Atto I, Scena III

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view post Posted on 30/8/2018, 20:10
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«Oh…beh, allora!» ghignò alla risposta della Tassorosso, mentre in volto un’espressione divertita si faceva strada indisturbata.
Spostò l’attenzione poi su Wolfgang e sulla sua battuta cui rimase sorpresa. Gli rivolse uno sguardo fulmineo poi ammiccò incurvando le labbra serrate. Non era abituata a sentirlo parlare in quella maniera, il suo sguardo sorpreso non passò certo inosservato e tuttavia non le dispiaceva affatto sentire tali considerazioni e battute a prescindere dal destinatario che, sfortunatamente per lui, sembrava essere ancora il professore. In quell’istante Megan si stava domandando si provasse ad essere circondati da persone che odiano ogni cosa che si fa; quale fosse la sensazione di avere addosso sguardi e sorrisi falsi di individui pronti a sputare veleno ogni volta che si voltano le spalle.
Come si sentiva realmente Dorian Hades Midnight? Doveva ammettere che un minimo di compassione la provava, eppure anche lei si era trovava ad assumere lo stesso atteggiamento. La colpa d’altronde non poteva essere che del professore, anche se era sicura che sotto a quella maschera forte, saccente e irritante, si celasse un passato ferito. Chissà cosa nascondeva, chissà cosa l’aveva spinto a diventare così.
Le persone cambiano perché accade qualcosa nella loro vita, lei lo sapeva bene ed il cambiamento lo stava provando sulla sua stessa pelle giorno dopo giorno. Sarebbe stata una bugiarda nel negare che non si sarebbe modificata nel tempo e che non avesse il timore di scoprire quale sarebbe stata la nuova Megan.
Scrollò ogni pensiero che si era annidato nella sua mente in quegli istanti, si abbandonò totalmente a quella situazione e fu grata di tale presenza. La giusta distrazione sembrava aver aperto le danze ed insieme ad essa la curiosità che dapprima Nieve ed ora Thalia le avevano solleticato nell’anima.
Rise di gusto alle battute che la Grifondoro aveva scambiato con così tanta facilità, infondo Wolfgang le aveva servito un piatto d’argento più che appetibile e non poteva aspettarsi reazione diversa.
Sapeva grossomodo della relazione che il docente aveva con la McLinder, ne aveva avuto una vaga intuizione nelle terre vaste e afose dell’America quando, la ormai professoressa di Astronomia, era ancora un semplice Auror.
«Mh… interessante-»
Increspò le labbra in un espressione inorridita riguardo l’affermazione di Nieve sulle doti fisiche, al quanto gratificanti, del professore.
«Immagino che le mandi lui queste voci in giro!»
Rise.
Successivamente, quando la serietà si fece spazio tra di loro, con un gesto semplice e delicato poggiò entrambi i gomiti sul tavolo, posando il mento tra le mani intrecciate in una salda presa. Una posizione di totale attenzione, perché sembrava che se la fossero guadagnata e che avesse trovato il giusto passatempo che l’avrebbe allontanata dal resto dei suoi pensieri.
«Beh, potrei trovarmi d’accordo. È chiaro a tutti quale ruolo Dorian ha in questa scuola. Come è chiaro quanto abbia abusato e stia abusando di tale potere. Ma Nieve, come credi di poterlo fare fuori? Credi davvero che potremmo essere ascoltati qualora fosse?»
Ciò che aveva sentito dal Prefetto era verità, sapeva bene che nonostante l’indifferenza che aveva applicato nel tempo, i suoi voti avrebbero in qualche modo compromesso ciò che sarebbe voluta diventata un giorno. Non si trattava di voti, non si trattava di una A, era il futuro ad essere importante e se lui aveva tale potere era certo che qualcosa aveva la priorità di essere cambiata: lui.
Nonostante tutto, il suo scetticismo era palpabile, non avrebbe aderito a qualcosa priva di alcun fondamento.
«Ci sono state lamentele. Il Preside sono sicura che ne avrà sentite molte,-»
Con un gesto tirò via la ciocca corvina che le era andata a coprire parte del volto, fermandola dietro l’orecchio.
«-avrebbe potuto fare qualcosa, no?!»
Troppe domande, forse fatte alla persona sbagliata per avere le giuste risposte. Eppure, in qualche modo, le cercava; gli occhi della giovane studentessa sembravano così fieri e sicuri che un briciolo di fiducia, involontaria, Megan l’aveva provata.
Volse il suo sguardo verso Thalia, cui Nieve passò le redini. Sorrise, perché quel passaggio di staffetta le sembrava così premeditato: forse Nieve si era accorta dell’astio che aleggiava tra le due studentesse.
«Cosa?»
Si sporse leggermente in avanti con il busto, senza staccare nemmeno per un istante lo sguardo dalla Tassorosso. Per la prima volta, nei suoi confronti, avanzava abbassando ogni arma.



