Myrmidones

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view post Posted on 12/5/2020, 18:03
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Aveva tentato di seguire la scena accanto di sottecchi, appena con la coda dell'occhio, e quando aveva colto il gesto gentile di Daddy nei riguardi della piccola Astoria, una parte di sé ne era stata pienamente coinvolta. Un fazzoletto, un'offerta tra tante, un'empatia tra poche: sentì il cuore stringersi in un moto di affetto profondo, e mai come in quel momento fu certo di non voler essere altrove. Non avrebbe potuto dire di conoscere il Caposcuola Corvonero così perfettamente, i loro incontri si limitavano perlopiù al contesto scolastico e agli acquisti di Oliver da Zonko, dove l'altro lavorava come commesso, ma si esprimeva in quel modo una consapevolezza ben più limpida. Daddy aveva saputo trovare il giusto contatto, aveva stabilito una connessione che non aveva prezzo: per quanto potesse andare in porto o meno, quell'intercessione così come il compito generico di entrambi, per il Grifondoro era stato già raggiunto un valore prezioso. Non si trattava soltanto del suo idealismo, dei suoi obiettivi, del C.r.e.p.a. ancor più nello specifico, era molto di più. Oliver perseguiva la semplicità, ancor prima di ogni altra cosa, e ne comprendeva l'eleganza a tutto tondo che ne conseguiva di pari intensità. Non riuscì a trattenersi, e il sorriso che arricciò dolcemente la bocca fu il primo sintomo di un'espressione contenta, lungo gote e volto per intero. Il commento di Bork, più nell'immediato e più direttamente di quanto non avesse previsto, arrivò come un fulmine a ciel sereno. Oliver ne rimase leggermente spiazzato. Non avrebbe potuto negarlo, aveva creduto anche solo per pochi istanti di essere sulla strada giusta, di poter già portare informazioni dalla propria parte, e in quel modo di procedere ancor più dettagliatamente. Percepiva un divario più profondo e si inaspriva in quel senso la difficoltà della situazione; la mente cominciò a macinare una e più varianti, un filo conduttore verso l'altro, e più di una strada si aprì di pari modo. Avrebbe potuto procedere in un altro senso, non era tutto già finito. Le accuse che l'Elfo Domestico rivolse alla sua vicina spezzarono ogni restante buonsenso, in Oliver. Non si accorse della piega di disgusto, lì a fior di labbra, e quando Bork colpì la mano di Astoria, sparì improvvisamente anche la sensazione più intima di pochi attimi prima. Si sporse di scatto dallo sgabello, di pochissimo, e si costrinse a sbattere le ciglia - lentamente, trattenendo il lampo acceso di rabbia tra gli occhi -, prima di poter reagire a sua volta. Aveva conosciuto tipetti come Bork: prepotenti, orgogliosi, infidi fin nel profondo, così pronti a schernire i loro stessi simili per una posizione, un fremito, un pizzico di prestigio. Ancor prima che maghi e streghe, di ogni età e di ogni genere, erano gli Elfi Domestici come lui - come Bork - a porsi come ostacoli primari per il C.r.e.p.a., e in quel senso si concretizzava un fermo interno, ben più complesso da superare. Da parte propria, Oliver sentì l'impulso di rispondere, di prendere controllo della situazione, e per un attimo lo desiderò così tanto da non avere cura neanche dell'esito della missione. Lo schiaffo sulla mano, la scelta di non considerare un posto a sedere anche per Astoria, il modo in cui l'altro le parlava, tutto andò a rifinire un dato di fatto, per il Caposcuola: disprezzava la Creatura, più di quanto potesse anche solo lontanamente immaginare. Ricordò le Burrobirre, il tintinnio, e si lasciò andare a quel suono improvviso - lì, tra i suoi pensieri più recenti, per costringersi al silenzio. Un passo falso, lo sapeva, e avrebbero perso quel minimo vantaggio già raggiunto. Riprese prima ancora che Bork potesse parlare, e sebbene la tensione del corpo fosse viscerale, Oliver cercò di accennare ad un ennesimo, forzato sorriso.
«Quindi non puoi aiutarci, Bork.» Un tono asciutto, screziato appena di una nota di delusione; era intenzionale, velata al punto giusto. «Senza amici non sarebbe una vera cena, il Preside è stato molto chiaro. Peccato Un cenno dispiaciuto, la bocca tirata; cercò l'attenzione di Daddy, il capo leggermente rivolto verso l'altro. «Forse abbiamo sbagliato, pensavamo di aver trovato l'Elfo giusto. Ma se Bork non può esserci d'aiuto...» Un suono secco, le mani ad un tratto sulle ginocchia, palesando in quel modo l'intenzione di alzarsi dallo sgabello. «Di sicuro troveremo qualcun altro, qualcuno che conosca qualche amico di Miss Blackstorm. Come non detto, allora. Non è colpa tua, anzi.» Lasciò lì, in sospeso. Prendere o lasciare, il più intenso dispiacere nella sua stessa voce, così sul volto. Mostrava la fiducia infranta per Bork, l'amarezza del momento, perfino l'insoddisfazione; casualmente, Oliver lasciò che la mano destra salisse al petto, fin sul cuore, e strinse in quel modo - impercettibilmente - il tessuto della divisa, tirando in risalto la spilla da Caposcuola così vicina. L'orgoglio di Bork, quello il suo ultimo scacco.
salute 300/300 - corpo 262/262 - mana 322/322 - exp 57.5

