Locked, Quest Occlumanzia ~ Niahndra Alistine

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view post Posted on 11/12/2022, 19:38
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Il Fato

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L’arrivo di Renzo avviene con la stessa sicurezza nei modi che il giovane ha mostrato sin dagli esordi del loro incontro. Nessuna sfacciataggine per il momento, solo il passo deciso che la cultura del patriarcato attribuisce notoriamente agli esseri di sesso maschile, rendendoli per natura più consapevoli di quel che vogliono e disposti a prenderselo con i mezzi a loro disposizione.
In questo momento, Renzo non desidera appropriarsi dei ricordi di Niahndra per diletto, sebbene nutra una certa curiosità nei suoi confronti e l’idea di conoscerla lo solletica. Sa di doversi porre in veste di maestro per aiutarla in un compito ben più arduo e il primo dei due ricordi — che lei tenta di usare furbescamente per respingerlo — gliene dà dimostrazione.
L’idea che Niahndra persegue all'inizio, appigliarsi cioè al simbolo che da sempre rappresenta per lei un’emblema di protezione, è giusta e può funzionare. Ella è, tuttavia, ancora agli inizi, pertanto la sua forza di volontà è ancora da plasmare e la presenza di Renzo è potenzialmente in grado di suscitarle una sensazione di panico assai nota. Qualcuno sta invadendo una parte molto intima del suo essere. Riesce a sentirli, gli occhi insidiosi del giovane, affacciarsi sul suo passato e appropriarsi di scorci della sua storia che appartengono. A lei soltanto
È legittimo sentirsi violata, come una scatola dei ricordi i cui cimeli siano stati rimescolati barbaramente dalle mani incuranti di un estrano. L’inizio del percorso si rivela arduo per Niahndra. Emergono, invero, così tante emozioni che sembra di annaspare tra i flutti di un mare che impossibile da domare. È come annegare nella stessa sensazione di panico che ha già sperimentato e che le ricorda, per certi versi, quanto è accaduto a casa di Hameeda.

Trova un’àncora, sopraggiunge la voce di Renzo a calmarla — a fornirle un suggerimento prezioso.

Eppure, l’avanzata del ragazzo non si ferma. I suoi occhi sono avidi, affamati. Non gli basta ciò che ha visto. Vuole di più. La sua presenza nella mente di Niahndra avanza alla ricerca di nuovi dettagli, stavolta più intimi e sofferti.
Bene così. Continuiamo in questa direzione. Ti chiedo di scegliere un altro ricordo, stavolta più intimo e sofferto per Niahndra. Ci sarà utile esplorarlo nel prosieguo del percorso.
 
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view post Posted on 28/1/2023, 19:57
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Due forze regnano sull'universo:
Niahndra ha sempre tracciato una linea netta tra sé e il mondo. Per quanto possa sentirsi sbiadire adesso, ha sempre avuto chiara percezione dei propri spazi, di dove cominciasse e finisse. La sua bolla personale, l'area fisica che non permette ad altri di varcare, si estende ben oltre la normale zona intima della persona media; tocca i dintorni più prossimi, fino a contagiare talvolta oggetti o persone. Gli anni in orfanotrofio, senza privacy e senza riservatezza, senza un possedimento che fosse suo; quegli anni hanno reso Niahndra una creatura estremamente territoriale e protettiva di quel che è.
Anche quando non aveva niente, possedeva ancora i suoi pensieri. Adesso non più; Renzo ha molta cura di ricordarglielo.

Lo sguardo del ragazzo brucia ogni fibra del suo essere e lei si stringe nelle spalle in un vano tentativo di coprirsi. Prova a ritirarsi ancora, a dissociare e fuggire dentro di sé, ma quegli occhi continuano a seguirla là dove nessun altro si è mai spinto.
Il rifiuto che prova in quel momento è viscerale e le infiamma la gabbia toracica. Si sente preda braccata senza alcuna via d'uscita. Il respiro arriva concitato e disarmonico alle sue stesse orecchie; il petto rimbomba, ma l'aria non le sembra mai abbastanza.
Non è il mare a inghiottirla stavolta. I polmoni affogano nel terriccio.
Annaspa una volta, poi si perde.

. . .

È difficile respirare.
Niahndra ha l'addome appiattito contro le travi della stamberga, schegge lignee le finiscono sotto le unghie mentre gratta alla disperata ricerca di un riparo.
Ansima a bocca aperta e il suono quasi copre lo scricchiolio di ossa che si sgretolano. Grugniti e gemiti riempiono le pareti spoglie del rudere e, sotto il terrore che le torce le budella, Niahndra potrebbe quasi provare pena per i rantoli sofferenti che escono dalla creatura.
*Paul*. Il suo cervello si blocca prima di riuscire a formulare per intero il nome del ragazzo. È sulla punta della sua lingua, ma qualcosa le sussurra di tenerselo ben stretto.
Forse è perché la sagoma deforme che si dimena e si scompone alla luce argentea della luna non è più Paul, ma qualcosa di ben più bestiale e fuori controllo.
Forse è perché c'è qualcun altro a osservarla e Niahndra non è al sicuro neppure nel riparo della sua testa.

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La sensazione di allarme cresce fino ad assumere la forma di un agglomerato pulsante che prende posizione tra i suoi occhi, al centro del cervello. Si espande dietro alla nuca, scende e chiude le dita sulla sua gola.
C'è qualcosa lì con lei. Non nella Stamberga. Nella sua testa. Qualcosa —qualcuno— che non vanta diritto alcuno sui segreti dei suoi amici, segreti che ha giurato di mantenere.
E allora Niahndra spinge e oppone resistenza. Trattiene informazioni, distorce i ricordi. È facile: il regno dell'inconscio è volubile e capriccioso; ricordi e false memorie si mescolano, i confini si confondono, il terrore rende tutto nebuloso.

