Thalia J. Moran | 17 anni | Prefetto Tassorosso | IV anno
Bagno Prefetti - Quinto Piano
Persino in quel modo, senza guardarlo negli occhi, Thalia poteva sentire il rincorrersi dei pensieri nella mente di Mike. La Legilimanzia non l’avrebbe aiutata a sciogliere i nodi che il Prefetto Serpeverde stava pian piano dipanando da solo e gli fu grata, seppur in minima parte, di quella piccola agevolazione.
Sorrise, nascondendo il volto dietro la spalla di lui, socchiudendo le palpebre e lasciando che quel momento di silenzio la colmasse completamente. Aveva accettato, non l’aveva fermata e questo era quanto di più prezioso Mike potesse donarle. La fiducia, l’unico vero caposaldo della loro amicizia e, ora, della loro relazione. Avrebbe potuto scommettere sul fatto che Mike, forse nemmeno troppo coscienziosamente, le avrebbe affidato la propria vita. In fondo, col senno di poi, anche lui avrebbe compreso quanto fosse votata al sacrificio generalmente inteso. Non c’era dubbio, quindi, che avrebbe potuto sopportare un po’ di pressione in più; sebbene il suo arruolamento per l’Esercito del Mezzogiorno fosse già stato di per sé un grande sforzo, Thalia aveva ancora qualcosa da dirgli.
Era il peso della confessione, ora, a far svanire dal suo volto sereno l’ombra del sorriso.
L’idea sopraggiunse quando Mike fece per alzarsi e il suo braccio scivolò lentamente di lato, abbandonando il tepore del suo corpo e lasciandogli lo spazio necessario a muoversi. Lo emulò e si trovarono faccia a faccia, gli occhi di lui fissi in quelli di lei. *
Terra e cielo.* pensò stupidamente, sorridendo imbarazzata.
Se le avessero chiesto di affrontare uno Schiopodo Sparacoda, in quel preciso istante l’avrebbe senz’altro preferito: c’era qualcosa nel modo in cui si perdeva ad osservarla che la metteva, indiscutibilmente, in una posizione emotivamente scomoda. Odiava essere osservata, giudicata o esaminata; dunque, per quanto sapesse che i suoi sguardi fossero quelli tipici di un ragazzo innamorato - e in quel frangente di un adolescente in bilico sul baratro della rivolta -, Thalia non poteva far altro che sentirsi a disagio, distogliendo il proprio dal volto del ragazzo.
«
Lo è, sì.» rispose, curvando appena le labbra e tuttavia evitando di ricambiare il suo sguardo.
Non poteva promettergli che Midnight se ne sarebbe andato dal Castello. Lei si sarebbe accontentata di un rimprovero da parte del Preside circa i suoi modi supponenti; tanto le sarebbe bastato affinché i suoi G.U.F.O. procedessero al meglio l’anno seguente. Si sentì tradita, in una certa misura, nel constatare quanto lo spirito di Mike fosse affine a quello di Nieve piuttosto che al suo. Nemmeno si conoscevano e già concordavano sul finale di quella storia turbolenta.
«
P-principio morale?» lo chiese senza capire, osservandolo muovere un passo verso di lei «
...su quelli credo di non essere esattamente preparata.»
Sollevò finalmente lo sguardo su di lui, cercando di sorridergli rassicurante: non voleva turbare la sua rinnovata serenità, né guastare il momento perfetto in cui, finalmente, Mike sembrava aver abbracciato il suo stile di vita, fatto di incertezze e avventura. Eppure, in quello stato d’animo, si sarebbe potuta facilmente trarre in inganno da sola, senza volerlo. Senza prevederlo.
Per evitare qualsiasi incidente, avrebbe dovuto quindi parlare. E doveva farlo prima che fosse tardi.
«
Credo nel rispetto dell’altro.» proseguì calma, deglutendo a fatica ed immaginando la sua espressione dubbiosa. Fece un passo indietro, volendo accertarsi delle reazioni del ragazzo. «
Ricordi quando, poco fa, ti ho detto che ci sono cose che non ti dico per il tuo bene? Eravamo proprio qui fuori. Te lo ricordi?»
Ebbe l’impressione, a quel punto, che Mike si irrigidisse - o perlomeno la sua mente elaborò un’immagine di lui in quello stato - e subito si affrettò ad aggiungere «
Non è nulla di… grave. Suppongo.» *
Così di sicuro lo tranquillizzo.* «
Beh… comunque ci sono un paio di cose che dovresti sapere. Non posso tacere oltre.»
Sapeva quanto gli piacesse mantenere l’ordine delle cose, quanto amasse tenere sotto controllo tutto quanto era in suo potere. Ebbene, lei la pensava allo stesso modo… eppure la Legilimanzia glielo stava impedendo.
«
Forse… forse dovresti sederti.»