Grata di esser stata invitata a sedersi con loro, sorrise e prese posto.
Nel sedersi stette attenta a piegare il vestito in modo da restare ben stirato sotto il proprio corpo e lo lisciò con delicatezza per coprire le lunghe gambe che, bastava le accavallasse, per mostrare fin troppa pelle.
Il tessuto semi-trasparente cadde lento sopra esse come fosse la coperta più leggera e vellutata che avesse mai sentito, tanto da sembrare quasi una delicata carezza sulle gambe, la carezza di un amante gentile che le causò un brivido, ben nascosto dal sorriso rimasto immutato sul suo volto.
Era così felice di conoscere finalmente e nel giusto modo l'amico di suo fratello che quasi non ci credeva.
<< Ho intravisto mio fratello poco fa', ma dopo un breve saluto è sparito coi suoi compagni. Di solito a queste feste è già molto se lo riesco a incrociare per brevi momenti... e infondo è giusto così, questa serata è vostra, di voi studenti, noi adulti siamo qui solo per controllare che vada tutto bene.>>
Quando Oliver picchettò l'indice sulla spilla da Caposcuola, Mìreen non potè che allargare il proprio sorriso, ricordando gli anni di scuola lì ad Hogwarts.
<< E a sentire Lyam stai facendo un eccellente lavoro, ma è giusto che anche voi Caposcuola e Prefetti vi concedete una serata di svago. Infondo con tutto il lavoro che svolgete durante tutto l'anno, chi più di voi può meritarsi un momento di respiro.>>
Ancora le parole di Oliver alla premiazione della Coppa delle Case dell'anno prima le turbinavano nel cuore, un misto di orgoglio e ammirazione per quel discorso tanto toccante e incoraggiante.
Lei stessa aveva tenuto un discorso un anno che avevano vinto, ma mai si sarebbe aspettata di sentire il cuore tornare a battere così energico e gonfio di soddisfazione per la propria ex-casata.
Era leggermente arrossita quando il bel rosso le aveva fatto quel complimento sul fiocco, probabilmente aveva capito la scelta del colore, infondo c'era anche lui quel giorno... Però poi aveva rovinato tutto usando il suo cognome invece del nome, e non in modo scherzoso, ma con l'intenzione di mantenere una certa professionalità, un distacco da lei a cui non volle dar peso per non rovinarsi la serata, benchè non avesse gradito.
<< Signor Weiss... - resistette un attimo al tono serio, nel tentativo di imitarlo, ma poi dopo un sospiro cedette e ritrovando il suo solito fare allegro - Oh ma dai Aiden, puoi chiamarmi Mìreen!
Non serve esser così formali, siamo pur sempre colleghi...più o meno... [Soprattutto dopo i nostri "trascorsi"...] Ok, che siamo in servizio, ma ciò non significa doverci chiamare per cognome, soprattutto ad una così bella festa.>>
Si girò verso il giovane studente, senza aspettare possibili proteste da parte dell'uomo, tanto non aveva intenzione di cambiare idea sull'uso del nome o cognome.
<< Sì, entrambi fieri ex-Grifondoro - d'istinto guardò un attimo Aiden, per poi aggiungere - Come lo è naturalmente mio fratello e... come lo era anche mio padre a suo tempo.>>
Nominare il padre le fece venire un groppo al cuore.
Ricordava la mattina dopo lo Smistamento, lo aveva scritto l'indomani ai genitori e veloce come un fulmine le avevano spedito la risposta: una foto magica, scattata da sua madre, dove suo padre correva per casa con uno striscione, leggermente logoro, probabilmente dei colori rosso e oro, e un leone ruggente vicino alla scritta "Forza GRIFONDORO!"
Esultava come che avessero vinto la Coppa delle Case o una partita di Quidditch!
