Practical Magic, Privata

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view post Posted on 27/2/2019, 21:16

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Daniel Anderson

II° Anno - Serpeverde - 14 anni
Passò quei minuti di solitudine a riflettere su quello che stava provando arrivando alla banale conclusione che se ci fosse stata anche una minima possibilità di farlo avrebbe sicuramente voluto dimenticare tutto. Un trauma come quello che aveva subito lui, era evidentemente troppo per un quattordicenne, tutto sarebbe stato molto più facile se non avesse saputo il destino a cui erano andati incontro i suoi genitori. Prestò nuovamente ascolto alle parole di Thalia. *Quindi esiste qualcosa che può far dimenticare, potrebbe fare al caso mio.* Pensò sconsolato, aggrottando le sopracciglia mentre il prefetto Tassorosso continuava a parlare. L'argomento lo aveva sempre incuriosito, il suo interesse era partito proprio da quell'aula e dalle pozioni che erano state classificate come pozioni che modificano uno stato, il loro effetto però era temporaneo e non definitivo, l'idea che esistesse un qualcosa che potesse andare ad alterare la mente era alquanto affascinante. Ora Thalia, era riuscita a catturare tutta la sua attenzione, era ansioso che concludesse il suo pensiero, si posizionò meglio sulla sedia sporgendosi nella sua direzione, per ascoltare meglio mentre metteva lanciava dentro i fagioli luminosi. << Alcuni ricordi sono così dolorosi che cancellarli potrebbe risultare un atto di clemenza. Il problema delle emozioni è che, ad esempio nel mio caso, non possono essere gestite da un ragazzo di quattordici anni, dovrebbero esserci degli adulti a darti una mano ad indicarti la via, a sostenerti e nel mio caso questa soluzione non è più possibile. Quindi devo trovare qualcos'altro.>> Stava dando vita ai suoi pensieri, non gli importava di cosa pensasse o di quello che avrebbe intuito Thalia, non aveva mai provato un dolore così forte e non era in grado di affrontarlo e non avendo trovato nessuno pronto ad aiutarlo doveva lui stesso cercare una soluzione valida. << La magia ci aiuta nella vita quotidiana, perché dunque non dare una mano a chi soffre? Si tratta davvero di un ragionamento così sbagliato? Non assomiglia a curare una ferita con una pozione? Alla fine siamo noi stessi a decidere come utilizzare la magia. >> Fece una piccola pausa per poi continuare a parlare << Quindi parli di incantesimi, giusto? Di cosa si tratta e, tu sai praticarli?>> Voleva saperne di più, voleva capire.



