Soffocò uno sbadiglio nel seguire con lo sguardo un gruppo di studenti che si precipitò dentro la Sala da Ballo nel momento stesso in cui apparve la figura del Preside per annunciare la consueta Coppa delle Case. Era passato troppo tempo da quando aveva smesso le vesti dello studente per immergersi in quelle dell’adulto e vivere quella vita per il quale era stato così duramente impostato dagli insegnamenti della sua stessa famiglia; eppure - seppur raramente - vi erano occasioni in cui rimpiangeva gli anni passati tra le mura di Hogwarts. Nonostante gli alti e i bassi per quella che era stata la sua condizione di ribelle solitario, alternando i momenti in cui aveva preferito quella posizione rispetto ad un’altra e quelli in cui, invece, l’aveva odiata. C’erano state, tuttavia, delle cose alle quali non avrebbe minimamente dato attenzione poiché non erano mai rientrate nei propri interessi; l’amore e le responsabilità, a quel tempo, erano apparse come due cose inconsistenti, se non addirittura inesistenti, e Aiden non aveva mai dovuto preoccuparsi di sostenerne il peso. Ora invece erani molto tangibili e reali, ma se da un lato era totalmente incapace di gestire la prima, da un altro aveva appreso fin troppo bene a farlo con la seconda. E proprio in virtù delle proprie responsabilità che non sembrò volersi muovere di un millimetro dalla propria postazione, finché…
Nieve Rigos apparve all’improvviso come la tempesta di sabbia che -
con incredibile garbo - gli aveva scagliato addosso. Il muscolo appena sotto l’occhio sinistro dell’Auror tremolò in uno spasmo che sapeva di allerta, tendendo di quel poco la sottile e bianca cicatrice che ne deturpava la pelle, benché il resto del corpo e dello sguardo trasudavano pura indifferenza. Non vi era alcuna traccia di delusione nei confronti della Grifondoro come aveva sostenuto apertamente nel loro ultimo incontro-scontro, semmai vi era più comprensione di quanto non sapesse esprimere, ma che si premurò di non farglielo intuire.
Attraverso Thalia aveva iniziato a capire più cose sul conto della Rigos di quanto non fosse stato capace di farlo per proprio conto, una cosa del quale provava un infinita vergogna verso se stesso per essere stato - per la prima volta in assoluto - così cieco e sordo. Non era stato in grado di notare le cicatrici che Nieve portava sulla sua pelle, non era stato in grado di capire a pieno che qualcosa o qualcuno doveva averle fatto del male, che qualcosa l’aveva segnata in maniera indelebile ma non del tutto invisibile. Eppure con lui era stata davvero brava a fingere, a nascondere quegli strascichi del dolore provato tanto da apparire più come timida e riservata. Qualche segno di allarme, però, Aiden lo aveva percepito e in particolare all’inizio, quando aveva cercato di costruire un dialogo con lei partendo dalla scuola e nominando Dorian, nonché collega di uno ed insegnante dell’altra. La reazione che ne aveva ottenuto era stata talmente inattesa che lo aveva lasciato di sasso, fino a decidere di non farle più simili domande fintanto che il loro rapporto non si fosse finalmente delineato e stabilizzato; le aveva quindi lasciato tutto lo spazio necessario, non l’aveva forzata e proprio quella sua pazienza nei confronti della Grifondoro lo avevano reso cieco. Se avesse insistito, forse, a quest’ora il loro rapporto sarebbe potuto essere diverso.
La formalità con la quale Nieve aveva scelto di rivolgersi a lui fu davvero inconsueta, al che l’uomo si concesse solo una microscopica alzata di sopracciglio. «
Non sai quanto...» replicò lui con sarcasmo. Era chiaro come il sole quanto lui volesse farle capire che non era lì per quello a cui lei alludeva, che il suo ruolo di Auror lo relegava semplicemente ad un mero e silenzioso vigilante. Né più, né meno.
Quando, infine, sopraggiunse l’invito a ballare, per poco Weiss non le scoppiò a ridere in faccia. A che gioco stava giocando la Rigos? Rimase tuttavia impassibile e ascoltò il resto di quanto ella si affrettò ad aggiungere, fino a gettare il seme del dubbio all’Auror. Se quanto Nieve stava dicendo era vero, se voleva davvero ballare con lui per seppellire l’ascia di guerra e suggellare così una tregua tra loro, allora c’era la possibilità che la Moran avesse mantenuto la propria promessa e al solo pensiero ne fu deliziato. La Grifondoro dai capelli argentati traspariva, infatti, una certa tranquillità e Aiden non nutrì alcun sospetto perché convinto si trattasse di un intervento di Thalia.
Ma benché si fosse illuso di ciò, Weiss reputò più saggio evitare qualsivoglia commento riferito alla Moran, diretto o indiretto, piuttosto che rischiare di far incrinare il loro rapporto d’amicizia. Era quindi propenso a proteggere gli interessi della rossa di Cork, non solo perché glielo doveva, ma anche perché non se la sentiva di tradirla in alcun modo. E, oltretutto, non poteva sapere come l’avrebbe presa Nieve se solo avesse saputo che aveva visto la Tassorosso di nascosto da lei, in un modo alquanto clandestino che avrebbe potuto far sospettare di qualsiasi cosa; una reazione che l’Auror non voleva minimamente scoprire.
Lo sguardo indugiò più e più volte sul vestito della Rigos, scoprendo con suo sommo fastidio quanto la facesse apparire piuttosto discutibile, come se mirasse a stuzzicarlo pur di ottenere una reazione che avvalori la tesi che lui era un poco di buono, mentre lei quella che ci aveva visto giusto. Storse il naso e sciolse le braccia che aveva costantemente tenuto serrate sul petto, fino a distenderle lungo i fianchi. «
No!» esclamò lui in tono deciso e caustico. «
Non esiste! Non esiste che l’invito parti dalla damigella e non esiste che ti presenti con un abito del genere!» Poi l’ombra di un sorriso sembrò dipingersi sulle labbra dell’uomo, seppure in modo molto tirato. «
Ma ad entrambi si può porre rimedio.» aggiunse, allungando a sua volta la mano sinistra. «
Mi concede un ballo, madmoiselle Rigos? In nome di questa ascia sepolta.»
Infine, con la destra, estrasse la propria stecca di Biancospino e aspettò un cenno da parte dell’altra per poterglielo sistemare. Era chiaramente intenzionato a non farle perdere più fiori di quanti non ne avesse già persi, e lo avrebbe fatto che lei lo avesse voluto o meno. Categorico, l’Auror la fissò con uno sguardo carico di significato: “
Tu così in pista non ci vai!”.
Auror ✶ 27 anni ✶ Ex Grifondoro