Et Voilà!
anzzzzziah!!
:fix:
 
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view post Posted on 3/9/2018, 10:06
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Era evidente che ci fosse una certa complicità tra le due ragazze, che andava oltre a una semplice conoscenza scolastica, dovuta forse al ruolo che entrambe svolgevano o all'aiuto che Thalia poteva prestare alla sua collega nello svolgere i compiti che il Professor Midnight affidava loro al termine di ogni lezione - un'amicizia, si potrebbe dire, riconoscibile anche a un occhio esterno come il quello di Wolf, che non aveva mai prestato attenzione alle relazioni altrui. Tuttavia, a proposito di relazioni interdisciplinari, pareva proprio che Nieve fosse foriera di informazioni cui - pur non avendo mai prestato prima di quel momento troppa attenzione alle malelingue, preferiva affidarsi ai propri sensi, piuttosto che ai racconti passati di voce in voce e acuiti dall'immaginazione altrui - in quel momento, si scopriva ghiotto: il ricordo dell'umiliazione subita davanti agli occhi di Elijah, pur bruciando ancora come il primo giorno, trovava un momentaneo ristoro nelle parole del Prefetto di Grifondoro.
Cosa non si faceva per vendetta.
Oh, beh, non oserei mai... come dire... - Wolf finse di pensare a come terminare la frase, lasciando che la faccia si rilassasse in un ghigno divertito davanti a quella che pareva in tutto e per tutto un'imitazione della docente di Astronomia -... arrivare a insinuare che la penna rossa del nostro amato Professore non sia all'altezza della situazione.
Era la prima volta che si trovava nelle condizioni di poter osare un simile atteggiamento di fronte a Megan, ma aveva notato la sua reazione dapprima sorpresa, poi divertita rispetto alla sua battuta iniziale: inoltre, doveva ammettere che faticava a trattenersi quando Nieve, con elegante malizia, gli forniva lo spunto per procedere in quel gioco di insinuazioni e mezze verità. Non aveva ancora avuto modo di avere a che fare con la Professoressa McLinder - immaginava che fosse lei la docente dai grandi occhi blu di cui parlava la sua collega - non aveva nulla contro di lei, ma venire a conoscenza di un tale succulento pettegolezzo era stato decisamente appagante per il suo ego.
Le parole di Thalia, però, smorzarono l'atmosfera goliardica della precedente conversazione: Wolf, incapace di mantenere inalterata la propria espressione, inarcò un sopracciglio in una smorfia di confusa sorpresa: per essere educati, ovviamente - per quale motivo doveva aver bisogno di due Prefetti non appartenenti alla propria Casata? Tuttavia, prima che potesse esporre i propri dubbi, intervenne nuovamente Nieve, con una serie di azioni che lo lasciò, per la seconda volta in pochi minuti, spiazzato: era proprio necessario l'utilizzo di un Muffliato? Certo, le battute che si erano scambiati pochi istanti prima, non potevano considerarsi del tutto caste e, se giunte alle orecchie sbagliate, avrebbero potuto costare loro una bella punizione - oltre alla riduzione sistematica del contenuto delle loro classifiche. A ben considerare, era meglio mantenere la conversazione segreta: non aveva nessuna intenzione di attirare su di sè l'ira della Caposcuola Rose.
Quando, poi, Nieve iniziò a parlare, Wolf comprese il motivo di tanta segretezza: quello che stavano di cui stavano discutendo in quel momento, era una vera e propria rivoluzione didattica - quasi riusciva a immaginarselo, il Professor Midnight, novello Napoleone dei giorni moderni, sbraitare alla classe. O meglio, esporre alla classe con dovizia di particolari, mantenendo un tono di voce di calma supponenza, come quella non fosse una democrazia, ma una dittatura di cui lui era il perno focale.
Do you hear the people sing? Singing a song of angry men? - canticchiò a mezza voce, mentre le immagini di Napoleone con il ciuffo faticavano a scomparire dalla sua mente. I dubbi di Megan, però, riportarono la sua attenzione al presente, inducendolo a un atteggiamento di maggior prudenza. Doveva ammettere che, in quel momento, se fosse stato solo, si sarebbe gettato in quell'impresa, fregandosene delle conseguenze: in fondo, sembrava che l'antipatia che provava per quel docente in particolare fosse condivisa da buona parte del corpo studentesco - corpo studentesco che, a quello che poteva osservare, non aveva voce in capitolo sui metodi d'insegnamento. Neppure i Prefetti, una carica che li portava a ricoprire un ruolo di maggior importanza rispetto ai studenti, parevano aver la possibilità di modificare alcunchè rispetto alla situazione corrente.
Cosa dovremmo fare?
Amo gettato, pesca abboccata - ecco come si sentiva in quel momento Wolf, lasciando che fossero le due ragazze a condurre le redini di quello che pareva in tutto e per tutto un arruolamento: doveva ammetterlo, con quelle parole avevano catturato la sua attenzione.
 
