Se la Città è santa, Giudea, Atene VI Incontro

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view post Posted on 15/8/2018, 11:50
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vmefomY

La rabbia era furente in virtù del fatto che i suoi attacchi erano totalmente inefficaci.
Non riusciva a far nulla e seppur vedesse le mura traballare queste non cedevano, mai.
Dentro di lui la rabbia si faceva rovente come il deserto che avevano attraversato poche ore prima mentre i suoi occhi, oramai abituatisi alla notte, percepivano fuochi da vari punti senza capire se fossero dei colleghi o dei nemici.
In quella spasmodica guerra lui aveva capito ben poco, ma questo era normale rispetto alla precedente spedizione in Messico dove gli spazi erano aperti e lui si sentiva “libero”.
In quel luogo, in quella Gerusalemme in fiamme, seppur attaccasse costantemente si sentiva un pesce fuor d’acqua, specialmente per via dell’incapacità di far andare avanti i suoi poiché le sue competenze era inferiori a quelle necessarie.
Che doveva fare non lo sapeva, era in preda alla collera del momento e avrebbe continuato a fendere colpi a spada tratta pur di raggiungere il tempio e l’obbiettivo; poteva riuscirci.
I suoi occhi si fecero maggiormente chiari e attenti quando, dall’alto della pedana notò una potente esplosione.
Tutto ciò lo colse alla sprovvista, lo fregò al punto di non essere capace di metabolizzare ciò che successe lasciandolo lì, inerme al suo destino.
Mentre il ventre si muoveva flebile al suo respiro, osservava con meraviglia il muro cedere come il burro, pezzo dopo pezzo, mattone dopo mattone.
Era quello il suo destino? Vedere gli altri che riuscivano mentre lui falliva?
Mentre vedeva i massi caracollare davanti a lui, una barriera si posizionó pochi metri in avanti pronta a difenderlo.
Non sapeva chi fosse stato, non ne aveva idea e rimase lì sbalordito da quelle capacità di reazione/azione che poco prima aveva capito di non avere.

I pensieri si fecero confusi, distorti, volti a trovare una soluzione a quella incresciosa situazione che stava per palesarsi nella sua persona quando un turbine lo inizió a risucchiare altrove.
Sembrava come se una smaterializzazione avvenisse in quel momento senza il suo consenso, sembrava che qualcuno avesse deciso per lui che i giochi erano finiti definitivamente.
Chiuse gli occhi, mentre il vento della deflagrazione gli spostava i capelli dal viso e lo rendeva adrenalinico.
Cosa doveva fare con tutta quella energia? Perché non riusciva ad esprimerla in magia?
Era incastrato in una bolla dalla quale non poteva fare nulla; era tutelato e incastrato nei meandri di un niente luminoso che aveva vissuto una volta e nulla più.

Riaprì gli occhi.
Non sapeva quando li avesse chiusi, ma li riaprì e si guardò intorno.
Erano nella stanza del Preside e il libro lo aveva portato lí.
Avevano perso o vinto? Che fine avevano avuto quei loro sforzi?
Girando lo sguardo in maniera confusa verso i tomi presenti nello studio, sentì la voce di Peverell il quale fece il resoconto della situazione.
Sibillino come sempre, aveva detto tutto e niente, lasciandolo lì a bocca aperta, senza parole.
Vide i ragazzi vicino a lui, ma non gli domandò niente. Se ne voleva andare, doveva capire quello che era successo da solo andandosene in Infermeria per quelle botte che rimanevano dannatamente reali.
Alzandosi sulle sue gambe, non appena il senso di nausea iniziò a placarsi, si avviò verso la porta per poi osservare Nieve e Amber.
Non le conosceva, ma meritavano la sua sincerità, almeno fuori da quella guerra.


« Avete fatto bene a scappare dalle mura. Vi volevo uccidere.»

A quelle parole un tiepido sorriso uscì dalla sua bocca. Non riusciva neanche a fare dell’ironia in quel momento e quella era la storia più triste.
Aprendo la porta di scatto, osservo chi aveva attorno quindi salutò i presenti con la mano.
Era giunto il momento di riposare e raggiungere una risposta a tutto quello. Qualcosa l’aveva imparata, ma c’era ancora tanto da fare.





- Punti salute: 200

-Punti Corpo: 250

-Punti Mana: 235

-Punti Esperienza: 67

Daddy è confuso e disarmato. Si risveglia nella sala e parla solo con estrema sincerità a Nieve e Amber. Saluta tutti con la mano e se ne va.

-Vocazioni: Legilimens, Elementalista inesperto (Acqua)

- Oggettistica:


1)Ciondolo della Fenice: chi indossa questo ciondolo, composto da una piuma di fenice e una sfera molto resistente

che contiene sangue di drago ungherese, non viene percepito da alcuna creatura magica nell'ambito di gioco in cui si trova

(licantropi trasformati compresi). Ha quindi la possibilità di agire indisturbato eliminando il contatto visivo

con le creature magiche.

2)Anello:

Un anello da uomo, precisamente da pollice, in palese argento con sopra la sottile incisione di un corvo con le ali spiegate.

3)Calzature degli Elfi: Scarpe prodotte dagli elfi, migliorano gli incantesimi.

4)Mantello della resistenza: Protegge dalle fiamme.

5)Mantello Awards: Oggetto di grandi avventure, legame di intensa follia: un Simbolo, dunque, del lavoro di squadra, dell'unione e della condivisione della migliore stravaganza di tutti i tempi e di tutti i mondi. La bandiera della Squadra Vincitrice è stata stracciata e ad ogni membro del team stesso verrà consegnato un semplice fazzoletto, un pezzo di stoffa del colore che tanto lo ha caratterizzato nel corso del torneo. Tale straccio presenta sul tessuto lo stemma di Penrose, il triangolo impossibile, e potrà essere portato come foulard o come fascia per capelli, ma il suo potere consiste nel mutare dimensioni a seconda della volontà della persona che lo indossa; potrà dunque ingrandirsi per divenire un mantello lucente, dai contorni scuri e dallo stile classico ma elegante, da mettere nelle sere d'estate per coprirsi dal vento oppure nelle giornate invernali per contrastare il freddo pungente o la neve ribelle. Gloria e fama saranno dati a coloro che indosseranno tale veste, poiché il simbolo degli Awards sancirà per sempre il loro scacco matto al Labirinto dei Fandom e non solo. Possibilità di renderlo nuovamente fazzoletto. Attenzione: ogni cambiamento, da straccio a mantello e viceversa, si attiverà con la semplice volontà.

6)Cuspide Scarlatta:Ditale simile al pungiglione di uno scorpione, interamente in argento. Chiunque lo indossi avrà il potere di pungere un mago creando una ferita dalla quale inizieranno a sgorgare litri di sangue. Il sangue sarà solo una mera illusione ma il senso di affaticamento e confusione della vittima sarà reale.

7)Guanti di pelle di Erumpent:Se colpiti rimbalzano gli incantesimi (1a e 2a classe diretti alle mani), la resistenza della pelle permette una presa salda e quasi impossibile da sciogliere.


