In a stranger's mind, Quest Vocazione

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view post Posted on 17/12/2020, 09:57
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Seguiva l’uomo, ormai avevo imboccato le scale che suonavano come se stessero per cedere sotto il peso dell’uomo. Nel locale ancora si susseguivano commenti che ormai poco gli interessavano. Erano entrati in un corridoio stretto, alle spalle di Usher non riusciva quasi a vedere dove stessero andando, sembrava davvero impaziente di lasciare quel corridoio. Si fermarono quasi subito, la prima porta a destra era evidentemente la loro meta. Usher proferì parola. Ma con chi stava parlando il vecchio? Tentò di guardare ma non vi era nessuno che potesse sembrare a guardia della porta. Solo quando Usher entrò riuscì a vedere, una testolina appesa per i capelli stava parlando. Dita mozzicate? Evidentemente doveva essere più efficace di un incantesimo difensivo. Senza impressionarsi troppo entro nella stanza e chiuse la porta alle sue spalle senza degnare il “guardiano” di una risposta. La stanza era piccola, abbastanza spoglia e sporca. Non c’era da meravigliarsi che qualcuno avesse potuto lamentarsi per un prezzo troppo alto. Il mobilio era vecchio. Un letto, un armadio e poco altro. Vi erano poi degli oggetti che stonavano con l’ambiente, probabilmente appartenevano ad Usher. Come il mappamondo in legno che continuava a girare senza che nessuno lo toccasse. Ma la sua attenzione cadde su uno specchio, non rifletteva l’ambiante circostante, inizialmente pensò ad uno strano gioco di luci, invece c’erano dei volti, più o meno visibili che si muovevano sulla superficie. Si accorse che stava ormai fissando l’oggetto quando Usher proferì nuovamente parola, distolse lo sguardo a fatica. Ci volle un attimo prima che si sintonizzasse sul suo interlocutore. Effettivamente, pensò all’allusione del prezzo gonfiato. L’uomo inizia fissarlo, Derek ebbe la stranissima sensazione di essere perforato da parte a parte da quegli occhi piccoli e chiari. Come faceva a sapere che…Non importava, era evidente che anche lui aveva sentito la sua voce nella sua mente, altrimenti come aveva fatto ad usare la sua stessa espressione pochi secondi dopo. Beh, da quello che ho capito anche lei mi ha sentito senza che aprissi bocca. Disse guardando l’uomo, non aveva propriamente risposto alla sua domanda, si sedette su una sedia che prometteva di farlo cadere al solo essere sfiorata e vedendo la pipa dell’uomo gli venne in mente che in quel momento avrebbe tanto voluto rollarsi una sigaretta. Perché no? Si chiese. Prese da una tasca l’occorrente e guardò l’uomo. Posso? Chiese prima educatamente. Poi passò a raccontare ciò che accadde. Senza dare troppi dettagli. In realtà non è che abbia visto molto prima che lei arrivasse. Ho avuto come l’impressione di aver visto le signore che erano con me al tavolo. Si sentì terribilmente stupido, erano normale che le avesse viste lì. L’unico dettaglio che non so spiegarmi è che avevano molte rughe in meno. Non sapeva se si era spiegato. Le luci erano più soffuse. Era come se in qualche modo avessi visto la stessa scena che stavo vivendo ma…Non sapeva se era il caso dirlo. Ma era proprio come se avesse visto il passato. Sembrava una scena realmente accaduta, non credo che mi stessi imaginando tutto. Rimase in attesa delle parole del suo interlocutore, quasi come a conferma del fatto che fosse pazzo e che avesse visto cose non reali..





 