Sua madre le aveva raccontato che appena aveva letto la sua lettera, era sfrecciato in soffitta a tirarlo fuori dallo scatolone dove aveva riposto i suoi ricordi della scuola e girava per casa impazzito! Aveva dovuto minacciarlo di dar fuoco alla sua roba per farlo smettere di urlare.
Quando poi era tornata a casa per le feste, l'aveva abbracciata così forte da sollevarla e tutto emozionato l'aveva portata in camera per mostrarle come gliela aveva arredata coi colori della casata.
Aveva passato tutto il giorno a chiedere alla figlia del dormitorio, com'era cambiato, se c'era ancora la Signora Grassa e mille altre domande sui professori e la scuola, raccontando a sua volta aneddoti di quando era lui studente.
Lo sguardo della giovane Antimaga era rimasto basso, perso in quel ricordo, mentre Aiden raccontava della sua famiglia.
La sua attenzione venne attirata dalle tazze che entrambi tenevano in mano.
Curiosa guardò quella più vicina, ma non dovette neanche sforzarsi molto a capire cosa contenessero, non solo il goloso ed invitante aroma permeava l'aria, ma la barba sporca di Aiden dopo un sorso le diede la conferma.
<< Oddio, ma quella è una cioccolata calda! Coi marshmallow e... - diede un'occhiata più attenta - panna??>>
Si mordicchiò il labbro tentata... Prenderla o resistere?
La cioccolata calda era per lei un momento di tranquillità, a casa in Irlanda, sul suo comodo divano, una calda coperta, il camino acceso e un buon libro da leggere, magari con la sua gattona che le ronfava beata ad ogni carezza, e il fratello sulla poltrona o appoggiato al tavolino che studiava.
Un pomeriggio o una sera d'inverno, gustando una normalità familiare ormai sempre più rara...
Di solito per distendere i nervi preferiva tisane e infusi, soprattutto i mix studiati e creati da sua nonna, ma per quella serata avrebbe fatto un'eccezione.
<< Torno subitissimo! Continuate pure...>>
Mentre Aiden parlava di com'era da studente, si alzò cercando di non far rumore e si avvicinò alla casetta pan di zenzero più vicina. Quando ne uscì il topolino, a voce bassa per non disturbare il racconto, gli disse il suo ordine.
In breve tempo arrivò una tazza fumante di cioccolata, marshmallow, panna e sopra granella di nocciole.
Era tanto bella quanto invitante, e a Mìreen non sfuggì lo sguardo desideroso del piccolo topino, aveva fatto pochi passetti per allontanarsi, ma gli occhietti erano rimasti fissi su quella dolce leccornia.
Un tenero sorriso comparve sul volto della ragazza, prese un marshmallow grande quasi quando la creaturina e prima che potesse scomparire dentro la casetta, fingendo di osservare meglio il costumino, di nascosto glielo allungò, per poi sussurrargli con dolcezza << Sssss.... Dividilo con gli altri.>> per poi fargli l'occhiolino prima di tornare al suo posto col suo piattino e la tazza di cioccolata con mille aggiunte.
Con la coda dell'occhio diede una rapida controllata dove aveva lasciato il peloso schiaccianoci, probabilmente stupito, forse confuso, eppure stretto al morbido dolcetto come fosse un meraviglioso, inaspettato dono. Un sorriso le sfuggì: era sparito, e il bonbon con lui.
Era tornata al tavolo con Aiden che parlava di Sir Nicholas e del loro rapporto speciale, oltre al fatto che ne aveva fatte di marachelle fino ad esser considerato un ribelle reietto senza un valido motivo.
<< Chi non ne ha fatte di marachelle o scherzi a scuola?? Essere ribelli non è sempre un male come spesso molti pensano.
A volte sono considerati ribelli anche chi semplicemente si vuole distinguersi dalla massa... un colore insolito di capelli, una divisa scomposta, a volte addirittura come ci si siede al tavolo o come si cammina.>>
La sua mano provò ad avvolgersi intorno alla tazza, era ancora parecchio calda, ma almeno poteva scaldarsela un poco...