- Attivo:

-Spilla Scuola di Atene

- Pozione dell'invisibilitá:Rende colui che la beve invisibile. (Durata: 20 minuti per ogni boccetta)

- paio di Orecchie oblunghe

- caramella dell'illusione

- polvere Buiopesto

- Pacchetto di Sigarette alle Erbe Magiche alla Belladonna


- Classi e Incantesimi:

*PRIMA CLASSE - tetto minimo 1 - tetto massimo 2 exp

*SECONDA CLASSE -tetto minimo 2 - tetto massimo 6 exp

*TERZA CLASSE - tetto minimo 5 - tetto massimo 15 exp (No Fattoriam)

*QUARTA CLASSE - min 11exp e 15 anni di età - max 25 exp e 17 anni (No Circumflamma,Colossum)

*QUINTA CLASSE - min 17exp e 16 anni di età - max 36 exp e 19 anni di età (Anche Stupeficium e Plutonis)

*SESTA CLASSE - min 24 exp e 17 anni di età - max 55 exp e 20 anni di età (Solo incantesi appresi durante le lezioni e Nimbus Grado)

*SETTIMA CLASSE - min 29 exp e 18 anni di età (Incanti appresi Protego Totalus)
 
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view post Posted on 19/8/2018, 14:01
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When the snow falls, the fox tries to survive.

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Aiden Weiss

Auror ☘ Ex Grifondoro ☘ 26 anni ☘ Irlandese
PS: 191 ☘ PC: 139 ☘ PM: 143 ☘ EXP: 28


L’Auror fissò la porzione di galleria da lui influenzata abbassarsi sotto l’influsso della propria magia, il che fece sorridere soddisfatto il Mago dai capelli fulvi e accesi quanto il fuoco che pochi istanti prima Eloise aveva provveduto ad estinguere. La sensazione di bruciore, di pelle e porzioni di carne abbrustoliti e cotti a puntino quanto una braciola, pareva persistere, inesorabilmente e con un certo fastidio. Benché in alcune parti il siero fosse a buon punto con l’asciugarsi, pronto a formare una sottile crosticina giallognola, in altri punti - quelli maggiormente bruciati e profondi - siero e sangue continuavano ancora a sgorgare sino a disegnare delle sottili scie lungo la propria pelle. E il sudore, causato dal caldo infernale che aleggiava ancora in quel posto dimenticato da Dio o qualsivoglia Divinità, rendeva ancora tutto più doloroso.
Che fosse prossimo alla rottamazione era palese, eppure l’uomo si costrinse a tenere duro, a serrare i denti, pronto a continuare quella sua avventura con Eloise e Sempronio. Ma qualcosa di inaspettato sembrò innescarsi quanto una bomba ad orologeria ormai pronta alla detonazione: la volta di pietra sopra le loro teste collassò in maniera brutale, violenta, pronta a far loro le feste oltre che ad una sana quanto rustica marmellata di fichi. Il sorriso di Aiden morì quando capì che la Morte gli sarebbe arrivata sul muso, letteralmente, con tanto di sassi e terra, tramutandosi in un’espressione che la diceva tutta, simile ad un “Oh ma dai, seriamente?”. Morire in quel modo, poco glorioso e per nulla adatto al suo ruolo, lo portò ad un passo dall’imprecare, semmai ne avesse avuto davvero il tempo.
Fu tentato di correre e lanciarsi verso Eloise, in un ultimo quanto disperato tentativo di proteggerla un’ultima volta, finché vide Sempronio evocare uno scudo nel tentativo di sfuggire all'inevitabile. Aiden non seppe dire con certezza se tale procedura avrebbe effettivamente evitato la loro dipartita, poiché avvertì un improvviso strappo per le viscere, attirandolo in quello che fu un vortice di colori.

L’atterraggio nell’ufficio del Preside non fu dei migliori e il ginocchio, già di per sé malandato per aver impattato bruscamente con il terreno a seguito di una scossa tellurica, sembrò regalargli fitte allucinanti con tanti di vista offuscata e tempestata da puntini fastidiosi e luminosi. L’Auror imprecò a denti stretti, avvertendo di non essere più agghindato come un Romano, bensì era tornato nei suoi consueti abiti. Il contatto della stoffa sulle bruciature lo fecero ringhiare a denti stretti, mentre tentò di rimettersi in piedi dopo essere quasi arrampicato sulla scrivania del vecchio Mago.
Il suo sguardo blu e visibilmente provato caddero improvvisamente sui ragazzi all’interno dello studio e non gli fu difficile scorgere la figura di Nieve tra esse. A lei rivolse un flebile sorriso quando i loro sguardi si incrociarono, come a volerla rassicurare che stava bene. Orgoglioso com’era non avrebbe mai ammesso che stava male.
Poi lo sguardo andò ad Oliver, al quale fece un breve cenno, così come al resto del gruppo che gli era stato affidato. Eloise, Sophie, Megan, Daddy, l’altra ragazza rossa che aveva visto arrivare poco prima che lui e la Tassorosso si dirigessero al tunnel, e infine William, il Capogruppo. A tutti loro rivolse un silenzioso sorriso, per poi fissare il Preside e mr Carter con sguardo neutro, annuendo flebilmente al ringraziamento ricevuto per il servizio di scorta, ma non era molto contento di essere stato quasi ad un passo dal diventare un budino.
Zoppicò verso alcuni dei ragazzi e si offrì di aiutare chiunque avesse bisogno di aiuto per arrivare in infermeria, lui invece si sarebbe opposto a qualsiasi tipo di aiuto.




Riassumendo... Aiden pensa alla marmellata di fichi che stanno per diventare quando si accorge che il soffitto sta per raggiungere le loro capocce, finché non vengono improvvisamente trasportati nell’ufficio di Peverell.
Benché si sia guadagnato la rottamazione gratuita, l’Auror osserva i propri ragazzi e poi si offre di aiutare chiunque necessiti di aiuto per arrivare in infermeria.


Aiden Weiss
PS: 40/191
PC: 107/139
PM: 143/143
EXP: 28

Equipaggiamento indossato:
◿ Bacchetta in legno di biancospino, piuma di Ippogrifo, 12 pollici e mezzo, flessibile;
◿ Cappa della Resistenza;
◿ Cinturone d’Argento con Perla del Mistero;
◿ Collana con Medaglione (Gemma: Zaffiro);
◿ Bracciale celtico originale in cuoio/dorato;
◿ Ciondolo della Scaglia di Drago;
◿ Anello argentato con testa di Lupo (oggetto comune, non magico);
◿ Ciondolo argentato con testa di Volpe (oggetto comune, non magico);
◿ Spilla della Scuola di Atene.

Equipaggiamento nella borsa di pelle (oggetto comune):
◿ 1 x Decotto di Dittamo;
◿ 1 x Polvere Buiopesto Peruviana;
◿ 1 x Essenza di Purvincolo;
◿ 1 x Orecchie Oblunghe.

Abilità/Vocazioni:
◿ Occlumante Apprendista.

Incantesimi conosciuti:
◿ Fino alla IV Classe (esclusi i Proibiti, tranne per l’Iracundia);
◿ Incantesimi da Auror (Stupeficium, Expecto Patronum, Rompisigillo, Nego Negligetiam, Homenum Revelio, Deletrius.)