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- Bacchetta:Legno di acero, dente di drago, 11 pollici, flessibile
- Ciondolo della scaglia di drago
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- Anello dell'eroe (Mano Destra)
- Anello con quadrifoglio (Mano Sinistra)
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view post Posted on 23/1/2021, 11:30
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La sedia mandò uno scricchiolio atroce quando Derek vi si sedette sopra, ma resse. Usher, che già doveva essere piuttosto diffidente verso quei mobili vecchi e rovinati, si guardò bene dal prendere posto a sua volta. Era curioso, ma pareva quasi che fosse lui l'ospite di passaggio. Si portò la pipa alle labbra per poi, dall'alto della sua enorme stazza, soffiare una nuvola di fumo pungente contro alle narici; lo fece con uno sbuffo che avrebbe potuto essere esasperazione, così come una risata trattenuta di fronte alla prima risposta di Derek. Quando chiese di potersi fare una sigaretta, quest'ultimo poté vedere l'uomo annuire da dietro alle spirali grigiastre del fumo. Che si trattasse di una richiesta genuina oppure di una studiata a favorire un'atmosfera di maggiore convivialità, la mossa del Corvonero dovette compiacere Usher, che parve rilasciare una parte della tensione nell'appoggiarsi al davanzale della finestra dietro di lui. Rimase immobile durante la breve spiegazione di Derek; quando questa si concluse e il ragazzo tacque, Usher protrasse il silenzio per qualche secondo, sollevando una mano a grattarsi il mento con aria meditabonda.
«...ma era come se fosse un ricordo di altri tempi.» Non era una domanda, ma nondimeno lo sguardo attento di Usher cercava una reazione nell'espressione del ragazzo. Lasciò correre qualche altro momento, mentre un altro sbuffo di fumo si disperdeva rapidamente verso il soffitto.
Quando riprese, le parole uscirono attraverso una smorfia: «La fortuna non è dalla tua, entrare nella mente di quelle comari è un'esperienza che non auguro a nessuno. Banalità, piccole bugie futili, perfidie da due zellini... Le teste di questa gentaglia sono le più piccole, le più claustrofobiche di tutte. Come le loro maledette stanze, che ti affittano al doppio del prezzo solo perché credono che non te ne puoi accorgere.» A quelle parole, fece correre uno sguardo per la camera. Al di là dello squallore, vi aleggiava una certa aria di inquietudine, probabilmente dovuta ai movimenti continui del mappamondo e delle figure dentro allo specchio. Lo spazio era così ristretto e così privo d'interesse che l'occhio tornava involontariamente a soffermarsi su quei due dettagli, uno dei quali – lo specchio – aveva già attirato in precedenza la curiosità del Corvonero.
Usher, però, non ne fece parola; al contrario, proseguì nel suo flusso di pensieri: «Cosa pensi che farebbero quelle teste di vermicoli se un giorno scoprissero di poter guardare nelle menti dei loro compari? Di poter, con la giusta concentrazione e le giuste conoscenze, vangare ricordi e intenzioni. Un po' come hai fatto tu oggi. Non farebbero un bel niente, te lo dico io. Penserebbero che hanno ingurgitato troppa Burrobirra, e finirebbe lì». La sua voce greve vibrava di un disprezzo che non tentava nemmeno di mascherare, e che, anzi, dispiegava in tutta la sua forza. Più che una parte di conversazione, quel monologo sembrava estrapolato direttamente dalle sue elucubrazioni personali.
Ma subito dopo il tono cambiò sensibilmente, perdendo la carica di meditabonda avversione e tornando ad un vero e proprio dialogo: «Tu invece? Cosa farai ora che sai di avere potenzialità per diventare Legilimens?». La risposta gli interessava – gli interessava parecchio.

 
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view post Posted on 2/3/2021, 10:31
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Non appena ne ebbe avuto il permesso iniziò a farsi una sigaretta, nel mentre ascoltava le parole dell’uomo che aveva di fronte. Era evidente che sapesse più di quanto gli avesse ancora detto. Ma credeva, anche, che non era tipo da giochi di parole. Con un po’ di fortuna sarebbe stato diretto e brutale nello spiegargli la faccenda. Finì la sua frase come se conoscesse esattamente cosa pensasse di dire, era riuscito nuovamente a comprendere cosa passasse per la mente del ragazzo, suo sul volto si dipinse un’espressione interrogativa, come faceva. Accesse la sua sigaretta per poi iniziare a consumarla. Ogni tanto guardava quello strano specchio, ma a tutte le riprese si voltava verso l’uomo ad ascoltare. Ed ecco non dovette aspettare molto per sapere cosa nascondesse l’uomo, sapeva leggere nella mente, ed in quel momento apprese che anche lui ne era capace. Era ciò che aveva fatto, non aveva visto un ricordo per puro caso, lo aveva visto direttamente dalla mente di una delle commensali. Non era facile da digerire. La sua espressione cambiò nuovamente divenendo cupa. Come era possibile? Non gli era mai capitato prima di riuscire a fare qualcosa del genere da che aveva memoria. Che fosse stata un’abilità latente. Non riusciva a parlare, a rispondere all’uomo in alcun modo, come se un nodo in gola lo bloccasse. Guardava attonito l’uomo guardarsi in giro a seguito del suo commento sul costo della stanza. Effettivamente non era delle migliori. Ad ogni tiro della sigaretta un sbuffo di fumo ne usciva, e più ci pensava più credeva che l’uomo potesse essersi sbagliato, la situazione era abbastanza simile a quanto scoprì di essere un mago, tutto era legato al fatto che nessuno gli aveva mai detto chi era, e comunque non avrebbero avuto modo di farlo in un orfanotrofio babbano. Mai come in quel momento avrebbe preferito saperlo prima, sembrava che l’uomo andasse fiero di quanto era e di quanto avesse scoperto quella sera. Penetrare la mente di altre persona non era roba da poco, e nessuno come lui sapeva quanto giusto potesse essere mantenere i propri segreti talvolta. Ma in quel momento erano alla mercé dell’uomo, che fosse legato a ciò che accadde quella sera alla stamberga? Gli era già capitato di captare sensazioni che non sembravano essere sue. Ma questo portava la questione su di un altro livello. Aveva violato in qualche modo la riservatezza di quelle donne, ma quanto ritenesse che non fossero le persone più riservate del mondo non sembrava essere giusto. Comunque la sua mente analitica non potè fare altro che pensare all’utilità della faccenda. Il potenziale in certe situazioni era praticamente illimitato. Era anche utile prendere il controllo, non era certo consigliabile accedere a ricordi di qualcuno per puro caso, come l’uomo che aveva davanti altri avrebbero potuto capire e non essere così comprensibili con lui. Su questo non concordava sull’uomo, magari chi era nel locale non avrebbe fatto nulla. Non sapeva se ci fossero delle leggi in merito, ma violare la mente di qualcuno per puro sfizio non poteva essere troppo legale, di sicuro non era giusto. Il fumo copriva la sua faccia, era tempo di parlare, doveva dire qualcosa nonostante i suoi dubbi. Era un legilimens, il nome era esplicativo abbastanza per capire di cosa si trattasse. Guardò l’uomo, cosa avrebbe fatto adesso che sapeva? La logica diceva di allenare questa sua abilità. Sarebbe stata utile in molteplici situazioni e per molti aspetti, non c’erano dubbi. Cosa dovrei fare per affinare la mia capacità? Chiese di getto, una domanda che faceva trasparire la volontà di fare qualcosa che potesse aiutarlo a controllare l’abilità per quanto ancora non credesse di essere davvero un legilimens.





