Tutto è Proibito , Cina, Atene VII Incontro

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view post Posted on 10/4/2020, 16:13
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You can take the darkness out of the man, but you can't force him to step into the light.

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PS 267 | PC 195 | PM 230 | Exp 44
Thalia Jane Moran18 anni | Cielo di Venere | V anno

Aveva fatto tardi per cena, di nuovo. Percorse in fretta e furia le scale che dal quarto piano la separavano dalla Sala Grande aveva cominciato ad udire il tintinnare di posate e piatti, risate e chiacchiere confuse. Era confortante sapere di non essere sola, considerato il silenzio che l'aveva accompagnata come un'ombra nel suo peregrinare tra i corridoi. Il borbottio dei soggetti ritratti non poteva di sicuro dirsi una compagnia sufficiente dopotutto. Al suo ingresso nella Sala Principale qualcuno dei presenti si era voltato, altri l'avevano semplicemente ignorata. Non avrebbe potuto chiedere di meglio, ad essere sincera: sebbene fosse il suo compleanno, non era proprio in vena di baldoria o attenzioni indesiderate.
Trovò posto tra uno studente del settimo e uno del secondo, senza farsi troppi scrupoli nel servirsi di una porzione generosa di tacchino e verdure bollite. Nemmeno quello le piaceva un granché, ma se lo sarebbe fatto andar bene. D'altro canto ci era abituata. Ultimamente le sembrava che tutto andasse nell'esatta direzione in cui non doveva andare e che, per quanti sforzi avrebbe fatto, nulla sarebbe cambiato. Concentrata sul proprio pasto col disinteresse tipico del malumore, si ridestò soltanto col colpetto delicato alle costole di Andrews, il ragazzo del settimo, con quell'indomabile zazzera di capelli biondi.
«Chissà cosa vuole il vecchio da te e da tutti gli altri.» borbottò ridacchiando, facendo l'occhiolino ai ragazzi seduti di fronte a lui. Per tutta risposta, Thalia sollevò lo sguardo alla tavolata dei docenti e immaginò che il Preside avesse qualcosa di urgente da dir loro se - dopotutto - erano stati richiamati all'ordine in quella maniera. Non aveva udito una sola parola, nemmeno mezza, troppo concentrata a riflettere sulle proprie disavventure. Cercò con lo sguardo Eloise, seduta qualche posto più in là. Sembrava quieta, come sempre, con quella sua semplicità che nascondeva - spesso e fin troppo volentieri - il suo innato senso dell'umorismo anche nelle peggiori situazioni. Se nulla l'aveva turbata, quindi, significava che Peverell non avrebbe voluto da nessuno di loro qualcosa di troppo urgente o grave. Chiuse mentalmente l'argomento con un'alzata di spalle e, quando si dedicò nuovamente alla cena, scoprì con disappunto che quella fosse sparita. *Grazie, eh.* Qualunque cosa Peverell avesse voluto da lei, l'avrebbe affrontata con la pancia mezza vuota e una frustrazione degna del peggior periodo della sua vita. Sgraffignò un ultimo pezzo di pane - prima che anche quello svanisse davanti ai suoi occhi - cominciando a sbocconcellarlo con calma. Solo alla fine si decise ad alzarsi, aspettando che Peverell li raggiungesse all'ingresso. Abbracciando la Sala Grande con lo sguardo stanco, così vuota ad eccezione del gruppetto esiguo diretto verso di loro, si sentiva fortemente a disagio. Poi, prima ancora che il Preside potesse annunciare alcunché, Thalia esaminò i volti attorno a lei: quell'incontro poteva significare soltanto una cosa, ma la sua mente si rifiutava caparbiamente di accettarla. *Cina del XVII secolo. E bravo Peverell.* pensò, il sorriso amaro appena accennato. Aveva l'impressione che fossero troppi i compagni citati per il terzo incontro della Scuola di Atene a cui avrebbe partecipato e soltanto un altro si era verificato in quel modo improvviso, in un certo senso, e sicuramente altrettanto movimentato.

Gerusalemme. Non aveva dimenticato le strade polverose, i suoi tentativi di approntare difese efficaci e il dover combattere con la testardaggine di chi - al netto delle ovvietà - pensava di prevalere su di lei con l'arroganza. Non aveva potuto dimenticare il salto nel vuoto dalle mura spesse della città. Non aveva potuto e, onestamente, non l'avrebbe mai fatto. L'adrenalina l'aveva accompagnata per tutto il tragitto in Infermeria, dove aveva accompagnato Mike - più scosso che ferito davvero - alla ricerca di cure. A quel pensiero una stretta al cuore e lo sguardo rivolto all'anulare ormai spoglio di ogni traccia del loro legame. L'unica consolazione stava nel fatto che - almeno in quella spedizione - non si sarebbe dovuta curare di lui e di nessun altro, ad eccezione dei Tassorosso, giovani e affatto preparati a ciò che sarebbe accaduto. Lucas e Gwen avevano seguito in fretta e furia lei ed Eloise nella strada a ritroso verso la Sala Comune: i pochi oggetti che avrebbe portato con sé e la concentrazione le sarebbero dovuti bastare. Scoccò uno sguardo falsamente minaccioso ad Eloise, abbozzando un sorriso soltanto alla fine. Di ritorno da Cadair Eloise aveva ricevuto il medesimo trattamento, ma immaginava che - per un verso o per l'altro - sarebbe dovuta soltanto scendere a patti con quel suo caratterino tutto pepe e con quell'imprevidibilità che tanto le faceva apprezzare la compagna. Lo sguardo successivo, dunque, mirò a stipulare un tacito accordo tra loro: proteggere i piccini, ad ogni costo, indipendentemente dal compito che Peverell avrebbe assegnato loro.
«La Scuola di Atene non è una passaggiata, su questo ha ragione.» concesse e le riservò una pacca sulla spalla a manifestare il benestare per quelle poche e crude informazioni «L'importante è che non facciate cose stupide. Ma se vi capita di farle e ve ne accorgete... pensate in fretta ad un piano B. Con Peverell ci deve essere sempre un piano di riserva.» e, così dicendo, cedette loro il passo all'interno della Sala Comune. Si diresse svelta alla propria stanza, aprendo il baule non appena vi fosse stata di fronte. Shyneid le aveva cucito un porta fialette da appendere ad un'immaginaria cintura e senza indugio v'inserì tutto ciò che sarebbe potuto servire; passò in rassegna gli oggetti più piccoli e selezionò un ciondolo, all'apparenza innocuo. Infine, estrasse il Mantello della Disillusione e lo tenne tra le braccia, sicura che sarebbe servito a qualcuno dei suoi. Aveva la sua bacchetta, non le sarebbe servito nient'altro. Gerusalemme le aveva dimostrato che nemmeno una solida armatura avrebbe avuto ruolo nella più complicata delle situazioni. Nella Cina del XVII secolo, poi, sarebbe potuto accadere di tutto. Si liberò dell'uniforme, appuntò la Spilla al maglioncino, poco sopra il cuore, sostituendo quella da Caposcuola con quella della Scuola di Atene. Nel luogo in cui era diretta... non le sarebbe affatto servita. Lasciò perdere anche l'Anello Gemello che la legava alla Rigos: lei non c'era e di certo non se la sarebbe presa troppo. Un ultimo sguardo ed un sospiro al riflesso sullo specchio del piccolo bagno, dopo aver sistemato la treccia di capelli vermigli, ed il gioco era fatto.

Nella strada che li separava dall'Ufficio del Preside, Thalia rimase perlopiù in silenzio, gettando sguardi tesi a Gwen e Lucas. Erano poco più giovani di lei quando, la prima volta, si era recata ad un incontro della Scuola. A differenza loro, però, aveva avuto modo di discutere esaustivamente con l'allora semplice docente di Storia della Magia delle implicazioni etiche e teoriche di quei viaggi nel Tempo. Quei due poveri ragazzini erano, insomma, totalmente ignari di quanto sarebbe accaduto loro nelle ore successive. Non aveva avuto bisogno di fare domande indiscrete per saperlo: oltre ad aver seminato domande a riguardo per tutto il tragitto, si leggeva in faccia ad entrambi quanto timore serbassero nei confronti di quell'avventura, con un pizzico di eccitazione per l'ignoto e l'innocenza della loro età. Varcò per ultima la soglia dell'ufficio e chinò il capo in forma di saluto ai presenti. «Preside.» Nell'osservare la compagine ivi stipata c'erano volti nuovi ed altri più conosciuti: la nuova Caposcuola Corvonero, la vecchia guardia, membri del Comitato. E adulti. Ben tre in quell'occasione. *Perché?* si domandò e, nel farlo, volse lo sguardo a Remar. Lavorava nel medesimo ufficio di sua madre - e con loro la madre di Eloise -, ma quale poteva essere il senso della sua presenza? E l'altra strega? Le sue primavere dovevano essere pari - o poco meno - a quelle di Peverell. Infine, una giovane strega bionda. Si chiese dove fossero finiti i tempi d'oro in cui Auror e mezzi corazzati si sarebbero mossi per cambiare gli esiti della Storia. *Moran, non impari mai. La Storia la subisci e basta*
Sorrise, falsa come l'illusione di poter tornare intera dalla Cina resa grande dalla dinastia Ming. L'unica certezza era che ne avrebbero viste delle belle, come sempre.

Inventario&Conoscenze
Oggetti:

Spilla della Scuola di Atene
Bacchetta - Legno di Salice, Crine di Mooncalf, 10 Pollici, Elastica
Ciondolo Capello di Veela - incanta l'avversario in quest per un turno
Mantello della Disillusione - Realizzato con pelliccia di camaleonte, il Mantello della Disillusione rende una buona, anzi ottima mimetizzazione: se il tuo corpo è ben avvolto in questo tessuto, esso sembrerà donarti l'invisibilità.
1 Fiala di Decotto al Dittamo
1 Fiala di Doxicida
1 Fiala di Rinvigorente

Incantesimi:

I Classe - Completa
II Classe - Completa + Orcolevitas
III Classe - Completa + Iracundia (Fattoriam)
IV Classe - Completa + Circumflamma, Colossum, Ignimenti, Neptuno ( Mucum Ad Nauseam, Napteria)
V Classe - Flagrate, Expecto Patronus, Plutonis
VII Classe - Legilimens
I Classe Chiara - Atlantis Cage, Rituale Perfetto

Incantesimi Alchemici:
Langue Verte

Vocazioni:

Legilimens Apprendista
Occlumante (II Livello)
Elementalista Inesperta (Acqua)

Riassunto & Danni
Happy birthday, Thalia (?)
Quale regalo migliore di una serie di botte da orbi per la mia giovincella preferita?
A parte questo, paturnie sull'ultima missione, vestizione e preparazione dei piccini al seguito.
Breve riflessione sui presenti e sorriso finale di circostanza.
Moriremo tutti. [cit.]


 
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view post Posted on 10/4/2020, 17:16
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J E A N G R E Y

Cara Jean,

come ti ho accennato a Natale, quest'anno per Pasqua sono stata inviata da Marian a passare le vacanze insieme a lei. Penso di aver proprio bisogno di staccare un po'. Ovviamente sei invitata anche tu, Nadia sarebbe felice di passare un po' di tempo con te, ma capisco che ti faccia piacere anche passare un po' di tempo libero tra le mura della tua nuova casa, e ho già detto loro che al novanta percento non ci sarai. Non avrò niente da obiettare se deciderai di restare lì per le vacanze.
Mandami comunque una risposta il prima possibile. Anche solo per sentirti un po'.

Ti bacio tanto,
la Mamma.

P.S.: congratulazioni per la spilla da Prefetto!



Non aveva saputo dire subito come si sentisse. Durante le vacanze di Natale, Jean aveva effettivamente detto a sua madre che le sarebbe piaciuto passare le prossime vacanze a Hogwarts. Alle sue parole, la madre era sembrata un po' amareggiata, come se si fosse sentita in un certo modo abbandonata dalla figlia. Alla fine aveva biascicato un "va bene" e non ne avevano più parlato. Per questo, Jean non si aspettava di certo che per Pasqua le sarebbe arrivata una lettera in cui sua madre la invitava caldamente a restare dov'era. Dapprima si era sentita infastidita: Beh, pochi mesi che sono via e già non mi vuole più? Ma dopo un po' aveva capito che la madre stava solo cercando di non essere troppo pressante e di lasciarle i suoi spazi. Jean sarebbe stata molto felice di stare a Hogwarts nelle settimane successive.
Aveva già programmato parte delle vacanze: avrebbe girato il castello, cercato di conoscere persone nuove (con poca gente sarebbe stato più facile, pensava), si sarebbe portata avanti con lo studio (soprattutto in Storia della Magia, materia in cui era più indietro), avrebbe mangiato più di quanto non avesse mai fatto durante le feste e soprattutto si sarebbe rilassata. Aveva trovato, per sua fortuna, in Hogwarts un ambiente intimo, diventato presto familiare, in cui aveva raggiunto un livello di rilassatezza e concentrazione mai ottenuto prima. Sentiva come se nell'aria ci fosse una sorta di spirito che, una volta respirato, fornisse l'ispirazione per poter fare tutto.
C'era anche da dire che il fatto di essere diventata Prefetto le faceva sentire un certo obbligo, pensava di essere tenuta a rimanere a Hogwarts per svolgere il suo dovere. Ovviamente non c'era nessun obbligo, ma Jean era molto ligia al dovere e prendeva sul serio tutte le responsabilità.

Nella testa di Jean continuavano a frullare tutti questi pensieri persino durante il banchetto pre-pasquale. Gli elfi delle cucine non si erano smentiti nemmeno quella volta, e avevano preparato la cena più sfarzosa che Jean avesse mai visto (a Natale non c'era, ma pensò che dovesse essere stato ancora più grande).
La serata era volata, tra chiacchiere e dolci, la pancia al limite dell'esplosione. A fine pasto, il Preside si alzò per i soliti convenevoli da "evento" importante, come quello fatto per Halloween e quello dell'ultimo giorno prima delle vacanze natalizie. Jean ascoltò con attenzione tutte le parole: ammirava quell'uomo, anche se a lezione la spaventava un po' e la sua materia era quella che le risultava più ostica (cosa che Jean mal tollerava, poiché nulla la irritava più di avere difficoltà nello studio); percepiva che dalle sue parole si potesse sempre trarre ispirazione per qualcosa.
Terminato il discorso, Jean cominciò a prepararsi per sbaraccare e andare in Sala Comune con i compagni, ma si bloccò all'istante quando sentì che il Preside aveva ripreso a parlare. Quando sentì il nome di Megan, le rivolse uno sguardo preoccupato. Per calmarsi, bevve un sorso di succo, che per poco non le andò di traverso quando, tra i vari nomi elencati dal Preside, emerse anche il suo. Prima che potesse avere il tempo di pensare alcunché, la sua compagna le disse che non sarebbe stato facile. Ma
cosa non sarebbe stato facile, esattamente?
Spaventata dalle parole della compagna più di quanto non lo fosse prima di sentirle, si diresse perplessa insieme agli altri dal Preside, che si apprestò a spiegare loro che una certa Scuola di Atene era tornata; aggiunse anche qualche accenno alla Cina. Quando il discorso fu terminato, l'unico pensiero che venne in mente a Jean fu
*Boh*. Non aveva idea di cosa stesse parlando, ma suppose che lo avrebbe scoperto di lì a poco una volta raggiunto l'ufficio del Preside.

Con passo svelto si diresse alla Torre. Sbrogliò in velocità il rompicapo e corse ad aprire il suo baule per prendere il mantello, come consigliato dal Preside. A parte la sua divisa, il mantello, la bacchetta e una fiala di decotto, Jean non aveva molto altro da portare con sé.
*Va beh*, si disse, *Sono in buona compagnia, non penso che mi succederà niente di troppo grave.*
Non era mai stata nell'ufficio del Preside. Non che avesse fretta di andarci, visto che fino ad ora aveva sempre pensato che ci si entrasse solo se si era nei guai. Comunque, era curiosa di vedere che aspetto avesse. Sapeva solo che all'ingresso c'erano dei Gargoyle, niente più. Infatti, ad aprirle la strada per l'ingresso dell'ufficio furono proprio dei Gargoyle, che la fecero passare subito. Una volta su, si infilò sotto alcune braccia e vide i suoi compagni attorno a lei. Borbottò un Salve e poi rimase lì, ferma, aspettando di scoprire cosa diavolo stava succedendo.