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view post Posted on 12/9/2018, 19:58
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Era soddisfatta, decisamente.
Se la loro amicizia aveva davvero un senso, quello era da ricercarsi nella continua e reciproca influenza che l’una esercitava sull’altra; nemmeno Fiona ed Iris, le sue sorelle di sangue, erano mai state tanto avvezze ad imparare qualche piccolo trucchetto da lei. Nieve, d’altra parte, memore del pomeriggio trascorso nell’Ufficio Vuoto, aveva saputo replicare con esattezza le accortezze della Tassorosso. E se quello non era motivo di vanto, che cos’avrebbe potuto esserlo?
«Me ne compiaccio, cara!» esultò, l’espressione furba mutata in una più seria, ma non meno canzonatoria. In fondo, quel teatrino era nulla se comparato al pomeriggio trascorso ad addestrarla.
Le parole di Nieve trovarono ben presto terreno fertile e, mentre Wolfgang e Megan iniziavano a porre le prima spinose domande, l’Irlandese annuiva convinta. Anche i Tassorosso non stavano avendo vita facile: persino Amber, una delle menti più brillanti con cui avesse il piacere di intrattenersi, non riusciva a strappare al Midnight una valutazione “oltre ogni previsione”. *Dovrei chiedere ad Horus* - pensò in quel momento, arricciando le labbra in una smorfia dubbiosa.
«Oh, è molto semplice Wolf.» intervenne a quel punto, desiderosa di sfruttare il tempo rimanente prima che la bibliotecaria cogliesse il sottile inganno del ronzio nelle orecchie «Ascoltare, raccogliere informazioni - testimonianze di prima mano sarebbero il meglio del meglio - e riferire. Non parlate con nessuno di questo compito extra scolastico, scegliete bene di chi fidarvi e di come vi esprimete.»
A quel punto scoccò uno sguardo in tralice a Nieve, un’occhiata perentoria che avrebbe dovuto ricordare a Nieve il sacrificio fatto nel scrivere un saggio del tutto inutile per colpa della sua impulsività. Se ci ripensava, si rivedeva scuotere il capo - seduta ad un tavolo di distanza da quello in cui si erano accomodate - con la piuma nell’incavo tra pollice ed indice. *E meno male che gliel’ho scritto io.*

«Dorian Hades Midnight sarà la causa della sua stessa rovina, di solito gli ambiziosi non sanno quando fermarsi e per lui non sarà diverso. Noi dobbiamo soltanto dargli una... spintarella.» - proseguì seria, volgendo lo sguardo a Megan.
«Sei uno dei nuovi Prefetti di Corvonero. I Concasati si confideranno e si lamenteranno ben presto. D’altra parte siete abituati a ricevere elogi per il vostro acume… cosa che Midnight vi nega sin dal primo giorno.»
Non le piaceva l’idea di affidarsi alla Milford-Haven per quel compito, ma doveva ammettere che fosse l’unica a poter condurre Corvonero all’interno di quella complessa equazione. Quattro variabili erano pur sempre meglio di tre.
La storia si faceva più complessa se considerava il caso di Wolfgang. Non aveva idea di quale fosse la sua media, se fosse amato all’interno della propria Casa e se la sua ambizione fosse tale da condurlo alla Spilla da Prefetto da lì a qualche anno. L’unica certezza era che Mike sarebbe stato dei loro, dopo che gli fosse passato lo stravolgimento emotivo a seguito delle rivelazioni nel Bagno dei Prefetti, e solo allora avrebbe saputo con certezza se Wolfgang meritasse la loro fiducia.
«Mike è un Prefetto della tua Casa e sa esattamente cosa stiamo facendo.» sorrise nel nominarlo, una smorfia del tutto diversa da quella usata in precedenza verso Nieve «Effettivamente, se il mio ragazzo non fosse d’accordo con me su questo punto…» *Probabilmente sarei sola soletta* «Parlane con lui.» riprese poi «Ma presta attenzione a chi si trova nei paraggi. Un Muffliato può fare molto, ma non ci aiuterà a tenere segreto il progetto fino al momento in cui la bolla esploderà.»
Di nuovo, come accaduto in precedenza, rivolse lo sguardo in direzione di Nieve alla ricerca di una tacita - o espressa - approvazione. L’Esercito, in fondo, erano loro e il progetto dell’una non poteva esistere senza il consenso dell’altra.


