| Thalia Jane MoranHufflepuff Headgirl ∼ 18 Y.O. ∼ O.W.L. Le labbra si curvano ad espressione del compiacimento che sente di voler dimostrare, almeno per una volta; certo, le ore trascorse sui libri o tra i vapori dell'aula di Pozioni hanno i loro meriti, ma la responsabilità della loro preparazione ricade anche - e soprattutto - sul Professor White e la Pompadour. Al piacere di risultare brillante, quindi, si aggiunge un tacito ringraziamento che però si dissolve velocemente, come vapore in una stanza arieggiata. White non desidera perdere tempo e mostrando loro quanto è a disposizione per la parte pratica, le assegna il compito - a suo dire - più complesso. La Pozione Restringente non ha un antidoto. Questa è la prima constatazione e il pensiero la trafigge senza scoraggiarla; tuttavia non può fare a meno di pensare che tentare di ricreare la sua antagonista, forse, sarebbe stato più comodo e veloce. Se fosse davvero un veleno, potrei usare un Bezoar. ci riflette mentre s'incammina verso l'armadietto indicato dal docente; a braccia conserte, osservando la vetrina e le opzioni a disposizione, ripassa mentalmente gli ingredienti della Restringente e quanti di questi davvero la rendano una pozione particolare. «Radici di margherita, bruchi selvatici di brughiera, milza di gatto o ratto e sanguisughe.» li elenca a mezza voce e mano a mano che il progetto si dispiega, ecco che la mano destra afferra dapprima un vasetto, contenente foglie sminuzzate ed essiccate, poi una fialetta di sangue di salamandra, una di Solvente e un'altra ancora, contenente lo Stabilizzante Verdemuschio. Non sembra aver finito con l'incetta di ingredienti e, con lo sguardo attento, cerca l'ultimo essenziale ingrediente. Quando lo trova, proprio dietro una scatolina scura, esulta mentalmente. «La Pozione Restringente non è un veleno vero e proprio, a meno che non ne venga assunta una quantità eccessiva o gli ingredienti non siano di prima qualità... ragion per cui mi servirà un calderone standard in peltro, invece del classico calderone in oro o argento.» afferma tra sé e sé, certa però che il Professor White sia tutt'orecchi. Tra i paioli a disposizione ne prende uno che corrisponda alle sue necessità e vi raccoglie all'interno gli ingredienti selezionati poco prima; poi, si munisce di colino e pezza di lino - necessaria per filtrare la soluzione finale - e un coltellino affilato. Non dimentica di munirsi di un mestolo e di una traballante bilancina, poi fa finalmente ritorno al bancone. Si muove alla cieca, su un terreno talmente sconfinato che il rischio è elevato più di quanto si possa immaginare.
Disposti ordinatamente gli ingredienti e la strumentazione, comincia versando nel calderone il Solvente per l'intero contenuto della boccetta (circa 200 ml) e posiziona il paiolo sul sostegno metallico che permetterà la cottura; non accende ancora la fiamma, ma si concentra sulla preparazione dei singoli ingredienti. «La Pozione Restringente può essere usata su esseri umani o animali, ma per farlo è necessario utilizzare ingredienti diversi, quali la milza di gatto o la milza di ratto.» comincia a spiegare, tagliuzzando a cubetti quello che a tutti gli effetti appare come un pezzettino di fegato «La Pozione Dilatante, usa gli escrementi di Mangusta Occhialuta per opporsi all'effetto della Restringente, mentre per l'antidoto userò la milza dello stesso animale, seppur più rara. Gli enzimi rilasciati dovrebbero contrastare quelli presenti nella restringente in modo equo, sia che si tratti di milza di gatto o che sia quella di ratto. In alternativa, la milza di pipistrello potrebbe essere ugualmente utile. Il peso...» e qui si serve della bilancina per affermare con certezza i propri calcoli «...dovrebbe aggirarsi sui trentacinque grammi.» Così dicendo, accompagna con delicatezza i pezzetti nel paiolo e solo allora estrae la bacchetta per riscaldare il preparato. Le serve una fonte di calore costante ma non eccessiva, qualcosa che mantenga immutata la temperatura interna. «Ardesco» Controlla che la fiamma non sia troppo alta e si assicura che l'afflusso di calore resti costante per il tempo necessario, più o meno lo stesso occorrente per la preparazione di uno stufato.
«Il Solvente dovrebbe riuscire a cuocere, meglio di quanto farebbe l'alcool, la milza di Mangusta Occhialuta e al contempo dovrebbe riuscire ad estrarne gli enzimi senza mutarne le proprietà. Ho scelto il Solvente per le sue proprietà e perché, come un Bezoar, è la base per un antidoto generico contro i veleni più semplici.» sospira, spostando una ciocca di capelli dalla fronte, e mentre si dedica ad estrarre lo Stramonio essiccato dal suo vasetto, prosegue: «La milza dovrà cuocere per circa quaranta minuti, finché i pezzettini non saranno privati totalmente delle loro proprietà benefiche. Dopodiché sarà il turno dello Stramonio essiccato, ne dovrebbero bastare circa venticinque grammi, e del Sangue di Salamandra.» Le foglioline triturate ed essiccate le ricordano l'origano, ma il profumo non è affatto il medesimo; tanto basta perché lo sguardo si sposti in continuazione dagli ingredienti rimasti al calderone. Non può permettersi errori e mentalmente ripete le Leggi di Golpalott a rassicurazione personale. La milza è stata sostituita con un equivalente di categoria superiore, la margherita sarà ben presto rimpiazzata dallo Stramonio. Tutto procede quietamente e secondo i piani: per il momento nessuna esplosione o effetto indesiderato. Per ora. Prende dunque il mestolo e comincia, dapprima manualmente, a rimestare il Solvente e la milza di Mangusta. Poi, soddisfatta, sostituisce la propria forza con la magia. Movimenti concentrici precisi e lenti, quasi ad accarezzare il contenuto del calderone. Riflette anche sul numero esatto di rotazioni, circa una ventina, affinché nella cottura la milza non attecchisca al fondo del calderone. «Manina.»