Cerca la bacchetta. Non la trova. Certo, l'ha ceduta a Renzo Melanie, in cambio della vita di Sam. Una mossa così stupida che può trovare giustificazione unicamente nella disperazione che prova. Morte sta arrivando. Lo sa, lo sente. Deve correre ai ripari.
Ignora l'ammasso informe di vestiti ai piedi di Melanie, cerca di non pensare a come la sua scelta abbia segnato la condanna di Suor Prudenzia. Si vergogna, ma soltanto del rimpianto che non prova.
L'ha ammazzata. L'ha ammazzata. L'ha ammazzata. L'ha ammazzata. L'ha ammazzata. L'ha ammazzata. L'ha ammazzata. L'ha ammazzata. L'ha ammazzata. L'ha ammazzata.
Poco importa che il colpo mortale origini da Melanie, Niahndra è altrettanto colpevole. La consapevolezza le macchia il respiro mentre ogni muscolo si tende allo spasimo per l'anticipazione.
Una verità le preme sulla punta della lingua nonostante lei tenti di ingoiarla. Risale e si dimena tra le pareti dell'esofago finché trattenerla minaccia di farla impazzire. È difficile capire di cosa si tratti, tutto ciò che le arriva sono sprazzi confusi e suggestioni.
Il suo corpo si contrae nello sforzo della procreazione. La bocca si spalanca.

Le finestre della Stamberga esplodono, ma non importa. Perché l'urlo porta con sé chiarezza, sollievo e lucidità. Esclude con forza qualsiasi altro rumore di fondo per permetterle di focalizzarsi sull'essenziale.
Un'àncora rozza, istintiva e rudimentale; che è più il meccanismo difensivo di una bambina terrorizzata.
Ma che, forse, le permette di spazzare via il brusio della presenza di Renzo.

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Luce e pesantezza
Un paio di appunti. Inizialmente Niah si focalizza sulla sera che rimane intrappolata nella Stamberga insieme a Paul durante la sua prima trasformazione in licantropo. Poi, complice il desiderio di proteggere lui, il ricordo sfuma in un'altra occasione in cui Niah si è ritrovata intrappolata nella Stamberga —ovvero durante la sua prima trasformazione banshee. Lascio un breve riassunto in spoiler, ma resto disponibile per altre informazioni.

Le parti redatte sono il tentativo di Niah di nascondere informazioni a Renzo (il nome di Paul, fondamentalmente).

L'urlo è stato pensato come mentale, per sovrapporsi a quello del ricordo ma Niah cerca di usarlo per scacciare Renzo. Spero sia comprensibile °°

Sam e Niah vengono attirati alla Stamberga Strillante, dove ad attenderli trovano Melanie Morton, la bambina che è stata adottata anni prima al posto di Niah. In seguito al manifestarsi dei poteri magici, Melanie è stata abbandonata dai genitori adottivi, è impazzita e cerca adesso di vendicarsi su Niah e Suor Prudenzia, la referente delle adozioni. Nel confronto Niah scopre di non essere orfana, che sua madre —Pandora— ha finanziato l'orfanotrofio e ha impedito l'adozione della figlia con la complicità di Suor Prudenzia. Melanie minaccia l'incolumità dei presenti e questo attiva la natura di Niahndra, la quale si ritrova ad urlare™ accompagnata da una seconda banshee, più matura, che si manifesta alla Stamberga nello stesso momento. Suor Prudenzia muore mentre gli altri presenti svengono per effetto dell'urlo. La banshee allora accenna qualche spiegazione alla natura di Niah e la esorta prima ad usare i poteri psicometrici sul corpo della suora e poi ad allontanarsi da lì.
 
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view post Posted on 6/3/2023, 19:31
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Le creature che hanno a lungo sofferto manifestano il legame più strenuo alla vita. Così, Niahndra —che ha passato la sua esistenza a tracciare confini netti per proteggersi dalle ferite del mondo esterno per averne saggiato la crudeltà— non è disposta a cedere neppure di fronte a uno dei test più complessi cui sia stata sottoposta: l’invasione dello spazio più intimo che abbia mai creato per tutelare la propria fragilità.
Renzo è affamato, quasi incurante del proprio ruolo e, allo stesso tempo, nel pieno delle facoltà di Legilimens. Il suo essere impietoso aumenta il livello di difficoltà per Niahndra, costringendola a contorcersi tra i suoi ricordi per resistere all’invasione. E quanto più Renzo si addentra nelle profondità della ragazza tanto più cresce l’interesse che prova per lei e per la sua vita. Non è morbosità. È il fascino di chi si rende per la prima volta conto di cosa ci sia oltre la superficie; di chi trovi in un altro essere vivente un dolore che sente affine al proprio.
La sofferenza di Niahndra e il suo primo tentativo di protezione hanno successo. Renzo riesce a percepire soltanto un’eco vaga e lontana —troppo perché sia distinguibile nelle forme di un nome. Poi, entrambi scivolano via nel cupo scenario dell’orfanotrofio e una fitta nube di angoscia sale ad avvolgerli. Le paure della Tassorosso risuonano nella sua mente, ossessionanti. Renzo si fa avanti e le tocca con mano.
«Le sento» le dice per metterla a disagio. Per farle capire di essere entrato nel ricordo insieme a lei e poterlo misurare a passi lenti, come se gli appartenesse e potesse manovrarlo a suo piacimento. «Le vedo, le tue paure» continua con voce studiatamente malevola. Deve giocare il ruolo del cattivo per farle comprendere cosa potrebbe accadere, se Niahandra non impara a opporre resistenza. «Posso farne ciò che voglio».
Un istante dopo, s’insinua nella Alistine una consapevolezza nuova, insopportabile che le vela gli occhi di un terrore di ghiaccio. Trema dentro e fuori e l’urlo —che dovrebbe scacciare— si condensa nella sua gola fin quasi a sofforcarla. Nel suo ricordo, non è più Suor Prudenzia che Melanie ha ucciso con la sua complicità, ma Sam.
Il suo Sam.
Un attimo più tardi, gli occhi di Niahndra si aprono sul luogo che ha abbandonato prima che il ragazzo dai modi odiosi iniziasse a leggerle la mente. Il suo incarnato è pallido, le labbra biancastre, spesse occhiaie sotto gli occhi. Con voce gentile, Renzo si avvicina a lei e le porge un piccolo calice.
«Bevi questo» consiglia e le mette in mano il bicchiere. Passa un lungo silenzio tra quell’esortazione e il momento in cui il giovane decide di prendere ancora parola. «Questo è uno dei motivi per cui è importante apprendere l’Occlumanzia: può proteggerti dalla manipolazione di ricordi e pensieri. Un legilimante esperto potrebbe farti credere ciò che vuole. Potrebbe farti impazzire. Adesso sai che è peggio di ciò che avresti potuto immaginare».
La sua voce è tenue. Suona velatamente dispiaciuta, come se volesse scusarsi per averla sottoposta a questo genere di stress. Come se non gli piacesse giocare il ruolo del cattivo, non con lei.
«Se e quando te la senti di continuare, io sono qui. Se hai qualche domanda, chiedi.»
È tornato l'insegnante perentorio che non ha nulla da farsi perdonare.
 