Thalia J. Moran | 17 anni | Prefetto Tassorosso


 
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view post Posted on 17/9/2018, 19:49
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entropia.

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Un impercettibile spasmo colse la fronte della Grifondoro, quando Megan parlò del docente di Difesa chiamandolo per nome. Per una persona come Nieve, che percepiva nitidamente la separazione dei ruoli e gli effetti della propria subordinazione, era curioso fare i conti con un atteggiamento di disinvoltura al limite della confidenzialità. Senza rendersene conto, socchiuse appena gli occhi e congetturò una manciata di teorie sull’indole della Corvonero. Immersa com’era in quello studio antropologico — aveva un’intelligenza così riottosa, mi verrebbe da aggiungere a discolpa della Rigos —, si riscosse giusto in tempo per cogliere l’intervento esplicativo di Thalia.
Con le scapole accostate allo schienale della sedia, Nieve chinò lo sguardo sul profilo della propria bacchetta. I polpastrelli ne sfiorarono la superficie levigata, mentre continuava a interrogarsi sul quesito che le aveva presentato Megan. Non voleva che il Prefetto Corvonero pensasse di avere di fronte una sciocca sprovveduta! Quella battaglia, iniziata molti mesi prima, era frutto di uno sforzo per il quale si era detta pronta a sacrificare ogni cosa, soprattutto sé stessa.
L’angolo della bocca ebbe a sollevarsi, quando il ricordo della battuta di Wolfgang sulla penna rossa tornò a farle visita.

«Vorrei tornare un momento sulla considerazione che hai fatto prima, Megan,» esordì d’un tratto, quando le chiacchiere furono fluite e ritenne di avere un buon margine di manovra per inserirsi. Alzò lo sguardo con la pretesa di catturare nuovamente l’attenzione della Corvonero. Dunque Nieve, che era apparsa giocosa e frizzante fino a pochi istanti prima, rovistò nel baule della propria emotività ed estrasse il più serioso dei contegni, indossandolo. «È un’ottima osservazione la tua. E non lo dico solo perché ho avuto modo di farla io stessa, almeno cinque mesi or sono.» Le sorrise. «Il Preside è un uomo impegnato. Immagino che le circostanze della sua nomina, dopo la sparizione della Bennett, gli abbiano reso il compito di gestire e riorganizzare la scuola più difficile del previsto. Era il Vicepreside, quindi non fatico a credere che avesse sotto controllo a modo suo la situazione già da prima. Tuttavia, se c’è una lancia da spezzare in suo favore, è che non sia stato lui ad assumere il nemico Dopo il passaggio di testimone al vertice dell’amministrazione scolastica, Nieve si era spesso domandata se ci fossero buone probabilità che il docente di Difesa venisse cacciato in favore di una più piacevole sostituzione. Con un briciolo di vergogna, si era resa conto che l’idea di vederlo sparire la entusiasmasse ben più che non quella di affrontarlo vis-à-vis. Non si era presa la briga di indagare alla ricerca di risposte a quell’unico, fondamentale perché. «Ora, se anche fosse plausibile immaginare che qualche voce gli sia arrivata su questo malcontento, dubito che possa avere piena consapevolezza della situazione. Pensaci bene: quanti degli studenti che conosci, pur lamentandosi della persona in questione, hanno deciso di andare nella torre del Preside per fare presenti le proprie difficoltà? Io non l’ho fatto, ad esempio.» Deglutì, vagamente a disagio. «E, forse, è stato un bene. La lamentela di un singolo, per quanto accorata, fa presto a perdersi nel vuoto. Non è abbastanza.» Rigirò la bacchetta tra le dita, assorta. «Prova, però, ad immaginare che le voci si trasformino in una denuncia e che questa denuncia sia supportata non solo da prove materiali, ma da un folto gruppo di studenti tra cui figurano anche del Prefetti.» Gli occhi grandi di Nieve tornarono ad allacciarsi a quelli di Megan dopo un breve momento di distacco. «Molti Prefetti, appartenenti a ciascuna Casata. Non ti assicuro che il Preside lo metta alla porta, ma trovo difficile pensare che possa decidere di non tenerne conto. Specie…» La bocca di Nieve si esibì in un sorriso insinuante. «Be’, specie considerati i tempi che corrono e la poca efficienza che Hogwarts ha dimostrato nel prendersi cura dei propri studenti. Se si spargesse la voce che il nuovo Preside di Hogwarts ignora non le lamentele, ma la formale denuncia di una fetta di studenti, e se questa voce dovesse giungere alle orecchie sbagliate, potrebbero ingenerarsi delle reazioni spiacevoli. Sai, l’opinione pubblica e tutto il resto che sembra così tanto caro alla gente, qui in Inghilterra…»

