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Betty era una regina. Anzi, era la Regina. Per i miscredenti, sarebbe stato un insulto alla Corona Inglese: Betty era una barbagiannetta piuttosto simpatica, dolce, di gran lunga lontanissima dalla famiglia reale. Eppure, in molti credevano fosse la reincarnazione della buona Elisabetta I, le coincidenze si perdevano a vista d'occhio. Entrambe erano nate il sette Settembre, entrambe si chiamavano Betty (Elizabeth, poco meno)... il migliore amico di Betty? Un gufetto di nome Tudor. La sorella preferita di Betty? Marietta. Insomma, avrebbe potuto continuare per molto, moltissimo tempo. C'era un ché di regale, inoltre, nel volo di Betty: il modo in cui offriva le ali al vento d'inverno, il portamento elegante delle zampe strette alla copia di giornale, perfino la dieta a base di topolini di campagna – solo, esclusivamente quelli. Arrivò al Castello di Hogwarts con l'idea d'essere più di una barbagianni qualsiasi, e forse sovrappensiero non poté accorgersi di un nugolo di studenti nel corridoio che costeggiava l'Ufficio della Prof. McLinder (la sua meta iniziale). In effetti... graffiò involontariamente la testa di un alunno, sentendosi gridare dietro una frase che la lasciò di stucco. «Hey tu, credi di essere la Regina?» Sognava? Era esattamente così. L'istinto le suggerì di volgere indietro, cercare lo studente e indagare il commento. L'idea che fosse più di una banale battutina, però, le piaceva maggiormente. Poco dopo affidò la posta sulla scrivania della Docente, scoccando un'occhiata intorno e adocchiando un biscottino con una tazza di tè. Ne bevve un sorsetto, una beccata e via. Non era quello che facevano di solito le regine? Per festeggiare Carnevale e San Valentino, in allegato per tutti gli abbonati del Profeta: Complimenti, hai risolto correttamente i giochi enigmistici di Marzo 2022! GIOCHI ENIGMISTICIAltro appuntamento con i giochi enigmistici. Attenzione I primi sei che invieranno tutti i giochi risolti alla casella mp del Gufo Espresso vinceranno buoni spesa alla prossima consegna. Aguzzate l'ingegno! Atena McLinder CITAZIONE (Camille Donovan @ 26/8/2022, 18:55) Origine ed utilizzi | La Mandragora, l’amica che non ti aspetti! Vi chiederete perché proprio la Mandragora, ritenuta pericolosa o addirittura letale per maghi e streghe, ma innocua per i babbani, possa diventare vostra amica. Bene, vi assicuro cari lettori che sono in grado di elencarvi più di un validissimo motivo! Qualora trovaste interessanti tali argomentazioni, probabilmente non potrete fare a meno di acquistarne una! O meglio ancora adottarla, magari scegliendola accuratamente tra quelle presenti nelle nostre splendide serre ad Hogwarts, il tutto sotto la consulenza della Docente di Erbologia Miss Fiachran. Sì, avete capito bene: Adottare una Mandragora direttamente ad Hogwarts! Ma andiamo per ordine, cominciamo con il dare qualche dettaglio in più su questa meravigliosa pianta magica. Origine ed utilizzi della Mandragora Il tratto distintivo della Mandragora, o Mandragola, sono le sembianze umanoidi della radice (il nome deriverebbe infatti dal tedesco “ mann-dragen” ossia “ figura di uomo”), per la precisione di un neonato, grinzosa e bitorzoluta, dal colore marrone-verdastro. Le foglie sulla sommità, invece, sono attaccate a rametti sottili e si presentano di colore verde scuro. Ciò che agli occhi del Mondo Magico la rende pericolosa è il suo pianto. Un pianto che si scatena appena viene allontanata dal terriccio durante i travasi, come se fosse costretta, anche se per poco, ad abbandonare l’abbraccio materno. Dato il suo aspetto da infante, potrebbe sembrare un tenero richiamo alla vita, al desiderio d’affetto; invece se arriva alle orecchie del malcapitato può stordirlo, fino addirittura ad indurlo alla follia e successivamente alla morte se non s’indossa dei paraorecchie. Questione di vita? O di