Freedom, Colloquio Lucien Cravenmoore

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view post Posted on 8/12/2020, 08:38
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Lucien Cravenmoore | 25 anni | colloquio di lavoro | Hogwarts | scheda
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Credeva di essere stato chiaro, di aver espresso il suo punto di vista verso qualunque angolazione si potesse studiare la situazione proposta. Era evidente che si era sbagliato se ancora la strega lo interrogava a riguardo, oppure desiderava indurlo a dire ciò che si aspettava che dicesse. Ma lui non era mai stato una pedina, aveva sempre fatto valere il suo pensiero cercando, eventualmente, esempi incontrversibili da parte di chi si prefissava di fargli contemplare una visione differente prima di accettare di poter cambiare idea o visione in merito a qualsiasi argomento. Non si trattava di arroganza poiché studiava e si informava molto sulle questioni prima di poter elaborare una propria linea di pensiero.
Deglutì ed indurì appena i tratti in maniera velata ma per lui percettibile.
«Le ho detto che se li vedessi in quel momento intrufolarsi li bloccherei subito, appena entrati, dove c'è meno margine di incorrere in rischi per la nostra incolumità. In questo modo avrei più speranze che tutto si risolva rapidamente e senza danni, cosa che non mi sarebbe garantita se spendessi minuti preziosi per cercare piuma e pergamena ed affidassi ad un gufo un messaggio per il Preside, che in un secondo momento verrebbe comunque informato dell'accaduto, anche se la cosa si risolvesse come enunciato. Se invece venissi a sapere che i ragazzi sono già dentro la foresta da un pezzo, mi attiverei immediatamente per cercare aiuto. Non ho l'arroganza di credermi immune alla pericolosità di quel luogo, tutt'altro, ma lavorandovi dovrei spendervi del tempo per ricoprire mansioni, imparando a conoscerla, per ottenere un vantaggio in casi come questi per la mia salvaguardia e quella di chi potrebbe avventurerare.»
Non avrebbe mai desiderato ricevere l'ordine di portare gli studenti nella foresta per chissà quale missione o punizione, visto che già salvaguardare la propria pellaccia era una responsabilità non da poco.
Lucien si morse il pollice, accanendosi sulla carne morbida. Se Lucille Darmont sperava che le ripetesse la versione che per ben due volte gli aveva paventato, non lo avrebbe ottenuto. Se la riteneva l'unica opzione possibile e l'unica corretta, si sarebbe mossa di conseguenza negandogli il ruolo e Lucien non avrebbe potuto fare altro che accettate la sua sentenza, conscio però di essersi mosso con coerenza.

«Mi lusinga, Miss, che mi veda più tagliato per una professione canonicamente di prestigio o rilievo, dove non ci si deve sporcare le mani ed è possibile scalare vette sempre più alte. Ma vede, dopo aver letto tanti libri mi sono reso conto che apprendere di persona, mettendo in gioco sé stessi, con i rischi che ne conseguono, è il migliore insegnamento che si possa ottenere dalla vita e che un libro non può equiparare. Anelo a divenire il vostro guardiacaccia perché desidero applicare ciò che ho studiato nei libri, concretizzare gli insegnamenti avuti dalla vita e dalle precedenti esperienze lavorative e raggiungere un tipo di conoscenza che altri impieghi non mi offrirebbero. E mettere questo bagaglio al servizio di chi sta attraversando ora il percorso che ho seguito anni fa. Ho sempre visto il guardiacaccia come la persona che, con i limiti del caso e superando le proprie capacità, può dire se una teoria scritta in un libro è veramente efficace o resta applicabile solo all'interno di un sistema di variabili prestabilite; corre rischi e prende decisioni a cui la scuola non prepara, che porteranno a nuove conoscenze comuni.»
Una ciclicità funzionale e stimolante per chiunque vi fosse coinvolto. Lucien non era come Hagrid, disponeva di un bell'aspetto che lo avrebbe visto meglio nelle pagine del Settimanale delle streghe, aveva una testa che gli avrebbe facilmente aperto strade meglio remunerate ed orari meno flessibili, poteva desiderare di crearsi una famiglia, un giorno, ed il mestiere per cui si era candidato avrebbe reso difficoltoso, se non impossibile, attuare un proposito di quel tipo. Aveva i propri demoni annidiati nel cuore, la consapevolezza di ciò che quel lavoro poteva concedergli e cosa sottrargli.
E nonostante ciò continuava a desiderarlo.

 
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view post Posted on 12/12/2020, 16:52
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Il Fato

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La donna osservò con estrema intensità il suo interlocutore, come a voler cavare da lui ulteriori informazioni.
Sembrava come se non si fidasse, come se fosse restia a concedergli quel posto di lavoro ma, nella realtà dei fatti, era solamente interessata a capire se sarebbe cascato nel suo tranello.
Quello che aveva provato a fare in quella decina di minuti sull’uomo era punzecchiarlo su più fronti e cercare di capire se fosse una persona inflessibile.
Era quello che gli interessava maggiormente carpire dall’uomo per quella posizione perché erano quelle le caratteristiche che riteneva maggiormente utili in un guardiacaccia.
Come si poteva pensare di dare un ruolo del genere a qualcuno che non fosse risultato paziente? Come poteva concedere quel posto a qualcuno che sarebbe stato in grado di farsi ammorbidire da qualche studente?
Certo c’era da dire che lei qualche piccolo problemino lo aveva notato ed era legato per lo più ad aspetti personali dell’uomo. Chi gli poteva dare l’assoluta certezza che non avrebbe chiuso un occhio di fronte le pazzie della sorella? Chi gli garantiva che non fosse interessato solo ai passaggi segreti di Hogwarts ma anche ad altro?