 

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I secondi successivi alla domanda di Derek trascorsero senza che nell'aria si muovesse altro se non le volute argentee del fumo. A ben guardare, il ragazzo non aveva espresso solo una curiosità ma, piuttosto, una richiesta, che Usher sembrava ponderare con attenzione dietro ad un'espressione assorta. Sono strani, a volte singolari i modi che il destino o la casualità hanno di incrociare le vie di perfetti sconosciuti. Derek avrebbe potuto arguire che Usher aveva già fatto per lui più di quello che avrebbe dettato il loro rapporto inesistente. C'era da chiedersi cosa spingesse l'uomo, all'apparenza piuttosto misantropo, ad esporsi e mettere a disposizione le proprie conoscenze. Possibile che una vocazione in comune lo portasse a specchiarsi così tanto nella figura del Corvonero?
Il silenzio venne interrotto bruscamente: una decisione era stata presa. «Devi conoscere l'incantesimo.» Derek non aveva esitato ad andare fin da subito dritto al punto e ora Usher lo imitava nell'impartirgli già le istruzioni. «Punti la bacchetta alla tempia sinistra della persona in cui vuoi scavare.» Imitò il gesto, stendendo l'indice contro alla propria testa. «E pronunci Legilimens come se fosse un ordine.» Lasciò correre una pausa mentre aspirava dalla pipa, e riprese dopo aver sbuffato lontano il fumo: «Sarai abbastanza sveglio da aver capito che quello che conta per davvero è la tua mente. Ci sono frotte di Maghi che non saranno mai in grado di vedere niente, perché ci vuole una forza mentale non comune. È una lotta tra la tua testa e quella dell'altro, devi essere perfettamente concentrato se vuoi sperare di ottenere qualcosa.»
L'uomo, insomma, non si profuse in lunghe spiegazioni: molto avrebbe potuto essere detto sulla forza di volontà necessaria alla Legilimanzia, sulle difficoltà e i pericoli che comportava il cercare tra le pieghe misteriose dei ricordi altrui. Tutto quello che Usher aggiunse, invece, fu un ordine: «Alzati». Lui fece un passo in avanti, staccandosi dalla finestra per andare incontro al ragazzo. Il suo viso non mutò di una virgola nel dire: «Tenta».
A dispetto della parsimonia delle parole di Usher, le sue intenzioni erano chiare: si stava mettendo a disposizione perché Derek avesse modo di approcciarsi all'incanto. D'altra parte veniva da chiedersi se davvero fosse possibile scorgere qualcosa nella sua mente, quando il suo stesso viso si delineava in pieghe e spigoli cristallizzati in un'espressione indecifrabile. Gli occhi stessi, piccoli e duri, avevano poche rivelazioni da offrire. Usher non smise di fumare, e anche mentre aspettava continuò a tenere tra le labbra il beccuccio della pipa.

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Bene, Derek, eccoci giunti ad un punto chiave dell'intero apprendimento. Ti viene chiesto un primo tentativo nell'utilizzare l'incanto Legilimens. Usher ti ha fornito le linee guida, ora sta a te seguirle e approfondirle. Non avere paura di osare con considerazioni o aggiunte personali: prendi le indicazioni di Usher come uno schema che sei libero di arricchire a modo tuo.