morte? Paradossalmente alcune leggende, tramandate da un esperto di Erbologia all’altro, legano la nascita della Mandragora proprio alla morte. In una buona parte degli stati europei si narra che il fenomeno fu visto chiaramente per la prima volta all’inizio ‘600 d.C., quando la pianta prese forma dalle lacrime di un condannato alla forca, un certo Ackerley Beringar. Ackerley era un mago che, assieme al figlio di sei anni Brayden, aveva deciso di condurre una vita da viandante, spinto soprattutto dalla sua passione per le creature magiche e la voglia di studiarle nel loro habitat. Un giorno si ritrovarono a sostare in uno sperduto Villaggio dell’Irlanda del nord, precisamente lungo la costa, nella speranza di poter incontrare le Merrow che popolavano le acque locali. Mentre il padre era intento ad acquistare alcune mele, Brayden si allontanò sfuggendo alla sua vista. Gironzolò nei pressi di un forno dove, incuriosito e affamato, venne attratto da dei dolcetti di frolla lasciati a raffreddare tanto da allungare la manina per prenderne uno. Stava per portarlo alla bocca, ma il proprietario lo colse sul fatto, trattandolo in malo modo. Il bimbo, spaventato, utilizzò l’unica cosa che conosceva per difendersi: la magia. In preda alle emozioni, questa si manifestò in maniera incontrollata data l’età, dando origine ad un piccolo sciame di api che punse l’uomo. Ackerley lo raggiunse in tempo, ponendo rimedio al disastro e assumendosi la responsabilità con le autorità per tutelare il figlio. Data l’aggressione, sommata alla stranezza dell’accaduto ed al suo essere forestiero, venne accusato di stregoneria e condannato all’impiccagione. Prima dell’esecuzione, Ackerley pianse. Pianse per Brayden, per il destino che lo attendeva senza di lui. L’aveva messo al sicuro, ma per quanto ancora? Dal terreno che accolse dolcemente le sue lacrime nacque la Mandragora. “Salty tears of the dead made the soil prosperous. From it sprouted a plant, but no seed was buried. That the pain itself was the seed?” (Ashdown, Walden – 1615 d.C.) Quando i babbani, sorpresi, la estrassero non poterono sentire il suo grido disperato, ma i maghi e le streghe sì. Il grido disperato di un padre che si era rivelato per quello che era, sacrificandosi per il figlio. C’è chi dice che fosse proprio il suo grido. C’è invece chi pensa che la natura stessa avesse avuto compassione, piangendo assieme a lui per l’ingiustizia ricevuta. Per quanto possa comprensibilmente spaventarvi il suono che emette, provate a riflette d’ora in poi da dove deriva. Che sia dal dolore o da una lieta novella, come una nuova vita che sboccia dalla terra, sicuramente, a mio avviso, l’ingrediente fondamentale è l’empatia. Una caratteristica che definirei più umana che mai. |
Dalla sua scoperta e la successiva sperimentazione delle sue proprietà, nel Mondo Magico la Mandragora viene utilizzata soprattutto in pozioni curative, come l’omonimo Elisir, che funge da antidolorifico, e antidoti vari, come quello contro la pietrificazione causata da qualsiasi fonte magica, che sia un banale incantesimo o qualcosa di più complesso. Anche i babbani la utilizzano da secoli per ottenere rimedi alternavi. Rimedi che, secondo antiche credenze, funzionavano solo se la raccolta avveniva tramite riti particolari. Infatti, per colpa della forma antropomorfa, veniva associata superstiziosamente a degli spiriti maligni, che andavano placati se si voleva utilizzare la radice in modo sicuro. Ma come intendevano mettere a tacere i demoni ed evitare la loro influenza? Esistevano diverse opzioni, una ad esempio era quella di Teofrasto. Egli proponeva di realizzare un’apposita spada, forgiata con ferro vergine, da sfruttare unicamente per tale scopo. Per prima cosa, con la punta della spada, venivano tracciati tre cerchi attorno alla pianta. Poi, con il corpo voltato verso Ovest, impugnando l’arma veniva recisa la Mandragora in due. Infine