» abilità
Divinatore Esperto, Maridese, Materializzazione

» inventario
bacchetta, Galeone ES, Spilla C.r.e.p.a., bracciale di Damocle, tarocchi,
amuleto propiziatorio, nanosticca, orecchie oblunghe

» incanti
I, II, III, IV Classe completa
V Classe » Claudo/Parclaudo, Nebula Demitto, Plutonis, Stupeficium
VI Classe » Perstringo

» riassunto
Disprezzando la scena che vede e facendo appello ad ogni calma profonda, Oliver gioca una carta finale, la più accesa, e punta all'orgoglio di Bork per giungere ad un compromesso positivo.
 
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view post Posted on 15/5/2020, 09:17
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Si era sempre immaginato gli Elfi Domestici come delle creature magiche docili e servili.
Dei personaggi minuti e buoni, per nulla egocentrici, interessati a servire chi si poneva in maniera gentile nei loro confronti.
Non sapeva perché si fosse fatto quella idea nella sua mente, ma dovette ricredersi, velocemente.
Non appena le parole di Oliver giunsero alle loro grandi e lunghe orecchie, li vide entrambi rizzarsi sulla schiena e cambiare radicalmente.
Cosa li aveva fatti scattare in quel modo? Come mai avevano così tanta paura di parlare degli esponenti della casata Serpeverde?
Indubbiamente c’era qualcosa di più in quei non detti e lo si poteva chiaramente fiutare; stavano nascondendo qualcosa di grosso e non riusciva a capire il perché.
Osservò entrambi dall’alto. Quella posizione di rilievo gli dava modo di percepire ciò che accadeva attorno alla madia e gli permetteva di avere una visione generale degli atteggiamenti dei presenti attorno ad essa.
Per quanto Bork cercava di non darlo a vedere, le Burrobirre gli avevano fatto gola e quello poteva essere un punto a loro favore; quella bevanda poteva essere un qualcosa in più per tirare fuori delle informazioni da quella piccola bocca piena di supponenza.
Proprio quando stava per proseguire il discorso, offrendo ad Astoria il premio che poi indubbiamente sarebbe passato al grassoccio, notò qualcosa andare storto.
Il fazzoletto che stava porgendo, quel flebile segno volto a rassicurare la piccola elfa domestica, venne bloccato da uno dei più sconcertanti e quanto mai incalcolabili gesti.
Ci fu uno schiaffo, su una mano.
Non fu tirato da lui, nemmeno da Oliver, ma teso da Bork nei confronti di una sua consanguinea.
Il sangue gli arrivò al cervello, la mano gli vibrò per un secondo, mentre la vista letteralmente si annebbiava.
Non era in grado di dosare la sua rabbia, di centellinarla al punto da sembrare tranquillo. Quando veniva frenato nelle sue azioni sentiva l’irrefrenabile desiderio di farla pagare a chi gli metteva i bastoni tra le ruote.
Sentì le tempie pulsare con forza, il sangue arrivare al cervello ad una potenza talmente grande che avrebbe potuto disintegrare quella sorta di cassettiera con un solo pugno, ma si fermò.
Si dovette mordere la lingua, stringere per un secondo il fazzoletto con maggior vigore, fino a notare le sue nocche diventare ossute e bianche.


