| Un, due, tre e via? Lancia in resta? Erano lì ormai da mesi, solo gli Dei sapevano quanto fosse costato abbattere la prima cerchia. E come se non bastasse, ne restavano in piedi altre due, oltre alla cittadella fortificata del Tempio. Come se la sarebbero cavata? Era da tempo tramontata l'eventualità di una soluzione diplomatica, Roma anche volendo non avrebbe potuto mollare la presa, i Ribelli sarebbero stati massacrati sino all'ultimo se l'avessero fatto. Non c'era pietà per i sovversivi. Eppure, dopo essersi aperti una prima breccia nelle imponenti opere difensive della prima cerchia, arieti ed elepoli romani avevano atteso ordinatamente il via a riprendere l'attacco, e l'avevano fatto. La situazione non era poi radicalmente cambiata, a 400 yarde dalle mura, sui resti della città nuova, era stato riallestito un nuovo accampamento fortificato, nottetempo tutto era stato messo in presunta sicurezza, e il giorno successivo erano tornati all'attacco, aquile in testa. Il fuoco di sbarramento opposto dalle mura seppur significativo non era più quello dei mesi precedenti, in un modo o nell'altro perdendo la prima cerchia avevano anche perso buona parte delle macchine sottratte a quella stessa legione messa in fuga nel corso della rivolta, e ora tornata a riprendersi Gerusalemme. Priva di aquila, priva d'insegne, in parte demoralizzata, passata sotto il comando di un nuovo legato, la XII Fulminata guidava l'attacco lungo tutto il fronte nord, insieme alla V Macedonica, e a numerosi coorti delle altre legioni che presidiavano gli altri accessi alla città. Del resto l'unico fronte ingaggiabile rimaneva quello Nord, l'avversa conformazione del paesaggio, pienamente sfruttata dagli ingegneri, rendeva impraticabile un attacco frontale da Ovest, Sud ed Est. Un'unica cerchia muraria, la I, la più antica, imponente e solida, era stata eretta sul limitare di profondi burroni e crepacci, e solo sottili sentieri di campagna mettevano in contatto questi tre lati con la restante regione. Lo stesso si poteva assumere del Tempio, incastonato nell'alto della sua spianata, nonostante i numerosi atti di valore di coloro che ne tentavano l'assalto, sembrava del tutto impossibile sarebbe caduto. Quanto fosse poi vero, era un'altra Storia. Il fronte Nord rimaneva il più effervescente sotto quasi tutti i punti di vista, se altrove sia dietro che davanti le mura una briscola e uno scopone era relativamente probabile ci scappassero, a Nord la frenesia teutonica europea sembrava aver conquistato l'animo dei legionari, e dell'intero apparato bellico romano, anima e corpo impegnato nell'abbattere in meno d'un soffio d'eolo le nuove difese. Tra riserve a presidio del Castrum, reparti in movimento nei pressi dell'Antonia a spingere lungo le rampe arieti ed elepoli, tenendoli in posizione, per tutta la durata dell'attacco, e gli arieti ormai a ridosso delle mura che le battevano incessantemente l'idea di essere finiti all'inferno sarebbe potuta non essere così peregrina. Eppure, non era finita lì. Accanto agli sforzi degli uomini, un Impero indebolito ma comunque prossimo al suo apice era nella possibilità di poter schierare sul campo ben altro. Manipoli di stregoni addestrati e decisamente più letali coadiuvavano l'attacco delle legioni, affiancati da un secondo esercito, di sinistri alleati al loro apparente soldo. Le mura della seconda cerchia non erano battute ritmicamente solo dagli arieti, ma in perfetta sincronia, colpo su colpo, le pietre e la malta erano sottoposte anche all'onda d'urto di decine di pugni. Diversi manipoli di quelli che sembravano energumeni di ombre e metallo martellavano le mura (i Bonzi), con dedizione e spirito di sacrifizio. Le mura