<< Siamo ribelli o anticonformisti se ci rifiutiamo di seguire una regola ingiusta? O di chiudere un occhio dove a rimetterci sarà un innocente? Se cerchiamo di portar giustizia la dove chi è al di sopra di noi un po' o non vuole fare niente?>>
Lei stessa era stata additata come ribelle per i capelli e per gli ideali che ancora portava avanti dalla morte del padre, rifiutandosi di tacere di fronte a quell'ingiustizia.
Prese il cucchiaio appoggiato sopra il proprio piattino e raccolse un marshmello con un po' di panna prima che si sciogliesse col calore del cioccolato, per poi continuare:
<< Trovami un Grifondoro che non l'ha fatto almeno una volta nella sua vita, che fosse da giovane o da adulto.
Siamo coraggiosi di cuore, audaci cavalieri. Siamo quelli che non si fanno problemi a infrangere le regole per combattere un'ingiustizia, quelli che alzano la voce per far sentire la propria opinione, che potrebbe esser sbagliata o non accettata, ma almeno ci abbiamo provato... - il tono della sua voce si fece più basso, quasi sussurrato - Siamo quelli che corrono in una casa in fiamme per salvare chi vi è rimasto bloccato dentro, anche a costo di rischiare la nostra vita.>>
Detto questo, si portò il cucchiaino alla bocca e ne assaporò il sapore del morbido dolcetto leggermente sciolto, insieme alla panna e granella.
Ascoltò fino alla fine cosa successe ad Aiden ad una partita di Quidditch, restando quasi sconvolta dal gesto che fece il fratello rischiando di ferirlo gravemente o addirittura ucciderlo.
Lo sguardo di Mìreen si fece triste e preoccupato.
Com'era successo al loro primo incontro, quando le aveva raccontato della morte del padre, la sua mano scattò d'istinto verso quella di lui come per volerlo toccare e dargli il proprio conforto... ma si fermò prima che lo raggiungesse.
Imbarazzata, cercò di deviare la traiettoria in modo da fingere che volesse solo prendere un tovagliolino, alquanto inutile considerato che non aveva ancora toccato la propria cioccolata ancora bollente, ma pregò la Dea Madre che ci cascassero.
<< Mi dispiace per l'accaduto... Ricordo quella partita, una mia compagna urlò nel vederti cadere, ma non sapevo che il Serpeverde che ti colpí fosse tuo fratello.
Già il gesto di per sé è terribile, crudele, ma se poi viene da un proprio familiare, deve far ancora più male...>>
Osservò la cicatrice sotto l'occhio sinistro da lui appena indicata.
Quella sera, in così poco tempo aveva scoperto un aspetto di quell'uomo che non credeva avesse... Certo, le aveva già raccontato che era stato un tipo ribelle a scuola e ricordava anche lo scherzo poco simpatico fatto a danni di Vath, ma non credeva che la sua condizione di reietto gli fosse pesato durante il periodo scolastico... Credeva se ne fregasse, anzi che quasi fosse per lui un vanto l'esser considerato un ribelle.
Ma ciò che più la destabilizzò, fu l'esser stato quasi ucciso dal fratello per una stupida partita!
Come avrebbe voluto consolarlo... Abbracciarlo e dargli la forza per rimettere quel doloroso ricordo in un cassetto della mente e tornare sereno a godersi la festa.
[Mìreen No!
Resta oggettiva, non farti prendere dalle emozioni o finiresti per compiere altri gesti stupidi come quello di poco fa'!]
<< Comunque, per tornare nello spirito festoso più adatto a questa serata, visto che, caro Oliver, hai chiesto di quando eravamo studenti... Da quello che posso ricordare, e nel caso può aiutarmi Aiden, la Signora Grassa è sempre stata decisamente suscettibile, forse con l'età si sta "rabbonendo"/rassegnando un poco, a sentir Lyam.
