Find the Healing in You , Quest Sblocco Guaritore Apprendista - Jane Read

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view post Posted on 4/10/2022, 17:50
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Jane Read - Medimago - 18 anni
Gli occhi ancora spalancati per la sorpresa, il calore non ancora così intenso da scatenare il dolore, aveva mosso con lieve indecisione le mani, risalendo lungo il braccio del paziente e seguendo il sentiero tracciato dalle linee scure del reticolo venoso. Davanti al suo volto stupito alcune delle ramificazioni fermarono la loro avanzata: il tempo di un sospiro di sconcerto, iniziarono ad assottigliarsi. Com’era possibile?
La sua mente cedette solo per un’istante all’impasse dell’incomprensione, scossa dopo pochi attimi dalla spinta della curiosità pronta ad alimentare i quesiti che iniziarono a risuonare nelle sue orecchie arrivando quasi a coprire i lamenti agonizzanti del signor Powell.
Nessuno le aveva mai parlato dell’effettiva possibilità che questo tipo di magia esistesse davvero, non aveva mai visto colleghi curare solo con le proprie mani. Era forse sbagliato? I dubbi strisciarono infidi lungo la sua schiena, iniziarono ad attorcigliarsi intorno al petto e a stringere senza pietà. Stava forse mettendo a repentaglio la vita del suo paziente pur di scoprire cosa realmente era in grado di fare? La sete di conoscenza le avrebbe fatto pagare lo scotto questa volta?
Spostò di scatto lo sguardo verso il volto del signor Powell, e il sollievo che iniziava ad appianare appena la smorfia generata dal dolore fu il braccio che la afferrò dal mare dei dubbi per riportarla a galla. Non sapeva come, ma stava funzionando. Non doveva fare altro che proseguire lungo la cute del mago e far sparire una a una le ramificazioni scure.

Ma come si possono controllare i riflessi innati del nostro corpo? Com’è possibile impedire alla nostra mente di reagire al pericolo e di trattenere quell’istinto primordiale di fuga che nel corso dei millenni ha avuto il ruolo centrale di mantenerci in vita?
Quando era piccola, ancora ignara del Mondo Magico e relegata quindi alla sola realtà babbana, Jane il martedì era solita trascorrere la serata con il padre adottivo davanti al televisore: attraverso quella che molti suoi compagni purosangue avrebbero definito una scatola incantata si immergeva nelle realtà immaginarie popolate di cattivi che volevano conquistare il mondo e di supereroi che rischiavano la vita per salvare l’umanità. Quasi insensibili al dolore, con un coraggio degno quasi di ogni figlio di Godric Grifondoro, donne e uomini mettevano a repentaglio la propria esistenza senza riflettere nemmeno per un istante.
Ma Jane non era un supereroe.
E forse, era meno forte di quanto avesse voluto credere.

Il calore che aveva iniziato a provare sul dorso delle mani, che al principio non aveva ricevuto attenzioni da parte della medimaga, iniziò ad aumentare di intensità. Iniziò a dolere, a risalire lungo l’avambraccio e a pizzicarle la pelle. Bruciava, in un crescendo che secondo dopo secondo diventava sempre più insopportabile, dal fastidio che poteva essere facilmente ignorato aveva ormai superato la linea sottile che lo trasformava in dolore vero e proprio. Fu più forte di lei, e dovette allontanare le mani della pelle del signor Powell, la paura di soffrire che prendeva il sopravvento su ogni buon proposito che poteva animare la strega. La sensazione di sconfitta le strinse il petto senza attendere nemmeno un istante: era una debole, non era riuscita ad aiutare il suo paziente nemmeno in quel momento che la soluzione era letteralmente comparsa tra le sue mani. Avvertì gli occhi bruciare di delusione, una lacrima pronta a fare capolino e a scendere lungo le guance arrossate dalla vergogna.
Che razza persona era diventata?