rispondevano a tono, all'impattare dei colpi degli uni, quasi fosse stata la superficie di un lago incantato, si allargavano di riflesso i cerchi concentrici di uno scudo di energie azzurrognole che con ogni evidenza assorbiva i colpi. Eppure, quegli esseri ombrosi, dal corpo sferico, e nero come l'ebano ammantato d'ombra, dagli arti tozzi ma grandi come interi uomini, non sembravano disperare. Avevano un obiettivo, non comtemplavano l'eventualità di un qualche tipo di fallimento, e si dimostravano completamente indifferenti anche alla gragnuola di proiettili che piovevano dall'alto delle stesse mura, dove erano impegnati centinaia di difensori nel trattenere e ritardare l'assalto romano. Ma non era abbastanza, decine di piedi sopra di tutti era in corso una seconda battaglia, dall'aria in parte tecnica, dall'altra sinistra. Decine, se non centinaia, di dardi e proiettili, da lunghe lance delle ballistae, ai proeittili più grossi degli onagri sfrecciavano dalle retrovie dei gruppi d'attacco, all'indirizzo dei difensori, apparentemente in perfetta casualità alcuni riuscivano nel raggiungere gli obiettivi, altri venivano deviati senza tante cerimonie. Traiettorie di gran lunga discutibili, dritte o a parabola che fossero, nella più parte dei casi nel momento stesso in cui raggiungevano i pressi delle mura sembravano impattare contro solide mura d'aria, e precipitare indietro, quasi rimbalzando. Altri, invece, proseguivano la loro corsa, centrando gli obiettivi, falciando intere file di difensori sulle mura. Per non parlare poi di cosa capitasse davvero oltre quelle mura. Ma oltre agli energumeni ombrosi, frammisti a legionari e ausiliari erano presenti in numero decisamente maggiore esseri tarchiati, e antropomorfi con un minimo d'immaginazione (gli Smilzi), che evidentemente dovevano costituire un terzo tipo di fanteria pronta a battersi, dopo quella ausiliaria e quella legionaria. A loro volta assumevano strette e studiate formazioni, or serrate or allargate, marciando per il campo. Non troppo distante, la fortezza Antonia era nell'occhio del ciclone, osservata speciale da migliaia di occhi, in attesa speranzosi di cogliere un segno che la strategia stesse funzionando. Non c'era lo spazio fisico perchè tutti potessero partecipare allo scontro simultaneamente, eppure, già gli arieti e già gli esseri ombrosi erano ampiamente all'opera, i colpi sordi, in parte attutiti dagli scudi, rimbombavano nell'aria. Le pietre bianche della fortezza brillavano a intermittenza di luce azzurra, senza mostrare segni di cedimento. Centinaia di soldati spingevano avanti e tenevano in posizione l'elepoli, attivo in tutta la sua grandezza contro l'Antonia, pur sfigurando innanzi alla sua bellezza. Era come se una regina altera e crudele di ghiaccio vestita si facesse beffe di un minuscolo soldatino, pronto a concedersi libertà cui lei mai e poi mai avrebbe acconsentito. Nonostante l'altezza della macchina costruita dall'ingegno dei romani, e nonostante l'enorme rampa di lancio al cui vertice sostava, risultava ancora un puffo nel Paese dei giganti. Dalla distanza delle retrovie solo una minima parte dei proiettili degli onagri riusciva nell'impresa di passare indenne le difese della fortezza, e precipitare oltre le mura. La gran parte si infrangevano contro le stesse, prendendo fuoco ed estinguendosi ancor prima di toccare il suolo. Sarebbe stato un lungo assedio? Il cielo, sotto i raggi dell'Astro, beato e indifferente di quanto accadesse in quella remota regione del mondo, era attraversato in lontananza e punteggiato da puntini tanto vaghi e indistinti da risultare a maggior ragione infastidenti per chiunque li guardasse. Nuove sorprese tutte romane, in arrivo?