 
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view post Posted on 24/9/2021, 10:34
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Chiunque avesse visto quel quadretto da fuori avrebbe pensato che i due si conoscessero da tempo. Aveva già delle remore nei confronti di quell’abilità magica. Ma il dado era tratto. Aveva chiesto aiuto all’uomo che adesso era in piedi davanti a lui. Posò la sigaretta senza troppe cerimonie nel posa cenere, dopo aver fatto quel che sembrava l’ultimo tiro, anche se era ben lungi dall’essere finita. Ma ciò che stava accadendo era di gran lunga più importante. Avrebbe potuto imparare e controllare una delle abilità magiche più utili che esistessero. Per cui avrebbe fatto il modo di assorbire il più possibile da chi sembrava controllarla perfettamente e senza uso della bacchetta, ma per il momento, inesperto com’era, doveva accontentarsi. Si alzò anche lui. Le istruzioni furono poche ma piene di significato. Come fu chiaro al Corvonero, l’uomo aveva detto quanto bastava per eseguire l’incanto, almeno nella meccanica, adesso stava a Derek capire con quanta concentrazione, con quanta profondità e stato d’animo avrebbe dovuto agire. Era una lotta, o così l’aveva definita l’uomo, tra due menti. La sua e quella di Usher, almeno per il momento. Come si sarebbe dovuto preparare era ancora un mistero. Avrebbe dovuto osare prevaricazione? La legimanzia era solo quello. Cercare di far cedere la mente dell’avversario osando forza, cercando di distruggere le difese del nemico? O c’era un altro modo per riuscire nell’impresa?
Con molta probabilità quello sarebbe stato il primo di tanti tentativi, l’avrebbe considerato un miracolo se ci fosse riuscito al primo turno. Ciò che era ovvio, tra le tante incertezze, era che la sua mente doveva essere calma, piatta. Concentrata sul momento, su ciò che stava per fare. Non aveva ancora estratto la bacchetta, sapeva bene che il quel momento non gli serviva a nulla. Doveva prepararsi. Nella sua mente calò il silenzio, l’unico pensiero era volto a ciò che stava per fare. La sua volontà era ferma, anche se provata dall’eticità di ciò che stava per fare, ma forte del fatto che la sua mente era riuscita, con quelle streghe a leggere nei loro ricordi. Ma aveva come l’impressione che Usher non sarebbe stato altrettanto facile da leggere. I suoi occhi guardavano dritti negli occhi dell’uomo, non osava muovere un muscolo, nemmeno le palpebre. Era concentrato, la volontà c’era. Adesso sarebbe dovuto bastare prendere la bacchetta. Cosa che fece. Estratta la puntò alla tempia sinistra dell’uomo. Ma sentiva ancora che qualcosa mancava, mancava il canale. Mancava l'assoluta volontà a farlo. Cosa avrebbe potuto dargli la chiave per aprire la porta della mente dell’uomo. La curiosità, si disse. Ecco che lui non era un prevaricatore, ma era curioso, era un adepto di Priscilla la curiosità era parte di lui. Era lui. SI concentrò sul quel pensiero, su quella volontà con tutto se stesso. Doveva leggere Usher con la stessa avidità con la quale leggeva un libro della biblioteca od uno di testo. La forza di volontà, adesso, c’era.
Legilimens Pronunciò la formula con voce normale, ma con assoluta sicurezza e forza di volontà.



 