*Come osi*

Fu il primo pensiero; il primo flusso di parole comprensibile che arrivò alla sua mente, ma che non trovò mai la luce.
Se c’era una cosa che odiava era la violenza nei confronti degli esseri più deboli, quelli che non erano in grado di rispondere alle offese perché indifesi o troppo gentili.
Sentì il calore pervadere il corpo, la rabbia arrivare alle orecchie che divennero scarlatte.
Stava facendo un grande lavoro su se stesso e sulla sua persona al fine di non rovinare gli sforzi fatti fino a quel momento.
Girandosi verso l’elfo, disse:


- Non ti permettere più, Bork. -

Gli uscì quell’avvertimento tutto d’un fiato.
Ne aveva di cose da dire, di putiferio da creare, ma doveva regolarsi e proseguire quella storia.


- Se c’è una cosa che non accetto all’interno del castello è l’uso della violenza.
Prego, Astoria. -


Porgendo nuovamente il fazzoletto, sperando questa volta in una buona riuscita della sua azione, provò a rasserenarsi.
Non amava particolarmente quelle creature, anzi, più le aveva lontano dai suoi occhi e meglio stava, ma non dovevano osare contraddire lui e la sua autorità, non dovevano permettersi di avere atteggiamenti contrari ai suoi valori morali fintanto che lui si trovava lì.
Cercando di spegnere dentro la testa l’incendio che era divampato in lui, respirò. Sembrava che stesse imparando a controllare l’impulsività, a gestire quei suoi turbamenti e già questo si poteva considerare un risultato.
Osservando entrambi gli elfi, cercò di fare chiarezza sulla questione e proseguire come se nulla fosse. Se fosse rimasto con quel discorso appeso probabilmente, l’elfo non avrebbe proseguito a colloquiare, o peggio, sarebbe potuto sentirsi in difetto. Insomma, era il caso di indorare la pillola.
Dopo aver sentito le parole secche e decise del collega, volte a pungolare l’orgoglio dell’elfo, aggiunse:


- Comunque sia, credo che il menù proposto non sia affatto male.
Giusto mi domandavo quale pesce volessi preparare. Alcuni pesci sono, come dire, troppo semplici per loro.
Sicuramente serve qualcosa di saporito. Astoria, tu cosa suggerisci?-


Domandò con aria pensierosa.
All’effettivo del pesce non gliene poteva fregare nulla; con assoluta certezza, se gli fosse stato chiesto di fare quel genere di commissione, avrebbe detto agli elfi di fare come gli pareva, ma in quel caso a lui serviva sembrare interessato a ciò che si preparava per dare veridicità alla loro storia e integrare Astoria nella discussione, così da aumentare le probabilità che gli dicesse qualcosa.

Erano passati pochi minuti da che si erano spostati in quel luogo e l’aria sembrava essere tesa. Dovevano impegnarsi al massimo per ristabilire un clima di quiete e positivo, atto a dar loro la possibilità di ottenere delle risposte.




*Stat:

- Punti salute: 322
-Punti Corpo: 267
-Punti Mana: 282
-Punti Exp:76,5

* Vocazioni: Legilimens , Elementalista Inesperto

* Abilità: Smaterializzazione

*Attivo (tasche, mani):

-1 bacchetta Corniolo, corde di cuore di drago, dieci pollici, rigida
-1 sacchetto di caccabombe
-1 Pozione dell'invisibilitá:Rende colui che la beve invisibile.
(Durata: 20 minuti per ogni boccetta)
-1 Pacchetto di Sigarette alle Erbe Magiche alla Belladonna