Era la prima volta esprimeva a voce alta un pensiero al quale aveva dedicato le migliori ore di riflessione delle ultime settimane. Le vicende che avevano coinvolto la scuola, gettando nello sconforto centinaia di famiglie, erano state sufficienti a instillare nel suo animo il timore di un abbandono, e a ragion veduta: Grimilde e Julian si erano precipitati a Hogsmeade, pronti ad ottenere un immediato nullaòsta, e Nieve aveva dovuto fare carte false perché desistessero. Solo in un secondo momento era riuscita a mettere insieme i pezzi, trovando il modo di volgere a favore della causa dell’Esercito le incresciose vicende scolastiche. Cercare Thalia, a quel punto, fu imperativo.

«Voglio che sia chiara un’altra cosa, comunque: non potrete parlare dell’Esercito a nessuno, neppure al vostro migliore amico, senza il nostro permesso. Dovrete prima sottoporre a noi la candidatura e lasciarci il tempo di valutarla. Abbiamo impiegato mesi a costruire una rete d’informazioni senza essere scoperte e abbiamo in programma delle tappe che non sono affatto indolori; tappe che vi saranno comunicate e su cui avrete voce in capitolo, laddove decideste di condividere il nostro obiettivo. Allo stesso tempo, non possiamo permettere che tutto venga mandato all’aria perché, perdonate la schiettezza, qualcuno non è in grado di tenere la bocca chiusa e fidarsi della nostra capacità di giudizio. Questo progetto è più rischioso che non ambizioso. È importante tenerlo a mente!» Il riferimento vago all’addestramento le strappò un sospiro. «Ora, sapete cosa abbiamo in mente e sapete cosa dovete fare. Direi che il passo successivo sia piuttosto scontato: siete dentro oppure no? Se sono le certezze che cercate, mi sento in dovere di consigliarvi la seconda delle due opzioni.»

Tacque, in attesa.
 
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view post Posted on 7/10/2018, 01:00
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L’ironia sembrava aver trovato la sua resa, concedendo ad alcuni dei presenti di disporre le proprie perplessità e di trovare le risposte.
Megan aveva palesato i suoi dubbi ponendo domande e meditando su quanto quella situazione stesse diventando più seria di quanto aveva inizialmente creduto. Così quando i toni erano cambiati, lasciando spazio all’autorevolezza, si era ritrovata a fissare la Tassorosso che, con estrema cura, delimitò ogni dettaglio di quello che sembrava essere in tutto e per tutto una cospirazione contro Midnight.
Quell’attenta descrizione degli eventi futuri, che avrebbero fatto parte sella sua vita, le provocarono un intenso brivido di eccitamento lungo tutta la colonna vertebrale, che non seppe trattenere picchiettando le dita sul duro legno del tavolino.
«Non nego che ci siano già dei problemi.»
Rispose a Thalia, evidenziando un espressione amara in volto.
Era vero ciò che diceva, la sua casata era entrata in un loop di continue lamentele sul professore e i suoi voti che abbassavano la media. Megan non si era mai fatta problemi nel dire loro che non avrebbero dovuto preoccuparsi, che era un problema generale, e ora avere la possibilità di poter risolvere tutto questo, o comunque di far parte di un gruppo pronto a fare la qualsiasi per togliere Dorian di mezzo, le fece gonfiare il petto.
Aveva già viaggiato con la mente, dimenticandosi del resto, e questo le era bastato per farle comprendere quanto fosse una perfetta distrazione con un ritorno, forse, tutt’altro che spiacevole.
Erano così belle quelle parole, le ascoltava con molta attenzione, tanto da continuare ad alimentare ancora di più la voglia di aderire seriamente. Ma erano pur sempre parole a cui dava, razionalmente, un peso ben minore rispetto ai fatti. Da sempre era risaputo che i professori avevano il coltello dalla parte del manico e non riusciva a capire cosa sarebbe cambiato questa volta, e perché mai la lama, ora, sarebbe stata dalla loro parte.
Alcuni di loro erano semplici studenti con delle responsabilità in più, perché sapeva bene che la spilla in petto aveva solamente un valore simbolico, rappresentando una posizione che poteva essere surclassata senza alcun problema. Per lei era chiaro che se avessero scoperto mai qualcosa manifestando pubblicamente il tutto al preside, qualcuno, se avesse voluto, avrebbe potuto insabbiare tutto senza alcun problema. Così, gli unici a rimetterci faccia e “carriera” sarebbero stati loro.
Tuttavia, proprio perché tutto questo sembrava essere molto rischioso, Megan si lasciò convincere.
Il pericolo, la paura, l’adrenalina.