Metto una foto indicativa sul nuovo vestiario di Aiden. Giusto per rendere l’idea.
arena


 
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view post Posted on 22/8/2018, 11:42
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qpMAphK

Vide il fuoco divampare in ogni punto, libero come un'indomabile fiera al comando ultimo dell'Abete che ancora stringeva tra le mani. Un incendio, si disse, forse dal fronte nemico più prossimo; un invito, poteva anche essere, a non disperare, a non demordere, a non abbandonarsi alla disperazione più di quanto non si fosse già concesso. Non si accorse di come entrambi i palmi, ormai aperti, si fossero avvinghiati come spire di una serpe attenta attorno la stessa bacchetta. Il potenziale magico, la tempra più intensa dell'esplosione originata dal suo Incanto fu un'offensiva tra le migliori e le peggiori allo stesso tempo. Una guerra da lungo andare sbocciata e mai conclusa, non ancora, non quel giorno, forse mai per davvero. All'epopea di un Veggente, di un Ragazzo, di un Guerriero, rimase e l'uno e l'altro, fin quando le rocce tremarono, la terra pure, il mondo scosso prese a vorticare su se stesso, infine a destra e sinistra, come una trottola attivata per errore madornale di un primino del castello. Li vide cadere, uno dopo l'altro, mentre il proprio corpo rivestiva tuttora quel compito tanto arduo che già mutava nella consapevolezza, forse in ordine concreto e preciso, di restare assolutamente in piedi. Non abbattuto, senza scacco matto nei suoi stessi riguardi, il Caposcuola si presentava come colonna di un esercito, quello romano, che mai avrebbe potuto né saputo tradire. Si innalzarono ai cieli le nubi e le polveri, le macerie e i detriti più infidi e sottili; l'azzurro già sporco dalla battaglia incessante, la stessa cui avevano preso tutti loro parte fin da un certo principio, finalmente si rivelava ai suoi occhi come il più triste e violato dei figli della natura. Non un alone di bianco, non una nuvola, non un soffio di vento a concedere ristoro all'alto, al basso, al centro di quell'arena parca di razionalità, e non di ideali veri e propri. Si sentì inerme, lampi di luce ad abbagliare il suo sguardo versatile: era al Passato, quando un elmo di un soldato romano perduto per sempre lo aveva accolto in saluto d'esordio; era al Futuro, quando il fuoco divampava al suono di grida e di morte straziante, in un tunnel che non aveva mai raggiunto, di cui forse mai avrebbe saputo qualcosa di più; e fu al suo più vivido Presente, ancora in piedi, tremante, immobile, scosso da cima a fondo.
«Il tunnel.» Qualcuno gli aveva parlato a poca distanza. Si volse lateralmente, sulla destra, ad incrociare lo sguardo di un Ateniese ferito. Non poteva saperlo, non avrebbe avuto ragione per farlo, non per immaginarlo. La storia era un'insegnante preziosa, impeccabile, eccelsa, ma non fino a quel punto. C'erano segreti non del tutto svelati, c'erano consapevolezze e convinzioni che sfumavano all'ordine di ogni tempo, di ogni epoca, di ogni giorno. «Il tunnel.» Di scatto, come se punto da una spilla al braccio dominante, la bacchetta ancora stretta nella mano destra, si girò al lato opposto, sulla sinistra, ad osservare una coppia di Ateniesi già in soccorso l'uno dell'altra. Neanche loro, si disse, avrebbero potuto conoscere l'esito di quell'avventura, di quella visione, di quel vaticinio che Oliver aveva accolto involontariamente, e non troppo. Lo sguardo corrucciato, la fronte non più così distesa, la fuliggine, la polvere e la terra più scura ad incupire le gote arrossate dal sole, gli abiti laceri, le braccia ferite; neanche loro avevano aperto bocca, ne aveva ricevuto ormai conferma. Si occupavano tutti dello stato in cui versavano, delle cure che ognuno necessitava, della decisione necessaria di affrettarsi in Infermeria per essere riportati all'origine di quel viaggio tra i secoli. Era bello, si ripeté Oliver, anche solo pensare di non dover più preoccuparsi di una guerra, di una battaglia, di uno scontro. Ovunque si fosse spostato anche solo di un centimetro, il Caposcuola non avrebbe incontrato più una creatura, un nemico, un avversario: in quella stanza, tra le mura di Hogwarts, non c'erano più né Romani né Ribelli. Erano studenti, erano docenti, erano vivi. «Il tunnel.» Aprì gli occhi. E li vide, uno ad uno. Morivano, gridavano, lamentavano la condanna ormai eterna. Il fuoco scottava a tal punto che la fronte del Veggente vibrava al tepore più vicino, intenso, ormai accecante. Una perla di sudore solcò l'unica profonda ruga che solcava quel lembo di pelle, infine strinse i denti in un mugolio impercettibile. I corpi cadevano, lo scacco di un Re immaginario era appena giunto e ancora non spirava del tutto, restava indomito e indomabile insieme, lo percepiva in tutto il suo potere più energico, forte, spaventoso allo stesso modo di com'era sorprendente. Le ferite si aprivano e chiudevano insieme, già rimarginate dall'onta del fuoco sul ferro e il metallo di armature, sul tessuto e il cotone di abiti leggeri. Non c'era distinzione: per l'uno e per l'altro, per l'alleato o l'avversario, per il vicino o il lontano. I pedoni erano sbalzati via dalla scacchiera, la Torre abbattuta, l'Alfiere pure, infine era la volta di tutta la schiera restante. Una scintilla vivida macchiò la sua Vista e la rese compromessa fino alla fine dei suoi giorni, di ogni suo vero tempo. Oliver cadde, a sua volta, un attimo prima che l'incendio investisse anche lui. Si risvegliò come in una proiezione d'altri modi, ancorato alla sedia dell'Ufficio del Preside, mentre le labbra formavano per la terza ed ultima volta quella parola - tunnel - che non credeva di poter più pronunciare. Si accorse di aver premuto la mano destra sulla bocca, come a bloccarla, a violare il suo responso. E si vide lontano per l'ultima volta, senza saluti, senza certezze, diretto a passo svelto verso l'Infermeria. Anche lui aveva bisogno di cure, anche lui come gli altri era per sempre Caduto.


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Riassunto
Incerto sull'esito del tunnel incendiato di una delle sue prime visioni, Oliver ne subisce nuovamente l'impatto nel momento in cui l'Antonia cade e lui stesso è strappato via da Gerusalemme per il rientro. Ormai ad Hogwarts, è troppo scosso e confuso per preoccuparsi di qualsiasi altra cosa, così si allontana a passo svelto, uscendo di scena.

Statistiche
Punti Salute 95/245 | Punti Corpo 210/231 | Punti Mana 248 | Punti Exp 36

Abilità Divinatore | Incanti I, II, III, IV classe.

