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| Lucien Cravenmoore | 25 anni | colloquio di lavoro | Hogwarts | scheda Credeva di essere stato chiaro, di aver espresso il suo punto di vista verso qualunque angolazione si potesse studiare la situazione proposta. Era evidente che si era sbagliato se ancora la strega lo interrogava a riguardo, oppure desiderava indurlo a dire ciò che si aspettava che dicesse. Ma lui non era mai stato una pedina, aveva sempre fatto valere il suo pensiero cercando, eventualmente, esempi incontrversibili da parte di chi si prefissava di fargli contemplare una visione differente prima di accettare di poter cambiare idea o visione in merito a qualsiasi argomento. Non si trattava di arroganza poiché studiava e si informava molto sulle questioni prima di poter elaborare una propria linea di pensiero. Deglutì ed indurì appena i tratti in maniera velata ma per lui percettibile. «Le ho detto che se li vedessi in quel momento intrufolarsi li bloccherei subito, appena entrati, dove c'è meno margine di incorrere in rischi per la nostra incolumità. In questo modo avrei più speranze che tutto si risolva rapidamente e senza danni, cosa che non mi sarebbe garantita se spendessi minuti preziosi per cercare piuma e pergamena ed affidassi ad un gufo un messaggio per il Preside, che in un secondo momento verrebbe comunque informato dell'accaduto, anche se la cosa si risolvesse come enunciato. Se invece venissi a sapere che i ragazzi sono già dentro la foresta da un pezzo, mi attiverei immediatamente per cercare aiuto. Non ho l'arroganza di credermi immune alla pericolosità di quel luogo, tutt'altro, ma lavorandovi dovrei spendervi del tempo per ricoprire mansioni, imparando a conoscerla, per ottenere un vantaggio in casi come questi per la mia salvaguardia e quella di chi potrebbe avventurerare.» Non avrebbe mai desiderato ricevere l'ordine di portare gli studenti nella foresta per chissà quale missione o punizione, visto che già salvaguardare la propria pellaccia era una responsabilità non da poco. Lucien si morse il pollice, accanendosi sulla carne morbida. Se Lucille Darmont sperava che le ripetesse la versione che per ben due volte gli aveva paventato, non lo avrebbe ottenuto. Se la riteneva l'unica opzione possibile e l'unica corretta, si sarebbe mossa di conseguenza negandogli il ruolo e Lucien non avrebbe potuto fare altro che accettate la sua sentenza, conscio però di essersi mosso con coerenza. «Mi lusinga, Miss, che mi veda più tagliato per una professione canonicamente di prestigio o rilievo, dove non ci si deve sporcare le mani ed è possibile scalare vette sempre più alte. Ma vede, dopo aver letto tanti libri mi sono reso conto che apprendere di persona, mettendo in gioco sé stessi, con i rischi che ne conseguono, è il migliore insegnamento che si possa ottenere dalla vita e che un libro non può equiparare. Anelo a divenire il vostro guardiacaccia perché desidero applicare ciò che ho studiato nei libri, concretizzare gli insegnamenti avuti dalla vita e dalle precedenti esperienze lavorative e raggiungere un tipo di conoscenza che altri impieghi non mi offrirebbero. E mettere questo bagaglio al servizio di chi sta attraversando ora il percorso che ho seguito anni fa. Ho sempre visto il guardiacaccia come la persona che, con i limiti del caso e superando le proprie capacità, può dire se una teoria scritta in un libro è veramente efficace o resta applicabile solo all'interno di un sistema di variabili prestabilite; corre rischi e prende decisioni a cui la scuola non prepara, che porteranno a nuove conoscenze comuni.» Una ciclicità funzionale e stimolante per chiunque vi fosse coinvolto. Lucien non era come Hagrid, disponeva di un bell'aspetto che lo avrebbe visto meglio nelle pagine del Settimanale delle streghe, aveva una testa che gli avrebbe facilmente aperto strade meglio remunerate ed orari meno flessibili, poteva desiderare di crearsi una famiglia, un giorno, ed il mestiere per cui si era candidato avrebbe reso difficoltoso, se non impossibile, attuare un proposito di quel tipo. Aveva i propri demoni annidiati nel cuore, la consapevolezza di ciò che quel lavoro poteva concedergli e cosa sottrargli. E nonostante ciò continuava a desiderarlo.
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