La sua fantasia viaggiava non lasciando alcun limite di interruzione, quello era il motivo per il quale non si era accorta minimamente di non aver ricevuto alcuna risposta da Nieve, se non quando lei parlò appena Thalia tacque. Così spostò lo sguardo sulla Grifondoro nel momento in cui si sentì nominare.
La voce seria e convinta, che accompagnava un discorso bello, fluido, fece sorridere Megan. Aveva notato nel suo atteggiamento un leggero disappunto, come se fosse stata infastidita dalla affermazione che la Corvonero aveva fatto poco prima.
«Mettiamo che tu abbia ragione, Nieve.-»
Si abbandonò sulla sedia incrociando le braccia.
«-Mettiamo che tutto va a gonfie vele, il Preside ci crede e Midnight abbandona per sempre questo castello.- » Continuava a fissarla con voce calma, priva di inflessioni « Tutto molto bello, non posso negarlo. » alzò le spalle serrando per un secondo le labbra «Ma se non dovesse mai accadere una cosa simile? Se i nostri richiami non venissero ascoltati? Si fa presto ad insabbiare un caso, soprattutto se ci mettiamo contro una persona con un potere maggiore, conoscenze maggiori, rispetto a noi. Mi chiedo quali siano i rischi. Tutto qui.»
Era calma, nessuna preoccupazione trapelava fra le sue parole perché in realtà non c’era affatto; voleva solo metterla alla prova per vedere con chi avrebbe stretto un patto. Era questione di fiducia perché, come loro, anche lei la cercava.
Tuttavia, non aspettò alcuna risposta, tornò in posizione eretta allungando la mano verso la Grifondoro.
«In ogni caso ci sto. Aspetterò vostre notizie! » sorrise, poi guardò la rossa.
«Lo so mantenere un segreto.» ammiccò, certa che Thalia avrebbe compreso quella frase molto bene.

***
Quando il silenzio tornò a farsi largo, dopo gli educati saluti, Megan si prese qualche minuto per pensare. Era sicura di quello che aveva appena fatto anche se per noia, perché in realtà, per quanto avesse importanza, il professor Midnight rappresentava una fetta della sua esistenza a cui dava il peso che trovava.
Con gesti decisi infilò le mani dentro alla sacca posta sul pavimento, sfiorando le gambe di Wolfgang.
«Pagina 72 e non voglio storie!»
Sorrise divertita, spoglia di ogni pensiero negativo, certa che quello studio sarebbe stato molto interessante.




E così sia, bellezze!
:ue:
 