Si ritrovò ad abbassare lo sguardo sulle proprie mani leggermente arrossate, il pensiero di uscire da quella stanza di corsa e chiamare aiuto - qualcuno di più esperto, qualcuno che avrebbe potuto effettivamente aiutare il suo paziente - fece presto capolino nella sua mente, ma lo stridore del respiro del signor Powell ancora una volta fermò ogni suo tentennamento.
Voleva davvero tradire la fiducia che le era stata concessa nonostante le titubanze iniziali? Christian Byron Powell aveva deciso di affidarsi a lei, solamente a lei. E toccava a lei concludere quello che aveva iniziato.
Un brivido scese lungo la sua schiena mentre tremando leggermente rialzava le braccia, avvicinando di nuovo le mani al corpo del signor Powell. Si morse inconsciamente l’incavo della guancia compiendo quel movimento, il sapore del sangue che presto andò ad alterare ogni percezione gustativa, il corpo in tensione quasi come una corda di violino mentre attendeva che il dolore tornasse a pungerla.
Non poteva più tirarsi indietro ormai. La decisione era stata presa.

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PS. 174/189 - PC. 131/131 - PM. 146/146 - EXP. 29.5
Inventario Attivo
» Bacchetta: 13 Pollici, Legno di Elce, Crine di Unicorno e Goccia di Rugiada
» Stetoscopio

Abilità & Conoscenze
» Incantesimi Innati: Florikus, Caeruleus Tintinnabulum Flammo, Oppugno, Ardesco, Mangialumache

» Incantesimi Appresi:
- Prima Classe
- Seconda Classe
- Terza Classe (esclusi i proibiti)
- Quarta Classe (esclusi i proibiti)
Dettagli Statistiche
» Punti Salute: 189 (punti base + 5 studentessa anziana + 6 quest + 10 Medimago + 3 oggetti + 5 Top200)
» Punti Corpo: 131 (punti base + 5 studentessa anziana + 6 quest + 10 Medimago)
» Punti Mana: 146 (punti base + 5 studentessa anziana + 6 quest + 15 libri + 10 Medimago)
» Punti Exp: 29.5 (punti base + 4.5 quest + 2 Medimago)

Le statistiche considerate sono quelle presenti in scheda alla data di apertura della quest - 30.10.2020.

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view post Posted on 14/11/2022, 13:38
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FIND THE HEALING IN YOU
Guaritore Apprendista

Nessuno, com'era prevedibile, aveva mai parlato a Jane della possibilità di curare una persona, o addirittura di salvare una vita, solo attraverso la semplice imposizione delle mani. Era dunque arrivata a tutto questo, senza sapere nulla a riguardo. L'intensa sensazione di puro sconcerto continuò a farsi sentire e ad insinuarsi sempre più all'interno del suo animo.
Questo però non le impedì di proseguire con dedizione nel tentativo di fare tutto ciò che era in suo potere per il paziente. Persino ciò su cui in realtà, fino a non molto tempo prima, non aveva avuto alcuna idea di poter contare, per raggiungere l'obiettivo.
Le ben poco rassicuranti linee scure e marmoree sul corpo del paziente - al centro del busto, appena sulla sinistra - non smettevano di diventare sempre più sottili, si schiarivano e sembravano quasi sparire. Iniziavano in questo modo a non essere più visibili. Lo spazio interessato - quello in cui le vene parevano cominciare a svanire - non faceva altro che espandersi. La medesima sorte ebbe modo di capitare al braccio destro - dove l'ex Corvonero decise in seguito di spostare le proprie mani.
Qui, l'ignota magia rese piano piano le eruzioni cutanee dello stesso colore della pelle chiara, su cui queste non erano ancora comparse. Il calore alle mani e all'avambraccio della Medimago infieriva ancora con forza sulla carne scorrendo e facendo per estendersi lungo le braccia(-20PS) fino alle spalle.
Il dolore diveniva sempre più intenso e difficile da sopportare. D'un tratto proprio quel dolore costrinse la donna ad allontanare le mani; questo repentino movimento comportò il breve disinnesco della magia. Si poterono così vedere - sulla pelle del braccio destro dell'uomo - quelle stesse infide eruzioni cutanee scurirsi appena e prendere lentamente ad allargarsi.
La Medimago poté in quel preciso istante associare questo singolare avvenimento al momento in cui aveva scostato le mani dall'arto destro dell'uomo. Erano proprio le sue mani a guidare il processo di cura. Quanto appena accaduto poco prima ne costituiva un ulteriore e definitiva conferma.
La Read cercò di affrontare e superare il dolore al fine di poter continuare a prendersi cura del paziente. I palmi tornarono sopra il suo braccio destro. Fu proprio a quel punto che le mani di lei furono presto colte da forti, violenti e acuti spasmi(-10PS). Ora quei muscoli s'irrigidivano ad ogni crampo.