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Niente. Non accadde assolutamente niente, nonostante la bacchetta fermamente puntata alla tempia di Usher, nonostante la volontà di Derek fosse ora maggiormente fissata. L'uomo resse il suo sguardo per tutto il tempo, pareva quasi che non dovesse mai più sbattere le palpebre. Occhi azzurri, freddi e duri – impenetrabili. Se Usher stesse appositamente chiudendo la mente alla sua magia, Derek non avrebbe saputo dirlo. Avrebbe potuto aspettarsi di tutto da quel vecchio viso arcigno, perfino un'architettata presa in giro, anche se Usher non sembrava dotato di un senso dell'umorismo così spiccato da farsi beffe di qualcuno per una sana risata. Eppure, era stato così semplice scorgere piccole pieghe di memoria nelle teste delle vecchie streghe, e poi in quella stessa del mago, quando, al piano di sotto, stava per scagliare su di loro la propria magia. Possibile che ora Derek non sentisse proprio niente?
Ma non era esatto, non del tutto. Vi fu un momento, appena dopo aver pronunciato la formula, in cui il Corvonero ebbe una sensazione tanto curiosa quanto fugace: gli parve che la propria mente si bloccasse contro ad un impedimento, come una porta sbarrata che lui non avesse la forza di smuovere. Fu questione di un unico attimo, in seguito al quale a Derek rimasero solo i propri pensieri e la constatazione, non poi così inaspettata, che quel primo tentativo non era andato in porto.
Trascorsero pochi secondi di immobilità, così silenziosi che Derek fece per la prima volta caso al leggero scricchiolio del mappamondo di legno che, sul tavolo, girava incessantemente. Poi Usher sbuffò una nuvola di fumo e scostò la testa, allontanandosi dalla punta della bacchetta.
«Ogni testa è un labirinto di ricordi, pensieri vecchi e nuovi, fatti catalogati con attenzione e altri lasciati a se stessi, buttati in un angolo nella speranza di dimenticarli presto. Sono anni di vita ammassati dentro ad una scatola cranica, uno spazio minuscolo per tutto quello che deve contenere.» Fece una pausa, assicurandosi di essere ben ascoltato. «E soprattutto è una scatola chiusa, devi fare molto di più se vuoi entrarci dentro. Per adesso è inutile che provi a cercare qualcosa di preciso, non riusciresti a cavarci più di qualche immagine a caso.» Il pavimento scricchiolò sinistramente quando Usher spostò la sua enorme mole verso lo specchio appoggiato alla parete. Indicò le figure confuse che si ammassavano dall'altra parte del vetro: forme nere e grigie, appena abbozzate, che mutavano in continuazione. A Derek sembrò di indovinarvi dei contorni umani, ma era difficile esserne certi. «Quello che puoi sperare di vedere per adesso somiglia a questo avversaspecchio: cose confuse, appena riconoscibili, sarà difficile dargli un senso compiuto. Non perché le immagini siano distorte, ma perché non saprai dove appartengono, non capirai i collegamenti tra un episodio e un altro, e tra quelli e le emozioni che sentirai riciclate.» Da dove era arrivata tanta loquacità? Sembrava davvero che Usher volesse trasmettere il proprio sapere, e che Derek fosse capitato sotto i suoi occhi al momento giusto. L'uomo rimase in silenzio per qualche momento, fissando il contorcersi indistinto delle figure nello specchio. Infine, riprese, con un tono ora più duro: «Se vuoi avere qualche speranza di carpire anche solo qualche immagine confusa, devi essere convinto di quello che stai facendo. La Legilimanzia non è per tutti. E di certo non è per chi ha paura di usarla. Se ti stai facendo delle remore, tanto vale che abbandoni adesso e non perda tempo.» Il messaggio dietro a quelle parole era chiaro: riprova con tutta la tua volontà, o vattene. Usher voleva sapere di che pasta era fatto, lo stava mettendo alla prova.

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Riprendiamo ufficialmente le fila della quest.
Come c'era da aspettarsi, il primo tentativo non ha prodotto risultati, anche se dopo la riflessione iniziale Derek è più vicino a riuscire nel suo intento. Puoi riprovare già a questo turno.
Ormai manca poco alla fine, forza!


 
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view post Posted on 5/3/2022, 13:15
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Non era accaduto nulla, certo era prevedibile ma una punta di disappunto fece capolino tra i pensieri di Derek. Guardò l’uomo per qualche secondo come a decifrarne l’espressione. Neppure lui sembrava troppo sorpreso dal fatto che il Corvonero non fosse riuscito nel suo intento. Ci fu solo un attimo nel quale provò sensazioni strane, come di una porta chiusa che non riusciva ad aprire. Forse era stato proprio quello in suo errore, non doveva aprire la porta ma trovare il modo di spalancarla con la forza, con la volontà, nel silenzio ogni rumore era chiaro, ogni cigolio era limpido. Mentre l’uomo si muoveva ed iniziava a parlare allungò un mano per prendere la sigaretta miracolosamente ancora accesa, le parole dell’uomo era ritmate dai tiri. Ascoltava, meditava le parole che gli veniva rivolte. La loquacità del mago era davvero strana considerando che poco prima era stato di poche parole. Era davvero così difficile o stava, semplicemente, sbagliando approccio? Era più probabile la seconda. Era, anche, consapevole del fatto che non avrebbe potuto vedere in Usher dei ricordi chiari come quelli che aveva visto di sotto. Posò la cicca ormai spenta, l’uomo aveva colpito nel segno, le remore di Derek erano troppe. Forse non avrebbe dovuto averne, se avesse usato quell’abilità non sarebbe stato di certo ai danni di chi non avrebbe potuto difendersi. Anche se rimaneva una certa dose di legittimazione anche negli altri casi. Comunque il suo sguardo era fermo sull’avversaspecchio, in qualche modo rifletteva il suo essere in quel momento. Avrebbe dovuto compiere un sforzo di volontà notevole. Doveva rendere chiari quelli che sembravano volti, volute di fumo senza alcun senso. Non appena Usher ebbe finito l’intenzione della sua frase era più che chiara. Lo esortava a fare ciò che andava fatto, e Derek non si sarebbe tirato indietro facilmente. La sua volontà era ferma, non aveva seguito uno sconosciuto solo per arrendersi alle prime difficoltà, non l’aveva mai fatto e quella sera non avrebbe fatto la differenza, non avrebbe ceduto. Forte di questo pensiero si accinse ad un nuovo tentativo. Guardava l’uomo negli occhi senza batter ciglio, la sua volontà era ferma, era una sfida, doveva riuscire nel suo intento. Avrebbe divelto dai cardini quella porta, non aveva importanza cosa avrebbe visto o non visto, in quel momento era necessario abbattere il muro che lo separava dai ricordi e dalle sensazioni dell’uomo, per il resto avrebbe avuto tempo per affinare la sua capacità. Ancor più forte grazie a quel pensiero, alzò la bacchetta, i suoi occhi fissi in quelli dell’uomo, ogni molecola del suo corpo e della sua mente erano rivolte a ciò che stava per fare. I rumori di sottofondo ormai spenti, non necessari. La sua mente completamente calma e con un solo obiettivo, alzò la bacchetta verso la tempia sinistra pronto a fare ciò che andava fatto Legilimens La sua voce sembrava provenire da lontano, quasi non gli appartenesse ma rimbombava nella sua mente sempre più forte, come la forza che avrebbe osato per raggiungere il suo scopo.