C'erano poi i nostri prodi eroi, prima un fronte e poi l'altro. L'attività nell'accampamento nel quale erano capitati, se non letteralmente caduti, procedeva lenta. In fondo, lontano dalla città, risuonava incoraggiante l'attività dei fabbri, altrove lavoravano di buona lena i chirurghi e i medici, riservando le giuste attenzioni al flusso ininterrotto di feriti che tornavano accompagnati e sulle loro stesse gambe dal fronte, ancora altrove i belati disperati di pecore e capre facevano intuire che dopo tutto presto o tardi sarebbe anche giunta l'ora del prezzo. Per quanto Roma fosse la macchina bellica più efficiente e professionista della Storia antica, era innegabile che una più che discreta parte delle sue forze era composta da valorosi, audaci e valenti uomini, che però restavano uomini, con tutte le loro necessità. Tirate le somme di quello che di primo acchito sarebbe anche potuto passare per un buon piano, il gioco era già bello che fatto. Una parte si stava allontanando con il beneficio della disillusione, un'altra si attardava evocando ulteriori difese per il Castrum. Fosse mai che venisse in mente qualche strana idea ai Ribelli. Quanto effettivamente avrebbero retto era tutt'altra Storia. Quanto avrebbero potuto fare la differenza una manciata di giovani? Stava lì il punto? Se non erano i soli dotati dell'intera piana, la questione doveva essere evidentemente altrove. Erano lì per che cosa? Eppure, il piano macinava già progressi, il gruppo già diviso, sembrava aver raggiunto rapidamente le posizioni concordate. Chi nelle retrovie, a considerevole distanza dalle prime, ad affiancare le squadre di soldati specializzati nel maneggiare e manovrare i colossali onagri, chi tra le prime fila nelle immediate vicinanze di una delle tante porte della città, chi ormai sotto le stesse mura per tentare l'azzardo. Di gran lunga la situazione era delle migliori nelle retrovie, un ordinato flusso e deflusso di uomini e materiali sembrava scadenzare il passare del tempo, tra un sonoro schiocco delle funi tese che regolavano il lancio dei proiettili. La veterana della brigata (E) si era data a un'interessante quanto singolare attività di palle gonfiate ad arte, o per meglio dire, all'arte di gonfiare le palle. Non sapendo quanto fosse casuale o quanto non lo fosse la riuscita di ogni lancio, e la probabilità di passare o non passare gli scudi della seconda cerchia, massimizzare il danno possibile di ogni proiettile non sembrava dopo tutto un'idea così trascurabile. Certo, si sarebbe potuto discutere di quale potesse essere il vantaggio nel lungo periodo. C'erano poi i restanti membri di quel primo gruppo, sparpagliati in prossimità delle porte (8), Aureo in testa (W). L'obiettivo dell'attacco erano le porte stesse, battute incessantemente dai colpi dell'ariete. Battute? La questione, e non era lana caprina, era proprio lì. Lo scudo difendeva la superficie stessa, o l'ariete non arrivava nemmeno a toccarle le porte? Erano due battenti, solide tavole di legno, con ogni probabilità spesse almeno un piede, e fasciate di metallo, intriso di potenti incantesimi. Che le porte fossero del resto il punto debole di qualunque difesa era cosa nota, e se quella città era stata progettata per resistere agli assedi, evidentemente qualcuno doveva averlo già considerato. Nonostante le nobili intenzioni del condottiero, e per quanto fosse opinione dei più che l'incanto fosse stato eseguito correttamente, l'arco e le mura erano ancora lì a farsi un baffo delle sue speranze. L'arco a tutto sesto, ruotato di un mezzo angolo giro, sembrava mostrarsi tanto gaudiente, quanto ilare, convinto di averla spuntata una volta di più ancora. Insomma, faceva solo il suo lavoro. La stessa triste verità che accolse il tentativo della seconda Serpeverde (S). Per quanto fossero capitati in un tratto relativamente tranquillo, privo di Bonzi e arieti, lo stesso bagliore azzurrognolo parve accogliere il suo incanto, e probabilmente avvedutamente non tentò nemmeno di 'saggiare' la consistenza della parete. Il muro dall'altra parte di quel sottile scudo sembrava non aver battuto ciglio. Che fosse un complotto nei confronti della magia di Salazar? Eppure, restava un fatto, diversamente dagli altri erano sotto le mura, senza che i difensori se ne fossero ancora molto probabilmente accorti. Evidentemente i mantelli erano serviti a qualcosa. La spesa era giustificata dal risultato? Forse. Forse non sarebbero stati rimborsati, ma neanche Olivander avrebbe valutato lo stesso, quindi... Non troppo distante da dove si era fermato il gruppo allo scoperto, sostavano in vigile attesa due coorti. In attesa di chi o che cosa non era immediatamente comprensibile, ma il sopraggiungere del giovane Serpeverde (W) sembrava averne ridestato i centurioni. Due uomini, decisamente più alti di lui, dall'elmo impiumato, e non più nel fiore degli anni si fecero avanti, con fare sicuro. Aspettavano loro? Che dovevano farsene di due coorti di legionari? E i tre venerabili nelle retrovie quale ruolo ricoprivano in quel gioco?