*Oggettistica:
-Anello:Un anello da uomo, precisamente da pollice, in palese argento con sopra la sottile incisione di un corvo con le ali spiegate.
-Stivaletti Lewam Markis:Volete avere dei piedi sempre in uno stato di comfort? Ebbene questi stivaletti fanno per voi. Il pelo all’interno fa si che il piede si trovi in una morbidezza assoluta. Le particolari fibre incantate, alla pianta, invece servono ad evitare storte, crampi e qualsiasi altro dolore.
-Mantello Awards: Oggetto di grandi avventure, legame di intensa follia: un Simbolo, dunque, del lavoro di squadra, dell'unione e della condivisione della migliore stravaganza di tutti i tempi e di tutti i mondi. La bandiera della Squadra Vincitrice è stata stracciata e ad ogni membro del team stesso verrà consegnato un semplice fazzoletto, un pezzo di stoffa del colore che tanto lo ha caratterizzato nel corso del torneo. Tale straccio presenta sul tessuto lo stemma di Penrose, il triangolo impossibile, e potrà essere portato come foulard o come fascia per capelli, ma il suo potere consiste nel mutare dimensioni a seconda della volontà della persona che lo indossa; potrà dunque ingrandirsi per divenire un mantello lucente, dai contorni scuri e dallo stile classico ma elegante, da mettere nelle sere d'estate per coprirsi dal vento oppure nelle giornate invernali per contrastare il freddo pungente o la neve ribelle. Gloria e fama saranno dati a coloro che indosseranno tale veste, poiché il simbolo degli Awards sancirà per sempre il loro scacco matto al Labirinto dei Fandom e non solo. Possibilità di renderlo nuovamente fazzoletto. Attenzione: ogni cambiamento, da straccio a mantello e viceversa, si attiverà con la semplice volontà.
-Cuspide Scarlatta:Ditale simile al pungiglione di uno scorpione, interamente in argento. Chiunque lo indossi avrà il potere di pungere un mago creando una ferita dalla quale inizieranno a sgorgare litri di sangue. Il sangue sarà solo una mera illusione ma il senso di affaticamento e confusione della vittima sarà reale.
-Sovrappantaloni in pelle:Realizzati in pelle di Tebo, resistente e antistrappo, favoriscono il camuffamento della propria presenza negli ambienti naturali (coprono l’odore umano in favore di quello animale). Proteggono dagli incantesimi medio-deboli rivolti alle gambe (1a, 2a classe).
-Talismano Caparbio:conferisce un bonus temporaneo di 5 punti corpo per ogni 10% di PS mancanti +5 Punti Corpo +7 Punti Salute
 
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view post Posted on 9/6/2020, 14:23
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La reazione di Daddy fu così inaspettata, da sconvolgere tanto Bork quanto Astoria. L’elfa, alzando di scatto il visetto, guardò con tanto d’occhi quel ragazzo che le aveva riservato per la prima volta così tanta gentilezza, difendendola dai soprusi del vecchio elfo.
Ciononostante, ben consapevole di ciò che le sarebbe capitato quando i due Caposcuola fossero scomparsi al di là della porta della cucina, le labbra di Astoria tremarono e le sue mani nodose afferrarono il fazzoletto che Daddy gli aveva porto; ma l’elfa non lo avrebbe mai usato. Con la testa di nuovo china, lisciò la stoffa in un gesto forse automatico, e tirò su col naso. 
Bork, ancora inebetito per quel rimprovero che, di certo, non si era proprio aspettato, era momentaneamente dimentico della cena, dei Blackstorm e di tutto ciò che derivava. 
Un lampo di fuoco balenò nei suoi occhi slavati.
« Oooh, ce n’è fin troppa di violenza sotto i vostri illustrissimi nasi signori Caposcuola. » Commentò caustico, assottigliando le palpebre e rimettendosi seduto sullo sgabello da cui per poco non era quasi caduto per lo shock. A quelle parole, Astoria rabbrividì di nuovo e serrò le labbra, non rispondendo alla domanda che il Corvonero le aveva rivolto.
La finta rinuncia di Oliver fu un altro duro colpo da mandar giù per il prepotente elfo domestico. Deglutendo rumorosamente, come se lo avessero appena strozzato, Bork balzò giù dalla seduta e agitò le braccia grottescamente paffute davanti al Grifondoro. 
« Ooooh signori, il povero Bork è molto degno di dare ai signori Caposcuola il suo aiuto… » Mentre si profondeva in un ridicolo inchino, scoccò un’occhiata velenosa ad Astoria e Daddy. « Ma ecco, vedete, signori… » Con la faccia ancora rivolta verso il pavimento lindo, Bork tentennò vistosamente. « … amici Serpeverde non apprezzare molto lavoro di poveri elfi domestici così noi stare in disparte e non fare affari loro… » Astoria trattenne rumorosamente il respiro e le sue mani, ancora intente a togliere pieghe inesistenti dal fazzoletto, ebbero uno spasmo e strinsero la stoffa convulsamente. La sua espressione non era ben visibile, col capo così piegato sul petto, ma Daddy, che era più vicino, capì che stava facendo un grande sforzo per rimanere lì seduta sul bordo dello sgabello. 
Bork, che non prestò la minima attenzione a lei, continuò, alzando la testa verso Oliver con un sorrisetto untuosamente referente. « Perciò Bork cosa guadagna se dice chi sono amici di signorina Blackstorm? Loro non danno niente a Bork perché per loro Bork e tutti gli altri non contare niente!»
 