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view post Posted on 7/10/2018, 13:44
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Non si era sbagliato, l'affinità che c'era tra le due cospiratrici era talmente elevata che continuavano a concludere l'una le frasi dell'altra in un gioco senza fine: come se entrambe fossero in grado di leggersi nella mente o meglio, come se avessero pronunciato quel discorso un milione di volte. Tuttavia, pareva che i suoi ragionamenti su quanto le due amiche fossero vicine dovessero aspettare: Thalia era stata veloce a rispondere alla sua domanda, dandogli ancora una volta l'impressione di essere nient'altro che una pedina per i piani delle due ragazze - però, doveva ammettere che per una volta non era del tutto infastidito dall'essere una pedina in un gioco di scacchi altrui, specie se questo fosse stato necessario al raggiungimento della sua vendetta. Non aveva immaginato questo di sè, ma in quel momento era costretto ad ammettere che la sua vanità aveva iniziato a bruciare sin da quel giorno in Aula di Difesa Contro le Arti Oscuro e il solo modo per mettere a tacere quel sentimento velenoso era dar retta ai Prefetti di Tassorosso e Grifondoro: era un gioco pericoloso, ma non temeva le fiamme.
Se non altro, da quello che aveva potuto comprendere, non sarebbe stato l'unico Serpeverde coinvolto: anche il suo Prefetto era a conoscenza dei piani delle cospiratrici, mentre Nieve era stata fin troppo chiara nel vietargli di fare parola alcuna anche con Elijah. Se non altro, ascoltando le parole della Grifondoro, aveva potuto comprendere come i loro piani non fossero semplicemente abbozzati, ma frutto di un ragionamento ben ponderato: non che quello avrebbe comportato chissà quale cambiamento nelle sue intenzioni, ma sentirla raccontare dei suoi dubbi e di come fosse riuscita a superarli era un altro pezzo del puzzle che a poco a poco andava a dipingere un quadro fatto di denunce, lamentele e di una delle armi più potenti che conosceva - l'opinione pubblica. Anche un mago capace come il Preside Peverell doveva essere a conoscenza di quanti danni potesse provocare un bisbiglio pronunciato nelle orecchie sbagliate.
Se questo è tutto, posso assicurare anche la mia partecipazione - esordì, dopo alcuni minuti di riflessione - E, come Megan, non ho problemi a mantenere i segreti, specie quelli interessanti come questo.

***

Dopo aver salutato le due ragazze, Wolf rimase in attesa di una nuova parola da parte di Megan: sospettava che le ragioni della Corvonero fossero diverse dalle sue, ma sapeva che se avesse insistito troppo sull'argomento lei si sarebbe chiusa in sè stessa. Come volevasi dimostrare, sembrava che per quel giorno la sua pausa dallo studio fosse del tutto conclusa: con un sospiro, riavvicinò a sè la pergamena su cui stava lavorando in precedenza, sempre troppo corta per i suoi gusti personali.
Pagina 72 per te, nuovo libro sull'Incantesimo Confundus per me.
 
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view post Posted on 15/10/2018, 20:04
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Il sorriso di Nieve fece da cornice a un’espressione determinata, quando si allungò sul tavolo per ridurre le distanze tra lei e Megan. Appiattita sul legno scuro che aveva fatto da appoggio a centinaia di migliaia di studenti nei secoli, la Grifondoro allentò le briglie sulla propria natura e si concesse di essere indomita al limite del tronfio.

«Perdere non è un’eventualità contemplata nel nostro piano,» esordì con atteggiamento risoluto. «Posso accettare che le cose non vadano esattamente come me le sono immaginate, ma non esiste che lui vinca su tutti i fronti. Proprio per impedire che lo scarto tra la nostra posizione e la sua diventi per noi motivo di svantaggio, è bene gestire le cose con calma. Non mi aspetto di vederlo sparire tanto presto. Se tentassi di accelerare i tempi, so bene che mi scontrerei contro un muro e che sarebbe lui a tagliare il traguardo. Ma la cosa che mi preme su tutte è non mettere nei guai nessuna delle persone coinvolte. Per questo, mi propongo di metterci la faccia più di tutti gli altri in questa cosa.»

Ed era vero. Nieve, che era abituata a non possedere nulla, non paventava l’eventualità di perdere ogni cosa — scioccamente, aggiungerei. Nell’immaturità dei suoi anni, non aveva considerato l’impatto che avrebbe avuto su di lei subire la deprivazione di tutto ciò che la rendeva una persona. Era riuscita ad andare avanti, elevandosi da una condizione di miseria, pur con tutte le difficoltà del caso. E, tuttavia, non avrebbe potuto ritornare ad essere quella che era stata dopo aver assaporato il gusto del successo. Una regressione l’avrebbe annientata e in modo pressoché irreversibile.