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view post Posted on 28/2/2019, 13:53
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Schiarendosi la voce, Thalia prese con garbo e naturalezza le distanze da Daniel; si posizionò lateralmente rispetto al bancone e rimase lì, in silenzio, seguendo la traiettoria dei Fagioli letteralmente lanciati nel mortaio. La disapprovazione per quel gesto si dipinse a vive tinte nello sguardo della ragazza, che si allungò a raccoglierne uno sfuggito al canestro di fortuna. Nel tentativo di dissuaderlo dal progetto che campeggiava chiaramente nei suoi occhi, anche senza un vero e proprio annuncio verbale, la Tassorosso aveva osato troppo ed aveva dato inizio ad una conversazione ancor più spinosa della precedente. Si maledì, non poté farne a meno, mentre gli angoli della bocca si curvavano verso il basso in una smorfia di incertezza. «Le cose che si possono fare con la magia sono tante.» mormorò vaga, incrociando le braccia al petto ed aspettando che un intervento divino la potesse trarre d’impiccio. In quel momento desiderò non aver mai seguito il proprio istinto e assolto al proprio dovere, imboccando la strada dei Sotterranei per la Sala Comune, dove Evelyn la aspettava per cominciare il tema di Storia della Magia. Non imparava mai da propri sbagli in quel periodo e si convinse che tutto ciò sarebbe stato il culmine di una fase; per quanto quella persistesse da settimane - addirittura mesi - covava la speranza che presto o tardi sarebbe tornata ad essere la ragazza giudiziosa di sempre, con un pizzico di pepe e sana ironia. Studiò per un momento il volto di Anderson, cercandovi una minima parvenza di curiosità accademica e non già l’ambizione di portare a termine un piano fallace sotto troppi punti di vista. Il dolore per la perdita di una persona amata, che Thalia non aveva sperimentato, doveva essere straziante. Provò pena per Daniel, cominciando a capire perché, ad un certo punto della sua giovane vita, quel ragazzino avesse cominciato a comportarsi come il più ribelle e il più sprovveduto tra gli studenti. Era un adolescente come ce n’erano molti altri in quella Scuola, ma sembrava che tutti fossero in grado di gestire la propria sofferenza. Tutti, certo, tranne Anderson. Scosse il capo lentamente, l’espressione pensierosa a corrucciare i tratti del bel viso e cercò di addolcire l’ennesima manifestazione di disapprovazione. «Puoi cancellare il ricordo, ma non le sensazioni. Le emozioni faranno sempre parte di te, Daniel. Chiunque tu abbia perso… il Vuoto che senti resterà. Non ricorderai il come o il quando... ma non dimenticherai mai come ti senti adesso. Per quello non esiste cura né palliativo.» e nel pronunciare quelle parole, si sentì stringere il cuore, immaginando la delusione e il risentimento che, innegabilmente, sarebbero potute sorgere in lui. «E poi, se proprio vuoi saperlo… se anche conoscessi un rimedio, non lo praticherei. La magia ci aiuta, ma non risolve nulla.» concluse in tono asciutto. No, non si sarebbe spinta tanto oltre, né a parole né coi fatti. Daniel era un ragazzino e non capiva l'importanza del ricordo come fonte di rinnovamento e non di malessere. Seppure quelle fossero fasi necessarie erano anche transitorie. Si augurava che l'avrebbe capito e che non vi sarebbe stato bisogno di continuare quella conversazione. In funzione di ciò, sollevando il mento, Thalia gli indicò il mortaio ed il pestello. «Dovresti cominciare a schiacciare tutto insieme, senza foga... sai, vorrei arrivare in Sala Grande prima del dolce.» mormorò abbozzando un sorrisetto.
 
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view post Posted on 3/3/2019, 19:05

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Daniel Anderson

II° Anno - Serpeverde - 14 anni
Daniel era sempre stata un ragazzino curioso, aveva sempre cercato di capire quello che lo circondava, ma in quel momento tale curiosità stava raggiungendo dei livelli difficili da descrivere, voleva capire, aveva tante domande sull'argomento e le parole che stava utilizzando Thalia al posto di placare la sua curiosità la stavano aumentando a dismisura. La sua mente vagava immaginando quali incantesimi si potessero applicare alla mente, poteva essere utilizzata, come nel suo caso per eliminare un forte trauma dalla memoria, però se si poteva utilizzare per quello, non era logico pensare che si potesse usare anche in altre occasioni? Ad esempio per eliminare qualcosa di scomodo dalla propria memoria, oppure addirittura dalla memoria di qualcun'altro, andare a plasmare e modificare i ricordi altrui. Ma si trattava di una magia "giusta"? Sarebbe stato opportuno utilizzarla? Aprì la bocca per parlare, ma la richiuse un'istante dopo, non erano domande da porre a qualcuno, avrebbe cercato le risposte da solo. Spostò nuovamente lo sguardo su Thalia quando la sentì ricominciare a parlare, al sentire quelle parole sprofondò nuovamente in uno dei suoi silenzi e non rispose, possibile che non esistesse nulla che potesse porre rimedio a quella situazione? La magia non poteva veramente fare nulla oppure esistevano degli incantesimi più potenti che Thalia non era ancora in grado di praticare? Si attaccò a quella flebile speranza, magari un mago più esperto avrebbe potuto aiutarlo, non poteva essere tutto lì l'aiuto che offriva la magia, doveva per forza esistere qualcos'altro. << Sono convinto che esisterà sicuramente qualcosa che mi possa aiutare, magari noi non ne siamo ancora a conoscenza, però da qualche parte dovrà pur esserci qualcosa di utile. >> *E io lo troverò.* Magari avrebbe potuto chiedere ad un professore, ma a chi? E qualcuno lo avrebbe aiutato a porre fine a quella sua situazione o si sarebbe cacciato nuovamente nei guai per aver chiesto qualcosa di simile? << Quindi tu mi stai dicendo, che se incontrassi una persona in difficoltà che ha la necessità di dimenticare una o più perdite nella sua vita non l'aiuteresti? Lo lasceresti morire nel suo dolore?>> Le parole furono pronunciate quasi con foga, non poteva credere ad una crudeltà simile, non poteva pensare che se ci fosse stata la possibilità di aiutarlo lo avrebbe lasciato lì immerso nel suo dolore. Prese il mortaio ed il pestello ed iniziò a schiacciare il contenuto. *Facile dire di non schiacciare con foga, lo lancerei direttamente contro il muro!* Cercò comunque di limitare la forza con cui eseguiva quell'azione, anche se non fu per niente facile << Cena? beh quando la conversazione è interessante il tempo vola e resterei volentieri qui ad approfondire l'argomento per altre 10 ore.>>