♦ Punti Salute: 107
♦ Punti Corpo: 50
♦ Punti Mana: 50
♦ Punti Esperienza: 3
♦ Punti Pozione: 0

Inventario
  • Bacchetta di Legno di Ontano, Crine di Unicorno, 11 pollici, poco elastica
  • Fiala di Decotto al Dittamo
  • mantello invernale nero con alamari d'argento

Incantesimi
  • I Classe - tutti
  • II Classe - Evanesco

Riassunto
Jean cena insieme ai compagni, ripensando al fatto che non passerà le vacanze con la madre. Ha una breve interazione - concordata in off - con Megan, poi si dirige in Sala Comune a prendere pochissime cose. Infine, raggiunge gli altri nell'ufficio del Preside.
 
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view post Posted on 10/4/2020, 17:16
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Mya J. Lockhart • Tassorosso • Animagus
« PS : 221/221 | PC : 166 | PM : 163 »



La cena, come di consueto, si svolgeva nella tranquillità di bocche troppo impegnate per parlare ed altre mai sazie di parole. Al tavolo Tassorosso accadeva però qualcosa di inusuale da alcune sere, una silenziosa quanto agguerrita battaglia. Se vi fosse stato in gioco onore, orgoglio o sentimenti più oscuri, nessuno l'aveva ancora capito. Eppure tra due sedute in particolare, divise da un esiguo numero di ignari concasati (solitamente ingenui primini), si animava un susseguirsi di sottili screzi, che andavano dalla trasformazione in gomma di delizioso puré al rimpiazzo speziato di alcuni ingredienti, arrivando qualche sera prima ad un vero e proprio lancio balistico, che era ahilui (?) finito sul maglioncino impeccabile di Sekhmeth. Nessun tassino, a ragion veduta dell'identità (o entità) delle due parti in guerra, aveva avuto l'ardire di denunziare il fatto, preferendo una silenziosa quanto sicura esistenza.
Quella sera non sembrava poter andare diversamente, al punto che molti concasati avevano iniziato a prender posto con largo anticipo, nella speranza di non essere coinvolti. Ma i posti alla lunga tavola erano contati, così qualche svantaggiato ritardatario finiva per trovarsi sempre tra i due fuochi. Anche se la cena parve svolgersi in totale tranquillità, e all'arrivo del dolce nessuna guerriglia aveva ancora animato la serata. Ma la brace covava silenziosa sotto la cenere, mentre una distratta Mya divideva a metà il suo profitterol. Fin troppo concentrata nell'elaborare una nuova sfida, percepì il discorso di Peverell come un rumore di fondo, quasi un disturbo. La solita solfa bonaria di fine pasto si disse, con l'immancabile sequela di raccomandazioni e incoraggiamenti per un buon esito scolastico. Quando improvvisamente nell'insieme di parole inascoltate suonò il suo cognome, scandito a gran voce come nel giorno del suo smistamento, trovandola spaesata e distratta ora come allora. Sollevò la testa dal piatto come se fosse stata scoperta a far qualcosa di ignobile, togliendo tutta la crema dal cuore del dolcetto per poter mangiare solo l'involucro. Ma nessuno la stava realmente guardando, decisamente più attenti alla lunga lista di nomi che il preside stava sciorinando.
Non riuscì bene a definire quale fosse il suo ruolo all'interno di un simile e colorito gruppo, considerando che l'unico evento globale che potesse riguardarli era una partita di Quidditch o la Scuola di Atene. Ed era certa di aver dato forfait ad entrambi, per motivi legati ai suoi studi arretrati. Istintivamente si sporse in avanti cercando la testolina mora di Niahndra, comunicandole un non verbale "è opera tua?". In tutta risposta la ragazza le lanciò uno sguardo bieco, quasi offeso da una simile accusa, non riuscendo tuttavia a celare una vena di sottile soddisfazione.
Il campionato di Quidditch era stato sospeso, lasciando ben poco margine di errore su quale fosse l'ovvia risposta. La reale domanda era chi fosse stato a confermare la sua operatività sul campo a discapito delle comunicazioni lasciate, anche se il pensiero che la missiva potesse essere andata perduta (o ignorata) non fosse da escludere. Dopotutto, non le riusciva difficile sentire nella sua testa la voce di Peverell che diceva "Pur ammettendo di aver ricevuto questa tua richiesta, implicita o esplicita che fosse, potrei in ogni caso affermare il contrario, e nessuno potrebbe smentirmi. Parimenti potrei comunque non averlo mai saputo, e il risultato non cambierebbe. È evidente non vi siano alternative, sei fregata"

Al termine della cena si tenne un piccolo appello per ragguagliare i presenti circa i prossimi sviluppi, confermando così i suoi timori. La tassorosso si era tenuta in disparte, quasi volesse ascoltare senza dare l'impressione di esser parte della cosa. Concluso il colloquio tutti i presenti fuggirono verso i dormitori, cercando di approfittare di quel misero lasso di tempo concesso loro prima della partenza. Mya era scattata in avanti, cercando di raggiungere il preside, ma una piccola cerchia di adulti aveva rubato la sua attenzione, come un capannello di guardie.
Alla tassorosso non restò che tornare in dormitorio, con un passo tanto pesante e indispettito da farla sembrare un armadio in legno massello con la cravatta. Nella sala comune c'era un discreto movimento, un buon numero di tassini dopotutto era stato scelto per quella missione e tra loro riconobbe Eloise, e la nuova prefetta con la quale non aveva mai avuto una reale interazione. I più giovani sembravano spaventati e impazienti, i più navigati indossavano senza vergogna la maschera della rassegnazione. Per quanto la partecipazione fosse "facoltativa", in molti trovavano difficile rifiutare un invito del professor Peverell, temendo che questo potesse ripercuotersi inevitabilmente sui voti scolastici. Non tanto per sciocca ripicca, quanto più per un'esperienza storica che il professore forse si aspettava da quegli alunni eletti.
Si trascinò di malavoglia fino al dormitorio, raccogliendo dal baule quel poco necessario ad assicurarle un viaggio perlomeno sicuro. Badò poco all'abbigliamento, infilandosi in un semplice pantalone di jeans già decisamente consumato ed una maglia grigia con maniche lunghe, che teneva però raccolte fino al gomito. Stivali da battaglia che avevano visto più suoli esteri di Marco Polo, un bracciale di cuoio sul braccio destro, una tracolla laterale per la bacchetta e un cappello da viaggio, suo ultimo acquisto. Lasciò un veloce foglietto*** senza firma sul comodino fra il suo letto e quello di Niahndra e si avviò verso la sala comune.
Alcuni partecipanti dovevano aver già preso la via della torre, forse colti da un esagerato entusiasmo. Mya si accostò ai restanti, infilando le mani nelle tasche dei jeans e rendendosi disponibile per eventuali domande se Eloise avesse chiesto il suo parere, essendo dopotutto una dei membri storici della scuola. Più dubbi riusciva a colmare, e meno problematiche avrebbe trovato lungo la via, questo l'ingenuo pensiero.

Una volta arrivata alla porta d'entrata dell'ufficio lasciò che i gargoyle si facessero da parte, rivelando l'entrata. Superò l'uscio per ultima chiudendo la fila dei tassini. L'ufficio nel quale si era sistemato Peverell era discretamente più grande della stanza dalla quale erano partite le precedenti missioni, e questo le faceva percepire meno il senso di claustrofobia data dal gran numero di persone che si erano già radunate al suo interno. Sul fondo l'ormai noto libro, circondato dagli adulti che aveva intravisto poco prima. All'entrata era stato posizionato un tavolino sul quale si trovavano le spille immacolate per i nuovi arrivati, e poco distante dal sacchetto che le conteneva se ne stava quella consumata che aveva riconsegnato assieme alla lettera. Un pensiero, pesante come un sasso, ridondò nella sua testa, al pieno di quella constatazione.
*Lo sapevo* ringhiò fra le labbra, ancora tenute ostinatamente distese e neutre d'espressione. Aveva fatto fin troppe scale per farsi prendere dall'astio e il ripensamento. Ormai era dentro.

***"A Niahndra Alistine lascio in eredità, qualora non dovessi far ritorno, l'intero patrimonio alla Gringott. Ma non il comodino"




Outfit | Scheda | Animagus esperto(forma)


[Azioni]
Battaglia dei 100 anni Cena in sala grande, preparazione in sala comune, raggiunge la torre assieme ai tassini. Azioni concordate con i pg coinvolti.

[Inventario]
♦ Bacchetta: Legno di salice, squame di ramora, flessibile, 10 Pollici
♦ Mantello marino: Protegge dal Freddo e dal Caldo
♦ Pantaloni chiari: proteggono dal fuoco non magico
♦ Cappello del Falco: migliora la vista

♦ Catena della notte: rende più leggeri e agili (agganciata al pantalone, nascosta dal mantello)
♦ Anello Vegvisir ( Indice della mano sinistra )

♦Runa Laguz della Memoria
(impressa sul palmo della mano sinistra)
PS: +7
PC: +3

Effetto: "Utilizzabile una volta per quest, consente, dopo aver toccato un oggetto ed essersi concentrati in modo particolare, di vedere un evento importante nel passato dell'oggetto stesso. L'evento può essere legato a una certa circostanza, o anche ad un altro oggetto, concentrandosi allo stesso momento sull'oggetto che si vuole "scrutare" e sui fatti/oggetti che si vogliono a lui collegare.
Può essere utilizzato anche su persone, ma richiede una concentrazione e un controllo maggiore, nonché la probabile perdita di sensi. (salute ridotta a meno di 1/3)
Consente inoltre, una volta per quest, di evocare un "eco" di sé stessi, una figura eterea inattaccabile della durata di tre turni. Durante questi tre turni, l'Eco è in grado di evocare per una sola volta l'ultimo incantesimo utilizzato prima dell'evocazione dell'eco stesso (castare ulteriori incanti dopo l'evocazione dell'eco non cambierà l'incantesimo che l'Eco può castare). L'Eco è controllabile direttamente dall'evocatore. Immediatamente dopo l'utilizzo di uno qualsiasi tra i due effetti della runa, l'utilizzatore viene assalito da un freddo gelido, che riduce il suo corpo ai 2/3 dell'originale per la durata di tre turni (nel caso dell'Eco, l'effetto è da applicare subito dopo la sua evocazione, e non dopo la sua sparizione)."



 
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view post Posted on 10/4/2020, 21:10
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PS: 120/120 • PC: 70/70 • PM: 72/72 • PE: 2,5GRIFONDOROCIELO DELLA LUNA12 ANNIEra stata una giornata particolarmente indaffarata, quella, per la giovane Rose Marie. Aveva preso posto alla tavolata dei Grifondoro poco dopo la sua ultima lezione, Volo, che l’aveva snervata quasi al punto di scoppiare in lacrime - e per lei era tutto dire. Detestava quella materia, e il fatto che fosse obbligata a prenderne parte non faceva altro che renderla ancora più odiosa. Il solo pensiero di rimettersi in groppa ad una scopa in quel momento le fece venire la pelle d’oca e la tremarella alle gambe. Nonostante ciò nulla - nemmeno la sua insensata fobia delle altezze - avrebbe potuto rovinare il suo momento preferito: la cena. L’atmosfera calorosa e festaiola che si respirava tra i concasati era qualcosa che non avrebbe scambiato per nulla al mondo, e quel giorno non era da meno. Un sontuoso banchetto era pronto ad aspettarli, al culmine del quale una sfilza abbondante - anche più del solito - di prelibatezze zuccherate avrebbe trovato posto nella pancia della bimba. Era talmente esile e delicata che nessuno era mai stato in grado di spiegarsi come, ma in fatto di dolci il suo stomaco sembrava espandersi fino a non trovarvi un fondo, seppur mantenendo all’apparenza un certo contegno. Suo padre le aveva insegnato che il galateo a tavola era un elemento imprescindibile della buona educazione e la perfezionista insita nel suo animo non avrebbe potuto sfuggirne, neanche di fronte a quel pudding al cioccolato. Per poco però non si strozzò con l’ultima cucchiaiata di budino quando sentì la voce di Peverell pronunciare il suo nome insieme all’elenco di molti altri, per la maggior parte sconosciuti. Due sopracciglia aggrottate si dipinsero in cima ai suoi occhi curiosi, guardandosi intorno in cerca di spiegazioni che nessuno sembrava saperle dare. Era decisamente sorpresa, ma non si sentiva spaventata. D’altronde, non poteva essere nulla di grave… non conosceva gran parte delle persone citate, e ciò le dava un motivo abbastanza valido per pensare di non essere nei guai. Ma allora, cosa c’entrava lei? E perché degli adulti non facente parte del corpo docenti erano stati richiamati a quella cena? Quelle insolite presenze non erano affatto sfuggite al suo occhio vigile, ma aveva sorvolato su di esse per concentrarsi sul cibo, da sempre il suo unico grande amore. Dopo i primi attimi di panico generale aveva quindi deciso di fare un bel respiro e placarsi: l’istinto le diceva che di lì a poco tutto le sarebbe stato chiaro. E così fu. All’uscita della Sala un gruppetto crescente di individui ben assortiti si radunò attorno alla figura del Preside per ascoltare ciò che aveva da dire. Bastarono poche frasi per abbattere la sua corazza di apparente tranquillità e permettere al caos di fare irruzione. La Scuola di Atene era tornata. Mille domande, centinaia di insicurezze, infinite paure alle quali non sapeva dare un filo logico affollarono d’un tratto la sua mente e per qualche istante, mentre tutti correvano di qua e di là verso i loro dormitori per prepararsi alla partenza, Rose rimase immobile e il suo sguardo fisso nel vuoto. Come non aveva la forza di muoversi, non la trovava nemmeno per porre delle domande sul da farsi ai suoi amici più grandi. Fu una spinta, il contatto di qualcuno che per sbaglio l’aveva urtata nel superarla che la fece risvegliare da quell’ipnosi, imponendole di ragionare. Aveva mezz’ora e doveva sbrigarsi. Probabilmente una degli ultimi ad incamminarsi, Rose affrettò il passo verso la sala comune, all’interno della quale una baraonda di studenti agitati avrebbe fatto venire l’ansia anche a una persona molto meno apprensiva di lei. Vestiti e oggetti che volavano da una parte all’altra della stanza, urla e schiamazzi vari provenire dalla cima delle scale, aggiunti agli aspri rimproveri di Dippet - che quella sera sarebbe voluto andare a letto presto - non facevano che alimentare la sua irrequietudine. La bimba rivolse uno sguardo angosciato al dipinto del preside, suo vecchio amico, con il quale si intendeva bene nonostante si trattasse solo di olio su tela; quest'ultimo ricambiò alzando gli occhi al cielo, ormai rassegnato, e serrò le palpebre tappandosi i timpani con i palmi delle mani. Seguendo il buon esempio del defunto mentore, Rose stessa concordò che l'idea migliore fosse proprio quella di evitare quel trambusto e mettersi a dormire. Aveva appena fatto i primi due gradini della scala che avrebbe portato alla sua camera, quando sentì chiamare il suo nome alle sue spalle.
«Oliver» proferì trattenendo uno sbadiglio, ancora un po’ intontita dal suo rimuginare. Il volto familiare di quello che, ormai da qualche mese, poteva considerare amico e non solo il suo Capocasa, insieme al suo tocco, incoraggiante come al solito, convinsero Rose a rivalutare l’idea di infilarsi sotto le coperte e dimenticarsi dell’ultimo quarto d’ora. E se così facendo si fosse persa un’esperienza irripetibile?
«D’accordo. Ci rivediamo qui tra poco.» gli sorrise cercando di mostrarsi serena ma risultando forse forzata, poiché incapace di liberarsi da quel timore del futuro che l’attanagliava con domande tipo “in che stato sarò quando rivedrò questa camerata?”. Raggiunta la stanza, iniziò a rovistare nel suo baule alla ricerca di oggetti utili. Non fu troppo difficile per lei scegliere cosa portarsi. Era così sovrappensiero che mise in borsa solo lo stretto indispensabile - non che fosse in possesso di chissà quali rarità, in fondo - e poco prima di fiondarsi giù delle scale i suoi occhi si poggiarono sul letto di Nieve. Immediatamente si fecero umidi. Se fosse stata qui, il suo nome sarebbe stato evocato. Se fosse stata qui, lei avrebbe saputo come tranquillizzarla. Se fosse stata qui…
Rose non volle più pensarci. Nieve Rigos non c’era più e non aveva lasciato sue notizie. E finché non fosse tornata non avrebbe avuto senso ossessionarsi a riguardo, specialmente in un momento delicato come quello. Le sue emozioni e la sua lucidità dovevano concentrarsi su tutt’altro. Non indugiò oltre e scese di corsa le scale, fuggendo da quei dolorosi pensieri.
«No, nessuna domanda, in realtà. Sono solo curiosa di sapere cosa ci aspetta.» mentì, spudorata! Non aveva voglia di preoccupare anche Oliver con le sue paturnie mentali. In fin dei conti aveva un’idea piuttosto chiara di che cosa fosse la Scuola di Atene. L’aveva sentita nominare più volte e quando Peverell l’aveva invitata a sorseggiare del tè nel suo ufficio sapeva già, nel bene e nel male, cosa aspettarsi. Nulla avrebbe potuto ovviare, però, alla volontaria ambiguità del loro Preside… sapeva che si trattasse di viaggi nel tempo, ma i dettagli le erano assolutamente sconosciuti. Seguì Brior a ruota, lui che era così bravo a orientarsi tra quei corridoi e scorciatoie, fino ad arrivare davanti all’ufficio di Peverell. Consegnatagli la scatolina, la ripose in borsa e ascoltò con attenzione la sua spiegazione, assicurandosi di non perdere una parola del discorso entusiasta del concasato. Sarebbe stato un problema altrimenti, se non avesse avuto idea di come utilizzare quegli oggetti nel momento del bisogno.
«Grazie, Olly. Davvero.» gli fece un occhiolino a sua volta. Quel "davvero" non era stato inserito a caso. Insieme a Nieve e Casey, anche lui era da sempre stato una figura di riferimento all’interno del gruppo dei Grifondoro. Un membro del branco su cui poter contare, il fratello maggiore che non aveva mai avuto e che avrebbe fatto di tutto per lei. Sorrise, pensando al magnifico rapporto che stava andando lentamente a creare con i suoi compagni di scuola.
A proposito di Uragano… pensò Rose, cercando tra la folla il volto dell’altra amica. Quella che era rimasta.
Per tutti i numi, basta. Si impose ferrea. Era peggio di un pugno allo stomaco ogni volta che ricordava i suoi capelli cambia-colore, la persona che aveva per prima incontrato ad Hogwarts. Doveva smetterla di farsi del male così.
Intercettato il viso di Casey le lanciò in lontananza uno sguardo complice. Anche con lei finse di essere tranquilla: non voleva guastare il suo umore. Era sicurissima che quella peste fosse elettrizzata all’idea di tornare indietro nel tempo, per il semplice gusto di avventurarsi in qualcosa di assolutamente nuovo e possibilmente rischioso. Se ricordava bene, infatti, anche per lei quello sarebbe stato il primo incontro di Atene.
Attraversato l’ingresso dei due gargoyle, il gruppo di Evocati si ritrovò all’interno dell’ufficio del Preside. Non particolarmente in vena di convenevoli, Rose proferì un “buonasera” generale, rivolgendo uno sguardo gentile al Preside Peverell. Se c’era una cosa che proprio non riusciva a evitare era di onorare le autorità da lei riconosciute e mostrarsi sempre cordiale e tollerante con esse, anche in situazioni in cui non era particolarmente a suo agio. Lievemente sopraffatta dal numero di presenze in quella stanza, non essendo amante della calca, decise di spostarsi verso il retro e appoggiarsi alla parete, di modo tale da riuscire comunque ad ascoltare. Notò con piacere che alla sua sinistra, forse per simili motivi, una ragazzina dai capelli corvini aveva optato per la sua stessa strategia di posizionarsi indietro rispetto agli altri. La cosa inspirò in Rose un’immediata simpatia per la giovane, che decise di approcciare. Forse due cervelli ansiosi avrebbero potuto trovare un po’ di pace nel comprendersi l’un l’altro?
«Pssst.» sibilò, cercando di attirare la sua attenzione «Se ti va di appoggiarti, qui c’è spazio.» le sorrise, indicando la parete vuota accanto a lei.