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view post Posted on 11/6/2020, 11:39
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Non si sorprese dalla difficoltà dell'incontro: l'esperienza che aveva accumulato nel tempo nei riguardi degli Elfi Domestici poneva Oliver in una posizione ambivalente; se da un lato sentiva di esserne predisposto, sulla scia di un affetto e un'empatia che da sempre avevano fatto parte dei suoi obiettivi, dall'altro ne era condizionato fin nel profondo. Alla presenza di quelle Creature viveva un'intensità particolare, in grado di coinvolgere pensieri, sentimenti, perfino l'ultima forma di lucidità. In principio ne era stato ossessionato, fin da quando tra le mura della sua famiglia aveva assistito indirettamente all'offesa estrema di sua nonna verso il vecchio Elfo Domestico dei Brior; la sete di vendetta si era affievolita nel corso degli anni, alla consapevolezza del funzionamento di quelle leggi magiche tutte al naturale. Con l'arrivo al Castello di Hogwarts e la scoperta di un'associazione dimenticata nel tempo, le sue ragioni avevano assunto il peso di un traguardo da portare a termine, a qualsiasi costo. Da quando il C.r.e.p.a. aveva preso consistenza, tanto nella Scuola quanto nel Mondo Magico all'esterno, una parte di Oliver - intima, preziosa più di qualsiasi altra - si era stabilizzata, e di pari modo aveva saputo trovare una linea guida vera e propria. Il rispetto degli Elfi Domestici, la loro dignità, il riconoscimento dei loro diritti inalienabili, tutto quello aveva rappresentato fin dall'inizio una cornice d'insieme cui tuttora Oliver non voleva né sentiva di poter sottrarsi. Quella era la sua missione primaria, quella principale. Ascoltare le parole di Bork, lì di fronte, fece riaffiorare il disgusto che provava lui stesso verso tutti quei maghi pieni di superbia, di cattiveria, di perfidia. Non era così sciocco da credere che tra il Castello, pieno di studenti di ogni genere, non ci fossero alcuni pronti a compiere del male - ai danni degli altri abitanti, ai danni degli Elfi Domestici, la differenza sostanziale non si esprimeva chissà quanto, per Oliver. Aveva incontrato di persona veri e propri oppositori: al Comitato, ai suoi progetti, perfino ai suoi esponenti; alla fine, perdevano tutti, dal primo all'ultimo: la chiave vincente era la collaborazione, e come una rete compatta, solida e indissolubile, gli attivisti non si erano mai arresi. Non l'avrebbe permesso, in nessun caso. Sentì quindi il peso di un'affermazione che perdeva lo smalto di una rivelazione, e si poneva invece come ulteriore necessità: il suo compito, il loro compito tra le mura di Hogwarts non era finito. Come Caposcuola, come Portavoce del Comitato, come Oliver e basta: percepiva di non avere fatto ancora abbastanza, e tutti i segreti che Bork sembrava annunciare iniziavano a strisciare come una morsa incredibile fino al cuore del Caposcuola Grifondoro. Cercò infatti di mantenere la calma, e vi riuscì a stento: il corpo si muoveva con una frenesia crescente, si spostava sulla sedia di alcuni centimetri da un lato e poi dall'altro. Fermò il battito del piede destro sul pavimento, stringendo i denti e ponderando la risposta successiva. Non aveva ignorato Astoria, aveva scorto in lei il disagio maggiore, lo stesso che si manifestava così attivamente su molti altri della sua specie.
*Bastardi* L'imprecazione saettò in silenzio, tra i suoi pensieri: non era neanche certo che Bork si stesse riferendo ad un maltrattamento ai danni dei soli Elfi Domestici o in un discorso ben più generale. Non poteva permetterlo, né come Caposcuola né come spirito personale. Si sporse leggermente in avanti, le mani poggiate sulle ginocchia. L'espressione seria, parlò molto chiaramente. «La violenza è destinata a consumarsi, Bork. Ricordalo sempre.» Non era così pienamente convinto che l'altro potesse afferrare il senso del suo messaggio, per un attimo gli parve di aver letto una di quelle frasi che trovava da un biscotto della fortuna di Himiko's Taste, ma era diverso, era di più.
Ci credeva davvero.
«Siamo venuti qui per chiedervi semplicemente chi mettere a tavola con Blackstorm, per una cena come si deve. Ma quello che dici, Bork, è completamente sbagliato. Soprattutto alla mia presenza.» Sperò che Daddy non fraintendesse, e riprese in fretta per chiarire il senso dell'ultima affermazione. «Sono il fondatore del C.r.e.p.a., è l'istituzione che in questo Castello e in tutto il mondo magico protegge tutti voi, tutti gli Elfi Domestici. Lottiamo per voi, per i vostri diritti, per tutto. Noi vi apprezziamo, io vi apprezzo più di quel che credi.» Tornò leggermente indietro, tentando di spostare lo sguardo da Bork a Astoria, e di nuovo sul primo. Quel discorso valeva per entrambi, voleva che fosse evidente. «Quindi sì, in cambio noi possiamo darvi molto.» L'indice sollevato, concluse subito dopo. «Protezione, sicurezza, stabilità, in cambio di un pizzico di fiducia.» Sapeva di essersi portato leggermente fuori strada, in quel modo: il suo obiettivo restava Talìa Blackstorm, non si legava al C.r.e.p.a. Ma non aveva posto in ballo quell'argomento così casualmente, senza almeno una cognizione di causa: se la menzogna aveva funzionato a metà fino a quel momento, forse - si disse - la verità avrebbe potuto compiere la differenza. Era stato onesto, la voce l'avrebbe confermato: sperava che le sue parole scalfissero almeno un pizzico del cuore presuntuoso di Bork, e di quello apparentemente più mesto della piccola Astoria.
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» incanti
I, II, III, IV Classe completa
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VI Classe » Perstringo