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view post Posted on 4/3/2019, 14:19
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Non poteva pretendere che un ragazzino capisse il suo punto di vista né avrebbe voluto assumersi la responsabilità di spiegargli le conseguenze della vasta gamma di incantesimi legati alla mente e alla memoria. Il ricordo di quell'unico Oblivion, eseguito per necessità più che per una reale intenzione di testare un incanto appreso durante una lezione qualunque, le aveva insegnato molto più di quanto avrebbe potuto spiegare a Daniel. Fare i conti con quel compagno, per di più uno degli studenti della sua stessa Casa, stava diventando giorno dopo giorno sempre più difficile. Si sentiva in colpa per quanto accaduto, ma come avrebbe potuto spiegarlo al Serpeverde? Tacque, giocherellando con una ciocca sulla tempia destra; indice e medio arrotolavano e rilasciavano velocemente i capelli vermigli, mentre l’espressione assorta rispondeva implicitamente alle obiezioni del Serpeverde. «Te l’ho detto, esistono degli incantesimi. Probabilmente li studierai più avanti...» mormorò «Il punto non è questo, Anderson. Puoi imparare a cancellare la memoria di qualcuno, potrai modificare piccolissime porzioni di un ricordo, ma non potrai mai curare il dolore. E’ come nascondere la polvere sotto ad uno zerbino. Non la vedi, ma è sempre lì. Ti sembrerà di aver risolto il problema, ma stai solo sostituendo un Vuoto con un altro.» Non poté fare a meno di usargli un tono perentorio, sebbene in cuor proprio capisse la sua domanda e la perplessità derivata da quella risposta tutt’altro che soddisfacente. Stavano girando attorno ad un argomento affatto scontato e per nulla piacevole. Quegli incantesimi non erano nati per lenire le sofferenze umane, ma erano stati creati per porre rimedio ai misfatti dei Maghi contro i Babbani. Come poteva essere spiegato ad un uomo comune che dei semplici tappeti - elementi decorativi piuttosto diffusi - per alcuni potevano essere comodi mezzi di trasporto? Vederne uno avrebbe potuto anche emozionare un bambino, ma un adulto l’avrebbe pensata diversamente. Non spettava a lei approfondire le dinamiche dell’Incantesimo di Memoria, né le circostanze che secoli addietro avevano portato alla sua creazione. Si chiese se Daniel fosse consapevole dell’esistenza di un dipartimento apposito all’interno del Ministero, il cui compito era proteggere la comunità magica da quella Babbana e, naturalmente, viceversa. Stava quasi per porgli una domanda in merito quando si accorse della foga con cui il ragazzino stava disintegrando il contenuto del mortaio. Sospirando impaziente gli si avvicinò nuovamente, tendendo una mano e chiedendogli perciò il pestello. «Devi essere più delicato. Hanno una buccia piuttosto spessa, ma l’incisione dovrebbe aiutarti a far uscire il succo… senza esagerare con la pressione.» Gli lasciò il tempo di osservare i suoi movimenti lenti e circolari, ma soprattutto di cogliere la giusta pressione del pestello sugli ingredienti ancora integri. A suo tempo aveva commesso gli stessi errori del Serpeverde, ma con l’aiuto di persone più esperte era riuscita piano piano a far proprie quelle nozioni e quei passaggi; forse, sarebbe stata persino in grado di replicare la pozione ad occhi chiusi, ma in quel momento desiderava solamente evitare la distruzione di un calderone e lo spreco di preziosi ingredienti. Accennò un sorrisetto divertito, restituendogli il pestello e spostandosi leggermente per dargli spazio. «Interessante? Dovresti parlarne con il Vicepreside. Se non sbaglio è lui che si occupa di queste cose, anche se la Professoressa McLinder dovrebbe saperne a sufficienza. L’ambito di competenza tra le due materie non è poi così netto come sembra e conoscendola saprebbe rispondere alle tue domande senza lasciarti dubbi.» Da quando Atena McLinder, Capocasa di Tassorosso, aveva accettato la supplenza della cattedra di Incantesimi i suoi voti erano tornati ad essere quelli di un tempo. Se da un lato si trovava costretta ad apprezzare i rigidi insegnamenti del Midnight, della McLinder Thalia apprezzava soprattutto la dedizione e la disponibilità verso gli studenti. Anderson avrebbe fatto meglio a rivolgersi a lei, nel caso avesse desiderato delucidazioni sull'argomento; un insegnante - in quel caso - sarebbe stato certamente migliore rispetto ad un comune Prefetto. In quel momento l'acqua cominciò a bollire sommessamente: era tempo di passare alla fase successiva.
 