SYNOPSIS & DAMAGE
Senza Rose non ci sarebbero insicurezze e paturnie mentali, quindi eccole qui. E' segnata dalla sparizione di Nieve, ma sapendo che ci saranno Oliver - che le dona alcuni oggetti utili - e Casey con lei decide di partecipare al viaggio. Raggiunto l'ufficio intravede Gwen, anche lei preoccupata, ma non la conosce ancora quindi la invita, se vuole, a occupare il posto accanto al suo.
Un post così lungo non lo farò mai più.
Pace.

Nessun danno.
INVENTORY & KNOWLEDGE
▴ Prima classe completa.
▴ Bacchetta magica in legno di Castagno, crine di Unicorno e petali di Erica, 10 pollici, sufficientemente elastica
▴ Orologio di Bernadette Kultz (in tasca)
▴ Ciondolo della Scaglia di Drago (al collo)
▴ Guanti dell’Eroe Caduto (in borsa)
Molto resistenti e imbottiti di caldo pelo di puffole pigmee, questi guanti rendono la presa più salda.
▴ Mantello della Disillusione (in borsa)
Realizzato con pelliccia di camaleonte, il Mantello della Disillusione rende una buona, anzi ottima mimetizzazione: se il corpo è ben avvolto in questo tessuto, esso sembrerà donargli l'invisibilità.

▴ Scatolina di Oliver:
1x Detonatore Abbindolante
Simile a un clacson, gettato a terra inizia a correre producendo un gran baccano; distrae l'avversario per un turno, ottimo diversivo.
1x Palude Portatile
Crea una palude istantanea se gettata a terra; non rimovibile. Piccola (1mx1m), rallenta l'avversario per un turno.
1x Molliccio Oppugnabile
Lanciato in aria, al seguito di un Oppugno crea per quindici secondi la paura dell'osservatore.

KEYSER SÖZE.
 
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view post Posted on 10/4/2020, 23:34
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PS: 175/175 • PC: 144/144 • PM: 178/178 • PE: 9,5PREFETTO GRIFONDOROCIELO DELLA LUNA15 ANNI

Il sapore del coniglio non l'aveva mai fatta impazzire. Una carne così tenera e bianchiccia, che volgarmente veniva cosparsa di salse pungenti sul palato, attorniata da patate arrosto e verdure alla griglia, magari anche da un po' di marmellatina ai mirtilli. La bestiola in questione, così candida e pura, ne doveva aver fatti di salti per atterrare ben grassoccia e succulenta su quel piatto; e non sembrava un dissacro della sua aura limpida un impiattamento così lascivo?

Casey indossava dei paraorecchie a cena. Fra i compagni che si bisbigliano commenti e le lanciavano occhiatine derisorie, il suo sguardo basso contemplava la pietanza principale di quella sera tentando di far finta di non percepirli. Che sapore disgustoso che aveva la carne del coniglio, scipita, friabile sulla lingua e detestabilmente porosa. Quasi quasi rimpiangeva il petto di pollo surgelato che il Saint Vincent le avrebbe fatto alla piastra per Pasqua, se fosse tornata a Londra per le vacanze. Invece le avrebbe trascorse ad Hogwarts per quell'anno, adesso che le mille turbe emotive avevano leso i suoi rapporti con Drinky.
«Hey, tu. Prefetto!» La voce di Nimue, dalla cadenza sfottente, le trapanò il timpano con una semplicità sorprendente, per quanto si trovasse a circa sei posti più in là della tavolata. Colse una grassa risata quando l'istinto le fece posare gli occhi sulla concasata, ma costretta dal motivo del suo strambo outfit e dalle sue funzionalità - per quanto nella linea dei fatti inutile - ritornò in un battito di ciglia sul suo piatto, pronta a rigettare tutte le sue frustrazioni sul cuoco che aveva deciso di profanare la bestiola con quella ricetta rivoltante.
Dal momento in cui Drinky aveva preso la cattedra di Cura delle Creature Magiche le scazzottate erano state all'ordine del giorno. Lo spesso muro di diffidenza nei suoi confronti aveva tarpato le ali a un buon novanta percento del suo spirito d'iniziativa nei rapporti sociali, e un paraorecchie a cena, in quel cicaleccio generale e le mille richieste dei concasati, era sembrato improvvisamente l'indumento migliore da indossare. Anche se l'imbottitura generosa non sarebbe bastata per silenziare quelle bocche che le si agitavano tutt'intorno, non era importante che non sentisse, bensì che gli altri comprendessero il messaggio: "vi detesto, vi detesto e non voglio ascoltarvi".
Il livello di trasandatezza era al limite del sopportabile. I capelli corvini, cortissimi, si disperdevano in un ciuffo a spinacio sulla sua fronte. Ogni tanto se lo ravvivava - inutilmente, sembrava di defibrillare un piccione morto - e se lo spostava un po' a sinistra, un po' a destra, senza preoccuparsi delle ciocche intrecciate e della punta in avanti in grado di infilzare la pupilla del suo interlocutore se si fosse avvicinata troppo. Per non parlare dei calzettoni che si arrotolavano sui jeans sbucando dagli scarponi, e della tunica stropicciata. KC sembrava far di tutto per dimostrare a tutti quanto poco ci tenesse alla loro etichetta, al fastidioso sfoggio di doti che gli adolescenti di Hogwarts approntavano ogni sera nei luoghi in comune. Ma il suo piano malefico atto a farli convincere della loro stupidità e della sua superiorità d'animo, veniva da loro considerato come solo una stramberia di una persona strana, o di qualcuno che troppo convinto di sé cerca di fare l'alternativo per risaltare. Forse in qualche modo Casey aveva raggiunto il suo intento.

Il coniglio nonostante tutto venne mangiato, con tanto di verdurine e patate. La crostata, come sappiamo, avrebbe solo aggiunto un po' di amaro a quella cena. Le marmellate non erano proprio l'amore della sua vita. Dopo un apparente momento di quiete - un silenzio fin troppo strano persino per qualcuno che indossava dei paraorecchie - in cui non aveva nemmeno alzato gli occhi dal piatto, la gente cominciò ad alzarsi per andare a far la nanna. Inconsapevole delle scelte che il destino aveva preso per lei, li avrebbe seguiti fino ai dormitori, ma una voce, per la seconda volta, proprio nell'atto di chiudersi la porta di camera alle spalle, le trapanò i timpani otturati.
«KC! Ma allora, non ci vai dal preside?»
«Eh?» Si era voltata. Non l'avesse mai fatto. Nimue, scovata la presa per i fondelli, non trattenne le risa, così come tutte le sue amiche.
«Ma come, non l'hai sentito?» chiese questa sorniona. «Ti hanno convocata assieme a un bel gruppetto. Chissà che avete combinato... anzi, secondo me queste vacanze al castello le passerete a fare recuperi di Storia per ritardati.»
Abituata a rendersi indifferente alle frecciatine ma non a contenere la rabbia, il Prefetto aveva voltato le spalle alla combriccola in maniera alquanto brusca. Il brusio nelle orecchie era diventato tutto sudore, così si sfilò quell'arma micidiale dalla testa, prese lo zaino che aveva abbandonato sul letto quel pomeriggio e il primo mantello stropicciato che il baule le aveva proposto.
La corsa trafelata fra i corridoi diretti alla Torre di Peverell fu la più veloce che aveva mai fatto per arrivare nella sua classe. L'unica consolazione era che si trattava senza dubbio del suo record di minor ritardo a una lezione di Storia della Magia.
La fortuna volle due Gargoyle piuttosto remissivi al suo passaggio e una stanza così piena di corpi da otturare la visuale della porta, e dunque del suo ingresso. Si apprestò a nascondersi dietro le figure imponenti di certi studenti più grandicelli di Corvonero, e adocchiò i volti di Gwen e Rose. Si avvicinò in punta di piedi a loro, con cui si era già scambiata un paio di espressioni stranite in Sala Grande - senza proprio capirne il motivo - e chiese loro con un filo di fiato al posto della voce: «Cos'è questa storia dei recuperi di Storia?»
Guardare oltre le spalle dei suddetti corvacci le avrebbe fatto notare la presenza di certi individui fin troppo secchioni, fra cui quasi l'intero staff studentesco di Hogwarts di ogni anno ed età, il che le fece pensare di più a una lezione di approfondimento - pur sempre mal gradita a quell'ora della sera, ecco perché si era portata una fialetta di pozione Rinvigorente! Se solo non avesse incrociato lo sguardo glaciale della von Kraus, posizionata come una bella statuina accanto a Peverell scrutando la marmaglia, avrebbe continuato a credere in quella ipotesi. Le sembrava arduo che Hogwarts avesse avviato lezioni serali per pluriottantenni, o che avesse scoperto in Ekaterina un efficacie metodo di tortura per gli studenti meno capoccioni. L'unica cosa che sapeva era che l'aveva mollata al Madama Piediburro forse più di una settimana fa, e che la sua continua presenza ovunque andasse stava cominciando a darle la terribile sensazione di essere pedinata.
SYNOPSIS & DAMAGE
Scusate, sono in ritardo come al solito, e anche KC. Si era dei paraorecchi per fare l'alternativa a cena e quindi non ha sentito il discorso di Peverll, ma recupereremo. Entra trafelata nella Torre e si nasconde dietro i più grandi (probabilmente si tratta di Derek e Daddy) assieme a Rose e Gwen. Nota Ekaterina e comincia chiedersi il perché di quella serata.
Nessun danno.
INVENTORY & KNOWLEDGE
Bacchetta in Legno di Nocciolo (si dice avverti l'acqua sotterranea emanando stringhe di fumo argenteo) con pietra nera che amplifica la potenza (in tasca);
Anello dei Gemelli (Camillo Breendbergh);
Galeone dell'ES (in tasca)
Orecchie Oblunghe (in tasca);
▴Ciondolo a forma di ape regalatole da Gwen (al collo);
Specchi Comunicanti (zaino);
Supergomma Drooble: riempiono la stanza di palloncini color genziana che si rifiutano di scoppiare per giorni interi;
Aerosticca, gigansticca, nanosticca (zaino);
▴1 fialetta di pozione dell'Illusione (zaino);
▴1 fialetta di pozione Rinvigorente (zaino);
Pantaloni chiari (addosso);
Mantello Lepricanico della Disillusione (uguale a quello normale ma comprato a una fiera di San Patrizio);
▴Un pacchetto di (5) Caccabombe;
Fuochi d'artificio a innesco H2O.
▴ I classe
▴II classe inclusi i proibiti
III classe + Iracundia
IV classe
V classe + Stupeficium

KEYSER SÖZE.
 
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view post Posted on 11/4/2020, 10:24
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Scopro Talenti, Risolvo Problemi

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Assoldare una giornalista era stata un'ottima mossa, dopo tutto. Certo, qualche inconveniente, che avevano chiarito a tempo debito, ma poi tutto sembrava correre liscio, non si prevedevano sostanziali problemi, il che di per sè era già indice di un eccellente stato di avanzamento dei lavori. Del resto, un popolo ancora quasi interamente da alfabetizzare doveva pur avere anche necessità di un qualche tipo di informazioni. Era improbabile si potesse avere l'ardire di nobilitare l'uomo, se lo si fosse lasciato brucare l'erba insieme a vacche e capre. Se per molti versi era tutto sempre andato sufficientemente secondo i piani, non si poteva affermare lo stesso nei confronti del Profeta. Erano anni che puntualmente gli veniva ricordato, ironicamente ma non troppo, che a suo tempo erano stati lasciati importanti spazi per dei fantomatici Diari di Spedizione, che però a distanza di anni nessuno aveva ancora avuto modo di leggere, o peggio vedere. Che fosse quella la risposta pronta, e semplice? Assoldare una giornalista.

