Una brioche può salvarti la vita, Role privata con Richard John Lionheart Lackland

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view post Posted on 29/11/2020, 22:32
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Il giovane Serpeverde ascolto la sua amica.

"Beh non sapevo! Beh ora lo so e appena possibile andrò a cercare il docente e gli farò vedere il medaglione e chissà magari sarà un buco nell'acqua ma è meglio di niente!"

Quindi senti le domande:

"Beh ci sono cose che un ragazzo babbano si abitua e qui non ci sono, ad esempio guardare la TV una scatola che permette di vedere programmi da tutto il mondo, vedere la propria famiglia che usa macchina o altri mezzi di locomozione, vedere i giornali .... poi una domanda anche i maghi hanno bambole, puzzle e macchinine con cui giocare?"

poi si fermò un momento.

"Difficile ... per me sono importanti tutti e due, perchè tu hai problemi in famiglia? A me puoi dirlo manterrò il segreto però non conosco nessun spicologo da cui puoi andare per farti aiutare!"

quindi attese una risposta.
 
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Narcissa Miller
view post Posted on 30/11/2020, 07:44




Narcissa Elodie
Miller
«O forse a Serpeverde, ragazzi miei, voi troverete gli amici migliori, quei tipi astuti e affatto babbei che qui raggiungono fini ed onori!»

► Mood: Happy► Età: 12 anni ► Ruolo: Studentessa► Outfit: Divisa di Serpeverde

N
arcissa ascoltò le parole di Richard. La discussione sul medaglione sembrava essere stata proficua e adesso la curiosità di sapere se il suo cimelio nascondeva qualche messaggio segreto ardeva in lei. Narcissa si sistemò sulla panca, sedendosi a cavalcioni e appoggiando il gomito destro sul tavolo, in modo tale da potersi sorreggere la faccia col dorso della mano.
"Beh, ma ti piace la televisione?" domandò Narcissa con diffidenza.
Lo scrutò con attenzione per percepirne anche solo il minimo tentennamento. Lei conosceva la televisione, in fondo suo padre ne nascondeva una nella sua bottega da falegname e sua nonna paterna viveva praticamente incollata allo schermo ogni volta che tagliuzzava qualcosa da buttare in padella. Per non parlare poi dell'enfasi che accompagnava al mattino il notiziario del giorno. Anche la macchina non le restava indifferente: suo padre aveva una vecchia Alfa 159, una di quelle vetture che appena uscita dal concessionario faceva gola a diverse persone, ma che ora non era altro che una berlina attempata ma pur sempre ligia al suo dovere.

"A me non manca niente di tutto questo" si lasciò sfuggire con un'alzata di spalle, prima di maledirsi per aver usato quelle parole. Sperò che Richard attribuisse quel commento alla leggerezza con cui soleva parlare dei babbani, della serie 'figurati se mi possono mancare cose babbane quando qui siamo così... magici'. Per evitare fraintendimenti, però, Narcissa preferì specificare.
"In fondo, perché usare una macchina e fare colonne in mezzo al traffico di Londra quando si può aggirarlo in diversi modi?"
Lo disse assumendo un tono quasi complice, a voler dire 'prova a contraddirmi'.
"Anzi, se i babbani potessero farlo credo proverebbero subito, altrimenti perché nei giochi che danno ai loro bambini ci sono anche bambole che viaggiano su scope volanti?" aggiunse con convinzione, memore delle parole del padre che, una volta scoperta la comodità della metropolvere e delle scope, in più circostanze se n'era avvalso al posto della vecchia ammiraglia di famiglia.
Narcissa restò in silenzio qualche istante, giusto il tempo di concedere a Richard il tempo di incamerare le sue parole, digerirle e replicare. Spiegò anche che i maghi avevano giochi, ma che se alcuni coincidevano con quelli babbani, altri invece erano del tutto prerogativa del mondo magico,come le gobbiglie o gli scacchi magici.
Tuttavia la conversazione prese una piega inaspettata. Da quando il dubbio che l'assillava aveva preso vita, tutta l'attenzione era virata su di lei. La domanda che aveva posto al compagno forse era stata un po' troppo personale e intima per poter adesso evitare di rispondere. Narcissa boccheggiò appena, rendendosi conto di essersi appena invischiata da sola in un argomento piuttosto spiacevole da affrontare. Amava parlare di sé stessa, ma non delle sue disgrazie. E anzi, pensava che Richard prendesse la sua domanda in riferimento a quanto s'erano appena detti, e cioè che era figlio di genitori adottivi e che quindi l'affetto nei loro confronti, secondo Narcissa, poteva essere differente rispetto a quello verso i genitori biologici. Sospirò però nel constatare che Richard forse aveva più sensibilità e intuito di quanto avesse preventivato. L'aveva scoperta, insomma. Aveva capito che aveva posto quel quesito perché in fondo desiderava sentirsi dire qualcosa di specifico. Narcissa distolse lo sguardo momentaneamente, fossilizzandosi su Cupo Mietitore.