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view post Posted on 5/3/2019, 18:52

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Daniel Anderson

II° Anno - Serpeverde - 14 anni
Aveva iniziato ad alterarsi, quell'argomento lo toccava dall'interno e nel suo sguardo si poteva capire perfettamente quanto fosse coinvolto in quella discussione. Rialzò lo sguardo ancora una volta piantandolo su Thalia, si aspettava una risposta che non stava arrivando, la vide giocare con una ciocca di capelli, chiedendosi il motivo di quella pausa e si chiese se stesse omettendo qualcosa, non era pronto ad arrendersi così facilmente. << Quindi, mi stai dicendo che non esiste un incantesimo che possa eliminare contemporaneamente i ricordi e le sensazioni che essi provocano, ma ne esistono solamente alcuni che possono modificare la memoria? Perché questa limitazione?>> <i>Ed eccolo ancora a domandarsi perché la magia, che poteva quasi tutto non poteva aiutarlo in quella circostanza. Sembrava tutto così surreale, se quello che diceva Thalia corrispondeva alla verità, nessun tipo di incantesimo avrebbe potuto eliminare il dolore che stava provando, quindi doveva solamente arrendersi ed imparare a conviverci. Completamente sovrappensiero non si era minimamente reso conto che stava riducendo il malcapitato intruglio che si trovava dentro il mortaio, vide Thalia avvicinarsi ed allungare una mano per chiedergli il pestello, mentre partiva con l'ennesima ramanzina su come trattare gli ingredienti. Mentre la ascoltava gli passo l'oggetto e si mise ad osservare distrattamente il movimento della mano, prestando attenzione si rese conto, dalla grazia e dalla precisione del movimento che si trattasse di una pozionista molto più esperta e brava di lui. Per un istante si chiese se un giorno sarebbe stato in grado di eseguire i passaggi di una pozione come stava facendo lei in quel momento. << Visto che sembri essere così brava, mi sapresti dare qualche consiglio su come migliorare in questa disciplina? Magari qualcosa di non scontato, come studia studia e studia. >> Disse mentre con una mano piegava nervosamente l'angolo della pagina del libro. Quando ebbe finito riprese in mano il pestello, cercando di copiare i movimenti eseguiti poco prima da Thalia. Quando pochi istanti sentì nominare la parola Vicepreside trasalì leggermente e si fermò rialzando lo sguardo verso Thalia. << Midnight? Piuttosto mi faccio un'altra gita turistica con i tuoi cari elfi domestici in cucina.>> Non aggiunse altro, pensando che quella frase spiegasse in qualche modo l'opinione che aveva dell'insegnante di Difesa Contro le Arti Oscure, se solamente iniziava a pensare di prendere quell'argomento con lui, gli venivano i brividi, non aveva alcuna intenzione di andare a parlare di fatti personali con lui, già era riuscito a rovinargli abbastanza una delle materie che trovava più interessanti all'interno della scuola, ora ci mancava gli rovinasse pure l'esistenza, no era decisamente meglio non coinvolgerlo nei suoi problemi. << Nel caso, la Professoressa McLinder, mi sembra una soluzione decisamente migliore, visti i suoi modi.>> Disse annuendo, ma era veramente il caso di andare da un professore per parlare di quell'argomento così delicato? << Ma... mi consigli di farlo? >> Piantò i suoi occhi celesti su Thalia, cercando un contatto visivo, si trattava di una domanda semplice, onesta, magari ingenua, ma valeva la pena farla.