Dovete essere voi gli ultimi arrivati. Centurioni Alfio e Valente a disposizione, coorte V e VII pronte al combattimento. In retroguardia i nostri valenti Stregoni, di IX e X livello, Tizio, Caio e Sempronio, per pura sfortuna temo che abbiamo appena perso il quarto. Ad ogni modo, sarà un piacere espugnare questa città con voi!
Poche parole, concise e chiare. Non sembrava esserci il tempo di lunghi e ricercati discorsi. Così come non sembrava nemmeno esserci il migliore degli ambienti. Senza sforzo avevano appena rimediato cinque nuovi alleati, e una valanga di uomini? Fatto stava che prima ancora di iniziare, avevano già perso una figura di peso. Ma la parte incoraggiante restava: non erano completamente soli. Ed era comunque qualcosa.
Dall'altra parte della Cortina di ferro, tutto era proseguito senza più che significativi scostamenti dal piano. Per quanto non si potesse certo affermare che da quando avevano lasciato, forse a malincuore, il punto zero, e la serenità offerte dal rifugio, molto era stato visto, rischi ne avevano già corsi, e forse era già tempo di farsi un bagno. Da quel lato del muro sembrava per paradosso che i raggi del Sole fossero più caldi, e dal cielo a intervalli irregolari e imprevedibili piovevano omaggi assortiti 'made in Rome'. Se dall'alto delle mura si poteva rimirare il desolante spettacolo di popolosi e ricchi quartieri di una città ormai spianata, per far posto alle truppe d'invasione, e alle calighe dei legionari, dall'altra parte del muro, nella città di mezzo buona parte degli edifici erano ancora in piedi, seppur danneggiati più o meno significativamente, in particolare a ridosso delle mura, dove parte di queste macerie erano anche state ammonticchiate contro le difese. Risultato? Quanto erano panciute quelle mura? I contrafforti erano completamente spariti, mangiati dal nuovo materiale accatastato sicuramente senza l'abilità che un romano avrebbe potuto dimostrare. Eppure... erano Ribelli, no? Sapevano quanto ci fosse in gioco. Davanti a questa e quella costruzione, a volte senza una testa, altre senza un braccio, statue che dovevano con ogni probabilità essere anche le insegne di attività commerciali. Un pescivendolo, un fabbro, un ciabattino. Ognuno sembrava che un tempo fosse stato sinceramente orgoglioso di dire a tutti cosa avrebbero potuto trovare dietro quelle porte, ora era decisamente probabile che oltre a gruppi più o meno variegati di ribelli non ci fosse altro. I civili, il 99% della popolazione aveva abbandonato anche quella parte di città, rifugiandosi lontano dagli scontri sulle colline della città vecchia, nel profondo sud della metropoli. I due gruppi dell'allegra ribelle brigata procedevano speditamente in direzioni opposte, incrociando pattuglie armate pronte a intervenire in caso di eventi 'sospetti o strani'. Grossi margini per i buoni d'animo sembravano essere stati da tempo sacrificati. Accanto a quelli che in tutto e per tutto sembravano straccioni, di pattuglia sopra e sotto le mura, e tra le strade circostanti, una seconda tipologia di 'pezzenti', di gran lunga più sinistri. Esseri non troppo alti, ammantati di un che di ombroso, dalle leggere armature bluastre, dal volto completamente oscurato da un pesante turbante, che si muovevano in gruppo armati di scimitarra osservando sospettosi chiunque incrociassero (gli Algidi). A ben vedere non erano pochi, anzi, se la giocavano quasi alla pari con la prima categoria di straccioni, alla quale invece l'allegra brigata sembrava appartenere di buon diritto. Il primo dei due gruppi si fermò ormai all'ombra della meta, nei pressi di una postierla laterale, abilmente celata, quasi impossibile da scorgere nei massi ciclopici delle fondamenta, dove sostavano due pugni di ribelli in armi in quella che sembrava a tutti gli effetti un'attesa vigile. Straccioni, non molto diversi da molti che avevano incrociato nella loro passeggiata violenta, ma che si stavano animando. Due uomini, che sembravano saperla lunga, si fecero avanti, seguiti a loro volta da una seconda coppia, un uomo e una donna decisamente più in là negli anni, armati di bastoni, quasi a volerlo rimarcare. Non erano nè troppo alti, nè troppo bassi, in circostanze normali sarebbero risultati essere due uomini qualunque, relativamente giovani, in grado di passare inosservati.