» riassunto
Le parole di Bork colpiscono Oliver, comprende però che ci sia una parte controversa e sull'esempio del C.r.e.p.a. chiarisce che gli Elfi Domestici, i presenti inclusi, non siano affatto ignorati da tutti. Spera che il suo discorso, con onestà e verità connesse, possa aprire uno spiraglio di fiducia.
 
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view post Posted on 8/7/2020, 17:51
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Era incredibile come le carte in tavola fossero cambiate.
Pochi secondi prima stavano parlando del menù che si poteva servire ai Signori Blackstorm, del fantastico pasticcio di rognone fatto da quelle piccole manine esperte, e ora si ritrovavano a dialogare della sicurezza di Hogwarts, di quella realtà presente tra le mura del castello e per alcuni aspetti incurabile.
Osservando Bork inviperito, il Corvonero rimase in silenzio, cercando di capire quale fosse il modo migliore d’agire.
Se da un lato gli sarebbe tanto piaciuto prendere l’elfo per un orecchio e fargli passare le pene dell’inferno, dall’altro era consapevole che si doveva mostrare superiore e non perdere le staffe.
Sorridendo, spostò la testa sulla destra, sentendo la violenza dentro di lui muoversi ad ondate, in un crescendo difficile da frenare.
Se lo sentiva, stava per esplodere, la potenza stava per confluire nel suo braccio sinistro che avidamente avrebbe avanzato verso la collottola del grasso inserviente, quando le parole di Oliver arrivarono a lui.
Si fermò.
Riuscì a percepire la rabbia del ragazzo, la voglia di far capire che il comitato che rappresentava era lì per loro, per aiutarli e che dovevano solamente crederci.
Si fermò.
Perché riuscì a capire che in quel momento agire impulsivamente non era utile, non li avrebbe aiutati a raggiungere il loro scopo.
Cercando di risistemarsi, tamburellò la mano sulla madia, quindi disse all’elfo:


