Polvere. Nembi. Tempesta. Il cielo mutò aspetto, coinvolto dal respiro della terra di basso. Cenere in mulinello, in alto, sempre più in alto — banchi di nubi, in processione. Antiche divinità rispondevano infine all'appello, insinuandosi come lapilli grigi in una tela d'azzurro terso. Le prime gocce di pioggia arrivarono come salvifiche, l'una dietro l'altra in pianto comune; leggere, appena percettibili sulla pelle in metamorfosi: Ayumo, difatti, consumava il Corpo a favore di un'entità nuova, di certo inesplorata. Le squame, in esordio, sparirono. Così le branchie, e le pinne, e infine la pelle stessa. Si ritrasse, come in tremito. Lei, ch'era stata Fuoco, Terra e Acqua, ora si perdeva, in dannazione. Si tese allo spasmo del dolore peggiore, la contorsione finale di chi cambiava, pur di
ritrovarsi. Catturò il grido della Volpe, un gemito silenzioso e gutturale finché il bosco non la trasse a sé; e catturò il canto della Ghiandaia, sottile, acutissimo. Raggiungimi, diceva. Innalzati, sollevati. Cambia, Ayumo. Cambia
ora. Parve trattenere, in sé, il riverbero familiare del padre, così come in conferma delle parole di Sìve. Erano loro, entrambi — la Volpe, sua madre; e la Ghiandaia, suo padre.
Owen sospirava, il corpicino piumato alle grazie del vento. E girava, girava in cerchio, un girotondo giocoso in circostanze diverse. Ayumo disperdeva la vita, priva di via di fuga. Anelava al Cielo, lei ch'era stata ancorata al Pentacolo. Il sortilegio — in prigionia — provò a fermarla, tessendo l'apice dello sforzo più disumano. Lei, ch'era stata donna d'incanto, sfidava l'equilibrio della natura, e si sottraeva alla forma concessa. Brillò di notte, gocce di sangue e di stelle — un manto sinistro lungo la pelle. Gli occhi si chiusero immediatamente, la testa scattò di lato, e l'altro, e infine schioccò della dispersione d'ossa. Soffrì, indicibilmente. Il peso di una prima, atipica trasformazione la portò a pregare di smetterla, di tornare indietro. Ma... era questo, d'altronde, che aveva cercato. L'intensità, fattasi volere, le diede la spinta a non vacillare. Rivisse l'enigma di Richard, spettro vagante in memoria; e sua madre, che scorticava l'acqua con la zampetta affinché lei, Ayumo, tornasse a riva. Sentì suo padre, di nuovo. Le volò vicinissima, una macchia color zaffiro e polvere, finché il mondo le si offuscò.
«Ora diventa Spirito.»
Sparo. Polvere. Fuoco. Il petto si squarciò al colpo subito, il riflesso del fucile che l'aveva abbattuta; una voce, oltreconfine, poté infine guidarla. La sofferenza cominciò ad assopirsi velocemente, tornò donna, e vide la morte solleticarle la fronte. Finché sua madre, in forma umana, le carezzò la guancia. Zampillò un sortilegio curativo, dalla punta della bacchetta che le rivolgeva; ma Ayumo, ora, era altro. I sensi s'acuirono in modo sorprendente, il fascio di luce della magia le sembrò l'ultima delle scoperte; intorno, infatti, il bosco rifletteva colori, essenze e brividi. La terra sottostante brulicava di vita, e graffiava, graffiava gli artigli. Il corpo, ora, non era più di donna. Mutò in tempesta, attirando a sé la Notte.
Piume, l'una dietro l'altra, s'animarono come in costellazione, lungo la pelle. Divenne Strega, e poi Strige — Figlia dell'Universo. Trasse a sé il prezzo del sangue, il rivolo della ferita guarita scorreva di basso e stendeva un drappello d'ombra. Una livrea scura, piumaggio d'uccello notturno — e un nugolo di pianeti, e stelle, e brillanti. Il bagliore delle notti d'inverno le colorò gli occhi: pozze d'inchiostro che l'Aurora, in riflesso dorato, poté impreziosire. Si disperse, minuta. Rimpiccioliva in carne, cresceva in anima. Il respiro si fermò, il cuore arrestò il battito. Sensi, dispersione, vertigine. Si sentì un colpo di fucile, di forza. Ma era lei, il cui becco — più affilato, come gli artigli — scatenò la Vita.
Ora, Ayumo. Ora sei Spirito. Divenne un barbagianni, piume di fuliggine e stelle. Le ali si spalancarono d'istinto, e spiccò il volo. Oltre il bosco, oltre le macerie di polvere, libri e magia. Oltre, e sempre.
Sei stata impeccabile, è stato un vero piacere poter leggerti e seguirti in questa splendida avventura. Sei ufficialmente
Animagus di primo livello, nella forma di un
Barbagianni Fuligginoso (Tyto tenebricosa). Se lo desideri, puoi registrarti ufficialmente presso il Ministero e ottenere così un patentino valido (
link). A te la scelta se effettuare post di chiusura o meno, Ayumo è stata curata e ora è trasformata.