| Il cuore di Rowena batteva fortemente nel petto, il respiro era quasi affannoso, gli occhi sgranati e un espressione di sofferenza stampata sul viso. Poteva quasi sentire il conflitto che si districava dentro se, avvertiva che era arrivato il momento. Era un processo naturale quello che stava accadendo in quello scantinato, un processo di eliminazione ma non quella del ragazzo. No, per lui c’erano altri piani ed un destino diverso l’avrebbe atteso, la strega intendeva liberare qualcosa di se, lasciarla andare via. Era rabbia, frustrazione, dolore, incomprensione che da sempre le stavano dentro e che non trovavano via di fuga se non nel fare del male se non distruggere tutto e pezzi di se. Quando ogni cosa per quel giorno avrebbe raggiunto la sua fine il demone che la divorava si sarebbe acquietato, fino a che non sarebbe accaduto qualcos’altro che l’avrebbe violata ancora una volta e piegata ad una sofferenza che si portava silenziosamente dentro. Forse sarebbe stata Jolene la prossima a ferirla, a strapparle un pezzettino di lei, forse uno straniero dagli occhi bruni. Si era chiesta perché non tremasse all’idea di avere un pezzetto di se che se ne andava ogni volta e del perché non fosse ancora morta o annientata dal peso del proprio vivere. La sua vita era vuota e vacua, il suo unico scopo era quello di soddisfare il suo signore e le dita di una mano bastavano a contare le sue soddisfazioni fatte di cose fin troppe materiali. Eppure non vedeva via di fuga, davanti a lei non c’erano mai state, continuava ad annientare, a seguire l'oscurità che le dimorava dentro e sembrava incapace di fare altro. Se ne stava in piedi vittoriosa ancora una volta mentre piegava nuovamente al suo volere qualcuno nonostante questo non le infondesse l’accenno di una qualsiasi gioia. Le urla che forse sarebbero affiorare dalla bocca di Lucas, i suoi spasmi, la paura che probabilmente avrebbe attraversato i suoi occhi non la rendevano felice. Le emozioni erano scomparse, tutte, dalla prima all’ultima quando dalle sue labbra era apparsa la maledizione cruciatus.
-Patetico…-
sembrò dire verso di lui, anche se la voce, incrinata da qualcosa, faceva probabilmente riferimento forse a qualcun altro, a qualcos’altro.
-L’oscuro Signore saprà del tuo ritorno e della mia punizione. Non puoi più decidere quel che sarai Lucas.-
Non aveva scelta, non poteva voltare le spalle o fare di testa sua, la vita del giovane, come quella donna, erano segnate, sprofondate in un luogo remoto ai più. Anche lui prima o poi avrebbe dovuto fare i conti con se stesso, capire che non ci sarebbero stati altri sentieri da tracciare. Avanzò, la bacchetta venne rinfoderata alla cintura, gli occhi scuri sembravano finalmente calmi anche se il volto, appariva in quella penombra invecchiato e impassibile.
-Dammi la mano…-
Disse allungando la sinistra verso di lui, il palmo aperto, il busto lievemente piegato in sua direzione. Non sarebbe più stata la sua maestra, non avrebbe più pagato nessuno scotto per altri. Quello che era accaduto al testa di porco sarebbe stata la sua ultima lezione.
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