Ah! Ma certo M.me Vinstav, tutte le foto che desidera, sono certo nessuno avrà da ridire. Le consiglio solo una certa 'discrezione' giunti a destinazione, ecco. Per il resto come preferisce, mi fido del suo giudizio.

Uno alla volta il gruppo andava ricompattandosi infine. Sarebbe stato difficile determinare se effettivamente tutti fossero o sarebbero arrivati, ma le regole erano chiare, almeno quelle. Tre maghi adulti, e il solito vecchio professore, attendevano. Poi qualcosa cambiò. Il pendolo battè il primo di sette rintocchi, quando anche l'ultimo si perse nella sua eco, tutto si rimise in movimento. Era tempo di agire. E lo sapevano. Era l'ora convenuta. Avevano tergiversato a sufficienza, per quanto non avessero mai avuto solo mezz'ora di tempo per prepararsi fisicamente e psicologicamente tutto era destinato a cambiare, per rimanere uguale. E quello non faceva eccezione. Avevano un compito preciso, solo che ancora la maggioranza lo ignorava. Quando si sarebbero svegliati, cosa avrebbero trovato?

Bene, ben ritrovati. Prima che me ne scordi, mi raccomando di prendere e appuntarvi al bavero una delle spille che trovate sul tavolino dietro di voi, ovviamente tutti coloro che già non l'avessero. Sono sicuro apprezzerete, è infatti l'unica via di fuga sicura, qualora trovaste un problema troppo grosso cui confrontarvi, strappatela e tornerete qui. Ma gli Ateniesi più esperti sapranno comunque sostenervi, materialmente e moralmente rispetto a quello che presto incontrerete. Come poc'anzi dicevo, invece, siamo attesi a Pechino, proprio nella culla della dinastia Ming, il cuore dell'impero, la Città Proibita. Quella che è a tutti gli effetti una città, di qualche decina di migliaia di abitanti. Per avere una vaga idea anche questa volta ne trovate sulla scrivania una mappa.

Se quello era il primo passo, sottolineato da un tono particolarmente allegro, e da qualche cenno ai più disparati indirizzi, ne mancavano almeno un altro paio. Giusto per chiarire qualche idea, e delineare qualche certezza in quella che sarebbe certamente stata una serata... particolare? Movimentata? Un nuovo ampio sorriso onde riagguantare l'attenzione di quanti smaliziati e meno gettavano più d'un occhio alla mappa poco distante, e poi via di nuovo, sotto lo sguardo vigile di una fenice annoiata pronta a spiccare il volo dal suo comodo e accogliente trespolo. Avevano tutti un obiettivo. Del resto di baldi giovani di buone speranze non si poteva certo affermare ve ne fosse penuria, il problema sarebbe stato guidarli? Trovare una qualche forma di quadra in formazioni eterogenee e molto diverse. Eppure, nulla di impossibile, non più del solito. Le persone giuste erano state trovate, lo sarebbero state anche le altre? Quella era un'ottima domanda.

Ai novizi raccomando di prestare ascolto agli Ateniesi più esperti, e veterani di questo genere di scampagnate, ai veterani consiglio invece di seguire il naso, e aguzzare l'ingegno, secondo molti non ha mai ucciso nessuno. Anche questa volta sarete divisi in due squadre contrapposte, fate il possibile, siete nelle graziose mani da una parte di Eloise e Casey, e dall'altra di Megan e Thalia, che sono certo avranno particolare cura di voi. Ricordate però di essere un gruppo, solo la collaborazione di tutti potrà spingervi almeno verso quella che auspicabilmente potrebbe essere la giusta direzione. Sarete spettatori e attori di una più o meno brutta pagina di storia, prodromica di sostanziali sviluppi negli anni seguenti. Anche questa volta il Ministero ci ha offerto i servigi di alcuni suoi valenti collaboratori, Mrs Obraztsova, e Mr Remar entrambi alla Cooperazione magica internazionale, che quindi possono vantare qualche conoscenza anche sul campo, specie cinese. Dunque con un po' di fortuna dovreste cavarvela abbastanza bene, almeno per iniziare. Mentre il Profeta, e di questo gliene siamo grati, ci ha garantito una reporter, per molti versi di guerra, che saprà allietare i suoi lettori. Se quindi non c'è nessuna domanda direi che siamo pronti ad andare, in un modo o nell'altro sono certo ci ritroveremo qui tra qualche minuto.
Buona fortuna a tutti!


Sì insomma, non era un addio. Anzi, un buon salve all'insegna dell'ottimismo.
I meno ottimisti vi avrebbero letto un Ciaone sentito, ma nessuno era perfetto.



67CaJEw

Infine sorrise, mentre il volume si spalancava, rivelando quello che doveva essere un segnalibro accuratamente studiato, di traverso per la pagina di pergamena ingiallita, se tale poteva essere definita. Un'immagine centrale, incredibilmente variopinta, incastonata con impareggiabile abilità in un fitto arabesco di caratteri misteriosi, allineati in strette colonne, alla foggia degli antichi Sapienti. Dalla pagina sottili tentacoli di potere già facevano capolino all'esterno, vincendo le ultime resistenze, passando quel Rubicone, che il margine mosso delle pagine sembrava voler sancire tacitamente, strisciando con minuziosa efficienza, avviluppandoli uno ad uno, senza lasciar adito a fraintendimenti. Se qualcuno avesse voluto tirarsi indietro, evidentemente era ormai troppo tardi. Il processo era irreversibile, ed ormai innescato. Un sorriso, prima che l'ufficio iniziasse a vorticare intorno, e cedesse il posto a un indistinto mulinello di colori, parole, e suoni.

Quella che li accolse era una notte già quasi completamente calata, ma non ancora matura, relativamente buia e oscura. Neanche una stella sembrava voler fare capolino dal fitto baldacchino di nuvole che ammantava con gran spirito di sacrifizio la volta celeste, che di celeste non sembrava proprio volerne sapere. Dopo tutto a un primo sguardo, accorto e timoroso, che faceva capolino tra le frasche, il cielo nel Paese di Mezzo non era poi così diverso dalle verdi distese della Scozia. Semplicemente tutto era molto più fermo e tangibile, le nuvole stoicamente restavano ferme, immobili, non volavano via trascinate da venti impetuosi, che invece accarezzavano con premurosa dolcezza le gote dei lontani isolani.
Una buona metà di quello che doveva essere stato il Gruppo iniziale, ancora a Hogwarts, sembrava essere precipitata in quello che aveva tutta l'aria di essere un cespuglio, al centro di un'altrettanto ampia aiuola, ai margini di forse un parco. Il piede di un Tassorosso finito inavvertitamente in prossimità del naso di un Corvonero, un Grifondoro sbracciato neanche fosse in una vasca da bagno, di traverso sulla schiena di... Non si poteva certo affermare avessero fatto la loro apparizione nella migliore delle maniere, o con la più europea delle eleganze, ma ormai era fatta. Non c'era molto da farvi, o modo per porvi rimedio. Tanto valeva muoversi. A qualche yarda di distanza prendeva forma quello che aveva tutta l'aria di essere un sentiero, e lo sciabordio della ghiaia sotto le suole di un gruppo di passanti in lento avvicinamento sembrava essere un invito quanto meno a togliere il volto da un posto dove molto difficilmente sarebbe dovuto essere. A uno sguardo più attento molto di loro era cambiato, eppure nulla che ne minasse la riconoscibilità. I tratti somatici addolciti, orientaliggianti, che ben si sposavano con la foggia delle vesti, lunghe, particolarmente ricche, dai colori sgargianti, degni di una corte imperiale. Stranamente i più giovani di loro sembravano essere improvvisamente maturati, apparivano meno fanciulleschi di quanto non sarebbero dovuti essere. Il Libro cosa aveva fatto loro?
Una profusione di lanterne, ben distanziate, ma sufficienti a coprire l'ampia superficie verde rischiarava le tenebre velate della sera che avanzava, lontani e distanti i tetti adombrati di una sconfinata serie di edifici li guardavano seriosi, mentre tra le ombre proiettate dagli abitanti gai e silenti di quel giardino affioravano impettite e altere mura purpuree. In prossimità delle lanterne draghi, leoni ed esseri leggendari catturati nella perfezione dell'oro e del bronzo ruggivano all'indirizzo di quelli che abitudinariamente dovevano essere ben più numerosi passanti. Dritti davanti a loro un padiglione, rischiarato da una luce fioca, che ne esaltava la struttura lignea e slanciata di un'architettura curata e posata. Alle loro spalle quella che aveva l'aria invece di essere un'uscita.


Dire che li avevo visti dirigersi da questa parte, dove si sono cacciati? Li ha forse sbranati un drago? Se questa cosa arriva alle orecchie sbagliate siamo morti. Sono spariti? Tu vedi questi novizi, Pang? Ho una brutta sensazione, cosa diamine andavano cercando? Non è certo il momento di darsi al turismo, è l'ora del cambio della guardia... e dovremmo anche iniziare a pensare al The. Almeno una tazzina veloce, no?

La voce stridula di un primo uomo, non più nel fiore degli anni, aveva rotto improvvisamente il silenzio. Una voce che ne segnalava il lento avanzare, proprio alla volta di quello strano e popoloso cespuglio. Accolta da un coro di altri due attempati passanti, evidentemente molto più spazientiti di quanto non fosse il primo.

Piantala Pong di ciarlare, non è divertente!
Non stiamo giocando a nascondino...


Tre figure basse e rotondette avanzavano in ordine sparso lungo il sentiero, a intervalli regolari salutate dalle lanterne. Tre uomini di una certa età, dai corti pizzetti e dalle sparute sudate chiome, ammantati da eleganti e purpuree vesti intessute di fili d'oro e perle, veleggiavano alla volta del gruppo, di quelli che chiaramente erano Imperiali a loro volta, ma che sarebbe stato inopportuno fossero trovati spiaggiati come balene sulle rive dell'Atlantico.


L'accoglienza dell'altra metà del gruppo, era stata invece ben diversa. Più tesa, un preludio wagneriano di quanto si sarebbe consumato quella lieta e gaia notte, di una Pechino primaverile e in fiore. Un'altrettanto scomposta, ma fortunatamente meno rumorosa, massa di arti e teste giaceva ai margini di uno sparuto pugno di uomini, attenti a quello che aveva l'aria di essere non uno scambio di battute sotto il tetto di una locanda tra amici, ma un gabinetto di guerra, all'alba di una notte buia e tempestosa. Ma sarebbe poi davvero piovuto? Diversamente che altrove, pur riservando loro lo stesso trattamento somatico, non sembrava che il Fato avesse voluto omaggiarli di vesti particolarmente variopinte. Semplici vesti, scure, poco appariscenti, che non contribuivano nemmeno a far capire dove fosse uno e dove fosse l'altro, di quella loro strana brigata. Che voleva significare? Una voce aspra e ferrosa, da più di un brivido lungo la schiena, proseguiva indisturbata un breve e tormentoso sussurro, circondata da una platea sorprendentemente attenta e tesa.


... siamo dentro, nessuno sospetta ancora di noi, ed è bene che così rimanga. Più tardi lo scoprono, meglio sarà, e meno problemi avremo. Ma è solo questione di tempo, ne abbiamo guadagnato, dobbiamo ora saperlo gestire con intelligenza e metterlo a frutto. Seguiamo il piano, atteniamoci a quanto abbiamo convenuto sino a prova contraria, voi Timur e Calaf proseguite con quegli altri che si erano già infiltrati, andate a nord, noi andremo invece da questa parte. Non fatevi scoprire prima del tempo. Trovate Tianqi!

Detto fatto, il gruppo si stava già dividendo. Risoluti e silenziosi la maggior parte degli sconosciuti alleati si dileguava nelle tenebre, tenendosi il più lontano possibile da fastidiose ma numerose come cavallette lanterne. Evidentemente solo Timur e Calaf sarebbero rimasti con un gruppo che stentava ancora nel darsi un tono. Ma dov'erano finiti? Il ritrovato silenzio era cullato dallo scorrere dell'acqua, non troppo lontano doveva esservi una fontana rumorosa. Non era di grand'aiuto, ma era comunque più di quanto non avessero scoperto sino a quel momento. Erano nell'angolo più buio che potessero scorgere lì vicino, tra alberi e costruzioni veniva offerto loro un generoso riparo, all'ombra di alte mura. Cosa vi fosse oltre quel confine probabilmente non l'avrebbero mai scoperto, ma per il momento i problemi in ogni caso già abbondavano. Avevano ricevuto indicazioni precise, non serviva un Gufo, 'andare a nord', con tanto di indice teso. Non si poteva sbagliare. Eppure le alternative erano già, in tutto e per tutto simili, andare da una parte o l'altra, dal primo o secondo ingresso? Le due costruzioni erano in tutto e per tutto identiche, e qualcosa suggeriva che al netto di leggeri e impercettibili scostamenti sarebbero stati tali molto a lungo. Edifici slanciati, ampi portici rialzati, porte a doppio battente da superare. In apparenza nulla di indistruttibile, per quanto un colpo di bombarda non sembrasse il migliore dei biglietti da visita.
Onnipresenti spiccavano tra luci e lanterne il giallo acceso, ma assediato dalla sera, dei tetti e il rosso purpureo delle pareti, lignee e di pietra che fossero degli edifici. Una cura maniacale dei dettagli sembrava aver guidato la mano di architetti e artigiani. Ma quanti dovevano essere poi stati?
In avvicinamento lo scalpiccio di un gruppo nutrito gruppo di uomini, pesanti e marziali, preceduti e accompagnati dal tintinnio del metallo. Era tempo di muoversi, e non erano soli.



Squadra ribelle: Eloise (E), Casey (K); Daddy (D), Mya (M); Vagnard (W), Phoebe (P), Susan (S), Caleb (C), Derek (B); Vath (V).

Squadra imperiale: Megan (H), Thalia (T); Oliver (O), Emily (R); Jean (G), Juliet (J), Lucas (L), Rose (F); Katherine (Q), Ariel (A).

Ottimo, un post un po' lungo, ma utile a mettere qualche punto fermo. D'ora in avanti faremo un po' a meno delle descrizioni, tanto avete capito qual è l'ambiente, e il grosso vantaggio della nostra cittadina preferita è che per quanto ampia, monumentale e impressionante, come vedrete in Topografia, non si può dire sia altrettanto varia. Ci concentreremo quindi su altro. Al momento è sera, non ancora notte, ma questo cambierà cammin facendo, offrendo una maggior copertura ai Ribelli, che avranno però anche diversi altri problemi da risolvere.

Almeno inizialmente i Ribelli hanno le idee decisamente più chiare sul da farsi, di quanto non l'abbiano gli Imperiali, cui suggerisco però di interrogarsi legittimamente sul 'cosa debbano fare gli altri'. Quindi niente metagame, ma un sano ragionamento, senza farvi prendere per pazzi dai vostri valenti alleati. L'Impero può contare sui servigi di Ping, Pong, e Pang, stregoni di rango e raro talento che vi sosterranno con tutta la forza necessaria, al pari di Gerusalemme. I Ribelli possono invece contare su Timur e Calaf, nel medesimo ruolo. Seguite e collaborate con il vostro Aureo e Argenteo di turno, e non spezzettate il gruppo eccessivamente, non voglio stare alle costole di venti persone dirette in venti luoghi differenti.

Se l'Impero deve chiarirsi le idee, e familiarizzare con il territorio, i Ribelli devono farsi scoprire il più tardi possibile. Troverete al pari delle altre volte Qui uno strumento spero utile per confrontarvi e coordinarvi, e anche altro. Ma i vostri Aurei qualcosa già sanno.

Qualora dovesse dimostrarsi necessario, al netto delle conoscenze che possono comunque vantare sia V che Q, all'occorrenza anche C e O saranno in possesso di ulteriori informazioni, che come al solito possono essere state reperite in uno dei libri di Poverell, che quindi in una qualche occasione avete ricevuto, e potete già iniziare ad affermare con vaghi accenni di aver letto. Se e quanto ne ricorderete lo vedremo cammin facendo.

Trovate tutti qui sotto, invece, la Mappa complessiva della Città. Almeno per il momento sapete solo dove siete, e non dove si trova l'altra Squadra. Con un po' di fortuna (?) e abilità dovreste comunque riuscire a incontrarvi.