"No, no, nessun problema!" si affrettò a rispondere a Richard, sperando di risultare il più convincente possibile. Sperava di dargliela a bere, anche perché l'unico a conoscenza del suo segreto era Draven: nessun altro compagno, nemmeno di Serpeverde, aveva idea di cosa le fosse successo a casa. E Draven lo sapeva giusto perché s'era ritrovato con lei nel posto sbagliato al momento sbagliato. O forse ancora, il gufo di Helena Cooper era arrivato in un momento decisamente inopportuno.
"No, non mi serve nessuno pisco...picso...spico...beh, insomma, quello che hai detto" - esordì poi, incespicando sulla parola 'psicologo', il cui suono le riusciva di difficile pronuncia - "mia madre è una persona fantastica. Forse a volte non è propriamente affettuosa o dolce come ci si potrebbe aspettare, ma so che è una brava persona. Tutto quello che voglio me lo compra, tranne..." - e lo sguardo ricadde immancabilmente sull'amico quadrupede di Richard - "un gatto, perché lei odia i gatti. Da bambina è stata graffiata dalla micia di mia nonna. Mia nonna però ancora ha un gatto".
Così disse e per il momento evitò di accennare a suo padre. Secondo i dettami di nonna Elodie, il padre era ricoverato al San Mungo, in preda a un'irreversibile pazzia. Era stato un mago purosangue di alto rango, nobile e di bell'aspetto che era rimasto vittima di un 'misterioso incidente' durante un 'viaggio di lavoro'. Non si doveva però mai menzionare cos'era successo, né che tipo di mansione svolgesse il buon Miller. Narcissa doveva mantenersi vaga, limitandosi a rispondere di essere troppo giovane per ricordarsi l'accaduto e di provare troppo dolore per provare a chiedere informazioni in casa. L'insabbiamento di nonna Elodie, sino a quel momento, aveva funzionato alla perfezione. Nessuno a Hogwarts conosceva la verità, nemmeno Draven. Però Richard le aveva garantito che avrebbe mantenuto il segreto. Poteva fidarsi? Di dirle che era mezzosangue no, non si fidava. Ma poteva dirgli che era sparito in circostanze misteriose? Decise che, prima di avventurarsi nel dipanamento della matassa, avrebbe indagato più a fondo sulla sincerità di Richard.


 
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view post Posted on 30/11/2020, 22:52
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Il fiero adottivo ascoltò la sua amica e si prese un attimo per pensare.

"Beh in effetti due mondi complessi e distanti ma che hanno seguito una strada in comune si sono evoluti!
Comunque io resto dell'idea che ormai il tempo della santa inquisizione e della follia dei roghi è finita e possiamo diventare un tutt'uno!"


poi si calmo

"Beh è un peccatto! sai io potevo scegliere tra gufi, gatti e rospi .. ma rospi non sapevo che farmene, un gufo non avevo i permessi ma un gatto passa abbastanza innoservato e posso tenermelo a casa e crescerlo tranquillo!
Cosi ho preso cupo mietitori e dall'allora mi ha fatto compagnia!"


detto questo accarezzo il suo amico e sorrise.
 