 

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La porta che chiudeva la mente di Usher si spalancò sotto alla spinta decisa di Derek, lasciando fuoriuscire, per pochi istanti, una valanga di immagini ed emozioni che investì il Corvonero in pieno.
Il mare grigio e schiumoso scorreva veloce sotto alla prua in legno di una nave, in un giorno plumbeo di vento.
In una piccola stanza fumosa, afosa per il fuoco scoppiettante nel camino, un'anziana cieca sorrideva, con infinita dolcezza cullava l'aria tra le braccia.
Un viso giovane, dagli occhi piccoli e chiari, luccicanti come metallo, si fissava riflesso in uno specchio ovale: disgusto.
Mentre un'ondata di selvaggia disperazione si faceva strada incontrollata nella mente di Derek, ecco apparire una gamba, con il pantalone sollevato fin sopra il ginocchio, ed il bianco malato della pelle che sul polpaccio andava a perdersi in venature nere, e la pelle cedeva il passo a quella superficie scura e secca, quasi squamosa, che sembrava aggrapparsi avida alla carne per risalire la gamba, per inghiottirla. Presto.
Il flusso si interruppe, repentinamente come era cominciato, lasciando Derek spiazzato. Per un momento si sentì privo di riferimenti, svuotato della propria realtà a causa di quelle immagini tanto intense. Quando riprese totalmente il controllo di sé, si accorse che Usher si era nuovamente allontanato, e che aveva abbassato i suoi piccoli occhi metallici. Non giunsero applausi, né complimenti di altro tipo, ma a Derek non servivano per riconoscere la propria riuscita. L'incanto Legilimens aveva funzionato e, come l'aveva avvisato Usher, gli aveva mostrato poche immagini apparentemente scollegate tra loro, di difficile interpretazione. Tuttavia, ora che aveva scostato un lembo della copertura di Usher, Derek poteva sapere con certezza che l'imperturbabilità dell'uomo nascondeva sentimenti burrascosi. Possibile che ciò che aveva scoperto si legasse in qualche modo alla sua disponibilità ad aiutarlo con l'abilità magica? Difficile a dirsi, e Usher non era di certo incline a dargli ulteriori risposte.
«Con il tempo sarà sempre più facile» fu la prima cosa che disse. «C'è un limite a ciò che io o chiunque ti possa insegnare, almeno per adesso. L'esperienza è fondamentale per stabilizzare il controllo.»
In quel momento si udirono dei passi nel corridoio, e qualcuno bussò alla porta. «Signore? Signore, le devo chiedere gentilmente di... Ehi!» Una voce maschile, che si interruppe in una brusca esclamazione di allarme. «E tu che cosa sei? Per Merlino, lasciami andare! Lasciami, mi strappi il grembiule!» Derek avrebbe potuto ricordarsi della curiosa testa raggrinzita appesa alla maniglia fuori dalla porta: a quanto pareva faceva il suo lavoro come guardia.
Usher sospirò pesantemente, pareva rassegnato piuttosto che sorpreso. «Credo sia arrivato il momento di fare i bagagli, alla fine.» Quindi si mosse pesantemente verso l'armadio, lo aprì e cominciò a frugarci dentro, probabilmente alla ricerca del baule dove riponeva le sue cose o altro del genere. Volenti o nolenti, sembravano essere giunti alla fine del loro incontro. L'uomo fuori dalla porta continuava a gridare che non gli masticassero il grembiule, e anche se l'uscio era ancora chiuso, c'era da aspettarsi che non lo sarebbe rimasto per molto. Se Derek voleva sapere altro da Usher, avrebbe fatto meglio a sbrigarsi, pareva che si sarebbero separati di lì a poco.