Abbiamo riesumato il nostro vecchio amico Defcon, altri non è che un 'indice sintetico di allarme' delle forze che presidiano la fortezza. Più si avvicina a 1, l'allarme rosso, più le guardie saranno nervose e guardinghe. Ovviamente sapete che guardie e ronde possono non essere come sembrano, e possono cambiare rapidamente di natura, ormai conoscete una parte dei nostri amici di merende. Giusto? Ma per il momento tutto appare tranquillo, normale e ordinario. Nessuno sospetta nulla.
A beneficio di tutti il Defcon è palese, e riportato in ogni post. Al momento siamo a Defcon 5, in tutti i quadrati. A fronte delle dimensioni della Mappa, ogni quadrato (A-N) ha un Defcon specifico, influenzato dalla vostra condotta, che a sua volta influenza il Defcon dei quadrati vicini. Se il Defcon di un quadrato tocca 2 è allarme rosso per quello specifico quadrato, se si scende a 1 l'allarme è generale.

Trovate poi, invece, le fantomatiche Spille, che siete comunque invitati a conservare. Come noterete Aurei e Argentei hanno delle Spille diverse, che però rimangono tali solo per la durata della specifica scampagnata, per poi tornare bronzee al pari di tutte le altre.
A seconda del Cielo che raggiungete, secondo le regole della Scuola, i relativi simboli riportati sulla corona della spilla si accenderanno.



Trattandosi di una Quest pur particolare che sia, ed essendoci due squadre rivali, al netto di questi post iniziali e morti, non modificate per alcuna ragione i post, vostri o altrui, in caso di problemi sostanziali e apocalittici cancellate il post (il post è tranciato, o il codice è mutilo), ma che non sia un'abitudine, e non barate. Ne pagherete le conseguenze sul campo. In Cina i Petardi cinesi non sono solo fuochi d'artificio... :shifty:
La situazione iniziale è quella che trovate qui sotto, in caso di errori fatemeli presenti che emendiamo, potete trascinarvi in coda ogni turno vita, morte e miracoli del vostro equipaggiamento, insieme a statistiche e tutto il resto, così come potete non farlo. Se ricorrete a un artefatto, invece, riportatelo in coda.


Eloise (E)

Punti Salute: 230/230
Punti Corpo: 147/147
Punti Mana: 157/157
Exp: 39

Casey (K)

Punti Salute: 175/175
Punti Corpo: 144/144
Punti Mana: 178/178
Exp: 10

Daddy (D)

Punti Salute: 327/327
Punti Corpo: 283/283
Punti Mana: 296/296
Exp: 78

Mya (M)

Punti Salute: 221/221
Punti Corpo: 166/166
Punti Mana: 163/163
Exp: 61

Vagnard (W)

Punti Salute: 234/234
Punti Corpo: 201/201
Punti Mana: 193/193
Exp: 48

Phoebe (P)

Punti Salute: 118/118
Punti Corpo: 79/79
Punti Mana: 62/62
Exp: 2

Susan (S)

Punti Salute: 131/131
Punti Corpo: 83/83
Punti Mana: 77/77
Exp: 7

Caleb (C)

Punti Salute: 152/152
Punti Corpo: 83/83
Punti Mana: 77/77
Exp: 7

Derek (B)

Punti Salute: 247/247
Punti Corpo: 219/219
Punti Mana: 232/232
Exp: 24

Vath (V)

Punti Salute: 267/267
Punti Corpo: 182/182
Punti Mana: 203/203
Exp: 32

Megan (H)

Punti Salute: 209/209
Punti Corpo: 195/195
Punti Mana: 230/230
Exp: 44

Thalia (T)

Punti Salute: 267/267
Punti Corpo: 195/195
Punti Mana: 230/230
Exp: 44

Oliver (O)

Punti Salute: 315/315
Punti Corpo: 285/285
Punti Mana: 343/343
Exp: 60

Emily (R)

Punti Salute: 306/306
Punti Corpo: 284/284
Punti Mana: 286/286
Exp: 56

Jean (G)

Punti Salute: 107/107
Punti Corpo: 50/50
Punti Mana: 50/50
Exp: 2

Juliet (J)

Punti Salute: 143/143
Punti Corpo: 68/68
Punti Mana: 103/103
Exp: 8

Lucas (L)

Punti Salute: 148/148
Punti Corpo: 60/60
Punti Mana: 56/56
Exp: 12

Rose (F)

Punti Salute: 120/120
Punti Corpo: 70/70
Punti Mana: 72/72
Exp: 3

Katherine (Q)

Punti Salute: 180/180
Punti Corpo: 118/118
Punti Mana: 137/137
Exp: 27

Ariel (A)

Punti Salute: 176/176
Punti Corpo: 125/125
Punti Mana: 116/116
Exp: 24

Ping (X1)

Punti Salute: ?
Punti Corpo: ?
Punti Mana: ?

Pong (X2)

Punti Salute: ?
Punti Corpo: ?
Punti Mana: ?

Pang (X3)

Punti Salute: ?
Punti Corpo: ?
Punti Mana: ?

Timur (Y1)

Punti Salute: ?
Punti Corpo: ?
Punti Mana: ?

Calaf (Y2)

Punti Salute: ?
Punti Corpo: ?
Punti Mana: ?




La prossima scadenza è:

17 - IV
Ore 12.59


Anche in questo caso siete invitati a essere puntuali.
Non riducetevi tutti all'ultimo minuto.
E non è vietato anticipare i tempi.
Passate in mano alla Tuke.
Tanti auguri!

 
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view post Posted on 15/4/2020, 12:56
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We can MASTER the future.

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vath1


vathnome
Dipendente Ministeriale ~ C.M.I. ~ 28 anni ~ Inglese
PS: 267 ~ PC: 182 ~ PM: 203 ~ EXP: 31,5


Il ministeriale ascoltò la risposta di Brior, confuso, chiedendosi se era stato chiamato ad Hogwarts unicamente per un seminario sulla Cina del XVII° secolo. Le sue conoscenze storiche sulla Cina erano frutto del suo M.A.G.O. in Storia della Magia, alla sua passione per Sun Tzu, il suo trattato militare L'arte della Guerra e a ricerche personali per prepararsi meglio all'incarico che si sarebbe svolto a Pechino assieme a Fergò ed il suo collega Issho. Metodico aveva cercato di trovare nella storia Cinese una scappatoia a quanto il rappresentante della comunità cinese aveva strappato loro con un accordo che lo stesso Fergò aveva cercato per salvare la faccia al ministero e la poltrona alla Pompadour. Insieme ad Issho aveva studiato una strategia e, con l'apporto del collega erano riusciti a raggiungere un piccolo ma sospirato successo. Quando raggiunse la torre di Peverell ascoltò le parole del preside, rimanendo via via sempre più stupito, un altro viaggio a Pechino, altre interazioni con i Cinesi. Era proprio per via di quella storia di contrabbando che aveva iniziato a vedere con cattivo occhio quell'etnia. Dopo una breve foto di gruppo l'uomo prese una spilla, di quelle indicate dal professore di Storia di Magia, appuntandola al bavero del proprio completo su misura prendendo al contempo la mappa della città Proibita. Un libro venne aperto da Peverell e sottili filamenti di Magia si avvilupparono ai presenti. Trascinandosi all'interno del libro.

Vath iniziò a vorticare, o era la stanza a vorticare e lui era immobile, una serie di colori, parole e suoni resi indistinto da ciò che il libro stava attuando. Il ministeriale era sorpreso e si scopri a provare un senso di nausea e giramento di testa fino a quando non cadde a terra. L'atterraggio non fu dei più morbidi, non si trovò sul pavimento di pietra dello studio di Peverell ma su un terreno estraneo, il vento primaverile che gli carezzava il volto e una scarpa sotto il suo naso. Vath si chiese cos'è che gli era capitato e, la risposta gli venne subito di fronte, i vari studenti e gli accompagnatori si erano dimezzati. Non solo, i loro vestiti e tratti si erano fatti più orientali e il ministeriale suppose fosse capitato lo stesso anche a lui. Per il dove, la risposta, stava nelle strutture di fronte a loro, e nel ministeriale varie emozioni si facevano largo. Stupore, incredulità, ma anche gioia e esaltazione per una possibilità che aveva sempre sognato ma che riteneva impossibile da realizzare. Era quello ciò che la prestigiosa scuola di Atene faceva? Il viaggio nel tempo per poter studiare epoche e eventi storici in prima persona. Vath comprese perché il preside aveva scelto due membri della Cooperazione Magica Internazionale, le vaste conoscenze sui paesi con cui andavano a trattare li avrebbero resi degli ottimi accompagnatori. Eppure non appena si mise in piedi una voce estranea sembro rivolgersi a qualcuno poco distante. Le informazioni che ricevette non furono delle più belle, conosceva quel periodo storico e ciò a cui avrebbero assistito. Una smorfia avrebbe fatto capolino sul suo volto e, dopo aver raccolto gli studenti a sé, Vath, iniziò a spiegare a loro chi era la dinastia dei Ming, chi fosse l'imperatore, dove abitasse, la complessità del suo popolo e cosa successe a quell'epoca.
«È meglio muoversi.» La fretta con cui lo disse era dettata dall'ambiente intorno a loro, ostile e sconosciuto, gli unici che potevano fargli comprendere meglio in quale stato era l'avanzamento della ribellione erano Timur e Calaf.

vath2




Statistiche:
PS: 267/267 PC: 182 PM: 203 PE: 31,5

Inventario Attivo:
Bastone da passeggio lasciato in eredità da un vecchio parente con l'impugnatura in argento a forma di testa di serpente dove, all'interno, si cela la propria bacchetta in legno di Acero, pelle di Runespoor, 12 pollici e 3/4, rigida.
Scarsella medievale (originale) +5 corpo +2 mana [Possibilità di contenere 8 oggetti di medie dimensioni.
1 - Drago d'artificio
2 - Valigetta palude portatile immensa
3 - Mantello della Disillusione Lepricanico
4 - Un sacchetto di Polvere Buio Pesto peruviana
5 - Lanterna: Questa particolare lanterna in ferro battuto e vetro, se accesa con la Magia, farà luce soltanto a chi la tiene in mano. Meccanismo simile a quello della Mano della Gloria.
Campagne Viennesi, 1880 d.C.]
Anello del Potere - Blocca l'avversario per 2 turni. Utilizzabile solo in Quest.
Bracciale di Damocle - Chi indossa questo oggetto avrà la possibilità di lanciare un "doppio incanto", ovvero due incantesimi in un solo post/azione, ma non più di una volta ogni 6 post di Quest/Evento (non portabile in duello del Club).

AZIONI & DANNI
Posa per la foto. Ascolta Pev, riflettendo sul perché è stato chiamato lì. Arrivati in Città, capitombola a terra subendo un lieve mal di testa per il vorticare, comprende dove sono e una ascoltate le parole dell’uomo intuisce quale sia il momento storico. Momento di ricognizione con il gruppo e spiegazione della breve contestualizzazione storica. Va verso Timur e Calaf, e lascia fare ad Eloise le presentazioni.
Danni subiti

 
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view post Posted on 15/4/2020, 16:04
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all that is gold does not glitter, not all those who wander are lost

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DoMnjQI
Cielo del Sole ☉

PS 230
PC 147
PM 157
EXP 39
Ritrovarsi a posare per un’idilliaca foto di gruppo non rientrava esattamente nelle previsioni per la serata, ma la Lynch accolse di buon grado quel cambio di programma e si strinse ai suoi futuri compagni di avventura, indossando il ghigno meno spontaneo e più furbesco che aveva in repertorio. «Sorridiamo, finché abbiamo i denti!» Esclamò molesta mentre con la punta della sua bacchetta punzecchiava il fianco di Lucas per fargli il solletico. Una posa, un flash, e tutto tornò a scorrere lungo il suo corso ordinario.
Con un orecchio attento alle parole di Peverell e lo sguardo che indugiava sulla mappa, tentava di immagazzinare più informazioni possibile per la missione in arrivo. Era impossibile tenere tutto a mente, soprattutto quando il Preside avanzava richieste esplicite verso gli Ateniesi più esperti: se per intuito e ingegno poteva sperare di arrangiarsi in qualche modo, badare agli altri non rientrava nelle sue doti innate, ed era certa di averlo dimostrato in tutti quegli anni di Prefettura. E invece era proprio lì che stava andando a parare - una leadership appioppata come fulmine a ciel sereno, la certezza di non essere all’altezza del ruolo che si insinuava nelle viscere. Decise di rimandare il bilancio di quella scelta a un altro momento per evitare di perdersi nei suoi pensieri.
Rivolse un sorriso rapido a Casey, che era stata nominata insieme a lei alla guida di uno dei gruppi, e si domandò come avrebbe dovuto porsi nei suoi confronti, visto che i trascorsi che le coinvolgevano non erano dei più soavi. Ma quella che si beccò la sua smorfia più minacciosa fu Thalia: ancora una volta stavano dalle parti opposte della barricata, a lottare per raggiungere obiettivi opposti. Sapeva di trovarsi davanti a un nemico temibile, ma le piaceva come il clima si fosse già fatto frizzantino.
L’ultima immagine che rimase impressa sulle sue retine prima di venire catapultata nel vortice del libro fu quella di un palazzo elegante, dipinto con cura su una pagina ingiallita. La Storia li chiamava ancora una volta, e lei, Eloise Lynch, avrebbe messo tutto il suo impegno per raggiungere lo scopo che le sarebbe stato assegnato. Una stretta all’ombelico, una compressione del corpo, e subito fu catapultata a quattrocento anni prima, dall’altra parte dell’emisfero.

L’atterraggio scomposto e gli intrecci di arti erano ormai denominatori comuni a quel genere di viaggi. La luce calda dello studio del Quinto Piano era stata sostituita dall’oscurità serale di un cielo coperto, e mentre gli occhi si abituavano a quel nuovo contesto, il corpo riprendeva il controllo. Si sollevò carponi prima di dover determinare se i calzari altrui emanassero o meno odori spiacevoli, e scoprì di aver trascinato con sé anche la gamba destra della sua collega Grifondoro. «Scusa-» Fece in un sussurro, «Stai bene?» Tempo di sollevarsi in piedi e scuotere dai vestiti scuri la polvere invisibile, che già vennero travolti da un flusso di informazioni ben più prorompente dei discorsi di Peverell. Memorizzare prima di capire era l’imperativo, alle interpretazioni e alle sfaccettature avrebbero pensato solo in un secondo momento.
«Ah!» Non appena il tizio aveva finito di parlare, si era voltata verso i compagni, ma la vista del volto di Daddy l’aveva fatta spaventare al punto di strapparle un sussurro sgomento: perché quel tizio dai tratti orientaleggianti e dalla mise coordinata, altri non era che Daddy Toobl. «Dovresti vedere la tua faccia-» Bisbigliò. Era evidente che, insieme ai vestiti, il Libro aveva adattato i loro lineamenti affinché si amalgamassero con il contesto; una scelta accurata, decisamente comoda per una spedizione come quella.
Non c’era tempo da perdere, ma nel disordine degli spostamenti attorno decise di concedere agli Ateniesi un momento di ricognizione, subito prima di dirigersi verso i tizi a cui erano stati affidati. «Bene, sembra che siamo finiti nel bel mezzo di una missione in cui la segretezza è fondamentale. Cosa sappiamo di questo contesto?» Io niente, decise di omettere.
Una voce alla sua destra tradì la presenza di una delle ultime persone con cui avrebbe previsto di condividere un’escursione nel Passato: Vath Remar, il ministeriale che aveva conquistato il suo disprezzo e riconquistato qualche briciola di rispetto a suon di Cioccorane - che era finito proprio nella metà di gruppo che a lei faceva riferimento. Serrò le labbra e si morse la lingua per evitare di fare battute fuori luogo, registrando quella manciata di informazioni che stava condividendo con il gruppo. Ai vecchi rancori avrebbe pensato di ritorno dalla Cina.
Terminato il breve scambio, si mosse in direzione di Timur e Calaf. «Ci siamo… Io sono E, questi sono i miei compagni. Siamo pronti.» Si incamminò accanto ai due, dando per scontato che almeno loro sapessero dove si trovava il nord, dove erano diretti e qual era la loro missione. «Cosa c’è all’ordine del giorno? E se si incontra qualcuno, qual è la vostra copertura?» Aveva scelto le parole con cura, attenta a omettere i grandi buchi di conoscenza che loro Ateniesi dovevano nascondere.
Camminavano nelle tenebre accompagnati dal rumore dei loro passi e dallo scroscio di acque lontane. Eloise inspirò profondamente, sentendo l’aria tiepida entrarle nei polmoni e trasportarle gli odori che descrivevano quel luogo, la brezza leggera che accarezzava l’ambiente silenzioso. Si concesse un momento per ammirare la spilla dorata appuntata al petto: una parte di lei era spaventata - terrorizzata - dall’idea di dover riportare tutti integri alla fine del viaggio, ma il pensiero degli Aurei che l’avevano preceduta - Horus, Niahndra e William - era d’ispirazione e conforto.
Tornò a guardarsi attorno, curiosa di osservare dal vivo le architetture armoniose e gli edifici eleganti che si abbinavano perfettamente al palazzo che aveva visto nel Libro. La luce intensa delle lanterne svelava i colori vivaci delle pareti, mentre i profili dei primi ostacoli già comparivano in lontananza. Uno sguardo interrogativo e un indice puntato verso la seconda porta ricevettero cenni di assenso. Le danze avevano inizio.