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Narcissa Miller
view post Posted on 8/12/2020, 12:34




Narcissa Elodie
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A
scoltò le parole di Richard con interesse, cercando di provare a capire la sua posizione. Ma da quando aveva capito quanto la magia semplificasse la vita, le abitudini babbane a cui la sua famiglia paterna l’aveva abituata iniziavano ad andarle piuttosto strette. Perché pedalare furiosamente con la bicicletta o suonare il clacson con insistenza in mezzo agli ingorghi quando la metropolvere portava ovunque in meno della metà del tempo e in piena sicurezza? Narcissa sbatté le ciglia un paio di volte, prima di scrollare la testa per dissentire.
“Non credo potremmo mai vivere uniti, ci sono troppi pregiudizi” disse con convinzione, prima di aggiungere frettolosamente “da entrambe le parti, non voglio parteggiare né contro un mondo, né contro l’altro”.
Sospirò appena e prese un bicchiere di succo di zucca che si materializzò sul tavolo. Lo sentì scendere lungo la gola, era ristoratore, fresco e dolce. Andava giù che era una meraviglia. Narcissa assaporò ogni goccia di quel nettare di frutta, finché non vide il fondo cristallino del bicchiere.
“Io ho la mia civetta su, in guferia, di tanto in tanto lo vado a trovare. È comodo avere un gufo, perché così consegna le lettere, però a volte mi sento in colpa a lasciarlo lassù tutto solo” ammise abbassando lo sguardo e rendendosi conto che quella mattina non aveva ancora portato da mangiare al suo pennuto di fiducia. In verità, la civetta nemmeno s’era presentata in Sala Grande, il che lasciava a intuire che non avesse cattive notizie, almeno non quella mattina.

“Stamattina non l’ho ancora vista, quindi immagino di poter essere autorizzata a sentirmi sollevata da ogni cattiva notizia” concluse Narcissa abbozzando un sorriso.
A quel punto però le venne in mente una domanda da fare a Richard. Lei non s’era mai posta il problema, poiché le lettere che spediva finivano tutte al maniero di nonna Elodie o alla villetta a Londra, ma suo papà, per quanto babbano di nascita, ormai era tanto abituato alle modalità di comunicazione magiche da trovare assolutamente normale vedere qualche gufo far capolino da dietro le tende. Ma i suoi nonni non sapeva come facessero a comunicare con Laurent quand’era studente.

“Richard, scusa la domanda idiota” esordì cauta “ma con i tuoi come comunichi? Cioè, intendo dire, i gufi possono essere inviati dai tuoi anche se vicino abitano babbani del tutto ignari della nostra esistenza?”
Per una volta non c’era pregiudizio nel suo tono di voce, ma solo sana curiosità. Aveva più volte sentito parlare dello Statuto Internazionale di Segretezza dei Maghi, ma come facevano i nati babbani a rispettarlo nel pieno delle regole, senza mai destare sospetti? La curiosità a quel punto prese il sopravvento.




// mi scuso ancora per il ritardo, avevo perso la notifica
 
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view post Posted on 11/12/2020, 19:23
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Scusa per il ritardo! Chiedo ancora scusa!


Il giovane serperverde ascoltò ciò che diceva la sua amica ascoltando i suoi dubbi.

"Beh dovremo solo provarci! infondo se non si prova e riprova non si riuscirà mai a combinare qualcosa!"

poi senti la domanda.

"Beh è facile ... basta prendere un gufo dalla guferia e loro sanno come passare inosservati e quindi mantenere i contatti anche se solo io posso mandare qualcosa a casa serto grazie ai gufi a risposta si riesce anche a mantenere i contatti però mi manca parlare con i miei!"

poi ripenso ad alcune cose.

"Beh come dicevano sanno cosa studio e come va? La tua famiglia invece cosa sa di questo posto?"
 