Inventario attivo

» Bacchetta magica | Spilla Atene
» Pozione Essenza d'Elfo & Annullamento
» Mantello della Disillusione
» Bracciale di Damocle doppio incanto in un post
» Nanosticca rimpicciolisce ad un'altezza di 30 cm
» Rubino di Enrico VII aumenta la vista fino a vedere a 500 m di distanza per due turni

 
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Elijah Matthew Sullivan
view post Posted on 25/8/2018, 17:35






Elijah Sullivan


17 Anni - 3° Anno - Serpeverde
Cielo della Luna


7PNFLDO

Un’onda di fuoco che gli veniva contro. Nemmeno il tempo di poter chiudere gli occhi che tutto divenne un limbo scuro e indistinto. Era come galleggiare in qualcosa che non esiste, pur essendo perfettamente reale nel suo orrore. Elijah ebbe l’impressione si restare sospeso per un tempo indefinito, o forse fu solo la sua fervida immaginazione. Era un sogno o era molto più prossimo alla morte di quello che pensava. Buffo, non avrebbe mai pensato che sarebbe finita così senza poter fare niente di più. Una parte del suo inconscio era tranquillo. Sentiva di aver raggiunto una sorta di beatitudine dove non aveva più voglia di combattere. Era come essere felici a metà.
Qualcuno fece ingresso nella sua isola felice, un tocco soave ma non comprese subito dove, forse un braccio. Stava respirando di nuovo. Non c'era più odore di terra e morte e anche quel senso di soffocamento per mancanza d'ossigeno. Era un aroma diverso che gli carezzava le narici con delicatezza.
Di nuovo quel tocco, seguito da una voce, ma non capiva cosa stesse dicendo, se esistesse davvero o se fosse invece viva solo nella sua testa. Delle leggere pacche sulla guancia che divennero ogni attimo che passava piú reali. Elijah, però, non riusciva nemmeno ad aprire gli occhi. Si rese conto di essere vivo, ma di esserlo a metà. Non poteva muoversi e parlare, niente. Era presente in quel luogo solo con la mente, ancora avvolto nel suo limbo.
Quella che prima era solo una sensazione divenne qualcosa di piú concreto, anche se Elijah non sapeva dire se fosse davvero reale. Ebbe la sensazione di essere sollevato. Si sentì leggero e poi di nuovo pesante quando atterrò di colpo sopra a qualcosa. Sentiva le braccia penzolare verso il basso, le mani che dondolavano dai polsi come gli arti senza vita di un burattino. Anche le gambe e la testa dondolavano nel vuoto mentre il tronco era saldamente poggiato su qualcosa. No, non era qualcosa, forse era qualcuno perché era caldo e vivo. Qualcuno l'aveva sollevato ed iniziava a muoversi. Elijah avvertì un senso di nausea alla bocca dello stomaco, come se una mano gli avesse afferrato l'esofago e glielo stesse torcendo con forza. Strizzò gli occhi e fece una smorfia, non perché lo volesse davvero. Solo un gesto guidato dall'istinto e dall'impotenza. Il Serpeverde si rese conto per la prima volta di essere vivo ma di stare malissimo. Le forze l'avevano totalmente abbandonato, come un sacco svuotato e lasciato in un angolo. Avvertì un calore intenso sul viso e sul collo, cosí forte che gli mancò di nuovo il respiro. Aveva la stesso fuoco anche sulle braccia e le gambe. Pensò di muovere le mani per raggiungere le guance, ma gli fu impossibile. Quel fuoco non fu piú una sensazione ma un pensiero nitido, reale. Dopo quelle fiamme però era sparito tutto. Non c'era piú la galleria con quella sensazione tremenda di sporcizia, non c'erano piú le fiamme, non c'era piú nemmeno Mike. Provò a chiamarlo, ma la bocca non si aprì e quel nome rimase incastrato tra le corde vocali. Chissà dov'era, chissà se stava bene.
Dondolava come un fantoccio sulle spalle di qualcuno che lo stava portando chissà dove. L'ovvio in quel momento non gli sfiorò nemmeno l'anticamera del cervello. Rimase in silenzio per tutto il tragitto che gli sembrò un'eternità finché lo sconosciuto non lo rimise a terra con estrema delicatezza. Il Serpeverde aprì appena gli occhi e finalmente lo vide. Era Atlante, l'aiutante di Peverell, si erano conosciuti il giorno che aveva portato a spasso Winston e Amalia. Evidentemente lui l'aveva riconosciuto a sua volta e aiutato. Una volta tornato in posizione eretta sarebbe andato a cercarlo per ringraziarlo. Ora doveva solo trovare il modo di trascinarsi in Infermeria. Sapeva che era lí, l'unico posto possibile.



// Grazie infinite al Preside Peverell per la gentile concessione del caro Atlante :flower:



Riassunto:Elijah riprende parzialmente conoscenza nell'ufficio di Peverell, ma non riesce a muoversi e ad aprire gli occhi. Si rende conto che qualcuno lo solleva ma non capisce come e nemmeno chi sia. Si lascia trasportare senza opporre resistenza e quando lo sconosciuto lo lascia davanti all'infermeria riconosce Atlante l'aiutante del Preside.



Statistiche ed equipaggiamento:

Statistiche:

PS: 1/127
PC: 78/78
PM: 72/72
PE: 9

Incantesimi:
Tutti quelli della 1° Classe ( esclusi i proibiti )
Tutti quelli della 2° Classe ( esclusi i proibiti )
Iracundia ( Incantesimo Proibito di 3° Classe )


Equipaggiamento:
Indossato:
- Cappa della Resistenza -> Realizzata con scaglie di testuggine e cuoio di Trinoceronte e Drago, resiste a moltissimi colpi e folate di calore/gelo; +8 Corpo; +2 Mana
- Guanti di protezione in pelle di drago

Nel marsupio:
- 1 fiala di Decotto di Dittamo
- 1 fiala di Pozione Corroborante
- 1 fiala di Mors Apparentis

In mano:
Bacchetta Magica ( Legno di prugnolo, Dente di Doxy, Sangue di Pipistrello, semi-rigida, 10 pollici )


 
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Mary_Evans
view post Posted on 25/8/2018, 22:29







Mary Evans

15 anniStudentessaII anno CorvoneroschedaOutfit


N
on avrebbe mai immaginato di ritrovarsi in un limbo non meglio specificato. Effettivamente non aveva mai chiesto ad Alice cosa avesse provato quando, nella missione precedente, era sparita avvolta nelle fiamme prodotte dalla sempre puntuale fenice e a dirla tutta non aveva nemmeno mai pensato di doversi informare al riguardo. Non credeva infatti che la sua presenza in quel club sarebbe stata altrettanto rapida come una meteora che brilla rapida nel cielo per qualche secondo per poi distruggersi completamente. Solo che a differenze di quest’ultima lei non aveva nemmeno brillato. Era stata inutile e, se da inutile si era appropinquata a questi viaggi nel tempo, da altrettanto inutile si apprestava a chiudere quel pietoso capitolo del proprio percorso di studi. Aveva sperato di poter decidere lei come porre fine a quell’avventura decidendo almeno per una volta in tutta la missione, il direzionare degli eventi, senza rimanere in balia di essi come una barca in mezzo al mare. Invece il professore pareva aver pensato anche all’evenienza di un ritiro anticipato, decidendo di relegarla in una stanza completamente vuota e priva di ogni input sensoriale. Se da una parte ciò era quanto aveva desiderato, un attimo di pace, un attimo per prendersi cura di se stessa e riprendere fiato senza essere intontita dai rumori della battaglia, man mano che il tempo passava, andava configurandosi una sensazione di angoscia che secondo dopo secondo si accresceva. Era da sola era vero, il problema sussisteva nel fatto che si trovasse alla mercé dei propri pensieri. Aveva fatto la scelta giusta? Continuava a chiedersi se avrebbe dovuto stringere i denti ed andare avanti ed almeno concludere quella missione, prima di porre fine alla sua carriera di archeologa alternativa. Ma anche fosse rimasta, sarebbe mai stata veramente di aiuto per i suoi compagni o si sarebbe posta come un ulteriore impiccio di cui occuparsi e prendersi cura per assicurarsi che non ci lasciasse le penne? In fin dei conti anche nel primo evento era finita così, la squadra aveva cominciato a collaborare nel momento in cui lei li aveva abbandonati e se loro erano riusciti a raggiungere la piramide, lei invece aveva arrancato sino a un corridoietto semidistrutto in cui era morta da sola. Anche se fosse rimasta, di sicuro sarebbe finita nella medesima maniera non aveva alcun dubbio. Non riusciva a collaborare con gli altri e non riusciva a procedere da sola, non vi erano poi molte altre alternative al suicidio, se non quella di lasciarsi ammazzare miseramente; e per quanto i Romani vedessero in tale atto un simbolo di coraggio, lei non poteva fare a meno di notare la debolezza che si nascondeva in quel gesto. Poteva sembrare un gesto infantile ed immaturo, come in parte era, ma per Mary ammettere di “non essere capace”, di “non essere all’altezza” e dichiararlo ad alta voce anziché limitarsi a rimuginare, era un enorme passo avanti nel percorso di maturità verso lo sviluppo di una ragazza adulta ed equilibrata. Ammettere i propri limiti e provare ad accettarli, l’avrebbe spinta a continuare a migliorarsi giorno dopo giorno in maniera costruttiva, senza farsi guidare dalla rabbia come invece aveva fatto fino a quel momento. Il Professore avrebbe potuto interpretare la sua scelta come una fiducia mal riposta, avrebbe potuto guardarla con delusione ma a lei non importava: ci aveva provato, aveva fallito ed aveva compreso i propri errori e tanto le bastava.