NwSKYFx
ATTIVO & CONOSCENZE
Bacchetta Legno di Sequoia, Piuma di Ippogrifo, 11 policci e 1/4, Rigida
Spilla della Scuola di Atene
Cappa Elementale Effetto: Riduce i danni degli incantesimi che utilizzano il potere di Fuoco, Acqua, Terra ed Aria ed amplifica la forza degli incantesimi lanciati dal possessore di questo oggetto, a patto che siano incantesimi elementali. [+3 PS, +8 PC]
Bisaccia
Diadema della Veela Un bellissimo diadema appartenente proveniente dal tesoro di una Veela. Conferisce un fascino più prepotente nei confronti del nemico.(difatti invocando il suo potere blocca l' avversario in quest per un turno, utilizzabile una sola volta per quest) PC +2, PM +2, PS +2
Caramella dell’Illusione Chi la ingerisce si “sdoppia” rendendo difficoltoso per l'avversario riconoscere quello vero!
Polvere Buiopesto Peruviana Polvere finissima e nera come la pece, proveniente dal Perù, è in grado di creare un buio intenso e impenetrabile per la durata di 5 minuti.
Strillettera che non sa di avere con sé

Elementalista inesperta: Aria
Smaterializzazione
Prima Classe Tutta
Seconda Classe Tutta
Terza Classe Tutta [Fattoriam Mutas Iracundia]
Quarta Classe Tutta [Circumflamma Colossum Ignimenti Mucum Ad Nauseam Neptuno/Aqua Eructo Repsi Genitum]
Quinta Classe Flagrate Stupeficium
Sesta Classe Homenum Revelio Repello Incarceramus
AZIONI & DANNI
Posa per la foto, commenti molesti udibili da tutti. Ascolta Pev, è spaventata dalla responsabilità, sorride a Casey e sfida Thalia. Arrivati in Città, capitombola in un intreccio di arti con KC, ascolta le parole dell’uomo e commenta i lineamenti di Daddy. Momento di ricognizione con il gruppo e ascolto della breve contestualizzazione storica. Va verso Timur e Calaf, e presenta il gruppo. Mentre si avviano li interroga sul da farsi e sulla da usare. Il gruppo si dirige verso il secondo ingresso.
Danni subiti

 
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view post Posted on 15/4/2020, 17:25
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Borbottii, saluti, strizzatine d’occhi, scalpiccii di piedi timorosi di urtare qualcosa e attirarsi le ire del Preside e poi, di colpo, erano tutti. O, almeno, così sembrava. Caleb si guardò intorno, facendo vagare lo sguardo sui volti, alcuni sconosciuti, altri familiari, pochi veramente noti. Fece un cenno di saluto a Susan, la Tassorosso che aveva condiviso con lui un’avventura qualche anno prima. Sembrava essere passata un’eternità, tante cose erano mutate da quei giorni. E infatti, come a seguire l’onda dei suoi penseri, ecco Casey, più distante, arrivata trafelata e in ritardo come suo solito.

Non si smentisce mai! pensò. Non era un rimprovero, ancorché silenzioso, quanto una constatazione fatta da una persona che conosceva più di altre il prefetto dei Grifondoro. Cercò di salutarla con un cenno della mano prima che tutto (tutto cosa, di preciso?) avesse inizio. Durante l’avventura a Godric’s Hollow tra loro era avvenuto un nuovo contatto, pur in mezzo alla burrasca dei loro rapporti. Per ciò che era avvenuto dopo, però, Caleb non era riuscito ancora a parlarle con calma, con grande costernazione di D’Artagnan, l’asticello che l’amica gli aveva donato, che lo guardava sempre scuotendo la sua testolina fronzuta.

Ma ora le danze sembravano iniziare, ecco che Peverell prendeva la parola. Seguendo le istruzioni del docente di Storia, Caleb si appuntò la spilla al bavero, chiedendosi che cosa mai potesse esserci di così pericoloso nell’ufficio del preside. Alle successive parole pronunciate, Caleb iniziò seriamente a prendere in considerazione una sorta di...smaterializzazione storica? Come spiegare altrimenti il fatto che fossero tutti attesi nella Pechino della dinastia Ming? Ming...Ming...quel nome non gli era nuovo. Gli sembrava di averlo già sentito. Sul momento però non gli venne in mente né dove né quando, perché i suoi occhi furono catturati dalla mappa, dettagliatissima, che rifulgeva sulla scrivania e che Caleb contemplò affascinato, prima che il libro si aprisse e in un dedalo di immagini, che ben presto divennero spire magiche, lo trascinasse con sé in un gorgo di colori.

Dove si trovavano? Terreno morbido sotto di loro, l’acqua gorgogliava melodiosa. Caleb si guardò intorno, nelle tenebre incipienti e vide, attraverso i volti degli altri suoi compagni, quello che doveva essere il suo stesso aspetto. Si sentiva diverso: più alto, più forte. Si tastò la faccia e constatò che anche i suoi connotati erano cambiati. Parole di cospirazione vennero pronunciate intorno a loro, nella semioscurità. Erano in compagnia di altri uomini, che si divisero. Nel suo gruppo la Sorte aveva inserito anche Casey e Susan.

Ancora una volta insieme. Deve essere il destino. disse a entrambe con un filo di voce. Sapete quello che ci aspetta?


Capì che la ragazza che stava parlando era Eloise, Peverell aveva indicato lei come loro guida. Ascoltò le parole del ministeriale con loro, che li aveva radunati tutti lì. Informazioni certamente preziose, che aiutarono Caleb a capire un po’ di più il contesto nel quale si dovevano muovere. Poi si misero tutti in marcia verso nord e lui tenne dietro al gruppo, muovendosi piano, un’ombra nelle ombre che si allungavano.

Nessun dorma...nessun dorma disse con un filo di voce al gruppetto il mistero deve essere chiuso in noi, il nostro nome nessuno dovrà sapere.

Iniziò l’avventura, la più strana di quelle a cui aveva partecipato fino a quel momento.


Riassunto: Caleb si guarda intorno nello studio,prende la spilla e saluta Susan e cerca di attirare l'attenzione di Casey. Osserva la mappa e il libro, prima di finirvi dentro. Una volta atterrato esamina gli altri, ascolta gli stranieri, Eloise e Vath e scambia poche battute con Susan e Casey prima di mettersi in cammino e predicare silenzio e prudenza.

STATS:
Punti Salute: 152

Punti Corpo: 83

Punti Mana: 77

Esperienza: 7

INVENTARIO ATTIVO:
Bacchetta di pino, anima in polvere di dente di drago, 11 pollici rigida
Cappa Elementale
Anello con rubino
Ciondolo della scaglia di drago
Guanti del paladino
Anello della gorgone
 
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view post Posted on 15/4/2020, 21:50
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3YdQGg8

Il momento della foto.
Era da anni che non lo viveva e ritrovarselo lì, inaspettatamente, gli fece piacere.
Quando si mise in posa, con la faccia dall’aria piacente, iniziò a pensare a tutte quante le emozioni che gli procurava il momento tra il mettersi in posa e lo scatto.
Stava messo bene? Si era pettinato? Qualcuno dietro gli stava facendo le corna?
Erano diversi i dubbi che trapelavano in lui prima di veder apparire il flash, prima di trovarsi tra le mani quell’immagine che lo ritraeva sempre e costantemente con gli occhi chiusi e la faccia da imbecille.
Che poi se fosse stato un problema di macchinetta fotografica quello si sarebbe anche potuto risolvere; purtroppo, il problema vero era lui e la faccia da pollo che aveva.
Mettendosi in una posizione alquanto strana, tra l’ingobbito e l’eretto, per entrare e far entrare nella foto tutti gli studenti, non appena vide Mya nascondersi dietro le sue spalle, provò a fare in modo che la foto ritraesse anche lei.
In fin dei conti, quel disagio non era giusto che lo vivessero solo in pochi. Il discorso che doveva valere era o tutti o nessuno.

Quando il momento dello scatto finì, attese con tranquillità che il libro li catapultasse nell’avventura.
Oramai si era talmente abituato a quel turbine di luci e colori, che fremeva come un adolescente prima dell'inizio delle montagne russe.
Come preventivato, il vortice lo prese e catapultò in lande a lui sconosciute.
Lo attirava a sé come uno scarico attira l’acqua sporca e per quanto l’idea gli facesse un po' ribrezzo non poteva negare che quella era l’immagine che sempre si era creato nella sua mente quando venivano catturati.
Arrivarono in Cina, abbastanza scomodi.
Spostando alcuni studenti caduti su di lui, si sgranchì le gambe e spalle per poi ritrovarsi davanti Eloise che lo canzonava.
Non poteva esserci inizio migliore in quella fantomatica storia.

-Non pensare che la tua sia meglio. Sembri un’alveare!-

Disse sbottando in una risata che in gran parte trattenne mordendosi la lingua.
Se anche la piccola Tassorosso dai lineamenti dolci risultava sfigurata da quel processo di orientalizzazione, non osava immaginare cosa potesse essere successo a lui, dai tratti decisamente duri e i zigomi alti.
Cercando di non immaginarsi con lo sguardo allungato e di evitare di soffermarsi troppo sui volti dei suoi colleghi, si provò ad orientare per capire dove si trovavano.
Senza perdere tempo - perchè tempo in quelle missioni non ce ne era - si mise vicino ai Ribelli del posto. Sapeva bene che era proprio in quei momenti che si riusciva a capire come si dovesse agire, in che posto si trovassero e soprattutto quali fossero i loro obiettivi.
Rimase in silenzio, senza proferire la parola. I personaggi che li avevano accolti sembravano essere risoluti, motivati, come se fossero passati anni da quando avevano sviluppato quel piano.
Che poi lui si domandava come fosse possibile che quei ribelli sopportassero la loro presenza. Bastava che uno di loro si comportasse male, che il loro lavoro saltasse in aria, che i loro sforzi fossero vani.
Dopo quel breve resoconto dei due personaggi, con assoluta lucidità, seguì i commenti del loro esperto storico.
In passato, avrebbe fatto a modo suo, seguito la sua strada senza un vero e proprio ragionamento logico, ma ora la sua testa gli diceva di sentire e capire.
Era proprio in quel modo che sarebbe riuscito a dare una mano ai suoi colleghi, quindi era necessario rimanere concentrati.
Con un cenno d’assenso, dopo aver capito la maggior parte dei discorsi che erano stati fatti, indicò il punto dove dovevano andare.
Erano vicini, molto all’obiettivo e se avessero proceduto a passo spedito avrebbero da subito ottenuto i primi risultati.
Mentre muoveva i primi passi verso la destinazione, cercò di coprirsi il più possibile con il mantello della disillusione.
In quella circostanza, il capo di abbigliamento era utile per non farsi scoprire e per permettergli di celarsi maggiormente nell'oscurità.
Se tutto fosse andato come da programma nessuno avrebbe sospettato di loro. Timur e Calaf sapevano bene quello che stavano facendo, avrebbe studiato i loro movimenti per capire come fosse meglio muoversi all'interno di quella città.






Statistiche:
- Punti salute: 327/327
- Punti Corpo: 283/283
- Punti Mana: 296/296
- Punti Esperienza: 77.5
- Vocazioni: Legilimens , Elementalista Inesperto
- Abilità: Smaterializzazione

In sintesi: Daddy si fa la foto, arriva in Cina, sfotte Eloise, segue il piano dei ribelli e le parole di Vath. Indica il punto dove devono andare e si incammina.
Incanti Finora Appresi:
*PRIMA CLASSE - tetto minimo 1 - tetto massimo 2 exp
*SECONDA CLASSE -tetto minimo 2 - tetto massimo 6 exp
*TERZA CLASSE - tetto minimo 5 - tetto massimo 15 exp (No Fattoriam)
*QUARTA CLASSE - min 11exp e 15 anni di età - max 25 exp e 17 anni (No Circumflamma,Colossum)
*QUINTA CLASSE - min 17exp e 16 anni di età - max 36 exp e 19 anni di età (Anche Stupeficium e Plutonis)
*SESTA CLASSE - min 24 exp e 17 anni di età - max 55 exp e 20 anni di età (Solo incantesi appresi durante le lezioni e Nimbus Grado)
*SETTIMA CLASSE - min 29 exp e 18 anni di età (Incanti appresi Protego Totalus)

Attivo:
1 bacchetta Corniolo, corde di cuore di drago, dieci pollici, rigida
1 Nanosticca
1 Gigansticca
1 Aereosticca
1 Pacco di Bombe Denudanti

Oggettistica
Daddy è vestito con una maglietta a maniche corte beige e un pantalone nero.
Ha con sé/addosso i seguenti oggetti:
-Anello: Un anello da uomo, precisamente da pollice, in palese argento con sopra la sottile incisione di un corvo con le ali spiegate.
-Talismano Caparbio:conferisce un bonus temporaneo di 5 punti corpo per ogni 10% di PS mancanti
-Mantello della Disillusione: Realizzato con pelliccia di camaleonte, il Mantello della Disillusione rende una buona, anzi ottima mimetizzazione: se il tuo corpo è ben avvolto in questo tessuto, esso sembrerà donarti l'invisibilità.
 
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view post Posted on 16/4/2020, 12:59
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Mya J. Lockhart • Tassorosso • Animagus
« PS : 221/221 | PC : 166 | PM : 163 »



La vecchia spilla, appuntata di malavoglia alla cintola del pantalone, le pesava, quasi più del sorriso che le chiesero di indossare per una foto commemorativa. La tassorosso in tutta risposta se ne era rimasta nelle retrovie del gruppo, sfruttando finalmente quella sua misera altezza per sparire oltre la spalla di Toobl. L'ombra creata dall'armadio che era diventato la aiutò a eclissarsi da quell'imbarazzante attimo. Appuntò mentalmente quella nota, fra i consigli utili in caso di attacco : "sfruttare il corvo come scudo".
Di lui, come dei molti altri visi presenti, non sapeva poi molto, e questo poteva giocare a svantaggio in quel tipo di missioni. Una debolezza sconosciuta, poteva diventare un ostacolo, al pari di un punto di forza sottovalutato e non sfruttato.
*Non eri tu quella che non voleva farsi coinvolgere?* si canzonò mentalmente, mentre il rumore del flash spezzava il silenzio dei tanti sorrisi stretti fra i denti, decretando l'inizio dei giochi.