La preparazione delle pozioni è fatta di precisione, ma anche di pazienza. Quei quaranta minuti sembrano non finire mai, ma quando l'orologio al polso segna lo scoccare dell'ultimo minuto, Thalia si appresta ad afferrare il mestolo, raccogliendo i pezzetti di milza, rimpiccioliti e stopposi, e pronti per essere recuperati. «Aggiungo il Sangue di Salamandra» stappa la boccetta e versa il liquido scuro dosandolo per tutta l'ampiezza del calderone. Simile all'olio per consistenza, il sangue dapprima si raggruma in macchie rosso vivo, ma mescolando il tutto diventa omogeneo in breve tempo. Il Solvente si tinge allora di una tonalità rosata via via più intensa. E' un buon segno, pensa. «La Pozione sta assumendo questo colore grazie al contatto tra gli enzimi e il sangue di salamandra, che dovrebbe contrastare l'effetto delle sanguisughe, presenti nella Pozione Restringente. Di norma le sanguisughe aiutano a ripulire il sangue dalle scorie, ma nella pozione in cui vengono utilizzate e in combinazione agli altri ingredienti, fanno sì che il corpo venga privato di un'ingente quantità di proteine e sostanze utili alla crescita corporea. Il sangue di salamandra, al contrario, dovrebbe integrare queste componenti e riportarle allo stadio originale. Tra le altre cose, purifica dagli effetti della milza di gatto, nel caso sia quella utilizzata nella Restringente.» Senza attendere oltre, aggiunge lo Stramonio essiccato, sfregando bene le mani sopra al paiolo per non sprecare proprio nulla. «Lo Stramonio, invece, è un potente ricostituente. Viene utilizzato perlopiù nella Ricostituente alla Mandragola, contro gli stati di pietrificazione, ma nel nostro caso aiuterà il sangue di salamandra e gli enzimi a ristabilire l'equilibrio dei diversi apparati, vittime della Restringente. L'apparato scheletrico, in particolare, sarà quello che assorbirà i maggiori benefici, seguito subito dopo da quello muscolare e nervoso, assicurando, grazie all'atropina in dose leggera, una ricrescita indolore. Volendo, potrebbe essere sostituito dalle foglie di Alfa-Alfa, usate nella Ossofast, ma le dosi dovrebbero essere calibrate molto attentamente per non ottenere un effetto più esteso del necessario.» Dopo l'aggiunta dello Stramonio, la pozione dovrebbe mantenere la colorazione rosata per qualche minuto, finché le foglie essiccate e sminuzzate non si disciolgano del tutto. Solo allora il colore dovrebbe passare gradualmente, nel giro di venti minuti, ad un giallo paglierino, simile alla limonata. A quel punto si limita ad osservare il proprio operato, monitorandolo attentamente. Tutt'intorno, nel frattempo, ha iniziato a levarsi un odore metallico, quello del sangue di salamandra, e al contempo dolciastro. Tuttavia, benché sia convinta della combinazione vincente, non saprebbe dire se sia merito dello Stramonio.
Trascorsi i venti minuti, via via più stanca e accaldata, prende la boccetta di Stabilizzante Verdemuschio e ne versa cinque gocce (l'equivalente di circa 10 ml). Trattiene il respiro senza rendersene conto, mentre con la mano libera mescola lentamente in senso antiorario la soluzione ottenuta. Mano a mano che gli ingredienti si amalgamano, il colore muta nuovamente, passando dal giallo paglierino ad una tonalità verde piuttosto accesa. Le ricorda, per assurdo che sia in quel momento, un paiolo di acqua e menta. E' un esperimento importante, il primo vero salto nel vuoto nella sua vita da strega e pozionista; se sbagliasse non sarebbe così tragico, riflette, ma sarebbe comunque una sconfitta rilevante. «Finite.» mormora e la fiamma sotto al calderone si esaurisce. Dopo una decina di minuti comincia a preparare il colino e la pezza di lino per versare il tutto all''interno di una fialetta di cristallo, lunga e stretta. «Lo Stabilizzante conferisce un pieno equilibrio tra gli ingredienti, in modo che nessuna componente prevarichi l'altra e ne aggravi gli effetti. E' necessario, infatti, che il sangue di salamandra compia il suo effetto purificante e addensante per sostituire e ricalibrare quanto creato dalla mistura di sanguisughe e bruco della brughiera. Avendo un'azione doppia, lo stabilizzante non deve essere utilizzato in quantità elevate. Cinque gocce dovrebbero essere più che sufficienti per ottenere gli effetti desiderati.» Riassume gli ultimi passaggi versando il liquido nel colino: la trama di lino trattiene le impurità dello Stramonio, simile ad una poltiglia verdognola, e il tessuto si tinge di verde assorbendone il colore in buona parte. Il risultato è un liquido simile ad acqua per consistenza, di colore verde sbiadito. E' con l'agitazione che precede il salto nel vuoto che, dopo un'ora e quindici minuti circa, Thalia presenta la propria fialetta al Professor White.
Non esiste un manuale che prepari ad una simile eventualità: perspicacia, curiosità e nozioni sono tutto ciò che ha da offrire. Questo, ovviamente, e il presunto Antidoto alla Pozione Restringente.
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