Aspettò sino a quando non iniziò a scomparire, proprio com’era accaduto in Mexico, per poi rendersi conto di essere ricomparsa nell’ufficio del Preside. Guardandosi attorno attese che i compagni, più o meno coscienti, abbandonassero l’aula e solo quando al suo interno non vi era nessun altro eccetto lei e Peverell, si avvicinò all’uomo e gli riconsegnò la spilla che aveva tenuto stretta in pugno per tutto quel tempo. : “La dia a qualcuno che la merita più di me”, con quelle parole avrebbe rassegnato le sue dimissioni. Non pensava di essere la prima a prendere quella decisione, perciò non credeva che il professore le avrebbe chiesto alcuna spiegazione, anche se, nel momento in cui ciò fosse accaduto lei avrebbe risposto sinceramente e con cordialità ad ogni domanda che le sarebbe stata porta. Solo nel momento in cui l’uomo avrebbe preso in consegna la spilla, si sarebbe diretta verso l’Infermeria per farsi curare i pochi graffi che ancora riportava.


PS: 204/216 ☘ PC: 178 ☘ PM: 173 ☘ EXP: 18



Riassunto: Dai che se la Tuke vuole... come scritto nel post se il professore desidera, mi rendo disponibile a concludere con dei post di spiegazione, altrimenti a posto così. In ogni caso, per un desiderio di completezza e sempre con la sua complicità, gradirei portare a termine il colloquio. Mi faccia sapere!


Incantesimi:
1° Classe: Completa
2° Classe: Completa
3° Classe: Completa esclusi i Proibiti

Equipaggiamento:
- Sovrappantaloni in pelle:
Realizzati in pelle di Tebo, resistente e antistrappo, favoriscono il camuffamento della propria presenza negli ambienti naturali (coprono l’odore umano in favore di quello animale). Proteggono dagli incantesimi medio-deboli rivolti alle gambe (1a, 2a classe).

- 1 Skeleton's Hand:Mano destra
Non invadente ma resistente agli urti, presenta uno Zaffiro sull'anulare. Favorisce l'agilità alla mano dove è posizionata.

- 1 Orecchini Blue eyes:
Con questi orecchini nulla potrà sfuggire al vostro sguardo. Nell'orbita di pietra di luna, infatti, vi è una pupilla che osserva curiosa ogni cosa che le giri intorno. Non volete perdere d'occhio qualcuno? Basta sussurrare il nome dell'individuo all'orecchino ed esso lo osserverà in ogni minimo secondo, un solo movimento sospetto e la pupilla comincerà a vibrare. Decisamente utile per chi non vuole perdere di vista nessuno.

- 1 Collana Orecchie di Elfo:
Acuisce il senso dell’ udito consentendo di cogliere tutti i discorsi effettuati da persone situate nell’ arco di non oltre 20 metri. Non è in grado di registrare le conversazioni ed essendo costituita da orecchie è sensibile all’ incanto Muffliato.

- Cintura da Samurai:
Molto leggera. Permette di stringere a sufficienza ma, con la sua magia, riesce dare un senso di freschezza e libertà al mago nei movimenti.

- Copricapo Egiziano:
Questo copricapo protegge nel vero senso della parola dall’ombra e dalle escoriazioni, e ha l’utilità di favorire la concentrazione a chi lo indossa.

- Drago d'Artificio: Sacchetta medievale
Produce un Drago di fuochi d'artificio che si muove nel cielo per 15 minuti, per poi scomparire in un fenomenale soffio di fuoco. Spaventa e stordisce creature di piccola-media taglia, magiche e non, per 1 turno.

- Polvere Buiopesto Peruviana: Sacchetta medievale
Polvere finissima e nera come la pece, proveniente dal Perù, è in grado di creare un buio intenso e impenetrabile per la durata di 5 minuti. Ottima in caso di pericolo per una fuga immediata.
Ogni scatola contiene polvere sufficiente per un solo utilizzo.

- Caramella d’Illusione: Sacchetta medievale
Chi la ingerisce si “sdoppia” rendendo difficoltoso per l'avversario riconoscere quello vero!

- 1 Fiala di Pozione al Dittamo Sacchetta medievale

- 1 Fiala di Pozione Tiepidario Sacchetta medievale

- Sacchetta Medievale: Fianco destro
Comoda sacca in cuoio e pelle conciata, presenta robuste cuciture e due piccole cinghie sul davanti che assicurano la chiusura. Agganciabile alla cinta tramite due passanti posti sul retro.
All'interno è stato praticato un Incantesimo Estensivo Irriconoscibile.
Copia: Possibilità di contenere 5 oggetti di medie dimensioni

- Avversaspecchio da Tasca: Tasca sinistra
Prototipi di primi Avversaspecchi, nacquero a Londra nel periodo in cui Jack Lo Squartatore seminava il terrore. Piccino e compatto, sta in una mano: in ottone laccato o intarsiato, per uomini e donne, lo specchio rifletterà delle ombre che si faranno sempre più distinte man a mano che eventuali pericoli e/o nemici si avvicinano al proprietario dello specchio.
Disponibile in: oro/nero, nero con decorazione floreale. Incisione su richiesta.

- Anello del coraggio: pollice sinistro
Evocando la sua forza contro un unico nemico ben preciso, sarete molto avvantaggiati nello scontro contro di lui per un po' (durata da 2 a 5 azioni, attacco e difesa raddoppiati nei confronti di un unico avversario)

- Anello del Potere: dito medio sinistro
Blocca in quest l'avversario per due turni.

- Mantello di Disillusione:
Realizzato con pelliccia di camaleonte , il Mantello di Disillusione rende una buona , anzi ottima mimetizzazione, se il tuo corpo è ben avvolto in questo tessuto esso sembrerà donarti l'invisibilità.

- Zaino con 2 litri di acqua e delle barrette energetiche


Vestiario:
Tunica bianca lunga (sotto di essa i sovrappantaloni e in prossimità della tasca destra, la spilla di Atene), sandali in cuoio e capelli raccolti all'indietro e nascosti dal copricapo tipico dei beduini. Zaino divenuto sacca sulla schiana.
Il tutto coperto dal mantello della disillusone.
 