 
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view post Posted on 15/7/2022, 07:44
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La bacchetta ancora puntata sulla tempia dell’uomo iniziò a vedere tante immagini e altrettante sensazioni non sue lo invasero. Immagini connesse, ma molto cupe. L’unica cosa che gli rimase dopo che tutto fu finito era una leggera, quasi impercettibile, sensazione di disgusto. Ci vollero molti attimi prima che Derek riuscisse a tornare in se stesso. La complessità di ciò che aveva visto e vissuto cadde su di lui d’un tratto. Aveva appena capito ciò che l’uomo aveva detto fin dall’inizio, ciò che aveva scoperto essere di grado di fare non aveva nulla a che fare con la lettura del pensiero. La mente umana, era davvero più complicata di quanto lui avesse mai pensato. Non si trattava di leggere il pensiero, ma di una forma di ricerca. Nulla era scritto, tutto era da interpretare. Non era nemmeno un film muto della vita, ma aveva come l’impressione di aver vissuto le stesse emozioni che l’uomo visse. Per quanto potesse essere una abilità utile non era certo che gli piacesse. Si era trovato molto più a suo agio a “leggere” il pensiero di quelle vecchie signore. Ma aveva come l’impressione che certe menti erano semplicemente più burrascose di altre, per vie di ciò che si era passato in vita. Notò solo in quel momento che l’uomo si era allontanato da lui. Lentamente abbassò la bacchetta.

Derek guardò l’uomo, e si chiese se averlo aiutato a forzare la sua mente, avergli detto tutte quelle cose erano un invito a chiedere altro aiuto. Proprio come nel padroneggiare la sua abilità, aveva la sensazione che aveva appena intaccato la superficie. Fece come per parlare, anche se non sapeva proprio da dove iniziare. Ma l’uomo parlo prima. Con il tempo diventerà più facile. L’esperienza lo avrebbe aiutato a controllare la sua abilità. Non proprio dei consigli utili, quanto più ovvi. Fece nuovamente per parlare ma questa volta venne interrotto da qualcuno dietro la porta, infastidito ascoltò ciò che accadde. Come un ricordo lontano gli venne in mente della testa alla porta.

L’uomo iniziò a trafficare verso l’armadio, doveva scegliere con cura le sue parole. Aveva troppe domande. Come fare esperienza, ad esempio, visto che non era proprio una pratica poco invasiva. Come cercare di dare un ordine a ciò che vedeva. Le sensazioni che provava erano legate a ciò che avrebbe provato lui in quella situazione oppure erano proprio le sensazioni provate da chi le aveva vissuto. Data la complessità della mente avrebbe potuto cercare dei ricordi in particolare, magari legati ad una sensazione particolare. Troppe domande per poterle fare in quel momento. Ma aveva come l’impressione che avrebbe scoperto quelle cose con il tempo. Ripose la bacchetta. Si alzò e chiese semplicemente.
Come posso riuscire a dare un ordine temporale a ciò che vedo? Non aveva molta importanza effettivamente, ma gli sembrava importante in quel momento e comunque un modo per concedersi dall’uomo.


 

“ In a Stranger's Mind ”

Salute: 215 ▲ Corpo: 156 ▲ Mana:168 ▲ EXP:23.5

Incantesimi:
Prima, Seconda Classe e Terza Classe (Escluso Fattoriam)
Quarta Classe: Colossum, Circumflamma e Ignimenti.
Incantesimi Imparati a Lezione di diverse classi.
Incantesimi Chiari: Atlantis Cage.

Inventario:
- Bacchetta:Legno di acero, dente di drago, 11 pollici, flessibile
- Ciondolo della scaglia di drago
- Mantello della Disillusione
- Anello dell'eroe (Mano Destra)
- Anello con quadrifoglio (Mano Sinistra)
- Occorrente per fare le sigarette +
accendino antivento (tipo zippo)





 
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view post Posted on 13/11/2022, 18:53
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Il Fato