Il viaggio nel libro fu disturbante come i precedenti, benché il risultato d'atterraggio superò in aspettativa almeno due precedenti spedizioni. Dopo il risucchio e la sensazione infinita di vuoto, c'era stato lo strappo che riportava al piano terreno. Strappo che solitamente la lasciava faccia a terra, o con un polso rotto sotto il peso del suo stesso corpo. Quella volta invece stranamente l'arrivo fu discretamente agiato, percependo sotto il peso delle gambe un supporto morbido, che scoprì essere la schiena di qualcuno dei suoi compari. Era di spalle sul terreno ad osservare un cielo notturno non dissimile da quello lasciato poco prima, fattore che avrebbe evitato a lei e tutti gli altri i fastidi di un jetlag temporale. Si puntellò sui gomiti cercando di rialzarsi, ma qualcosa la teneva arpionata a terra. Parti di un secondo corpo, quello della neo prefetta, le premevano sui lunghi capelli impedendole di muoversi. Sollevò la testa, spingendo lo sguardo all'indietro a ricercare il viso della compagna più giovane. - Ti dispiace? - le chiese senza cattiveria, con un tono semplicemente neutro e pacato. Era giovanissima, quasi quanto lei durante il primo viaggio nel libro. Ricordava lo spaesamento provato, il dolore, la sensazione orribile di vulnerabilità e quella ancora più umiliante di non essere stata di alcun aiuto. Inconsciamente provò l'istinto di rassicurarla, di dirle che il libro non era poi tanto sadico, ma chi era lei per raccontare balle? Osservandola da tanto vicino notò che aveva tratti estremamente orientali, che accentuati dal suo caschetto scuro le fecero dubitare per un secondo che fosse realmente lei. Doveva essere stato il potere del libro, che ogni volta cambiava i loro linguaggi e il loro vestiario. Proprio per quel motivo non aveva prestato eccessiva attenzione all'abbigliamento con il quale era partita dall'ufficio, ben sapendo che la magia le avrebbe fatto un extreme makeover ad hoc.
Una volta liberata dalla presa della compagna si era alzata in fretta, cercando quanto meno di capire chi era finito in squadra con lei, per poi fare un veloce briefing dell'ambiente e della situazione. Si trovavano nella penombra offerta da un piccolo boschetto, mentre le strade poco distanti erano illuminate da filari di lanterne. A pochi passi un gruppo di uomini discuteva con una certa circospezione circa il da farsi, non sembravano preoccupati della loro presenza come se li attendessero. Buttando un occhio verso il basso al suo vestiario, Mya si rese conto del perchè. Gli abiti indossati erano simili per colore e forma, e questo doveva far di loro parte del gruppo ribelle. Raggiunse gli Ateniesi, mentre il ministeriale forniva loro un'infarinata generale sul periodo storico e sul tipo di governo che vigeva. Non le fu difficile agganciarsi agli accadimenti storici, per quanto la storia cinese non rientrasse fra i suoi interessi più vivi, aveva viaggiato abbastanza da conoscere le trame più note.
Lasciò che il gruppo la precedesse avvicinandosi agli ultimi ribelli rimasti, che aspettavano solo loro per dare inizio alla missione. Scelse appositamente le retrovie, un po' perchè ancora faticava nel trovare quella forte motivazione al partecipare, un po' perchè sentiva che il suo posto era sempre stato quello. Chiudere le fila e proteggere l'intero branco, restando un passo indietro tutti e uno, possibilmente, avanti al fato.



Outfit | Scheda | Animagus esperto(forma)

[Azioni]
Si nasconde dietro Daddy per evitare la fotografia; una volta nel libro atterra sulla schiena di qualcuno, breve interazione con Susan. Studia l'ambiente e gli uomini del gruppo ribelle, ascolta gli aggiornamenti di Vath, infine segue il gruppo restando in coda.

[Inventario]
♦ Bacchetta: Legno di salice, squame di ramora, flessibile, 10 Pollici
♦ Mantello marino: Protegge dal Freddo e dal Caldo (tramutato in una tunica scura, di taglio cinese)
♦ Pantaloni chiari: proteggono dal fuoco non magico
♦ Cappello del Falco: migliora la vista (tramutato in un cappuccio, che al momento è calato sulle spalle)

♦ Spilla, Cielo di Venere (appuntata al bavero, chiude la tunica)
♦ Catena della notte: rende più leggeri e agili (tramutata in una cinta che le cinge la vita)
♦ Anello Vegvisir ( Indice della mano sinistra )

♦Runa Laguz della Memoria
(impressa sul palmo della mano sinistra)

PS: +7
PC: +3

Effetto: "Utilizzabile una volta per quest, consente, dopo aver toccato un oggetto ed essersi concentrati in modo particolare, di vedere un evento importante nel passato dell'oggetto stesso. L'evento può essere legato a una certa circostanza, o anche ad un altro oggetto, concentrandosi allo stesso momento sull'oggetto che si vuole "scrutare" e sui fatti/oggetti che si vogliono a lui collegare.
Può essere utilizzato anche su persone, ma richiede una concentrazione e un controllo maggiore, nonché la probabile perdita di sensi. (salute ridotta a meno di 1/3)
Consente inoltre, una volta per quest, di evocare un "eco" di sé stessi, una figura eterea inattaccabile della durata di tre turni. Durante questi tre turni, l'Eco è in grado di evocare per una sola volta l'ultimo incantesimo utilizzato prima dell'evocazione dell'eco stesso (castare ulteriori incanti dopo l'evocazione dell'eco non cambierà l'incantesimo che l'Eco può castare). L'Eco è controllabile direttamente dall'evocatore. Immediatamente dopo l'utilizzo di uno qualsiasi tra i due effetti della runa, l'utilizzatore viene assalito da un freddo gelido, che riduce il suo corpo ai 2/3 dell'originale per la durata di tre turni (nel caso dell'Eco, l'effetto è da applicare subito dopo la sua evocazione, e non dopo la sua sparizione)."



 
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view post Posted on 16/4/2020, 14:19
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non cliccare

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Rimase fermo nel suo posto, la sua espressione non mutò fino alle prime parole del preside. Ecco, i segnali inconfutabili di una sensazione d’inadeguatezza al luogo in cui si trovava. Aveva visto entrare alcuni corvonero, avrebbe tanto voluto intercettare il loro sguardo ma il gruppo era troppo nutrito affinché riuscisse a farsi spazio, anche solo visivo, verso loro. Così rimase fermo. Non passò molto tempo prima che il preside prendesse la parola e iniziasse a spiegare cosa avrebbero dovuto affrontare, anche se con parole alquanto criptiche a volte. Quindi sarebbero andati nella Pechino della dinastia Ming, iniziò a pensare alle sue conoscenze sul luogo o sulla cultura, ovviamente parecchio scarse, quando il preside presentò i due ministeriali che li avrebbero accompagnati, fece un piccolo sospiro di sollievo. Lavorando all’ufficio per la cooperazione magica internazionale i due dovevano saperne qualcosa. Anche se ancora erano ignoti i loro doveri. Cosa avrebbero dovuto fare? Si avvicinò al tavolo prese la spilla del colore corrispondente al suo rango e l’appunto alla maglietta.
Il preside si avvicinò al trespolo ed aprì il libro, poteva giurare di averlo visto sorridere prima che l’ufficio iniziasse a vorticare, sentì lo stomaco stringersi e la testa farsi leggera. Tenere gli occhi aperti era un’impresa eroica degna delle dodici fatiche di Ercole, li chiuse per evitare ripercussioni intestinali poco raccomandabili il quel momento. Sentì una pressione esterna sulla schiena, come un ginocchio che vi si premesse, inarcò la schiena per il dolore. Passarono pochi attimi che sembrarono anni. Infine, l’aria frizzante della sera gli accarezzava il viso, aprì a fatica gli occhi mentre si massaggiava la schiena ancora indolenzita per il colpo ricevuto, lo sguardo non poteva che osservare qualunque cosa gli si parasse davanti, dalle lampade che donavano un fioca luce, all’architettura assolutamente differente di quel luogo rispetto ai canoni ai quali era abituato. Voltandosi vide che si trovava insieme ad un gruppo meno nutrito di quello che era stato nell’ufficio del preside. E in quel momento capì il perché di quattro “guide” per quel viaggio nella storia. Adesso era più chiaro che erano divisi in due squadre con due obiettivi, possibilmente opposti. Sentì la ragazza rivolgersi al suo ex caposcuola, di rilesso si portò le mani in volto, come se potesse sentirne il cambiamento per il tramite del tatto. Notò anche che tutti avevano dei nuovi outfit degni dell’occasione. Era chiaro che avrebbero scoperto cosa avrebbero dovuto fare con il tempo, per il momento sembrava che dovessero seguire i due che aveva trovato nel luogo ad attenderli. Mentre altri si spostavano loro erano rimasti lì. Le indicazioni erano chiare. Era anche chiaro che non dovevano farsi scoprire, la segretezza giocava un fattore essenziale nel piano, e avrebbero dovuto preservarla più a lungo possibile. Adesso nel silenzio poteva sentire un rumore d’acqua vicino. Ma non era l’unico rumore nella notte, un rumore di passi ed uno metallico si accompagnavano nella notte. Non vi era motivo per perder tempo a parlare, per cui rimase in silenzio ad ascoltare Remar, il ministeriale che li aveva accompagnati e che aveva conosciuto in occasione del suo corso si smaterializzazione. Avrebbe seguito il gruppo verso l’ingresso stabilito con le orecchie tese ad ascoltare qualsiasi rumore.


 

“ Scuola di Atene - Tutto è proibito ”

Salute: 247 ▲ Corpo: 219 ▲ Mana:232 ▲ EXP:23.5


Razza magica: Lycan.

Incantesimi:
Prima, Seconda Classe e Terza Classe (Escluso Fattoriam)
Quarta Classe: Colossum, Circumflamma e Ignimenti.
Incantesimi Imparati a Lezione di diverse classi.
Incantesimi Chiari: Atlantis Cage.

Inventario:
- Bacchetta:Legno di acero, dente di drago, 11 pollici, flessibile
- Ciondolo della scaglia di drago
- Mantello della Disillusione
- Anello dell'eroe (Mano Destra)
- Anello con quadrifoglio (Mano Sinistra)
- Anello con adularia
- Ciondolo giada delle fate
- Occorrente per fare le sigarette +
accendino antivento
- Qualche caramella tutti i gusti+1
- Qualche api frizzole
(sparse nelle tasche)

Riassunto: Derek si chiede dove vuol andare a parare il preside, cade un paio di volte dalle nubi capendo qualcosa che forse avrebbe già dovuto capire. Ascolta Vath e segue gli altri verso l'ingresso scelto.





 
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view post Posted on 17/4/2020, 00:42
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~ It's very rude to disturb attractive people ~

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Ekaterina ObraztsovaRussia87 anniPurosangueNeutrale MalvagiaMinisteriale V LivelloC'erano poche cose che a Ekaterina facevano montare la rabbia in corpo quanto i segreti, e le allusioni, degli altri. Quelle cose che venivano dette senza essere spiegate, o, perlomeno, senza esser spiegate a lei. Ekaterina era, paradossalmente, la donna dei segreti che, nello stesso tempo, amava e odiava i segreti. Senza dir nulla e borbottando sorprendentemente poco si avvicinò al tavolo e si appuntò la spilla al bavero, contorcendo il collo come potrebbe fare un cigno che becca le proprie piume nell'atto del pulirsi. Ed ecco che capitò qualcosa d'inaspettato. Le cose cambiarono, un libro, le parole di Peverell vorticavano attorno a lei.

Rapidamente, senza nessun preavviso: dolore. Se i secoli fossero stati unità di spazio, più che di tempo, lei li aveva fatti in scivolata sul proprio coccige e, forse, su un sasso. Un dolore caldo e intenso si irradiava lungo la spina dorsale e la gamba sinistra, era una fitta mobile, feroce e aggressiva. Non emise un sibilo, non uno sbuffo né un commento. Si morse la lingua piuttosto che farlo. Unica traccia del suo dolore era nella smorfia che le contraeva il volto. Una mano si tese, con gli occhi ancora chiusi a cercare il bastone per mettersi in piedi. Toccò qualcosa. Era una caviglia? Un polso? Cercò altrove dischiudendo gli occhi perché - in quel tuca-tuca laocoontiano - non sapeva dove metter, e dove avrebbe potuto mettere, le mani. Ecco il bastone: si girò su un fianco e gattonando, forse anche un po' scalciando, sgraziatamente nella polvere, si fece largo a prenderlo. Dopo averlo afferrato si puntellò e si mise in piedi, ma non del tutto eretta. Del dolore, sul volto, non rimaneva traccia ma il suo corpo lo sentiva ancora. Sfruttava un po' le foglie che vedeva attorno a sé come paravento. Erano più di cinquant'anni che le sue missioni si svolgevano soltanto dalle retrovie, mandando avanti uomini esperti e liberare il campo.
"Al Diavolo Pechino, al Diavolo Peverell" pensò prima di ragionare " Se pensa che non li manderò avanti solo perché sono - come diceva il collega Issho? Il futuro?… AH! Al Diavolo. Io sono il presente." Li fissò: vide piedi, nasi e braccia confondersi in un nodo gordiano di membra. Avrebbe almeno potuto mettersi il foulard in testa, probabilmente adesso era tutta spettinata. Senza accorgersene mandò la sinistra a sistemarsi nervosamente i capelli. Li guardò bene pensando di aver battuto la testa, parevano diversi ma la luce non era delle migliori per valorizzare i volti giovanili.

Luci ed ombre nella sera. Peverell aveva parlato di "Città Proibita". Sì: riconobbe le strutture, le decorazioni e tutte quelle cose "à la chinoise" che parevano uscite dal peggiore delirio orientalistico - orientaleggiante di un'architetto rococò. Le alte mura, i fregi, le lanterne. Cosa fare? Non c'era modo di uscire da quel guazzabuglio infernale se non infilandosi ancora più nella palude e giocare la parte. C'erano dei veterani, dunque, e avrebbe atteso che si palesassero. Ecco una voce. Era di qualcuno di loro? No, non lo era.

Dire che li avevo visti dirigersi da questa parte, dove si sono cacciati? "Chi?" - si chiese l'anziana donna - Se questa cosa arriva alle orecchie sbagliate siamo morti. "Alle orecchie di chi?, senti senti" - continuò a commentare nella propria testa - Tu vedi questi novizi, Pang? - un pensiero si cominciava a formare nella mente della donna - è l'ora del cambio della guardia… "Bene"

Ekaterina aveva la mente che lavorava rapidamente e si arrogò, vista l'età, il diritto di scegliere. « In piedi! » sibilò alla truppa « Peverell ha parlato di Città Proibita, e confermo la posizione: ma è troppo vasta, dovremo capire dove di preciso. Ora: dovremo uscire da questo buco senza grossi problemi - ossa rotte? » chiese, ma non le importava. Non l'avrebbe detto mai, ma aveva sempre pensato che chi ha le ossa rotte debba finire come i cavalli zoppi; ovviamente regola che non aveva mai applicato a sé stessa. « Stanno arrivando, su, in piedi! » latrò, sempre sibilando. Ekaterina non parlava bene il cinese e certo non sapeva il cinese di quel secolo. Stentava ancora ad accettare di aver viaggiato indietro nel tempo: più probabilmente - la ragione glielo imponeva - era una passaporta verso la Città Proibita, che, per qualche balorda ragione, era stata trasformata in un teatro. Ma, per qualche altrettanto balorda ragione, ebbe timore di non essere compresa, passò la mano, con discrezione, attorno al proprio bastone per avere più presa sulla bacchetta in modo da sguainarla - e fare cosa? Non lo sapeva. Odiava questa situazione: c'era poco tempo per progettare un piano, poco tempo per manovrare la situazione.

Si preparò a dire "Perché non eravate al vostro posto?". L'avrebbe detto con tono marziale, e con accenti aggressivi, qualora i due avessero cercato un approccio con loro, e avrebbe aggiunto, rivolta ai cinesi "Bisogna sperare che i nuovi non siano tutti come questi, altrimenti ci beccheremo altro che una bella lavata di capo" .

Code & image by Keyser Söze.