era necessario danzarle attorno, enunciando precise frasi rituali. E dopo? Medicina Così come maghi e streghe la utilizzavano in campo medico, curando la gotta, le infezioni e persino la calvizie. Per rendere unguenti o sciroppi più efficaci si prelevava, considerando l’anatomia quasi umana della Mandragora, la porzione di essa che si pensava corrispondesse a quella del corpo del paziente. Ad esempio, la parte più alta, là dove germogliano le foglie, era ideale per guarire i malesseri che riguardavano la testa e la sfera celebrale. Inoltre, la ritenevano anche loro un eccellente anestetico, ma lo preparavano mischiando la radice assieme ad ingredienti diversi da quelli che conosciamo noi ovviamente. Inizialmente veniva semplicemente stemperata con del vino, miscela che serviva anche per tenere sotto controllo l’insonnia e disturbi simili, un po’ come i moderni sonniferi. Con il tempo si sono sviluppati, sia in Oriente che in Occidente, anestetici sempre più complessi ed efficaci, come quello ideato da Arnaldo da Villanova, noto medico e alchimista del XIII secolo. Tale anestetico altro non era che una mistura acquosa di mandragora, oppio e giusquiamo in parti uguali che, se spalmata abbondantemente sulla fronte prima dell’operazione, intorpidiva i muscoli del paziente ed il suo odore lo stordiva fino a farlo addormentare profondamente. Questioni di cuore Era credenza popolare tra i babbani che la Mandragora donasse fecondità e fosse, grazie ai suoi “poteri afrodisiaci”, fondamentale per preparare filtri d’amore. Non pensate sia così, l’unico filtro d’amore è l’Amortentia e non comprende questa radice tra gli ingredienti, quindi non fatevi ingannare! C’è chi pensava fosse sufficiente tenerne anche solo un frammento in tasca per far cadere ai propri piedi la persona amata, oppure metterne uno sotto il cuscino per agevolare il concepimento di un figlio. Nel Medioevo divenne una pratica comune farne uso e abuso per motivi amorosi, ciò fece arricchire molti truffatori che gridavano: “A silver coin and your amorous wishes will be fulfilled instantly!” Ai margini dei vicoli, attirando l’attenzione dei passanti fino alle loro bancarelle. E se ci si stancava, per un qualsiasi motivo, del proprio partner? Nessun problema, così come legava due anime indissolubilmente poteva anche separarle altrettanto definitivamente, ponendo fine a quella sorta d’infatuazione fittizia. Come? Molto semplice, bastava ingerire metà della radice polverizzata, mentre l’altra metà andava poggiata sul ventre. Portafortuna? Forse sì o forse no… In Europa credevano che la Mandragora fosse un essere vivo e pensante, per questo eseguivano diversi trattamenti e rituali per animarla e richiedere alcuni servigi. L’ Homunculus, così si chiamava lo spirito domestico evocato, solitamente offriva protezione e fortuna a chi lo desiderava. Oppure, se il padrone lo preferiva, poteva anche gettare il malocchio sui nemici. Si narrava che l’Homunculus esaudisse massimo tre desideri, dopodiché tornava dormiente finché qualcun’altro non la ridestava. La radice veniva trattata con tutto rispetto: veniva vestita, adagiata in un cofanetto come fosse una comoda culla, lavata con vino e acqua e, ad ogni pasto, le si serviva cibo e bevande. Guai a dimenticarsi qualche passaggio, se non si faceva tutto questo le radici gridavano. Gridavano come bambini capricciosi e si trasformavano in una calamita per ogni genere di disgrazie. Insomma, leggende o realtà, la Mandragora ha tutte le carte in regola per essere considerata umana, non trovate? Con le caratteristiche adatte per instaurare un rapporto d’amicizia decisamente sopra le righe! Dalla sua empatia, come la persona più vicina e cara che vi offre una spalla su cui piangere, vi offre consigli, e per finire vi cura le ferite, del corpo e dello spirito, con le sue parole. Fino al suo essere capricciosa e vendicativa quando vuole. Ammettetelo, almeno una volta nella vita, con la vostra migliore amica, o il vostro migliore amico, avete complottato per fare uno scherzo con i fiocchi a colui o colei che vi ha in qualche modo messo i bastoni tra le ruote, no? Ricordate, quindi, che non è solo bella da vedere, con i suoi fiori violacei che sbocciano alla luce dell’alba, ma se le offrite tutto il vostro affetto, se sarete delicati e amorevoli nel crescerla, lei ricambierà sicuramente nel momento del bisogno! | Amore e altri rimedi |