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view post Posted on 7/3/2019, 19:12
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Gli angoli delle labbra si curvarono dolcemente in un sorriso carico di compassione: riusciva a cogliere il fastidio di Anderson nei confronti di Midnight senza doverlo guardare; il solo tono di voce bastò per farle dimenticare le evidenti lacune accademiche del Serpeverde in merito alla magia. «Può essere severo, ma ha ancora qualcosa da insegnare.» e si stupì lei stessa di quelle parole, giacché in gran segreto - tra le mura dell’Ufficio Vuoto - lei e Nieve avevano sempre sostenuto il contrario. Eppure, in quei minuti trascorsi ad insegnare i rudimenti di Pozioni ad un ragazzino senza arte né parte, Thalia era riuscita a mettersi nei panni di un docente qualunque, con un’esperienza pari a zero e con una determinazione molto meno marcata rispetto a quella dell'insegnante di Difesa. La sua espressione non perse la dolcezza nel pensare alla propria Capocasa, una donna riservata, ma un insegnante sempre disponibile. «Se hai una domanda da farle, la McLinder non ti sbatterà la porta in faccia, se è questo che stai chiedendo.Qualunque sia l'argomento.» e si volse verso di lui, dopo aver controllato lo stato di ebollizione dell'acqua nel calderone. Scoccandogli allora uno sguardo severo, tese il braccio flettendo le dita svelte per farsi consegnare il mortaio. «Se vuoi eccellere, in qualunque cosa, lo studio è la chiave, Daniel. Non si tratta di conoscere i passaggi a memoria o i tempi di cottura… devi conoscere la materia prima.» cominciò, versando la poltiglia di Fagioli e foglie di Frullobulbo all’interno del calderone. La mano destra aveva recuperato velocemente il mestolo di legno e la sinistra teneva conto del tempo che le sarebbe occorso per mescolare il tutto. «Qui ti viene insegnato tutto in modo distinto. Difesa non è Incantesimi, Pozioni non è Erbologia. Là fuori però… è tutto insieme. Se non avessi studiato i tipi di Fagioli magici nelle Serre di Erbologia non avrei saputo come estrarre al meglio il loro succo.» spiegò pratica, lanciando un’occhiata distratta al Serpeverde prima di tornare a fissare l’orologio sul polso sinistro. «Un livello di conoscenza mediocre, ma pur sempre sufficiente, si può ottenere con la fortuna, ma per l’eccellenza serve dedizione.» fece una pausa, continuando a girare lentamente in senso orario il mestolo raschiando i bordi del calderone «E quella stessa dedizione ti porterà a capire anche perché la magia non può darti l’amore, sconfiggere la morte o dissolvere il tuo dolore.» Si sentì stranamente soddisfatta per quella replica pacata, ma completa. Non aveva dimenticato le sue rimostranze per le aspettative disattese e non aveva intenzione di lasciar cadere l’argomento ora che Daniel sembrava davvero interessato a saperne di più. Aveva l’impressione che si sentisse molto solo, senza una via di fuga, e - per quanto fosse lontana anni luce da quel tipo di solitudine - Thalia percepiva in fondo al cuore di riuscire a capirlo davvero. Non avrebbe potuto risolvere i suoi problemi né avrebbe voluto farlo: la vita sembrava aver disposto per lui un percorso ben preciso e non sarebbe stata certo lei a privarlo della possibilità di sorprendere e sorprendersi a propria volta. Dalle difficoltà incontrate, Daniel avrebbe potuto rinascere o affogare. La decisione spettava soltanto a lui. «Non dovresti cercare risposte che non puoi ancora avere. Ci vogliono pazienza e determinazione per arrivare dove vuoi.» Così, senza smettere di mescolare, gli accennò di avvicinarsi di più alla sua postazione. «Prendi questo e continua a girare. Ti restano ancora un paio di minuti e Pozioni si impara sperimentando, non solo guardando gli altri. Forza.»