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view post Posted on 12/3/2023, 12:46
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Al tocco di Renzo, Niahndra sobbalza e l'aria le si incastra in gola. Lo guarda a labbra schiuse per un secondo, incapace di connettere i puntini. C'è qualcosa, si dice, qualcosa da collegare; un pensiero da formare o rintracciare o ritrovare. Come quando prima di addormentarsi salta di associazione in associazione e poi è costretta a procedere a ritroso per recuperare il concetto di partenza —ormai oltrepassato e dimenticato.
I sensi di banshee formicolano e Niahndra sa che c'è qualcosa da tenere a mente, qualcosa che adesso le sfugge come sabbia tra le dita. Tenta di chiudere il pugno e trattenere i granelli, ma è tutto inutile. Inutile. Inutile. La gravità è shiftata. Lo sente anche se non dovrebbe; e per qualche strana ragione il suo istinto non punta più contro Melanie, bensì contro il ragazzo appena uscito dalle ombre della sua mente. È lì il pericolo, sembra dire. Non capisce. Melanie ha la sua bacchetta. No, Renzo ce l'ha. Suor Prudenzia è gravemente ferita. Sta per morire, lo sa lo sa lo sa e non può fare niente. Sam sta per morire. Lo sa lo sa lo sa e non può fare niente.

Sam sta per morire?

Il battito concitato del suo cuore le riempie le orecchie; tra le pareti della Stamberga tornano a dibattersi i rantoli affannati della creatura che si nasconde dentro Paul e che scalpita per essere lasciata libera. No, non è Paul. È lei. È il suo respiro spezzato. Manca l'aria. Apre il petto, ma i polmoni si riempiono di terriccio e il panico cresce e lei non riesce a urlare. È come essere nella bara di Suor Prudenzia e sbattere i pugni per uscire, ma non riesce e non riesce e non riesce. Suor Prudenzia è viva. È viva?
Si volta di scatto col terrore in gola, ancora in apnea. Riconosce la figura riversa sul pavimento e la visuale traballa.

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È morto. Morto. Morto.
La sua mente si rifiuta di concretizzare il pensiero, oppone resistenza. Com'è potuto succedere? Non sarebbe dovuto succedere...È successo. È successo?
Il mondo s'inclina pericolosamente e Niahndra con esso. Istintivamente si aggrappa all'unica presenza solida che avverte in quel momento. Non è più Sam, si rende conto con un singhiozzo. E non è più nemmeno Melanie, che aveva risvegliato i suoi sensi facendoli formicolare di pericolo. È Renzo.
Renzo che, da solo, regge il peso della stanza. Renzo, sulla cui figura poggiano gli equilibri della scena. Il perno nella stanza vuota. Renzo, contro il quale i suoi sensi l'hanno messa in guardia.

Intruso

La sua mente è un mirino. Il ragazzo, il bersaglio.

Le vedo, le tue parole. Posso farne ciò che voglio.

Tieni giù le mani. Non è roba tua.


La parola "Intruso" le preme ancora sulle labbra mentre in preda a una furia cieca Niahndra gli balza contro.

. . .

Sta ancora balzando quando riapre gli occhi. È ancora carica di adrenalina e mossa da terrore; per questo, in un primo momento, non si rende conto di essere tornata alla realtà —se così la si può chiamare. Ha le braccia tese e le unghie pronte a ghermire la maglia di Renzo per strattonarlo.
«Sei uno stronzo.» Ha cura di scandire l'offesa per bene e spogliarla di ogni impeto emotivo, al fine di renderla né più né meno di un'osservazione clinica. «Te l'hanno mai detto?»
Poi, rendendosi conto di quella vicinanza e trovandola insopportabile per il modo in cui sente ancora lo sguardo di lui marchiato a fuoco nella testa, Niahndra si allontana di nuovo.
In mano ha un bicchiere pieno di qualcosa che non riconosce a colpo d'occhio. È allora che nota il leggero tremore che ancora la percorre, postumi dell'incubo che è stata costretta a vivere.
Nel silenzio sceglie con cura le sue parole. «Non mi avevi detto che saresti stato in grado di spingerti così oltre.»
Renzo non è suo amico e non le deve niente; ciò nonostante, Niahndra non può fare a meno di sentirsi almeno in parte tradita e raggirata. Non erano quelli i patti.
Ascolta contrariata la spiegazione tardiva, registra il cambio di tono e il velo di contrizione con cui il ragazzo la colora. Al di là della ripicca, ciò che sta scoprendo sulla legilimanzia la lascia ancora più turbata di prima. Possibile che le sensazioni che prova, le immagini che vede —del passato, del futuro— siano l'elaborato prodotto di un mago estremamente capace? In qualche modo ne dubita, ma se l'occlumanzia (come ha inteso) può aiutarla a schermare la propria mente, a renderla più resiliente e capace di scindere realtà e fantasia...deve provarci.