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Narcissa Miller
view post Posted on 12/12/2020, 17:40




Narcissa Elodie
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arcissa finì di sorseggiare amabilmente il suo succo di zucca, annuendo di tanto in tanto alle parole di Richard per trasmettere con chiarezza che lo stava ascoltando. Il ragazzo sembrava fiero d'essere cresciuto tra i babbani e per un certo istante Narcissa provò un moto di disgusto nei suoi confronti, per essere sempre arrivata a dover denigrare immancabilmente il suo "lato babbano", come amava definirlo suo padre. Eppure nonna Elodie era stata tassativa: a Hogwarts nessuno doveva sapere il suo segreto e lei temeva nonna Elodie, perciò non faticava a conservare il segreto, spinta anche dal reverenziale timore che la guidava nei suoi confronti.
Ascoltò anche con celato interesse il discorso sui gufi, cercando di immaginarsi la faccia di sua nonna paterna nel vedersi recapitare gufi invece che aprire al solito sorridente e paffuto postino a cui era abituata. Narcissa aveva conosciuto il postino in un caldo pomeriggio di maggio, quando il ragazzo, che aveva da poco cominciato quel mestiere, aveva bussato alla porta perché non trovava il campanello. Suo nonno aveva riso di gusto, scusandosi perché a furia di rimandare l'attività di giardinaggio il campanello s'era ritrovato invischiato in un risucchio di rami e foglie. In pratica, la salvia di sua nonna l'aveva inghiottito. Il postino da allora aveva imparato a rovistare tra le spezie profumate e a consegnare buste e pacchi provenienti da ogni angolo dell'Inghilterra.

"Dev'essere strano vedersi i gufi fuori dalla finestra se non ci si è abituati, no?" constatò la Serpeverde, che sembrava comunque incuriosita verso la "babbanosità" dei genitori di Richard. In un certo senso le ricordavano una parte delle sue origini, o per meglio dire il lato dal quale lei si ostinava a rifuggire.
Tuttavia, quando il discorso si spostò su di lei abbassò lo sguardo. Era arrivata la domanda che temeva e che non avrebbe saputo come affrontare. Doveva essere onesta con lui o mentire come aveva fatto con tutti gli altri? Per quanto poco prima lui stesso le avesse detto esplicitamente di potersi fidare di lui, perché non avrebbe mai rivelato i suoi segreti, chi le garantiva che uno 'scoop' tanto grande sarebbe rimasto sepolto e dimenticato nella sua memoria? Narcissa lo scrutò in silenzio qualche istante, domandandosi se fidarsi o se continuare a recitare la solita parte. Senza indugiare troppo, alla fine operò la sua scelta.

"Beh, sì, mia mamma sa di Hogwarts e anzi è stata una Serpeverde come noi. Anche mia nonna e mio nonno, cioè i suoi genitori. Erano tutti fieri quando ho spedito a mia nonna la lettera con il lieto annuncio. Sai anche cosa ha fatto mia nonna? Mi ha fatto un regalo importante perché ha detto che stavo mantenendo viva la tradizione di famiglia".
Così rispose, scegliendo alla fine di non scalarsi a rispondere in maniera esplicita, né di mentire. Aveva semplicemente glissato su suo padre, dando per scontato che Richard arrivasse a intuire che, molto probabilmente, come tutti i Serpeverde s'erano trovati tra loro e che tutto il resto fosse storia. Sperava che l'ingenuità di Richard e la sua scarsa conoscenza del mondo magico lo portasse a ragionare per stereotipi, almeno non avrebbe dovuto fornire spiegazioni scomode e per lei dolorose.
*Speriamo in bene* si limitò a pensare, accennando un sorriso incoraggiante.
"L'unica cosa che ha disturbato mia nonna sono stati i miei voti... all'inizio non mi applicavo tanto, ma poi mi ha minacciata e ho dovuto fare sul serio" aggiunse, cercando di deviare l'attenzione su altro che non fosse la storia della sua famiglia. E visto che Richard aveva parlato di scuola e di studio, quale argomento migliore se non i corsi che entrambi avevano in comune?




Figurati, anche io la scorsa volta ti ho fatto aspettare tanto, mea culpa! :)
 
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view post Posted on 24/12/2020, 09:21
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ci credi che per un qualche strano motivo la risposta non era partita? E mi ero dimenticato di rispondere?


Il giovane adottivo ascoltò la ragazza e sorrise tristemente.

