aspetto simile ai rinoceronti babbani, con la medesima pelle grigiastra molto spessa, sono in grado di respingere una buona fetta di incantesimi e maledizioni. Si differenziano dai rinoceronti grazie ad una lunga coda ed un grande corno posto in corrispondenza del naso che secerne un fluido esplosivo. Sono creature normalmente pacifiche ma potenzialmente letali, se istigate, per questo vengono trattate con estrema cautela dai maghi africani. La loro pericolosità è dovuta alla loro possente stazza in grado di schiacciare tranquillamente una persona, al corno che ha la capacità di perforare perfino i metalli e il fluido esplosivo. Ci sono stati rari casi in cui l'obiettivo dell'Erumpent non è esploso, come quello di Wilfred Elphick, il primo mago ad essere stato incornato da un Erumpent. L'Ufficio Regolamentazione e Controllo delle Creature Magiche del Ministero della Magia ha classificato l'Erumpent come XXXX (pericoloso/richiede una conoscenza specialistica/affrontabile da un mago esperto). La coda, il corno e il fluido sono usati come ingredienti per la preparazione di pozioni sebbene in Gran Bretagna vengano classificati come Materiali Commerciabili di Classe B, ossia oggetti di gran valore o pericolosi il cui commercio viene permesso ma strettamente regolamentato. Nonostante le loro dimensioni (gli esemplari femminili possono essere cinque volte più grandi di un ippopotamo) sembra che riescano a trattenere il respiro e nuotare sott'acqua. Il motivo per cui sono a rischio estinzione risiede nella loro modalità di riproduzione: durante la stagione degli accoppiamenti, nel tentativo di conquistarsi il diritto di accoppiarsi con una femmina, molti Erumpent si fanno esplodere; inoltre la femmina mette al mondo un solo cucciolo alla volta, un'altra problematica che rende il loro ripopolamento obiettivo di molti magizoologi che hanno istituito degli allevamenti specifici a tale scopo.

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l Graphorn è una creatura magica originaria delle regioni montuose europee. Di generose dimensioni, ha un manto viola-grigiastro sormontato da una vistosa gobba, un paio di corna dorate lunghe ed affilate, cammina su zampe costituite da quattro dita ed è estremamente aggressivo.
Restii ad essere addomesticati (il più delle volte i tentativi sono opera di troll di montagna) i Graphorn, come gli Erumpent, sono considerati XXXX dall'Ufficio Regolazione e Controllo delle Creature Magiche. Il corno polverizzato viene usato come ingrediente di molte pozioni, come l'Antidoto ai Veleni Comuni, sebbene sia molto costoso date le difficoltà nel reperirlo. Nello studio delle antiche rune, le corna del Graphorn sono usate per rappresentare il numero due. La pelle di Graphorn è più resistente di quella dei draghi ed è in grado di respingere la maggior parte degli incantesimi. Differentemente dagli Erumpent che devono al liquido esplosivo contenuto nei loro corni, queste creature magiche sono a rischio estinzione a causa dei loro tentacoli. Come i polipi, i loro tentacoli sono provvisti di cellule sensoriali che gli permettono di captare e riconoscere i vari odori oltre che elaborare sensazioni avanzate. Sembra che negli ultimi anni le condizioni climatiche del mondo magico abbiano compromesso le capacità dei Graphorn selvatici di fiutare il cibo, così come di trovare esemplari femmine (che non sempre appartengono allo stesso branco) con le quali riprodursi.
Anche in questo caso molti specialisti del settore si sono attivati al fine di istituire degli allevamenti che offrano habitat naturali ideali e studi appropriati per far fronte al problema. Il fine ultimo è quello di far tornare in libertà le creature selezionate in numero quadruplicato, scongiurandone l'estinzione. Gli attivisti della Congregazione Americana Contro l'Estinzione delle Creature Magiche esigono che la questione venga meno sottovalutata dalle istituzioni e richiedono fondi per supportare concretamente l'iniziativa ideata dai magizoologi provenienti da varie parti del mondo magico e avvalorata dagli attivisti, uniti dalla causa comune. Il corteo, partito a due isolati dalla sede del MACUSA per poi arrestarsi di fronte all'imponente edificio, è stato arricchito di striscioni volanti dai messaggi graffianti e riproduzioni magiche delle creature interessate, attirando l'attenzione dei maghi che dimorano in quella zona. Ancora non è chiaro se le autorità americane accoglieranno le richieste avanzate, ma si spera che la situazione migliori il prima possibile con il supporto di chiunque possa offrirlo. Qualsiasi mago, attraverso una donazione via gufo alla sede della Congregazione (Lexington Avenue, New York), può fare la differenza.

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view post Posted on 2/3/2021, 16:01
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Mademoiselle LaRouge conosceva piuttosto bene la strada per Hogwarts: nel corso degli ultimi mesi, la scuola era diventata una meta particolarmente frequente. Doveva ammettere che, tra tutti i posti, aveva una predilezione speciale per il castello. Popoloso com’era, dava la possibilità di fare numerosi incontri – il che significava che più persone e più gufi sarebbero stati stregati dalla sua grazia fuori dal comune. Tra i suoi colleghi si era diffusa la moda di prendersi sbandate per questa Strega o quel Mago; ma nel caso di Mademoiselle era lei a farsi ammirare, potete contarci! Giusto qualche giorno prima una studentessa l’aveva notata mentre si riposava su un albero nel giardino; colpita dalle sue piume vivaci e dai grandi occhi verdi, la ragazzina aveva intrecciato una coroncina di margherite che aveva poi posto sulla testa di Mademoiselle, quando questa era scesa incuriosita. Ora i fiori erano un po’ appassiti, a dire il vero – alcuni petali pendevano flosci, qualcun altro era già ingiallito. Ma la coroncina faceva comunque il suo bel figurone, e Mademoiselle non se ne sarebbe separata per niente al mondo.
Non c’era da stupirsi, quindi, che qualche petalo, e anche qualche corolla intera, giacessero sul pavimento dell’ufficio della McLinder: Mademoiselle era appena passata a consegnarle la posta, e come una sposa si era lasciata dietro una scia di fiori. Una margherita un po’ mogia, poi, era appoggiata esattamente sulla copia del Profeta di quel giorno.


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Atena McLinder
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Era un tiepido pomeriggio di fine ottobre quando alla luce del sole autunnale avevamo salutato le sorelle Harvey, con i cuori colmi di gioia e di speranza: trepidanti ed emozionati eravamo tutti con il naso all’insù, intenti ad ammirare la loro mongolfiera innalzarsi sempre più in alto nel cielo azzurro, desiderosi di essere proprio lì, insieme a loro, pronti a vivere quella che si preannunciava un’avventura meravigliosa.

Amelia e Liz Harvey sono partite cariche di aspettative, le loro e le nostre, alla volta di un viaggio non solo all’insegna della ricerca ma anche con lo scopo di sensibilizzare maghi e streghe di tutte le età: per festeggiare il decennale della fondazione del loro ente – l’Istituto Harvey per la Ricerca e gli Studi Naturalistici – sono infatti partite in spedizione per visitare gli angoli più remoti del Mondo Magico e ricordarci, tra le altre cose, quanto la natura che ci circonda sia meravigliosa e soprattutto talmente preziosa e delicata da aver bisogno di tutti i nostri sforzi per essere protetta.

La Riserva dei Draghi Occhiodopali in Nuova Zelanda, il Centro Studi Animali Artici in Siberia, la poco esplorata Isola di Walarai nel Pacifico del Nord, queste sono solo alcune delle tappe che rientrano nel loro itinerario e che ci erano state svelate in anteprima: un viaggio che si era preannunciato lungo e faticoso, ed eravamo certi che prima di giugno non avremmo ricevuto notizie dalle due sorelle, convinti che l’inacessibilità della maggior parte delle riserve non avrebbe consentito alcuna comunicazione con il mondo esterno.

Eppure, Amelia e Liz Harvey non smettono mai di stupirci: un paio di settimane fa sulla scrivania del direttore delle Edizioni Agrippa è comparso un misteriosissimo pacco, avvolto da carta marrone e decorato da piume variopinte appartenenti a varie specie magiche diverse. Nessun destinatario, nessuna lettera d’accompagnamento se non un minuscolo biglietto scritto in tutta fretta, poche parole sbiadite dalle intemperie: “Per il Mondo Magico, con tutto il nostro affetto. A. & e L. H.
All’interno, un regalo inaspettato e meraviglioso, una piccola perla preziosa pronta ad occupare il posto più pregiato nelle librerie delle case di tutta la comunità magica, perché siamo certi che nessuno di voi resisterà alla tentazione di averne una copia nelle proprie mani.
E’ infatti con immenso piacere, gratitudine ed emozione che vi presentiamo in anteprima “Il ritmo dell’Amazzonia”, una raccolta fotografica della tappa delle sorelle Harvey nella Riserva Magica del Rio Amazzoni: un insieme di testimonianze preziose e rare, scatti inediti che per la prima volta nella storia ci raggiungono da oltreoceano pronti a farci sognare.

Avete mai partecipato a una schiusa di Acromantule? Da piccoli avreste voluto possedere un drago per volare tra le nuvole, ma vi siete sempre dovuti accontentare di modellini giocattolo e di colorate immagini nei libri?
Vi basterà sfogliare le pagine di questa raccolta per tornare bambini e farvi abbracciare dalla bellezza della natura della Foresta Amazzonica e dei suoi abitanti magici: gli scatti, opera di entrambe le sorelle, vi permetteranno di viaggiare al di là dell’Atlantico e di immergervi tra creature e specie floreali mai visti prima, anche grazie ad un incanto speciale che farà prendere vita a riproduzioni cartacee della flora e della fauna amazzoniche. Potrete infatti ammirare le Lumache di Fuoco e le Salamandre stendersi sulle rocce più calde alla luce del sole, gruppi di Diricawl – una specie rara da osservare in questi luoghi – passeggiare tra il fogliame, Ippogrifi e Cavalli Alati volteggiare nel cielo: non mancano all’appello i Serpenti Cornuti e le pietre preziose che brillano incastonate nella loro fronte, e i Curupiras, nani brasiliani forti sostenitori della salvaguardia delle creature magiche. E infine uno scatto rarissimo, pronto a far fremere il cuore dei più appassionati: le due sorelle, infatti, sono riuscite a scorgere tra i cieli sudamericani un esemplare di Vipertooth Peruviano ed è la prima volta che abbiamo notizie di tale specie di drago che non provengano da miti e leggende.