Edited by Thalia Moran - 16/3/2019, 15:09
 
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view post Posted on 12/10/2019, 18:05

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Daniel Anderson

II° Anno - Serpeverde - 14 anni
Stava per rispondere di getto all'osservazione fata da Thalia su Midnight, ma fortunatamente riuscì a contenersi, non sarebbe stato di certo opportuno sparare a zero su un professore, nonché Capocasata, davanti ad un prefetto. Mentre l'idea di parlare con la professoressa McLinder invece lo stuzzicava, anche se le parole di incoraggiamento di Thalia non riuscirono ad eliminare completamente le sue perplessità: non era un argomento semplice da trattare e nonostante la giovane età, riusciva a rendersene perfettamente conto. La discussione che stava avvenendo in quel momento nel sotterraneo, gliene aveva dato ulteriore conferma, doveva agire in maniera ponderata e non istintiva, come era solito fare ultimamente, se voleva in qualche modo approfondire toccare quell'argomento con un professore. Incassò lo sguardo severo di Thalia cercando di non far notare quanto gli desse fastidio ricevere uno sguardo di rimprovero in quel momento. Si chiese il motivo, in fondo stava solamente cercando di capire, reputava quell'argomento estremamente interessante e gli sembrava normale porre determinati quesiti, ormai si rendeva conto che l'idea di poter modificare la propria memoria o addirittura quella di un'altra persona lo affascinava. *Forse dovrei provare ad essere più diretto, o semplicemente più sincero.* Aveva deciso cosa fare, ora doveva trovare il modo giusto per farlo. Aspettò con pazienza che Thalia ebbe finito di rispondere ai suoi quesiti sullo studio, e la sua spiegazione su come tutte le materie fossero concatenate tra di loro. Con l'esempio che aveva fatto sui Fagioli magici aveva spiegato perfettamente a Daniel cosa intendesse e gli aveva in qualche modo aperto gli occhi, si trattava di un dettaglio che nella sua mente era sempre passato inosservato, ed ora che era emerso, si sentiva un po' stupido a non esserci arrivato da solo, a quel pensiero una smorfia comparve sul suo viso, era veramente infastidito dalla sua superficialità. Si avvicinò a Thalia come gli era stato richiesto e prese il mestolo dalle sue mani seguendo le istruzioni dettate dal ed iniziò a mescolare. << Scusami, >> disse sfiorandole il braccio con la mano libera mentre continuava a mescolare meccanicamente, cercò quel leggero contatto per attirare maggiormente la sua attenzione su di se, sperando così di creare un contatto visivo con lei. << Io.. capisco quello che stai cercando di dirmi, sono sicuro che, con il passare del tempo ed andando avanti nella mia crescita, sia personale che scolastica arriverò ad avere le risposte che cerco.>> Continuò cercando di sostenere il più possibile lo sguardo del prefettp tassorosso. << Ma ad essere sincero, non credo che la soluzione migliore sia andare a chiedere qualcosa ad un professore. Per quanto gentile possa essere, sono sicuro che non mi troverei a mio agio a parlare con lui e probabilmente non riuscirebbe a darmi una mano, Di conseguenza questa mia situazione temo andrebbe a peggiorare ulteriormente.>> Fece una breve pausa, prima di continuare. << Come ti ho detto in precedenza, per me, è una situazione molto difficile e delicata, certi argomenti non si possono trattare con tutti. >> *Inoltre è anche difficile trovarsi a proprio agio con qualcuno.* Avrebbe voluto dare voce al proprio pensiero, ma all'ultimo momento aveva deciso di tacere.