"Beh credo che dovrebbe essere felice!
A meno che tu non sia una somara ogni buon voto dovrebbe essere motivo di gioia!
I miei vorrebbero gridare al mondo cosa so fare ma le regole c'è lo vietano, però m'incoraggiano a seguire la strada dela mia vita!
Anche se mi sono assicurato che non tentassero scherzi come cancellare la memoria ai miei genitori!"
 
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Narcissa Miller
view post Posted on 24/12/2020, 10:26




Narcissa Elodie
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arcissa inclinò appena il capo in avanti, rimpiangendo per un solo istante di non aver avuto una famiglia comprensiva e poco attenta all'apparenza com'era invece quella di Richard. Sua nonna - e di riflesso sua madre, che ultimamente non faceva che pendere dalle labbra della genitrice - s'era rivelata sin da subito una donna severa ed esigente, che si aspettava che Narcissa restituisse sempre il meglio di sé. Lei aveva attribuito questo suo comportamento al fatto che la donna non appoggiasse alcune decisioni prese in passato dalla madre, ma forse c'era anche dell'altro. Probabilmente Helena Cooper non era mai stata un asso a scuola e quindi nonna Elodie sperava che almeno la nipote la gratificasse con qualche voto degno d'essere ricordato. Eppure nella ricordella la nonna era stata chiara: 'Narcissa, non te lo ripeterò una seconda volta, perché allora agirò e sai che non ho paura di farlo. Alza quei dannati voti e non farmi vergognare di averti come nipote'. L'urlo aveva rimbombato nella stanza della Guferia e quel giorno Narcissa aveva ringraziato ogni santo possibile e immaginabile per non averle inferto quell'umiliazione al tavolo della sala grande. Se fosse accaduto a colazione probabilmente ne avrebbe sofferto come una bestia e avrebbe provato una vergogna inaudita, che sicuramente non avrebbero giovato al suo precario stato emotivo legato ai suoi disturbi di bulimia.
Sospirò prima di tornare a concentrarsi su Richard.

"Sai, non è così facile. Mia nonna non è cattiva, ma è molto ambiziosa. Vuole che la sua vita sia perfetta e per esserlo anche la mia e quella di mia madre non può essere diversa. Se sbagliamo noi, infanghiamo lei, facendole perdere poi la sua reputazione all'interno della comunità magica".
Non era certa che Richard, visto che era cresciuto in un contesto completamente differente, potesse comprendere il loro punto di vista. Chiunque avesse sentito una risposta come quella che lei aveva appena dato non avrebbe esitato ad etichettare nonna Elodie come una vecchia fanatica, carica di frustrazione che scaricava sulle spalle delle sue eredi. Ma per Narcissa il suo atteggiamento era ormai tanto ovvio e scontato che nemmeno metteva in dubbio il fatto che potesse esserci all'interno qualcosa di sbagliato o comunque di esasperato fino all'eccesso.
"Ci sono volte in cui mi domando se la mia vita non avrebbe potuto essere diversa, però mi sembra di offendere la mia famiglia. Ecco, ho detto una cosa tanto stupida che adesso dovrei fare come Bill: alzarmi e prendere a capocciate il muro".
Sorrise con una punta d'amarezza, sentendosi in colpa per aver messo in dubbio la sua famiglia e la sua integrità. C'erano cose che non riusciva - o non voleva - spiegarsi riguardo ai Cooper e che per comodità aveva sempre accettato passivamente, evitando di cambiare la situazione o di chiedere spiegazioni che in qualsiasi caso non avrebbe ricevuto.