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Comprensibilmente, per Derek non era affatto facile assimilare ciò che aveva appena vissuto. La Legilimanzia era una pratica invasiva nei confronti di chi la subiva ma, almeno nei primi stadi, pareva esserlo altrettanto anche per chi la sapeva praticare. Quando due coscienze, con i propri relativi vissuti ed emozioni, si toccavano senza barriere intermedie, l'equilibrio di entrambe ne usciva mutato. Avrebbe potuto essere una lezione importante per il Corvonero, un monito a non abusare della propria abilità appena scoperta.
Con il tempo che scarseggiava e la tranquillità ormai disturbata, il Corvonero ritenne giustamente di dover limitare la propria curiosità. Tra i tanti dubbi che gli affollavano la mente, dette voce ad uno dei più pratici, un quesito interessante che portò Usher a soppesare le proprie parole prima di rispondere.
«All'inizio è particolarmente complesso, dato che non sei tu a scegliere i ricordi e i pensieri a cui hai accesso. Un Legilimens esperto è in grado di scegliere con una certa precisione ciò che vedrà, ed isolare, ad esempio, un episodio risalente ad un determinato periodo.» Usher trascinò fuori dall'armadio un baule; per quanto potesse sembrare pesante, le sue grosse braccia lo maneggiavano con sorprendente facilità. Lo lasciò cadere senza tanti complimenti sul pavimento, e poi cominciò a riporvi i suoi pochi averi. «Per adesso ti puoi basare su alcuni dettagli delle visioni: facce più giovani, per esempio, o mutamenti in posti che conosci. Non c'è una formula che ti possa far capire la sequenza temporale con precisione. Capirci qualcosa sta a te e alla tua deduzione.» L'uomo si strinse nelle spalle: non era granché come risposta, lo sapeva anche lui. C'era però poco altro che potesse suggerire a Derek per aiutarlo, le trame del tempo costituivano una matassa fitta e particolarmente difficile da sbrigliare, soprattutto per un principiante. Il ragazzo però gli sembrava in gamba, ed era sicuro che avrebbe trovato un modo di beneficiare della propria abilità nonostante i limiti apparentemente così stringenti.
Nel corridoio dietro alla porta ora si sentivano anche altre voci: qualcuno era intervenuto per liberare il povero inserviente dalle grinfie della guardia di Usher. Si sentirono i rumori di una breve lotta, poi l'uscio venne spalancato con tanta violenza da sbattere contro alla parete. «Fuori dalla mia locanda. SUBITO!» sbraitò un uomo tutto arruffato, a cui mancava un buon pezzo del grembiule; la sua faccia paonazza era rigata di lacrime – probabilmente dovute alla frustrazione, visto che non aveva ferite visibili. Dietro di lui, due o tre curiosi allungavano il collo per vedere chi ci fosse dentro alla stanza.
Usher lasciò cadere il coperchio del baule, che si richiuse con un tonfo tale da far sobbalzare tutti i presenti. Ostentando una calma glaciale, l'uomo mastodontico borbottò qualcosa sulle taverne con un servizio così scarso da non permetterti nemmeno un attimo di pace. Il suo commento fece infuriare ancora di più l'ometto, che si fece così rosso da sembrare incandescente; prese ad aprire e chiudere affannosamente la bocca, ma la rabbia gli strozzava le parole in gola: aveva l'aspetto di un grosso pesce boccheggiante. Fece qualche passo all'interno della stanza.
«Vai» mormorò Usher all'indirizzo di Derek, e anche se lo disse a bassa voce, aveva tutto il tono di essere un comando. Non era il momento di parlare ancora, né di Legilimanzia né di nient'altro. Quando se ne fosse andato, Derek non avrebbe avuto difficoltà ad oltrepassare sia l'ometto-pesce sia i curiosi dietro di lui, dato che tutti erano troppo indaffarati ad osservare l'omone grande come un armadio. Il Corvonero sarebbe passato quasi inosservato, e avrebbe potuto abbandonare la taverna senza problemi. Le ultime parole che avrebbe sentito, pronunciate con voce strozzata da quel poveraccio con il grembiule mezzo mangiato, sarebbero state un confuso farfugliare di «Senta, lei non può... E i miei clienti, non ho mai... Tutto un tavolo all'aria, ignominioso...»
Derek, però, avrebbe avuto ben altro a cui pensare rispetto all'indignazione dei commensali: inaspettatamente, senza che in alcun modo avesse potuto predirlo, aveva appena acquisito una capacità rara come la Legilimanzia. Aveva mosso i primi passi in quella difficile arte, e così si era appena concluso il primo capitolo di una conquista ben più articolata.

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Bene, la quest giunge infine al suo termine. Sblocchi la vocazione di legilimens apprendista:

Nella quest di sbloccaggio bisognerà ruolare una situazione in cui riuscirà a recepire i pensieri di altri pg per la prima volta. Da quel momento, a volte riuscirà a penetrare nella mente degli altri, altre volte non ci riuscirà nemmeno contro semplici maghi. Richiede distanza ravvicinata, contatto visivo con il soggetto, la bacchetta puntata e una gran dose di concentrazione; l'incanto da utilizzare è "Legilimens" che dovrà essere sempre formulato prima di un qualsiasi tentativo. Ancora difficile scegliere "l'argomento" trattato dalla mente che cercherà di sondare, dato che sarà investito da una valanga di emozioni, ricordi, paure, sogni ecc. Nulla può contro occlumanti apprendisti, semplici o esperti.

Puoi inserire la voce in scheda. Buon proseguimento!


 
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