Ma le sorprese non finiscono qui: ad accompagnare questa raccolta fotografica così speciale e preziosa, infatti, ci sarà una prefazione eccezionale e di tutto rispetto, scritta dalla rinomata preside di Castelobruxo, Benedita Dourado. Grazie alle sue parole scopriamo che Amelia e Liz Harvey hanno fatto tappa alla Scuola di Magia brasiliana, prendendo parte alla vita quotidiana degli studenti e tenendo, a sorpresa, una piccola lezione per il corpo studentesco.
Un evento che sembra porre le basi per l’inizio di una vera e propria collaborazione con la scuola magica brasiliana e che siamo certi permetterà di rendere ancora più saldi i nostri rapporti con le altre comunità magiche del mondo, a dimostrazione di come il viaggio delle sorelle Harvey non sia una semplice avventura di ricerca ma il primo passo per costruire un mondo governato dalla pace e dalla condivisione dell’amore per la natura che ci circonda.



Informiamo i nostri abbonati che la raccolta fotografica delle sorelle Harvey, "Il ritmo dell'Amazzonia", sarà in vendita esclusiva durante l'evento inaugurale per il rinnovo del Serraglio Stregato a Diagon Alley.


 
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view post Posted on 5/4/2021, 15:19
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Harold aveva ricevuto precise istruzioni: doveva tenersi lontano dalla Sala Comune di Tassorosso, da quella Serpeverde, e insomma non doveva più bazzicare dalle parti dei sotterranei di Hogwarts. La redazione aveva valutato che le cucine, con i suoi Elfi sempre ben disposti ad accogliere il vecchio gufo e a rimpinzarlo di ogni ben di Merlino, costituivano una distrazione inopportuna per i momenti di lavoro. Uno si fa un meritato pisolino a pancia meravigliosamente piena, e tutti i responsabili a saltare su indignati!
Harold bubbolava tra sé e sé con aria decisamente infelice, ma quando arrivò a fare la sua prima consegna nell'ufficio di Atena McLinder, ammutolì per la meraviglia. Quel posto era così bello e curioso da fargli quasi dimenticare le cucine perdute. Indugiò con lo sguardo sul telescopio posto accanto alla finestra – non aveva mai visto nulla del genere, non poteva immaginare quale uso potesse avere –, prima di ricordarsi che era lì con uno scopo ben preciso. A malincuore beccò sullo spago che legava la posta alla sua zampa fino a quando esso non si ruppe, lasciando così cadere il giornale e lo speciale omaggio di quel giorno. Volò via, ma si voltò più volte indietro, cercando di scorgere ancora lo scintillio del curioso strumento.


Buona Pasqua dalla Redazione della Gazzetta!
In allegato, per tutti gli abbonati del Profeta:

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Uovo Magipiuma (+1 Punto Corpo)
Opera artigianale del rinomato Chef Gautier, è un uovo di cioccolato al latte con un sottilissimo rivestimento interno di ganache al cacao e semi di fuoco; un pulviscolo di fleur de sel di Camargue sfuma in un gusto tanto vellutato quanto audace. È decorato in superficie da piume colorate in zucchero Muscovado e cristaux de lune célestine, ingrediente segreto della cucina francese (ricetta completa, pag. 7) – Contiene una sorpresa, un vivace giocattolino dalla forma di un uccello magico, in legno e dipinto a mano. Sistemato sulla spalla, infatti, attiva la sua magia.

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Può essere un Diricawl, che vi farà sparire in uno sbuffo e comparire ad un passo distante; un Fwooper, che vi permetterà di cambiare il colore di ogni oggetto sfiorato; un Augurey, che farà comparire un guizzo di pioggia poco più avanti; un Tuono Alato, che vi permetterà di riprodurre il suono dei lampi e dei tuoni ad ogni battito di mani; una Fenice, che farà spuntare scintille di fuoco e di cenere sotto i vostri piedi; un Occamy, che farà ingrandire parti del volto o delle mani per qualche attimo; effetti divertenti e tutti innocui, sempre attivi quando il giocattolino sarà sulla vostra spalla. Ogni uovo contiene un solo uccellino giocattolo. (Offgdr a vostra scelta). Che sia quello che più vi rappresenti? Scopritelo nel Quiz a tema! click


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“A volte mi sembra di essere ad un passo dal comprendere finalmente il tutto, dal sentire la vita scorrere sotto le mie mani per un istante prima di vederla scivolare via e tornare alla sua origine.”

Sfogliando i diari di Timotheos Enfichso sono tanti i passi degni di nota, pronti ad ispirare il lettore a non desistere mai nella corsa verso i propri obiettivi senza farsi abbattere dagli ostacoli, ma le parole appena citate probabilmente rappresentano in tutto e per tutto la vera essenza del mago reso famoso dalla creazione di un incantesimo che spicca per la sua importanza soprattutto tra le mura del San Mungo, il Cruoris Transfusio.
Ma quanto si conosce veramente della vita di quest'uomo che ne ha salvate migliaia?

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Timotheos Enfichso nasce nell’isola di Kos, in Grecia nel 1875, figlio di un medimago greco e di un’ostetrica inglese, ma è destinato a trascorrere solo pochi anni della sua vita nella terra natia: a soli otto anni, infatti, Timotheos si ritrova a fuggire dal suo paese a causa di false accuse nei confronti dei genitori, i quali dedicano la propria vita all’aiuto dei più deboli e bisognosi e che proprio per questo finiscono nel mirino delle spie monarchiche del regno ellenico. La famiglia Enfichso trova rifugio nella fumosa Londra vittoriana, presso la famiglia d’origine della madre, e dopo alcuni mesi caotici e confusi riesce a sentirsi finalmente al sicuro: è così dunque che il padre apre un piccolo studio di medimagia nel quartiere dove si sono trasferiti mentre la madre fonda un gruppo di ostetriche al servizio della comunità magica. La passione dei genitori per il proprio lavoro e l’impegno nei confronti di tutti gli esseri umani senza alcuna distinzione sono ciò che Timotheos stesso definisce ”la mia ispirazione, il modello a cui continuo ad ambire senza sentirmi mai degno di raggiungerlo.”

Tutti però sappiamo che dietro grandi scoperte e grandi personaggi spesso si celano dolore e perdita ad alimentare il desiderio della conoscenza, e purtroppo il mago greco non riesce ad allontanare da sé questo cliché: a quindici anni Timotheos assiste alla tragica morte della madre, che dopo aver dato alla luce la seconda figlia, Athena, perde la vita a causa di un’emorragia. La vista del padre, il dottor Enfichso, incapace di salvare la moglie nonostante la sua grande conoscenza nel campo della medimagia, e la sensazione di impotenza che quel giorno macchia gli animi in modo indelebile, diventano la scintilla che accende l’animo di Timotheos e che illumina il suo primo passo nel sentiero della ricerca.

Conclusi gli studi ad Hogwarts, trascorsi tra i figli di Priscilla Corvonero, il giovane mago inizia il suo apprendistato al San Mungo, desideroso sì di seguire le orme del padre, ma non solo: al contempo, infatti, si iscrive anche alla facoltà di Medicina presso l’università babbana, con l’intento di ampliare il più possibile le sue conoscenze e integrare la medimagia alla controparte non magica. Ma Timotheos Enfichso non si limita a questo e nei pochi ritagli di tempo libero dallo studio e dal lavoro inizia una ricerca personale: la convinzione che la madre potesse essere salvata non l’ha mai abbandonato dal tragico giorno della sua scomparsa e nel suo animo inizia a germogliare sempre più rigoglioso un piccolo progetto, destinato a rendere il suo nome ancora acclamato ai giorni nostri.

Iniziano così, in un piccolo sgabuzzino del San Mungo, gli esperimenti del medimago Enfichso volti ad inventare un incantesimo che renda possibile il passaggio di sangue – o ”il fluire della vita” come Timotheos stesso lo definisce – tra due persone diverse: ci vorranno anni, quasi venti per la precisione, prima che il mago raggiunga il suo scopo e arrivi alla creazione del Cruoris Transfusio, tutti documentati con cura e devozione nelle pagine dei suoi diari personali.
Le fatiche di Timotheos Enfichso però non avranno una fine così immediata, perché nella comunità magica il suo incanto crea scompiglio e scalpore, soprattutto tra i medimaghi più anziani e conservatori: se tra i Babbani l’idea del passaggio di sangue da un individuo all’altro ormai è accettata e i migliori ricercatori si dedicano alla sua attuazione, nel mondo magico dilaga ancora una certa ritrosia nei confronti di alcune pratiche, e la trasfusione è una di queste.

Il Cruoris Transfusio è un incantesimo che permette quasi letteralmente al sangue di scorrere da un mago all’altro, un nastro rosso carminio che si srotola da un braccio per avvolgersi intorno a quello del malato, e ”ridonare la vita, come un rivolo d’acqua che scorrendo in un prato ormai secco permette ai fiori di germogliare di nuovo.”. Per i più impressionabili forse ancora oggi è un incanto troppo particolare, esponendo alla luce del sole la vista del sangue, ma ponendo qualche domanda qua e là al San Mungo o in un altro ospedale del mondo, chiunque, ogni medimago o infermiere con cui parlerete, vi saprà affermare con sicurezza che il Cruoris Transfusio sia fondamentale nella pratica medica e sicuramente dedicherà qualche minuto del suo tempo ad elogiare Timotheos Enfichso, il mago che l’ha ideato.

Vittorie, sconfitte, momenti di sconforto ma anche attimi di gioia, tutti annotati con precisione, un racconto che Timotheos ha narrato sicuramente con l’intento di dialogare con sé stesso ma che finalmente prende luce e viene condiviso con il mondo intero: è infatti un immenso onore poter annunciare che presto nelle librerie sarà disponibile la raccolta dei diari di Timotheos Enfichso, pubblicati per la prima volta in assoluto anche grazie alla gentile concessione da parte della famiglia del noto medimago, che dopo anni ha deciso di rendere finalmente pubblica la vita del mago per fargli ricevere il giusto riconoscimento dal Mondo Magico.

”Fino all’ultimo battito” non è una semplice raccolta di diari, è una storia di coraggio e passione, un’esortazione a non lasciarsi scoraggiare dalle sconfitte quotidiane e a continuare a camminare lungo l’impervio sentiero che ci condurrà, un domani, al vero scopo della nostra vita.
E noi siamo certi, cari lettori, che Timotheos Enfichso saprà aiutare chiunque di voi pensi di trovarsi in un momento difficile della propria vita perché ”alla fine dunque, ho trovato quel che cercavo, e rivivrei questo giorno altri mille giorni, se potessi.”