Homunculus | L’iniziativa tanto attesa Se siete arrivati fin qui e vi siete convinti a tenere una di queste splendide piante con voi, sul davanzale della finestra del dormitorio o dell’ufficio, l’iniziativa che sto per proporvi vi entusiasmerà sicuramente! Le porte delle serre della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts si apriranno per farvi avvicinare al mondo dell’Erbologia, come? Con Adotta Una Mandragora!Ognuno di voi potrà decidere di adottare una Mandragora tra quelle presenti nella struttura. Ce ne saranno diverse, quindi non vi sarà difficile trovare quella che fa al caso vostro, quella con cui sentirete un certo feeling. Però non sono tutte perfette, un po’ come noi d’altronde! Alcune sono state vittime d’incantesimi, quindi potrebbero risultare bruciacchiate ad esempio. «Se non li avessi colti sul fatto, quel gruppo di studenti debosciati avrebbe continuato ad esercitarsi sulle povere piante di Miss Fiachran! Mrs. Purr si è assicurata di dar loro una bella lezione!» ha dichiarato il Custode, Mr. Gazza, in merito. Non preoccupatevi però, proprio sotto l’occhio attento della Docente di Erbologia potrete compiere la vostra scelta, imparando velocemente come porre rimedio a determinati danni, ma soprattutto come farle crescere forti e sane. Ma non finisce qui! Tutto ciò nasce anche per un altro nobile scopo: raccogliere fondi per l’Infermeria scolastica. Al momento dell’adozione, infatti, sarà possibile fare una piccola donazione. Tutti i Galeoni raccolti verranno utilizzati per acquistare ingredienti per le Pozioni Curative, preparate diligentemente dalla nostra stimata infermiera Miss White. Informazioni Per assicurarvi l’accesso a questo speciale evento sarà sufficiente apporre la vostra firma in calce all’articolo, in tal modo l’adesione arriverà dritta a noi della Gazzetta che stileremo la lista dei partecipanti! L'iniziativa è dedicata all'intero pubblico magico: con il permesso del Preside Peverell, infatti, il Castello di Hogwarts aprirà le sue porte a tutti - studenti, adulti, fantasmi - il giorno 10 Settembre, dalle ore 13.00. Gli adulti iscritti, in visita esclusiva alla Scuola, saranno i benvenuti per unirsi fin da subito ad un indimenticabile pranzo in Sala Grande, in onore dei vecchi tempi. Altrimenti l'appuntamento è alle 15 pm presso le Serre di Erbologia, dove la Professoressa Fiachran (Erbologia) svolgerà un corso d'eccezione circa le proprietà, gli utilizzi e gli aspetti più singolari della mandragora, permettendo ai partecipanti di svolgere pratiche di trapianto, rinvaso e non solo. Alla fine del corso extra-scolastico, solo i partecipanti riceveranno un'ulteriore sorpresa - un box magico interamente dedicato alla mandragora. Per tutti ci sarà l'occasione di adottare una piantina, che potrete portare via con voi oppure lasciare alle Serre di Erbologia, sotto la cura del corpo scolastico. Chi invece non riuscirà a partecipare al corso, potrà spedire semplicemente una lettera Via Gufo all'attenzione della Redazione del Profeta oppure della Professoressa Fiachran, ad Hogwarts: la piantina sarà opportunamente spedita alla vostra destinazione con una lettera informativa. Affrettatevi all'iscrizione per i posti disponibili! Vi aspettiamo quindi numerosi, non perdete questa fantastica occasione! Non ve ne pentirete, parola di Tassorosso! Vostra, Camille Donovan |
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