Jane
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view post Posted on 28/1/2023, 18:34
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Jane Read - Medimago - 18 anni
Se fosse riuscita ad arrivare viva alla fine di quella giornata – e con lei, anche il signor Powell – probabilmente avrebbe dovuto chiedere qualche giorno di pausa. Dal San Mungo, dai pazienti… forse anche dalla magia stessa? Sarebbe stato decisamente esagerato, eppure quanto tempo sarebbe stato necessario per scendere a compromessi con quello che stava scoprendo al prezzo di tutta quella sofferenza?
Il Mondo Magico tendenzialmente formava i suoi componenti fin dalla nascita, li spingeva ad affrontare le situazioni più particolari, gli imprevisti più strani: Hogwarts stessa era sempre pronta a testare le capacità dei propri studenti, a metterli alla prova e a volte, per puro divertimento del Caso, a farli scivolare tra le onde del pericolo e vedere se erano in grado di nuotare o se sarebbero semplicemente affogati. Lo aveva provato sulla sua stessa pelle più e più volte, la sua dannata curiosità aveva lasciato molto più di un segno e di un brutto ricordo nella sua mente, eppure ogni volta che ci ricascava non riusciva ad imparare la lezione.
Aveva forse osato troppo, e ora ne avrebbe pagato le conseguenze più amare?
Una scossa urente la distrasse dal turbine di dubbi e pensieri contro cui la sua mente stava lottando, riportando la sua attenzione sulla realtà e sull’origine delle sue incertezze: la cura del signor Powell.
Quei brevi istanti in cui aveva allontanato le mani dal corpo del paziente erano stati sufficienti a far riprendere l’avanzata delle linee scure lungo la pelle del mago, e a rendere vano il calore sempre più intenso che la strega aveva sopportato fino a qualche minuto prima. Lo stupore aveva presto abbandonato il suo volto e si era ritrovata ad alzare nuovamente le mani, ad apporle sopra le linee marmoree che ricoprivano la cute del paziente. Più veloce di uno Snaso alla vista di un prezioso tesoro, il dolore non aveva tardato a presentarsi e a infierire su di lei. Impietoso, irriverente, senza alcuna remora, il calore si faceva strada lungo le sue mani, strisciava sinuoso lungo le sue braccia fino alle spalle, senza concedere un solo attimo di tregua le mordeva la pelle.
Dagli occhi avevano iniziato a fare capolino le prime lacrime che Jane stava lottando per non far scendere lungo le guance, concentrandosi sulla visione acquerellata delle linee scure che lentamente sparivano dalla pelle del signor Powell: alle sue orecchie lo stridore del respiro dell’uomo iniziò ad arrivare sempre più lieve, poteva udire gli atti respiratori diminuire, allontanarsi dalla soglia del dolore e ritornare all’equilibrio.
Stava funzionando.
Se il dolore non stesse prendendo ormai il sopravvento sulle sue reazioni, probabilmente lo stupore l’avrebbe fatta scoppiare a ridere, seguito dalla meraviglia di quella scoperta così particolare. Niente bacchetta, nessun incantesimo, nessuna pozione: il male che aveva accolto Christian Byron Powell, la cui causa era ancora ignota – e probabilmente sarebbe rimasta tale ancora per un non definito lasso di tempo – aveva iniziato ad abbandonare il mago con la semplice imposizione delle mani. Non c’era stato ancora il tempo di chiedersi il come, nemmeno il perché, se altri lo sapessero fare, se era la normalità per ogni Medimago. I quesiti dovevano attendere un momento più consono: ormai nella mente di Jane non c’era spazio per altro che non fosse la sofferenza.
Le mani seguivano le strie nere lungo la pelle chiara del mago, si spostavano lungo il loro decorso a mano a mano che si affievolivano fino a scomparire. Ogni centimetro percorso, tuttavia, era una stilettata di malessere. Era giunta a livello del braccio destro del signor Powell quando un nuovo sintomo si fece spazio, e le mani della ex corvonero iniziarono a tremare convulsivamente, prese dagli spasmi. Ogni scossone si trasformava in una coltellata infuocata e spingeva la sua fragile resistenza sempre più vicino al punto dell'arresa. Quanto ancora sarebbe stata in grado di reggere prima di crollare?
Il suo corpo ormai si teneva in piedi solo grazie alla tensione che aveva paralizzato le gambe, la schiena contratta per il dolore, i muscoli delle braccia sempre più rigidi e le mani sul punto di perdere completamente la sensibilità.
Eppure, non si erano più allontanate dal paziente. Non sapeva se fosse a causa del dolore stesso che le rendeva impossibile qualsiasi altro movimento, non riusciva a spiegarsi quando avesse salutato l’istinto di salvaguardia e deciso di continuare. Nonostante la sofferenza, nonostante le lacrime che avevano iniziato a scivolare lungo le guance, Jane continuava a seguire i rilievi scuri che ricoprivano il suo paziente.
Un quesito però restava sospeso nell’aria: sarebbe riuscita a portare a termine il processo di cura, o sarebbe crollata prima?