Informiamo i gentili lettori della Gazzetta del Profeta che "Fino all'ultimo battito" sarà da domani disponibile presso BiblioMagic: con l'occasione verrà presentata al pubblico anche la Collana Morgana Medica, la nuova raccolta di volumi a tema Medimagia che nei prossimi mesi vedrà ampliare il proprio catalogo con ulteriori titoli.


Edited by Il Gufo Espresso - 5/4/2021, 16:52
 
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view post Posted on 28/9/2021, 06:38
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Dartagnan era un gufo grassoccio e vaporoso che prediligeva lunghe dormite accoccolato nell'incavo dell'albero e comodi biscottini gufici, al dinamismo offerto da volo e catture di piccoli roditori ed insetti.
Non era un caso, dunque, che Lucien se ne avvalesse solo quando poteva proporgli piccole tratte che avrebbero giovato in maniera utile e calcolata a quella sedentarietà scelta. Ne rispettava la peculiarità, ma al contempo riteneva doveroso da parte sua dargli quella spintarella che l'indole naturale sembrava non volergli garantire.
Dartagnan dormiva sempre sullo stesso albero, sul limitare della Foresta Proibita, ed era stato uno dei primi animali ad accogliere l'arrivo del guardiacaccia neo promosso a ruolo di Docente di Cura delle Creature Magiche. Lucien non conosceva la sua storia, anche se supponeva fosse uno dei tanti lasciti del suo predecessore, ma aveva impiegato poco tempo per affezionarglisi.
Quando non si avvaleva dei gufi della scuola, non disponendo di uno personale, e la tratta era breve, la sua scelta virava sempre sul paffuto rapace.
A seguito di una generosa offerta dolciaria, anche quel giorno il volatile accettò di sgranchirsi le piume in favore dell'umano. Stiracchiò le zampe e distese gli artigli, si arruffò il piumaggio - si, era un pelino vanesio e quando si apprestava ad immolarsi per quel genere di commissioni voleva farsi trovare dal ricevente in forma smagliante - e solo quando ebbe finito il lungo rituale, beccò la pergamena e artigliò il piccolo pacchetto. La sua destinazione? L'ufficio della professoressa Atena McLinder.

Cara Atena,
ammettilo che rientri tra coloro che non ci avrebbero scommesso due zellini! Io ad esempio non scommetterei due falci che Dartagnan riesca a recapitarti tutto senza intoppi - è talmente pigro che sembra aver dimenticato come si vola... nell'augurata ipotesi che riesca a sorprendermi, ti ringrazio per le congratulazioni e il soffice regalo, che ora si avvale della compagnia degli altri pupazzi in bella mostra sopra il camino della capanna. Potranno intaccare l'aura da serioso docente che fingo di cucirmi addosso, ma poco importa. Ti allego un pensiero fatto con le mie mani, fanne buon uso.
A presto,
Lucien



Nel pacco trovi un portagioie intagliato nel legno composto da più scomparti sistemati a mò di matrioska. All'esterno l'intera superficie è composta da lune intagliate mentre, sulla parte centrale, svetta una riproduzione in miniatura del sistema solare. Attenzione: per aprirlo bisogna spostare i corpi celesti intorno al sole. Questo giochino funge da sistema di sicurezza per gli oggetti custoditi, visto che una volta scelta per la prima volta la collocazione dei corpi, rimarrà definitiva e conosciuta solo dalla proprietaria.

 
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view post Posted on 4/10/2021, 18:58
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Anche ad autunno ormai iniziato, la Scozia si beava ancora di qualche giornata dal cielo limpido e le temperature relativamente miti. Era il caso di quella mattinata, quando Fluffy – mai nome fu più azzeccato – stava volando verso Hogwarts, una copia della Gazzetta a dondolarle attaccata alla zampa. La natura però portava già i segni della nuova stagione, che si riconoscevano nelle foglie che cominciavano a perdere la loro tinta verdeggiante, a favore di tonalità più calde. Fluffy, come qualsiasi gufo, percepiva profondamente i mutamenti della natura, e il suo istinto sapeva che presto avrebbe dovuto fare le proprie consegne sotto ad un cielo coperto e nella pioggia, ma per il momento l’estate sembrava strascinarsi negli ultimi sprazzi di bel tempo, ed era piacevole volare per lunghi tratti, saggiare la forza delle proprie ali come se fosse un gioco.
Arrivata a Hogwarts, cercò la finestra dell’ufficio di Atena McLinder. Essere incaricati delle consegne ai docenti era sempre una grande responsabilità, e un segno di fiducia da parte della redazione. Ed era, non da ultimo, un’esperienza curiosa e affascinante, poiché spesso gli insegnanti allestivano i propri uffici nei modi più originali. Atena non faceva eccezione, e Fluffy si sarebbe volentieri intrattenuta un po’ di più a curiosare tra le numerose piccole magie che rendevano unico quello spazio, se solo non avesse avuto altre consegne da portare a termine entro la mattinata. Così, dopo aver posato il quotidiano sul davanzale della finestra – all’interno vi era accuratamente inserito un coupon in occasione delle feste –, Fluffy spiccò il volo e si allontanò.


Buon mese di Halloween dalla Redazione della Gazzetta!
In allegato, per tutti gli abbonati del Profeta:

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GIOCHI ENIGMISTICI
Altro appuntamento con i giochi enigmistici.
Attenzione I primi sei che invieranno tutti i giochi risolti alla casella mp del Gufo Espresso vinceranno buoni spesa alla prossima consegna. Aguzzate l'ingegno!



Atena McLinder

CITAZIONE (Elizabeth Ashton @ 9/9/2021, 17:26) 

Tra divari e pareggi: decima giornata di British and Irish Quidditch League

Risultati estremi, nel bene e nel male, hanno caratterizzato la giornata di domenica.

Benissimo Wigtown Wanderers, Falmouth Falcons, Wimbourne Wasps e Holyhead Harpies: cacciatori veloci, cercatori ancor più rapidi, difese pressoché impenetrabili. Malissimo, invece, Tutshill Tornados, Prides of Portree, Chudley Cannons e Appleby Arrows: attacco arrancante, battuta imprecisa, boccino irrangiungibile. Il destino, poi, ha voluto che proprio oggi le squadre fossero accoppiate in modo da ricavare la massima resa per le prime, e perdere ogni speranza le seconde.
275 punti, quindi, per i Wigtown Wanderers contro i 25 dei Tutshill Tornados.
250 a 0 per i Falmouth Falcons a discapito delle Prides of Portree.
Ben 300 punti per i Wimbourne Wasps, contro i Chudley Cannons che si fermano a 25.
E 275 a 25 anche per le Holyhead Harpies contro i padroni di casa, gli Appleby Arrows.

Risultato sorprendente per il derby tutto irlandese tra i Ballycastle Bats e i Kenmare Kestrels: i primi, che hanno dominato in difesa e in attacco per tutta la partita, sono stati in un attimo raggiunti dagli avversari con la presa del boccino, che ha messo fine all'incontro in parità per 150 punti.

Conclusione in parità schivata di poco per Caerphilly Catapults e Montrose Magpies. I primi si sono accaparrati il boccino, avvicinandosi, pur senza raggiungerli, agli avversari, fino ad allora in forte vantaggio soprattutto grazie a una difesa nettamente superiore: punteggio conclusivo di 200 a 175 per i Magpies.


Metti alla prova la tua conoscenza del Quidditch, manda una lettera alla Redazione del Profeta indicando le tue generalità, i dettagli della tua scommessa e la somma che vuoi puntare. Galeoni facili ti aspettano!

UN CLICK DI BACCHETTA PER LE ISTRUZIONI

Wimbourne Wasps 76 punti
Holyhead Harpies 75 punti*
Montrose Magpies 71 punti*
Appleby Arrows 68 punti*
Pride of Portree 60 punti
Caerphilly Catapults 60 punti*
Tutshill Tornados 59 punti
Kenmare Kestrels 57 punti*
Wigtown Wanderers 57 punti*
Chudley Cannons 56 punti*
Falmouth Falcons 56 punti*
Puddlemere United 52 punti*
Ballycastle Bats 46 punti*

 
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view post Posted on 10/12/2021, 19:51
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Karkaroff era il barbagianni di Bartemius Optimus, il principale responsabile delle consegne Via Gufo. Di solito s'impegnava per le corrispondenze più particolari e segrete: verso residenze di personaggi di spicco del mondo magico, verso istituti e uffici indisegnabili sulle mappe, verso esponenti di prestigio senza fissa dimora. Ovunque gli abbonati fossero stati, lui avrebbe sempre saputo trovarli – Karkaroff aveva guadagnato da tempo il premio ad honorem di postino dell'anno, non aveva più nulla da dimostrare. Sebbene in là con gli anni, e forse anche un po' troppo, continuava ad essere parte integrante del team ben selezionato di messaggeri della Gazzetta del Profeta: collaborava giorno e notte con il suo giornalista preferito e mai, neanche una volta, s'era sottratto ai suoi doveri. Era stato sorpreso, tuttavia, di scoprire Hogwarts come destinazione delle sue consegne del mattino: la Professoressa McLinder, a quanto pareva, aveva appena ottenuto un biglietto d'oro, sarebbe stata deliziata dall'arrivo di Karkaroff. In breve tempo poté raggiungere il Castello, l'imponente figura impossibile da dimenticare perfino per un barbagianni. C'era così tanta storia per lui, così tante esperienze: di quando era ai primi artigli, di quando aveva scalato rapidamente la vetta della sede giornalistica. Con quei ricordi ad accompagnare il suo volo, arrivò infine all'Ufficio di suo interesse: nel giro di pochi attimi aveva completato la consegna, e spiccava in assoluto silenzio – neanche una piuma in disordine – di ritorno verso la Capitale Inglese. Un'ombra, una vera garanzia.


Per festeggiare Natale e Capodanno,
in allegato per tutti gli abbonati del Profeta:

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Altro appuntamento con i giochi enigmistici.
Attenzione I primi sei che invieranno tutti i giochi risolti alla casella mp del Gufo Espresso vinceranno buoni spesa alla prossima consegna. Aguzzate l'ingegno!

Complimenti, hai risolto i giochi enigmistici di Ottobre e Novembre!