«Prima —Dà voce alla domanda prima ancora di sapere cosa chiederà. Sta costruendo la frase man mano— prima quando mi hai chiesto di consegnarti la bacchetta ho sentito come un senso di rilassatezza, o fiducia. In me stessa...ma anche in te. Anche quella era legilimanzia?»
Lo sta guardando adesso, mentre gli chiede fin dove arrivi il raggiro di cui è vittima.
Ha poggiato il bicchiere e si è stretta nella camicia. Il sudore che ricopre il suo corpo si sta gelando al pensiero formatosi nella sua mente. «Anzi, anche meglio. Come faccio a sapere che anche questa non sia Legilimanzia? Tu ed io, questa conversazione adesso.»
Ha accettato il suo aiuto perché cercava controllo.
Eppure, paradossalmente, lo sente scivolare dalla sua presa. Veloce, inafferrabile.

Può fidarsi dei suoi sensi?
Luce e pesantezza
Niahndra fa riferimento a questi passaggi precedenti nella quest, appena prima che Renzo chieda che gli venga consegnata la bacchetta.

CITAZIONE (MasterHogwarts @ 31/7/2022, 21:05) 
Per un istante, la giovane, riesce quasi a immaginare i volti di chi la ama sereni, felici, rilassati e a percepire la sensazione di rinnovata padronanza di sé scivolare leggera come seta sulla sua esistenza ora travagliata.

CITAZIONE (Mistake @ 10/9/2022, 13:49) 
In circostanze diverse, è probabile che Niahndra si interrogherebbe riguardo la semplicità di quel cambio di rotta. Probabilmente guarderebbe con sospetto la rinnovata fiducia che uno sconosciuto (Renzo, tra tutti!) si è guadagnato in così poco tempo. Ma non lì, non in quel momento. Ed è un bene che Niahndra non si fermi a domandarsi come il ragazzo sia in grado di frugarle nella mente; a quali rischi va incontro, quali sono le reali potenzialità del mago?
Al contrario, assapora quella sensazione di controllo che non provava da tempo e ci si aggrappa.

 
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view post Posted on 31/3/2023, 13:20
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Locked

Il colore delle iridi di Renzo si intensifica. Studia Niahndra provare un attacco nei suoi confronti, le mani protese verso il suo petto, la posa di un giaguaro. Vuole fargli male per ricambiare il dolore che le ha causato con la sua invasione, per il tradimento che non si aspettava, per la profondità di una profanazione inattesa. E Renzo vuole concedergliela. Per un attimo, prima che Niahndra ritiri gli artigli, il ragazzo compie un passo in avanti e il suo petto sfiora la punta delle dita della giovane. Una tensione inesprimibile vortica attorno a loro di un’intensità quasi intossicante. Poi, il maestro torna a vestire le sue spoglie.
I ricordi della Alistine scorrono nella mente di Renzo, sconvolgendo il suo sistema di credenze prima ancora che egli riesca a usare l’Occlumanzia per schermarsi. Non riesce a farlo, non con lei. Perché?, si domanda. Il problema è che vuole conoscerla ed è sbagliato. Non è per questo che sua zia gli ha assegnato il compito di insegnarle. Un maestro non lascia mai che le proprie emozioni interferiscano con l’apprendimento.
Renzo ascolta le domande della ragazza e le sue labbra si piegano in un sorriso. È una domanda legittima e molto intelligente. Non si sarebbe aspettato niente di diverso da lei. Ha già mostrato di essere sveglia e che desideri saper distinguere i momenti in cui è sotto il giogo del controllo di un altro dalla realtà è comprensibile.
«Non ti ho convinta a fare nulla. Non stavo usando la Legilimanzia su di te. Non avrebbe avuto senso farlo perché avrebbe fallato a monte il procedimento di apprendimento» le spiega. «Avevo bisogno che ti fidassi di me e che fossi disposta a metterti in gioco abbastanza da provare. So che hai avuto un mancamento a casa della tua vicina. Il motivo è che le tue difese erano troppo attive, i muri troppo alti. Il tuo sistema ha preferito spegnersi piuttosto che aprirsi. Se fossimo partiti da queste premesse, non avrebbe avuto senso per me iniziare. Avrei solo perso tempo e lo avresti perso anche tu».
Non le risparmia la verità, facendole al contempo notare il valore delle conseguenze portate dalla sua decisione. Per quanto complicato sia stato e continuerà ad essere nelle prossime fasi, l’esplorazione della sua mente e i tentativi compiuti da Niahndra —ma soprattutto le sue decisioni— le hanno consentito l’accesso a un nuovo livello di comprensione di sé. E, presto, alla padronanza delle prime fasi di Occlumanzia… sempre che si dimostri disposta a mettersi ancora in gioco.
«Quanto al resto… Ti farò vedere qual è la differenza, ma questa fase non sarà meno impattante di quelle che abbiamo già affrontato. Perciò, tieniti pronta!»
Trascorrono alcuni secondi di insopportabile stasi tra le ultime parole pronunciate da Renzo e il momento di rottura della bolla in cui sono precipitati. Il ragazzo scatta in direzione di Niahndra, le prende il viso tra le mani e la bacia. È una scelta che, per quanto possa apparire fuori contesto, il giovane ha studiato e che non ha nulla a che vedere con il suo piacere —non consciamente. Sa che il punto focale delle difese di Niahndra sta nell’incapacità di accettare l’improvviso e l’invasione dei propri spazii, anche sotto il profilo fisico. Renzo ha intenzione di rompere i suoi schemi, di distruggerli per metterla in difficoltà, di stravolgerla fino a provocarle disagio; di attivare ognuno dei suoi sensi per farle percepire ogni centimetro di vitalità del suo corpo. Che provi rabbia, disgusto, odio, piacere, sgomento, desiderio, curiosità, le connessioni neurali le restituiranno la consapevolezza di essere nel qui e ora —di essere fatta di carne, sangue e ossa. Di essere vera, umana, reale.
Quando Renzo si distacca aspetta di incrociarne lo sguardo, dunque entra prepotentemente nella sua mente e scava tra i suoi ricordi con la stessa brama con cui l’ha baciata; le mani ancora a incorniciarle il viso la mente. Il mondo attorno a lei si è rarefatto. Le sue membra le trasmettono una sensazione di mollezza. Le sensazioni sono ovunque ma diffuse, mescolate.
Imprigionata nella sua gabbia, Niahndra deve resistergli —respingerlo.
 