Quando veniva noi a scuola, pretendeva un complimento prima della parola d'ordine, non dovevi assolutamente rivolgerti male a lei! Anche se il prof di Aritmanzia ti aveva dato ingiustamente una T o magari eri di fretta perchè avevi dimenticato il libro di Divinazione e dovevi attraversarsi tutto il castello per andare a lezione... te dovevi sempre rivolgerti a lei educato, composto e pronto ad elogiarla.
Non sai quanti ne ha fatti dormire fuori dal dormitorio perchè avevano osato usare il "tono sbagliato" con lei!>>
Altra cucchiaiata, sta volta sola panna con granella, per poi riprendere:
<< Sir Nick è sempre stato così come è adesso. Era tra i miei fantasmi preferiti! Mi faceva addirittura ridere col suo humour leggermente macabro, certo dovrebbe passare oltre l'esser stato "non del tutto decapitato", ma poi sarebbe veramente un peccato non poter più godere delle sue feste di Comple-morte! I suoi invitati sono dei soggetti tutti particolari... Di alcuni addirittura mi stupii come non fossero stati ammazzati prima dell'età a cui erano riusciti ad arrivare!>>
Ridacchiò divertita, ricordando una delle sue feste a cui aveva partecipato, lei e altri "viventi", e stranamente doveva ammettere esser stata persino bene, oltre a far conoscenze di personaggi storici alquanto singolari.
<< Facciamo così: uno scherzo per uno scherzo. Io ne racconto uno ma anche voi dovrete raccontare uno scherzo architettato o a cui avete anche solo partecipato. Prometto che nessuno lo verrà sapere!
Inizio io: al 5° anno una mia compagna era stata ingannata da un Serpeverde, chissà perchè sono sempre loro, più grande che l'aveva prima sedotta, portata a letto e poi scaricata smentendo tutto l'accaduto e le belle promesse che le aveva fatto, dandole della bugiarda disperata e pure della "Sangue sporco" perchè figlia di babbani, lo stronzo.
Beh, io e altre mie amiche decidemmo di vendicarci.
Preparammo dei biscotti con la pozione Tartagliante, ad una sua partita di Quidditch mi travestii e feci finta di essere una sua grandissima fan, per poi presentarmi con un regalo per il mio bellissimo e adorato eroe...>>
Fece una breve pausa, un ghigno divertito e quasi malvagio oltre che vendicativo sul volto
<< Naturalmente il suo ego smisurato, come avevamo previsto, lo portò a mangiarsene alcuni davanti a tutti, come per vantarsi del "premio" ricevuto da una bella ragazza... e poco dopo iniziò a delirare di brutto!
Vaneggiava che gli Schiopodi sparacoda si erano coalizzati per bruciare la sua bellissima faccia, che lui era il giocatore a Quidditch più bravo di tutta Hogwarts, anzi del secolo, e si sarebbe trovato una squadra con cui raggiungere la gloria, che sotto il suo letto viveva un molliccio, lo nutriva coi suoi compiti, e lo avrebbe allevato per sfruttarlo contro i suoi nemici e naturalmente contro gli spietati schiopodi-complottisti.>>
Scoppiò a ridere incapace di trattenersi:
<< Non vi dico quanto abbiamo riso quel giorno! Con quella figura la sua fama da latin lover calò a picco, magari tra i suoi concasati aveva ancora un po' di rispetto considerata anche la sua famiglia prestigiosa, ma tutti gli altri studenti gli facevano le battute sugli Schiopodi e il molliccio domestico. - si girò verso Aiden - Non mi pare che quella partita fosse giocata contro i Grifondoro, ma è sicuro che qualche voce in giro per la scuola l'avrai sentita anche te!
Lo dovettero zittire magicamente per fermare i deliri che faceva, e portato subito dal prof di Pozioni per la cura.
Prese un sorso della sua cioccolata, finalmente non più bollente ma calda il punto giusto.