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CITAZIONE (Jane Read @ 31/10/2021, 22:28) 
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« Ricordo ancora il suo buffo cappello a punta, un piccolo campanellino sulla cima che risuonava per le stanze della casa e annunciava il suo arrivo: mi raccontava che i suoi cugini spesso lo prendevano in giro perché solitamente i Poltergeist ne hanno molti intorno al loro copricapo, eppure lui non riusciva ad avercela con loro e si limitava a cambiare discorso dopo pochi istanti. Sono passati tanti, tantissimi anni da quando ero solo una bambina ma Boo conserva ancora un posto speciale nel mio cuore: riflettendoci, posso considerarlo il mio migliore amico d’infanzia. »

E’ la prima volta che Andromeda Flanders apre uno spiraglio sul suo passato e sulla sua vita, e noi vi entriamo in punta di piedi, silenziosi e meravigliati. Negli anni abbiamo pensato di conoscere bene questa famosa scrittrice, tanto da considerarla quasi parte della famiglia mentre ci accompagnava passo dopo passo nella nostra infanzia, eppure ci appare chiaro che dietro quel volto gentile e sorridente si nasconde molto di più. Con “Boo, il Poltergeist Buono”, la Flanders torna a stupirci e per la prima volta in assoluto nella sua carriera aggiunge alla magia che caratterizza i suoi libri una pennellata di realtà.

Cresciuta in una villa nella campagna ai confini di Salisbury insieme ai tre fratelli maggiori e ai suoi genitori, la scrittrice ci rivela un dettaglio particolare della sua giovinezza. « I miei tre fratelli erano molto più grandi di me, e non volevano mai perdere tempo a giocare con una piccola mocciosa, troppo impegnati a sfidarsi a Quidditch nel campo dietro casa. Mi rendo conto che l’immagine che prende immediatamente forma nelle vostre menti sia quella di una bambina che, rimasta sola, si costruisce amici immaginari e un mondo segreto tramite carta e penna, » è risaputo infatti che i primi scritti della donna risalgono all’epoca della sua infanzia, « ma non è così. Non ero affatto sola. Boo è sempre stato con me, e insieme abbiamo vissuto innumerevoli avventure. »

Una caccia al tesoro nella soffitta della magione, battaglie di palle di neve contro le antipatiche figlie dei vicini, la camicia preferita del fratello Tom nascosta prima di un appuntamento importante e poi ancora pause merenda con tè e tortini ai mirtilli, pomeriggi interi nascosti nella biblioteca di famiglia a leggere storie di principesse e draghi – le preferite di Boo, passeggiate autunnali nel bosco vicino casa a raccogliere le foglie colorate dalla stagione. In questo libro Cassiopea, una piccola streghetta di otto anni, ci racconta delle sue avventure insieme a Boo, il poltergeist che vive nella soffitta della sua villa di famiglia: la sfumatura autobiografica appare evidente al lettore non appena ci si immerge nella postfazione, scritta dall’autrice stessa, e forse è proprio questo a rendere ancora più speciale ai nostri occhi questo libro e al tempo stesso a farci avvolgere da un velo di malinconia. « Boo è stato il mio migliore amico per tanti, tantissimi anni. Vi lascio solo immaginare la tristezza che mi ha colpita quando, di ritorno dal mio terzo anno ad Hogwarts per le vacanze estive, non l’ho più trovato ad attendermi in soffitta come era solito fare. E’ sparito così, all’improvviso: l’unico oggetto a testimoniare la sua presenza una zucca vuota che usavamo quando festeggiavamo insieme Halloween e andavamo a raccogliere dolci a Salisbury insieme agli altri bambini. »

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Ed è proprio questo dolce ricordo a prendere vita sulla copertina del libro, grazie alle meravigliose pennellate di Felicity Lewis, illustratrice inglese specializzata in disegni per bambini che per la prima volta in assoluto ha accettato di collaborare con uno scrittore per dare vita con fantasia e delicatezza alle storie narrate in queste pagine. Il nuovo libro di Andromeda Flanders è infatti completamente illustrato dall’artista e potrete vivere ancora più intensamente le avventure di questo piccolo poltergeist buono insieme alla sua amica umana. Ma non è tutto: è risaputo che i Poltergeist, anche se buoni come Boo, sono veri amanti degli scherzi, e questo libro non poteva essere da meno: quando meno ve l’aspetterete esso scomparirà da dove l’avete posato e riapparirà nei luoghi più disparati della vostra abitazione… siamo sicuri che grandi e piccini sapranno come divertirsi insieme alla ricerca del tomo scomparso!

Boo, il Poltergeist Buono” vi aspetta da oggi sullo scaffale delle novità da BiblioMagic, la vostra libreria di fiducia ad Hogsmeade, insieme ad un omaggio speciale. Insieme al libro infatti riceverete una cartolina con la riproduzione dell’illustrazione in copertina, pronta a diventare un dolce segnalibro per le vostre letture e accompagnarvi nei mondi di carta e inchiostro in cui deciderete di avventurarvi.
 
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view post Posted on 5/2/2022, 20:26
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Cassiopea brillava d'infinite luci sulle piume – bagliori di cielo e di notte, proprio come il nome che portava da sempre. Era una barbagiannetta d'incredibile incanto, tanto da aver conquistato il cuore di tanti altri colleghi postini. Quando arrivava in Redazione del Profeta, in effetti, tutti gli occhietti volgevano a lei, e già c'era chi bubolava vividi apprezzamenti – sull'operato che svolgeva diligentemente, sull'arte e poesia del suo volo, talvolta più superficialmente sull'aspetto bellissimo che nessuno avrebbe potuto ignorare. Cassiopea era nata stella tra le stelle, quella era una fiaba che le avevano raccontato fin dai primi anni; perfino il guscio del suo ovetto, le avevano confidato, aveva in sé una decorazione unica, che difficilmente si vedeva in natura. Ed era splendente, lo era davvero – nel modo in cui volteggiava nei cieli scozzesi, nel modo in cui stringeva le copie di giornale tra gli artigli, perfino nel modo in cui emetteva versetti profondi per anticipare il suo arrivo. Giunse a destinazione presso l'Ufficio della Professoressa McLinder alle prime avvisaglie d'alba, al chiarore del giorno nascente. Lasciò tutto alla porta dell'altra, silenziosamente. Non voleva svegliare la Docente d'Astronomia, ma scoprire che fosse stata quella la sua prima tappa in effetti le lasciò un fremito al petto piumato. Cassiopea, d'altronde, viveva tuttora tra le stelle.


Per festeggiare Carnevale e il Capodanno Cinese,
in allegato per tutti gli abbonati del Profeta:

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CITAZIONE (Camille Donovan @ 18/12/2021, 18:56) 
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iamo ormai in pieno Dicembre, l’atmosfera natalizia si fa sentire tra l’odore della cioccolata calda e dello zenzero misto alla cannella, le allegre decorazioni che adornano le vetrine dei negozi e gli alberi addobbati che si scorgono dalle finestre appannate. Nel caratteristico Villaggio di Hogsmeade però le stelle più splendenti non sono quelle poste sulla cima degli abeti, ma si possono ammirare assistendo allo spettacolo di Mr. Fernsby. Dall’inizio del mese, esattamente al centro della piazza principale, Mr. Fernsby intrattiene i passanti con una particolare attrazione: i Fuochi Fatui. A partire dal tramonto flebili fiammelle compariranno timide nel buio, attirando i curiosi spettatori occasionali. I Fuochi Fatui si disporranno da prima linearmente, ricreando un percorso che il pubblico, se voglioso, viene invitato a seguire. Arrivati alla fine del sentiero luminoso, i presenti inizieranno a sentire il suono di un’armonica a bocca che intona melodie tipiche di questo periodo dell’anno. All’accenno delle prime note, i Fuochi Fatui inizieranno ad aumentare e diminuire l’intensità della loro luminosità, fino addirittura in taluni casi a cambiare colore. Tutto ciò in funzione del ritmo della musica e delle emozioni che questa genera nelle persone attorno a loro, dando il via ad uno show senza precedenti! Ma prima di approfondire, andiamo a conoscere meglio queste creature.

I Fuochi Fatui, tra leggenda e realtà
I Fuochi Fatui si riconoscono soprattutto per la decisa luminescenza pluricromatica, osservabile esclusivamente di notte e quando ci si addentra nei luoghi isolati del mondo magico. Sono fiammelle principalmente di colore blu, si manifestano a livello del terreno, solitamente nei cimiteri, nelle paludi e in prossimità degli stagni nelle brughiere. Il periodo migliore per osservarli è il mese d'agosto, durante le notti molto calde.
Si tratta di entità completamente innocue, ma pare abbiano uno strano rapporto di odio e amore col potere magico. Infatti rifuggono dalle zone densamente popolate o con una particolare concentrazione di potere, ma in maniera quasi contraddittoria vengono naturalmente attratti da singoli e limitati nuclei di magia, ad esempio una fonte incantata o un ignaro mago perso nel bel mezzo di un bosco.
È sbagliato pensare che tali creature rifiutino completamente il contatto umano, in realtà lo apprezzano nella misura in cui traggono piacere dall'entrare empaticamente in sintonia con gli stati d'animo antropici, ma solo se questi rimangono chiari e puri. I Fuochi Fatui sono esseri delicati, emotivi e ricettivi ed estremamente sensibili alle emozioni umane. Si ritraggono improvvisamente di fronte a comportamenti aggressivi o pensieri particolarmente negativi, così come innanzi a folle troppo variegate, emotivamente eterogenee e dispensatrici di impulsi contrastanti. Non solo, subiscono anche l'influenza di particolari eventi magici quali eclissi o solstizi, che fanno aumentare notevolmente la loro attività. In tali periodi dell’anno si manifestano come piccoli globi intangibili di luce dal colore variabile, si muovono nell’aria seguendo la fonte magica al pari di un gregge. Spesso vengono confusi con le luminescenze ricreate dalle lanterne dei Marciotti, piccole creature fumose con una sola zampa che abitano paludi e pantani. A differenza dei Marciotti però aiutano coloro che si disperdono, non cercano di mandarli volontariamente fuori strada.