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view post Posted on 28/8/2018, 15:19
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all that is gold does not glitter, not all those who wander are lost

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LYNCH △

Era venuto il tempo di procedere. Superati i nemici Ribelli, dissolte le ultime minacce e smosso il terreno, al trio Romano non restava che andare oltre, con pazienza, sotto le mura difensive di Gerusalemme, fino a - sperabilmente - raggiungerne i vicoli interni. Era quello che erano stati chiamati a fare fin dall’inizio e il Prefetto Tassorosso non attendeva altro che scoprire cosa ci fosse oltre quel tunnel, cosa avrebbero dovuto affrontare per raggiungere il Tempio e come avrebbero superato le ultime difese della città.
Seppur esausta, provata, ferita e bruciacciata, Eloise mosse la prima manciata di passi con stoica dedizione. Continuava a sentire il senso di oppressione gravare su di lei, continuava ad avere bisogno di respirare liberamente e, per quanto stanca fosse, non avrebbe mai rinunciato alla possibilità di tornare a respirare aria fresca. Anche a costo di consumare le sue ultime energie, si sarebbe spinta oltre, sarebbe andata avanti.
Sempre che a fermarla non fosse una valanga di pietre in testa.
In principio fu solo un rumore di pietre sgretolate, che presto si trasformò nel boato rombante dei massi che si spezzavano e precipitavano giù, verso terra, sotto terra. «Che stanno facendo i dannati ribelli?» Incapace di decidere se sarebbe stato meglio muoversi in avanti o tornare indietro, rimase qualche istante a soppesare le due opzioni, spostando il peso dal piede destro al sinistro, alternando il bilancio dei pro e dei contro con continue occhiate al fondo e al principio della galleria . Quel tempo fu sufficiente per consentire alla pietra di sgretolarsi definitivamente, rendendo impossibile ogni potenziale possibilità di fuga.
Esattamente come aveva temuto nell’istante in cui aveva messo piede nel tunnel sotterraneo, finivano per essere sepolti vivi in una missione che non apparteneva loro. Un’angoscia intestina e indomabile prese possesso delle sue membra, e forti scosse di tremore si impossessarono di lei: il timore degli spazi chiusi, la sua sopita claustrofobia, si manifestò in tutta la sua forza, gettandola a terra e rendendola incapace di reagire a una fine già prevista. Le sua braccia erano rigide lungo il corpo, le ginocchia molli, e suoi occhi sbarrati, incapaci di farle comprendere ciò che stava succedendo: l’ultima cosa che vide fu una luce scaturita dalla bacchetta del Romano, l’ultima protezione che si ergeva contro una fine inevitabile. «Sempronio, NOOOOOO...

...OOOO!»
Senza possibilità di controllo e di decenza, l’urlo di Eloise si concluse quasi duemila anni dopo, nell’Ufficio del Preside della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Come paralizzata, stava a terra, sentendo il peso di quelle pietre mai arrivate gravare sul suo sterno, sui suoi muscoli e sulla sua testa. Era sdraiata in posizione fetale e, tra lo spavento e l’inattività delle sue sinapsi, non riusciva a muoversi.
Ci volle qualche secondo per riuscire ad aprire gli occhi, e almeno un paio di minuti per capire che si trovava di nuovo a Hogwarts. Il cuore le batteva all’impazzata, e quasi le impediva di convincersi che il pericolo era scampato, che la fine era lontana, che le pietre non l’avevano sepolta. Aveva urlato? Aveva portato con sé tutto l’orrore provato in quell’avventura? Aveva attirato l’attenzione di tutti? Considerando che Sempronio doveva essere rimasto indietro, che probabilmente non ce l’aveva fatta e che il bilancio delle morti di quella missione era molto più corposo del solito, il blocco che le tratteneva le membra non pareva superabile in alcun modo.
All’udire la voce di Peverell si riscosse lievemente, spronata a tirarsi su. Non era rimanendo su quel tappeto che avrebbe superato il trauma, e l’idea di restre lì fino all’indomani non era delle più allettanti. Ma non appena si fu messa seduta, un forte giramento di testa si impadronì di lei, costringendola a sorreggersi il capo con la mano destra, che ancora stringeva la bacchetta.
I suoi pensieri erano avvolti in un vortice turbinoso, e si affollavano l’uno sull’altro come un intricato rompicapo. Non riusciva a capire come fosse possibile essere già a casa, senza essere arrivati a un dunque e senza aver raggiunto Peverell nel tipico luogo finale di ogni spedizione. Che la sua missione fosse stata troncata prima? Che avesse fatto la stessa fine di Carter in Messico? Il suo sguardo si mosse alla ricerca del volto di Aiden, suo stretto compagno di viaggio, pur sapendo che anche lui non avrebbe potuto rispondere alle sue domande. Era concentrato sul discorso di Peverell, e fu strano vederlo così, senza armatura, in abiti moderni.
Era inutile cercare una risposta quando la nebbia nella sua mente era così pesante; inutile sperare di ottenere qualche chiarimento in più in quel momento. Qualsiasi questione, al contrario della volta precedente, avrebbe dovuto attendere: questa volta non si sarebbe fermata indietro a presentare il conto; le sue membra e la sua mente non gliel’avrebbero consentito.
Dopo aver ripreso fiato in seguito al primo sforzo, Eloise si fece forza e si tirò su, traballando. Prima su un piede, poi sull’altro, poi un passo, e.... La caviglia cedette, portandola ad aggrapparsi a chi aveva di fronte per non capitombolare a terra, pur con scarsi risultati: appesa alle vesti di Emily Rose, era di nuovo inginocchiata a terra, boccheggiante e scossa da tremori, in una muta richiesta d’aiuto.

GEARSSTATS
Bacchetta Legno di Sequoia, Piuma di Ippogrifo, 11 policci e 1/4, Rigida
Spilla della Scuola di Atene | cielo attivo: Venere
Collana Fading in the Dark Permette all’individuo di diventare momentaneamente inconsistente e sfuggire così agli attacchi diretti ad infliggere danni fisici. Utilizzabile un turno per quest. Tempo di ricarica 1 giorno on gdr.
Sacchetta legata alla cintura
Nanosticca Fa diventare alto poco più di 30 cm (Non modifica la forza fisica/magica del pg, diminuisce solo le proporzioni del corpo. Dura un solo turno)
Polvere Buiopesto Peruviana Peruviana Polvere finissima e nera come la pece, proveniente dal Perù, è’ in grado di creare un buio intenso e impenetrabile per la durata di 5 minuti.
Caramella d’Illusione Chi la ingerisce si “sdoppia” rendendo difficoltoso per l'avversario riconoscere quello vero.
Una fiala di Decotto al Dittamo
Una fiala di Pozione Mors Aparentis
PS 83/199
PC 103/128
PM 123
EXP 26.5
AZIONIDANNI
png
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Eloise è contenta dell’idea di uscire dalla galleria. Quando crolla tutta viene presa da un pizzico di claustrofobia (e ansia per la fine del fidato Sempronio) e si ritrova nell’ufficio di Pev scossa dal trauma. Prova ad alzarsi, ma le gira la testa. Sguardino ad Aiden, secondo tentativo di farcela da sola, ma si appende alle gonnelle di Mamy, e gnafa ad andare avanti. SOS.
Colpi alla schiena, lievi bruciature (parzialmente curate). Sassate (corpo e zigomo).

