| Noah Dietrich Von Heinrich Viceministro • Vampiro • Blood: 73%
So di aver colpito il bersaglio, di aver trovato il centro, ma so anche che non ho raggiunto il mio obiettivo e che entrambi, io e la signorina Obraztsova, siamo solo all'inizio di una collaborazione tanto proficua quanto rischiosa. Sorrido ancora mentre lei pronuncia un monologo piuttosto retorico: Ekaterina sa già che non voglio un agnello sacrificale, ma voglio qualcosa di più concreto. Non mi interessa giustiziare un poveretto incapace, una pedina insoddisfatta. Voglio capire chi vuole minare il Ministero, chi vuole aizzare le folle perché so bene dove questo può portare. D'altronde non è nemmeno semplice il ruolo e l'obiettivo che mi prefiggo: se possibile, è ancora più ambiguo di quel che sto chiedendo alla donna che ho di fronte. La lascio parlare, il mio corpo è immobile, forse troppo e mi costringo a battere le palpebre. Ekaterina mi guarda fisso e nei suoi occhi c'è un ostinato aggrapparsi alla vita, quel lucore che ho notato sin dal momento in cui è entrata nel mio ufficio. « No, è esatto. Non voglio un capro espiatorio. » Infine convengo con lei, lasciando sparire sul volto il sorriso e lasciando il posto ad un'espressione grave. « Lei mi consegni un nome, un nome valido, con delle prove. Non voglio innocenti, voglio colpevoli reali. » Mi passo un dito sulle labbra, pensieroso, mentre rimugino su quel che mi ha detto, su quella sottile allusione che mi sembra di percepire. Vuole di più, è chiaro. Ma quasi quasi, penso, potrei persino darle ciò che vuole, se ne varrà la pena. « Vedremo cosa ne saprà trarre da questo e dal suo futuro, mi auguro, impiego. » Un angolo delle labbra si incurva ed io, magistralmente, mi premuro di farglielo notare, prima di nasconderlo. Mi piego così in avanti, veloce, e sono certo che non potrà allontanarsi perché la rapidità è uno dei pochi vantaggi della mia condizione. Le cingo il fragile polso con le dita, ma non abbastanza da farle male, né da darle l'idea di volerla costringere al suo posto. Mi sembra di tenere in mano lo stelo di un appassito giunco, incredibilmente tenace. « Non mi dia motivo di dubitare e rimanere deluso, signorina, confido molto in lei e nel suo lavoro. Nessuno deve sapere, né sospettare. » Sono serio, ma mi impongo di mostrarle un'espressione serena e tranquilla. Per sottolineare questo, le lascio andare immediatamente la mano e ritorno seduto composto. « È stato un piacere, signorina Obraztsova, conoscerla. Finalmente. » Sorrido, un'ultima volta.
Madonna, scusami tantissimo! Però direi che ci siamo! Puoi effettuare la chiusura e partire per l'esplorazione, Noah ti aspetta quando vorrai/sarai pronta, con un bel goccino di whisky. Edited by Noah D. Von Heinrich - 18/5/2023, 17:44
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