Anche nel mondo babbano sono famosi per l’aiuto o meno che danno ai viandanti smarriti. Ciò è solo in parte vero. Dato che ovviamente non hanno basi di geografia o orientamento, la teoria che va per la maggiore è che si manifestino soprattutto per illuminare la strada di maghi e streghe buoni e puri di cuore. Si tratta tuttavia di semplici supposizioni, nessuno è riuscito a comprendere la reale meta di un Fuoco Fatuo dal momento che esso, una volta instradatosi, continua a ritrarsi fino a sparire, cosa da alcuni erroneamente confusa con una volontà della creatura di spingere l'inseguitore a perdersi. I babbani hanno ricamato attorno ai Fuochi Fatui una moltitudine di leggende e credenze popolari, dalle più macabre a quelle che li identifica come segni di buona sorte e ricchezza. In Gran Bretagna, in particolare nelle zone Shropshire, vengono chiamati Will-o’-Wisp in onore del fabbro Will.
Will era un uomo malvagio e senza scrupoli, per i suoi “crimini” venne condannato dopo la morte a vagare sulla Terra con in mano solo un tizzone ardente per scaldarsi, ma lui in realtà se ne serviva per attirare in trappola gli ignari viaggiatori che notavano la luce, conducendoli in fitte foreste e terribili paludi dalle quali non riuscivano più ad uscire. Nell’Europa continentale invece, così come in molti paesi del mondo, i Fuochi Fatui vengono associati agli spiriti dei defunti, alle fate o ad altri esseri soprannaturali che cercano di far perdere il sentiero agli ignari viaggiatori. Nel folklore giapponese, ad esempio, sono conosciuti come Hitodama, letteralmente “sfera di spirito”, e sono le anime delle persone morte da poco. Appaiono come piccole sfere luminose di colore blu pallido o verdastro con una piccola coda, generalmente si manifestano nei cimiteri e soprattutto in estate. Talvolta è possibile osservarle accanto a persone gravemente malate, in questo caso rappresentano l’anima che lascia gradualmente il corpo. Altri tipi di fuochi fatui presenti nella tradizione giapponese sono gli onibi, ovvero i fuochi demoniaci. In Cina sono noti invece come guǐhuǒ, manifestazioni di esseri spirituali di origine non umana, accusati di attirare i viandanti lontano dal sentiero per farli perdere nel bosco. In altri paesi ancora viene definito “Spirito delle Brame”, poiché si pensa possa sviare le persone mostrando loro i propri profondi desideri che si avverano. Il malcapitato, accecato da false immagini gratificanti, lascia il sentiero addentrandosi nelle paludi e nel fitto dei boschi dove inevitabilmente si perde. In Danimarca e Finlandia il Fuoco Fatuo, contrariamente a quanto visto finora, è associato alla presenza di un tesoro sepolto nelle profondità del terreno o di una palude. Si narra che fate e folletti li dispongano di proposito per indicare ai viandanti dove trovare tali fortune.
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rotagonista di questo racconto è Victor Zachius Fernsby. Victor, nato 50 anni fa durante una fredda notte di Novembre a Portree, in Scozia, discende da una nota famiglia di abili circensi. È cresciuto in mezzo alle più strabilianti e mirabolanti attrazioni, umane o meno, ma come tutti i maghi e le streghe dovette abbandonare questo meraviglioso mondo per frequentare la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, senza però smettere di sperare di rilevare l’attività dei genitori una volta terminati gli studi.
I sogni di Victor vennero brutalmente infranti all’età di appena 15 anni quando il padre, Preston Fernsby, a seguito di un brutto incidente fu costretto a lasciare per sempre l’amato tendone nelle fidate mani del suo braccio destro. Ormai rassegnato ad una vita che considerava grigia e priva di gioia, conseguì i M.A.G.O e si dedicò alla carriera da Magizoologo. Grazie al circo, nella sua infanzia ha incontrato molte creature magiche e quel percorso era ciò che gli ricordava maggiormente casa.
«Non ero pienamente soddisfatto. Certo, avevo comunque la possibilità di viaggiare, esplorare luoghi nuovi dove osservavo le creature nel loro habitat naturale, ma sentivo che mi mancava qualcosa! Non mi faceva sorridere come i suoni, l’odore del pop-corn caramellato, le risate e gli schiamazzi delle persone che venivano a vederci!» tutto ciò cambiò improvvisamente una decina di anni fa, durante un’escursione proprio nel Regno Unito, presso l’altopiano di Dartmoor, nella contea del Devon.

«Mi chiamarono urgentemente per aiutarli con una colonia di folletti parecchio molesti! Si divertivano ad infastidire i babbani con una serie di scherzi di pessimo gusto!» recatosi sul posto e risolto il problema pensò di approfittarne per fare una rilassante passeggiata immerso nella natura. Fu lì che, dopo essersi smarrito, fece un incontro piuttosto curioso. «Come il più ingenuo e sprovveduto dei viaggiatori finii con l’addentrarmi incautamente nelle paludi! Ero sovrappensiero e non me ne resi conto!» non sapendo come orientarsi in quella landa sperduta e quindi impossibilitato a tornare indietro si rassegnò a passare la notte all’addiaccio, anche se non era la più allettante e sicura delle opzioni, con l’intento di riprendere il cammino alle prime luci dell’alba. Armato della sua bacchetta e dell’inseparabile armonica a bocca, si piazzò su un tronco caduto e attese. Attese mettendosi a suonare. «La musica fece la magia!» attirati forse dalle dolci note emesse dallo strumento, piccoli fuocherelli azzurri comparvero sul terreno.
«Illuminarono quasi a giorno la riva della palude in cui mi trovavo! Non mi accorsi subito della loro presenza. Li scorsi solo quando smisi di suonare. Inizialmente mi spaventai, non capivo cosa stesse accadendo.» i Fuochi Fatui sono sì splendidi, ma in un primo momento il loro aspetto spettrale può incutere un certo timore. Victor però si fidò di loro e tale fiducia non venne tradita.
«Mi alzai per poterli osservare da vicino. Fatti pochi passi questi delinearono una sorta di sentiero ed io, senza pensarci due volte, lo imboccai. Non so ancora cosa mi spinse a farlo, è stato tutto molto istintivo.» lo seguì finché non raggiunse un vecchio casolare. Si sporse dalla finestra e si rese conto che: «Era abitato. La luce delle candele delineava il profilo di uomo mezzo addormentato su una vecchia poltrona! Bussai. Bussai fino a svegliarlo. Fu molto gentile, mi accolse senza problemi. Al mattino, con le indicazioni ricevute, riuscii a tornare al Villaggio.» La notte successiva, ormai preda della curiosità, si recò nuovamente nelle paludi, anche se stavolta si attrezzò per bene.
«Portai con me una serie di barattoli in vetro abbastanza grandi acquistati in un piccolo emporio al mattino! Il mio intento? Volevo provare a catturarne uno!». Il suo tentativo fallì miseramente. I Fuochi Fatui fuggono di fronte a movimenti bruschi o se ci si arrischia ad avvicinarli in modo errato. Riprovò, ma fu inutile. Non si perse comunque d’animo, decise di agire in un altro modo. Dato che non aveva incarichi imminenti pensò di passare del tempo in quell’angolino sconosciuto nel Devon. Ogni sera dopo il tramonto si recava nelle paludi e suonava, destando ben presto i sospetti degli abitanti, che però, essendo persone particolarmente superstiziose, non osavano indagare. La voce si sparse anche nella comunità magica locale. Riley, il più piccolo dei tre figli di Tyler e Gwendoline Webster, lo segui nascondendosi tra gli alberi. Lo osservò con gli occhi spalancati, lo sguardo di un bambino rapito, affascinato da quelli strani spiritelli che rispondevano al dolce richiamo. Talmente affascinato da correre a chiamare la sua famiglia. Quando arrivarono la meraviglia si impossessò anche di loro. Tali emozioni vennero trasmesse anche ai Fuochi Fatui, i quali cominciarono a variare i colori della fiamma. Ciò attirò l’attenzione di Victor.
«Era la prima volta! Rimasi piacevolmente sorpreso, ingenuamente pensai di aver fatto un passo avanti!» e invece si sbagliava. Ben presto i bambini non si trattennero e si palesarono. Il collegamento con la presenza di altri esseri umani non fu immediato, ma avvenne circa una settimana dopo.
«Vedere la gioia negli occhi di quei piccoli fu enorme! Pensai bene quindi di allestire una sorta di spettacolo, qualcosa che portasse loro il buonumore! D’altra parte è una cosa che i circensi sanno fare bene!». Il pubblico di maghi e streghe aumentava di giorno in giorno, molti venivano anche da paesi e città limitrofe per vederlo. La musica, le emozioni che trapelavano dalla folla ascoltandola, ma in parte anche la magia che essa in un certo senso irradiava, inducevano una variazione di luminosità e colore della fiamma di queste creaturine spettrali.
«Venne però il momento di partire, purtroppo il lavoro chiamava e io non potevo tirarmi indietro!» quando rimise piede al Ministero si confidò con un amico, anche lui impiegato presso il Dipartimento di Regolazione e Controllo delle Creature Magiche, uno Spettrologo di nome Nolan Thompson.
«Mi rivelò diversi segreti sui Fuochi Fatui, mi propose addirittura di accompagnarlo dove li avevo visti! Mi disse che, se ero interessato, poteva aiutarmi a prenderne alcuni. L’unica accortezza è essere delicati, essendo empatici bisogna infondere loro sicurezza. Per contenerli e trasportarli utilizzano dei contenitori particolari, incantati per impedire che gli spiritelli svaniscano. Pare addirittura che un paio di suoi colleghi li abbiano condotti in questo modo nel proprio giardino!» meno di un mese dopo Victor gli mostrò il luogo tanto decantato. «Suonai e, come la volta precedente, comparvero attorno a noi…» Nolan, con mano esperta, riuscì a prenderne una decina. Essi continuavano a brillare placidi attraverso il vetro.
«Quando tornammo a casa non ero sicuro fossero ancora all’interno dei contenitori. La sera però, quando uscii in veranda e poggiai le labbra sull’armonica, comparvero tra i cespugli ed i vasi di fiori!» Victor non resistette e, dopo una cena tra amici, sfoggiò il talento dei suoi Fuochi Fatui. E lì cambiò tutto. «Scherzosamente mi dissero: “ma perché non organizzi uno spettacolo itinerante? Tutti meriterebbero di assistere a questa meraviglia!”». Lui prese seriamente quell’affermazione e dopo dieci anni ancora porta fieramente in giro la sua storia.
«Può sembrare una vita dura, ma credimi, non la cambierei per nulla al mondo!»