Vi stavamo aspettando. Simone ed Elia al vostro servizio, pronti a difendere Gerusalemme, anche con l'aiuto di Sarah e Aronne, i nostri Stregoni.
La stessa scena, con qualche minima variazione dettata dal caso, si ripetè diverse centinaia di yarde più lontano, quando di comune intesa e senza apparente motivo il secondo gruppo arrestò la sua avanzata, e quattro uomini si fecero avanti, dando il via a un nuovo giro di presentazioni. Si erano imbattuti in Davide e Gabriele, con il loro seguito: Giuda e Giovanni. Anche in questo caso non sembrava esserci margine per ricchi banchetti propiziatori, tornei di briscola e tennis, tutti sembravano tanto risoluti quanto impolverati, quasi fossero emersi da una giornata in una cava di gesso. Ma avevano tutti un obiettivo. Quale? E tutti li stavano aspettando. Almeno su quello era stato di parola. Prima sì, che lui si fiondasse alla bisca. Chissà qual era il gioco maggiormente in voga in quei giorni. Chissà cosa si vinceva. Sull'intera città torreggiava la spianata del Tempio. Era lì, alla portata di tutti, e di nessuno. Sin tanto che gli Dei non li avessero abbandonati. Dunque signori, oggi va così ma non fateci l'abitudine. Essenzialmente tutti sono dove credono di essere, il che può sembrare abbastanza vago, ma non lo è. I Ribelli sono arrivati senza grossi impedimenti dove volevano arrivare, i Romani anche, salvo incontrare qualche resistenza in più del previsto. Ma del resto, in parte credo di aver rimescolato un po' le carte, in parte credo sia anche più verosimile. Se fosse una passeggiata al museo non si capirebbe che ci stiano a fare quattro legioni accampate fuori dalle porte da mesi, no? Diversamente da Tenochtitlàn, come vi ho già detto, Gerusalemme non è ancora caduta, ed è intenzionata a vendere cara la pelle. Quindi, ricapitolando gli incantesimi di questo turno, gli offensivi diretti hanno fatto più o meno cilecca, mentre ha avuto qualche soddisfazione E. A posto il Castrum, per quanto vi metta comunque in guardia circa il fatto che stiate tentando di nascondere una piccola cittadina da 20mila persone, e non lo sgabuzzino delle scope di quel cialtrone del nostro Custode, quindi se dovesse succedere qualcosa da quelle parti, non meravigliamoci eccessivamente tutti troppo degli eventuali risvolti. Sin tanto che tutti non sapranno tutti procederemo in questo modo, quindi fermatevi a riflettere sempre due volte su cosa sapete voi e cosa è legittimo aspettarsi che sappiano i Pg sul campo, come sapete il metagame non è tollerato in nessuna maniera. Per quanto sia una sfida, dev'essere il più pulita possibile. Se quindi anche siete spinti a formulare ipotesi state attenti a dove vi spingete, ovviamente sia gli uni che gli altri. Nei punti di raccolta avete trovato tutti i vostri Alleati come promesso, siete liberi anche in questo caso di immaginarli come preferiti, vi ho dato i nomi per semplici ragioni di praticità. Così come, come spesso accade, all'interno della cornice che vi viene proposta che è il quanto più possibile dettagliata e coerente con sè stessa siete liberi di giostrarvi quanto accade. Immagino che nel percorso compiuto dai Ribelli verso le loro destinazioni sia piovuto qualcosa, magari con scritto Eloise sopra, o che durante l'avanzata dei Romani abbiate pestato sterco propiziatorio. Come avete