«Quindi, è vero che non posso offrirvi certezze, ma posso dirti sin d'ora che faremo di tutto per ridurre i rischi e assicurarci una vittoria. In fondo, non è che uno stupido ragazzino con pochi anni più di noi.» La coscienza l’ammonì. Stava mentendo su quel fronte, e spudoratamente. Se avesse percepito Dorian Hades Midnight alla stregua di un coetaneo, non avrebbe mai mancato una lezione, un incantesimo, un compito al corso di Difesa. Invece, falliva senza possibilità di rimedio. Si alzò per fronteggiare Megan, lontana da questo genere di considerazioni, e le strinse la mano. «Benvenuta a bordo!» Lo sguardo, a quel punto, si spostò su Wolfgang. Gli sorrise, radiosa. «Vale anche per te, giovanotto fece, rivolta al collega garzone, scimmiottando i modi del loro datore di lavoro. «Se ti sei ripresa, direi che possiamo andare, Moran.»
Con la bacchetta stretta nella sinistra, recuperò la tracolla e fece segno a Thalia di seguirla.

Quando furono uscite dalla biblioteca, Nieve poté finalmente concedersi il sospiro che aveva trattenuto negli ultimi minuti: aveva il sapore della vittoria, della soddisfazione, della tensione e della responsabilità. Disporre di altri soldati implicava doversene prendere cura. Via via che il giro dell’Esercito del Mezzogiorno si allargava, crescevano le possibilità a loro disposizione, ma anche il rischio che la voce giungesse all’orecchio sbagliato. Era un bene, rifletté, che lei e Thalia si fossero assicurate di non fornire elementi di prova, capaci di avvalorare un’argomentazione in grado di smascherarle.
Procedeva accanto all’amica, con passo sicuro, quando aggiunse: «Non ha scampo!»
E lo credeva davvero.


Benvenuti a bordo, dolcetti, e grazie per averci scelti! :flower:
 
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view post Posted on 17/10/2018, 13:55
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Aveva preferito tacere invece di inerpicarsi su sentieri retorici e poco pratici: Nieve era più adatta a rispondere alle loro domande e lei, che ancora doveva fingersi un'anima in pena, era decisamente più preoccupata di tenere la bibliotecaria lontano dai piedi. Così la sceneggiata del malato immaginario era ripresa in modo naturale, fingendo di estraniarsi dalle chiacchiere dei compagni.
Nieve aveva ragione, dovevano prestare attenzione, agire con cautela e raccogliere quante più prove possibili prima che Midnight potesse acquisire una posizione dalla quale sarebbe stato difficile rimuoverlo. In cuor suo - e questo Nieve lo ignorava - si sarebbe accontentata di vedere l'ego del docente diminuire drasticamente, ma pur sempre in modo inversamente proporzionale alle valutazioni e ad un miglioramento del rapporto tra lui e gli studenti. Non era una crociata personale la sua, anzi era proiettata al raggiungimento di un obiettivo che potesse portare un giovamento generalizzato agli abitanti del Castello. Nessuno escluso.

«Il risultato è importante, ma non dobbiamo dimenticarci che non si tratta di una battaglia sul piano personale.» s'intromise appena le fu possibile, sorridendo a Nieve e sperando di dar pace al suo animo riottoso «Vogliamo ottenere ciò che ci spetta, né più né meno di questo. E per farlo ci vuole pazienza.» *Niente prese di posizione, Milford* pensò, ricambiando il suo sguardo.
Sospirò e si rilassò sulla sedia, distendendo le gambe sotto al tavolo ed incrociando le caviglie «Se non avete altre domande o perplessità... credo sia ora di andare.»
Annuì rivolgendosi a Nieve e si alzò insieme a lei, ma mentre la Grifondoro strinse le mani di entrambi, la Tassorosso rimase impassibile. Quella stretta di mano poteva essere travisata da chi, come la petulante bibliotecaria, li stava osservando di sottecchi. Con un cenno del capo salutò i due neo-adepti dell'Esercito e s'incamminò, lasciando che fosse Nieve a precederla.
«Non si preoccupi.» mormorò rivolta alla donna che con i suoi occhialetti in biblico sul naso osservava Nieve con aria arcigna «Non stavano usando la sua biblioteca per un contrabbando di Cioccorane. Glielo garantisco.»

Chiusa la porta della biblioteca alle spalle, Thalia si prese la briga di mordersi la lingua: comprendeva la necessità di Nieve di esultare, ma sapeva altrettanto bene di non poter cantar vittoria tanto presto.
Nel ricambiare il suo sguardo brillante e speranzoso, non se la sentì di infrangerne i sogni di gloria e si limitò ad affiancarla, permettendole - almeno per un giorno - di essere totalmente se stessa e di poter toccare il cielo con un dito, anche solo per un momento.


Thalia J. Moran | 17 anni | Prefetto Tassorosso


Intervallo 00:00 - 00:10. Buona visione. :secret:
 
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22 replies since 17/5/2018, 17:56   778 views
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