Lo spettacolo e le date del magico tour
Attualmente sono venti i Fuochi Fatui al seguito di Mr. Fernsby e vi chiederete: cosa dobbiamo aspettarci da loro? Senza rivelarvi troppo, è giusto mantenere un po’ di mistero per non rovinarvi le sorprese che vi riserverà lo show, cercherò di spiegarvelo brevemente. Vi ho assistito personalmente e posso solo dire: Andate! Non perdete quest’occasione unica!
Come detto all’inizio, verrete accolti dagli stessi spiritelli che vi porteranno dritti dritti alla location dello spettacolo. Ebbene sì, una delle tante sorprese è proprio la location! Vi verrà rivelata dai Fuochi Fatui circa dieci minuti prima dell’esibizione, per essere precisi la scoprirà solamente chi saggiamente imboccherà il sentiero che essi delineeranno. Arrivati sul posto nell’aria si farà piano, piano strada la melodia nata dall’inseparabile armonica di Mr. Fernsby. Il turbinio di emozioni farà il resto. Infatti la gioia e lo stupore attraggono i Fuochi Fatui tanto quanto gli eventi magici piuttosto intensi. Li vedrete solo cambiare l’intensità della luminosità ed il colore? In questo caso tendono a disporsi tra il pubblico dando origine ad una sorta di danza cromatica. Oppure vi sfrecceranno di fianco come piccoli bolidi a ritmo di Jingle Bell? Magari gravitando attorno alle vostre teste come satelliti? Sì, perché può accadere anche questo! Immaginate essere circondati da abbaglianti sferette volanti. Rimarrete ipnotizzati, ve lo garantisco. Cosa vi aspetta lo scoprirete con certezza solo vivendo quest’esperienza in prima persona. Dove potete farlo? Ecco le date:

Dal 4 al 7 Dicembre Londra, ore 6.30 PM in poi, nei pressi della pista di pattinaggio
Da 9 all’11 Dicembre Manchester, ore 6.30 PM in poi, nei pressi della piazza del quartiere magico
Dal 14 al 16 Dicembre Bristol, ore 6.30 PM in poi, lungo la High Street del quartiere magico
Dal 18 al 20 Dicembre York, ore 6,30 in poi, nei pressi della piazza principale del quartiere magico
• Il Gran finale sarà ad Hogsmeade dal 22 al 25 Dicembre, la notte di Natale, ore 6.30 in poi, nei pressi della piazza principale

Per i bambini sono previste alcune sorprese, una tra tutte è quella ispirata alla leggenda dello “Spirito delle Brame”. Mr. Fernsby, al termine dello spettacolo, chiederà ai piccoli spettatori di esprimere intensamente un desiderio, uno solo, il più speciale che hanno. Cosa accadrà? Se sono fortunati, i Fuochi Fatui riusciranno a catturare il loro desiderio che forse sarà presto esaudito e in caso contrario…non credo sia contemplabile la seconda opzione, a Natale siamo tutti più buoni e i giovincelli avranno sicuramente il diritto di ricevere i loro meritati regali sotto l’albero! Cosa aspettate? Se vi trovate nei dintorni, accorrete! Non sprecate l’opportunità, non ve ne pentirete!

Vostra,
Camille Donovan

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Per tutti gli abbonati del Profeta, soffiate sull’articolo ed esprimete un desiderio: la carta si trasfigurerà in una piccola e deliziosa sfera natalizia, al cui interno l’inchiostro si tingerà di blu mostrandosi come una fiammella simile ad un Fuoco Fatuo. Può cambiare in forme natalizie – un alberello, un pupazzetto di neve, una stella, e così via.
 
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Divina aveva completamente sbagliato la strada della sua vita, giorno dopo giorno ne aveva sempre più consapevolezza. Certo, la carriera come postino per la Gazzetta del Profeta non era affatto male, un lavoretto che le fruttava gloria, riconoscenza da parte di maghi e streghe (e colleghi volatili) e tanti, tantissimi biscottini gufici di cui a malincuore – per la linea del suo corpicino sensuale – andava ghiotta. Ed era perfino molto brava, tra consegne puntualmente alla meta e velocità assicurata nel volo che tanto le s'addiceva. La verità, però, risiedeva nei sogni che fin da pulcino coltivava profondamente. Divina era destinata a molto, molto di più – passerelle di moda, piume tirate quotidianamente a lucido, trattamenti di bellezza che avrebbero potuto offrirle l'ingresso nel mondo più in voga, sotto gli sguardi di tutti. Nell'eleganza che tanto apparteneva alla sua figura, la barbagiannetta aspirava alla grandezza. Ne aveva pienamente il diritto, così come tutte le carte in regola per riuscire nell'intento – ogni mattina, per lei, la sveglia suonava alle prime avvisaglie di luce; iniziava così una routine di benessere che poteva durare più di un'ora e che in molti, lo sapeva, criticavano aspramente con bubolii velenosi. Continuava, ignorando l'uno e l'altro – il suo momento sarebbe arrivato, ne era convinta. C'era chi sosteneva che Divina fosse stata una strega, un tempo, e che tuttora avesse dimenticato come tornare nella forma umana: veritiera o meno che fosse come storiella, a lei non importava tanto. Quello che desiderava, in effetti, era essere bella, bella più di chiunque altri. Divina arrivò agli Uffici della Professoressa McLinder nel primo pomeriggio, lasciò la posta e si preparò ad andare via. Gli occhietti, però, scivolarono sulle decorazioni di costellazioni e brillanti espressioni del firmamento. E allora le fu chiaro, più del solito. Voleva essere bella, bella come le stelle e la luna. Voleva essere divina, almeno un po' come la strega che abitava quei luoghi.


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Atena McLinder



CITAZIONE (Camille Donovan @ 3/3/2022, 20:47) 
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Djembe incantati che riproducono il ruggito del Nundu. Corni che t’illudono di avere al fianco un Erumpent. Persino tamburelli infuocati che ricordano la nascita di una Fenice. Tutto questo è la magica Animal Crew. Ma cos’è? O meglio, chi sono? Si tratta di un gruppo di ballerini/musicisti composto dai fratelli Adan, Xolani, Yohance, Dalmar ed Erasto Tesfaye. Originari dell’Etiopia, si sono trasferiti in Scozia con i genitori quando erano molto piccoli, ma dopo gli studi hanno deciso di recuperare le loro radici. Per festeggiare il superamento dei M.A.G.O del più piccolo dei cinque, ovvero Xolani, si sono recati nella loro terra natia, vi sono rimasti circa tre mesi, praticamente l’intera estate. Lì hanno scoperto suoni e danze tipiche quasi dimenticate che, con entusiasmo e la gioia nel cuore, hanno deciso di far conoscere agli abitanti del Regno Unito. Da sempre sono appassionati di teatro e dello spettacolo in ogni sua forma, in età scolastica si sono persino dilettati in piccoli ruoli in musical e simili. Il loro progetto primario era quello di scrivere un rubrica giornalistica dedicata a questo meraviglioso mondo, però quel viaggio ha stravolto tutto. Questo è avvenuto circa quattro anni fa. Al loro ritorno hanno deciso di aprire una scuola per giovani musicisti e ballerini, insegnando tutto ciò che loro stessi avevano appreso in quelle Terre lontane. L’utilizzo di strumenti musicali particolari, acrobazie circondate da illusioni magiche che accompagnano i movimenti fluidi. Ma non solo, da un paio di anni, in occasione del Carnevale, organizzano esibizioni e parate lungo le High Street dei quartieri magici, portandovi la loro allegria, la loro cultura e, non meno importante, il loro talento. Lo scorso anno si sono esibiti a Diagon Alley, quest’anno, invece, toccherà al Villaggio di Hogsmeade. Ad intrattenere il pubblico i fratelli Tesfaye in persona, accompagnati da alcuni studenti delle classi avanzate. Prima di entrare nel dettaglio, però, vi racconto la loro storia.

Chi sono i fratelli Tesfaye?
I fratelli Tesfaye sono, dal più piccolo al più grande, Xolani (21 anni), Adan (23 anni), Yohance (25 anni), Dalmar (26 anni) ed Erasto (28 anni). Nati nel Villaggio magico di Ooreenkoms, accuratamente celato ad occhi babbani e situato poco fuori la cittadina di Debre Berhan, nella Regione degli Amara, si sono trasferiti in tenera età a Edimburgo. Solo da adulti sono riusciti a tornare, finalmente, alle origini. Lì si sono trovati davanti un mondo completamente diverso, fatto di maghi e streghe custodi di antiche danze e tradizioni. Al ritmo di suoni tribali, emanati da strumenti in grado di evocare i versi delle creature magiche locali fino addirittura a riprodurre la loro immagine fedele, creano coreografie uniche. I ballerini, inoltre, indossao variopinte maschere sui loro volti. Maschere intagliate nel legno, o fatte di piume, per un effetto animalesco che rende tutto ancora più realistico.

Erasto: «Ognuno di noi ha avuto emozioni contrastanti, ma una cosa è certa…eravamo tutti affascinati da quello che si trovava sotto i nostri occhi!» vennero catapultati in un luogo pieno di colore. Lunghi drappi di stoffa arcobaleno decoravano le capanne in legno. Un luogo pieno di allegria. Le risate dei bambini aleggiavano nell’aria. Ma soprattutto pieno di…musica. La musica della natura. Al centro del Villaggio, sotto un enorme Baobab, poterono assistere ad uno spettacolo molto particolare.

Adan: «Uno degli anziani del Villaggio – scoprimmo poi che il suo nome era Ghedi – stava suonando uno Djembe, ma non uno qualunque! Quando lo percuoteva con la punta delle dita, emetteva un potente ruggito, seguito da una leggera e fitta nebbiolina…» esso richiamava il Nundu, ma ovviamente lo sbuffo di fumo emesso non era mefitico e letale come l’alito della creatura. Anzi, i ballerini entrarono in scena proprio in quel momento, fendendo in maniera acrobatica la coltre.

Dalmar: «Sembrava davvero di avere attorno l’intera fauna magica africana. Un’esperienza incredibile! una delle ballerine indossava un semplice abito grigio, quasi anonimo, e una maschera piumata altrettanto spenta. In mano, però, stringeva un tamburello. Quando lo fece tintinnare accadde qualcosa di sorprendente!» la ragazza venne avvolta dalle fiamme. In pochi secondi però, che agli occhi degli ignari spettatori, presi alla sprovvista e inizialmente preoccupati, parvero eterni, ricomparve con indosso un abito e una maschera dalle tonalità rosso-arancio. Esattamente come una Fenice che prende vita dalle sue stesse ceneri. E quello fu solo il principio. Altri strumenti si aggiunsero, altre voci animalesche si fecero sentire, così come coloro a cui appartenevano. I ballerini volteggiavano, piroettavano assieme a intangibili Fwooper. Altri, con agili capriole e salti, schivavano lo spettro di un Erumpent. Tutto era meraviglia. Lo stupore, il totale coinvolgimento spinse i ragazzi a saperne di più. Ad imparare, persino come ricreare uno spettacolo tanto d’impatto.