"Non sembra, ma mia nonna è brava. Mi compra sempre tutto quello che desidero. Non vuole che io sia triste, quindi quando voglio qualcosa me lo regala. Anzi, spesso mi dice di comprare quello che mi piace e di lasciare al negoziante il suo nome così poi passa a pagare. La conoscono tutti mia nonna, è tipo, come dire... famosa?"
Aggrottò appena la fronte, chiedendosi se 'famosa' fosse il termine più adatto per descriverla e ne dedusse che 'conosciuta' sarebbe stato decisamente più appropriato. Ma era certa che Richard potesse intuire quello che avrebbe voluto trasmettere nella sua goffaggine linguistica. Restava pur sempre una studentessa di dodici anni che ancora non padroneggiava al meglio tutte le strutture morfologiche e sintattiche, motivo per cui glissò su quella piccola ma innocente gaffe.
"So che mi vuole bene, perché se non mi volesse bene non spenderebbe soldi per me. Per gli altri parenti non spende soldi perché dice che sono gente inutile e pidocchiosa" aggiunse, con l'obiettivo di mettere in miglior luce sua nonna e restituire un'immagine di lei più magnanima e attenta nei suoi confronti. A poco sarebbe servito farle notare che invece aveva contribuito a farla sembrare ancor più egocentrica ed egoista.


//No problem, non scappo tanto ;)
 
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view post Posted on 4/1/2021, 14:58
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scusa ero a corto d'idee e poi mi è passato di mente .. spalando neve tutto il tempo


Il giovane adottivo ascoltò l'amica.

Ah ho capito!
Non posso aiutarti sai io e la mia famiglia non siamo legati a concezioni quali nobiltà e sangue!
Beh del resto io non ho mai conosciuto qualcuno di quei lord nobili e ricchi che si vedono talvolta in TV e nessuno dei miei famigliari li conosce o sa dove si possono trovare!
Quanto alla fama di tua nonna ... ahimè ammetto di non avere la più pallida idea di chi diavolo sia!"


il giovane quindi decise di cercare di aiutare.

"Beh se tua nonna ti aiuta allora puoi perdonare il suo carattere ... io non so cosa dire ... già sono un adottivo e poi sono l'unico ad avere poteri magici cosi anche se so che mio padre e mia madre sono li per aiutare devo seguire la mia strada da solo!
Tuttavia come ho detto io conosco poco il mondo magico .... e preferisco restare attaccato al mondo babbano!"


quindi sorrise calmo e tranquillo!
 
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Narcissa Miller
view post Posted on 5/1/2021, 14:17