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view post Posted on 15/4/2023, 16:28
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I am frightened and doubtful,
and everyone who touches me
must suffer.


Due forze regnano sull'universo:
Non c'è modo di sfuggire alla presenza claustrofobica di Renzo. Avvelena l'aria, si insinua tra le crepe e reclama possesso su qualunque cosa abbia la sfortuna di capitare sotto il suo scrutinio.
Nel momento in cui il ragazzo riduce le distanze, ponendosi a portata di mano, Niahndra sa di aver commesso un errore di calcolo; di essersi offerta per il macello, aperta e vulnerabile in una maniera che le risulta insopportabile. Di fronte non ha una miccia pronta ad esplodere in risposta al suo fuoco, quanto più un abisso che non vede l'ora di inghiottirla per intero.
Quando la tensione tra loro diminuisce, Niahndra ha la sgradevole sensazione che —come sempre— sia perché è Renzo ad aver deciso così, e non perché lei abbia mai avuto voce in capitolo.
La sensazione è annichilente.
Non ricorda l'ultima volta in cui si è sentita tanto impotente. Quando era bambina, forse. O nella Stamberga, proprio come aveva mostrato poco prima a Renzo.

La breve ripresa che lui le concede non fa nulla per calmare i suoi nervi, non per davvero. È utile però per darle almeno l'illusione della quiete, per permetterle di riprendere fiato e dare sollievo alla sua mente: ogni secondo che Renzo passa ad ascoltare la sua stessa voce, è un secondo in meno che passa a frugare nella sua testa. Quello è l'ultimo posto in cui lo desidera al momento.
Quasi digrigna i denti quando lo sente parlare del suo svenimento da Hameeda, un disturbo quasi fisico nel pensare di essere stata oggetto di conversazione tra terzi.
Vorrebbe scuotere la testa e sbottare, dirgli che non si fida di lui neanche un po' e che se avesse una qualunque alternativa adesso sarebbe a oltre venti miglia da lì. È quasi tentata di dirlo, così come è quasi tentata di ironizzare sul fatto che avere difese attive e muri alti è esattamente ciò che sta tentando di fare per respingere gli attacchi di lui; ma per qualche ragione serra la mascella e si morde la lingua.

«...tieniti pronta!»
L'aggressione che Niahndra si aspetta è mentale. Un attacco psichico, mirato a ghermire i suoi pensieri più reconditi; a smuoverla dall'interno, lì dov'è vulnerabile e molle come la materia nel suo cranio.
Quando si rende finalmente conto che Renzo è sempre più vicino, minacciosamente vicino, ha appena il tempo di sentire il proprio corpo reagire istintivamente in risposta —più rapido di qualunque ragionamento.
Inspira bruscamente con le narici dilatate, la bocca appena schiusa in un avvertimento che non ha il tempo di verbalizzare. Sente la pelle andare fastidiosamente a fuoco, gli arti doloranti per quel cambiamento di temperatura così repentino. Una miriade di aghi sulla pelle mentre il cuore minaccia di sfondarle la gabbia toracica, le tempie martellanti.
Ogni singola terminazione nervosa sembra convergere nel punto in cui il suo viso è stretto tra le mani di Renzo; il contatto tanto opprimente da escludere qualsiasi altra cosa nel suo campo percettivo. Il suo sistema intero collassa sotto al sovraccarico emotivo e sensoriale; il vuoto viene rimpiazzato da furore cieco che si propaga verso l'esterno in ondate violente.
Fuori di sé —e al contempo fin troppo dentro—, Niahndra si muove senza pensare quel che basta per affondare i denti nel labbro dell'altro; forte, per reclamare il tributo di sangue che le è dovuto.
Un semplice gesto, un ricordo che torna a galla. Una consapevolezza che aveva soffocato con tanta foga da condannarne la memoria. Nel movimento istintivo da fiera rabbiosa, nel ghigno sguainato da carnivoro, Niahndra se ne riappropria: non è costretta a subire, non ha bisogno di sorridere per il quieto vivere; non è una preda braccata.
È a malapena una bestia domata, che ha deciso di indossare spontaneamente il giogo, convinta di poterlo rimuovere a piacere. Adesso —dopo anni— il giogo è pari ad un giro di perle intorno al collo di una donna, regalo d'un uomo che vuole comprarne il favore.
È tempo di spezzare le catene.

Quando gli occhi di Renzo la incrociano, trovano uno sguardo sfrontato sotto la fronte aggrottata. Niahndra non fa niente per celare la furia che brucia dietro le iridi; anzi, vuole che lui la veda, che sappia di trovarla pronta.
La sua sfera emotiva è in trambusto, esattamente come lui si aspetta; ma Niahndra, per una volta tanto, non se ne vergona né cerca di mutarsi. Si crogiola nel tumulto, euforica per essere in grado di connettere con le sue emozioni più primitive. Le sente forti e guizzanti: viva, viva, viva!, inneggiano.
Neppure gli anni passati a sedarsi, trattenersi e annullarsi sono riusciti ad estinguere completamente la fiamma. Caparbia e tenace, aspettava solamente la miccia giusta.
"Dove sei, tayir saghir? Dove sei sempre?", era stato l'interrogativo di Hameeda che le aveva strappato una bugia di bocca.
Questa volta Niahndra non ha bisogno di mentire. Sono qui, realizza; nel pieno della tempesta. I suoi contorni sono ancora frastagliati e bizzosi, ma il marasma che sente imperversare dentro è la prova del fatto che non è soltanto un guscio vuoto; che dentro di lei si agita ancora qualcosa. Per quanto confuso e mescolato, è suo; è lei.
Come dice Hameeda, la sua testa è come una stanza caotica, piena di odori, colori e cianfrusaglie. Fino a quel momento, tutto ciò che è riuscita a fare Niahndra con le proprie emozioni è stato inibirle e castrarle, negando la loro esistenza. Ha avuto modo di intuire che padroneggiare la propria mente —così come la vecchia aveva tentato di insegnarle, così come Renzo sembra sfidarla a fare— richiede di padroneggiare le proprie emozioni: non disconoscendole, bensì facendole passare attraverso di sé. Rendendosi trasparente.
Per farlo, però, ha prima bisogno di sentirle in pieno e lasciarsi inondare; perché "se lo ignorassi, otterrei solo di farlo strillare". Ed è questo che tenta Niahndra nel momento in cui Renzo torna a guardarla, nel momento in cui —a mento testardamente all'insù— lo esorta a tentare nuovamente il suo trucco di magia. Vieni, lo deride; dai un'occhiata a tutto se riesci.
Spera di sovraccaricarlo con l'intensità delle sue emozioni represse, una parte di lei vuole che lui le veda e ne abbia timore; vuole sentirlo vacillare sotto una simile portata.
Nel frattempo, anche lei le osserva e viviseziona; riconosce la rabbia perché brilla in maniera familiare, perché è quella che sente più riconoscibile. Niahndra la accoglie a braccia aperte come un'amica di vecchia data e da lì è come trovare il bandolo della matassa.
Rabbia è l'emozione di chi si sente calpestato; rabbia è il motore che attiva e dà direzione. Niahndra la brandisce come un'arma, come uno scudo; la usa per raccogliere le parti disordinate della sua mente e farle combaciare di nuovo assieme.
Non più molle, non più rarefatta.
Piantata, febbrile e incazzata.