Xolani: «Non potevamo credere ai nostri occhi! Io fui il primo ad avvicinarmi, a porre domande. Gli abitanti del Villaggio erano restii, il quel momento rifiutarono di rispondere. Per loro in fondo eravamo stranieri, non sapevano se aprirsi o meno con noi. In un certo senso dovevamo conquistare la loro fiducia…» ci misero un po’ a conquistarla. Dopo circa una settimana che soggiornavano lì, a stretto contatto con un popolo che diventava giorno dopo giorno sempre più caloroso nei loro confronti, l’anziano e saggio Ghedi li prese da parte e decise di svelare loro i segreti dietro l’esibizione a cui avevano assistito. I nostri protagonisti, d’altro canto, non si tirarono indietro. Vollero provare in prima persona, ma il percorso per raggiungere certi livelli si rivelò abbastanza tortuoso.

Yohance: «Non eravamo nuovi a certe cose. Per noi non era inusuale imparare coreografie, cantare o suonare qualcosa su un palco. Abbiamo preso parte alcuni musical da ragazzini, ma quella fu un esperienza completamente diversa. Richiese sicuramente uno sforzo fisico maggiore…e poi, beh, anche utilizzare strumenti nuovi e particolari non fu semplice…» dettero comunque prova di essere allievi eccellenti. Yohance e Xolani mostrarono subito un talento spiccato per la danza, mentre Adan, Dalmar ed Erasto si rivelarono ottimi musicisti. Purtroppo, però, anche le cose belle hanno una fine, o meglio così ci raccontano gli altri. L’estate e le loro avventure nel continente africano stavano per giungere al termine, la loro vita nel Regno Unito li chiamava a gran voce. Prima di partire, però, l’intero Villaggio chiese loro di provare ad esibirsi, per mostrare cosa avevano appreso fino ad allora. Ovviamente accettarono. quell’ultima sera fece scattare qualcosa in loro, accendendo la fiamma di un’idea forse azzardata.

Erasto: «A Edimburgo avevamo le nostre vite, il nostro sogno di diventare giornalisti purtroppo rimase in un cassetto. Io avevo preso impegni per scrivere alcuni trattati di Erbologia, una delle materie in cui avevo preso i M.A.G.O. Xolani doveva trovare la sua strada, gli altri miei fratelli stavano provando a fare richiesta per qualche piccolo incarico al Ministero. nessuno di noi, però, era pienamente soddisfatto, così pensammo di giocarci tutto con una follia…» decisero di portare con loro un po’ di quella cultura quasi dimenticata. Chiesero ovviamente il permesso a coloro che li avevano accolti con tanto entusiasmo, che fortunatamente venne accordato. Una volta tornati a casa presero il coraggio a quattro mani e si gettarono a capofitto nella nuova sfida: aprire una scuola per giovani ballerini/musicisti. Una scuola dove poter trasmettere alle future generazioni quell’antica e affascinante arte che loro stessi avevano appreso. Il principio fu in salita, ma in pochi mesi tutto divenne tutto più facile. Le iscrizioni aumentarono esponenzialmente, molti giovani maghi e streghe vennero attratti da ciò che proponevano. Nel giro di un anno, grazie ad un fruttuoso passaparola, la loro scuola al centro del quartiere magico di Edimburgo fu sulla bocca di tutti. Attualmente conta un totale di 50 allievi, alcuni addirittura provenienti da paesi limitrofi. La scuola propone corsi estivi per i ragazzi che devono frequentare Hogwarts, per chi ha meno di undici anni ci sono corsi di ogni ordine e grado annuali, così come per gli adulti che vogliono provare a cimentarsi, nonostante credano che l’età possa intralciarli. Per chi proviene da altre zone del Regno Unito, o comunque da città troppo distanti, è disponibile una struttura attigua attrezzata appositamente per fornire vitto e alloggio. Insomma, sembra allettante, non credete?

Lo spettacolo vero e proprio
Per farsi conoscere ancora meglio, i fratelli Tesfaye hanno pensato di coinvolgere gli studenti delle classi avanzate in un progetto molto originale, ovvero organizzare delle parate in una delle feste più amate dell’anno: il Carnevale. Una ricorrenza folle, allegra e colorata fino allo stremo esattamente come lo show che mettono su da un paio d’anni a questa parte.
Le coreografie sono curate da Yohance e Xolani. A scandire il ritmo, invece, saranno Adan, Dalmar ed Erasto. Quest’anno si esibiranno a Hogsmeade e ad accompagnarli come ballerini ci saranno:
• Danette Jones (18 anni, di Londra)
• Desmond Brown (19 anni, di Dublino)
• Harlan Thompson (17 anni, di Edimburgo)

Assieme ad Erasto con il djembe ci saranno:
• Jaxon Hall (15 anni, di Edimburgo)
• Leroi Wood (18 anni, di Manchester)

Ai corni assieme a Adan ci saranno:
• Philip Turner (16 anni, di Newcastle)
• Eulalia Gray (16 anni, di Luss)

Infine, ai flauti di pan assieme a Dalmar ci saranno:
• Fannie Jenkins (20 anni, di Fort William)
• Gwendoline Palmer (17 anni, di Sheffield)

Tutti loro vi aspettano a braccia aperte nella piazza principale di Hogsmeade durante l’ultima settimana di Carnevale, per scortarvi poi lungo le varie viuzze come in una selvaggia passeggiata nella Savana. Danze che sembrano impossibili, flauti che evocheranno volatili esotici come i Fwooper. Corni che chiamano a sé Erumpent scatenati. E molto, molto altro vi attende. Chissà, magari potrebbero anche coinvolgervi in qualche acrobazia, quindi mettetevi costumi adatti, ma soprattutto comodi, e allenatevi sodo.

Vostra,
Camille Donovan
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Betty era una regina. Anzi, era la Regina. Per i miscredenti, sarebbe stato un insulto alla Corona Inglese: Betty era una barbagiannetta piuttosto simpatica, dolce, di gran lunga lontanissima dalla famiglia reale. Eppure, in molti credevano fosse la reincarnazione della buona Elisabetta I, le coincidenze si perdevano a vista d'occhio. Entrambe erano nate il sette Settembre, entrambe si chiamavano Betty (Elizabeth, poco meno)... il migliore amico di Betty? Un gufetto di nome Tudor. La sorella preferita di Betty? Marietta. Insomma, avrebbe potuto continuare per molto, moltissimo tempo. C'era un ché di regale, inoltre, nel volo di Betty: il modo in cui offriva le ali al vento d'inverno, il portamento elegante delle zampe strette alla copia di giornale, perfino la dieta a base di topolini di campagna – solo, esclusivamente quelli. Arrivò al Castello di Hogwarts con l'idea d'essere più di una barbagianni qualsiasi, e forse sovrappensiero non poté accorgersi di un nugolo di studenti nel corridoio che costeggiava l'Ufficio della Prof. McLinder (la sua meta iniziale). In effetti... graffiò involontariamente la testa di un alunno, sentendosi gridare dietro una frase che la lasciò di stucco.
«Hey tu, credi di essere la Regina?» Sognava? Era esattamente così. L'istinto le suggerì di volgere indietro, cercare lo studente e indagare il commento. L'idea che fosse più di una banale battutina, però, le piaceva maggiormente. Poco dopo affidò la posta sulla scrivania della Docente, scoccando un'occhiata intorno e adocchiando un biscottino con una tazza di tè. Ne bevve un sorsetto, una beccata e via. Non era quello che facevano di solito le regine?


Per festeggiare Carnevale e San Valentino,
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Complimenti, hai risolto correttamente i giochi enigmistici di Marzo 2022!

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Atena McLinder

CITAZIONE (Camille Donovan @ 26/8/2022, 18:55) 
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Origine ed utilizzi
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La Mandragora, l’amica che non ti aspetti!
Vi chiederete perché proprio la Mandragora, ritenuta pericolosa o addirittura letale per maghi e streghe, ma innocua per i babbani, possa diventare vostra amica. Bene, vi assicuro cari lettori che sono in grado di elencarvi più di un validissimo motivo!
Qualora trovaste interessanti tali argomentazioni, probabilmente non potrete fare a meno di acquistarne una! O meglio ancora adottarla, magari scegliendola accuratamente tra quelle presenti nelle nostre splendide serre ad Hogwarts, il tutto sotto la consulenza della Docente di Erbologia Miss Fiachran. Sì, avete capito bene: Adottare una Mandragora direttamente ad Hogwarts! Ma andiamo per ordine, cominciamo con il dare qualche dettaglio in più su questa meravigliosa pianta magica.

Origine ed utilizzi della Mandragora
Il tratto distintivo della Mandragora, o Mandragola, sono le sembianze umanoidi della radice (il nome deriverebbe infatti dal tedesco “mann-dragen” ossia “figura di uomo”), per la precisione di un neonato, grinzosa e bitorzoluta, dal colore marrone-verdastro. Le foglie sulla sommità, invece, sono attaccate a rametti sottili e si presentano di colore verde scuro. Ciò che agli occhi del Mondo Magico la rende pericolosa è il suo pianto. Un pianto che si scatena appena viene allontanata dal terriccio durante i travasi, come se fosse costretta, anche se per poco, ad abbandonare l’abbraccio materno. Dato il suo aspetto da infante, potrebbe sembrare un tenero richiamo alla vita, al desiderio d’affetto; invece se arriva alle orecchie del malcapitato può stordirlo, fino addirittura ad indurlo alla follia e successivamente alla morte se non s’indossa dei paraorecchie.

Questione di vita? O di morte?
Paradossalmente alcune leggende, tramandate da un esperto di Erbologia all’altro, legano la nascita della Mandragora proprio alla morte. In una buona parte degli stati europei si narra che il fenomeno fu visto chiaramente per la prima volta all’inizio ‘600 d.C., quando la pianta prese forma dalle lacrime di un condannato alla forca, un certo Ackerley Beringar.
Ackerley era un mago che, assieme al figlio di sei anni Brayden, aveva deciso di condurre una vita da viandante, spinto soprattutto dalla sua passione per le creature magiche e la voglia di studiarle nel loro habitat. Un giorno si ritrovarono a sostare in uno sperduto Villaggio dell’Irlanda del nord, precisamente lungo la costa, nella speranza di poter incontrare le Merrow che popolavano le acque locali.
Mentre il padre era intento ad acquistare alcune mele, Brayden si allontanò sfuggendo alla sua vista. Gironzolò nei pressi di un forno dove, incuriosito e affamato, venne attratto da dei dolcetti di frolla lasciati a raffreddare tanto da allungare la manina per prenderne uno. Stava per portarlo alla bocca, ma il proprietario lo colse sul fatto, trattandolo in malo modo. Il bimbo, spaventato, utilizzò l’unica cosa che conosceva per difendersi: la magia. In preda alle emozioni, questa si manifestò in maniera incontrollata data l’età, dando origine ad un piccolo sciame di api che punse l’uomo. Ackerley lo raggiunse in tempo, ponendo rimedio al disastro e assumendosi la responsabilità con le autorità per tutelare il figlio. Data l’aggressione, sommata alla stranezza dell’accaduto ed al suo essere forestiero, venne accusato di stregoneria e condannato all’impiccagione. Prima dell’esecuzione, Ackerley pianse. Pianse per Brayden, per il destino che lo attendeva senza di lui. L’aveva messo al sicuro, ma per quanto ancora? Dal terreno che accolse dolcemente le sue lacrime nacque la Mandragora.