 
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view post Posted on 28/8/2018, 23:06
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Megan Milford-Haven 15 AnniCielo della Luna

Aveva aperto gli occhi all’interno dell’ufficio del Preside, ci mise un po’ per capire dove fosse, di essere tornata nel presente, nella sua realtà. Gli ultimi istanti trascorsi nelle terre di Gerusalemme furono costernati dalla confusione più totale. Ciò che ricordava era semplicemente l’evocazione del suo incanto, la scia azzurra del Protego, e poi il muro della fortezza crollare pezzo dopo pezzo, seguito di una tremenda esplosione, schiacciando alcuni soldati ai suoi piedi. Ricordava la paura che con irruenza, come il forte vento di una tempesta, si era fatta largo nella sua mente e poi un grido, il suo, e le mani a proteggere il volto dagli enormi massi che piombavano sul terreno, come se fosse bastato per evitarle la morte.
La visione della forte luce improvvisa e poi buio più totale, la fece vacillare lasciando camminare il flusso di pensieri nello stato confusionale che la mente aveva creato. Che fosse quella la morte? Si era chiesta e per una manciata di secondi credette di non avercela fatta.
Quando la luce tornò, insieme alla consapevolezza di essere salva, un flebile sollievo si fece spazio nella sua anima e sebbene ora fosse al sicuro, lo stato destabilizzante che l’aveva colta continuava ad essere presente anche se con minore intensità.
Si sollevò da terra con fatica, un lieve sospiro ed un leggero lamento uscirono dalle sue labbra, mentre i suoi occhi blu poggiavano su ogni singola persona in quella stanza. Si era resa conto di aver iniziato a respirare proprio in quegli istanti, solo quando fu certa di essere al sicuro, quando fu certa che chi era partito con lei fosse insieme a lei.
Il sapore ferroso in bocca e la gola secca non riuscirono a farla deglutire, era troppa la polvere e la sabbia che aveva inghiottito ad ogni singolo passo in quella terra straniera. Così tossì portando la mano davanti alla labbra mentre il cuore iniziava lentamente a riprendere il suo regolare ritmo ed i respiri a trovare la loro calma.
Al suo fianco c’era Emily, era lì vicino a lei come lo era stata negli ultimi attimi di quell’assurda guerra.
La guardò, osservandone i lineamenti stanchi poi portò la mano a stringere quella di lei. Un gesto istintivo, naturale, cui non riuscì a fermare l’impulso. Non pensò molto a ciò che stava accadendo in quel preciso istante, non si fece nemmeno troppe domande, si lascio guidare dall’istinto e dall’empatia che in qualche modo la teneva legata a lei. Potevano bastare davvero solamente pochi istanti per sentirsi legati a qualcuno?
Con una leggera pressione, poi, portò la mano libera a premere sul fianco sinistro che, dolorante, le dava continue fitte lancinanti. Con molta probabilità le costole erano compromesse e non credeva di riuscire a sopportare a lungo quel dolore: avrebbe desiderato ancora l’adrenalina scorrere nelle vene per non sentire più nulla.
Nonostante tutto era totalmente grata di essere ancora in piedi, di poter camminare con le proprie gambe anche con evidenti ematomi, escoriazioni e tagli che le bruciavano, marchiandole la pelle candida. Poi la nausea sembrava non volerla abbandonare, aumentava di minuto in minuto, l’esposizione elevata ai raggi solari e all’intenso caldo sembrava averle causato un principio d’insolazione e nonostante più volte avesse provato a premere le tempie per cercare di alleviare il dolore, le fitte nella testa non avevano cessato il loro graduale aumento.
Era chiaro che da quell’avventura non fosse uscita del tutto illesa. Sebbene la sua squadra avesse vinto e la fatica fosse stata ripagata, l’unica vittoria che percepiva era quella personale. La realtà della vera sofferenza, l’odore della guerra e della morte l’avevano in qualche modo cambiata: sicuramente non era la stessa persona che aveva iniziato quel viaggio.
«L’infermeria.»
Aveva appena sussurrato ad Emily. La tirò a sé con delicatezza, poi lascio che le dita si slegassero e tornassero a sostenere il peso del dolore, toccando il tessuto della divisa, abbracciando il busto. Con passi cadenzati si diresse verso l’uscita, lo sguardo basso contava le pietre sul pavimento mentre affianco a lei c’era l’unica persona che in quel momento avrebbe voluto avere al suo fianco.






Inventario:
» Bacchetta - Legno di Ciliegio, Lacrima di Veela,10 pollici, semi rigida (mano dx)
» Ciondolo Giada delle Fate (al collo)

» Polvere Buiopesto Peruviana (nella borsa)

» Nanosticca (nella borsa)

» Gigansticca (nella borsa)
» Mantello della Disillusione (lo indossa)


» Ciondolo della scaglia di Drago (al collo)

» Guanti del Minatore (li indossa)

» Anello Difensivo: Protegge da danni fisici e incantesimi. Anche da Avada Kedavra, ma poi si spezza. (anulare mano dx)

» Filtro Sonno Leggero (nella borsa)

Vestiario:
[x][x]
Ovviamente no spada, no tacco no party? Ah no. :secret:


Statistiche
PS: 145/23
PC: 91/85
PM: 98/98
Exp: 7,5

Classi incanti
» I Classe
» II Classe
(eccetto Orcolevitas)
» III Classe
(Iracundia, Protego, Arania Exumai, Lacarnum Inflamare, Extinguo, Algor Flamma)


Riassunto
Tra dolori vari e la totale confusione, Megan considera solamente Emily e si dirige verso l'infermeria.


 
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view post Posted on 13/9/2018, 22:15
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Uy6yeqL




Che un manipolo di uomini potesse rallentare un esercito non era una novità, lo aveva di sicuro letto da qualche parte - e non si parlava solo di Leonida e dei suoi famosi trecento - e cercò di ricordarsi quelle letture mentre, da dietro la sicurezza del proprio mantello, guardava i soldati romani fermarsi ed esitare.

Lei stessa aveva provato l'effetto del Nebula Antigravitas sulla sua pelle, una vita fa, durante un duello quando Peverell non era ancora tornato ad Hogwarts e la Scuola di Atene apparteneva ancora al passato.

Pensò a quale altro incantesimo nel suo arsenale avrebbe potuto usare per mettere ancora un poco i bastoni tra le ruote di Roma, metaforicamente parlando, ma le sue riflessioni furono bruscamente interrotte. Uno strappo improvviso, l'ormai familiare vortice che le faceva sempre rimpiangere di aver cenato prima di una missione - non importava quanto scarsa fosse stata la cena - e poi il non proprio piacevole incontro col pavimento dell'ufficio di Peverell.

Hogwarts. Casa. Di nuovo trasportati nel presente prima di aver avuto una risposta. O, forse, la risposta c'era stata e lei non aveva potuto vederla, isolata dai propri compagni. Si chiese se alla fine le mura di Gerusalemme e la Fortezza Antonia fossero cadute, solo per poi scuotere la testa per quanto ridicola fosse quella domanda inespressa. Peverell era stato più volte chiaro su come i loro viaggi non fossero volti a cambiare la Storia - non assolutamente almeno - ma a osservare e imparare.