Impara a chiedere il permesso.

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view post Posted on 10/5/2023, 19:50
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Un grugnito fuoriesce dalle labbra di Renzo, ma l’espressione sul suo viso arrossato e nei suoi occhi fiammanti è di giubilo, non di rancore. È stata necessaria ogni stilla della sua spavalderia per tirare Niahandra fuori dal suo maledetto guscio. O, meglio, per indurla a compiere quel passo. Perché non c’è cosa che a Niahndra Alistine si possa imporre —neppure un bacio— a meno che non sia lei stessa a volerlo.
Se è gli applausi che la giovane si aspetta per la performance o un’imprecazione, ha tuttavia commesso un errore di valutazione. Il piglio del ragazzo rimane determinato e il suo sguardo incandescente: è tempo di una nuova invasione, una di quelle che verranno difficilmente dimenticate. L’ingresso, stavolta, è brutale. Rispetto a prima, il trafugare di Renzo manca di ogni forma di rispetto: è come se qualcuno avesse appena immerso la mano in un catino pieno di ricordi, avesse mescolato forte fino a creare un vortice e si stesse ora divertendo a pescarli uno dopo l’altro.
La tensione muscolare si accentua attorno alle ossa che proteggono il cranio della ragazza. Al posto del cuoio capelluto, un sudario di pece.
Non è una sfida aperta, ma le azioni di Renzo sembrano dire che, se Niahndra vuole che giochino ad armi pari, non gliela renderà semplice. Se è la rabbia che ha sguinzagliato, lui ha intenzione di rinfocolarla affinché l’incendio divampi. Così, la profanazione cui l’ha costretta nel fisico passa ora alla mente. Sullo sfondo dei cortometraggi che la sta costringendo a rivivere, sembra quasi di udire la sua risata crudele, bassa.
Posso avere tutto di te, è il sussurro che riecheggia tra le stanze della mente della Alistine, quella reale e quella del passato.

Una provocazione.
Forse, la realtà dei fatti.

Scegli una serie di ricordi che Renzo possa vedere e accenna brevemente ad essi. Poi, soffermati su uno particolarmente intenso e scandaglialo. Ovviamente, alla base di tutto, deve rimanere il tentativo di respingerlo.
 
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view post Posted on 6/6/2023, 16:24
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Sometimes I can feel my bones straining under the weight of all the lives I'm not living.

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Due forze regnano sull'universo:
La fuga dalle emozioni e poi il rifugio nelle braccia del raziocinio sono sempre parsi a Niahndra come il pinnacolo della civiltà e dell'esperienza umana. Si sbaglia, ovviamente.
Se ne rende conto in uno sprazzo di coscienza, mentre vede riflessa nelle iridi di Renzo la stessa esaltazione che distorce i suoi lineamenti. Di civile e decoroso, il loro scambio non ha nulla. Insolente nelle parole e barbaro nei modi, Renzo è a pieno titolo una bestia tanto quanto lei. Niahndra ne riconosce il canto primitivo —l'ululato alla luna— e si ricorda di un periodo in cui l'uomo si rifugiava in caverne buie e le creature che uscivano di notte possedevano una schiera di zanne e artigli che persino il fuoco non riusciva a scacciare via. Sotto la vergogna, sotto gli strati di socializzazione, sente quel richiamo affondare le dita nella gabbia toracica, aprirla come si fa con una noce e fissare negli occhi quella cosa rannicchiata appena più sotto del suo cuore ancora pulsante.

I contorni sfumano, i confini sbiadiscono; l'intrusione è violenta come lo sono tutte le intrusioni, tutti gli incontri, tutti gli incroci. Renzo può convincersi di essere stato delicato fino ad allora e di aver riservato tutta la sua brutalità malcelata in quell'ultimo, vendicativo affondo; ma la verità è che interagire è distorcere, storpiare, snaturare: finché dei presupposti di partenza rimane forse un ricordo, una sensazione, un rimpianto.

But when she was scared, she was a child again,
and she was more afraid of being a child again
than anything else in her life
«Suor Prudenzia dice che ai grandi non piacciono le bambine che non si sanno comportare da bambine».
«Che vuol dire?» Chiede con le lacrime agli occhi Niahndra, dopo l'ennesima adozione fallita.
Non si è resa conto che essere una bambina non è abbastanza e che ci sono regole specifiche da seguire su come comportarsi. Regole che tutti conoscono, apparentemente, tranne lei.
È come essere invitati ad una partita di nascondino senza che le regole le vengano spiegate; poi tutti partono a giocare aspettandosi che lei si arrangi imparando man mano. Allora lei si impegna, in preda all'ansia osserva gli altri muoversi e ne studia le azioni; il suo cervello si sforza di elaborare informazioni, ma per quanto possa essere rapida —e lo è— gli altri hanno un vantaggio incolmabile su di lei.