“Salty tears of the dead made the soil prosperous. From it sprouted a plant, but no seed was buried. That the pain itself was the seed?”
(Ashdown, Walden – 1615 d.C.)


Quando i babbani, sorpresi, la estrassero non poterono sentire il suo grido disperato, ma i maghi e le streghe sì. Il grido disperato di un padre che si era rivelato per quello che era, sacrificandosi per il figlio. C’è chi dice che fosse proprio il suo grido. C’è invece chi pensa che la natura stessa avesse avuto compassione, piangendo assieme a lui per l’ingiustizia ricevuta. Per quanto possa comprensibilmente spaventarvi il suono che emette, provate a riflette d’ora in poi da dove deriva. Che sia dal dolore o da una lieta novella, come una nuova vita che sboccia dalla terra, sicuramente, a mio avviso, l’ingrediente fondamentale è l’empatia. Una caratteristica che definirei più umana che mai.

Dalla sua scoperta e la successiva sperimentazione delle sue proprietà, nel Mondo Magico la Mandragora viene utilizzata soprattutto in pozioni curative, come l’omonimo Elisir, che funge da antidolorifico, e antidoti vari, come quello contro la pietrificazione causata da qualsiasi fonte magica, che sia un banale incantesimo o qualcosa di più complesso. Anche i babbani la utilizzano da secoli per ottenere rimedi alternavi. Rimedi che, secondo antiche credenze, funzionavano solo se la raccolta avveniva tramite riti particolari. Infatti, per colpa della forma antropomorfa, veniva associata superstiziosamente a degli spiriti maligni, che andavano placati se si voleva utilizzare la radice in modo sicuro. Ma come intendevano mettere a tacere i demoni ed evitare la loro influenza? Esistevano diverse opzioni, una ad esempio era quella di Teofrasto. Egli proponeva di realizzare un’apposita spada, forgiata con ferro vergine, da sfruttare unicamente per tale scopo. Per prima cosa, con la punta della spada, venivano tracciati tre cerchi attorno alla pianta. Poi, con il corpo voltato verso Ovest, impugnando l’arma veniva recisa la Mandragora in due. Infine era necessario danzarle attorno, enunciando precise frasi rituali. E dopo?

Medicina
Così come maghi e streghe la utilizzavano in campo medico, curando la gotta, le infezioni e persino la calvizie. Per rendere unguenti o sciroppi più efficaci si prelevava, considerando l’anatomia quasi umana della Mandragora, la porzione di essa che si pensava corrispondesse a quella del corpo del paziente. Ad esempio, la parte più alta, là dove germogliano le foglie, era ideale per guarire i malesseri che riguardavano la testa e la sfera celebrale. Inoltre, la ritenevano anche loro un eccellente anestetico, ma lo preparavano mischiando la radice assieme ad ingredienti diversi da quelli che conosciamo noi ovviamente. Inizialmente veniva semplicemente stemperata con del vino, miscela che serviva anche per tenere sotto controllo l’insonnia e disturbi simili, un po’ come i moderni sonniferi. Con il tempo si sono sviluppati, sia in Oriente che in Occidente, anestetici sempre più complessi ed efficaci, come quello ideato da Arnaldo da Villanova, noto medico e alchimista del XIII secolo. Tale anestetico altro non era che una mistura acquosa di mandragora, oppio e giusquiamo in parti uguali che, se spalmata abbondantemente sulla fronte prima dell’operazione, intorpidiva i muscoli del paziente ed il suo odore lo stordiva fino a farlo addormentare profondamente.

Questioni di cuore
Era credenza popolare tra i babbani che la Mandragora donasse fecondità e fosse, grazie ai suoi “poteri afrodisiaci”, fondamentale per preparare filtri d’amore. Non pensate sia così, l’unico filtro d’amore è l’Amortentia e non comprende questa radice tra gli ingredienti, quindi non fatevi ingannare! C’è chi pensava fosse sufficiente tenerne anche solo un frammento in tasca per far cadere ai propri piedi la persona amata, oppure metterne uno sotto il cuscino per agevolare il concepimento di un figlio. Nel Medioevo divenne una pratica comune farne uso e abuso per motivi amorosi, ciò fece arricchire molti truffatori che gridavano:

“A silver coin and your amorous wishes will be fulfilled instantly!”

Ai margini dei vicoli, attirando l’attenzione dei passanti fino alle loro bancarelle. E se ci si stancava, per un qualsiasi motivo, del proprio partner? Nessun problema, così come legava due anime indissolubilmente poteva anche separarle altrettanto definitivamente, ponendo fine a quella sorta d’infatuazione fittizia. Come? Molto semplice, bastava ingerire metà della radice polverizzata, mentre l’altra metà andava poggiata sul ventre.

Portafortuna? Forse sì o forse no…
In Europa credevano che la Mandragora fosse un essere vivo e pensante, per questo eseguivano diversi trattamenti e rituali per animarla e richiedere alcuni servigi. L’Homunculus, così si chiamava lo spirito domestico evocato, solitamente offriva protezione e fortuna a chi lo desiderava. Oppure, se il padrone lo preferiva, poteva anche gettare il malocchio sui nemici. Si narrava che l’Homunculus esaudisse massimo tre desideri, dopodiché tornava dormiente finché qualcun’altro non la ridestava. La radice veniva trattata con tutto rispetto: veniva vestita, adagiata in un cofanetto come fosse una comoda culla, lavata con vino e acqua e, ad ogni pasto, le si serviva cibo e bevande. Guai a dimenticarsi qualche passaggio, se non si faceva tutto questo le radici gridavano. Gridavano come bambini capricciosi e si trasformavano in una calamita per ogni genere di disgrazie.

Insomma, leggende o realtà, la Mandragora ha tutte le carte in regola per essere considerata umana, non trovate? Con le caratteristiche adatte per instaurare un rapporto d’amicizia decisamente sopra le righe! Dalla sua empatia, come la persona più vicina e cara che vi offre una spalla su cui piangere, vi offre consigli, e per finire vi cura le ferite, del corpo e dello spirito, con le sue parole. Fino al suo essere capricciosa e vendicativa quando vuole. Ammettetelo, almeno una volta nella vita, con la vostra migliore amica, o il vostro migliore amico, avete complottato per fare uno scherzo con i fiocchi a colui o colei che vi ha in qualche modo messo i bastoni tra le ruote, no? Ricordate, quindi, che non è solo bella da vedere, con i suoi fiori violacei che sbocciano alla luce dell’alba, ma se le offrite tutto il vostro affetto, se sarete delicati e amorevoli nel crescerla, lei ricambierà sicuramente nel momento del bisogno!
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Amore e altri rimedi
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Homunculus
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L’iniziativa tanto attesa
Se siete arrivati fin qui e vi siete convinti a tenere una di queste splendide piante con voi, sul davanzale della finestra del dormitorio o dell’ufficio, l’iniziativa che sto per proporvi vi entusiasmerà sicuramente!
Le porte delle serre della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts si apriranno per farvi avvicinare al mondo dell’Erbologia, come? Con Adotta Una Mandragora!
Ognuno di voi potrà decidere di adottare una Mandragora tra quelle presenti nella struttura. Ce ne saranno diverse, quindi non vi sarà difficile trovare quella che fa al caso vostro, quella con cui sentirete un certo feeling. Però non sono tutte perfette, un po’ come noi d’altronde! Alcune sono state vittime d’incantesimi, quindi potrebbero risultare bruciacchiate ad esempio.
«Se non li avessi colti sul fatto, quel gruppo di studenti debosciati avrebbe continuato ad esercitarsi sulle povere piante di Miss Fiachran! Mrs. Purr si è assicurata di dar loro una bella lezione!» ha dichiarato il Custode, Mr. Gazza, in merito. Non preoccupatevi però, proprio sotto l’occhio attento della Docente di Erbologia potrete compiere la vostra scelta, imparando velocemente come porre rimedio a determinati danni, ma soprattutto come farle crescere forti e sane. Ma non finisce qui! Tutto ciò nasce anche per un altro nobile scopo: raccogliere fondi per l’Infermeria scolastica. Al momento dell’adozione, infatti, sarà possibile fare una piccola donazione.
Tutti i Galeoni raccolti verranno utilizzati per acquistare ingredienti per le Pozioni Curative, preparate diligentemente dalla nostra stimata infermiera Miss White.

Informazioni
Per assicurarvi l’accesso a questo speciale evento sarà sufficiente apporre la vostra firma in calce all’articolo, in tal modo l’adesione arriverà dritta a noi della Gazzetta che stileremo la lista dei partecipanti! L'iniziativa è dedicata all'intero pubblico magico: con il permesso del Preside Peverell, infatti, il Castello di Hogwarts aprirà le sue porte a tutti - studenti, adulti, fantasmi - il giorno 10 Settembre, dalle ore 13.00.
Gli adulti iscritti, in visita esclusiva alla Scuola, saranno i benvenuti per unirsi fin da subito ad un indimenticabile pranzo in Sala Grande, in onore dei vecchi tempi. Altrimenti l'appuntamento è alle 15 pm presso le Serre di Erbologia, dove la Professoressa Fiachran (Erbologia) svolgerà un corso d'eccezione circa le proprietà, gli utilizzi e gli aspetti più singolari della mandragora, permettendo ai partecipanti di svolgere pratiche di trapianto, rinvaso e non solo.

Alla fine del corso extra-scolastico, solo i partecipanti riceveranno un'ulteriore sorpresa - un box magico interamente dedicato alla mandragora. Per tutti ci sarà l'occasione di adottare una piantina, che potrete portare via con voi oppure lasciare alle Serre di Erbologia, sotto la cura del corpo scolastico.

Chi invece non riuscirà a partecipare al corso, potrà spedire semplicemente una lettera Via Gufo all'attenzione della Redazione del Profeta oppure della Professoressa Fiachran, ad Hogwarts: la piantina sarà opportunamente spedita alla vostra destinazione con una lettera informativa.
Affrettatevi all'iscrizione per i posti disponibili! Vi aspettiamo quindi numerosi, non perdete questa fantastica occasione! Non ve ne pentirete, parola di Tassorosso!

Vostra,
Camille Donovan

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