Punti Salute: 180 | Punti Corpo: 118 | Punti Mana: 137 | Punti Esperienza: 27


Inventario:

Avversaspecchio Portatile +3 Salute
Frangia di Merlino Salute +3; Mana +6
Anello Luminoso Mana +2
Catena della Notte Corpo +3 Mana +2
Cappa del Negromante Salute -5 Corpo + 5 Mana +5
Bastone da passeggio e Pietra + 12 Mana

Ciondolo Grazia Ricevuta: Questo amuleto rende vano l’anatema Cruciatus per una sola volta se si viene colpiti. USABILE PIU’ DI UNA VOLTA, ma solo una volta al giorno
 
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view post Posted on 17/4/2020, 10:03
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Susan gωen nieranthPS: 131/131 – PC: 69/69 – PM: 70/70 – PE: 7,5Cielo della Luna
Dal punto in cui si era posizionata riusciva a vedere abbastanza bene il tavolo ed il leggìo che, con particolare interesse, iniziò ad esaminare a distanza. Non aveva idea di cosa fosse e cercò di collegare quello che vedeva a cosa le avevano raccontato le concasate più grandi, che avevano già partecipato a questa Scuola di Atene. Nel mentre, percepì un bisbiglio che sembrava proprio diretto a lei, Gwen spostò quindi lo sguardo verso la fonte di quel richiamo: (Rose) si trattava di una ragazzina dai capelli chiari e le ciglia del medesimo colore, doveva avere pressappoco la sua età; le stava sorridendo indicando lo spazio vuoto della parete lì vicina, invitandola a poggiarvisi. La Tassorosso la guardò inizialmente dubbiosa, poichè i suoi pensieri erano ancora rivolti allo strano libro nella stanza e le ci volle qualche secondo per concretizzare quel nuovo discorso. Fece un cenno di assenso non appena la sua mente tornò sul presente e accettò l'invito, sorridendo cordialmente in risposta alla ragazza. Ad una gentilezza segue un'altra gentilezza.
Poco dopo, tornò a posare l'attenzione sui presenti, tra i quali una ragazza dai capelli chiarissimi e un accento davvero singolare, propose una foto ricordo. Gli occhi della Tassorosso si spalancarono per un brevissimo istante al solo pensiero di scattare una fotografia, non le andava proprio a genio e la voglia di tornare a nascondersi sotto il suo letto era tornata a farsi persistente; contando poi che Thalia non sembrava mentalmente presente, fin dalla cena di poco prima, la sua agitazione non aveva alcuna intenzione di trovare luogo migliore.
Ciò che rafforzò il suo spirito fu il movimento furtivo di Casey nella sua direzione. Un sospiro di sollievo nel vederla arrivare produsse un rinnovato sorriso sul volto della Tassina, rivolto alla compagna alla quale avrebbe voluto raccontare tutto quello che aveva sentito, in particolare le parole di Eloise, così da ritrovare quella sete di avventura che sicuramente avrebbe condiviso con la Grifondoro, ma la faccenda della fotografia e le successive parole del Preside presero il sopravvento. Si unì quindi al gruppo, sfoggiando un sorriso poco convincente e pensò subito che, con buone probabilità, sarebbe venuta fuori con gli occhi chiusi. Poi decise di concentrarsi su altro, la spilla, per esempio, che sembrava un oggetto importante. Dopo che tutti ne ebbero presa una, per ultima anche Gwen si avvicinò al tavolo, forse con la speranza che fossero finite e che sarebbe stata costretta a tornarsene al dormitorio; ma ciò, ovviamente, non avvenne e con sorpresa la Tassorosso si ritrovò a provare sollievo nell'avere anche lei uno di quei distintivi. Si rigirò con curiosità la spilla tra le mani prima di appuntarsela e constatò, con strana delizia, che quel piccolo metallo fosse più appagante rispetto a quello da Prefetto che aveva indossato fino a poco prima.
Ascoltò le parole del Preside con rinnovata curiosità, cercando di posare gli occhi sulla mappa esposta, anche se da quella posizione riusciva ad osservarla a malapena. Il Preside aveva parlato di due squadre, nominando due punti di riferimento per ognuna e fu proprio questo a far cadere nuovamente nel panico la Tassorosso: da un lato c'era Casey, la compagna di avventure con la quale avrebbe infranto qualsiasi regola; dall'altro Thalia, senza la quale non pensava di poter sfruttare la magia nel miglior modo possibile. La neo Caposcuola era per lei un punto di riferimento quanto un modello da seguire e fin dal suo primo giorno ad Hogwarts l'aveva sentita così vicina da non riuscire proprio ad immaginarsi lontana da lei. Al contrario però, sapeva che con la Grifondoro avrebbe potuto dimostrare quanto valeva senza essere un peso per nessuno.
Alla fine, il saluto di Peverell le parve un vero e proprio addio. Incapace di concretizzare la differenza tra le due squadre, lo stomaco della giovane strega iniziò ad aggrovigliarsi e per calmarlo Gwen provò ancora una volta a trovare un lato positivo in tutta quella situazione: avrebbe visitato Pechino! Certo, non la Pechino attuale che tutti avrebbero potuto raggiungere, ma sempre meglio di niente.

Non fece in tempo a rendersi conto del libro, finalmente in apertura, che iniziò a vedere vorticare ogni cosa, ma forse era lei che stava girando? Strinse gli occhi per resistere a tutti quei movimenti e li riaprì soltanto quando percepì consistenza intorno a sé. Si ritrovò ingarbugliata a qualcosa, senza capire chi o cosa fosse, almeno fin quando i suoi occhi non si adattarono alla nuova quantità di luce nei dintorni.

«Scusami» Scusarsi di qualcosa che aveva fatto era praticamente un suo riflesso involontario e fu l'unica, flebile parola che riuscì a tirare fuori, frattanto che provava a ritrovare il resto del suo corpo ed evitare che tutte le patate mangiate si riversassero lì intorno. Si alzò in piedi porgendo la mano verso la ragazza a cui aveva tirato i capelli, in modo da aiutarla a rialzarsi e cercare di associare quel volto a qualcuno; le parve alquanto strano non riuscire a ricordare di un'orientale nello studio del Preside. Si distrasse però, non appena udì la voce di Eloise: si voltò in fretta nella sua direzione e giunse subito alla conclusione che, se l'altro Prefetto era lì vicino significava che era finita nella sua squadra e quindi in quella di Casey! Si esaltò all'idea di passare una nuova avventura in sua presenza, ma l'entusiasmo le si smorzò subito dopo un semplicissimo pensiero: Thalia sarebbe stata dall'altra parte.
Per evitare di avere nuovamente il groviglio dello stomaco, iniziò ad osservare chi altro fosse in squadra con lei e fu guardando i volti dei presenti che notò, finalmente, quanto il libro del Preside fosse speciale. Riconobbe a malapena il ragazzo Grifondoro della peripezia al terzo piano, che si era rivolto a lei e a Casey parlando sottovoce. La sua era un'ottima domanda, alla quale Gwen non sapeva replicare. Non aveva idea di cosa aspettarsi e si limitò a mantenere il silenzio, rispondendo allo sguardo complice della compagna con altrettanto stupore nel vederne i lineamenti modificati. Quando udì le parole delle persone vicine provò ad assimilare quante più informazioni possibili, solo che fino a quel momento ne aveva sentite così tante che poteva dire di avere il cervello in fiamme. Cercò di memorizzare almeno le cose più importanti ed ascoltò con interesse la storia orientale, alle cui usanze si era affezionata fin dal suo primo giorno da Himiko's. Non c'era tempo per fare nient'altro e Gwen seguì la squadra in movimento, cercando di fidarsi il più possibile dei suoi membri.

danni subiti
- nessuno

inventario & conoscenze
- Bacchetta (legno di quercia, tre baffi di gigante, 11", semi flessibile)
- Bracciale, apparentemente in oro, con inciso il suo nome (al braccio sinistro)
- Catena della Notte (al collo, sotto gli indumenti)
Collana che rende il corpo più leggero e dona agilità nei movimenti, facendo sembrare le ossa più mobili.
Durante la notte la collana si nota molto nell'oscurità, anche se non emette luce a sufficienza per illuminare la zona intorno ad essa.
- Stivaletti Lewam Markis
Stivaletti foderati di pelo, conferiscono al piede il massimo comfort. Le particolari fibre incantate della pianta evitano storte, crampi e dolori di sorta.
- Corpetto del Drago (nascosto sotto la maglietta)
Protegge dagli urti grazie alle fibre di drago con cui è tessuto.
- Pochette (con incantesimo di Estensione Irriconoscibile) contiene:
– Occhi di Fenice (due piccole sfere esplosive, lanciate per terra causano fiamme)
– Una fiala di decotto al Dittamo
– Caccabombe(×2)
Se lanciate, dopo l'impatto con una superficie dura esplodono diffondendo un odore sgradevole. Distraggono l’avversario per un turno.
– Pasticcetti Svenevoli(×1)
Deliziosi ed invitanti pasticcini con ripieno di crema e cioccolato, sono in grado di scatenare in chi li ingerisci, improvvisi svenimenti. Grazie alla loro breve durata non necessitano di nessun antidoto ma solo di qualche minuto di pazienza.

☗ ☗ ☗

Prima e Seconda classe di incantesimi, complete
(escluso: Orcolevitas/Monstrum)

 
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view post Posted on 17/4/2020, 10:40
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We are all immortal until proven otherwise

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PS: 175/175 • PC: 144/144 • PM: 178/178 • PE: 9,5ARGENTEAGRIFONDOROCIELO DELLA LUNA15 ANNI

Il discorso del preside aveva incalzato i tempi, rendendo inutile qualsiasi spiegazione da parte di Rose e Gwen. Il piccolo Prefetto aveva già sentito parlare della Scuola di Atene da parecchi studenti se non da Peverell stesso, sebbene in poche occasioni, ma non aveva mai pensato che lui volesse includerla nel progetto. La singolarità di quell'evento l'aveva da sempre affascinata, seppur non conoscendone per inciso la dinamica. Come si poteva essere catapultati tutti insieme nel passato? Esisteva una macchina del tempo? Come avrebbero fatto a non contaminarlo, se fossero tornati per davvero nel passato? L'impossibilità di una tale circostanza le aveva fatto immaginare che gli Ateniesi venissero solamente spediti nel meticolosissimo set di un film storico, magari tramite una passaporta nascosta nella Torre del professore; ma poi, una volta lì con tutti, aveva notato che gli sguardi si incontravano su voluminoso libro spalancato su un leggio, in bella vista nella stanza. Le intuizioni, giuste o sbagliate che fossero, si accavallarono una sopra l'altra nel tentativo di fare un pronostico della serata, ma ecco che guardando, sulla punta dei piedi, oltre le spalle dei suddetti corvacci, scoprire la presenza di altri volti ben noti: Oliver, Caleb, Megan, Thalia, Juliet e Vath Remar, a parte la già notata Ekaterina. Ritrovarsi tutti nella medesima stanza - nella medesima spedizione - era piuttosto strano, quasi quanto la presenza dei ministeriali al corso. Se ci fossero stati due gruppi, con chi di loro si sarebbe ritrovata?
Immersa nei pensieri, il richiamo del suo nome da parte del preside la fece sobbalzare, e il titolo di "argentea" arrossire. Non sapeva cosa diamine significasse essere a capo di una spedizione, ma sentirsi accostata a un'"aurea" - un altro volto, seppur conosciuto di sfuggita a una festa non cominciata nel migliore dei modi - che le lanciava un sorrisino dall'altra parte della sala, la fece sentire subito un pizzichino più importante del solito. Per quanto non avesse idea di cosa avrebbero dovuto fare, la responsabilità del gruppo sarebbe stata senza dubbio una delle sue priorità, come del resto lo sarebbe stata per tutti gli altri suoi membri. L'urgenza di afferrare la propria spilla la fece muovere, nel nugolo di studenti, verso il tavolo su cui erano riposte, dato che erano state sottolineate come unica via di fuga. Si chiese, dubbiosa, se fosse stato davvero possibile, ovunque il loro beneamato professore li avesse portati, cadere in un tale pericolo da esser costretti a tornare indietro.

Lentamente le intuizioni vennero confermate e confutate, ma la domanda che a tal punto cominciò a premerle di più fu se lei, Gwen e Rose si fossero strette, almeno per un dito, si sarebbero ritrovate nella medesima squadra. Il tempo a disposizione però non bastò per mettere in atto l'esperimento, e la luce accecante proveniente dalle pagine ingiallite del tomo avvolse l'intero ufficio inghiottendoli.
Il ricordo delle sensazioni lasciate dalle smaterializzazioni fatte con Drinky piano piano veniva seppellito da nuovi dolori e piegature che il suo corpo non avrebbe mai dovuto compiere, stando alle generali regole della natura. Sembrava di assottigliarsi, come se qualcosa la comprimesse contro la pagina di quel libro, per poi farla catapultare oltre essa in un nuovo stato solido del proprio fisico. Riuscire a distinguere qualcosa in quella caduta, dopo il bagliore che le aveva infuocato le iridi, era arduo, ma in breve quel doloroso bianco divenne sempre più scuro, fino a rivelarsi l'inchiostro di un cielo notturno. L'impatto al suolo - la minore fra le pene già subite in quel passaggio alla dimensione cartacea - la intrecciò alle gambe e alle braccia dei compagni. Dopo vari scossoni, imbarazzanti svincolamenti dal peso di parti del corpo altrui, annuì alla compagna più grande, Eloise, alla domanda circa il suo stato di salute. La osservò con un certo grado di sbigottimento, constatando certi dettagli del volto lentigginoso che era sicura di non aver mai visto prima. Gli occhi a mandorla innanzitutto, che dopo un breve giro di sguardi comprese fosse un inaspettato dono del libro. Anche in lei doveva essere mutato qualcosa, e si osservò le mani, poi le gambe, allungate rispetto alla sua giovane età.
Lo stupore provocatole dai dettagli di quella scenografia, così fedele al reale, era immenso, e l'entusiasmo già presente dall'attimo in cui le era stata presentata la Scuola di Atene si era moltiplicato. Tuttavia, la spiegazione ricevuta dalla sua Aurea e poi dal signor Remar dissolsero parte di quella felicità, facendole intendere che la situazione era molto più seria di quanto aveva immaginato. Loro avrebbero dovuto prendere parte a qualcosa di grosso, e l'aria tremava di quella tensione che solo un atteggiamento di segretezza avrebbe potuto elargire. Abbassò istintivamente il capo e le spalle, come se ciò potesse servire a renderla meno visibile.
I sussurri di Caleb, che con aria apparentemente tronfia si era avvicinato a lei e Gwen, le incisero sulla faccia una smorfia di scherno. Uno sguardo complice con l'amica Tassorosso, che stava davvero così bene con quegli occhietti a mandorla sotto la frangetta, e poi un sorrisetto mal nascosto avrebbero rivelato l'emozione che la battutina sul Destino le aveva provocato.
«Restiamo uniti» avrebbe detto ai due più piccini, lanciando un'occhiata di inclusione alla Corvonero (Phoebe). Si sarebbe mossa lentamente, tentando di fare il minor rumore possibile, appresso agli altri e ad Eloise, andando incontro a Timur e Calaf.
SYNOPSIS & DAMAGE
Elucubrazioni sulla Scuola di Atene. Si cade nel libro, si districa dai compagni, annuisce a Eloise, nota con piacere di essere con Gwen e con meno piacere di essere anche con Caleb. L'idea di ritrovarsi insieme però, come ai vecchi tempi, la stuzzica. Quatta quatta si mantiene unita al gruppo, dicendo di fare lo stesso anche agli altri piccoletti.
Nessun danno.
INVENTORY & KNOWLEDGE
Bacchetta in Legno di Nocciolo (si dice avverti l'acqua sotterranea emanando stringhe di fumo argenteo) con pietra nera che amplifica la potenza (in tasca);
Anello dei Gemelli (Camillo Breendbergh);
Galeone dell'ES (in tasca)
Orecchie Oblunghe (in tasca);
▴Ciondolo a forma di ape regalatole da Gwen (al collo);
Specchi Comunicanti (zaino);
Supergomma Drooble: riempiono la stanza di palloncini color genziana che si rifiutano di scoppiare per giorni interi;
Aerosticca, gigansticca, nanosticca (zaino);
▴1 fialetta di pozione dell'Illusione (zaino);
▴1 fialetta di pozione Rinvigorente (zaino);
Pantaloni chiari (addosso);
Mantello Lepricanico della Disillusione (uguale a quello normale ma comprato a una fiera di San Patrizio);
▴Un pacchetto di (5) Caccabombe;
Fuochi d'artificio a innesco H2O;
▴Spilla della Scuola di Atene.
▴ I classe
▴II classe inclusi i proibiti
III classe + Iracundia
IV classe
V classe + Stupeficium

KEYSER SÖZE.
 
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