Quando, molto tempo più tardi, i signori Morton arrivano all'orfanotrofio, Niahndra fa di tutto per piacere a loro. Indossa l'abito bello della domenica, lo stesso che solitamente rifiuta di mettersi per come le gratta sulla pelle; spazzola i capelli con cura fino a far sparire i nodi; risponde con garbo alle loro domande, si sforza di parlare; tende le labbra in un sorriso, perché è così che le bambine per bene dimostrano felicità e garbo. Soprattutto, non fa ricorso alla magia né, tantomeno, nomina le voci.

Alla fine non è comunque abbastanza per essere adottata.

Lo sguardo di suor Prudenzia è austero come il suo ufficio.
Invece, seduta al tavolo, Niahndra tiene il suo basso.
I minuti scorrono in silenzio, suor Prudenzia è sempre stata brava a brandire il silenzio come un'arma. L'unico suono udibile è il raschiare della piuma di Niah sulla pergamena.
"Non devo usare la magia", è la frase che ha scritto e riscritto e riscritto. L'inchiostro è sanguigno e ad ogni lettera il dorso della sua mano si infiamma di dolore —là, dove la sua pelle si squarcia per fare spazio alla stessa frase che ricopre il foglio. I graffi risaltano sulle vene bluastre, baluginano un istante, poi si richiudono. La bambina va a capo, ed il dolore riparte.
Non si lamenta, non farebbe altro che alimentare la rabbia della donna. E poi lo sa di meritare quella punizione, perché non è in grado di controllarsi. Di comportarsi come una bambina per bene.

I segni sulle mani non sbiadiscono mai del tutto.

È buio all'interno del confessionale.
Le prime volte Niahndra aveva cercato di scrutare attraverso la griglia per dare forma al sussurro profondo che sciorina formule ormai familiari. Era stata la prima, tra i bambini dell'orfanotrofio, a ricevere il sacramento della confessione —o conversione, come piace chiamarlo a Suor Prudenzia.
A lungo andare, Niahndra ha dimenticato che al di là della griglia è seduto qualcuno. È rimasta solo una voce incorporea. L'unica, a detta di Suor Prudenzia, che vada ascoltata.

«Il Signore ha perdonato i tuoi peccati. Va' in pace.»
Le ginocchia dolgono quando Niahndra si rimette in piedi, ma le sue spalle sono più rilassate adesso. Sorride, rincuorata.

È di nuovo immacolata.

La figura minacciosa di Lex spunta da dietro la schiena di Sam. I due sono coetanei, ma è evidente che il primo abbia il favore di Madre Natura, col suo fisico massiccio ed il cipiglio malevolo.
«Spostati, Sam; lasciaglielo fare». La voce esce roca e Niahndra quasi non la riconosce come propria. Dovrebbe avere paura, una paura fottuta, perché sa di non avere chance di vittoria in uno scontro fisico con il bullo che ha deciso di tormentarla. Con sorpresa, scopre che non le interessa.
Sente qualcosa sfrigolare all'altezza dello stomaco; il cuore accelera i battiti e lei sorride quasi famelica. «Lascia che mi colpisca».
È forse trepidazione quella che prova? Sta fremendo? Negli occhi le balena il guizzo della sfida; subitaneo, minaccioso, disperato. Non ha il coraggio di compiere il primo passo, intuisce di star perdendo il controllo e —per una volta tanto— non le importa. Ha chiara percezione del sangue che le scorre nelle vene, così veloce da farle girare la testa; anche il respiro è rapido, il petto gonfio, la testa delirante. In quelle condizioni potrebbe sfondare una parete a pani nude. Si tratta solo di scoppiare.
Il cazzotto le strappa il fiato, è più dolore di quanto ne abbia mai provato in vita sua. Fa qualche passo indietro per mantenersi in equilibrio, sbatte gli occhi per scacciare le lacrime e i puntini neri che le macchiano la vista.
Poi, senza preavviso, gli salta addosso. Con le sue facoltà intellettive compromesse non le importa niente se non del viso di Lex e delle proprie unghie protese in avanti. Scalcia e strepita, ghermisce e strattona. Non le importa niente se non di rispondere ai colpi e lasciarsi dominare dalla furia.


...




All’improvviso, anni dopo, Niahndra è di nuovo quella bambina selvaggia.
Getta il capo all'indietro e ruggisce nella sua mente. I nervi brulicano ancora di energia repressa, li sente pizzicare sottopelle rabbiosamente. I muscoli si tendono nel disperato tentativo di tenerla composta e lei si riempie di quella sensazione.
La catena è stretta intorno al suo collo e ha più anelli di quanti ne ricordasse, ma non è impossibile spezzarla. Non è impossibile strattonare e strattonare fino a rintracciare sé stessa. La stilla di vita, la ferocia, hanno sempre fatto parte di lei; si tratta solo di recuperarle.
E Niahndra fa esattamente questo. Intravede il guizzo di fiamma e si protende a prenderlo.
Un’immobilità carica di tensione si posa dentro di lei, il generale silenzio che precede un tuono. Sente l’aria iniziare a cristallizzarsi intorno a sé. Sente caldo, poi freddo. Distaccata, raccoglie le parti della sua mente e le fa combaciare assieme.
È Niahndra, l'orfana; figlia di nessuno. È Niahndra la strega, apprendista sotto Hameeda. È Niahndra la banshee.
È Niahndra.