- Forse non ci siamo intesi, Bork. -

Oramai dire con un tono diverso il nome di quella sorta di sgabello vivente era diventata una certezza, forse perché era l’unico vero ostacolo che li divideva dalle informazioni che gli servivano

- Non scenderemo a compromessi con te, né ora né mai.
Prima ti ho offerto delle Burrobirre perché pensavo fossi un elfo tutto d’un pezzo, un lavoratore, ma con il tuo atteggiamento mi sono dovuto ricredere. -


Sorridendo nella maniera più falsa che conosceva, aggiunse:

- Ora dicci cosa sai.-

L’affermazione uscì dalla sua bocca, in maniera secca e decisa.
Se avesse voluto avrebbero potuto dirgli che lo avrebbe portato dal preside se non collaborava, ma non voleva arrivare al quel punto.
Quanto gli aveva offerto Oliver era tanto, ben di più di quello che avrebbe offerto lui a quell’essere.
Sicuramente il Grifondoro era nobile d’animo, decisamente più incline al venire incontro a personaggi di quel rango, spesso soggiogati dalla paura di essere puniti da studenti di basso intelletto.
Vedendo Astoria muoversi sullo sgabello, probabilmente terrorizzata, provò a passargli una mano sulle spalle a mo’ di conforto.
Loro erano i buoni, la cavalleria e lei non doveva agitarsi.


- Non ti preoccupare. Andrà tutto bene.-

E forse a quelle parole anche lui un po’ ci credeva.




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-Punti Corpo: 267
-Punti Mana: 282
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* Abilità: Smaterializzazione

*Attivo (tasche, mani):

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-1 Pozione dell'invisibilitá:Rende colui che la beve invisibile.
(Durata: 20 minuti per ogni boccetta)
-1 Pacchetto di Sigarette alle Erbe Magiche alla Belladonna

