| PS 289 | PC 226 | PM 254 • EXP 47.5 | Per un istante che pare durare un'eternità, Thalia esamina i resti animali e si isola completamente dallo scenario che la vede coinvolta. Quanto si è immaginata, mano a mano che avanza verso il punto in cui le carcasse sono ammonticchiate, prende forma davanti ai suoi occhi molto velocemente: zampe, occhi e interiora sono accumulate in un unico punto; nell'osservare la scena accucciata in precario equilibrio sulle punte dei piedi, si chiede se non siano state posizionate a quella maniera da mano umana - dopo la scoperta dell’attacco - o se il tutto sia stato malamente assemblato prima o durante il misfatto. I Centauri, antropomorfi soltanto per metà, faticherebbero a raccogliere delle carcasse dal terreno senza chinarsi del tutto con le zampe anteriori. Abili cacciatori, pensa, non sono adatti a raccogliere qualcosa dal terreno. La neve, inoltre, non l’aiuta a scorgere le tracce di zoccoli, indicative del loro passaggio sulla scena del crimine. Sospira rabbiosamente e si concentra invece sul liquido viscoso e verdastro che cola da alcune parti animali accatastate alla bell’e meglio. Il veleno di Acromantula è secondo soltanto a quello di Manticora, per quanto ne sa, e ricorda ben poco dei suoi usi - analizzati brevemente al primo anno; eppure, è certa che un veleno tanto potente, capace di paralizzare una preda, sia deleterio per le colture stagionali portate avanti dal Guardiacaccia. A meno che non si tratti di miscele apposite a scacciare i parassiti, il veleno di Acromantula è stato usato appositamente per lasciar perire il futuro improbabile, ormai, raccolto. Perché? Quella domanda non fa altro che frullarle nella testa e non capisce il senso di quanto i suoi occhi osservano. I Centauri vivono in pace tra loro nella Foresta, mantenendo un rapporto di distanza sicura dal Castello, così come gli Studenti si approcciano di rado alla boscaglia. Il Guardiacaccia, da buon mediatore, monitora il confine e si assicura che nulla entra od esca dalla Foresta. Perché attaccare proprio la Capanna, l’ultimo - e al contempo il primo - avamposto di civiltà tra la Scuola e i Centauri? Qual è il motivo di tanto accanimento? Le sembra quasi di rivedere davanti agli occhi le righe dei manuali di Storia della Magia e il commento di Peverell, secondo il quale oltre a numerose leggi a regolare i rapporti tra Creature di siffatta intelligenza - quasi umana - e i Maghi, vige anche un regolamento non scritto secondo cui gli uni non debbano intralciare l’esistenza degli altri in modo significativo. La Foresta è il loro regno, perché minare la sicurezza di quanto è al suo esterno? «Pericolo.» sussurra, quasi in risposta al proprio ragionamento. E se tutto quanto fosse stato dettato dall’esigenza dei Centauri di gridare aiuto, non per la loro salvaguardia, ma per la loro? Tornerebbe tutto: non sarebbero più i Centauri ad uccidere gli esemplari di Acromantula e non sarebbero loro a rischiare di entrare in contatto col potente veleno. A meno che… non abbiano fatto altro che trascinare nel recinto delle zucche quanto è stato trovato nella Foresta. E come farle trovare se non attaccando, senza colpo ferire, l’ultimo baluardo? Il ragionamento filerebbe anche meglio se supportato da prove concrete, ma per il momento quell’ipotesi è tutto ciò che lei e Mary hanno a disposizione. Non può sapere se la sua intuizione sia giusta e, nonostante un moto di speranza si sia acceso - facendole spuntare una smorfia compiaciuta sul volto infreddolito - manca ancora un passaggio. Le frecce. Il cerchio che non solo circonda la proprietà, ma anche le carcasse. Il primo è un comunissimo scavo nel terreno. Il secondo pulsa del medesimo alone color rubino che avvolge le frecce incriminate. E’ a quel punto che la smorfia scompare e lo sguardo si sposta velocemente tra il cerchio intorno alla proprietà e quello luminescente sulle carcasse: se quanto hanno supposto in precedenza è corretto - ovvero che si tratti di un incanto atto ad isolare le prove dell’assalto dall’intervento esterno - allora lei e Mary potrebbero non essere sole. Trattiene il respiro e