Le brave bambine non fanno partire zuffe.
Ma nessuno ha detto che non vi pongano termine.
Il buco nero dentro di lei inghiotte ogni cosa.
Luce e pesantezza


Modifica approvata dal master

Edited by Mistake - 7/6/2023, 10:00
 
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view post Posted on 9/6/2023, 16:38
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Il Fato

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I babbani direbbero che la filmografia di Niahndra Alistine è interessante, una di quelle in cui —se si vuole fare il confronto con i libri— molto materiale è stato scartato. Dunque, tanto vale farci una serie tv da 17 stagioni e 20 episodi ciascuna.
Non è questo che pensa Renzo ovviamente, lui che la sua vita l’ha passata cullato dentro un calderone tra fiale e rituali del quale non è mai riuscito ad afferrare il senso, neppure adesso che è cresciuto e della sua intelligenza tende a farsi vanto. Mentre i suoi occhi scorrono di ricordo in ricordo e impara a conoscere Niahndra in un’intimità forzata che finirà per costargli l’odio di lei, però, è difficile non dirsi che vorrebbe saperne di più. Che vorrebbe incontrarla ancora e non ricoprire il ruolo che gli è stato dato per dimostrarle… Cosa?
Realizza presto che non ha senso e che non potrebbe mai guadagnarsene il perdono. Se ne rende conto a mano a mano che le sue dita ne titillano la memoria e vede la bambina soffrire di scena in scena nella cupa desolazione di un orfanotrofio intossicato dalla crudeltà. Lo sa perché, se in un altro contesto sarebbe tentato dalla possibilità di fermarsi, nel presente è invece mosso dalla certezza di doverla portare allo stremo. Per capire fin dove può spingersi e fin quando l’altra glielo permetterà prima di reagire.
Messa nella stessa posizione di Niahndra, Renzo penserebbe che qualunque altra persona avrebbe due scelte: arrendersi o reagire. Ma della Alistine ha visto abbastanza da sapere che non c’è spazio per la prima opzione. Non gli permetterebbe mai di vincere. Soprattutto, non si permetterebbe mai di mollare perché non è nella sua natura. È sopravvissuta a troppe cose per ammettere di lasciarsi prevaricare —da un altro essere umano, da una difficoltà, dalla propria fragilità.
L’ombra di un sorriso germoglia nell’animo del giovane, non appena la prima sensazione di ostilità lo raggiunge e comprende che la reazione di Niahndra sta prendendo le mosse. È più strutturata delle altre volte, ma ha ancora i contorni del caos. Eppure spinge, respinge, costringe. Senza parlare, gli sta dicendo che non lo vuole più lì, non lo vuole con lei, non lo vuole nella sua mente. E il groviglio di emozioni sulle quali la ragazza sta facendo leva possiede una tale intensità che, poco alla volta, i filamenti di ricordo che stavano avviluppati alle dita di Renzo iniziano a srotolarsi. Non importa quanta forza lui stia opponendo per sfidarla. Niahndra ha trovato la chiave per proteggersi. È una chiave pesante, di fattura grossolana, arrugginita, ma funziona.

L’espulsione è destabilizzante per entrambi, sebbene in misura diversa. L’impegno mentale richiesto alla Alistine, misto ai tentativi precedenti e all’ultima profanazione ai danni della sua memoria, l’hanno debilitata al punto che è difficile non sentirne gli effetti ora che è tornata alla realtà. Quanto a Renzo, la spinta a pugni duri che gli è stata assestata sul finire ha reso il suo ritorno meno dolce del solito: un’incipiente emicrania minaccia di trasformarsi in tormento senza un’apposita pozione.
«Ce l’hai fatta!» Le sue parole arrivano a conferma dell’accaduto. «Sei riuscita a trovare il modo di respingermi, brava». I complimenti sono sinceri come lo è il sorriso sulle sue labbra insanguinate. «Quindi, sembrerebbe che il mio lavoro qui sia finito, anche perché direi che ci sono andato giù abbastanza pesante per oggi» dice, allungandosi per recuperare due fialette. Una la tiene per sé, l’altra la porge alla propria interlocutrice. «Questa ti aiuterà con il senso di spossatezza. Sono sicuro che vorrai liberarti di me il prima possibile, ma vorrei che arrivassi almeno a casa».
Si lascia andare in una breve risata. Ora che ha dismesso i panni del mentore, sembra una persona piacevole. O forse è solo la stanchezza di entrambi a giocare brutti scherzi… a entrambi.
«Lavora sulle tue emozioni quando provi a usare l’Occlumanzia. Le emozioni sono un’ottima risorsa, ma devi saperle usare. Non lasciare che ti dominino, altrimenti corri il rischio che sfuggano alla tua presa e annullino i tuoi tentativi di proteggerti da un’invasione. Sii tu ad averne il controllo! Se posso darti un consiglio, inizia identificandone una. Prendi un ricordo, pensa a come ti sei sentita, individua l’emozione che emerge di più. Quando la evochi, canalizza tutte le tue forze su quell’emozione e usala per erigere le tue mura. Il tuo pensiero dev’essere “voglio provocare la stessa emozione nella persona che vuole fare questo alla mia mente perché non ci riuscirà”».
Dei consigli che molti mentori abbiano dato sull’Occlumanzia, questo è probabilmente il più saggio e concreto che sia mai stato condiviso con un allievo. O, forse, è il più utile che potesse mai essere dato a una persona come Niahndra Alistine.
Renzo prende la giacca di pelle, la indossa, poi si tampona le labbra macchiate e sorride tra sé. Non dice nulla a riguardo. Non vuole iniziare un battibecco, non dopo tutto quello che ha visto. È consapevole del fatto che, per come stanno le cose, sarebbe uno scontro impari e non desidera mettere la ragazza in una posizione difficile. Si ferma ad attenderla sull’uscio di quel bislacco ambiente che ricorda a tratti un emporio, a tratti un albero cavo dentro il quale sia stato ricavato un laboratorio tramite un incantesimo di estensione irriconoscibile.
«Quando sei pronta, ti accompagno alla chiesa!»

Siamo finalmente giunti alla fine della tua quest di sblocco dell'Occlumanzia, mista ad elementi di background.

Sei ufficialmente un'Occlumante Apprendista, quindi hai poteri ancora limitati legati alla vocazione. Come si dice in questi casi, però, meglio di niente! Per maggiori dettagli, ti consiglio di consultare il Regolamento in materia presente sul nostro forum.

Per qualsiasi chiarimento, mi trovi disponibile via MP.
Buon gioco!

Quasi dimenticavo: in considerazione delle capacita di role mostrate per tutto l'arco della quest ma soprattutto nelle fasi di maggiore intensità di sblocco dell'Occlumanzia, ti assegno +1 punto EXP.
 
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38 replies since 2/8/2020, 14:01   1314 views
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