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Le statistiche considerate sono quelle presenti in scheda alla data di apertura della quest - 30.10.2020.

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Chiedo infinitamente perdono per il ritardo.
 
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view post Posted on 14/2/2023, 18:54
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Il Fato

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Era fuor d'ogni dubbio quanto fosse semplice, il movimento che la Medimago stava compiendo. Affermare quanto fosse elementare, il gesto in sé, poteva dare l'idea di essere quasi scontato e banale. Nessun attento sventolio di bacchette. Nessun incantesimo adatto all'occasione. Nessuna pozione da somministrare. Non c'era stato niente di tutto questo.
Chi mai avrebbe pensato di utilizzare soltanto le proprie mani per curare? Chi mai avrebbe rischiato dando ascolto a quella piccola sensazione che suggeriva di tentare? Chi mai avrebbe provato ad agire in un modo che non aveva alcuna base scientifica? Chi mai avrebbe seguito una strana e ignota voce interiore che segnalava quanto in realtà, ciò che ci si accingeva a fare in quel momento, potesse essere rischioso?
Una follia. Una vera follia. Eppure, la semplicità del gesto d'imposizione delle mani era stata valutata, presa in considerazione. E questo, aveva poi comportato che quell'azione venisse messa in atto - e che si rivelasse in seguito, senza alcun dubbio, un'arma a doppio taglio. Se da una parte, appariva una mossa efficace nel raggiungere l'obiettivo di salvare la vita al paziente, dall'altra, la questione sembrava assai più complicata di così.
Mentre la condizione dell'uomo continuava a migliorare, la sua invece non smetteva di peggiorare. L'asticella - che indicava il livello a cui Jane Read arrivava - non faceva altro che sollevarsi sempre di più, verso una situazione di volta in volta più ostica. Man mano che il tempo passava, all'interno della stanza sterile del San Mungo, la Medimago scopriva su di sé sempre nuovi ed infidi problemi che si aggiungevano - uno dopo l'altro - ai precedenti. Era quasi come una corsa - il cui solo scopo pareva quello di giungere fino al picco più alto di un qualche percorso impervio.
Il traguardo, però, non possedeva in sé alcuna valenza positiva. A differenza di com'era solito accadere in queste occasioni - questo non stava per nulla ad indicare qualcosa di felice. O il coronamento di qualcosa. In questo caso, non significava nient'altro che il giungere fino ad un punto tale per cui il tutto sarebbe risultato ancora più insopportabile.
Proprio come il paziente era sembrato prossimo a raggiungere - qualche attimo prima dell'intervento della Medimago - il suo livello massimo di tolleranza, anche la giovane donna si trovava così vicina al punto di non ritorno. Mancava poco a quando avrebbe scoperto che il processo di cura le stava costando davvero troppo. Il prezzo richiesto era alto; e diveniva sempre più alto. Sarebbe anche potuta crollare da un momento all'altro: l'avrebbe trovato così facile, a dire il vero.
Malgrado la situazione sembrasse prendere - ad ogni istante - una piega sempre peggiore, la Medimago poteva tuttavia vedere in tutto questo un aspetto positivo: quanto lei stava affrontando pareva valere la pena. Sul serio.
Il movimento d'imposizione delle mani doveva essere in fondo valutato in relazione al notevole supporto che veniva fornito al paziente. Jane Read avrebbe continuato ad avvalersi di questo pensiero per farsi forza? Per proseguire?
Era stata una follia. E si era mostrato un bene, portarla avanti.