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view post Posted on 30/10/2019, 16:11
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Sperare di convincere Anderson a rivolgersi ad un docente le era sembrato facile, almeno all'inizio. Poi, senza stupore alcuno, aveva capito di non avere scampo. Le sue parole, per quanto il tono fosse educato e compassato, lasciavano trasparire un'indole forte e decisa, ben lontana dalla natura fragile che credeva di aver visto in lui. Daniel si era messo in testa di estrapolarle informazioni, forse addirittura cercando di convincerla ad agire nei suoi confronti con quell'incanto che tanto sembrava interessarlo. La decisione - quella se assecondarlo o meno - spettava soltanto a lei ed per larga parte si sarebbe volentieri tratta d'impiccio accontentandolo, magari aggiustando la sua memoria al punto da obliviare il ricordo di quell'incontro fortuito. Eppure, benché le capacità non le mancassero, Thalia percepiva in cuor proprio la difficoltà di approntare un'azione simile: la mente umana non era un giocattolo o un passatempo e la sua esperienza le aveva insegnato quanto fosse poco consono prendersi la briga di manipolarne i ricordi. La memoria era tutto ciò che una persona poteva essere: perché privarsene? Quale diritto aveva lei d'imporsi sul Serpeverde? L'ultima volta che aveva osato cancellare i ricordi di qualcuno il senso di colpa l'aveva perseguitata per giorni, forse addirittura per settimane. Il ricordo dell'aula di musica aleggiava come uno spettro terribile tra lei e il ragazzino, ma quest'ultimo non aveva - e non avrebbe mai potuto - avere la mjnima idea della ragione per cui il Prefetto fosse tanto deciso a mantenere la propria posizione. «Se pensi di poter essere giudicato da uno di loro, allora ti sbagli. Dovresti dar fiducia alle persone.» rispose a mezza voce, sbirciando i movimenti del ragazzino al di sopra della spalla ed annuendo compiaciuta.
«D'accordo, mettici un po' più di energia e poi proseguiamo.» Solo a quel punto aggirò il bancone, incurante del contatto casuale col Serpeverde. Se cercava la sua attenzione - e Thalia di questo era certamente ignara - l'aveva ottenuta. Un sorriso sincero e soddisfatto, insieme all'espressione ridente degli occhi, ricambiò lo sguardo del quattordicenne. «Lo vedi? Non sei un pozionista tanto scadente... se ti impegni.» sorrise divertita, pregustando l'espressione stizzita dell'ambizioso Serpeverde ed attirò a sè le foglie di Salvia Divinorum, le stesse che l'avevano condotta ad incrociare il cammino di Anderson quel giorno. Le ripose sul bancone immediatamente, aspettando che fosse il suo adepto a decidere come proseguire. Lo incitò con una domanda lievemente canzonatoria, quel tanto che fosse bastato a mettere in luce le sue abilità facendo tesoro delle sue parole. «Sai a che cosa serve? Sono sicura che con la fortuna che ti ritrovi te lo chiederanno al G.U.F.O. di Pozioni.» *E per la legge del contrappasso sicuramente la chiederanno a me.*
Perdona l'attesa, la vita mi sfinisce :amen:
 
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22 replies since 1/2/2019, 14:47   394 views
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