Sospirando la donna lasciò scorrere tutti i suoi pensieri personali lontano da lei, per iniziare a meditare a cosa dire.
Era quella la parte che riteneva più stressante del suo lavoro, quel momento dove doveva raccogliere quanto detto e capire se fosse giusto lasciarsi andare e fidarsi di chi aveva davanti oppure restare ferma sulle sue idee.
Cercò di focalizzarsi sull’immagine del ragazzo per capire se potesse essere adatto a quel ruolo. Era in grado di essere un buon guardiacaccia? Quell’uomo curato, era in grado di stabilire un equilibrio all’esterno del castello?
Proprio in quegli attimi la donna lo osservò con maggiore interesse.

*Dimmi qualcosa*

Pensò.

*Convincimi. Ora.*

Senza ragionarci oltre, dopo l’intensa osservazione disse:

- Pensò che sia tutto.-

Il tono di voce risultò freddo, distaccato.

- Mr. Cravenmoore da oggi lei è il nostro nuovo Guardiacaccia. Non mi faccia pentire della decisione presa.-

Allungando la mano in direzione del ragazzo, sorrise, cercando di abbattere quel muro che lei stessa aveva creato durante il colloquio.
L’ex Corvonero non aveva peccato, aveva agito in maniera diretta e decisa, tanto che non le aveva lasciato molti margini di dubbi sul volerlo nel castello.
Lui poteva essere la persona adatta per quel ruolo, il personaggio che avrebbe potuto portare orgoglio all’assetto scolastico. Non poteva privarsene.




Bene, il nostro viaggio è concluso! Da oggi sei ufficialmente il Guardiacaccia di Hogwarts; fammi un bel post di chiusura per concretizzare la fine della role.
Per qualsiasi ulteriore dubbio mi trovi per Mp. A presto.
 
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view post Posted on 12/12/2020, 18:52
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Lucien Cravenmoore | 25 anni | colloquio di lavoro | Hogwarts | scheda
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Lucien Cravenmoore sostenne lo sguardo della segretaria, i cui modi spigolosi erano riusciti nell'intento di pinzare diverse sfaccettature caratteriali, scartavetrandole, smussandole ed espondone le ossa dure, inspessite dalle dinamiche con le quali il tempo lo aveva messo a confronto.
Quello che Lucille lesse fu il carattere che, ad oggi, si era plasmato attorno alle eleganti fattezze del mago, vestito con abiti modesti ma tronfio del percorso fatto sino a quel momento. Costellato di buche, di fallimenti e fantasmi evanescenti, grazie ai quali, però, era riuscito a crescere. Ma anche di vittorie, soddisfazioni personali ed accadimenti pregni di gioia.
Il suo essere imperfetto avrebbe potuto rivelarsi la chiave singolare per un guardiacaccia che, sotto molteplici fronti, si discostava dal ricordo del buon vecchio Hagrid, ma che forse avrebbe potuto eguagliarlo in entusiasmo, dedizione lavorativa e buoni principi.
In quel momento egli come non mai avrebbe desiderato castare un Legilimens per sondarle la mente, capire fino a che punto avrebbe dovuto patire quell'ansia aggravata da un'attesa sfibrante. "Pensò che sia tutto."
A quelle parole il suo cuore perse un battito. Dunque? Quale sarebbe stato il suo destino lavorativo? Era riuscito ad arrivare in cima a quelle irte scale a chiocciola che, come le spire di un serpente, si stringevano sempre di più? Oppure si era solo crogiolato nell'illusione di poterci riuscire ed era stata solo una dolce illusione?
Lucien deglutì a vuoto, sospeso in quel tempo che appariva dilatato all'estremo.
Ma infine, con una freddezza che forse trasudava la solennità di quel momento, l'ex Corvonero -che aveva lasciato il cuore tra quelle mura- udì le parole che aveva tanto auspicato di udire.
Il suo volto si illuminò e lo shining del trionfo balenò nelle iridi oceaniche. Ma a parte questo non si scompose.

«La ringrazio, Miss Darmont. Non avrà di che pentirsene, glielo assicuro.» asserì restituendole un sorriso a trentadue denti ed una stretta vigorosa, ma attenta a non lederle la mano resa fragile dal tempo.
Intimamente gioiva di quel traguardo che gli garantiva il ritorno a casa, poiché solo Hogwarts gli aveva offerto quella genuina sensazione che nessun altro luogo era riuscito a trasmettergli fino a quel giorno.
Le proprie parole si inzaccheravano della convinzione di poter prestar fede all'impegno preso, conscio che avrebbe fatto del suo meglio per non deludere i colei che lo aveva fregiato della propria fiducia.

 
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