istintivamente s’irrigidisce: potrebbero essere le uniche visitatrici estemporanee della Capanna, poiché chiunque abbia fatto saltare l’anello di sicurezza potrebbe essere arrivato prima di loro ed aver abbandonato il campo; oppure - ed è lo scenario peggiore - sono arrivate contemporaneamente o subito dopo l’intruso. Se così fosse, l’unica difesa dall’essere scoperte potrebbe essere il nero mantello che entrambe portano sulle spalle e la cosa non le piace per niente. Facendo perno sulle punte dei piedi, evitando accuratamente di volgersi interamente alla Capanna, Thalia cerca Mary, della quale scorge appena il profilo da quella posizione: vorrebbe dirle quanto ha scoperto, ma la Grifondoro è ancora concentrata sui suoi obiettivi, le frecce sulla porta e lo stato della Capanna, finché finalmente non si sporge e l’espressione sul suo viso non la mette in allarme. Gesticolando e sillabando parole appena comprensibili, le sta forse dicendo di spostarsi? Incerta sul significato del labiale, ma forte del fatto che l’espressione facciale racconti tutto ciò di cui hanno davvero bisogno per intendersi, Thalia annuisce e gesticola con la mano libera per farle cenno di aver capito le sue intenzioni, mentre per un attimo la sua paura diviene realtà. Qualcosa si muove, forse, nella Capanna? Non le resta che provare a spostarsi, mantenendo la posizione abbassata, fino ai gradini che danno accesso alla porta secondaria sul retro. Quante volte è passata di lì chiedendosi a che cosa potesse servire, vista la breve distanza tra l’orto e l’abitazione? Adesso, forse, tutto ha più senso. Smilzo si muove nel taschino dell’uniforme, infastidito dagli scossoni che i suoi movimenti causano disturbando il suo sonno, ma per quanto sia dispiaciuta Thalia non può evitare di essere quanto più agile possibile. Cerca di appostarsi rasente al muro e alle scalette, dal lato in cui la porta - una volta aperta - possa mostrarle chiaramente chi o che cosa si trovi all’interno della Capanna. Qualsiasi cosa avvenga, Thalia è in posizione. Stringe l’elsa della bacchetta di salice con decisione, sperando di non doverla utilizzare. Poi, non le resta che attendere.
Inventario&Conoscenze Oggetti:
Bacchetta - Legno di Salice, Crine di Mooncalf, 10 Pollici, Elastica Ciondolo Capello di Veela - incanta l'avversario in quest per un turno 1 Fiala di Decotto al Dittamo
Incantesimi:
I Classe - Completa II Classe - Completa + Orcolevitas III Classe - Completa + Iracundia IV Classe - Completa + Circumflamma, Colossum, Ignimenti, Neptuno V Classe - Flagrate, Expecto Patronum, Plutonis, Cave Inimicum, Exhalo, Candends/Candens Missìle, Aliquid Condensare, Heolo benedici, Deprimo VII Classe - Legilimens I Classe Chiara - Atlantis Cage, Rituale Perfetto
Incantesimi Alchemici: Langue Verte
Vocazioni:
Legilimens Apprendista (I Livello) Occlumante (II Livello) Elementalista Inesperta (I Livello) (Acqua)
Thalia porta con sé anche Smilzo, un Asticello che possiede da qualche mese.
| Riassunto & Danni Thalia esamina con cura i resti animali, soffermandosi sugli aspetti tecnici che possono aver portato i Centauri a compiere un gesto simile: valuta l’ambiente e le proprietà del veleno, richiamando alla memoria nozioni apprese nel corso degli anni scolastici precedenti. A quel punto si accorge degli aloni rossi intorno alle carcasse e il ragionamento la riporta a monte, ovvero alla possibilità che si tratti di un incanto atto ad isolare le prove e che, se non esistente attorno alla proprietà, questo significa implicitamente che l’incanto è stato sciolto e l’unica traccia della sua esistenza è costituita dal solco nel terreno. L’idea che si fa, dunque, è che non siano sole, o che perlomeno qualcuno sia arrivato lì prima di loro. Non agisce in alcun modo, in definitiva, lasciando a Mary il compito di direzionare le loro azioni. Da qui in avanti è tutto estremamente ipotetico: la comunicazione col labiale di Mary verso Thalia, Thalia che si sposta a carponi e poi si posiziona sulla porta secondaria della Capanna per cogliere in flagrante il probabile intruso.
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