*Oggettistica:
-Anello:Un anello da uomo, precisamente da pollice, in palese argento con sopra la sottile incisione di un corvo con le ali spiegate.
-Stivaletti Lewam Markis:Volete avere dei piedi sempre in uno stato di comfort? Ebbene questi stivaletti fanno per voi. Il pelo all’interno fa si che il piede si trovi in una morbidezza assoluta. Le particolari fibre incantate, alla pianta, invece servono ad evitare storte, crampi e qualsiasi altro dolore.
-Mantello Awards: Oggetto di grandi avventure, legame di intensa follia: un Simbolo, dunque, del lavoro di squadra, dell'unione e della condivisione della migliore stravaganza di tutti i tempi e di tutti i mondi. La bandiera della Squadra Vincitrice è stata stracciata e ad ogni membro del team stesso verrà consegnato un semplice fazzoletto, un pezzo di stoffa del colore che tanto lo ha caratterizzato nel corso del torneo. Tale straccio presenta sul tessuto lo stemma di Penrose, il triangolo impossibile, e potrà essere portato come foulard o come fascia per capelli, ma il suo potere consiste nel mutare dimensioni a seconda della volontà della persona che lo indossa; potrà dunque ingrandirsi per divenire un mantello lucente, dai contorni scuri e dallo stile classico ma elegante, da mettere nelle sere d'estate per coprirsi dal vento oppure nelle giornate invernali per contrastare il freddo pungente o la neve ribelle. Gloria e fama saranno dati a coloro che indosseranno tale veste, poiché il simbolo degli Awards sancirà per sempre il loro scacco matto al Labirinto dei Fandom e non solo. Possibilità di renderlo nuovamente fazzoletto. Attenzione: ogni cambiamento, da straccio a mantello e viceversa, si attiverà con la semplice volontà.
-Cuspide Scarlatta:Ditale simile al pungiglione di uno scorpione, interamente in argento. Chiunque lo indossi avrà il potere di pungere un mago creando una ferita dalla quale inizieranno a sgorgare litri di sangue. Il sangue sarà solo una mera illusione ma il senso di affaticamento e confusione della vittima sarà reale.
-Sovrappantaloni in pelle:Realizzati in pelle di Tebo, resistente e antistrappo, favoriscono il camuffamento della propria presenza negli ambienti naturali (coprono l’odore umano in favore di quello animale). Proteggono dagli incantesimi medio-deboli rivolti alle gambe (1a, 2a classe).
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view post Posted on 19/1/2023, 19:01
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Gli Elfi Domestici erano abituati ad esser trattati con disdegno e spesso anche maleducazione, come se tutto fosse dovuto ai loro padroni. Per questo, l’offerta avanzata da Oliver di dare loro protezione e sostegno tentò non solo Astoria che, pur tenendo gli occhietti bassi e stringendo convulsamente il fazzoletto di Daddy, singhiozzò, ma anche Bork che, in realtà, vedeva un proprio tornaconto ben più grande di quanto avesse sperato. Dopo ciò che era successo, d’altronde, poteva far comodo anche a uno come lui avere una protezione. Si ritrasse dalla sua posizione servile, unendo le mani in un segno di preghiera, viscido e persino fastidioso a fronte di quel meschino ed improvviso cambiamento.
« Ooh voi signori Caposcuola offrite tanto a noi poveri Elfi! Noi in effetti spesso colpiti da cattiverie altrui… bastonate sapete? » Cominciò col dire, la voce fastidiosamente acutizzata. Non fu minimamente colpito dai commenti che i due ragazzi, a ragione, avevano rivolto circa la violenza utilizzata e figuriamoci se l’avrebbe fatto. A Bork non interessava nulla di ciò che gli umani pensavano. Servile oltre ogni limite, ma pieno di una cattiveria tale da rimanere sconvolti da come si potesse concentrare in un corpo così piccolo, pancia a parte. Ma poi l’idillio della speranza, di qualcosa che poteva essere finalmente rivelata, fu spezzato dall’orgoglio del Corvonero che ribadì l’impossibilità di scendere a patti, contraddicendo quanto appena promesso dal collega Grifondoro.
Bork spalancò gli occhi ed un bagliore d’ira fu chiaramente visibile nelle sue acquosi iridi verdognole, come paludi mai rischiarate dalla luce del sole; Astoria nascose il visetto nella mano libera del fazzoletto (che sempre tentava di tenere immacolato) e trattenne un sospiro, se di sollievo o di paura, non fu chiaro.
« Molto bene cari signori Caposcuola. » Le labbra sottili dell’Elfo più anziano si tesero in uno sgradevole sorriso, così ampio da mostrare orridi denti ingialliti e vistosamente cariati. Le narici del grosso naso a patata fremettero, ma la voce rimase adulatoria e il grasso corpo si piegò in un (ennesimo) rigido inchino mentre il braccio flaccido indicava l’uscita.
« Io chiede scusa per mia insolenza, ma noi Elfi preparare ora la cena anche se gradiremmo assai continuare a chiacchierare, ma non possiamo ritardare la cena, no no. Prego tornate pure quando volete, prossimamente. » Alzò la voce quel tanto che bastava per farsi sentire dagli altri Elfi che sfaccendavano intorno a loro. Qualcuno non vi badò, ma quelli più piccoli e timorosi, capendo l’antifona, si avvicinarono saltellanti.
Le manine presero a spingere la schiena dei due ragazzi, indirizzandoli verso la porta delle cucine.
« Sì sì, noi preparare cena ora. Grazie, grazie signori! Arrivederci signori! » Qualcuno ficcò nelle loro tasche qualche focaccina e dei bignè, come a voler così sbolognare i due studenti con un contentino. Mentre Bork sorrideva soddisfatto, il volto ancora nascosto dall’inchino, Astoria sobbalzò e, dopo aver nascosto accuratamente il fazzoletto donatogli in una tasca del vestitino, corse verso Daddy e Oliver, come a volersi unire ai suoi colleghi per scacciarli. Invece, senza farsi notare, strinse appena le mani dei due ragazzi e poi fuggì via.
La porta delle cucine si chiuse con un grande “slam”, lasciando i due completamente di stucco per la rapidità con cui le cose erano precipitate. Non avevano potuto carpire granché da quelle creature, ma forse qualcuno (e non Bork) era sul punto di cedere loro quel pizzico di fiducia cui avevano entrambi sperato.



Come da accordi, dopo un decennio, chiudiamo qui la missione, almeno per il momento. 

Ci aggiorneremo a tempo debito, ma qualche piccolo indizio l’avete comunque ricevuto.
Guadagnate comunque 0.5 EXP.
Grazie per la vostra pazienza.
 
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20 replies since 18/2/2020, 16:31   541 views
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