visto non siete gli unici maghi in circolazione, come spesso accade abbiamo la nostra pattuglia di Bonzi e Smilzi in circolazione, che sono i soliti di sempre in Off, e che potrebbero avere qualche somiglianza con quanto avete visto in precedenza in On, ma che per le solite ragioni hanno la facie grafica di sempre. A questi si sono aggiunti gli Algidi, che trovate sotto, insieme alla Mappa. I sei Png che si sono presentati come non Maghi, non lo sono, ma hanno caratteristiche rappresentative per i rispettivi 'gruppi di uomini', un po' come i parametri di macchine d'assedio e mura. Penso sia tutto, avete un secondo turno di tranquilla digestione e assimilazione, preparatevi.Le Statistiche: William (W) Punti Salute: 232/232 Punti corpo: 187/187 Punti Mana: 219/219 Exp: 29 | Eloise (E) Punti Salute: 199/199 Punti corpo: 128/128 Punti Mana: 123/123 Exp: 26,5 | Oliver (O) Punti Salute: 245/245 Punti corpo: 231/231 Punti Mana: 248/248 Exp: 36 | Sophie (S) Punti Salute: 157/157 Punti corpo: 91/91 Punti Mana: 101/101 Exp: 15 | Megan (H) Punti Salute: 145/145 Punti corpo: 91/91 Punti Mana: 98/98 Exp: 7,5 | Aiden (B) Punti Salute: 191/191 Punti corpo: 139/139 Punti Mana: 143/143 Exp: 28 | Daddy (D) Punti Salute: 295/295 Punti corpo: 263/263 Punti Mana: 274/274 Exp: 67 | Alfio (X1) Punti Salute: ? Punti corpo: ? Punti Mana: ? | Valente (X2) Punti Salute: ? Punti corpo: ? Punti Mana: ? | Tizio (X3) Punti Salute: ? Punti corpo: ? Punti Mana: ? | Caio (X4) Punti Salute: ? Punti corpo: ? Punti Mana: ? | Sempronio (X5) Punti Salute: ? Punti corpo: ? Punti Mana: ? | Amber (A) Punti Salute: 216/216 Punti corpo: 195/195 Punti Mana: 199/199 Exp: 33,5 | Thalia (T) Punti Salute: 201/201 Punti corpo: 138/138 Punti Mana: 142/142 Exp: 24 | Mike (M) Punti Salute: 177/177 Punti corpo: 107/107 Punti Mana: 108/108 Exp: 19,5 | Nieve (N) Punti Salute: 151/151 Punti corpo: 119/119 Punti Mana: 118/118 Exp: 13 | Elijah (Z) Punti Salute: 127/127 Punti corpo: 78/78 Punti Mana: 72/72 Exp: 9 | Mary (C) Punti Salute: 216/216 Punti corpo: 178/178 Punti Mana: 173/173 Exp: 18 | Ethan (J) Punti Salute: 184/184 Punti corpo: 148/148 Punti Mana: 117/117 Exp: 27,5 | Elhena (G) Punti Salute: 210/210 Punti corpo: 142/142 Punti Mana: 142/142 Exp: 35 | Simone (Y1) Punti Salute: ? Punti corpo: ? Punti Mana: ? | Elia (Y2) Punti Salute: ? Punti corpo: ? Punti Mana: ? | Sarah (Y3) Punti Salute: ? Punti corpo: ? Punti Mana: ? | Aronne (Y4) Punti Salute: ? Punti corpo: ? Punti Mana: ? | Davide (Y5) Punti Salute: ? Punti corpo: ? Punti Mana: ? | Gabriele (Y6) Punti Salute: ? Punti corpo: ? Punti Mana: ? | Giuda (Y7) Punti Salute: ? Punti corpo: ? Punti Mana: ? | Giovanni (Y8) Punti Salute: ? Punti corpo: ? Punti Mana: ? |
La Mappa: Gruppo A: 4 coorti. 2000 legionari (+2000 ausiliari) + Ariete. Muniti di Scorpiones e Balliste per coprire l'avanzata dei Romani. + Onagri Gruppo B: 8 coorti. 4000 legionari (+4000 ausiliari) + Ariete + Torre. Muniti di Scorpiones e Balliste. + Onagri Gruppo C: 4 coorti. 2000 legionari (+2000 ausiliari) + Ariete. Muniti di Scorpiones e Balliste. Gruppo D: 2 coorti. 1000 legionari (+1000 ausiliari) + Torre. Armati di Scopriones e balliste. Sempre nei pressi del punto A si trovano i Pg Romani. Gli Algidi: Si procede il 18 Marzo, ore 17.59
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