A seguito di un breve regresso, le eruzioni cutanee, sul braccio destro dell'uomo - quello sopra il quale l'ex-Corvonero teneva i palmi, parvero tornare a schiarirsi. Sembravano restringersi, fin quasi a scomparire. Lo stesso evento pareva capitare alle venature ancora in rilievo. In quel momento, le ferite sull'arto del paziente presero a rimarginarsi; e quelle più orribili e profonde, come quella sull'avambraccio destro, iniziarono ad assumere un aspetto più rassicurante. Parvero divenire più piccole, marginali e superficiali. Dopo essersi fermate, le linee sulla parte destra del collo presero a sottigliarsi e piano piano fecero per ritirarsi. Sulla pelle dell'uomo, vi era ancora del sangue secco che celava in alcuni punti le ferite e le vene. Mentre le mani della donna venivano spostate con difficoltà, seguendo quel reticolo scuro, questo si limitava a rendersi sempre meno visibile. Intanto, la temperatura del corpo scendeva ancora. Quando i palmi di lei fecero per passare sulla spalla per poi spostarsi sopra il busto - all'altezza del torace - la Medimago poté scoprire che il respiro del paziente iniziava a divenire regolare. Il torace si alzava e si abbassava: però il ritmo non era per nulla frenetico come prima. Nel compiere quei movimenti era stata acquisita un certa regolarità. Per quanto l'uomo stesse meglio, non si poteva ancora dire che fosse del tutto fuori pericolo. La sua condizione era alquanto precaria. Necessitava di essere stabilizzata; per farlo, era essenziale uno sforzo mentale in più, e in questa direzione. Prima, l'ex Erede di Priscilla aveva avuto modo di notare che il processo di cura veniva guidato solo dalle sue mani - e che, spostando queste ultime, la situazione dell'uomo sarebbe potuta tornare a peggiorare. Adesso, bisognava sforzarsi ancora un po' per far sì che alla fine la condizione di lui restasse una volta per tutte stabile.
Come ormai si era forse capito, il processo di cura portava con sé parecchi problemi. Non era affatto una cosa semplice. I crampi alle mani si facevano ancora sentire(-10PS); e facevano sembrare difficile alla donna tenere i palmi aperti. Erano forti, intensi. La sensazione di calore continuava a scivolare infido sotto la pelle, nella carne. Dalle spalle prese a propagarsi lungo il torace; e qualche istante dopo arrivò fino al ventre. L'intero busto ora era in fiamme. A causa di quel calore così forte(-40PS), la Medimago iniziò ad avere le prime difficoltà a respirare. Le sarebbe sembrato quasi di soffocare, in preda ad una strana claustrofobia. Avrebbe avvertito il desiderio e la necessità di piegarsi in due per quelle sofferenze; eppure si sarebbe trovata ad imporre a sé di proseguire con il processo di cura. Ad imporre al suo corpo di non lasciarla. Di non seguire ciò che avvertiva. E a quel punto il vero quesito sarebbe stato chiaro: la ferma decisione di salvare il paziente avrebbe avuto - ancora una volta - la meglio su tutte quelle sofferenze? La mente sarebbe riuscita a vincere la sfida contro le richieste del corpo? ll calore si faceva sempre più intenso. Così intenso da rendere la giovane donna parecchio vicina al punto in cui sarebbe crollata. Mancava davvero poco.

Jane
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Ottimo, molto bene! Ci avviamo verso la chiusura della Quest. Ora ti chiedo un post un po' più profondo. Concentrati ancora sul processo di cura: considera però che la condizione del paziente (sebbene stia migliorando) è ancora precaria. Inoltre, tieni conto che Jane sta soffrendo sempre di più. E' ad un livello tale per cui, le sofferenze che sta provando, stanno diventando insopportabili. So che ce la puoi fare!

 
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18 replies since 30/10/2020, 13:42   1556 views
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