Si massaggiò le tempie con un piccolo sospiro, pregustando già una lunga doccia calda per lavare via anche solo lo spirito, l'ombra, della sabbia e del caldo della Giudea del passato. Fece invece una smorfia davanti al sorriso allegro di Peverell. Ovvio, lui non si era trovato nel mezzo di una guerra. Non quel giorno almeno. La ragazza scosse la testa da un lato all'altro per scacciare il pensiero di un'altra battaglia, quando i Mangiamorte avevano attaccato Hogwarts. No, per quello ci sarebbe stato un altro giorno.

Si guardò attorno e il peso che aveva nel cuore scomparve man mano che i suoi compagni ri-apparvero nell'ufficio. Rivolse un debole sorriso ad Amber, rimandando però a un altro momento di farsi raccontare cosa fosse successo sulle mura, e fece un cenno a Thalia. E poi pensò che sarebbe stato, be', divertente, chiacchierare un poco con Eloise, farsi dire cosa si provava a essere tra le file Romane, dall'altra parte della barricata. Era un po' di tempo che non parlava con Eloise, non come amiche almeno, e sarebbe stato bello ricominciare.

Ma, per il momento, la sua prima meta sarebbe stata l'infermeria. Per una volta, a dispetto delle previsioni più nere, non le era andata troppo male. Certo, aveva rischiato di soccombere al sonno eterno di qualunque cosa fossero quegli spiriti nei sotterranei di Gerusalemme, se Thalia non fosse intervenuta, ma ora di quello non c'era più traccia. Sulla sua pelle, solo qualche livido.



Ritorno a Hogwarts, qualche riflessione e poi si va in infermeria


Equipaggiamento

Sacca medievale, al fianco destro. Contiene: Mantello cinese (1); Decotto al dittamo (1); Pozione rinvigorente (1); Bacchetta trabocchetto versione mutanda (1)
Violino spettrale, appeso alla schiena. Questo violino permette al suonatore di esprimere un'infinita tristezza musicale, quasi spettrale, che farà commuovere i presenti nel raggio di cinque metri. Se la musica persiste per più di un minuto, si varcherà il limbo fra vita e morte e tutti cadranno in uno stato di catalessi apparente. Finita la musica, l'effetto si dissipa velocemente. Consigliato ai suonatori esperti
Avversaspecchio (1), nella tasca dei pantaloni
Amuleto dedicato ad Atena (1), al collo, sotto i vestiti
Spilla della Scuola di Atene
Bracciale celtico


Statistiche & Abilità
Punti Salute: 175/210
Punti Corpo: 142
Punti Mana: 142/142
Punti Esperienza: 35

Rettilofona Esperta
Animagus Esperto (Antilope Impala)


Danni
Lividi da caduta e da stritolamento
Lividi da proiettili d’acqua (causa kelpie)
 
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view post Posted on 13/9/2018, 22:48
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Stava fissando il libro chiuso sul legio quando si sentì costretta a portare la mani all’addome. Un conato venne trattenuto a stento e nell’incomprensione di quel luogo e quel momento, Emily temette che, se solo si fosse piegata per attutirne il fastidio, l’intera fortezza sarebbe nuovamente crollata sul suo esile corpo.
Chiuse gli occhi, così forte da sentire le palpebre premere dolorosamente sulle iridi arrossate. Ci mise troppo tempo nel capire che i rumori della battaglia erano cessati, che erano lontani anni e chilometri da quella terra insanguinata. Eppure, nonostante la lenta consapevolezza di essere tornata a casa, non aveva il coraggio di accertarsene realmente.
E se fosse stata solo l’ennesima visione?
L’Antonia stava venendo giù; aveva avvertito l’instabile pedana crollare sotto al suo esile peso in fuga e si era voltata in direzione di Megan. Con il poco fiato in gola voleva esortarla a fuggire ma non credeva d’esserci riuscita. Qualcosa l’aveva trascinata via. Se ciò che stava vivendo non era la realtà ma un probabile bivio futuro, non ci sarebbe più stata una verità a cui tornare.
La voce del Preside, ovattata eppur in grado di trafiggere il silenzio e l’incomprensione comune, fece sì che la Serpina riuscisse ad aprire gli occhi sui Fatti. Inquadrato il volto dell’uomo, sentì il sollievo farsi spazio nelle sue membra e il respiro prese a farsi regolare.
Erano tornati, salvi per un soffio. In quanti, però, erano rimasti lì a fare i conti con le loro macerie?
Era veramente impossibile dare un senso ai pensieri che la giovane donna stava avanzando in quel momento. Sentimenti mai esplorati prima, mancata consapevolezza degli eventi e l’improvvisa, immotivata vergogna a colorarle le guance scarlatte, s’arrancavano nella sua mente troppo stanca per trovarvi un posto.
Al pari del sollievo provato dalla carezza di una leggera, fresca brezza primaverile, la mano di Megan arrivò a donarle ristoro. Per un istante, la Serpina richiuse gli occhi cinerei, beandosi di una stretta improvvisa e inaspettata ma non per questo meno familiare. In qualche modo, per la prima volta, nulla di quel tacito legame le sembrò forzato e, stretta a sua volta la mano dalle affusolate dita, si lasciò andare ad un piccolo sospiro: era tornata alla realtà.
Ma lo erano tutti?
In quel momento, le fu difficile persino rielaborare gli ultimi minuti di quella battaglia tant’era stato lo shock nel ritrovarsi vinti tra i vincitori. Una cosa però la ricordava…
*Eloise*, quel nome la spinse alla ricerca e, come per un fulmine a ciel sereno, lo sguardo di Emily si colorò di una luminosa, indecifrabile ombra.
Il ritrovamento fu quasi immediato. Come richiamata da quel volere, la Tassina sembrò crollarle letteralmente tra le braccia. Stanca e provata, Emily non reagì subito a quella caduta e ne sostenette il leggero peso a fatica. Piegate appena le ginocchia, cercò di cingerla in vita per tirarla su, sentendo il corpicino scosso da tremori.

Emme.
Un richiamo sbiadito alla vera alleata di quella battaglia, un cenno alla sua protetta ed Emily si ritrovò a seguire Megan tenendo Eloise stretta a sé.






Punti Salute: 117/221
Punti Corpo: 184
Punti Mana: 188
Punti Esp.: 43,5

Banshee

E q u i p a g g i a m e n t o
~ Bacchetta: Legno di Salice, Crine di unicorno, 11 pollici e un quarto, rigida
~ Spilla di Atene
~ Stiletto della Banshee, pugnale di antica e pregiata fattura.
~ Fiala di Pozione Rinvigorente
~ Mantello della Disillusione
~ Cuspide Scarlatta Ditale simile al pungiglione di uno scorpione, interamente in argento. Chiunque lo indossi avrà il potere di pungere un mago creando una ferita dalla quale inizieranno a sgorgare litri di sangue. Il sangue sarà solo una mera illusione ma il senso di affaticamento e confusione della vittima sarà reale)
~ Anello del Coraggio (attacco e difesa raddoppiati nei confronti di un unico
avversario – 2/5 azioni)
A z i o n i
Emily apre gli occhi nell'ufficio di Peverell ma teme che sia l'ennesima visione nel bel mezzo del crollo dell'Antonia. Grazie a Megan (Emme ♥), si ritrova nella realtà. Non ha le forze di fare ordine. Stringe la sua paperella e segue M. in Infermeria.




 
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