Narcissa Elodie
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U
n velo di malinconia si frappose tra lei e Richard. Ogni volta che si parlava della sua famiglia non riusciva a fare a meno di intristirsi e di temere che anche solo una parola di troppo avrebbe potuto far crollare il suo castello di bugie. Sua nonna Elodie non glielo avrebbe perdonato, nemmeno se il tutto si fosse incrinato davanti a Richard, la persona più pacata e discreta dell'intero dormitorio di Serpeverde. Aveva ormai intuito, dopo lo scambio di battute che s'era venuto a creare tra loro, che il concasato non era il genere di persona che si sarebbe deliziato a diffondere segreti e debolezze personali, ciò nonostante la paura che nutriva nei confronti di sua nonna vinceva su tutto e impediva alla sua lingua di sciogliersi a dovere. Forse, se si fossero ritrovati in un contesto diverso e più intimo, come ad esempio la Sala Comune di Serpeverde, lontano da orecchie indiscrete, tutto sarebbe stato più semplice. Ma a Hogwarts tutti avevano le orecchie dappertutto, anzi, aveva persino sentito parlare di orecchie che permettevano di origliare meglio le conversazioni. E visti i nemici (o nemiche, per meglio dire) che s'era costruita negli ultimi tempi, mantenere riserbo su certe questioni personali le sembrava un'opzione più che valida da tenere a mente.
Narcissa sorrise vagamente in direzione di Richard, ringraziando il cielo che il ragazzo non conoscesse sua nonna, nemmeno per fama. Questo le rendeva possibile provare a sbilanciarsi un pelino più del previsto.
"Mi rincuora sapere che tu non la conosci. Ho sempre paura che qualcuno possa..." e si interruppe, alla ricerca delle parole più adatte, che però faticarono ad affiorare alle labbra "ecco, possa riferirle che non sono come vorrebbe che io sia davvero. Io la temo" ammise, rendendosi conto che non sempre era in grado di fingersi la nipote perfetta e purosangue che nonna Elodie tanto desiderava lei fosse e che le aveva imposto di diventare a Hogwarts.
Nonna Elodie era il suo punto debole. Se qualcuno lo fosse venuto a scoprire probabilmente avrebbe scoperchiato un eterno vaso di Pandora: nonna Elodie rientrava in tutti i suoi incubi più ricorrenti. Ne temeva l'ira, ma anche il giudizio. Aveva paura che potesse sottostimarla, esattamente come aveva fatto con suo padre Laurent sino al giorno della scomparsa. Non che poi avesse preso a stimarlo, intendiamoci, però per lo meno aveva smesso di snocciolare la sua serie di invettive variopinte nei suoi confronti.
"Mia nonna ha un modo tutto suo di volermi bene, però non sempre capisce tutto ciò che mi riguarda. E' difficile da spiegare, Richard, molto difficile. Hai la fortuna di non aver avuto a che fare con persone come mia nonna nella tua vita e ti auguro di non averne mai. Sono abili a metterti con le spalle al muro e a farti sentire in difetto, nonostante poi ti vogliano un bene dell'anima" confessò sconsolata.
Quasi le avesse letto nel pensiero, sul tavolo apparve un bicchiere stracolmo di un fiammeggiante succo di zucca. Narcissa afferrò meccanicamente il bicchiere e bevve avidamente, quasi stesse tentando di mandare giù una medicina piuttosto amara.
"A volte mi chiedo cosa si provi ad avere una famiglia normale. Per esempio, voi, senza magia, cosa facevate per far passare le giornate?" chiese poi, decisa a spostare il discorso verso altri lidi.
Parlare delle usanze dei genitori adottivi di Richard l'avrebbe allontanata ancora per un po' dai suoi pensieri turbolenti. Avrebbe voluto scoprire se la vita che conducevano i suoi nonni materni fosse 'speciale' o se rientrasse nei parametri di normalità, sempre che esistesse una normalità, per i babbani. Narcissa aveva ricordi nitidi di sua nonna, tutta agghindata con spessi guanti da forno e un grembiule ricco di macchie, mentre sfornava i suoi amati biscotti alla vaniglia. Nonna Elizabeth sapeva quando la nipote adorasse la vaniglia e la sua fragranza: spesso l'aveva osservata assaporare i suoi biscotti e chiudere gli occhi, quasi stesse viaggiando con la mente verso luoghi lontani, che solo la sua giovane mente avrebbe potuto esplorare. Sorrise a quel ricordo, mentre il suo stomaco cominciò a lamentare il desiderio di qualcosa alla vaniglia. A Hogwarts gli elfi cucinavano pietanze vanigliate o restava una prerogativa dei babbani? Era una domanda a cui non sapeva rispondere ed era sicura che lo stesso Richard non avrebbe saputo colmare quella sua lacuna.
"Ti piace la vaniglia?" domandò poi, di punto in bianco, rendendosi conto d'aver appena posto un quesito apparentemente del tutto fuori contesto. Al solito, in quelle circostanze, era il suo stomaco a parlare per lei. Mentalmente lo maledisse, imponendogli un nuovo digiuno e mandando giù un altro sorso di succo alla zucca per tamponare il gorgoglio che si alzava dalle sue viscere.

 
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view post Posted on 23/2/2021, 10:29
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[SPOILER]Non trovavo più il post e mi era passato un pò di mnete![/SPOILER

Il giovane adottivò ascoltò la fanciulla parlare e intui che era vero.

"Beh dipende, in inverno c'è da spalare neve mentre in estate si va al mare, ma di solito giochiamo a scacchi, leggiamo dei libri, guardiamo un pò di TV e andiamo in giro a fare due passi!
Confesso che ciò che mi manca è la TV dove si possono vedere cartoni animati o documentari!"


per un attimo egli tornò ad essere un semplice bambino poi la sacralità, almeno ai suoi occhi, del luogo lo richiamò al dovere.

"Beh si ma non vado matto per dolci!
Uh a proposito pensi che si possa chiedere un bel piatto di pasta? Amo la cucina italiana e quando posso non mi faccio sfuggire l'occasione!


quindi sorrise e tranquillamente attese una reazione
 
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25 replies since 23/11/2020, 12:38   407 views
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